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Economia, Finanza e Sviluppo

 

De Rose (Confindustria) “Positiva l’abolizione della commissione di massimo scoperto della BCC”

22/01 "La decisione adottata dalla Banca di Credito Cooperativo di Mediocrati di abolire la commissione di massimo scoperto sui conti correnti bancari è una iniziativa particolarmente importante e significativa soprattutto alla luce delle difficoltà di accesso al credito e di costo del denaro che caratterizza la Calabria". A sostenerlo é stato il presidente degli Industriali calabresi Umberto De Rose. "Sono questi - ha aggiunto - i segnali concreti e veri che i calabresi attendono dal mondo bancario che vanno nella giusta direzione di contribuire a sostenere la fragile economia regionale e che aiutano a superare ogni sterile polemica sul rapporto banca e impresa". "Non è solo quanto si risparmia - ha sostenuto De Rose - ma é il segnale inequivocabile di un Istituto di Credito nella direzione delle peculiari esigenze delle imprese e dei cittadini. In un contesto regionale nel quale sia la quantità che la qualità del credito sono del tutto insoddisfacenti ed in cui il costo del denaro è il più alto nel paese, in un sistema in cui il solo accesso al credito è difficoltoso se non complicato, una tale iniziativa non può che essere accolta come merita: sensibilità, responsabilità e partecipazione ad un progetto di rilancio dell'economia e della società calabrese". "E' una goccia nell'oceano - ha concluso De Rose - ma è una goccia importante perché dovrebbe e potrebbe essere presa ad esempio per essere replicata in più Istituzioni finanziarie".

Buco di trenta milioni di euro per i capoluoghi calabresi per la manovra ombra

21/01 Saranno all'incirca 30 i milioni di euro che, nell'arco del triennio 2007-2009, mancheranno all'appello sui bilanci dei capoluoghi di provinciale calabresi a causa della cosiddetta "manovra-ombra" derivante dal taglio dei trasferimenti dello Stato per riduzione Ici e costi della politica. Il dato emerge da un'elaborazione del Sole 24Ore pubblicata nell'edizione di oggi del quotidiano economico. L'intervento - realizzato attraverso un meccanismo in base al quale il Parlamento introduce delle norme che dovrebbero aumentare le entrate o diminuire le spese e stima i proventi tragliando i trasferimenti sulla base della stima medesima - si concentra sull'Ici dei fabbricati rurali e sui costi della politica. Nel capoluogo di regione, per il 2008, il taglio dell'Ici è valutato in 1.870.629 euro mentre dalla sforbiciata sui costi della politica dovrebbero derivare 746.844 euro; nel triennio, invece, la somma totale è indicata in 6.772.542 euro. A Reggio Calabria la "manovra-ombra" peserà quest'anno sull'Ici per 3.115.248 euro mentre sui costi della politica per 1.243.755 euro; nel triennio calcolati 11.278.640 euro. Tra Ici e costi della politica, a Cosenza, sono indicati rispettivamente 1.938.668 euro e 774.008 per un totale, nel triennio, di 7.018.877 euro. A Crotone, nel 2008, 869.714 euro è la somma relativa all'Ici mentre per i costi della politica 347.231 euro; in totale 3.148.769 euro sono messi in conto per il periodo 2007-2009 e, infine, Vibo Valentia con 399.130 di euro tagliati per l'Ici e 159.352 euro con un complessivo pari a 1.445.036 di euro nel triennio.

Eurispes: Frena i caro-mattone

29/11 I prezzi delle case nella capitale "potrebbero essersi stabilizzati per l'esaurirsi nel 2006 dell'effetto traino del ciclo immobiliare ascendente inaugurato nel 1997". E' quanto emerge dalla ricerca realizzata dall'Eurispes per conto della Camera di Commercio di Roma presentata oggi al Rimi 2007. Restano invece "frizzanti" a Milano - anche se si allungano i tempi di contrattazione - mentre, tra le altre principali città italiane, a Torino é prevista una crescita del mercato concentrata nelle zone centrali. A Venezia il mercato risulta invece statico e i prezzi di locazione molto alti. Nella capitale nel 2007 le aree centrali di pregio (5.390 euro/mq) perdono - secondo il monitoraggio Eurispes - lo 0,37% rispetto al 2006, le aree del centro più economiche restano stabili a 2.860 euro/mq, le aree semi centrali arretrano dello -0,96% a 3.080 euro/mq, la periferia di pregio raggiunge i 3.300 euro/mq (-0,61%). Con quasi 4 milioni di abitanti l'area metropolitana di Roma si colloca, in Unione Europea, al quarto posto in termini di popolazione (dopo Londra, Berlino, Madrid). Sono 6,3 su 100 gli italiani che vivono nell'area metropolitana di Roma e diventano 7 se - spiega Eurispes - aggreghiamo al dato demografico disponibile la stima dei city users che lavorano in città durante la settimana. La periferia economica presenta un valore medio di 1.300 euro/mq, con una lieve flessione (-0,76%) su base annua. Diversa e variegata la situazione dei mercati nelle grandi aree urbane italiane. E' Genova la città dove si acquista di più nei quartieri di residenza. E se Milano segnala un mercato "frizzante", ma con lunghi tempi di contrattazione, a Torino é prevista una crescita del mercato delle sostituzioni nelle zone centrali, mentre a Venezia il mercato risulta statico e i prezzi di locazione molto alti. A Bologna il mercato è in stand-by con una tendenza alla tenuta. A Firenze il mercato residenziale si avvia a chiudere il 2007 con una lieve diminuzione. Nel mezzogiorno a Bari il mercato tiene, "ma a macchia di leopardo" mentre a Cagliari il settore risulta "equilibrato". "Poco dinamico" è invece giudicato il settore a Catania mentre a Napoli la "flessione" é evidente al contrario di Palermo dove è "buona la compravendita delle abitazioni"

La Falcri accusa la Carime “Nessuna risorsa sul territorio”

05/11 "I dati relativi all'andamento delle principali banche presenti in Calabria nell'anno 2006 testimoniano come Banca Carime, nonostante gli impegni della capogruppo Ubi Banca, non sia riuscita a prestare adeguata assistenza finanziaria al territorio calabrese". E' quanto afferma, in una nota, Emilio Contrasto segretario di Falcri Carime e Falcri-Gruppo Ubi secondo cui "dalle classifiche pubblicate dalla stampa specializzata, apprendiamo che Banca Carime si colloca al terzultimo posto nel rapporto fra impieghi a clientela su raccolta diretta mentre 'brilla' per il rapporto fra il patrimonio, inclusi i fondi, e gli impieghi". "Le scarse risorse impiegate verso i privati e le piccole e medie imprese calabresi, peraltro, - prosegue Contrasto - hanno determinato il conseguimento di un utile netto su patrimonio (Roe del 4,3%) al di sotto della media conseguita dai competitors diretti. Questi dati purtroppo dimostrano come la nostra Banca abbia trasferito una parte notevole delle somme che le sono state affidate dalla clientela sulla raccolta gestita e amministrata, riducendo fortemente i suoi prestiti. I dati di sintesi, che riassumono tutte le contraddizioni di una gestione che al momento sembrerebbe non fondata su una accorta pianificazione delle risorse disponibili e che collocano Banca Carime nelle ultime posizioni nella regione, sono, ad esempio, quelli relativi al risultato di gestione su costo dei dipendenti, margine di interesse su margine di intermediazione e impieghi su raccolta". Per il segretario della Falcri "tali indici dimostrano infatti ed in modo inconfutabile come i problemi di Banca Carime non vadano ricercati, come da tempo qualcuno cerca di fare, nel numero degli occupati (sceso, peraltro, di oltre il 50% negli ultimi anni) o nell'eccessivo presunto costo degli stessi ma esclusivamente nello scarso sviluppo degli impieghi e nell'assenza di una reale politica di sviluppo della Banca meridionale". "La scarsa qualità dei risultati complessivi, per quella che è la prima banca in termini di raccolta della regione Calabria, - sostiene ancora Contrasto - potrebbe essere notata negativamente anche rispetto al decantato 'impegno per il territorio' tanto enfatizzato dalla Capogruppo Ubi Banca che di fatto non esiste. Queste scelte, purtroppo, finiscono per penalizzare non solo l'intero territorio calabrese ma anche i lavoratori di Carime che in questo modo vedono diminuite le proprie aspettative rispetto alle potenzialità che la nostra Banca potrebbe esprimere e che in passato ha espresso con grande professionalità. Per queste ragioni, un management attento e lungimirante dovrebbe immediatamente attivarsi per una decisa inversione di rotta".

Sole 24ore: Dimezzata in Calabria l’imposta per gli evasori

03/09 Nel 2006 in Calabria gli evasori fiscali che hanno 'trattato' con l'Agenzia delle Entrate per chiudere il loro contenzioso con il Fisco hanno potuto godere, in media, del 50.7% di sconto. E' quanto riporta questa mattina il 'Sole 24 Ore' che, analizzando la situazione nazionale, riferisce che in Italia "nel 2006 l'Erario ha siglato 'trattati di pace' con poco meno di 74mila contribuenti, chiudendo così il 48% degli accertamenti che si erano conclusi con esito positivo". Ciò ha permesso al Fisco, nel 2006, di incassare 995 milioni a fronte dei 606 milioni del 2005. In questo contesto, secondo quanto riportato nello stesso articolo, in Calabria chi ha trattato con l'Erario ha chiuso il suo contenzioso vedendosi abbattere, in media, più di metà dell'imposta dovuta. Nonostante, questo, però, in Calabria il tasso di adesione degli evasori che hanno voluto mettersi in regola è uno tra i più bassi. A fronte di un'adesione del 66% che si registra in Umbria, dove rispetto ai dati complessivi il tasso di sconto è tra i più bassi (25,4%), in Calabria l'adesione è pari al 37%, seguita da Lazio (35%), Sicilia (33%), Campania (32%). Sempre secondo i dati forniti dal 'Sole 24 Ore', ad ottenere le agevolazioni, in Calabria, sono stati coloro che si sono visti contestare violazioni per un importo fino a 189.925 euro. Nessuno sconto, invece, per i quattro che hanno ottenuto un accertamento superiore. Più fortunati di questi ultimi, i loro 'colleghi' del Friuli Venezia Giulia, dove l'adesione è stata del 38,7%, che hanno ottenuto uno sconto dell'86%.

La Calabria tra le regioni a più alto tasso di evasione fiscale

22/08 Solo un cittadino su cinque sa perche' paga le tasse. Quattro su cinque si considerano sudditi di una amministrazione finanziaria, troppo burocratizzata, che non eroga i servizi sociali dovuti violando costantemente i diritti dei contribuenti. Questo e' il risultato dell'indagine, commissionata dal Tribunale dei diritti del contribuente e condotta, da Contribuenti.it - Associazione Contribuenti Italiani su un campione di 1500 cittadini maggiorenni residenti in Italia. L'indagine sulla ''tax compliance'', visibile sul sito internet www.contribuenti.it, e' stata realizzata in Italia che e' il paese europeo con maggior tasso di evasione: su 100 euro di reddito dichiarato sfuggono al fisco ben 48 euro. La bandiera nera dell'evasione spetta inevitabilmente al sud dove la quota di imponibile non dichiarato al fisco raggiunge il 34,5% del totale su scala nazionale, mente il nord - est si colloca al 18,9%, il nord-ovest al 26,5% ed il centro al 20,1%. Calabria, Sicilia, Puglia e Campania sono le Regioni in cui l'evasione e' piu' forte in termini relativi mentre Lazio, Lombardia e Sicilia sono in termini assoluti le regioni si registrano le quote maggiori di evasione. Tra i maggiori evasori spiccano gli industriali, con una percentuale del 32%, i bancari e assicurativi con il 28%, i commercianti con il 12%, gli artigiani con il 11% ed i professionisti con 9%. Fanalino di coda, ma di non trascurabile ammontare e' l'evasione dei lavoratori dipendenti, che con un secondo lavoro, quasi sempre ''a nero'', evadono in totale l' 8%. ''Il dato e' allarmante perche' molte holding bancarie o industriali hanno sede in Lussemburgo e non pagano le tasse dovute - commenta il Vittorio Carlomagno, Presidente di Contribuenti.it Associazione Contribuenti Italiani - ma comunque beneficiano di aiuti di stato sotto forma di agevolazioni finanziarie, crediti di imposta e leggi ad hoc''. Perche' si evade? Dall'indagine e' emerso che il 44% dei contribuenti evade per l'insoddisfazione verso i servizi pubblici erogati dallo stato o la scarsa cultura della legalita', il 36% per la complessita' delle norme e solo il 20% evade per la scarsita' dei controlli.

