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Cronaca
Ucciso il vicepresidente del Consiglio della Regione Calabria

 

Il Presidente Ciampi ha reso omaggio alla salma di Fortugno ed ha ribadito “Calabresi reagite, l’Italia è con voi”

18/10 Il presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, e' giunto nella sede del Consiglioregionale della Calabria, a Palazzo Campanella, verso le 16 di questo pomeriggio ed ha incontrando i familiari di Francesco Fortugno. L' incontro si è svolto in una sala dell' Assemblea regionale calabrese. Il Capo dello Stato si e' intrattenuto con i familiari di Fortugno per una quindicina di minuti. Durante l' incontro, ha espresso parole di conforto alla vedova, Maria Grazia, ed ai figli, Giuseppe ed Anna, intrattenendosi a parlare con loro. E' stato un incontro, ha riferito chi vi ha assistito, molto affettuoso e, da parte di Ciampi, particolarmente sentito e spontaneo. Dopo l' incontro il Capo dello Stato, tenendo a braccetto la signora Maria Grazia, e' entrato nell' aula consiliare e si e' soffermato per alcuni minuti in raccoglimento davanti alla bara, contornato dai familiari di Fortugno, dai presidenti di Giunta e Consiglio, Agazio Loiero e Giuseppe Bova, dal vice presidente dell' esecutivo, Nicola Adamo, dal presidente della Provincia di Reggio, Pietro Fuda, e dal sindaco, Giuseppe Scopelliti. Ciampi si e' quindi avvicinato al feretro ed ha posto la mano sulla bara. Quindi ha invitato la vedova ed i figli ad avvicinarsi a lui, ha preso le mani dei familiari dell' esponente politico ucciso, ed ha ripetuto il gesto. Il tutto si e' svolto davanti ad oltre 500 persone assiepate nell' aula per dare l' ultimo saluto a Fortugno in un silenzio totale. Solo quando Ciampi si e' scostato dal feretro, dall' aula, gremita di tanti sindaci, rappresentanti istituzionali e politici, e' partito un lungo applauso. Il presidente della Repubblica ha poi incontrato per una mezz' ora i rappresentanti della Regione. ''Quello che ha detto a noi - ha riferito Bova - e' sintetizzabile nel gesto che il Capo dello Stato ha rivolto ai calabresi uscendo dal palazzo del Consiglio regionale: ha stretto i pugni come segno di incoraggiamento e di forza''. Ciampi ha anche riferito di avere scelto la giornata di oggi per venire in Calabria proprio per coniugare i due momenti: quello del conforto alla famiglia e quello dell' incontro istituzionale. ''Abbiamo parlato di tutto - ha detto Adamo - e' stata una riunione vera. Diciamo che quel primo incontro che chiedevamo al Capo dello Stato si e' svolto per la sua decisione di venire in Calabria. Tra l' altro ha mostrato di conoscere tutti e tutto e di essere informato anche sui fatti minori''. La permanenza di Ciampi nel Consiglio regionale, complessivamente, e' durata un' oretta circa, quindi il Presidente della Repubblica ha lasciato il palazzo per fare ritorno a Roma.

 

I familiari ringraziano Ciampi e chiedono il ripristino della legalità

La famiglia Fortugno-Lagana', nel ''ringraziare il Presidente Ciampi per la sensibilita' umana e istituzionale dimostrata con la presenza in Calabria al fine di rendere omaggio al proprio congiunto e solidarieta' alla regione intera, chiede il Suo Alto intervento perche' sia garantito il massimo sforzo dello Stato per l'identificazione di mandanti ed esecutori''. La famiglia ''ribadisce che senza una seria ed effettiva assunzione di consapevolezza della realta' calabrese e in assenza di una convinta e determinata volonta' di ripristinare la legalita' in questa martoriata regione, nulla puo' la societa' calabrese, disarmata, per arginare la barbarie criminale, se non continuare a vedere sacrificati i propri uomini migliori''.

Loiero ha proseguito in volo il colloquio con Ciampi. In serata a “La 7” ha poi aggiunto: Dopo 300 attentati siamo al limite”

Il Presidnete Loiero alla trasmissione di ferrara su La7 "otto e mezzo"E’ continuato “in volo” il colloquio tra il Presidente della Repubblica Ciampi e il presidente della Regione Calabria Agazio Loiero. Al termine della visita del Capo dello Stato che ha reso omaggio alla salma di Francesco Fortugno e degli incontri con le autorità politiche calabresi, il presidente Loiero è partito per Roma con l’aereo presidenziale, per illustrare ancor più approfonditamente e nei dettagli al Presidente della Repubblica quale sia oggi la situazione della Calabria, dei suoi problemi e delle sue prospettive alla luce di quanto avvenuto e anche delle iniziative di cambiamento che il nuovo governo regionale ha avviato. Prima dell’imbarco all’aeroporto di Reggio Calabria Loiero si è detto “molto contento di questa visita di Ciampi che ha dimostrato di essere un vero Presidente della Repubblica, il depositario dell’unità nazionale”. “Venendo prontamente qui in Calabria per rendere omaggio alla salma di Francesco Fortugno - ha aggiunto Loiero - ci ha dato la solita lezione di unità perché il problema vero oggi è questo: capire se questa regione deve essere lasciata al suo destino come un protettorato fuori del contesto civile in un luogo di barbarie o se invece deve far parte di un ordinamento unitario”. Loiero ha così concluso: “Venendo qui oggi Ciampi ha dato proprio questo messaggio partecipando prontamente e con sentimenti sinceri al dolore della famiglia e di tutti i calabresi uniti”.
A Roma, infine, il Presidente Loiero ha partecipato alla trasmissione Otto e mezzo di “La 7” affermando che ''Siamo al limite. In una regione dove succedono 300 attentati in due anni e mezzo lo Stato il cittadino non lo incontra''. ''Lo stato di alcune procure e' drammatico - ha detto fra l'altro Loiero -, mancano i procuratori. A Locri c'e' un procuratore che si e' insediato da poco, quella procura e' rimasta per tre anni senza una guida, le forze di polizia ci sono, ma in un territorio come il nostro - ha aggiunto - c'e' bisogno di un' intelligence che non puo' essere trovato nel ragazzo calabrese militare a Belluno che vuole tornare a Reggio Calabria''. Il Governatore è poi intervenuto anche nella trasmissione di Rai 2 Ballarò, ispirata sullo stesso tema dell’omicidio Fortugno.

