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I Monumenti dell'Hinterland

Cosenza

“Cosenza città cosmopolita” questa la definizione che identifica la città dei Bruzi. Cosenza si divide in due, con il cuore commerciale situato su Corso Mazzini e l’ anima nella parte antica meglio conosciuta come “ Cosenza Vecchia”. Tra vicoli e monumenti si respira tutta la cultura cosentina, Molti sono i monumenti da visitare.

Il Duomo
Costruito in forme romaniche verso la metà del sec.XII e in parte rifatto dopo il 1184, in seguito ai danni di un disastroso terremoto. Nella prima metà del secolo successivo fu completamente rinnovato nel transetto e nella decorazione plastica della facciata, secondo i modelli cistercensi e florensi rielaborati alla Sambucina e a S.Maria della Matina. La ricostruzione fu comunque lenta e si completò solo nel 1222, anno in cui fu consacrata alla presenza dell'lmperatore Federico II di Svevia. A partire dal 1748 iniziarono nuove trasformazioni che portarono la chiesa ad essere ricoperta da una sovrastruttura barocca e che, oltre a cancellare le linee originarie, provocarono anche la dispersione di numerose opere d'arte. Nel 1759, comunque, la chiesa venne riconsacrata. Infine al 1831 risale il rifacimento della facciata in ibrido stile gotico che ne stravolse i connotati. Tra il 1886 e il 1889 furono restituiti dal barocco allo stile gotico il transetto e il coro. Negli anni quaranta, sotto la guida dell'arcivescovo Aniello Calcara i lavori, finalmente vennero completati. Questi restauri, conclusi nel 1950, hanno liberato le navate dalle sovrastrutture e decorazioni barocche, ridando anche alla facciata l'aspetto originale, di cui si conservano tre portali a ogiva, la grande rosa centrale, inizialmente polilobata, e i due rosoncini quadrilobi che sovrastano i portali. Attualmente la facciata presenta, comunque, una divisione in tre parti nello sviluppo trasversale della zona basamentale, corrispondente alla divisione interna in tre navate. L'interno è a tre navate con otto campate, delimitate da grandi pilastri rettangolari con capitelli molto bassi a vario disegno collegati da archi a tutto sesto mentre l'area presbiteriale risulta sopraelevata. L'arch. Giuseppe Pisanti, incaricato dall'arcivescovo Camillo Sorgente, rivestì, negli ultimi anni del secolo scorso, di arbitrarie forme borgognone un'abside poligonale pertinente alle trasformazioni del 1750 (ricerche condotte nel 1950 hanno accertato che l'abside centrale era semicircolare, con contrafforti radiali).

Il Castello Svevo

Un primo nucleo del maniero risale forse al secolo X, ad opera dei Saraceni; in epoca normanna sembra abbia ricevuto già una trasformazione. La prima ristrutturazione ancora oggi individuabile si dovette a Federico II di Svevia; pare che vi dimorasse il figlio di Federico, Enrico VII lo Sciancato, le cui spoglie si presume siano contenute nel sarcofago di epoca romana ubicato nel Duomo. Da fortilizio, l'edificio divenne dimora reale sotto gli Angioini e fu ampliato con l'aggiunta del piano superiore e la creazione di una cappella. Il castello in cui Alfonso d’Aragona trascorse parte della sua adolescenza, nel ‘500 divenne sede di comando militare; nel 1638 ebbe inizio la decadenza con un terremoto che fece rovinare gli appartamenti al piano superiore, due baluardi e una torre. Altre rovine si aggiunsero per i terremoti del 1640 e del 1659. Nel XVII secolo la costruzione fu adattata a seminario; tra l'800 e il '900 i successivi terremoti ridussero l'antico castello allo stato attuale. Di recente è stato oggetto di restauro. La torre ottagonale attualmente visibile risale all'epoca sveva; del periodo angioino rimangono invece gli stemmi, col rastrello e il giglio, nelle serraglie di alcuni vani del lato meridionale. Nel chiostro interno si distinguono ancora gli adattamenti borbonici, dell'epoca cioè in cui il castello divenne penitenziario. Vi si abbraccia un ampio panorama sulla conca di Cosenza, i casali sparsi e i contrafforti della Sila.