Aumentano le compravendite di immobili (+1.3%). Sud e Cosenza in calo

30/07 Nonostante il rallentamento nelle compravendite di abitazioni, nel 2006 la casa continua a spingere il mercato immobiliare (che ha registrato nel complesso un 1,3% in più rispetto al 2005). Il settore residenziale ha avuto un incremento dell'1,4%, in particolare al Nord e in provincia. Gli immobili catalogati in Altro (ossia box, parcheggi, alberghi, immobili pubblici) segnano un +2,2%. Una flessione invece c'è stata per il terziario (-3,2%) e il commerciale (-4,3%) dopo un triennio di espansione. Stazionario il volume di compravendite dei magazzini e del settore produttivo. Lo rileva il settimo rapporto Immobiliare dell'Agenzia del territorio nel quale si legge che, per quanto riguarda il settore residenziale, si conferma il trend già emerso nel 2005 di maggior crescita delle compravendite nei comuni di provincia e la progressiva riduzione della quota di mercato delle città capoluogo. In numeri assoluti, nel complesso le compravendite sono state 1.830.098. In vetta quelle residenziali (il 46,2% del totale) che sono state 845.051 seguite dalla categoria Altro (772.741), magazzini (120.922), commerciale (52.684), terziario (21.282), produttivo (17.418). Per quanto riguarda il solo settore residenziale, il rapporto ha effettuato una stima per il periodo dal 1985 al 2000 da cui emerge che l'ultimo ciclo immobiliare è iniziato a partire dal 1997 ed ha registrato ad oggi un tasso medio annuo di crescita del 6,3% circa. Il volume di compravendite di abitazioni negli ultimi nove anni è quindi incrementato del 75% circa, con una "crescita - si legge nel rapporto - davvero impressionante del mercato residenziale". Una lieve flessione del settore residenziale si è avuta nel 2001. Mentre il rallentamento verificatosi nel 2006, secondo il rapporto, è dovuto essenzialmente al decremento delle compravendite nel centro, mentre il mercato del Nord risulta ancora in crescita (+2,6%) e quello del Sud è stabile. Per il settore residenziale si conferma il trend già emerso nel 2005 di maggior crescita delle compravendite nei comuni di provincia e la progressiva riduzione della quota di mercato delle città capoluogo: meno quattro punti percentuali dal 2000 allo scorso anno. "E' confermata l'importanza dimensionale del mercato residenziale del Nord, che rappresenta mediamente più del 52% dell'intero mercato in termini di comravendite relativamente ad uno stock che è pari solamente al 45%". Nel Nord le compravendite hanno registrato un +2,6% rispetto al 2005, di cui nei capoluoghi +1% e nel resto della provincia un +3,2%. Nel centro c'è stata una flessione dello 0,4%, di cui un -3,6% nei capoluoghi e un +1,9% nella provincia. Infine, il Sud che ha registrato una lieve crescita dello 0,5% di cui un calo dell'1,3% nei capoluoghi e un +2,5% nella provincia. Prendendo in esame il tasso tendenziale annuo, per i capoluoghi e per il resto della provincia, emerge il maggior incremento medio registrato tra i comuni del resto della provincia, che mediamente risultano sempre superiori ai rispettivi capoluoghi. Si nota, infatti, come per diversi capoluoghi, in particolare del Sud, si abbia un calo consistente del volume di compravendite, superiore al 10%, quali Cosenza, Salerno, Avellino e Matera, mentre al Centro si ha solo Viterbo ed al Nord Sondrio ed Udine. Per alcuni capoluoghi, peraltro, si hanno delle crescite del mercato residenziale sensibilmente rilevanti, superiori al 10%, quali La Spezia, Belluno, Treviso, Macerata, Prato, Chieti ed Enna. I comuni del resto della provincia, invece, hanno un comportamento più uniforme, con incrementi e decrementi meno accentuati e nella maggior parte dei casi positivi. Sono solo 3 le province con decrementi intorno al 10%, Rieti, Belluno ed Isernia. Considerando, infine, le sei principali città e le rispettive province, risulta particolarmente evidente la maggiore espansione del mercato dei comuni non capoluogo della provincia sia relativamente alla media nazionale sia a quello delle rispettive città. Un tasso medio annuo particolarmente elevato si registra nei comuni delle province di Palermo, Roma e Milano, mentre i valori inferiori si hanno per le province di Napoli e Genova. Tra le metropoli, Roma è quella che spicca particolarmente sia per ampiezza del mercato sia per la sua crescita complessiva nel periodo esaminato: con un tasso medio annuo del 2,4% è la città dove il mercato residenziale è cresciuto maggiormente dal 2000, ma tale incremento si è verificato soprattutto nel 2004 e 2005, mentre il 2006 evidenzia una sensibile contrazione del volume di compravendite, pari a circa l`8%. Anche il mercato della relativa provincia è particolarmente vivace con una crescita costante, anche se in rallentamento nel 2006. Tra le metropoli del Nord, Torino e Milano, mostrano un andamento del volume di compravendite piuttosto simile. Ciò è vero in particolare per le metropoli in cui il mercato risulta stabile con volumi di compravendita analoghi a quelli del 2000, con una leggera ripresa nel 2006, maggiormente accentuata per Torino. Per i comuni della provincia gli andamenti si presentano anche in questo caso simili, ma solo fino al 2004 (+12,7% rispetto al 2000 per i comuni della provincia di Milano, +11,4% per quelli Torino). Nel 2005, invece, si assiste ad un incremento di gran lunga superiore nei comuni della provincia di Milano (+12,8% rispetto a +2,5%). Nel 2006 prosegue l`espansione del mercato in entrambe le province, leggermente più accentuata per quella di Torino, che presenta il maggior tasso tendenziale con un incremento superiore al 5,6% rispetto al 2005, mentre in quella di Milano dopo il boom del 2005, si nota un certo rallentamento (+2,2%). La città di Genova presenta un andamento singolare: si alternano, infatti un anno di crescita ed uno di decrescita. Così è stato anche nel 2006, con una crescita però non abbastanza consistente per compensare il cospicuo calo del 2005. Rispetto al 2000 il mercato è diminuito del 5% circa. La relativa provincia, mostra andamenti più stabili, in ripresa continua dopo il calo del 2003 e con un incremento complessivo rispetto al 2000 del 11% circa. Passando a considerare le due metropoli del Sud, si osserva che per la città di Napoli l`andamento del mercato residenziale risulta notevolmente differente rispetto a quello delle altre città. Il mercato risulta molto più stabile nel resto della provincia, rispetto a quello di Napoli città. Pur non rilevandosi la crescita delle altre principali province, comunque, il mercato dei comuni della provincia di Napoli risulta in lenta continua crescita, con un incremento delle compravendite superiore al12% dal 2000. Napoli, invece, dopo il crollo del mercato registrato fino al 2003, quando il numero di compravendite si ridusse di un 30% circa rispetto al 2000, vede una buona ripresa nel biennio 2004-05 seguita da una consistente decrescita nel 2006 (-6,7%). Tra le metropoli è quella con il tasso medio annuo dal 2000 maggiormente negativo, -4,1%. Anche per la città di Palermo il mercato residenziale è in calo nel 2005, dopo un periodo, a partire dal 2002, di continua crescita. Il mercato provinciale, invece, si presenta ancora in leggere crescita nel 2006, portando il volume di compravendite a superare del 36% quello del 2000, ma si nota un consistente rallentamento della crescita pari nel 2006 solamente al 1%.

Costo del denaro: Calabria la più cara

28/07 Calabria al top della classifica del carodenaro, mentre la regione dove le famiglie che chiedono un prestito riescono ad avere le condizioni meno esose è il Trentino Alto Adige. Ad affermarlo sulla base della rielaborazione di dati della Banca d'Italia è l'Adusbef. Le banche italiane, accusa l'associazione dei consumatori "oltre a praticare il costo del denaro con un ingiustificabile differenziale fra nord e sud, applicano uno spread medio pari a 6,23 punti fra raccolta e impieghi". E penalizza in modo particolare le famiglie che vedono applicarsi tassi bassi sui loro conti correnti e alti sui prestiti che chiedono. L'Adusbef replica così all'Abi che ha affermato che "tra giugno 2006 e maggio 2007, primo periodo di applicazione della legge Bersani, non vi è stata alcuna differenziazione fra l'andamento dei prezzi delle principali forme di raccolta e di impiego verso il settore delle famiglie". In Calabria così alle "famiglie consumatrici", categoria utilizzata da Bankitalia per i suoi rilevamenti, il denaro costa l'11,28%, seguita dalla Basilicata con il 10,45%. Nel panorama 'meridionale' si inserisce l'eccezione della Valle d'Aosta con il 10,18%, ma subito si torna al Sud con il 10,06% della Puglia. I tassi attivi più bassi sono quelli applicati invece in Trentino con il 6,47%, seguita dal Lazio con il 7,16% e dalla Lombardia con il 7,36%. L'Adusbef mette in evidenza come la remunerazione sui depositi riconosciuta dalle banche ai clienti, la cui media nazionale e pari all'1,31% a dicembre 2006, è da sempre geograficamente diversificata e penalizza soprattutto il Mezzogiorno. I meglio remunerati, infatti, sono i cittadini dell'Italia centrale con l'1,58%, a fronte dell'1,01% riconosciuto al Sud contro. Risultano differenziati geograficamente - aggiunge l'Adusbef - anche i tassi sugli impieghi: l'Italia nord occidentale è quella trattata meglio con il 7,15%, contro il 9,54% del sud. La media nazionale è del 7,57%. - DEPOSITI: A dicembre 2006, i depositi bancari ammontavano a 727,6 miliardi di euro (erano 690,7 miliardi nel dicembre 2005). La media nazionale della remunerazione riconosciuta ai clienti é pari all'1,31%. Ai depositanti dell'Italia centrale è riconosciuto l'1,58%, cioé 27 punti base più della media. Al meridione, invece, è riconosciuto solo l'1,01 %, "ben 57 punti base in meno del Centro e 30 in meno della media". All'Italia nord occidentale e nord orientale sono riconosciuti rispettivamente l'1,25% e l'1,32%. L'analisi per regione mostra come il "Lazio è quello trattato più munificamente (1,75% contro la media nazionale dell'1,31%). Seguono Trentino (1,65%) e Molise (1,43%). Più deboli in fase di contrattazione, le famiglie consumatrici riescono a spuntare - osserva l'Adusbef - tassi inferiori alla media: a fronte dell'1,31% medio, infatti le famiglie spuntano lo 0,90%, cioé lo 0,41% in meno. Una percentuale decisamente inferiore al 3% che riescono a ottenere le amministrazioni pubbliche, il 2,60% delle società finanziarie e all'1,77% delle società non finanziarie. - IMPIEGHI: A dicembre 2006, gli impieghi bancari ammontavano a 1.369,3 miliardi di euro (1.237,9 miliardi dicembre 2005). Come per i tassi sui depositi, anche quelli applicati agli impieghi sono geograficamente diversificati. In questo caso, ad essere trattata meglio è l'Italia Nord Occidentale che con il 7,15% è meno gravata della media nazionale di 42 punti base, pari al 7,57%, e spunta ben il 2,39% in meno rispetto al Meridione (9,54%) che paga circa il 2% in più della media nazionale (7,57%). Sconta un "pessimo tasso" sui fidi anche l'Italia Insulare: l'8,18%, 61 punti base più della media nazionale ed oltre l'1% sull'Italia Nord Occidentale. A fronte di una media nazionale del 7,57%, il tasso applicato alle famiglie consumatrici sale al 7,84%. Ecco di seguito una tabella che riporta i tassi applicati alle famiglie consumatrici (dati 2006) sui conti correnti a vista e sui prestiti regione per regione. La media nazionale sui c/c per le famiglie consumatrici è lo 0,90% (1,31% se si includono anche le società e le amministrazioni), mentre quella sui finanziamenti è del 7,84% (7,57% media nazionale)

REGIONE               TASSI SU C/C         TASSI PRESTITI 
PIEMONTE 0,69% 7,92%
VALLE D'AOSTA 0,61% 10,18%
LIGURIA 0,72% 8,11%
LOMBARDIA 0,85% 7,36%
TRENTINO A.A. 0,84% 6,47%
VENETO 0,81% 7,92%
FRIULI V.G. 0,73% 8,37%
EMILIA ROMAGNA 0,97% 7,81%
MARCHE 1,20% 8,04%
TOSCANA 1,06% 8,65%
UMBRIA 1,05% 8,61%
LAZIO 1,15% 7,16%
ABRUZZO 0,95% 9,56%
MOLISE 0,99% 9,21%
CAMPANIA 0,76% 8,75%
PUGLIA 0,85% 10,06%
BASILICATA 0,93% 10,45%
CALABRIA 0,67% 11,28%
SICILIA 0,92% 9,99%
SARDEGNA 0,93% 9,46%
ITALIA 0,90% 7,84%

In Calabria l’aliquota media dell’ICI è al 6,24 per mille

10/06 L'aliquota media ordinaria dell'Ici in Calabria ha un valore del 6,24 per mille, mentre il numero dei comuni che applica un'aliquota tra il 6 e il 7 per mille (aliquota massima consentita) non è aumentato nel 2007. E' quanto emerge dal primo rapporto dell'Istituto per la Finanza e l'Economia locale (Ifel) dell'Associazione Nazionale Comuni Italiani (Anci). L'aliquota media ordinaria Ici, che a livello nazionale ha un valore del 6,45 per mille, ha registrato in Calabria un lieve aumento nel corso degli ultimi anni, passando dal 6,21 nel 2005 al 6,22 nel 2006 per arrivare al 6,24 nel 2007. In termini percentuali, la variazione è stata dello 0,16% tra il 2005 e il 2006 e dello 0,32% tra il 2006 e il 2007. Considerando il periodo 2005-2007, l'aumento è stato dello 0,48%. All'interno delle regioni del Mezzogiorno, la provincia che registra un'aliquota media ordinaria minore è Reggio Calabria con il 5,86 per mille. Ici prima casa: il 78 per cento dei comuni applicano le detrazioni. Diverso l'andamento dell'aliquota media sull'abitazione principale in Calabria, che tra il 2005 e il 2006 è rimasta stabile (5,41) per poi scendere a 5,37 nel 2007. Tutti i comuni calabresi si attestano su un'aliquota superiore al 5 per mille, mentre i comuni che hanno optato per l'applicazione dell'aliquota al 6 per mille è del 34%. Da notare che la Calabria, con il 78% dei comuni, è al quarto posto in Italia per numero di comuni che ha deciso di applicare la detrazione base Ici. Relativamente all'addizionale Irpef dal rapporto dell'Ifel emerge che è cresciuto il gettito, ma anche le esenzioni Nel 2007. Il gettito derivante dall'addizionale comunale Irpef è aumentato su tutto il territorio nazionale, come naturale conseguenza sia dello sblocco della tassa (bloccata fino al 31 dicembre 2006), che dell'espansione della base imponibile. Il gettito dell'addizionale comunale Irpef per il 2006 è pari a circa 1 miliardo 622 milioni di euro.; per il 2007 si prevede un gettito pari a circa 2 miliardi 354 milioni di euro con un aumento di 732 milioni di euro. L'aumento percentuale del gettito dell'addizionale Irpef comunale in Calabria, tra il 2006 e il 2007, è stato del 26% circa. Tra le Regioni a Statuto ordinario, la Calabria registra l'incremento di gettito più contenuto dopo Liguria e Basilicata. In valori assoluti, le entrate sono passate da 40.599.769 euro (2006) a 51.570.909 euro (2007), mentre l'aliquota media dell'addizionale Irpef, ponderata sulla base imponibile, è di 0,493. In generale, in Italia Meridionale si è registrato l'aumento più contenuto di gettito rispetto al 2006 (più 31.37%). Nel complesso, in Calabria, l'ammontare delle riduzioni del gettito dell'addizionale Irpef 2007, come conseguenza delle esenzioni deliberate dai Comuni, è di 546.875 euro. L'andamento dei trasferimenti dallo Stato ai Comuni, a livello nazionale, ha registrato tra il 2006 e il 2007 una diminuzione del 3,26%. In Calabria, tra il 2006 e il 2007, la diminuzione è stata dell'1,65% e del 3,21% tra 2005 e 2007. I trasferimenti correnti ai comuni calabresi sono diminuiti tra il 2006 e il 2007 (meno 1,94%), mentre quelli in conto capitale sono cresciuti dell'1,29%. Nel complesso, alla Calabria è destinato il 4,58% dei trasferimenti nazionali, per un valore pro capite di 281,12 euro (contro una media nazionale di 209,56) e un valore assoluto di 563. 474.552 euro.