In centinaia in fila per l’ultimo saluto

La salma di Francesco Fortugno, vicepresidente del Consiglio regionale della Calabria, ucciso domenica pomeriggio nel seggio dell' Unione a Locri, e' giunta nel palazzo Campanella, sede dell' Assemblea legislativa calabrese, dove e' stata allestita la camera ardente, intorno alle 10. Il feretro e' stato portato a braccia tra due ali di dipendenti regionali, rappresentanti istituzionali e politici, conoscenti o semplici cittadini sino all' aula del Consiglio dove e' stato sistemato il catafalco. A rendere gli onori alla salma il presidente dell' Assemblea, Giuseppe Bova, il vicepresidente, Roberto Occhiuto, il componente l' ufficio di presidenza Antonio Borrello, ed il presidente del gruppo consiliare della Margherita, Enzo Sculco, che si sono sistemati agli angoli della bara. Davanti al feretro, coperto da una composizione floreale fatta con anturium, orchidee e singapore, i familiari, con la vedova, Maria Grazia, resa esausta dal dolore, i figli Giuseppe ed Anna, il suocero Mario Lagana', presidente onorario della Margherita calabrese. Numerosi i politici e gli amici di Fortugno che gia' dall' apertura della camera ardente si sono recati a testimoniare il loro affetto alla famiglia. Tra i primi il presidente della Regione, Agazio Loiero, che ha lungamente abbracciato il figlio della vittima. Quindi si e' fermato in raccoglimento davanti alla salma. Tanta commozione tra coloro che con Francesco Fortugno avevano lavorato sino a domenica scorsa. Poi, prima che arrivasse Ciampi sono transitati a centinaia, uomini politici, consiglieri comunali e provinciali, semplici cittadini, dinanzi al feretro di Franco Fortugno, il vicepresidente del Consiglio regionale assassinato dalla mafia domenica sera a Locri. Attorno al catafalco, si danno il turno nel picchetto d' onore tutti i consiglieri regionali, in un clima di profonda emozione. In camice bianco, sono giunti dall' ospedale di Locri anche i medici di quella struttura, amici e colleghi dell' uomo politico assassinato, in lacrime, e si sono stretti attorno alla famiglia, alla moglie dello scomparso, ai figli ed al suocero, sbigottiti dal dolore.

Gli studenti di Locri di nuovo in corteo: “Basta con i massacri”

Pacifica manifestazione a Locri da parte degli studenti di diversi istituti superiori della Locride a seguito dell' omicidio del vicepresidente del Consiglio regionale calabrese Francesco Fortugno, assassinato domenica scorsa a Locri. Il corteo dei giovani manifestanti e' partito da Piazza dei Martiri e dopo una sosta davanti a Palazzo Nieddu, luogo dell' omicidio di Fortugno, si e' diretto nella piazza antistante il Tribunale locrese. I manifestanti hanno distribuito un volantino dove tra l' altro si legge: ''Troppi eventi spiacevoli ed evitabili, troppi massacri. Diciamo basta. Noi studenti e futuri uomini della Locride, della Calabria e dell' Italia, a queste ingiustizie, che fanno di questa terra splendida, una terra maledetta e penalizzata a causa dell' omerta', dell' indifferenza ma soprattutto della paura. L' ultima prova e' stato l' omicidio del vicepresidente del Consiglio regionale Francesco Fortugno''. ''Oggi - si legge ancora nel documento distribuito dagli studenti - le scuole della Locride manifestano la loro indignazione contro questi gesti che ormai sono diventati pane quotidiano nel nostro territorio e che aumenteranno con il trascorrere del tempo, se noi ragazzi, prossimo futuro della Locride, non iniziamo a pensare che la nostra terra ha bisogno di ben altre cose rispetto a quelle attuali, che danno un' immagine negativa del nostro paese''. Sono stati circa tremila gli studenti delle scuole superiori della Locride che stamattina hanno preso parte a Locri ad una imponente manifestazione pubblica in segno di condanna a seguito del barbaro omicidio, compiuto domenica scorsa nella cittadina locrese, del vicepresidente del consiglio regionale calabrese, Francesco Fortugno. Dopo aver sfilato, passando davanti a Palazzo Nieddu, luogo, questo, dov'e' stato assassinato il noto esponente politico calabrese della Margherita, per le vie di Locri, il corteo si e' fermato davanti all'ingresso del tribunale. Con l'utilizzo di un megafono, a condannare con fermezza il feroce e inquietante gesto compiuto dalla 'ndrangheta e' stato, a nome di tutti i giovani manifestanti, uno studente disabile. Dure ed emblematiche le frasi scritte in alcuni lunghi striscioni dagli studenti: ''Pisanu, E lo Stato?''; ''Liberi dalla 'ndrangheta''; ''Omerta' la loro forza; noi giovani la loro fine''; ''Lo Stato c'e' ma non si vede''.

Meduri: “Da Ciampi gesto di straordinaria importanza”

''La presenza del Presidente Ciampi in Calabria e' un gesto di straordinaria importanza perche' e' la dimostrazione che lo Stato c' e' e che le istituzioni non sono ferme di fronte ad atti di violenza omicida''. A sostenerlo e' Luigi Meduri deputato della Margherita ''La Calabria - aggiunge Meduri - deve reagire e sapra' reagire come dimostra la forte e partecipata manifestazione degli studenti di Locri. La Calabria puo' e deve trovare la forza di cambiare - conclude il deputato della Margherita - e la decisione di Ciampi di portare omaggio all'amico Fortugno e alla sua famiglia sono una risposta dello Stato all'antistato''.

Sbarra: “La presenza di Ciampi un richiamo a visone unitaria tra istituzioni e forze sociali”

La presenza del presidente della Repubblica alla camera ardente allestita per il vicepresidente del Consiglio regionale Francesco Fortugno rappresenta ''un forte segnale politico, un richiamo ad 'una visione unitaria' tra istituzioni e forze sociali nel rispondere con fermezza e determinazione per il ripristino della legalita', valore primario che va tutelato con ogni mezzo disponibile'': lo sostiene Alberto Sarra, capogruppo di An alla Regione. ''In Calabria si e' superato il livello di guardia - prosegue Sarra - le condizioni ambientali ad alto rischio giungono ad intaccare pesantemente le piu' elementari forme di tutela dell' incolumita' personale, affievolendo le peculiarita' di un diritto dell' individuo a svolgere la propria attivita' lavorativa e di relazione. Si e' determinato di fatto - sottolinea ancora Sarra - un clima tale da stravolgere la quotidianita' in ogni componente sociale, nelle categorie produttive, nei singoli esercizi commerciali. Una condizione di diffusa insicurezza si coglie negli ambienti piu' disparati, condizione che assume i contorni di una vera e propria sfida alle istituzioni ed una gravissima violazione di diritti per la societa' civile''. A giudizio del capogruppo di An alla Regione siamo dinanzi ad ''uno stato di massima allerta che impone 'una valenza istituzionale prioritaria' nell' affrontare la tipologia delle problematiche attinenti la sicurezza del territorio, per spezzare la concatenazione di eventi criminosi e ridare un clima di serenita' al tessuto sociale ed economico delle comunita' di ogni provincia, ove numerosa e' la presenza di comuni di piccole dimensioni. Comuni nel cui ambito - conclude Sarra - e' indispensabile svolgere azioni politiche in sinergia con gli organi di governo del territorio ed adottare ogni possibile strumento operativo che si dimostri efficace nel fronteggiare una situazione divenuta ormai insostenibile''.