Palazzo della Prefettura o Palazzo del Governo
Il Palazzo Del Governo sorge sulle rovine di un Monastero di suore Domenicane, in corrispondenza del lato orientale della Piazza XV Marzo. Tale Monastero, sotto il titolo di S. Maria di Costantinopoli fu fondato dall'Arcivescovo Monsignor Andrea Brancaccio, il quale acquistò dai Gesuiti un fabbricato con annesso giardino nella località detta Paradiso, e pose la prima pietra del Monastero nel 1711, facendovi costruire una magnifica Chiesa che fu completata nel 1720. Questa Chiesa esiste ancora nei sotterranei del Palazzo provinciale, con tre altari, uno nella navata principale e due in quelle trasversali, che sono in parte demoliti e spogli di oggetti sacri. Il Palazzo del Governo, su pianta rettangolare, sorge su un terreno scosceso e si adagia ad esso su vari livelli. E' costituito da due piani rialzati e tre piani degradanti. Ospita sul lato destro gli uffici dell'Amministrazione Provinciale di Cosenza e sul sinistro quelli della Prefettura nonchè l’alloggio del Prefetto. E' un edificio nel quale prevale il neoclassicismo ottocentesco, ma è visibile lo stile del secolo precedente nella sua parte a valle. Di particolare interesse è il Salone del Consiglio Provinciale con affreschi su soffitto e pareti del XIX secolo di F.Andreotti. Nel cortile è stato ubicato un busto di Vittorio Emanuele II.
L'Arcivescovado
L'edificio, il cui ingresso è in piazza Giano Parrasio, che attualmente ospita la sede Arcivescovile è una costruzione quattrocentesca appartenente in origine alla famiglia Cicala. Un lungo corridoio collega il Palazzo al Duomo. All'interno sono custodite l'Immacolata e Dio Padre, dipinto di Luca Giordano, e l'Immacolata di G. Pascaletti. In attesa di venir sistemate nel costituendo Museo Diocesano, qui sono altresì conservate numerose e pregevoli opere d'arte tra cui anche due statuine di avorio del sec.XVI in cassette di legno regalate da Cosimo II dei Medici all'ambasciatore di Spagna a Roma e numerosi pezzi di oreficeria. Fino a a qualche anno fa, tra queste opere spiccava la celebre Stauroteca (reliquiario della santa Croce, di cui contiene una reliquia) eseguita nelle oreficerie imperiali di Thiraz di Palermo verso la metà del sec.XII e donata da Federico II di Svevia alla Cattedrale di Cosenza in occasione della consacrazione del 30 gennaio 1222; recentemente la Stauroteca è stata consegnata alla Soprintendenza perché provvedesse alla sua custodia. L'opera, insigne e preziosissima,prodotta da un ambiente in cui confluivano esperienze culturali musulmane, bizantine ed occidentali, è a forma di croce "potenziata", in lamina d'oro applicata ad uno scheletro di legno e arricchita di filigrane, smalti e pietre preziose. Ad una bottega spagnola del sec.XV appartiene un pregevole calice d'argento in finissimo lavoro a sbalzo e belle decorazioni mentre è opera di un'oreficeria napoletana del sec.XVII una corona dorata anch'essa finemente lavorata. Inoltre sono presenti ancora numerosi paramenti sacri, pergamene ed altri oggetti.