Falcri “Criticità nel piano di integrazione di Ubi banca”

03/07 "Dall'informativa sul piano industriale di integrazione, indirizzata da Ubi Banca alle rappresentanze dei lavoratori, emergono purtroppo tutte le criticita' e le preoccupazioni che gia' alla vigilia dell'annuncio dato per la fusione tra Bpu Banca e Banca lombarda erano state oggetto di intervento della Falcri". Lo afferma Emilio Contrasto segretario responsabile coordinamento Falcri Ubi "Ad oggi tali preoccupazioni - aggiunge - aumentano notevolmente a tal punto da generare un clima di tensione tra i lavoratori del Gruppo Ubi banca che ancora una volta si vedono coinvolti - ricordiamo che i lavoratori dell'ex Gruppo BPU hanno gia' subito due piani industriali che hanno registrato tagli occupazionali per ben 1.500 risorse di cui il 50% circa a carico della sola Banca Carime che opera nel Meridione d'Italia - in un progetto industriale che individua nel contenimento dei costi del personale, da concretizzarsi nella fuoriuscita di ben circa 1.700 nuove risorse, la leva principale per la crescita economica del neonato Gruppo Ubi banca. Anche in questa occasione, quindi, il sacrificio maggiore - dice il sindacalista - viene chiesto ai lavoratori che gia' vivono condizioni lavorative difficili in quanto sottoposti a carichi e ritmi di lavori insostenibili in tutte le Banche reti e nella Capogruppo. Oggettivamente sarebbe invece necessario procedere all'immissione di nuova e stabile forza lavoro mentre, in modo inaccettabile ed illogico, si continua a ricorrere alla leva dei tagli occupazionali". A destare parecchia preoccupazione, inoltre, secondo Contrasto, "contribuiscono anche le previsioni di mobilita' territoriale e di riconversione professionale a cui andranno incontro molti lavoratori per effetto del depauperamento delle Direzioni delle Banche Reti e della riorganizzazione dei poli di eccellenza oggi collocati sull'intero territorio nazionale. Tali indiscutibili professionalita', che nel modello federale scelto dall'ex Gruppo BPU hanno costituito un presidio sicuro ed efficiente per tutti i territori dove operano le Banche Reti, secondo le previsioni del piano industriale di integrazione tra Bpu banca e Banca lombarda, dovrebbero registrare un forte ridimensionamento per effetto di una riorganizzazione che ha il solo scopo di assicurare sinergie di costo immediate a discapito di adeguate politiche di sviluppo in grado di garantire reale supporto ai territori e capaci di proiettare Ubi banca verso l'ottenimento di ricavi consolidati nel medio e lungo periodo". Ad avviso della Falcri, "il modello federale a suo tempo previsto per Bpu viene di fatto completamente superato da tale nuovo assetto organizzativo. Se le banche reti ed i poli devono rappresentare solo un fregio per poter pubblicizzare un'attenzione, priva pero' di qualsivoglia sostanza, verso i territori di riferimento delle ex banche, il top management di UBI abbia allora il coraggio di procedere in modo definitivo verso la fusione in un'unica grande azienda con trattamenti uguali per tutti i dipendenti, cosi' come hanno gia' fatto gli altri grandi gruppi bancari nazionali. In questa ottica non possiamo anche condividere la scelta di procedere verso l'outsourcing e la concentrazione delle attivita' informatiche e di back office in "UBI Sistemi e Servizi" oggi societa' del Gruppo UBI ma che in futuro potrebbe costituire un agevole strumento per concretizzare operazioni di cessione dell'asset". Infine, nell'esprimere un giudizio negativo sul progetto complessivo che Ubi banca intende perseguire per l'integrazione di Bpu Banca e Banca Lombarda, la Falcri si dichiara "assolutamente contraria a qualsiasi soluzione figlia di una impostazione aziendale che prevede la creazione di valore esclusivamente per gli azionisti mortificando gli altri stake holder - dipendenti e clientela - che pure sono una parte importantissima del sistema creditizio senza i quali non esisterebbe possibilita' di produrre alcuna ricchezza"

Nasce il Magna Grecia Servizi

26/06 Confidi Magna Grecia ha promosso la nascita di una nuova società, denominata MagnaGrecia Servizi. Le attività della società saranno finalizzate alla prestazione di servizi relativi alla gestione economica, finanziaria ed organizzativa di imprese, banche ed enti. I soci costituenti di MagnaGrecia Servizi sono il Confidi Magna Grecia e Banca Carime, ma l’obiettivo è quello di estendere la partecipazione ad altri soggetti interessati al progetto.
Attraverso questo nuovo strumento, Confidi Magna Grecia intende ampliare la gamma dei servizi messi a disposizione delle imprese associate per corrispondere, in particolare, al loro crescente fabbisogno di consulenza specialistica a supporto della gestione finanziaria ed organizzativa.
Basilea II, infatti, richiede alle imprese un indispensabile passaggio verso sistemi di controllo dei flussi finanziari più evoluti e tali da consentire l’adozione di scelte di finanziamento corrette ed in linea con i modelli di rating applicati dal sistema bancario.
L’esperienza e la professionalità maturata dal Confidi Magna Grecia, insieme all’affidabilità dei suoi metodi di valutazione del merito creditizio delle imprese, nonché alla sua consolidata rete di relazioni, possono costituire i giusti ingredienti per poter realizzare un nuovo progetto di successo.

Cresce dello 1,8% l’occupazione in Calabria

23/06 L'occupazione, in Calabria, e' cresciuta dell'1,8% nel corso del 2006, raggiungento le 615 mila unita' (11.132 unita' in piu' rispetto al 2005). Lo si evince dal Rapporto sull'economia calabrese 2006, redatto da esperti, a cura di Confindustria Cosenza. La ripresa - secondo il rapporto - e' risultata in linea con il dato nazionale (+1,9%) e meridionale (+ 1,6%), testimoniando la fine della stasi, che aveva caratterizzato il Pese nel 2005. La crescita occupazionale in Calabria si e' concentrata nei primi sei mesi dell'anno, registrando una battuta d'arresto nel terzo trimestre e, successivamente, un nuovo slancio. In analogia all'andamento nazionale e' la componente femminile a mostrare un maggiore dinamismo, con un aumento dell'occupazione di 5.677 unita' (+2,7%), a fronte di una variazione nell'occupazione maschile di 5.455 unita' (+1,3%). All'interno della regione - si legge nel rapporto sull'economia - una piu' vivace ripresa occupazionale si manifesta nelle province di Cosenza (+3,4%, corrispondente ad un incremento assoluto di 7.546 occupati) e Catanzaro (+2,3%, pari a 2.612 unita' occupazionali in piu'), mentre, a Reggio Calabria, la variazione complessiva e' nulla, come risultato della riduzione dell'occupazione femminile (-3,2%), che compensa l'aumento degli occupati maschi (+1,8%). I dati disaggregati per provincia mettono in evidenza un andamento contrastante, all'interno della regione, della dinamica occupazionale femminile, che assume segno positivo nel comprensorio di Cosenza (+7,8%), Crotone (+ 6,3%) e Catanzaro (+2,4%) e negativo per quello di Reggio Calabria (-3,2%) e Vibo Valentia (0,5%). L'occupazione maschile risulta, invece, in crescita in tutte le province calabresi, ad eccezione di quella di Crotone.

Situazione poco rosea delle società di capitali del cosentino

20/06 Non è rosea la situazione delle società di capitali in provincia di Cosenza. E' quanto emerge da una analisi economico-finanziaria realizzata dal Centro Studi Economico e Finanziario 'Esg 89' e relativa agli ultimi due esercizi. Il campione preso in esame nel cosentino riguarda 226 società di capitali (Spa, srl e coopo) e dall'analisi emerge che nel 2005 l'8,80 per cento dichiara un utile (al netto delle imposte) superiore ai 500.000 euro, nel 2004 era il 6,7 per cento. Il 25,6 per cento chiude il bilancio in rosso rispetto al 2004 dove si era registrata una percentuale del 25 per cento. Il centro studi 'Esg 89' ha analizzato anche la situazione generale in Calabria. Dall'analisi emerge che 100 società hanno iscritto a bilancio un valore superiore a 1 mln di euro (nel 2004 erano 94) e 23 un valore superiore ai 5 mln di euro (nel 2004 erano 24). Sono invece 30 le società che hanno iscritto a bilancio un valore del Patrimonio inferiore ai 100 mila euro, nel 2004 erano 39. "Il commento finale - ha detto il direttore del Centro Studi 'Esg 89', Giovanni Giorgetti - sull'analisi comparata degli ultimi due esercizi del campione delle più grandi 226 società di capitali della Provincia di Cosenza evidenzia una realtà economica in moderato peggioramento rispetto lo scorso esercizio con gli indici presi in considerazione che dimostrano segnali di cedimento soprattutto per quanto riguarda gli oneri finanziari e la redditività. Alcuni lievi positivi segnali pervengono invece dal dato sulla patrimonializzazione e sulla dimensione aziendale". "Come di consueto - ha aggiunto - abbiamo analizzato la composizione del mercato secondo la dimensione aziendale: 2 società del totale superano i 100 mln di Euro di fatturato, nel 2004 erano le stesse 2, mentre la fascia più numerosa di aziende è quella che ha un valore inferiore ai 5mln di euro, con il 50,44 per cento del totale del campione analizzato, lo scorso anno era il 65 per cento; questo a significare l'incremento dimensionale del campione; mentre la fascia di aziende con un fatturato superiore ai 10mln di euro registra una percentuale del 23,45 per cento, nel 2004 erano il 13,4 per cento. Il dato moderatamente confortante che si evidenzia dall'analisi comparata degli ultimi due bilanci è la consistenza del fatturato rispetto all'esercizio 2004. Per il 36,7 per cento del totale si evidenzia una crescita. Sono, inoltre, il 26,5 per cento del totale, le società che fanno rilevare in bilancio un fatturato sostanzialmente stabile, il restante 36,8 per cento ha invece registrato una flessione del Valore della Produzione". "Inoltre - conclude Giovanni Giorgetti - viene analizzato un altro indice: il rapporto Oneri Finanziari-Fatturato. Si rileva che il dato anche in questo caso è in peggioramento rispetto al precedente esercizio. Il 21,6 per cento delle aziende hanno un rapporto superiore e uguale alla percentuale del 3 per cento rispetto al dato del 12 per cento del 2004, la media nazionale é vicina al 20 per cento".

Mentre diminuiscono in Italia e al Sud, in Calabria aumentano i protesti

13/06 Mentre al Sud si riduce, nel 2006 rispetto al 2005, il numero dei protesti, in Calabria il fenomeno è vede un doppo aumento: 1,1 per cento in termini di quantitativi e 9,1 in valore. E' quanto emerge da una ricerca pubblicata stamani dal quotidiano 'Il Sole 24 Ore'. "Il Sud - riporta il quotidiano - anche nel 2006 risulta essere un'area critica dal punto di vista dei protesti, tenuto conto che, dopo Lombardia e Lazio, le regioni più protestate d'Italia sono Campania, Sicilia e Puglia mentre la Calabria, che in classifica sta un po' più indietro, da sola vale comunque quasi quanto Piemonte, Liguria e Valle D'Aosta messe insieme. In Calabria è emersa una performance negativa che ha riguardato tutte e tre le tipologie di protesti monitorati dall'Istat e cioé assegni, vaglia, pagherò e tratte accettate e non accettate". Dall'analisi delle Province emerge che in Calabria il cosentino conta 25 mila protesti mentre il reggino non arriva a 18 mila. Quanto al peso delle tipologie di protesto nella varie regioni ci sono differenze sensibili. In Sicilia, Calabria e Campania gli assegni sono la voce che incide di più per quanto riguarda il valore complessivo, arrivando a circa il 60 per cento del totale.