A Locri i funerali di Francesco Fortugno, presenti Prodi e il Ministro la Loggia per il Governo

18/10-(GiampaoloCataldo)- Sono previsti per domani alle ore 16 presso la Cattedrale di Locri i funerali di Francesco Fortugno, il vice presidente del consiglio della Regione Calabria, ucciso domenica scorsa con cinque colpi di pistola 9X12 nell'androne di Palazzo Nieddu. La salma di Fortugno è arrivata questa sera, intorno alle 23 a Locri da Reggio Calabria dove era stata allestita la camera ardente all'interno del palazzo del Consiglio Regionale. A Locri il feretro è giunto scortato dagli agenti di Polizia Municipale della stessa citta' e sara' vegliato nella camera ardente allestita nella sala consiliare del Municipio. Da qui, partira' il corteo funebre diretto verso la Cattedrale per i funerali. E' prevista la presenza di numerosissime autorita' regionali e nazionali e diverse delegazioni in rappresentanza di regioni, province, comuni e di partito. Da Roma arriveranno il leader dell'Unione Romano Prodi e in rappresentanza del governo il ministro per gli Affari Regionali, Enrico La Loggia.
E contro la violenza, oggi a Locri sono scesi in piazza centinaia di giovani studenti che hanno percorso le vie del centro fino a Palazzo Nieddu, nel cui androne un killer ha assassinato l'esponente della Margherita a colpi di pistola. E davanti alla scena del delitto, i giovani si sono fermati ed hanno osservato un minuto di silenzio. Poi si sono diretti verso Piazza Tribunale e davanti al Palazzo di Giustizia si sono fermati ed hanno mostrato alcuni striscioni: ''Lo Stato c'e' ma non si vede'' , ''16 ottobre 2005: perso un altro grande uomo'', ''Liberi dalla 'ndrangheta'', ''Pisanu: e lo Stato?'' ed infine ''Omerta' la loro forza: noi giovani la loro fine''. Gli studenti, che gia' ieri avevano attraversato le principali strade di Locri, hanno distribuito anche un volantino: ''Troppi eventi spiacevoli ed evitabili - si legge nel documento - troppi massacri. Diciamo basta. Noi studenti e futuri uomini della Locride, della Calabria e dell'Italia, a queste ingiustizie, che fanno di questa terra splendida, una terra maledetta e penalizzata a causa dell' omerta', dell'indifferenza ma soprattutto della paura. L'ultima prova e' stato l'omicidio del vicepresidente del Consiglio regionale Francesco Fortugno''. ''Oggi le scuole della Locride manifestano la loro indignazione contro questi gesti che ormai - continuano gli organizzatori del corteo - sono diventati pane quotidiano nel nostro territorio e che aumenteranno con il trascorrere del tempo, se noi ragazzi, prossimo futuro della Locride, non iniziamo a pensare che la nostra terra ha bisogno di ben altre cose rispetto a quelle attuali, che danno un'immagine negativa del nostro paese''. Sul piano delle indagini gli investigatori stanno cercando di individuare qualche elemento utile che possa condurli ai mandanti ed all'autore dell'assassinio di Franceso Fortugno. Ma il lavoro degli investigatori non si presenta facile. Il muro di omerta' prevale sulla volonta' di fare giustizia. E gli investigatori dall'Arma dei Carabinieri e della Polizia di Stato coordinati dalla Direzione Distrettuale antimafia di Reggio Calabria, hanno ascoltato parenti ed amici, alla ricerca di elementi utili. Stanno scavando nei documenti del vice presidente del consiglio regionale rinvenuti nel suo studio di Locri, nel tentativo di rintracciare qualche utile taccia ai fini delle indagini e quindi alla individuazione di chi ha voluto la sua morte. La pista principale seguita dagli investigatori e' quella mafiosa, ma non viene elusa nessuna un'altra ipotesi investigativa. Anche se si concentrano sugli affari politica e mafia. Gli investigatori infatti concentrano la loro attenzione sugli aspetti politici legati al mondo della sanita'. Intanto, oggi, la famiglia Fortugno-Laganà, con un messaggio, ha ringraziato il Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi "per la sensibilità umana e istituzionale dimostrata con la presenza in Calabria al fine di rendere omaggio al proprio congiunto" ed ha chiesto un suo "alto intervento perchè sia garantito il massimo sforzo dello Stato per l'identificazione di mandanti ed esecutori". Il presidente della Regione, Agazio Loiero, che è salito nell'aereo presidenziale diretto verso Roma con Ciampi per continuare il colloquio avviato a Reggio Calabria, prima dell'imbarco si è detto "molto contento" della visita di Ciampi il quale "ha dato un messaggio partecipando prontamente e con sentimenti sinceri al dolore della famiglia e di tutti i calabresi uniti". Domani mattina, sempre a Locri, ci sarà uno sciopero di due ore, dalle 8 e 30 alle 10 e 30, di tutti i dipendenti dell'Asl. Ai funerali parteciperanno delegazioni delle giunte e dei consigli regionali di tutta Italia, tra i quali il presidente del Consiglio regionale della Puglia, Pietro Pepe, in rappresentanza della Conferenza dei presidenti dei Consigli regionali e delle Province autonome oltre a quelle di numerosi enti locali e il Presidente della Regione Basilicata, Vito De Filippo. Una delegazione della Conferenza dei Presidenti dei Consigli regionali sara' inoltre presente domani a Locri per i funerali del Vice presidente del Consiglio regionale della Calabria Francesco Fortugno. Saranno presenti: il Presidente del Consiglio regionale del Lazio Massimo Pineschi in qualita' di Vice Coordinatore; la Presidente del Consiglio regionale della Campania Sandra Lonardo Mastella.
Pepe, presidente del Consiglio regionale della Puglia, esprime ''solidarieta' al presidente del Consiglio regionale della Calabria, Giuseppe Bova''. ''A nome dell'Assemblea - aggiunge Pepe - auspico che siano accertate al piu' presto le cause del delitto. La democrazia, un bene primario del vivere civile, va difesa e rafforzata. Le istituzioni democratiche non si faranno intimidire dalla malavita e dalla criminalita' organizzata''. Anche De Filippo dichiara: ''ribadire con forza la necessita' di un impegno comune contro la piaga della criminalita' organizzata, che rappresenta il vero pericolo allo sviluppo del Mezzogiorno e al protagonismo politico e civile dei suoi abitanti''. ''Siamo sicuri - ha concluso De Filippo, in una nota diffusa dall' ufficio stampa - che di fronte alla drammatica ed assurda brutalita' di questi atti, lo Stato sapra' rispondere con la giusta dose di fermezza ed immediatezza, sostenendo le spinte al cambiamento e le ambizioni di crescita economica del Sud con le giuste condizioni di sicurezza dei suoi territori''.

