HOME, Torna alla pagina Indice
Citta' di Cosenza , Torna alla pagina Indice
Dir.resp. Pippo Gatto
Home . Cronaca . Università . Sport . Politica . Link . Cultura . Spettacoli . Calcio . Forum . Meteo .
Hinterland
 Rende
 Castrolibero
 Castiglione
 Servizi on Line
 Segnala i problemi 
 Famacie di Turno 
 Gare e Appalti 
 Bandi e Concorsi 
 Cinema 
 Scrivi alla Redazione 


 
 Turismo
 I Monumenti
 Mappa dell'Hinterland
 Centro Storico
 Notizie per i visitatori
 Rubriche
 Alimentazione
 Ambiente
 Attualità/Cronaca
 Consumatori
 Cronaca Rosa e Gossip
 Cultura
 Diritti del Cittadino
 Economia e Finanza
 Innovazione e Tecnologia
 Politica e Sociale
 Servizi Speciali e Dossier
 Sindacati
 Spettacoli
 Sport
 Partecipativi
 Chat
 Forum
 Scienza
 Informatica
 Innovazione
 Scienza
 Associazioni
 Salute
 Prevenzione
 Sanità e Salute
 Scuola e Giovani
 Scuola
 Musica
 Università




Previsioni: Epson Meteo


Cronaca
Ucciso il vicepresidente del Consiglio della Regione Calabria

 

 

Arriva la delegazione del CSM

Arrivera' lunedì mattina a Reggio Calabria la delegazione del Csm che avra' incontri con i responsabili degli uffici giudicanti e requirenti di Reggio e Locri. Secondo quanto si e' appreso, la delegazione del Csm incontrera' solo i responsabili degli uffici, mentre non sono previste audizioni dei sostituti. La delegazione sara' guidata dal vice presidente, Virginio Rognoni, e sara' composta dal presidente della VII Commissione, Leonida Primicerio e dai consiglieri Nicola Buccico, Giorgio Spangher, Giuseppe Meliado', Ernesto Aghina e Francesco Menditto. La delegazione del Csm, con la sua visita, intende acquisire elementi utili a comprendere le dinamiche e il funzionamento dell' amministrazione della giustizia al fine di intervenire per rafforzare il contrasto alla criminalita' organizzata. La VII Commissione, tra i suoi compiti, ha la verifica ''delle condizioni di direzione e organizzazione degli uffici giudiziari, delle eventuali disfunzioni e delle relative cause, anche con riferimento alle problematiche poste dalla criminalita' organizzata''. Nei giorni scorsi notizie di stampa avevano parlato di presunti contrasti all' interno della Direzione distrettuale antimafia reggina. Circostanza che e' stata smentita dai magistrati della Procura che in un documento hanno sostenuto che ''non c' e' alcun contrasto o inimicizia all' interno della Procura distrettuale di Reggio Calabria''

Il CSM in missione per verificare eventuali problemi per rafforzare il contrasto alla ndrangheta