In Calabria 23 aziende chiudono con un milione di utile. Ma il 21% è a rosso

05/06 Ventitre società, tra le prime 700 società di capitale (Spa, Srl e Coop) per fatturato sul territorio regionale della Calabria, chiudono con un utile superiore a un milione di euro, mentre il 21,4% chiude il bilancio in rosso ed il 18,6% delle aziende risultano appesantite dagli oneri finanziari. E' quanto emerge da uno studio realizzato dal Centro studi economico e finanziario Esg 89, editore della collana degli Annuari Economici d' Italia, sulle prime 700 società di capitali della Calabria. "Abbiamo analizzato e classificato i bilanci delle prime 700 società di capitali per fatturato su tutto il territorio della Calabria - ha sostenuto Giovanni Giorgetti, direttore del Centro Studi Economico e Finanziario Esg 89 - realizzando un' analisi macro-economica unica nel suo genere anche considerando il confronto-trend degli ultimi due bilanci disponibili depositati alle Camere di Commercio". Dallo studio emerge che sei società del totale superano i 100 mln di euro di fatturato (nel 2004 erano 5), mentre la fascia più numerosa di aziende è quella che ha un valore inferiore ai 5 mln di euro, con oltre il 47,6% del totale del campione analizzato (lo scorso anno era il 57,7%). "Questo - ha sostenuto Giorgetti - a significare l' incremento dimensionale del campione; mentre la fascia di aziende con un fatturato compreso fra i 10 e i 20 mln registra una percentuale del 13,8%". Il dato "moderatamente confortante" che traspare dall' analisi comparata degli ultimi due bilanci è la crescita del fatturato rispetto all' esercizio 2004 per quasi la metà del campione: il 43,8% del totale. Sono il 23,5% del totale, le società che fanno rilevare in bilancio un fatturato sostanzialmente stabile (+/- 2%), mentre il restante 32,7% ha invece registrato una flessione del valore della produzione. Per quanto riguarda la redditività, dalla ricerca si evince che la situazione del campione delle società analizzato mostra lievi segnali di miglioramento: infatti l' 8,30% dichiara un utile (al netto delle imposte) superiore ai 500.000 euro, nel 2004 era il 7,85%. Il 21,4% chiude il bilancio in rosso e questo dato è ancora negativo rispetto al 2004 dove si era registrata una percentuale del 20,4%. "Abbiamo poi preso in considerazione le società di capitali della regione secondo il valore del patrimonio netto - ha sostenuto Giorgetti - Si evidenzia che il 40,2% del campione ha iscritto a bilancio un valore superiore ad un mln di euro (nel 2004 erano il 39%) e 63 un valore superiore ai 5 mln di euro (nel 2004 erano 70). Sono invece il 13,5% le società che hanno iscritto a bilancio un valore del patrimonio inferiore ai 100.000 euro, nel 2004 erano il 16,14%. Inoltre viene analizzato un altro indice: il rapporto oneri finanziari/fatturato. Si rileva che il dato anche in questo caso è in peggioramento rispetto al precedente esercizio. Il 18,6% delle aziende hanno un rapporto superiore e/o uguale alla percentuale del 3% rispetto al dato dell'17,5% del 2004, (la media nazionale è vicina al 20%)". Il commento finale sull' analisi comparata degli ultimi due esercizi del campione delle più grandi 700 società di capitali della Regione Calabria evidenzia, è scritto in un comunicato, "una realtà economica in moderato peggioramento rispetto lo scorso esercizio con gli indici presi in considerazione che dimostrano segnali di cedimento soprattutto per quanto riguarda gli oneri finanziari. Alcuni positivi segnali pervengono invece dal dato sulla patrimonializzazione e sulla dimensione aziendale".

In Calabria mutui in aumento del 17.3%

05/06 Nel 2006, rispetto al 2005, il mercato dei mutui in Calabria è cresciuto del 17,3. E' quanto emerso da una ricerca dell'Osservatorio Mutui Casa alle Famiglie di Banca per la Casa, la banca multicanale specializzata nei mutui casa del Gruppo UniCredit, su dati Bankitalia. Nel 2006 -é scritto in una nota - l'incremento maggiore di erogato si è registrato a Cosenza con 272 milioni di euro (+20,2%) rispetto al 2005. In termini percentuali la provincia che ha erogato di più, insieme a Cosenza, è stata Reggio Calabria con +20,2% (169 milioni di euro di erogato), seguono Crotone con +17,1% (67 milioni di euro di erogato), Catanzaro con +11,9% (174 milioni di euro di erogato) e Vibo Valentia con +11,4% (45 milioni di euro di erogato). In riferimento all'Italia Meridionale, che comprende anche le regioni Abruzzi, Molise, Basilicata, Campania e Puglia, la Calabria si colloca ad oggi al quarto posto per valore dell' erogato con 728 milioni di euro, confermando nel 2006 una crescita del 17,3% rispetto al 2005. "Ancora una volta il 2006 è stato un anno importante - dichiara Pasquale Giamboi, Amministratore Delegato di Banca per la Casa del Gruppo UniCredit - nel mercato dei mutui. Va detto che l'ultimo trimestre non è cresciuto rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente, anche in relazione a qualche segnale di raffreddamento del mercato immobiliare. L'ulteriore incremento dei tassi annunciato, potrebbe rendere maggiormente riflessive le famiglie italiane nel ricorso all'indebitamento e più responsabile la valutazione del credito da parte delle banche".

In Calabria maggiori introiti del Fisco dopo gli accertamenti

31/05 Sono "soddisfacenti", in Calabria, i risultati dell' attività di contrasto all' evasione fiscale messe in atto dall' Agenzia delle Entrate nel 2006 e nel primo quadrimestre del 2007. Le riscossioni derivanti da accertamenti, nel corso del 2006, hanno fatto registrare un incremento di circa il 24% rispetto all' anno precedente. "L' attività relativa allo scorso anno - è scritto in un comunicato - evidenzia la tendenza, sempre più diffusa da parte dei contribuenti sottoposti ad atti di accertamento, a preferire un accordo transattivo con il Fisco, oppure, a pagare immediatamente quanto dovuto usufruendo della riduzione delle sanzioni relative, anziché intraprendere un contenzioso con l' Amministrazione finanziaria". Scendendo nel dettaglio, sono stati 16.719 gli accertamenti effettuati l' anno scorso per imposte dirette, Irap e Iva, con un incremento del 25% rispetto al 2005: di questi, 165 controlli sono riferiti a contribuenti con un volume d' affari superiore a cinque milioni di euro, per i quali è stata accertata una maggiore imposta pari a 27 milioni di euro. Per quanto riguarda invece le società di capitali, i controlli eseguiti sono stati 660, con una maggiore imposta accertata di 117 milioni di euro, mentre riguardo a soggetti che hanno dichiarato crediti Iva, sono stati effettuati 2.284 accertamenti, con un recupero di 18 milioni di euro di minor credito Iva spettante e di 21 milioni di euro di imposta a debito. Infine, nel primo quadrimestre del 2007 sono stati eseguiti 3.992 accertamenti per imposte dirette, Irap e Iva, e 59 verifiche generali, mentre i verbali di constatazione notificati a partire dal 29 novembre 2006 sino ad oggi, relativi alla mancata emissione di scontrini e/o ricevute fiscali, sono stati in totale 1.541.

Convenzione Confidi-Banca Intesa per finanziare le imprese

25/05 Una convenzione mirata a finanziare le politiche di investimento e di sostegno in favore delle piccole imprese locali è stata stipulata tra Banca Carime e Confidi Magna Grecia. L' intesa, che prevede un plafond di 25 milioni di euro, è stata stipulata dal direttore generale di Banca Carime, Riccardo Sora, e dal presidente di Confidi Magna Grecia Francesco Coscarella. "La convenzione si prefigge - è scritto nel testo - anche di accompagnare lo sviluppo delle aziende tramite l' offerta di prodotti e servizi che, integrati alla proposta finanziaria, permetteranno di facilitare la gestione ed ottenere una riduzione significativa dei costi". "Attraverso l' iniziativa - è scritto in una nota - prende il via il progetto 'Sostegno alle Pmi', frutto dell' intensa collaborazione fra la Banca e il Confidi e reso possibile grazie anche al nuovo slancio generato dall' appartenenza di Carime al Gruppo Ubi Banca, quarto gruppo bancario italiano. Anche attraverso le società del Gruppo Ubi Banca, Carime metterà a disposizione delle Piccole medie imprese associate al Confidi Magna Grecia prodotti ad alto valore aggiunto ed in particolare: e-commerce (Coralis) il portale internet che fornisce servizi extrabancari finalizzati a favorire l' incontro tra domanda e offerta con apposita 'vetrina on-line' e ottenere attraverso le aste telematiche significativi risparmi per l'acquisto di strumenti e materiali di consumo necessari per le esigenze aziendali; conti correnti (Conto Utilio) con opportunità di risparmio su voci di spesa e consumi, tra cui, carburante, energia e telefonia; coperture assicurative danni (Bpu Assicurazioni) in grado di proporre le soluzioni più adatte per proteggere i beni aziendali e l' impresa nel suo complesso con assistenza personalizzata; accesso alla finanza agevolata (Sf Consulting) per individuare le opportunità volte ad ottenere agevolazioni a fronte di programmi di investimento". "Sul fronte finanziario - è scritto nella nota - il pacchetto prevede l' erogazione di finanziamenti destinati a investimenti produttivi, a ristabilire l' equilibrio finanziario, alla ricapitalizzazione aziendale, alla innovazione tecnologica, al risparmio energetico, alla formazione del personale, alla certificazione di qualità e ad ogni altra esigenza finalizzata a creare valore nell'azienda. Il plafond iniziale messo a disposizione da Banca Carime è di euro 25 milioni di euro ed i singoli finanziamenti potranno essere di importo fino a un milione di euro e coprire, anche per intero, il progetto di investimento dell' impresa"

Sud sempre più povero: 7 famiglie povere su 10 sono a Mezzogiorno

23/05 In Italia vivono oltre due milioni e mezzo di famiglie povere, l'11,1 del numero complessivo. Si tratta di 7 milioni e mezzo di persone pari al 13,1% della popolazione residente. Lo ricorda l'Istat che, alla vigilia della Conferenza nazionale della famiglia che si apre domani a Firenze, fornisce la fotografia del disagio economico delle famiglie italiane. Ecco alcuni dati. - Il 14,7% delle famiglie arriva con molta difficoltà alla fine del mese ed il 28,9% non può far fronte ad una spesa imprevista di importo come 600 euro. Le spese mediche hanno creato disagio ad una famiglia su 8. Il 5,8% ha avuto problemi anche per mangiare. Nel Mezzogiorno, il 5% delle persone non si può permettere un'alimentazione adeguata. - La metà delle famiglie povere (ci si riferisce alla povertà relativa quella che considera i consumi) hanno al proprio interno almeno un componente con più di 65 anni. - Sette famiglie povere su 10 vivono nelle regioni del Sud. - La regione meno povera è l'Emilia-Romagna (2,5%); segue la provincia di Bolzano (4%) e la Lombardia (3,7%). In fondo alla classifica, Sicilia (30,8%), Campania (27%), Basilicata (24,5%). Al sud in positivo spicca l'Abruzzo dove la percentuale di famiglie povere è l'11,8%. - Le famiglie povere sono quelle numerose, quelle composte da anziani e/o da disoccupati. I nuclei con 5 o più componenti presentano livelli di povertà più elevati: il 26,2% di questi nuclei vive in povertà, sfiora il 40% al sud. Tra le famiglie con almeno un anziano l'incidenza di povertà (13,6%) è superiore di oltre 2 punti percentuali alla media e sale al 15,2% tra quelle con almeno due over 65. A rischio anche quelle dove il capofamiglia è donna. - Tra le famiglie in cui è presente almeno un anziano la quota di quelle povere è diminuita, passando dal 15,5% del 1997 al 13,6% del 2005. - Le famiglie percepiscono in media 2.750 euro al mese (2004). Ma quelle meridionali possono contare su 3/4 del reddito di quelle settentrionali. In Lombardia si ha il reddito medio più alto (32 mila euro), in Sicilia quello più basso (21 mila). - Quasi 12 milioni di famiglie percepiscono uno o più redditi da pensione. Per 2.7 milioni la pensione è l'unica fonte di reddito. Possono contare sulla pensione come unico reddito (quasi 2 mila euro l'anno in meno della media nazionale) il 27,5% delle famiglie nel mezzogiorno, il 21,2% del nord e il 19,4% del centro. Per 21 mila famiglie, la pensione sociale rappresenta l'unica fonte di reddito familiare.