La DDA: indagini concentrate sull’ipotesi politico mafiosa

Magistratura e forze dell'ordine sono già al lavoro per cercare di decifrare gli interessi che si sono mossi dietro l'omicidio del vice presidente del Consiglio regionale calabrese Francesco Fortugno. Per competenza, la titolarità dell'inchiesta è stata già trasferita dalla Procura di Locri alla Dda di Reggio Calabria, dove il sostituto Giuseppe Creazzo, titolare dell'indagine, ha sentito alcuni componenti la delegazione calabrese che era stata negli Usa per il Columbus day, al quale aveva partecipato anche Fortugno. Probabilmente il Pm ha voluto avviare l'inchiesta ascoltando chi gli è stato vicino negli ultimi giorni della sua vita per capire se il parlamentare regionale abbia rivelato qualcosa da collegare in qualche modo al suo assassinio. Carabinieri e Polizia, invece, dopo aver ascoltato i testimoni oculari del delitto anche per capire se Fortugno conoscesse o no il suo killer, hanno ascoltato parenti ed amici. Inoltre, hanno cominciato a esaminare documenti del vice presidente del consiglio regionale acquisiti nel suo studio di Locri, nel suo ufficio in consiglio regionale. Secondo fonti investigative, i carabinieri avrebbero rivolto le loro indagini sul situazioni relative ad ad alcuni uffici pubblici nella città di Catanzaro. Le indagini non tralasciano la cosiddetta "pista della sanità", tra cui c'è il capitolo dell'appalto per la ristrutturazione dell'ospedale di Locri, in fase di preparazione. Si tratta di un lavoro da 14 milioni di euro sul quale, però, Fortugno non aveva alcuna competenza essendo un consigliere regionale. Peraltro, viene considerata una pista riduttiva fra gli ambienti investigativi. Ma le indagini hanno ormai preso decisamente a seguire la matrice politico-mafiosa. In questo contesto, gli inquirenti cercano di capire perché la 'Ndrangheta, per attuare i suoi progetti, abbia ritenuto necessaria l'eliminazione di Fortugno.

Mantovano: “La riduzione di pena un regalo ai boss. I magistrati non vogliono andare in Calabria”

''Istituti come il patteggiamento allargato, il rito abbreviato e tutta una serie di misure di riduzione della pena, ciascuna delle quali ha giustificazioni in se' ma che non si escludono reciprocamente, sono un enorme regalo a chi lucra su queste riduzioni per continuare a delinquere''. Lo ha detto il sottosegretario all'Interno Alfredo Mantovano, intervistato a Baobab. ''Il boss della 'ndrangheta come di altre organizzazioni criminali -spiega- non teme il carcere in assoluto perche' il carcere per il mafioso e' come la rottura del menisco per il calciatore, insomma e' nell' ordine degli incidenti che possono capitare. Teme il carcere a vita, teme il 41 bis e allora tutte quelle misure che impediscono di erogare la pena piu' pesante possibile a chi si rende responsabile di fatti cosi' terribile sono un oggettivo incentivo a continuare a delinquere in modo grave''. E conclude: ''Quegli incentivi che valgono per tutte le Regioni a rischio devono conoscere un supplemento per la Calabria che e' quella che e' evitata veramente da tutti'' i magistrati. Gia' stamane in un'intervista al Foglio, Mantovano aveva spiegato che ''a combattere la 'ndrangheta sono gli ultimi arrivati'', i magistrati cioe' di fresca nomina e che i boss ''fanno poca galera''