Domani arriva il Csm negli uffici giudiziari calabresi di Reggio Calabria e Locri, alle prese con le indagini sull'omicidio del vicepresidente del Consiglio regionale Francesco Fortugno. Un vero e proprio 'tour de force', guidato dal vicepresidente dell'organo di autogoverno della magistratura Virginio Rognoni, che portera' la delegazione di Palazzo dei Marescialli ad incontrare i capi di tutti gli uffici inquirenti e giudicanti di Reggio e Locri, la cittadina calabrese dove due settimane fa il vicepresidente dell'Assemblea regionale calabrese fu ucciso all'uscita da un seggio delle primarie del centrosinistra. Incontri sono previsti anche con i vertici dei Consigli dell'Ordine degli avvocati. Nelle note ufficiali, obiettivo della missione del Csm in Calabria viene indicata la verifica di eventuali problemi di carattere organizzativo nelle strutture delle due citta' calabresi, in modo da poter intervenire ''per rafforzare al massimo l'attivita' di contrasto alla criminalita' organizzata'', ha precisato Rognoni. Da un primo screening, non risultano pero' scoperture preoccupanti negli organici degli uffici. Anzi, fa sapere il ministero della Giustizia sulla base dei dati dell'ufficio statistiche, la Calabria ''e' la regione italiana con il piu' alto rapporto tra magistrati, in organico (510) e presenti (441), e popolazione''. Dai tabulati del Csm risulta che, a Reggio Calabria, mancano 3 dei 18 giudici in Corte d'Appello; in Tribunale e' da coprire uno dei sei posti di presidente di sezione e vanno nominati 3 dei 41 giudici; in Procura nall'appello manca un pm sui 25 in organico. A Locri, sono scoperti 3 posti di giudice (24 in tutto) e manca 1 dei 9 sostituti procuratori. ''Negli uffici giudiziari calabresi -conferma il consigliere Giovanni Salvi, togato di Magistratura democratica, che domani fara' parte della delegazione in missione- non c'e' un problema di organici. Il problema e' che gli uffici devono funzionare. Noi vogliamo capirne le ragioni e individuare quali misure, eventualmente anche strordinarie, devono essere adottate. La giurisdizione deve essere in grado di funzionare. Questa e' la priorita'''. La missione di domani del Csm a Reggio Calabria e a Locri, aggiunge Salvi, rappresenta quindi ''il segno di una ritrovata attenzione del Consiglio di fronte alla gravita' della situazione degli uffici giudiziari: indica la volonta' di attivarsi per fare tutto cio' che e' possibile per rispondere alle richieste''. ''La delegazione del Csm -aveva spiegato la scorsa settimana Rognoni spiegando i motivi della missione in Calabria- nell'incontro con gli uffici giudiziari di Reggio e della Locride raccogliera' sul campo, al di la' del quadro delle piante organiche come risultano dalle tabelle e dalle strutture esistenti, tutti gli elementi utili circa la dinamica e il funzionamento dell'amministrazione della giustizia per la parte di competenza del Consiglio superiore. Tutto cio' al fine di intervenire per rafforzare al massimo il contrasto alla criminalita' organizzata''. ''Differenziati e diversi -aveva evidenziato ancora il vicepresidente del Csm- sono i fronti da cui contrastare la cultura e le organizzazioni criminali e mafiose, ciascuna con sue specifiche modalita' e mezzi e strumenti appropriati. Uno di questi fronti e' certamente quello giudiziario, che non deve subire sofferenze di sorta ma attrezzarsi nel modo piu' efficace -aveva ammonito Rognoni- compresa la serieta' e la professionalita' di tutti gli operatori, affinche' si possano raggiungere tutti gli indispensabili e fondamentali obiettivi di giustizia''. Cosi', domani in Calabria i rappresentanti dell'organo di autogoverno della magistratura si ritroveranno certamente a fare i conti anche con i contrasti che da tempo 'avvelenano' i rapporti all'interno di alcuni uffici giudiziari calabresi. Quelli che il senatore di An Luigi Bobbio ha bollato come ''faide'', frutto anche delle ''lunghe inerzie'' del Csm, ha denunciato. Come nel caso della Procura di Reggio Calabria, dove i contrasti riguardano il capo dell'ufficio Antonino Catanese e uno dei suoi sostituti, Francesco Mollace. Il 'caso' e' fermo da tempo sui tavoli di Palazzo dei Marescialli. La Prima Commissione si e' spaccata: in una delle ultime sedute prima della pausa estiva, a meta' luglio, tre componenti hanno sostenuto la necessita' di aprire la procedura di trasferimento d'ufficio per incompatibilita' nei confronti del procuratore, altri tre hanno votato invece perche' la vicenda si archivi. Ma da oltre tre mesi il 'caso' e' fermo al palo: dovrebbe essere il plenum a decidere il da farsi, ma la pratica non puo' essere discussa perche' all'appello manca la motivazione a sostegno dell'archiviazione. Era stato il ministro della Giustizia Roberto Castelli a chiedere al Csm il trasferimento d'ufficio per Mollace sulla base dei risultati di un'ispezione. Secondo le accuse del Guardasigilli, Mollace avrebbe continuato ad occuparsi di indagini sulla criminalita' organizzata anche dopo la scadenza del suo incarico alla Dda, trattenendo ''irregolarmente'' alcuni fascicoli e restituendoli soltanto dietro sollecitazione del capo della Procura. Il tutto, ''in palese dispregio dei ripetuti interventi e diffide dello stesso procuratore della Repubblica e del procuratore aggiunto'', a detta di Castelli. Ma, a conclusione dell'istruttoria, la Commissione ha proposto per Mollace l'archiviazione, mentre sotto accusa e' finito, almeno per meta' dei consiglieri, il comportamento del procuratore capo. Nell'occhio del ciclone, poi, c'e' anche il 'caso Catanzaro'. Secondo alcune anticipazioni di stampa, gli '007' del ministero della Giustizia avrebbero concluso la loro ispezione -avviata nel settembre 2003 per presunti conflitti all'interno della Direzione distrettuale antimafia denunciati da due magistrati dell'ufficio- chiedendo il trasferimento d'ufficio del capo della Procura Mariano Lombardi, dell'aggiunto Mario Spagnuolo (che coordina la Dda) e del pg Domenico Pudia. Conclusioni che pero' il ministro Roberto Castelli ha smentito. Le conclusioni dell'ispezione, ''se e quando -ha precisato il Guardasigilli- ci saranno a tempo debito'': ''Il contenuto si esamina in mesi di lavoro perche' ci sono procedure precise da rispettare e anche in questo caso seguiremo questo iter''. Castelli si e' detto ''infuriato'' per ''una fuga di notizie veramente disdicevole: da' adito a una serie di illazioni che non avrebbero dovuto esserci'' su uffici giudiziari che sono ''in prima linea nella lotta alla criminalita'''. Le indiscrezioni sulle conclusioni dei ispettori di via Arenula, hanno denunciato i pm catanzaresi in un documento inviato nei giorni scorsi al Csm, rappresentano ''un tentativo di condizionare l'attivita' dell'ufficio, nonche' proiettare all'esterno un'immagine della Procura sicuramente preoccupante per i cittadini, ma assolutamente lontana dalla realta'''. La Procura di Catanzaro, hanno rivendicato i pm calabresi, ''mantiene intatta la propria serenita', continuando ad operare nell'esclusivo interesse della giustizia, con assoluta indipendenza, abnegazione, spirito di sacrificio e massima dedizione''.