Assemblea ordinaria della BCC Mediocrati

20/05 L’Assemblea ordinaria 2007 dei soci del Credito Cooperativo Mediocrati, svoltasi a Montalto Uffugo, conferma la grande capacità d’attrazione esercitata dalla banca Mediocrati sul territorio di propria competenza, infatti il numero complessivo dei soci, a fine 2006, era pari a 2.433.
“Siamo molto soddisfatti per i risultati raggiunti nell’anno del centenario – ha detto il Presidente Paldino aprendo i lavori dell’Assemblea – e ciò, nonostante le difficoltà finanziarie che ancora registra l’economia del territorio. Nel 2006 la gestione ha prodotto un utile netto di € 2.082.169, con un ristorno ai soci di € 224.874,26.
Il patrimonio del Mediocrati – ha detto il Presidente Paldino – dopo l’approvazione odierna del bilancio ammonta ad € 29.819.208.
Nicola Paldino ha sottolineato i risultati positivi conseguiti dall’Istituto di Credito Mediocrati: “in primo luogo il rispetto del principio della erogazione del credito prioritariamente ai soci. Nel 2006, su un totale di € 192.716.707 di impieghi, € 56.635.581 sono stati riservati ai soci”, al netto delle operazioni di credito garantite da soci e delle operazioni in titoli a ponderazione zero.
Il Presidente Paldino ha poi ricordato alcune delle tante iniziative nell’anno del centenario: il convegno “Cento Primavere di Sviluppo locale” con la partecipazione del Presidente di Federcasse Alessandro Azzi e di autorevoli esponenti del mondo bancario, religioso, politico e istituzionale; il libro “Un secolo di solidarietà in Valle Crati –1906/2006” scritto da Luigi Intrieri e Mario Guido; la partecipazione all’udienza generale di Papa Benedetto XVI, a cui hanno partecipato 2200 tra soci e loro familiari; l’inaugurazione della filiale nella Città capoluogo, alla presenza del Presidente di ICCREA Banca Augusto Dell’Erba; il Prestito del Secolo, utilizzato da 226 soci che hanno sottoscritto prestiti per € 6.505.658.
“Puntando sulla formazione e la valorizzazione delle competenze e delle professionalità dei propri collaboratori, – ha ricordato il Presidente - la BCC Mediocrati assiste, a fine 2006, ben 26.846 clienti, con una attenzione sempre particolare alle famiglie e ai piccoli operatori. La raccolta diretta da clientela ammontava a € 275.332.856 con un aumento del 75% rispetto a sei anni prima.
“La continua crescita che registra la Banca, - ha concluso il Presidente Paldino - conferma la buona filosofia dell’attività della BCC Mediocrati, che produce valore a vantaggio dei soci, dei propri collaboratori, dei clienti, di tutta la comunità locale, a favore della promozione della cooperazione e della costruzione del futuro sviluppo del territorio”.
Al termine dei lavori tutti i soci sono stati invitati a partecipare, il 29 giugno prossimo, alla inaugurazione del Centro Direzionale della Banca a Rende.

Aumentano i finanziamenti delle banche alle imprese calabresi (+15%)

15/05 E' sempre più dinamico il rapporto tra banche e Mezzogiorno, con la Calabria in particolare ai primi posti per quanto riguarda l' erogazione di finanziamenti bancari alle imprese: tra dicembre 2005 e dicembre 2006, infatti, i settori produttivi regionali hanno registrato una crescita del 15% per un ammontare di 7,4 miliardi di euro. A rilevarlo è l' ultimo rapporto dell'Osservatorio permanente banche-imprese (costituito da Abi e 13 associazioni imprenditoriali) presentati dal Presidente di Abi Calabria, Marcello Calbiani. Calbiani, è scritto in una nota, "ha riunito a Cosenza la Commissione regionale per definire un' agenda di lavoro sui temi di interesse comune con imprese e professionisti: in primo piano Basilea2, il ruolo dei Confidi, l' internazionalizzazione, la nuova 488, mentre sono già andati in porto sul territorio alcuni incontri sulla riforma del diritto fallimentare che porterà benefici tangibili all' economia regionale in termini di efficienza e competitività". "La riunione - prosegue la nota - è stata anche occasione per incontrare il Commissario della Camera di commercio di Cosenza, Pietro Rende, ed il presidente dell' Associazione provinciale degli industriali cosentini, Raffaele De Rango". "Il rapporto tra banche e imprese - ha sostenuto Calbiani - si consolida creando, così, le condizioni per una nuova stagione di crescita della nostra regione. E' un buon segnale che il settore creditizio mantenga la sua attenzione verso un' area con grandi potenzialità. Il nostro compito sarà quello di confrontarci e collaborare con i principali attori economici sul territorio per creare nuove opportunità di sviluppo". Tutte le principali province, secondo quanto emerso dal rapporto, hanno segnato un buon incremento dei finanziamenti: in testa Reggio Calabria con una crescita del 22,6% pari a 1,8 miliardi, Catanzaro con 17,1% ha raccolto circa 1,6 miliardi e Cosenza con 2,7 miliardi di euro ha raggiunto un +12%. "Quello della Calabria - conclude la nota - non è un caso isolato, ma rientra in una classifica che ha visto nel 2006 le principali regioni del Mezzogiorno (Campania +24,6% - Sicilia +14,2% - Puglia +13,1%) battere il Nord nella richiesta di finanziamenti per le imprese".

Convegno sugli incentivi alle imprese, ultimo bando della 488 nel 2007

10/05 Del sistema degli incentivi alle imprese si è discusso nel corso di un incontro sul tema "Il sistema degli incentivi tra passato e futuro" svoltosi a Roma ed organizzato dal segretario di Presidenza della Camera dei Deputati e presidente della Fondazione 'I Sud del Mondo Onlus', Giuseppe Galati (Udc). Nel corso del convegno - è scritto in una nota diffusa dal deputato dell'Udc - il direttore generale per il Coordinamento degli incentivi alle impresé del Ministero dello sviluppo Economico, Paola Verdinelli De Cesare, si è soffermata su un'analisi dei risultati delle politiche in materia di investimenti pubblici e agevolazioni, analizzando le prospettive della programmazione 2007-2013 e i punti centrali del decreto 'Industria 2015'. Il Colonnello Giancarlo Pezzuto, comandante del Nucleo speciale 'Spesa pubblica e Repressione delle frodi comunitarie', ha evidenziato l'impegno significativo della Guardia di Finanza, citando dati eloquenti: fra il 2004 e il 2006, le fiamme gialle hanno condotto 6.623 interventi nel settore degli incentivi, individuando 2.117 miliardi di euro percepiti indebitamente. Pezzuto, in chiusura del suo intervento, ha ricordato inoltre che nel mirino della magistratura sono finite oltre 8.500 persone e che, dal gennaio 2005 al settembre 2006, la Guardia di Finanza ha eseguito importanti sequestri di beni e disponibilità finanziarie. Secondo il Consigliere Gianfranco Donadio - prosegue la nota - della Direzione Nazionale Antimafia, dietro le truffe legate alla legge 488/92 si annidano esponenti della criminalità organizzata: 'briganti che vogliono diventare galantuomini'. La malavita si è inserita nel business delle società che forniscono consulenze alle imprese in cerca di finanziamenti, per poi entrare nelle aziende con un volto 'ripulito', lontano dagli sguardi del fisco e della magistratura. Donadio ha sollecitato il ministero a lavorare su un quadro statistico reale, con l'obiettivo di realizzare una contabilità dedicata: se intorno al meccanismo degli incentivi esiste una casistica giudiziaria di rilievo, occorre puntare non solo su azioni di repressione ma anche su politiche efficaci di prevenzione. La gestione degli incentivi allo sviluppo è stato il tema affrontato da Gianfranco Verzaro, direttore generale Artigiancassa, che ha approfondito il ruolo delle banche concessionarie e del ministero dello Sviluppo Economico. Ha soffermato la sua attenzione sullo scenario dell'Unione europea, sulla struttura del sistema industriale italiano, sul deficit di competitività, sulle risposte della Pubblica Amministrazione. Il Vice Ministro allo Sviluppo Economico, Sergio D'Antoni, ha concluso i lavori del seminario - conclude la nota - confermando la volontà del governo di chiudere con la 488: ha ribadito che nel 2007 ci sarà l'ultimo bando per questa legge di agevolazione che andrà in pensione proprio in coincidenza con il riordino del sistema degli incentivi alle imprese che il governo varerà nei prossimi mesi. Ha poi ricordato l'intenzione del Ministero di concentrarsi sulle questioni relative al credito d'imposta per investimenti e occupazione, alle zone franche urbane, agli stage di formazione finalizzati al lavoro. Tra gli obiettivi evidenziati da D'Antoni, anche una convenzione con la Cassa Depositi e Prestiti per lo start up delle imprese.

Utile netto del +20.7% per Banca Carime nel I trimestre

10/05 Il Cda di Banca Carime ha approvato i risultati al 31.03.2007. La gestione economica ha prodotto un utile netto di 16,1 milioni, in crescita di 2,8 milioni su base annua (+20,7% rispetto ai 13,4 milioni di marzo 2006). Al 31 marzo 2007, il conto economico evidenzia un utile dell'operativita' corrente al lordo delle imposte in crescita del 17,6% a 28,4 milioni rispetto ai 24,1 milioni circa del marzo 2006. Gli impieghi di Banca Carime hanno evidenziato un favorevole andamento anno su anno, con un incremento complessivo dell'aggregato da 3,3 a 3,6 miliardi (+8,5%) determinato dalla crescita sostenuta dei mercati retail (consumatori e piccole aziende) e corporate. La raccolta totale da clientela si e' attestata a 13,7 miliardi (-0,7% su base annua): in particolare, la raccolta diretta e' rimasta invariata rispetto al marzo 2006 a 7 miliardi, mentre la raccolta indiretta si e' ridotta da 6,7 miliardi a 6,6 miliardi a causa della flessione del risparmio amministrato (da 1,8 a 1,6 miliardi) e del risparmio gestito ( da 3,9 a 3,8 miliardi), mentre il risparmio assicurativo ha registrato un incremento del 18,6% da 1,0 a 1,2 miliardi. Al 31 marzo 2007, il patrimonio netto di Banca Carime, incluso l'utile di periodo, risulta pari a 1.561,8 milioni.

Abi Calabria “Nuove regole per i fallimenti, porteranno benefici”

08/05 "Le nuove regole introdotte con la riforma del diritto fallimentare porteranno benefici tangibili all'economia regionale in termini di efficienza e competitività. Sarà possibile gestire con più rapidità situazioni di crisi, con il risultato di un rafforzamento dei livelli di trasparenza e della collaborazione tra banche e imprese". Lo ha dichiarato, oggi a Cosenza, il Presidente della Commissione regionale Abi Calabria, Marcello Calbiani, intervenendo ad un convegno sul "Nuovo diritto fallimentare", e sottolineando che "abbiamo la possibilità di utilizzare strumenti più moderni ed efficaci per favorire uno sviluppo concreto dei nostri settori produttivi". All'incontro sono intervenuti Pierino Rende, Commissario straordinario della Camera di Commercio di Cosenza, Maurizio Napolitano, Presidente dell'Ordine dei commercialisti di Cosenza, Eustachio Ventura, Presidente del Collegio dei ragionieri locali, e Sergio Battaglia del Settore Affari legali Abi. L'auspicio emerso nel corso del convegno è che dalle nuove regole emerga un'inversione di tendenza rispetto allo svantaggio competitivo che l'Italia, soprattutto il Mezzogiorno, ha nei confronti dell'Europa, anche a causa delle lungaggini delle procedure fallimentari. Stando alle statistiche, infatti, mentre all'estero un fallimento si chiude in tre anni e mezzo, con un recupero in genere del 50% del credito, in Italia per i fallimenti ci vogliono sette anni, con punte al Sud di dieci anni per un recupero in media del solo 15% del credito. "Con la riforma - si è detto - gli obiettivi possibili dovrebbero essere il rilancio della competitività, la diminuzione del costo del denaro, e l'attrazione degli investimenti sul territorio". Presentati anche i dati dell'ultimo rapporto dell'Osservatorio permanente banche-imprese (costituito da Abi e 13 associazioni imprenditoriali): tra settembre 2005 e settembre 2006 sono stati 13,6 miliardi di euro i finanziamenti bancari al sistema economico regionale (una crescita del 7,2%). Nello stesso periodo, per le famiglie i crediti sono stati di 5,4 miliardi (+6,9%) e per le imprese di 7,1 miliardi (+2,2%). In primo piano tra i settori produttivi spiccano l'industria con 1,7 miliardi di impieghi e il 6% di crescita, e l'artigianato con 548 milioni per un incremento annuale del 6,9%.

Confidi Magna Grecia approva il bilancio 2006

07/05 Ottocentosettantasei aziende socie, 56 milioni di euro di finanziamenti per circa 26 milioni di garanzie in essere, 18 milioni di nuovi finanziamenti erogati nell' anno dalle Banche convenzionate ed un patrimonio consortile di 6,5 milioni di euro; il tutto confortato da un risultato economico positivo che conferma il consolidamento dell'equilibrio gestionale. Sono questi i dati più significativi esposti da Francesco Coscarella, presidente del Confidi Magna Grecia, nel corso dell' assemblea che ha approvato il bilancio 2006 del Confidi. "Si tratta di dati che - afferma Coscarella - confermano come il Confidi Magna Grecia abbia tutte le carte in regola per continuare a giocare un ruolo da protagonista in quello che, in base al nuovo scenario normativo, può definirsi un vero e proprio 'mercato della garanzia', capace di superare i tradizionali limiti provinciali e settoriali, aprendosi alla competizione di soggetti forti, dinamici e provenienti da altri territori. Affinché l' obiettivo di valorizzare il patrimonio di intelligenze e competenze maturate all' interno del Confidi Magna Grecia possa essere raggiunto pienamente ed in tempi compatibili con i mutamenti in corso, è auspicabile la forte e convinta convergenza di quanti, in misura e differente responsabilità, sono coinvolti in questo processo". "Per quanto riguarda le prossime iniziative a favore delle Pmi calabresi - è scritto in una nota - il Confidi Magna Grecia é pronto ad offrire la propria assistenza e la garanzia consortile alle imprese operanti in Calabria che vorranno usufruire dei contributi previsti dalla nuova Legge 598 per il consolidamento delle passività bancarie a breve e gli investimenti per l' innovazione tecnologica, tutela ambientale, innovazione organizzativa e commerciale, sicurezza sui posti di lavoro. Le agevolazioni prevedono, a fronte della concessione di finanziamenti bancari a medio lungo termine, l' erogazione di contributi in conto interessi e contributi per l' abbattimento del costo di accesso alla garanzia di un Confidi regionale come, per l'appunto, il Confidi Magna Grecia".