‘ndrangheta sempre più aggressiva

La 'ndrangheta che sta insanguinando la Locride e che, secondo gli inquirenti, sarebbe dietro l'agguato di domenica al vicepresidente del Consiglio regionale della Calabria, Francesco Fortugno, e' una delle piu' potenti organizzazioni mafiose del Paese. I dati emergono dagli ultimi rapporti della Dia, del Sismi e del Sisde. Relazioni dettagliate che mettono in evidenza come la 'ndrangheta non controlli solo il traffico internazionale della droga, ma il mondo dell'usura , del racket, dell'imprenditoria, della grande distribuzione, fino a condizionare anche apparati delle istituzioni. Ne sono la riprova i numerosi decreti di scioglimento di comuni per infiltrazioni mafiose. Ma le cosche della 'ndrangheta stanno diventando piu' aggressive. Il dato, infatti, emerge dall'ultimo rapporto che il Sisde ha inviato al Parlamento. Secondo gli 007 del servizio civile le 'ndrine calabresi ''rinnegando le antiche alleanze, mirano a guadagnarsi ogni possibile spazio in vista delle ingenti opere pubbliche previste nella regione''. E gli 007 del Sisde denunciano anche la trasformazione in atto nella 'ndrangheta, in modo particolare ''nel Reggino e nella Locride''. L'attivita' del Sisde - si legge nella relazione - ''si e' tradotta in una copiosa informativa concernente episodi e disegni omicidiari, attriti per la gestione degli appalti o per la spartizione di proventi illeciti, tentativi di influenza sulle politiche locali''. E ''analoghe tensioni'' si registrano nel Lametino, nel Vibonese, nel Cosentino e nella Sibaritide ''ove l'aggressivita' dei clan si manifesta sempre piu' direttamente nei confronti di ambiti amministrativi, con un accentuato ricorso agli attentati di stampo intimidatorio''. Ma per gli uomini dei servizi c'e' di piu': ''le accresciute capacita' di inquinamento'' delle cosiddette 'ndrine sono emerse anche in Piemonte e in Lombardia, dove avrebbero riaffermato il proprio primato nel mercato della droga, conquistando sempre piu' spazi in ambiti economici e finanziari''. Situazione ''analoga'' si registra nei Paesi centro occidentali dell'Ue, in cui ''gli insediamenti delle 'ndrine fungono da riparo per i latitanti e da supporto operativo per ogni emergente affare illegale, tendendo al radicamento commerciale e imprenditoriale che facilita' il riciclaggio dei proventi illeciti''. La Provincia di Reggio Calabria, in rapporto alla presenza criminale, e' tra le province calabresi dove le famiglie mafiose che operano sul territorio sono numerose, ben organizzate dal punto di vista strutturale, e vantano schieramenti dotati di grande potenza di fuoco. Aspetti che, ''uniti ad una tradizione criminale risalente nel tempo, ne hanno determinato l'affermazione in ambiti territoriali che vanno ben oltre i luoghi di origine''. La '''ndrangheta'' reggina, per gli uomini della antimafia, ''vanta proiezioni sulla quasi totalita' del territorio nazionale'', ma anche ''insediamenti organizzati in numerosi Paesi esteri'', con proiezioni ''extracontinentali, attraverso le quali gestisce in ambito internazionale proficui traffici di stupefacenti, importando enormi quantita' di droga sia dal Sud America che attraverso le rotte balcaniche''. Ma l'interesse delle famiglie mafiose del reggino non e' rivolto solo al traffico di sostanze stupefacenti. Per la Dia, ''le cosche reggine non trascurano il tradizionale controllo del racket delle estorsioni, che garantisce un sicuro presidio del territorio''. Il loro interesse, comunque e' sempre piu' rivolto anche al mondo imprenditoriale. Comparando i dati riferiti alla provincia di Reggio, con quelli della altre province calabresi, rilevano ''la pericolosita' della contiguita' delle cosche al tessuto economico, in particolare in questo momento in cui sono in fase di realizzazione importanti opere pubbliche''. Rispetto alle altre famiglie mafiose della Calabria, in Provincia di Reggio Calabria permane la suddivisione territoriale articolata in ''mandamenti'', uno cittadino e due provinciali (ionico e tirrenico), e gli equilibri fra le numerose famiglie sono ben definiti e connotati da grande stabilita'. A Reggio Calabria la Dia segnalava lo scorso anno ''la presenza e la supremazia della cosca ''De Stefano -Tegano'' che, dopo un lungo periodo di divisione dei poteri con il gruppo Condello -Rosmini, sembrava riprendere il sopravvento a livello amministrativo, economico e ''militare''. E la strategia delle cosche cittadine inoltre sembrerebbe sempre piu' orientata all'accaparramento di appalti e sub-appalti pubblici, sia a mezzo di prestanome che attraverso l'infiltrazione, nelle amministrazioni locali, di personaggi vicini alle cosche al fine di raggiungere illecite finalita', tanto che sempre piu' insistentemente si parla dell'esistenza di uno o piu' ''comitati d'affari''''. Mentre nella fascia tirrenica la stabilita' ''del sistema mafioso, anche in vista dei rilevanti interessi economici connessi all'area portuale di Gioia Tauro'', per la Dia, ''e' assicurata dai Piromalli -Mole'''. Anche' perche' spiegano nella relazione al Parlamento, ''le attivita' di 'transhipment' e gli insediamenti di importanti iniziative imprenditoriali hanno attirato l'attenzione delle locali famiglie mafiose, che hanno visto nelle nuove realta' commerciali rilevanti opportunita' per la realizzazione di affari illeciti e per affermare il predominio nell'area d'influenza'' Piu' tesa ''e' la situazione sul versante ionico'' dove, ''pur non essendo in atto guerre sanguinose'', per la Dia desta ''preoccupazione lo stato di tensione esistente nella locride, da anni afflitta da una interminabile faida che vede contrapposte le due carismatiche famiglie dei ''Cordi' '' e dei ''Cataldo''. Faida, che secondo gli 007 dell'antimafia, ''sembrerebbe che i maggiori rappresentanti della '''ndrangheta'' reggina non abbiano gradito, a causa, ''di attenzione delle Istituzioni'', decretando cosi' una sorta di ''scomunica'' nei confronti dei protagonisti. Una situazione che avrebbe ''rallentato il processo evolutivo delle cosche della locride, le quali sono rimaste ferme alle estorsioni ed agli omicidi''. Anche se gli investigatori non mancano di sottolineare che ''ultimamente si sono registrati segnali d'allarme . Non sembra aver mutato struttura il mandamento tirrenico e quello della citta' di Reggio Calabria. Quanto al porto di Gioia Tauro, per la sua posizione strategica e per il fermento commerciale, continua a rimanere un importante polo d'attrazione per le cosche mafiose, cosi' come l'attigua area di sviluppo industriale che si estende ai territori comunali di Rosarno e San Ferdinando. Le attivita' di transhipment e gli insediamenti imprenditoriali hanno attirato l'attenzione delle famiglie mafiose del posto, che vedono nelle predette attivita' commerciali importanti opportunita' per la realizzazione di traffici illeciti. I tentativi d'infiltrazione criminale nella gestione delle infrastrutture marittime trovano riscontro nelle investigazioni giudiziarie. Nel Distretto della Corte d'Appello di Catanzaro si registra, da qualche tempo, una mancanza di conflittualia' tra le diverse consorterie mafiose. I gravi episodi di sangue che si sono succeduti possono essere infatti ricondotti a difficili e complessi processi di ristrutturazione interna dei gruppi mafiosi, ovvero a regolamenti di conti per la gestione delle attivita' illecite legate, prevalentemente, al racket delle estorsioni ed al traffico delle sostanze stupefacenti.