De Sena: “Bisogna attaccare i patrimoni criminali puntando sul sequestro dei beni”

''Vogliamo attaccare i patrimoni criminali puntando sulle misure di prevenzione: sequestro e confisca dei beni''. Cosi', in un'intervista a 'La Stampa', il neo superprefetto di Reggio Calabria, Luigi De Sena, riassume il suo obiettivo per contrastare il fenomeno della 'ndrangheta in Calabria e far fronte all'emergenza sicurezza. ''Mi prendero' tutto il tempo necessario -aggiunge- per prosciugare i fiumi di denaro della 'ndrangheta. Non dovra' piu' accadere che nella Locride circoli un'auto di grossa cilindrata senza conoscere l'attivita' del suo proprietario''. Niente richiesta di poteri straordinari, quindi, ne' militarizzazione del territorio, che ''sarebbe un oltraggio nei confronti dei calabresi -precisa De Sena- E poi l'orografia del territorio vanificherebbe l'efficacia di ogni presidio''. La scommessa e' ''riuscire a creare un vero, leale, corretto e produttivo dialogo tra le istituzioni -continua il superprefetto- Vado a Reggio Calabria avendo un retroterra di esperianza che mi consentira' di potere validamente contribuire ad avviare questo dialogo. In fin dei conti, e' questo il vero potere che mi e' stato attribuito: coordinare le attivita' delle articolazioni dello Stato''. 'L'emergenza Calabria -spiega ancora De Sena- e' dettata dalla impermeabilita' e pervasivita' della 'ndrangheta. Un'organizzazione che, a differenza delle altre, e quindi anche di Cosa nostra, non e' stata scalfita dal pentitismo''. E che si presenta come ''una grande multinazionale del crimine con due direttrici essenziali -continua il superprefetto- il traffico di sostanze stupefacenti, vanta accordi con i cartelli colombiani, e gli investimenti dei proventi di questi traffici nell'economia legale, attraverso la penetrazione nei grandi appalti pubblici''. Ma la Calabria ''non esporta solo criminalita' e criminali -conclude De Sena- ma anche gente per bene, colta, che conta. Giuristi, avvocati, professionisti, burocrati di Stato, stilisti. Gente di prima qualita' alla quale bisognerebbe chiedere di impeganrsi anche nel loro territorio di provenienza''.