In Calabria 4.500 posti in meno negli ultimi 5 anni

03/04 4mila e 500 posti di lavoro bruciati negli ultimi cinque anni, almeno altri 2.600 a rischio. Con metalmeccanico e il tessile in testa ai settori colpiti dalla crisi. Lo scrive, oggi, il Sole 24 Ore in un rapporto sull'economia calabrese affidandosi a stime della Uil regionale. A livello territoriale, secondo Il Sole è stata la provincia di Vibo Valentia a perdere il maggior numero di occupati a causa del crollo delle commesse del Nuovo Pignone, azienda ex Eni venduta alla General Electric. Nello stabilimento che produce scambiatori e condensatori d'aria si sono persi 300 posti, mentre altri 1.500 sono venuti meno nell'indotto delle piccole imprese che lavorano per il Nuovo Pignone. Altra area colpita dalla crisi del metalmeccanico è Reggio Calabria, dove il crollo della commesse delle Officine Meccaniche Calabresi (gruppo Ansaldo) ha portato alla perdita, nell'indotto, di 220 posti. Le aziende tessili, presenti soprattutto in provincia di Cosenza, sono proprio sparite. Così la Marlane-Marzotto di Praia a Mare, la Manifattura del Crati di Castrovillari e la Foderauto Bruzia di Belvedere Marittimo chiudendo hanno causato la perdita di un migliaio di posti di lavoro.

Utile netto di 70 milioni per Banca Carime

15/03 Il consiglio di amministrazione di Banca Carime ha approvato il progetto di bilancio a fine 2006 con una gestione economica che ha prodotto nell' anno passato un utile netto di 69,4 milioni. Utile conseguito - è detto in una nota dell' istituto di credito - senza l'apporto di componenti straordinarie, in crescita di 27,4 milioni su base annua (+65,4% rispetto ai 41,9 milioni del 2005). Al 31 dicembre 2006, il conto economico evidenzia proventi operativi per 403,8 milioni di euro contro i 398,5 milioni del 2005 che comprendevano componenti straordinarie per 21,7. Nella nota carime si sottolinea l'incremento del margine d'interesse, attestatosi a 269,9 milioni di euro rispetto ai 255,9 milioni del 2005 (+5,5%) grazie alla positiva evoluzione degli impieghi e al contributo della raccolta; la sostanziale stabilità delle commissioni nette pari a 109,4 milioni di euro (-0,5 milioni rispetto al 2005); la crescita del risultato dell'attività di negoziazione e di copertura attestatosi a 15,2 milioni di euro (4,5 milioni nel 2005). Nel corso del 2006 è proseguito - si aggiunge - il contenimento degli oneri operativi, ridottisi anno su anno del 10,2%, da 309,9 a 278,3 milioni di euro, grazie soprattutto alla diminuzione evidenziata dalle spese del personale da 197,3 a 165,2 milioni (-16,3% in parte determinata da minori accantonamenti straordinari per 26,7 milioni e dalla riduzione del personale) e dalle rettifiche di valore nette su attività materiali e immateriali da 13,5 a 12,9 milioni (-4,1%), mentre le altre spese amministrative hanno registrato un lieve incremento da 99,2 a 100,2 milioni (+1,0%). Le rettifiche di valore nette per deterioramento di crediti hanno evidenziato una contrazione da 12,3 milioni di dicembre 2005 a 10 milioni di dicembre 2006, a comprova della buona qualità del portafoglio in essere e dell'attenzione posta all'allocazione del credito. Infine, il risultato di periodo sconta un carico fiscale di 48,5 milioni di euro (36,9 a dicembre 2005).Tale risultato consentirà di proporre all'Assemblea degli azionisti un dividendo unitario di euro 0,04644 alle 1.411.738.948 azioni ordinarie che compongono il capitale della Banca, detenuto per l'85,8251% da Banche Popolari Unite Scpa; per il 14,1478% da Aviva SpA e per lo 0,0271% da altri soci. Gli impieghi di Banca Carime hanno evidenziato un "ottimo andamento anno su anno", con un incremento complessivo dell'aggregato da 3,3 a 3,7 miliardi di euro (+12,4%) determinato dalla crescita sostenuta sia del mercato Retail che di quello Corporate. Rimane elevata la qualità del credito, con un rapporto sofferenze + incagli netti /totale impieghi pari all'1,19% (1,43% al 31/12/2005). La raccolta totale da clientela é passata da 13,7 a 13,8 miliardi di euro, principalmente per effetto della crescita della raccolta diretta (attestatasi a 7,2 miliardi rispetto ai 7 miliardi di dicembre 2005), mentre la raccolta indiretta si è ridotta da 6,7 miliardi a 6,6 miliardi di euro a causa della flessione del risparmio amministrato (da 1,8 a 1,6 miliardi), mentre il risparmio gestito ha registrato un incremento dell'1,4% da 4,9 a 5 miliardi di euro per effetto della performance positiva nel risparmio assicurativo (+16,4% a 1,1 miliardi di euro). Al 31 dicembre 2006, il patrimonio netto di Banca Carime, incluso l'utile d'esercizio, risulta pari a 1.611,5 milioni di euro. Il coefficiente di solvibilità individuale è del 19,03% rispetto al requisito minimo del 7% richiesto per le banche appartenenti ai Gruppi Bancari. Banca Carime conta, al 31 dicembre 2006, 325 sportelli retail (di cui 15 in via di dismissione), 7 corporate banking office e 7 private banking office. L'organico risulta composto da 2.700 risorse, in contrazione di 107 unità rispetto al 31 dicembre 2005.

Per l’Istat inflazione al ribasso

14/03 Al netto dei tabacchi l'inflazione a febbraio ha registrato una variazione tendenziale di +1,7% mentre su base congiunturale è stata pari a +0,3%. L'andamento dell'inflazione a febbraio, spiega l'Istat, risente principalmente dell'accelerazione dei prezzi nel comparto dei servizi i cui effetti sulla dinamica dell'indice generale dei prezzi al consumo sono stati parzialmente controbilanciati dalla flessione del ritmo di crescita tendenziale dei prezzi nel settore dei beni. Un significativo contributo al contenimento dell'inflazione deriva dal perdurare della fase di flessione dei prezzi dei beni energetici iniziatosi a settembre 2006. Un freno alla crescita dei prezzi è dovuto anche al rallentamento sul piano tendenziale dei prezzi dei beni alimentari nonostante risultino lievemente aumentati rispetto a gennaio scorso. Un sostegno all'inflazione si deve invece agli aumenti dei prezzi dei tabacchi. Per quanto riguarda i capitoli di spesa, gli aumenti più marcati nell'arco degli ultimi 12 mesi hanno interessato il capitolo bevande alcoliche e tabacchi (+4,6%), abitazione, acqua, elettricità e combustibili (+4,1%), alimentari e bevande analcoliche (+2,5%). La tendenza alla flessione dei prezzi è stata confermata nel capitolo delle comunicazioni (-5% negli ultimi 12 mesi) e nei servizi sanitari e spese per la salute (-1,2% tendenziale). Sensibilmente inferiore al tasso di inflazione, rileva l'Istat, è risultato il ritmo di crescita nei trasporti che a febbraio è risultato pari all'1%. La scomposizione del tasso tendenziale di crescita dell'indice generale nei contributi imputabili ai diversi capitoli evidenzia che a febbraio scorso il contributo maggiore é attribuibile al capitolo abitazione, acqua, elettricità e combustibili che assieme a quello alimentari e bevande analcoliche spiega oltre il 45% del tasso di inflazione. All'interno del comparto energetico viene evidenziata la flessione del prezzo della benzina verde che registra diminuzioni sia rispetto a gennaio scorso (-1,2%) sia rispetto a febbraio 2006 (-4,1%). Il prezzo del gasolio per auto diminuisce sia sul piano congiunturale (-2,4%) sia su quello tendenziale (-5,9%). Per quanto riguarda i prodotti energetici per uso domestico, restano stabili rispetto a gennaio i prezzi del gas (+5,5% la variazione negli ultimi 12 mesi) mentre i combustibili liquidi registrano una diminuzione del prezzo dello 0,6% su base congiunturale e del 4,7% su quello tendenziale. Forte la crescita dei prezzi dei tabacchi (+2,7% rispetto a gennaio e +6% rispetto all'anno precedente). Tra i servizi, l'Istat sottolinea l'aumento dell'8,1% su base tendenziale della tariffa sui rifiuti solidi, del 6,6% delle tariffe ferroviarie mentre si riducono i prezzi dei servizi di telefonia (-0,6% rispetto a gennaio e -0,8% rispetto al 2006)

Per l’Abi “Sono in crescita i finanziamenti ai settori produttivi in Calabria”

13/03 I principali settori produttivi locali hanno raccolto finanziamenti bancari per 7,1 miliardi di euro (+2,2% tra settembre 2006 e lo stesso periodo dell' anno precedente) e "stanno mostrando la giusta vitalità per poter cogliere le opportunità di sviluppo offerte da una congiuntura economica favorevole". E' quanto afferma l' Abi (l' Associazione bancaria italiana) in una nota nella quale si sottolinea che "allo stesso tempo si rafforzano le relazioni con il sistema bancario e ciò rappresenta una porta d' accesso importante verso i mercati esteri". E proprio l' internazionalizzazione come scelta strategica delle banche per spingere le esigenze di crescita del territorio, è stato l' argomento al centro del convegno sul tema "Internazionalizzazione e nuovi scenari del rapporto banca-impresa", svoltosi oggi a Crotone. All' incontro hanno partecipato il presidente della Commissione regionale, Marcello Calbiani; il sindaco di Crotone, Peppino Vallone; il presidente della Provincia di Crotone, Sergio Iritale; il presidente della Camera di Commercio, Francesco Barretta; il direttore generale del Dipartimento Attività produttive della Regione, Francesco De Grano; la responsabile del Servizio studi e promozione economica della Camera di Commercio, Maria Cilento; il responsabile dell' Ufficio Trade estero di Intesa Sanpaolo, Alfonso Santilli; i rappresentanti locali di Confindustria, Confagricoltura, Confartigianato, Confapi, Cna, Confcommercio, Coldiretti e Confcooperative. Nel corso del convegno sono stati presentati i dati dell' ultimo Osservatorio permanente sui rapporti banche-imprese (costituito dall' Associazione bancaria italiana e 13 associazioni imprendioriali) ed è emerso che i finanziamenti bancari al sistema economico regionale hanno raggiunto quota 13,6 miliardi di euro per una crescita del 7,2%. Nel dettaglio, il comparto industriale ha registrato un incremento del 6% con 1,7 miliardi di euro di impieghi; l' artigianato un aumento del 6,9% pari a 548 milioni di euro; si è mantenuto stabile il settore commerciale ed alberghiero con circa 2,3 miliardi di euro. Grande disponibilità nei confronti delle famiglie cui sono stati destinati impieghi complessivi che ammontano a 5,4 miliardi di euro (+6,9%). Il presidente della Commissione regionale Abi Calabria, Marcello Calbiani, ha sottolineato che "l' obiettivo del settore bancario è spingere la presenza dei nostri settori produttivi nel mercato globale, sviluppando ulteriormente la capacità di attrazione di investimenti dall'estero sul territorio. In questo senso, relazioni sempre migliori tra banche e imprese locali possono dare alla Calabria la possibilità di contribuire a rilanciare la crescita del Paese"

Calabria ultima regione per sportelli bancari procapite

10/03 Trento e' la citta' italiana dove e' piu' facile imbattersi in una banca, mentre e' Caserta il luogo dove minore e' la diffusione degli sportelli bancari. Questo, almeno, e' quanto emerge dalla classifica delle province italiane per numero di sportelli contenuta nel quinto rapporto annuale sul credito provinciale, realizzato da Unioncamere in collaborazione con l'Istituto Tagliacarne. A Trento, infatti, si registra la presenza di uno sportello bancario ogni circa 1.000 abitanti, mentre a Caserta il rapporto e' di 1 a 5.000. Il rapporto fra abitanti ed infrastrutture creditizie, rileva lo studio, e' generalmente molto basso nelle province del Mezzogiorno (non a caso le ultime 10 posizioni della classifica nazionale sono occupate tutte da province meridionali, con Caserta, Crotone e Reggio Calabria nelle quali il rapporto numero di sportelli/popolazione-imprese appare piu' basso). Cio' potrebbe far ipotizzare un mercato del credito meno concorrenziale che, non favorendo l'incontro di domanda e offerta, sarebbe una delle cause del costo del denaro piu' elevato per le imprese meridionali. Di seguito una tabella con le prime dieci e le ultime dieci province per numero di sportelli (anno 2005):

Citta'

Sportelli

x1.000 imprese

x10.000 abitanti

       

Trento

524

10,82

10,53

Rimini

272

8,26

9,48

Belluno

192

12,13

9,05

Ravenna

317

8,32

8,68

Forli'

322

7,89

8,67

Cuneo

491

6,81

8,61

Udine

454

9,18

8,59

Bolzano

408

7,69

8,55

Pesaro-Urbino

301

7,8

8,24

Bologna

772

8,76

8,18

       

Ultime 10 Province

Avellino

128

3,31

2,93

Benevento

82

2,58

2,83

Catanzaro

104

3,69

2,82

Taranto

162

3,86

2,79

Cosenza

198

3,66

2,7

Napoli

803

3,65

2,6

V.Valentia

42

3,22

2,49

R.Calabria

139

3,14

2,46

Crotone

39

2,62

2,25

Caserta

197

2,82

2,24

 