L’omicidio Fortugno dopo un anno di una lunga escalation

La 'ndrangheta continua ad alzare il tiro. L'omicidio di Franceso Fortugno non e' che l'ultimo atto di una spirale di minacce e intimidazioni, giunte agli indirizzi dei politici della nuova classe dirigente calabrese. La criminalita' organizzata, radicata sul territorio da decenni, sembra voler potenziare i suoi attacchi alle istituzuioni, e sta espandendo le sue diramazioni in altre zone d'Italia e d'Europa. L'allarme era stato lanciato dagli 007 del Sismi, del Sisde e della Dia nei vari rapporti presentati al Parlamento. Ed ecco tutti i politici finiti nel mirino della piovra, negli ultimi anni. A cominciare dallo scorso anno.
20 FEBBRAIO 2004- Viene ferito di striscio ad una gamba con un colpo di fucile l'allora assessore regionale alla Cultura Saverio Zavettieri (Nuovo Psi). Si pensa ad una ritorsione della 'Ndrangheta in seguito ad alcuni arresti avvenuti pochi giorni prima. Ma i colpevoli non verranno mai trovati.
10 OTTOBRE 2004- Un altro fatto eclatante: a Reggio Calabria una segnalazione del Sismi consente di sventare un attentato al comune, dove un ordigno sarebbe dovuto esplodere quello stesso giorno le 10 e le 10,30. Allertato il sindaco Giuseppe Scoppelliti. Il primo cittadino di Lamezia Terme da qual momento in poi viene messo sotto scorta. Intensificata la sicurezza intorno al palazzo del comune.
23 GENNAIO 2005 - Tre mesi dopo una nuova minaccia fa tremare i palazzi della politica calabresi. E' il 23 gennaio quando alcuni colpi di pistola vengono esplosi contro lo studio medico di Antonio Belcastro, consigliere comunale di Forza Italia di Siderno. Il fatto getta un nuovo allarme sulle condizioni di sicurezza dei politici. Quei colpi sono un chiaro avviso di morte. Ma, a qualche mese di distanza, le minacce saranno ancora piu' esplicite.
MAGGIO 2005- Il nuovo sindaco di Lamezia Terme, Gianni Speranza (Ds), e' ancora nel mirino. All'inidirizzo del primo cittadino viene recapitata una busta. All'interno c'e' un fac-simile di scheda elettorale e un proiettile a salve. Ma non e' tutto. A pochi giorni di distanza la 'ndrangheta si fa sentire di nuovo. Questa volta, sotto la lente dei malavitosi, finisce l'assessore Doris Lo Moro, ex sindaco di Lametia. Anche a lei viene recapitata un plico. All'interno, ancora una volta, specifiche minacce di morte.
GIUGNO 2005 - Non passa neppure un mese, e Roberto Occhiuto, vicepresidente del Consiglio Regionale, e parigrado di Francesco Fortugno, riceve un plico con due pallottole e una lettera che lo minaccia di morte.
23 LUGLIO 2005- Questa volta nel mirino il neo governatore della Calabria , Agazio Loiero. E' la moglie del presidente della regione ad accorgersi per prima di una strana busta arrivata a casa al mare. La apre, e, al suo interno, trova un bossolo e una foto del marito, con, sul retro, la scritta 'condannato a morte'. Vengono intensificati i controlli nei pressi dell'abitazione, potenziata la scorta. Ma la 'ndrangheta riesce a colpire ancora. Questa volta nella sua abitazione cittadina, a Catanzaro. La busta viene raccolta dall'autista del governatore. All'interno un secondo bossolo e un'altra fotografia. La scritta e' la stessa, ma questa volta sull'immagine del governatore c'e' una grande croce nera.
OTTOBRE 2005 - A meno di 24 ore dall'omicidio di Francesco Fortugno, l'ultimo episodio intimidatorio. E' accaduto ieri, a San Giovanni in Fiore, al consigliere regionale dei Ds, Antonio Acri, presidente del comitato per la qualita' e la fattibilita' delle leggi. Non sono ancora le 8.30 del mattino, quando qualcuno suona al citofono di casa Atri. Una mano copre l'obiettivo della piccola telecamera del videocitofono. E' una chiara minaccia di morte, che dura qualche secondo. Poi l'uomo va via, e l'immagine scura svanisce. Pochi secondi e Atri allerta i funzionari della Digos. A poche ore dall'assassinio a sangue freddo di Fortugno, la 'ndragheta sembra non aver paura di nulla. Da alcuni anni ha assunto una nuova forza, un nuovo vigore. E' una constatazione dimostrata dai numeri. In Calabria, infatti, contro gli amministratori pubblici si e' passati dalle 41 intimidazioni avute nel 2000 agli 89 dell'anno scorso. Il dato, che segna piu' di un raddoppio nell'incidenza di eventi criminali, e' contenuto nel secondo rapporto sulla sicurezza negli enti locali realizzato da Legautonomie Calabria. Dallo studio di Legautonomie viene fuori che la provincia di Reggio Calabria e' saldamente in testa per numero di episodi, 33 (il 41% del totale), mentre in coda si colloca Crotone con sette. In mezzo, si pongono Vibo Valentia con 23 episodi, Catanzaro 15 e Cosenza 11. Nell'arco del quadriennio che va dal 2000 al 2003, inoltre, le variazioni percentuali sono lievitate per quanto riguarda la provincia di Vibo che ha fatto un balzo da 6 episodi (2000) a 23 dell'anno appena trascorso. Ad allarmare, inoltre, c'e' il numero dei Comuni interessati da tali episodi e' passato dai 31 del 2000 ai 56 del 2003. Il che significa che mentre nel primo anno di riferimento, il 2000, attentati e intimidazioni si sono verificati in un Comune su 13, nel 2003 in uno su 7. Nel quadriennio preso in considerazione sono stati interessati dai fenomeni 103 diversi Comuni calabresi di cui 34 in provincia di Reggio Calabria; 22 in quella di Cosenza; 21 per Catanzaro e Vibo e 5 in provincia di Crotone.

D’Alema e una delegazione dei DS in Calabria per una pdl di difesa del territorio

''Domani Massimo D'Alema sara' in Calabria con una delegazione dei Ds per portare il cordoglio e la solidarieta' del partito alla famiglia Fortugno''. Lo afferma Maurizio Migliavacca, coordinatore della segretaria Ds, incontrando i cronisti a margine della riunione del partito e spiegando una delle iniziative messe in campo dai Ds, dopo l'uccisione del vice presidente del Consiglio regionale calabrese. ''Si e' trattato di un grave atto di intimidazione criminale - prosegue - un grave attacco alla democrazia, di fronte al quale la politica non deve arretrare''. Migliavacca spiega inoltre che: ''I Ds hanno intenzione di promuovere un' iniziativa di legge volte a rafforzare la presenza e l'efficienza dello Stato in Calabria''.

I sindacati indicono una fermata simbolica di 5 minuti in coincidenza con i funerali

Nella giornata di domani, in concomitanza con il funerale del vice presidente del Consiglio regionale della Calabria Francesco Fortugno, barbaramente assassinato, le segreterie nazionali Cgil, Cisl e Uil invitano i lavoratori e le lavoratrici italiani ad effettuare una fermata simbolica di 5 minuti in tutti i luoghi di lavoro. Ne da' notizia un comunicato congiunto delle organizzazioni confederali, in cui si sottolinea che ''questo vuole essere il modo attraverso cui il sindacato italiano, impegnato da sempre contro la violenza ed il terrore, ribadisce con forza limpegno contro la criminalita' organizzata, in difesa delle istituzioni e della democrazia''. ''Il mondo del lavoro - si legge ancora nella nota - attraverso la fermata di domani in tutti i luoghi di lavoro, esprimera' la solidarieta' alla famiglia, la vicinanza alla comunita' locale ed alla societa' calabrese, colpite cosi' duramente''.

Due ore di sciopero indette dai sindacati della sanità

Un' astensione dal lavoro di due ore, dalle 8,30 alle 10,30 di domani, e' stata proclamata con concentramento davanti all' ospedale di Locri dalle organizzazioni sindacali dei medici e dei lavoratori del comparto che, in una nota, fanno appello alle istituzioni e ai sindacati calabresi per realizzare ''una forte azione di protesta per sensibilizzare le coscienze contro tutte le barbarie che minano la convivenza civile e democratica della regione''. ''In merito al vile e tragico atto delittuoso che ha colpito l' amico Franco Fortugno Fortugno, primario del pronto soccorso e vicepresidente del Consiglio regionale - e' scritto nella nota - le organizzazioni sindacali mediche e del comparto, esprimono solidarieta' alla moglie Maria Grazia Lagana', ai figli Giuseppe e Anna e a tutta la famiglia. Condannano l' ennesimo attacco rivolto alle istituzioni democratiche che colpisce tutto il popolo calabrese per l' efferatezza e la crudelta' del gesto. Questi atti - conclude la nota - tendono a far precipitare nel baratro ed intimidire tutte quelle persone che giornalmente si impegnano per la rinascita socio-economico della Calabria''

Errani: “Occorre una risposta forte e immediata dello Stato”