La vedova Fortugno: “La Calabria non è terra maledetta, ma quando la politica si muove da fastidio”

La Calabria "non e' una terra maledetta, ma certamente ogni qualvolta la politica si e' mossa ha dato sempre fastidio. Chi con minacce, chi con omicidi, si cerca di mettere un freno a chi vuole lavorare". Cosi' Maria Grazia Lagana' Fortugno, vedova del vicepresidente del Consiglio regionale calabrese, nel corso di una intervista a Lucia Annunziata durante il programma 21/2 H" andato in onda nel primo pomeriggio su Raitre. Un'intervista realizzata a Roma e nel corso della quale la vedova di Francesco Fortugno ha sostenuto che "il Consiglio calabrese dev'essere tutelato nel momento in cui cerca di fare qualcosa. Non con le scorte ma con leggi e protezione adeguate". Maria Grazia Lagana' si e' detta inoltre convinta dall'ipotesi che lo schema entro cui potrebbe essere maturato il delitto e' quello di "intimidire la politica. Si', mi convince questa ipotesi di schema". Ma alla domanda su cosa in realta' voglia la 'ndrangheta attraverso questo delitto, Maria Grazia Lagana' Fortugno ha risposto "non ho idea di cosa voglia, anche perche' non si stavano programmando, che io sappia, cose che potessero disturbare". La vedova Fortugno parla anche di condivisione con quanti all'indomani del delitto hanno parlato di "segnale rivoluzionario" venuto dal mondo della politica locale, con la costituzione di parte civile di giunta e consiglio regionale nei confronti di mandanti ed esecutori dell'assassinio, e dal movimento dei giovani calabresi, "che non finiro' mai di ringraziare". Anzi "proprio i giovani mi hanno dato la certezza che in Calabria puo' cambiare". La vedova non esclude infatti che oggi come oggi esista una sorta di contiguita' sociale e di sistema tra la politica e la mafia, "ma si puo' cambiare. Sono necessari tempi, ma non lunghi, questo puo' avvenire". Infine, "non vedo la politica nel mio futuro, per il momento no" e "amo la Calabria e non penso di andare via".