Presentato l’undicesimo Rapporto sul credito di Artigiancassa

07/03 Dei 54,8 miliardi di crediti concessi alle imprese artigiane italiane dal sistema bancario, 675 milioni sono stati destinati ad imprese artigiane della Calabria. E' questo il dato principale che emerge dal "Rapporto sul credito e sulla ricchezza finanziaria delle imprese artigiane 2006", realizzato da Artigiancassa e giunto all' undicesima edizione. Dal "Rapporto", che analizza a livello regionale e provinciale i principali fenomeni che caratterizzano il credito al comparto artigiano, risultano inoltre altri dati sulla quantità e sulla qualità dei finanziamenti artigiani. Al 31 dicembre 2005, è scritto nel rapporto, gli impieghi in essere a favore delle imprese artigiane sono stimati a 54.800 milioni di euro, pari al 4,4% dell' intero credito bancario al sistema delle imprese. Nell' evoluzione degli ultimi cinque anni, l' incidenza degli impieghi artigiani sul totale degli impieghi bancari si è ridotta, passando dal 4,9% del 2001 al 4,4% del 2005. Dei 54.800 milioni di euro, 46.800 sono localizzati nelle Regioni del Centro-Nord che, quindi, assorbono oltre l' 85% degli impieghi artigiani complessivi. "A livello regionale - rileva il rapporto - risultano differenze significative in termini di incidenza del credito destinato alle imprese artigiane sul totale dei crediti bancari alle imprese. Le percentuali più elevate si registrano nelle Marche (9,4%) e in Umbria e Trentino Alto Adige (8,3%), le più basse nel Lazio (1,1%) e in Campania (2,2%). La percentuale della Calabria (5,1%) è superiore alla media nazionale e a quella del Meridione (in entrambi i casi, 4,4%)". Su base provinciale, la percentuale finanziamenti artigiani/finanziamenti totali più alta si registra a Macerata (13,3%), la più bassa a Roma (0,7%). Nelle province calabresi si registra: Cosenza 6,2%, Vibo Valentia 5,4%, Reggio Calabria 4,5%, Catanzaro e Crotone 4,1%. L' importo medio del finanziamento per singola impresa artigiana è di 37.100 euro, con una forbice molto ampia tra Centro Nord (42.700 euro) e Mezzogiorno (21.100 euro). Gli importi medi unitari più elevati si registrano in Trentino Alto Adige (91.500 euro) e nelle Marche (59.300 euro), quelli più ridotti in Campania (13.700 euro) e Lazio e Calabria (17.200 euro). In merito alle diverse tipologie per dimensioni delle imprese artigiane, l' ammontare degli impieghi bancari (54.000 milioni di euro) si distribuisce in modo differenziato: l' incidenza maggiore (52,5% del totale) riguarda le imprese con 6-19 addetti; le imprese fino a 5 addetti rappresentano il 42% e quelle con oltre 19 addetti il 5,5%. Per quanto concerne la qualità del credito erogato alle imprese artigiane su scala nazionale, il 52,7% dei finanziamenti bancari è a medio/lungo termine. Le Regioni in cui gli artigiani maggiormente ricorrono al credito a breve termine sono la Sicilia (51,7%), la Campania (51,4%)e il Lazio (50,9%); quelle ove vi ricorrono meno sono la Liguria (40,7%), l'Abruzzo (42,5%) e la Puglia (42,6%). In Calabria, la percentuale di finanziamenti a breve è del 48,9%. Sul totale del credito bancario destinato al settore artigiano, la quota agevolata ammonta a 3.250 milioni di euro, pari al 5,9% del totale. Nel Mezzogiorno questa quota sale all'11,8% a fronte del 4,9% del Centro-Nord. In Calabria, la percentuale di finanziamenti artigiani agevolati è del 7,6%. "La ricchezza finanziaria delle imprese artigiane - conclude il rapporto - è stimata in 73.900 milioni di euro. Su base territoriale il 79,2% della ricchezza finanziaria artigiana è concentrata nel Centro-Nord. Non solo. Quattro regioni, Lombardia (22,1%), Veneto (10,9%), Emilia Romagna (10,4%) e Piemonte (8,3%) concentrano da sole oltre la metà del totale nazionale. In Calabria si concentra l'1,5% del totale".

Economia divisa tra eccellenze e negatività tra 228 imprese del cosentino

27/02 E' un'economia divisa tra eccellenze e negatività quella che emerge dall'analisi dei bilanci delle prime 228 società della provincia di Cosenza, effettuata dal centro studi economico e finanziario Esg 89, editore degli Annuari economici. Dall'esame dei documenti contabili del campione di spa, srl e coop, sono 19 (il 6,7% del totale), le aziende che chiudono con un utile netto prima delle imposte superiore a 500 mila euro e solo 12 hanno un un risultato netto superiore a un milione di euro. Il 25% delle società analizzate, una su quattro, presenta invece un passivo. Regina indiscussa a livello provinciale è Banca Carime che primeggia in tutte le categorie prese in considerazione nello studio. La provincia di Cosenza, secondo quanto viene fuori dalla radiografia di Esg 89, è costituita perlopiù da piccole e medie imprese, infatti solo due società superano i 100 milioni di euro di fatturato, mentre la fascia più numerosa è quella con un fatturato inferiore ai cinque milioni con oltre il 65% del totale del campione. Il 13,4% del campione ha poi un fatturato superiore ai 10 milioni. Nella suddivisione per settori merceologici il Commercio (dettaglio e ingrosso) risulta il più numeroso (39%), seguito dall'Agricolo-Alimentare (13,2%). Buona anche la presenza di industrie nel comparto dell'Edilizia con una percentuale dell'10,5%. "Abbiamo analizzato il campione delle società di capitali della provincia secondo il totale del patrimonio netto - afferma Giovanni Giorgetti analista del centro studi - 94 società hanno iscritto a bilancio un valore superiore al 1.000.000 di euro (41% del campione) e 24 con un valore superiore ai cinque milioni di euro. Sono invece 39 (il 17%) le società che hanno un valore iscritto a bilancio inferiore ai 100.000 euro". "Inoltre - prosegue Giorgetti - abbiamo analizzato un altro indice: il rapporto oneri finanziari/fatturato, dato molto sensibile soprattutto per il mondo bancario in vista di Basilea 2. Questo dato rileva, infatti, che il 12% delle società di capitali della provincia di Cosenza sono nella fascia di 'attenzione', in linea con il dato a livello nazionale che è del 20% con un rapporto oneri/fatturato superiore e/o uguale al 3%. Questo fenomeno - conclude Giorgetti - pertanto non peserà sul sistema economico locale quando le regole di Basilea 2 entreranno operativamente in vigore"

La Calabria tra le quattro regioni più povere d’Europa

19/02 In Italia la più ricca è la Lombardia e la più povera la Sicilia, ma tra le prime quindici regioni Ue con il più alto pil per abitante non figura alcuna regione italiana: lo dice Eurostat, l'ufficio europeo di statistica, che oggi ha reso noto il prodotto interno lordo per abitante, espresso in standard di potere d'acquisto, di 268 regioni dell'Ue-27. Secondo i dati, relativi al 2004, la regione di Londra resta la più ricca dell'Unione con un pil per abitante pari al 303%, considerando 100 la media Ue-27. Nella nuova fotografia, rispetto a quella diffusa nel settembre scorso relativa al 2003 ed ancora riferita solo ai 25, quindi senza Romania e Bulgaria, non figura più alcuna regione italiana nel gruppo di testa delle più ricche. Dopo Londra, la classifica vede Lussemburgo, Bruxelles-capitale, Amburgo, Vienna, la regione di Parigi Ile de France, seguita da tre contee inglesi e dall'Alta Baviera. In alcune regioni ricche, fa notare Eurostat, il livello di pil per abitante è tuttavia molto influenzato anche dal flusso di pendolari che aumentano la produzione ad un livello che non potrebbe essere raggiunto della sola popolazione residente: è questo il caso, in particolare, delle grandi città. Per l'Italia, che fino al 2003 contava la provincia autonoma di Bolzano all'ottavo posto in Ue, i dati Eurostat indicano la Lombardia al top con un pil pro-capite del 141,5% rispetto alla media Ue, mentre fanalino di coda è la Sicilia con il 67,3%. Anche in questo caso, tuttavia, la percentuale della regione italiana è ben lontana da quella delle più povere dell'Ue-27, tutte rumene e bulgare, se si escludono tre polacche. La più povera dei Ventisette è la regione rumena del Nord-est con il 24% di pil pro-capite rispetto alla media Ue. Tra le 46 regioni che superano la soglia del 125% del pil pro-capite della media Ue, otto sono regioni tedesche e inglesi, sette italiane, cinque olandesi, quattro austriache e tre del Belgio. Nel gruppo di testa delle italiane, con la Lombardia, anche Bolzano (140,2%), Lazio (131,8%) ed Emilia Romagna (130,4%). Mentre tra le regioni che si situano sotto il 75% della media Ue e quindi possono accedere ai fondi strutturali che Bruxelles destina alle regioni più povere (obiettivo convergenza), per l'Italia, oltre alla Sicilia, figurano la Puglia (69,8%), la Calabria (68,5%) e la Campania (68,4%)

De Rose (Confindustria) “La pubblica amministrazione non sia una palla al piede”

15/02 ''Il funzionamento della pubblica amministrazione rappresenta, insieme ad altre piu' 'visibili' emergenze, una urgente necessita' della Calabria''. E' quanto afferma il presidente di Confindustria Calabria, Umberto De Rose che annuncia una serie di iniziative come un ''osservatorio'' sul fenomeno e un numero verde a disposizione degli imprenditori. ''Le ritardate o mancate risposte, ancor di piu' di altri fattori - prosegue De Rose - sempre piu' spesso determinano il successo o l'insuccesso di iniziative imprenditoriali, compromettendo, in modo sempre piu' crescente, il corretto rapporto fra pubblico e privato. Prima il grido d'allarme di Callipo, poi le forti dichiarazioni di inizio anno del Superprefetto Luigi De Sena, ora Speziali; le vittime impotenti e predestinate sono pero' sempre le stesse: le imprese. A cio' si aggiunge una classe politica che, a tutti i livelli, sembra incapace di fornire risposte, soluzioni o certezze ai bisogni ed alle necessita' dei calabresi ed il quadro, ahime', si dipinge di tinte sempre piu' fosche''. Per De Rose ''e' giunto pero' il momento di non rimanere piu' passivi di fronte allo scempio che e' insieme politico, economico e culturale; gli imprenditori intendono scendere in campo piu' incisivamente per cambiare le cose. Il tempo delle attese e' finito. In questo senso vanno, percio', una serie di iniziative che come Confindustria Calabria, ma anche come Tavolo unitario dell'economia e del lavoro, si intendono portare avanti per incidere di piu' e meglio nel difficile rapporto fra la pubblica amministrazione e le imprese''. ''Sul piano prettamente operativo - sottolinea De Rose - la Confindustria, avendo ben presente che tali atteggiamenti della pubblicazione amministrazione si perpetuano anche a causa della difficolta' o del timore delle singole imprese ad agire processualmente a tutela dei propri interessi, intende agire per loro conto attraverso la formula della procura alla lite o del mandato collettivo per sostenerne le istanze nel contenzioso. Inoltre, congiuntamente a tutte le altre categorie economiche, sara' attivato un numero verde a supporto di un osservatorio che fungera' da ricettore delle istanze imprenditoriali su tale problematica e che servira' ad individuare forme e modalita' per un piu' proficuo e corretto rapporto da concertare con la Regione l'Anci e l'Upi. Con questa iniziativa si intende ribadire che non e' piu' il tempo delle parole, e' oramai il tempo dei fatti. E' del tutto evidente che il problema e' anche e soprattutto di qualificazione dell'intera macchina amministrativa a tutti i livelli oltre che di semplificazione, ma, aspettando le riforme che verranno, sosterremo ogni imprenditore nel difficile cammino verso la 'normalita'''

Cosenza la provincia italiana con più lavoratori over 55

14/02 E' Cosenza la provincia italiana in cui si trova il più alto numero (il 40,7%) di lavoratori che hanno un'età compresa tra i 55 ed i 64 anni. E' quanto emerge da una elaborazione Job su dati Istat pubblicata oggi dal quotidiano Il Sole 24 ore. Cosenza è seguita da Ragusa e L'Aquila, mentre la media nazionale del tasso di occupazione nella fascia di età 55-64 anni, è del 31,4%. Guardando agli aspetti negativi, dallo studio emerge anche che la provincia in cui l'occupazione in generale di donne e uomini nella fascia di età 15-64 anni, è la più bassa d'Italia è Crotone, con il 39,6% a fronte di una media nazionale del 57,5%. Crotone è preceduta di dieci posti da Vibo Valentia, con il 43,6%. La provincia della città di Pitagora, inoltre, risulta al penultimo posto nella graduatoria del tasso di occupazione femminile (23,8%), seguita da Foggia (21,2%), a fronte di una media nazionale del 45,3%.