''E' il momento di unirsi a difesa della democrazia e della legalita': da noi, in Calabria, in tutto il Paese. Dopo l'omicidio di Francesco Fortugno, vicepresidente del Consiglio regionale calabrese, avvenuto in pieno giorno, all'uscita del seggio delle Primarie nel quale aveva appena votato, non ci possono essere incertezze''. Lo scrive il presidente della Regione Emilia-Romagna, Vasco Errani, in un corsivo dal titolo 'Con la Calabria, per una speranza comune', pubblicato sul sito internet www.presidenterrani.it. ''Ci stringiamo - afferma Errani - attorno alla famiglia di Fortugno, ci stringiamo attorno ad Agazio Loiero, il presidente della Regione impegnato in una coraggiosa riforma della macchina amministrativa. Un cambiamento fatto oggetto di minacce ed attentati da parte della criminalita' organizzata, verso sindaci, magistrati, verso lo stesso presidente della Regione. Nessuno puo' archiviare questi fatti, ed il barbaro omicidio di Locri tra le cose incomprensibili ed inevitabili. No: occorre una risposta forte ed immediata da parte dello Stato. Dobbiamo affermare in ogni parte d'Italia il rispetto della legge, della civile convivenza, il ruolo decisionale delle istituzioni democratiche. E combattere, come faremo, la mafia e la ndrangheta, i comportamenti criminali e di collusione con la violenza e con gli sporchi affari di chi vuole tenere l'intera societa' sotto ricatto. Non ci pieghiamo, e siamo con la Calabria per cambiare il Paese e dare speranza a chi ha paura e bisogno''. ''Con questo spirito - conclude Errani - vado a Reggio Calabria per l'estremo saluto al vicepresidente Fortugno. Con la convinzione che dalle citta' e dalle regioni d'Italia possa venire un contributo importante per fronteggiare questa violenza, per rilanciare un'idea partecipata e popolare di democrazia e di governo''

Giovedì il Ministro Pisanu riferirà alla Camera

Il ministro dell'Interno Beppe Pisanu giovedi' sara' in Aula a Montecitorio per riferire sull'assassinio di Francesco Fortugno. Lo ha annunciato il vicepresidente della Camera Clemente Mastella replicando a un intervento di Renzo Lusetti della Margherita in apertura dei lavori di oggi dell'Assemblea.

Presidnete Assindustria Calabria, Callipo: “Sbigottiscono le parole del Ministro Pisanu”

''Quanto detto ieri dal Ministro Pisanu nel Consiglio regionale calabrese ha lasciato senza parole quasi tutti: si e' colta una difficolta' a reagire da parte dello Stato che sbigottisce e non ci aiuta, che anzi acuisce il senso di solitudine avvertito dalla maggior parte dei calabresi onesti''. A sostenerlo e' Filippo Callipo presidente di Confindustria Calabria. ''La grave perdita di un politico perbene come Franco Fortugno - prosegue Callipo - poteva forse essere evitata, se soltanto lo Stato avesse preso in serio esame gli allarmi lanciati da un pezzo da chi nel territorio calabrese vive, opera, agisce. Un' azione forte, di presa di coscienza tempestiva e di reazione adeguata, con l' irrobustimento di tutti i soggetti che dispiegano un impegno nel contrasto del crimine organizzato - aggiunge il leader degli industriali calabresi - avrebbe potuto ridare forza allo Stato e forse dissuaso gesti estremi da parte di chi oggi agisce con la convinzione di essere potente e impunito. Purtroppo cosi non e' stato. Si e' invece lasciato passare inutilmente il tempo e il morto e' diventato, in un certo senso, la logica conclusione di una escalation terrificante della violenza che progressivamente, ma inesorabilmente, e' andata avanti''. ''Noi - sottolinea il presidente degli industriali calabresi - vogliamo vivere in questa regione bellissima e investire e produrre reddito, ma ci devono dire con chiarezza, il Ministro, il Presidente della Repubblica, se l' uccisione di un politico come Fortugno, che s' inserisce in un contesto in cui i soprusi, le prepotenze e i condizionamenti mafiosi sulla vita democratica calabrese, e' avvertita in tutta la sua drammaticita' anche da Roma. Perche' tanti crimini, nella Locride ma anche nel resto della Calabria, non hanno i nomi dei colpevoli, perche' si stenta ancora a intervenire con mezzi straordinari, repressivi e preventivi, dinanzi ad una situazione gravissima che mette a repentaglio la vita di ognuno di noi e insieme la democrazia calabrese ed italiana. Il cordoglio e la discesa di prestigiosi rappresentanti dello Stato, in questa sfortunata occasione, sono segnali importanti, e' vero - prosegue Callipo - ma la Calabria ha bisogno di gesti concreti, di riguadagnare la fiducia nelle Istituzioni''. ''A chi continua ad asserire che occorre anche da parte nostra un' indignazione piu' marcata - conclude il leader degli industriali calabresi - rispondo che se prima lo Stato non si fa vedere nelle strade e non si rapporta diversamente con i calabresi, nessuno e' disposto a rischiare la vita; la reazione dei calabresi in parte c'e' gia', ma ha bisogno di interlocutori piu' attenti, di uno Stato meno distratto''.

 

Bianchi (DL) “Le parole di Pisanu confermano l’abbandono del Sud”

''Le parole del ministro Pisanu e il grido d' allarme lanciato dal presidente di Confindustria Calabria, Filippo Callipo, sono la conferma della situazione di abbandono in cui vive il Sud''. Lo ha detto Dorina Bianchi deputato della Margherita. ''Le dimostrazioni di cordoglio e le frasi sdegnate per la tragica morte di Francesco Fortugno - ha proseguito Bianchi - non basteranno a fermare quest' emorragia di violenza e se anche lo stato si tira fuori, chi dovrebbe aiutare la Calabria?. Chiedere a questa gente di impegnarsi di piu' nella lotta alla mafia e' grottesco. Questa terra ed i suoi abitanti vivono piegati dai soprusi perpetrati da una criminalita' sempre piu' potente e diffusa, in cui, chiunque ricopra un ruolo pubblico, o semplicemente voglia lavorare, diventa un potenziale bersaglio''. ''Ci saremmo aspettati - sottolinea ancora il deputato della Margherita - azioni tempestive e interventi concreti, ed invece abbiamo scoperto uno stato che sottovaluta o peggio non comprende la paura quotidiana del vivere al sud. Non vorremmo che per ottenere qualcosa, come e' accaduto per il Cpt di Lampedusa, solo grazie al coraggioso intervento di un giornalista - conclude Bianchi - ci fosse bisogno di infiltrarsi nella ndrangheta calabrese''

 

Ass. Donnici: “Inadeguata la presenza dello Stato in Calabria”

"L'odioso assassinio di Fortugno rappresenta soltanto la punta dell'iceberg di un aggressione al tessuto democratico e alle istituzioni calabresi che richiederebbero una risposta straordinaria da parte dello Stato, così come fu ai tempi del terrorismo. Il ministro Pisanu dice che lo Stato in Calabria c'è. Questo è vero, ma è una presenza fin troppo discreta e non adeguata alla gravità della situazione. Pisanu chiede inoltre alla Calabria di dotarsi di anticorpi. In verità questi ci sono, ma quando il sistema è fortemente depresso si richiedono azioni di richiamo e terapie aggiuntive. Non dico ciò per gettare la colpa su qualcuno, ma perché credo che mai come in questo momento, lo Stato e la Calabria abbiano bisogno di riconciliarsi, mettendo in campo azioni reali di cambiamento. La nuova visita del Presidente della Repubblica Ciampi nella nostra terra va nella direzione giusta e deve essere interpretata da tutti noi come un'occasione da cui ripartire per proseguire l'impegno assunto davanti agli elettori. Per quanto ci riguarda continueremo a fare quadrato attorno al presidente Loiero e a lavorare con determinazione al cambiamento della Calabria".