Il PdCI aderisce alla marcia della speranza del 4 novembre

“Quella del prossimo 4 novembre a Locri sarà una marcia per non dimenticare il sacrificio dell’on. Francesco Fortugno, ma anche uno straordinario incontro fra italiani e italiane nel segno di quella grande speranza che oggi anima i giovani della Locride e la stragrande maggioranza dei calabresi. Vogliamo ribadire, ancora una volta, che la ndrangheta e la criminalità organizzata si possono battere soltanto se c’è unità d’intenti tra le forze in campo e se lo Stato dimostra concretamente di volersi impegnare con determinazione e coerenza nella lotta per la liberazione della locride e della nostra regione dalla presenza opprimente della piovra mafiosa, mettendo in campo una strategia di contrasto più incisiva e costante che dia credibilità all’azione repressiva contro l’illegalità diffusa e maggiore consistenza agli interventi di prevenzione della devianza”.
Così il segretario regionale del partito dei Comunisti Italiani, Michelangelo Tripodi, commenta il significato della “Marcia della Speranza”, la manifestazione antimafia prevista il 4 novembre a Locri, annunciando l’adesione alla stessa anche da parte del Partito dei Comunisti Italiani.
“In questi giorni la società e le istituzioni calabresi stanno costruendo una reazione civile e politica senza precedenti contro lo strapotere arrogante della ‘ndrangheta – prosegue Tripodi – e la marcia, riunendo a Locri tanti giovani provenienti da ogni parte d’Italia, rappresenta l’occasione, non solo simbolica, per ribadire nuovamente la necessità di unire tutte le forze sane in un comune impegno solidale e concreto in grado di far comprendere che il “caso Calabria” deve diventare una costante emergenza nazionale. La “marcia della speranza” rappresenta, quindi, innanzitutto un segnale opposto a quello che per tanti versi stanno lanciando i fautori della devolution politica e della separazione culturale dell’Italia, che considerano il Mezzogiorno in genere e la Calabria in particolare territori marginali da abbandonare al loro destino, vittime dell’ineluttabilità del sottosviluppo e della mafia.
Manifestare a Locri oggi significa ribellarsi a questi schemi antichi di cui si nutre la malavita, per intensificare la sua occupazione di un territorio che, come confermano le notizie di questi giorni sui dislocamenti di nuove forze dell’ordine, aveva e ha presidi sguarniti; manifestare a Locri significa voler dare un primo concreto seguito all’accorato appello indirizzato al governo dagli studenti, che chiedono al Parlamento di non demolire la legislazione che colpisce i patrimoni mafiosi, così come sta tentando di fare la maggioranza, ma anche di rimettere in campo politiche sociali e di sostegno al reddito ed all’occupazione che purtroppo sono state derubricate dall’attuale governo”.
“Assieme ai giovani – prosegue Tripodi - vogliamo che la speranza si nutra di atti politici tangibili e straordinarie misure d’intervento, non solo perché con l’assassinio dell’on. Fortugno si è rivelato incredibilmente tracotante l’attacco alle istituzioni democratiche del Paese, ma soprattutto perché questo efferato crimine rappresenta il culmine di un processo degenerativo contrassegnato da un innegabile ridimensionamento dell’azione di contrasto alle consorterie mafiose e da una crescita esponenziale a livello internazionale della ‘ndrangheta calabrese. Dopo l’autorevole monito lanciato dalla chiesa della Locride, e dopo le importanti decisioni assunte dal Consiglio Regionale per dare organicità al nuovo impegno antimafia di tanti giovani, quello che rilanciamo a partire dalla marcia di Locri ha quindi il significato di un impegno concreto per una sfida epocale che attende la Calabria e il Paese”.
“Lo Stato deve finalmente dichiarare guerra alla ’ndrangheta. Solo una risposta eccezionale e straordinaria di questa natura e di questa portata potrà dare credibilità ed efficacia all’azione dei poteri pubblici dopo il terribile assassinio dell’on. Francesco Fortugno”.
Il segretario regionale del PdCI, Michelangelo Tripodi annunciando che il PdCI sarà rappresentato nella manifestazione del prossimo 4 novembre da tanti militanti, dai ragazzi della Fgci, dai dirigenti regionali e dagli amministratori pubblici del partito, così conclude: “Per vincere questa battaglia, per impedire che la Calabria finisca in mano alla ’ndrangheta occorre un impegno generale di tutte le istituzioni del Paese. Non è più il tempo di risposte ordinarie, bisogna finirla con rituali inutili e inconcludenti. Per ripristinare la legalità, per garantire la sicurezza, per rendere effettivi i diritti e la libertà, per ridare fiducia e speranza ai calabresi - ha detto infine Tripodi - ci vuole una risposta all’altezza della sfida senza precedenti che la ’ndrangheta ha lanciato. Ciò significa che l’impegno dello Stato deve essere a tutto campo per ribattere colpo su colpo. Nulla può essere lasciato di intentato mettendo in campo una risposta molteplice in termini militari, giudiziari, politici, sociali e culturali che possa far ripartire la speranza affinché questa terra possa avere un futuro diverso e migliore”.