Convento e chiesa di S.Francesco di Assisi

Il complesso monastico di S.Francesco di Assisi rappresenta il monumento più importante di Cosenza dopo il Duomo. Costituito dal convento dei frati Minori e dalla chiesa, fu fondato nel 1217 dal beato Pietro Cathin, seguace di S.Francesco di Assisi; a causa dei frequenti terremoti e soprattutto per i bombardamenti del 1943, il monastero fu in larga parte distrutto.Il complesso è stato comunque recentemente oggetto di restauri. La chiesa, che originariamente era ad aula unica posta perpendicolarmente a quella attuale, fu trasformata nelle attuali forme barocche intorno al 1657; la facciata venne invece rifatta solo dopo il terremoto del 1854. L'interno, a croce latina, a tre navate divise da colonne (occorre tener presente che l'antica chiesa duecentesca era presso a poco costituita dal transetto attuale) ha un grandioso altar maggiore ligneo settecentesco. All'interno della chiesa, tra le opere di notevole valore artistico presenti insieme agli elementi architettonici di pregio, isolate testimonianze di quanto resta delle forme originali, occorre anche segnalare nella navata sinistra, al 1° altare Crocifisso ligneo del XVIII secolo, al 2° altare la statua marmorea Madonna col Bambino della fine del XVI secolo, nell'abside Perdono di Assisi , tela di Daniele Russo (1618), nella cimasa Crocifisso dello stesso autore, in una nicchia, Immacolata, scultura lignea del ‘700. Nella cappella posta alla fine della 1° navata è presente un interessante arco in pietra del ‘400. Ancora ad opera di Daniele Russo le tele Immacolata e Eterno Padre collocate nel transetto destro (o cappella dell'Immacolata, rifatta nel 1657 da Giovan Domenico Maugerio da Rogliano e rinnovata del 1719 da Giovanni Cavlieri di Napoli). Sulle pareti laterali di detta cappella troviamo anche la tela G.Cenatiempo del 1721, S.Pasquale di Baylon e l'altra tela Incredulità sulla presenza eucaristica. Da due ingressi ai lati dell'altare si passa in un ambiente del secolo XIII, già abside originaria; vi si conservano un coro ligneo del 1505, busti lignei, tele, un grande Crocifisso ligneo del secolo XV e, in un sarcofago ligneo del 1619, il corpo del beato Giovanni da Castrovillari. Anche l'attigua sagrestia, con soffitto ligneo dipinto e le pareti con affreschi dei primi del ‘400, è ricca di notevoli opere d'arte tra le quali rileviamo la tela di S.Francesco di Paola all'interno di un arco di pietra, armadi lignei con episodi della Passione e figure di santi e frati francescani, lo stipo delle reliquie in legno scolpito del secolo XVI contenente argenterie del ‘700. Nella navata destra, in corrispondenza della 3° campata, è presente la lapide del 1641 della famiglia Parise, mentre nell'ultima campata troviamo la Cappella di S.Caterina, riccamente decorata con intagli lignei dorati, con lapide del 1630 sul pavimento, la tela del ‘600 , Martirio di S.Caterina, le piccole sculture lignee raffiguranti S.Agnese e S. Lucia e quella di maggiori dimensioni raffigurante S.Caterina d'Alessandria. Sulle pareti della navata sono presenti sei tele con scene della vita di S.Caterina di Willem Borremans (1705) mentre sul soffitto ligneo intagliato un dipinto con S.Chiara. Nel cimitero sottostante la chiesa troviamo l'Annunciazione, affresco della fine del secolo XIV. Il convento è attualmente sede di un importante raccolta di opere d'arte e del Laboratorio di Conservazione della Soprintendenza per i Beni Ambientali, Artistici e Storici della Calabria. Nel pittoresco chiostro ogivale, con pilastri prismatici si conservano alcune sculture, tra cui un S.Francesco d'Assisi in pietra, un sarcofago marmoreo e vari frammenti e lapidi del secolo XVI-XIX; sulla parete adiacente alla chiesa, affresco frammentario del 1392, con figura di santa e il disegno della chiesa primitiva; sulla stessa parete altro affresco più tardo con Madonna col Bambino.

Il Teatro Comunale Alfonso Rendano

Il teatro comunale dedicato al pianista Alfonso Rendano di Cosenza, venne costruito dal Comune, su progetto dell'architetto Zumpano, nel periodo 1887-1909 ed inaugurato il 20/11/1909. Successivamente venne gravemente danneggiato da eventi bellici nell'agosto settembre 1943. La ricostruzione venne assicurata attraverso un finanziamento erogato con la legge 26/10/1960 n° 1543. L’amministrazione comunale contribui, con propri fondi, alla esecuzione di opere di sistemazione esterne, al ripristino della facciata secondo il disegno neoclassico originario ed alla costruzione della gradinata nel loggione. La progettazione fu affidata all’architetto Enzo Gentile di Napoli, che presentò il progetto il 30/11/1960. I lavori furono diretti dall'Ufficio del Genio Civile di Cosenza. A cura dello Stato sono stati ricostruiti completamente la sala, i palchi, i corridoi, il palcoscenico ed i servizi.


La Biblioteca civica, il Museo civico e l'Accademia Cosentina

L'edificio che ospita attualmente al primo piano la Biblioteca civica è posto in corrispondenza dell'angolo nord-occidentale della Piazza XV Marzo. La facciata presenta un piccolo atrio protetto da una cancellata. La Biblioteca, una delle più importanti del Meridione d'Italia, contiene circa 200 mila volumi, con un grosso fondo di opere sulla Calabria, oltre 60 incunaboli, corali minia ti del secolo XVI e raccolte di manoscritti dal XVI al XVIII provenienti da famiglie private. Alla Biblioteca è annessa l'ex chiesa di S.Chiara del 1578 con pregevole soffitto ligneo del '600. L'edificio prospetta sul piazzale ove si trova il Liceo Telesio. Durante l'ultimo conflitto la chiesa è stata purtroppo gravemente danneggiata e solo recentemente ha subito un restauro da parte dei competenti organi amministrativi. Nel palazzo ha sede anche la celebre Accademia Cosentina, fondata all'inizio del secolo XVI da Aulo Giano Parrasio e resa famosa da Bernardino Telesio. L'Accademia ebbe notevole influenza sulla cultura del Mezzogiorno. Attualmente l'Accademia continua l'opera di cultura con varie manifestazioni e conferenze e pubblica gli atti relativi.

 

 

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