Guerriero: “Contro la mafia le dichiarazioni non bastano”

18/10 “L’assassinio del vicepresidente Franco Fortugno ci rattrista ci sconvolge. Ci mette davanti ad un fatto di proporzioni gigantesche, perché esso va ben oltre ogni infausta immaginazione”.
E’ quanto sostiene, dopo la seduta straordinaria del Consiglio svoltasi ieri, il presidente della Commissione regionale antimafia Giuseppe Guerriero, che aggiunge: “Dobbiamo esprimere assieme al dolore per la morte tragica di un amico e di un collega, una riprovazione collettiva e generale del fenomeno mafioso che mette in ginocchio la Calabria e la sprofonda di colpo in un buio terribile. D’ora in avanti, non basteranno più le dichiarazioni contro la mafia. D’ora in avanti, non sarà più sufficiente definirsi antimafiosi o presenziare a convegni contro la mafia”.
In riferimento a quanto sostenuto ieri dal ministro degli Interni in Consiglio, Guerriero asserisce: “La Calabria, noi tutti, vogliamo sapere cosa fa lo Stato per difendere l’incolumità fisica anzitutto di chi vive in una Regione debole e paga un costo altissimo per difendere la democrazia. Lo Stato non può essere più per la Calabria un entità astratta e distante. Dobbiamo poterlo vedere nelle strade più sperdute della nostra Regione e dobbiamo capire come si attrezza per vincere la sfida mafiosa. Con i fatti e non solo a parole. Certo, anche noi dobbiamo fare la nostra parte. Noi Regione. Noi sistema delle autonomie locali, noi società calabrese. E in questo senso è fondamentale che l’azione politica di rinnovamento, di cui si sente in Calabria la presenza, ci veda come istituzione, quindi non come parti politiche ma come soggetti attivi che animano il dibattito politico, compatti ed unitari nella difesa delle istituzioni, della democrazie, del diritto a vivere senza i condizionamenti della prepotenza mafiosa. Io sono dell’avviso che la Regione debba unificare la sua azione di contrasto all’illegalità.Basta con osservatori e con i punti di elaborazione più vari sul fenomeno criminale. Riconduciamo ad unità i nostri sforzi. Agiamo assieme. Incominciando a fare un monitoraggio serio, puntuale, scientifico sulla spesa pubblica regionale, settore per settore, capitolo per capitolo. La sanità, ad esempio, è ancora un grande serbatoio di commistioni e di aree grigie, dobbiamo porre fine agli equivoci ed ai silenzi, alle confusioni ed allo sperpero delle risorse. Così noi Regione daremo una risposta contro la mafia ed a questa pesante strategia dell’intimidazione con cui punta a gestire e a governare interessi illegittimi”.
Conclude il presidente della Commissione antimafia della Regione: “La commissione che mi onoro di presiedere ha già riflettuto sull’urgenza di un inchiesta nella sanità, ad esempio. L’abbiamo approvata all’unanimità nel mese di giugno. Ciò, non per sostituirci a qualcuno, naturalmente, ma per rafforzare l’azione di trasparenza che è iniziata da qualche mese in Calabria. Nei prossimi giorni opereremo concretamente, d’accordo con la giunta regionale, ed i livelli di responsabilità istituzionale più alti”.

Sculco: “Dallo Stato serve una risposta rapida”

''Sia fatta piena luce sull' assassinio terribile del vicepresidente del Consiglio regionale Francesco Fortugno''. E' quanto chiede Enzo Sculco, capogruppo della Margherita alla Regione, secondo cui ''a questa domanda deve dare una rapida risposta il ministro dell'Interno, che ieri a Reggio, in verita', non e' stato molto convincente''. ''Colpendo uno di noi, un consigliere regionale, un esponente di primo piano della Margherita appartenente al gruppo consiliare che mi onoro di presiedere - sostiene Sculco - la criminalita' organizzata ha inviato un segnale chiaro alla Repubblica italiana. Quasi a significare che in una fetta del Paese non lo Stato ha la sovranita' ed il monopolio della forza, ma l' illegalita' organizzata e i poteri criminali. Tutto cio' e' intollerabile. La risposta dello Stato, pertanto, a questo vero e proprio episodio terroristico contro le istituzioni regionali e nazionali, deve essere esemplare, ferma, repressiva''. ''L' uccisione di Fortugno - prosegue il capogruppo della Margherita - dimostra, inoltre, che dinanzi alle piu' accorate richieste di urgenti interventi per risolvere la questione della sicurezza democratica in Calabria lo Stato non e' presente come dovrebbe. Ed e' su questo fronte che occorre concentrare risorse, intelligenze. Abbiamo fatto bene, percio', a dedicare a Fortugno l' Aula consiliare, perche' - conclude Sculco - ogni qual volta risuonera' il suo nome si intenda che, con la sua uccisione, e' stata violata l' integrita' fisica di un uomo generoso ed impegnato con passione in politica ma anche i valori fondanti della nostra vita associata''

 


Su CalabriaInforma l’attività istituzionale di Fortugno negli USA

Sul numero in diffusione di CalabriaInforma, l’Agenzia settimanale di notizie e commenti del Consiglio regionale calabrese disponibile sul sito Internet www.consiglioregionale.calabria.it, tutta l’attività istituzionale svolta dal vicepresidente Francesco Fortugno nella qualità di capo della delegazione del Consiglio regionale a New York in occasione dei festeggiamenti per il Columbus Day. Nello stesso numero, è integralmente pubblicato l’intervento tenuto da Fortugno il 6 ottobre durante la seconda edizione del “Premio Calabresi Illustri”. Sono riportate, inoltre, le sue opinioni espresse durante l’incontro col Governatore del West Virginia Joe Manchin III (dal vicepresidente Fortugno invitato in Calabria per la prossima primavera) e la sua soddisfazione per aver contribuito a far in modo che la sfilata sulla Quinta Strada di New York - l’appuntamento principale che registra l’apoteosi dei colori italiani negli Stati Uniti - vedesse assieme la delegazione del Consiglio e quella della Giunta regionale.

Le Amministrazioni pubbliche ricordano Fortugno. Ancora reazioni dal mondo politico.

Omicidio Fortugno: La Calabria, smarrita e sconcertata, si appella al Presidente della Repubblica, Ciampi. Loiero: "Un'omicidio politico". A Locri gli studenti sfilano in silenzio.

Le reazioni del mondo politico e sociale

Omicidio Fortugno: Un agguato chiaramente di stampo mafioso. Ciampi telefona a Loiero. Oggi summit col Ministro Pisanu.

Ucciso il vicepresidente del Consiglio della Regione Calabria, Francesco Fortugno, in un agguato a Locri. La ndrangheta alza decisamente il tiro. Sconvolto il mondo della politica

 

 

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