Loiero su Rai3 a “Cominciamo bene”

Il presidente della Regione, Agazio Loiero, sara' ospite, domani, della trasmissione ''Cominciamo bene-Le storie'' condotta da Corrado Augias e in onda su Rai3 alle 12.35. Nel corso della puntata, secondo quanto si e' appreso, Loiero parlera' del ''caso Calabria'' alla luce dell' omicidio del vice presidente del Consiglio regionale, Francesco Fortugno, e delle misure che lo Stato e le Istituzioni possono adottare per rendere tangibile la propria presenza sul territorio calabrese e nella locride in particolare. Il Presidente della Regione parlera' anche del futuro e delle speranze della Calabria e dell' attivita' della Giunta in questa direzione.

Partecipa su NuovaCosenza.com al Forum dedicato

Una inizativa di NuovaCosenza.com

 

Omicido Fortugno: Scendono in campo gli 007 dei servizi. La sanità pista privilegiata. L'omicidio è avvenuto con l'avallo delle cosche locali

Omicido Fortugno: Le indagini, mentre si attendono le perizie balistiche, puntano sulla sanità. La DDA apre un'inchiesta sulla fuga di notizie. Nuove adesioni alla marcia del 4.

Omicido Fortugno: Gli investigatori: Non c’è nessuna pista, ma c’è molto ottimisimo. Il 4 novembre a Locri una marcia della pace proposta da Jervolino-Catizone. Pegna propone un megashow contro la criminalità.

Omicido Fortugno: Il procuratore Grasso incontra gli inquirenti. Alle indagini collaborano anche la DDA di Catanzaro e i servizi centrali. Pisanu delega il Prefetto di Reggio per l'accesso all'ASL di Locri.

Omicido Fortugno: Loiero: “Le intercettazioni insudiciano un dramma”. Indagini: Magistrati rientrati dopo missioni nelle carceri. Il movimento studentesco di Locri scrive alle istituzioni: “No alla ndrangheta”

Omicido Fortugno: Minniti: definisce un quadro inquietante le telefonate al Viminale. Pisanu replica "non lasceremo nulla di intentato". Loiero: "Lo stato deve far sentire la sua presenza”

Omicido Fortugno: Numerose le lettere di solidarietà inviate a Loiero: “Presidente, resisti e vai avanti” Montezamolo "Sensibilizzerò le istituzioni". Scatta il piano di controllo di PS, CC e Gdf. Corbelli chiede di non assegnare il posto vacante di Fortugno.

Omicido Fortugno: Varato il programma straordinario di Pisanu contro la ndrangheta dopo un summit al Viminale. Informato il Presidente Loiero. Due ipotesi nelle indagini

Il Ministro Pisanu riferisce alle Camere e propone le nuove direttive per combattere la ndrangheta. Loiero: "Se cala l'attenzione lo uccidiamo ancora".

In tantissimi ai funerali di Fortugno, Mons. Bregantini: La mafia vuole dominare la politica. Indagini ad un punto delicato

Cossiga contro Macrì: “Con i magistrati politicizzati non si combatte la ndrangheta”. Mancini: “Parte delle istituzioni non hanno fatto il proprio dovere”. Castelli “Adeguato il numero dei magistrati

Il Presidente Ciampi ha reso omaggio alla salma di Fortugno ed ha ribadito “Calabresi reagite, l’Italia è con voi

Le Amministrazioni pubbliche ricordano Fortugno. Ancora reazioni dal mondo politico.

 

 

Home . Cronaca . Università . Sport . Politica . Link . Cultura . Spettacoli . Calcio . Forum . Meteo .

Copyright © dal 2004 Nuova Cosenza. Quotidiano di informazione. Reg. Trib. CS n.713 del 28/01/2004
Tutti i dati e le immagini presenti sul sito sono tutelati dalla legge sul copyright
Il loro uso e' consentito soltanto previa autorizzazione scritta dell'editore

Per una migliore visualizzazione del portale si consiglia uan risoluzione di 800x600 punti