In Calabria il tasso più alto di disoccupazione. A Bologna lavoro sicuro

04/02 Oltre 2,3 milioni di posti di lavoro in più negli ultimi dieci anni, due terzi dei quali occupati da donne: tra il 1995 e il 2005 - secondo i dati Istat sulle forze di lavoro 2005 - si è avuto un vero e proprio boom di occupazione anche se l'incremento ha riguardato soprattutto il Nord con 1.246.000 posti di lavoro in più a fronte dei 390.000 registrati al Sud. E se la Mecca per chi cerca lavoro sembra Bologna con un tasso di disoccupazione medio nel 2005 al 2,7%, circa un terzo della media nazionale (7,7%) la provincia più difficile per trovare un impiego è Enna con un tasso di disoccupazione medio del 19,4%, oltre il doppio della media nazionale. La Sicilia con il 16,2% di disoccupazione media appare la regione in cui è più complicato trovare lavoro e quella in cui il tasso di occupazione è più basso (il 44% delle persone tra i 15 e i 64 anni a fronte del 57,5% medio italiano) ma è a Crotone, in Calabria, che si ha la percentuale più bassa di persone che lavorano (il 39,6%) nella fascia di età considerata attiva. E' invece sempre l'Emilia la regione in cui si lavora di più con una percentuale (il 68,4%) vicina agli obiettivi di Lisbona (il 70%). Percentuale già superata a Reggio Emilia (70,8%), provincia nella quale in assoluto si lavora di più in Italia, e raggiunta da Modena (70%) mentre Bologna la sfiora con il 69,4%. Il problema resta comunque in Italia quello del lavoro per i giovani e gli anziani: se infatti nella fascia tra i 35 e i 44 anni lavorano il 76,3% delle persone e tra i 45 e i 54 anni il 70,6% la percentuale crolla dopo i 55 anni con appena il 14% di persone occupate (21,3% tra i maschi, 8,1% tra le femmine). La variazione tra province più ricche e meno ricche sul fronte del lavoro degli over 55 è meno visibile con aree del Nord con percentuali al di sotto della media nazionale (Torino ha l'11,7% degli over 55 al lavoro a fronte dell'11,5% di Enna mentre già Ragusa ha il 16,9%) anche grazie al largo uso, soprattutto tra gli uomini, delle pensioni di anzianità. La provincia che ha la percentuale di anziani al lavoro più alta è Bolzano con il 19,3% mentre quella che ha la più bassa è Taranto con il 10,1%. Tra i 15 e i 24 anni risulta al lavoro, in media sul territorio nazionale, il 25,5% delle persone mentre la percentuale vola al 69,3% tra i 25 e i 34 anni. Se si considerano solo i maschi la percentuale di chi lavora nella fascia di età centrale (35-44 anni) è 'bulgara' con il 91,2% su tutto il territorio nazionale ma resta alta anche tra i 25 e i 34 (80,1%) e tra i 45 e i 54 anni (88,1%). Crolla invece tra gli over 55 con il 21,3%. Per le donne la percentuale di persone che lavorano tra i 35 e i 44 anni è invece del 61,3% (molto vicina al 58,2% della fascia tra i 25 e i 34 anni) con variazioni significative a seconda dell'area geografica. A fronte dell'88,8% di donne tra i 35 e i 44 anni che lavorano a Bologna appena il 24,8% delle donne nella stessa fascia è occupata a Foggia seguita da Agrigento con il 25,7%. Se in Italia il tasso di occupazione maschile medio tra i 15 e i 64 anni è del 69,7% quello delle donne è del 45,3%. Ma se il tasso di occupazione femminile medio tra i 15 e i 64 anni a Bologna arriva al 63,2% a Foggia si ferma al 21,2%. Ecco una tabella con le province con il tasso di disoccupazione più basso:
- Bologna 2,7%
- Bolzano 2,8%
- Siena 3,1%
- Pesaro 3,1%
- Cuneo 3,2%
- Aosta 3,2%
- Bergamo 3,2%
- Reggio E 3,2%
- Lecco 3,2%
- Udine 3,3%
Province con il tasso di disoccupazione più alto:
- Enna 19,4%
- Caltanissetta 19,2
- Palermo 19,2%
- Foggia 18,5%
- Agrigento 17,7%
- Napoli 17,1%
- Reggio C. 16,3%
- Brindisi 16,3%
- Trapani 15,8%
- Crotone 15,5%

150 milioni alle PMI da Unicredit e Unionfidi

31/01 Diventa operativo domani il 'Progetto Networking' di UniCredit Banca e Unionfidi, per accrescere le opportunita' di accesso al credito delle piccole e medie imprese di Piemonte, Valle d'Aosta, Liguria, Lombardia, Trentino, Campania, Basilicata, Puglia e Calabria. Per la prima volta Unionfidi ha coinvolto anche altri importanti confidi locali, rivolgendosi cosi' a un'ampia platea di oltre 12.500 imprese potenzialmente interessate ad avviare programmi di investimento e sviluppo. UniCredit Banca mette a disposizione, con scadenza la fine di luglio di quest'anno, un plafond finanziamenti di 150 milioni per le imprese associate ad Unionfidi ed ai Confidi locali (Confidi Trento, Fidindustria Bari, Ga.Fi. Sud e Confidi Magna Grecia) che hanno aderito all'iniziativa, assistiti da una garanzia Confidi per una quota che puo' andare dal 60% all'80% del capitale finanziato. L'importo dei finanziamenti, destinati a investimenti produttivi, rivolti all'innovazione tecnologica e alla certificazione di qualita', alla formazione e alla ricapitalizzazione dell'azienda, potra' variare da un minimo di 40 mila fino a un massimo di 500 mila euro e coprire anche per intero il progetto di investimento dell'impresa.

In Calabria le province col pil procapite più basso

28/12 Bolzano si conferma la provincia più ricca d'Italia in termini di pil pro-capite, mentre Crotone è il fanalino di coda di un Paese sempre alle prese col divario tra Nord e Sud. La nuova istantanea sulla situazione delle economie provinciali arriva dall'Unioncamere-Istituto Tagliacarne che fotografa il capoluogo del Trentino-Alto Adige al top della classifica con una ricchezza pro capite pari a 36.868 euro nel 2005 mentre la città calabrese si piazza all'ultimo posto con un dato pari a meno della metà: 14.139 euro. Tra il 2004 ed il 2005 aumenta così il divario tra il Pil potenziale della provincia italiana più ricca con quella più povera. Un dato che, in soldoni, si traduce nel fatto che la ricchezza prodotta da un residente a Bolzano vale 2,6 volte quella di uno di Crotone. La distanza tra Centro-Nord e Sud del Paese trova riscontro nel numero di province meridionali presenti nella classifica in valore assoluto: sono solamente due (Napoli e Bari) le province del Mezzogiorno tra le prime dieci, e solo dodici nella metà più alta delle posizioni. In media il valore della ricchezza prodotta da ogni italiano nel 2005 è stata di 24.152,13 euro. In termini assoluti, invece, la provincia che produce di più resta Milano, seguita da vicino da Roma (con un pil totale pari all 85,5% di quello della capitale lombarda) e, distanza, da Torino (che realizza il 44,5% della ricchezza prodotta a Milano). Tra le prime 10 province in valore assoluto spiccano realtà più piccole come Brescia (5 posto), Bergamo (ottavo), Bari (nono) e Verona (decima). Nell'anno della crescita 'zero', le cose sono andate in modo molto diverso sul territorio: in 7 province (Brescia, Imperia, Latina, Parma, Rieti, Taranto, Trapani) il Pil è addirittura cresciuto a ritmi superiori al 5%, con punte del 7,5% a Trapani (probabile effetto della Coppa America), del 7,1% a Latina e del 6,3% a Brescia. "Il ritratto che abbiamo davanti commenta il presidente di Unioncamere, Andrea Mondello è quello di un sistema in cui la provincia più ricca genera un valore aggiunto pro capite oltre due volte e mezzo più elevato di quella più povera. Bisogna mettere a frutto la congiuntura positiva che stiamo attraversando con politiche adeguate per recuperare il grave ritardo che accusa il Mezzogiorno e rimuovere i vincoli infrastrutturali che riducono la competitività di aree del Nord". Negli ultimi 3 anni "non è cambiata molto" anche la classifica delle province italiane più produttive in valore assoluto. Partendo dal vertice - saldamente occupato dal terzetto Milano, Roma, Torino - per rilevare un cambio di posizione bisogna arrivare alla ventesima piazza, occupata da Bolzano, in salita di un posto rispetto al 2004 a scapito di Catania che scende così al 21°. Scorrendo la graduatoria, gli avvicendamenti e gli spostamenti di più posizioni diventano più numerosi e consistenti. Da Reggio Emilia, che nel 2005 recupera le due posizioni perse l anno precedente e torna 27ma, ad Alessandria che, dopo aver guadagnato tre posti nel 2003, ne perde due e scende al 36mo posto. Tra i passi avanti più significativi vanno segnalati quelli di Trapani (+6 posizioni nel 2005, 56ma), Imperia (+4, 76ma) e Catanzaro (+3, 68ma). Guadagna anch essa tre posti, lasciando la metà inferiore della classifica, Reggio Calabria, 49esima nel 2005. Guardando la graduatoria dal fondo, nulla è cambiato in tre anni nelle ultime sette posizioni (nell ordine: Isernia, Crotone, Vibo Valentia, Oristano, Rieti e Matera), mentre per le nove posizioni successive (fino all 88mo posto) si sono verificati piccoli movimenti sempre tra le stesse province. Tra le province che evidenziano ripetuti spostamenti verso il basso si segnalano quelle di Siracusa (-2 posti nel 2004 e 3 nel 2005), L Aquila (-3 nel 2004 e 1 nel 2005) e Brindisi (rispettivamente 1 e 2 negli ultimi due anni). Decisamente più marcata la distanza Nord-Sud che si osserva considerando il potenziale economico delle province dal punto di vista della popolazione residente che risente comunque dell andamento dei flussi demografici: la capitale delle Dolomiti è al comando con il 61,6% in più in termini di Pil potenziale rispetto a Crotone mentre per trovare la prima provincia meridionale nella classifica del pil pro capite bisogna arrivare alla 65ma posizione, occupata da Chieti che perde una posizione rispetto al 2004. Tolta Roma, le prime 10 posizioni sono del Nord, con Milano e Bologna a fare da damigelle - come nel 2004 - alla provincia dolomitica. In coda, prima di Crotone, figura Foggia che scivola dal 99° al 102° posto. Terz ultima è Agrigento che recupera così un gradino nella faticosa scalata allo sviluppo.

 

Prime 20 Province

PIL Pro-capite

 

Ultime 20 Province

PIL Pro-capite

1

Bolzano

36.865,66

103

Crotone

14.138,89

2

Milano

35.776,01

102

Foggia

14.345,67

3

Bologna

32.653,00

101

Agrigento

14.434,74

4

Modena

31.920,29

100

Enna

14.589,61

5

Parma

31.546,14

99

Lecce

14.593,94

6

Firenze

31.118,12

98

Cosenza

15.079,21

7

Aosta

30.901,86

97

V.Valentia

15.433,88

8

Roma

30.847,85

96

R.Calabria

15.467,64

9

Mantova

30.034,85

95

Caltanissetta

15.596,46

10

Brescia

29.245,08

94

Caserta

15.608,16

11

Cuneo

28.988,76

93

Palermo

15.614,66

12

Ravenna

28.678,04

92

Napoli

15.700,53

13

Verona

28.672,68

91

Benevento

15.822,52

14

Trieste

28.470,64

90

Matera

15.843,43

15

Trento

28.194,70

89

Brindisi

15.970,13

16

Udine

28.184,24

88

Catania

16.220,87

17

Bergamo

28.099,61

87

Bari

16.683,51

18

R.Emilia

28.096,32

86

Nuoro

17.061,52

19

Novara

28.086,53

85

Ragusa

17.211,46

20

Savona

28.063,64

84

Salerno

17.325,32

 

In Calabria la maggiore evasione dell’IRAP

19/12 Sono Vibo Valentia e Crotone le prime due province italiane dove, dal 1998 al 2002, è stata registrata la maggiore evasione fiscale dell'Irap. E' quanto emerge da una ricerca realizzata da Stefani Pisani e Cristiano Polito, dell'Ufficio studi dell'Agenzia delle Entrate, pubblicata stamani sul quotidiano 'Il Sole-24 Ore'. I due autori della ricerca hanno incrociato i dati delle dichiarazioni, disponibili fino al 2002, con le stime di economia sommersa effettuate dall'Istat. Dai dati sono stati tratti due indicatori: l'entità dell'evasione, che si riferisce all'ammontare di base imponibile occultata (non di imposta non pagata); l'intensità di evasione, che è calcolata come rapporto percentuale tra l'imponibile evaso e quello dichiarato. Dalla classifica pubblicata emerge che nel vibonese si è avuta una intensità di evasione pari al 184,4% ed una entità di 865 milioni di euro. La provincia di Crotone, che si trova al secondo posto della graduatoria, ha avuto una intensità del 173,35% ed una entità di 812 Mln euro. Al settimo posto c'é poi la provincia di Cosenza (120,21% e 3.378 Mln); al sedicesimo posto la provincia di Catanzaro (94,2% e 1.737 Mln); al trentanovesimo posto c'é la provincia di Reggio Calabria (53,44% e 1.910 Mln).

Aumenta l’export nei primi nove mesi (+7.4%) ma crolla in Calabria (-9.9%)

13/12 Nel periodo gennaio-settembre 2006 l'export delle regioni italiane è aumentato del 7,4% rispetto allo stesso periodo del 2005, salendo a 237.457 milioni di euro. Lo rende noto l'Istat, precisando che gli incrementi sono stati pari al 4,6% verso i paesi europei ed all' 11,7% verso l'area extra-Ue. La crescita, spiega l'Istat, ha interessato tutte le ripartizioni territoriali. Aumenti superiori alla media sono stati registrati nell'Italia centrale (+10,7%) e nelle isole (10,6%), grazie soprattutto alle vendite di prodotti petroliferi raffinati, ma anche nel nord-ovest (+7,6%). Incrementi inferiori a quello medio nazionale si registrano invece nel nord-est (+6,9%) e nel sud (+6,1%).La dinamica congiunturale valutata sulla base dei dati trimestrali depurati dalla componente stagionale, prosegue l'Istat, mostra nel terzo trimestre 2006 variazioni delle esportazioni, rispetto al trimestre precedente, in aumento del 3,6% per l'Italia centrale e dell'1,4% per l'Italia nord-occidentale, mentre risultano negative le variazioni per il nord-est (-1%) e per le regioni meridionali e insulari (-1,3%) Nei primi nove mesi del 2006, la crescita delle esportazioni ha interessato in misura diversa le varie regioni italiane. Guida la classifica la Basilicata con un aumento del 65,1%, seguita dalla Sardegna (+21,4%), dalle Marche (+17,7%) e dal Friuli Venezia Giulia (+11%), Valle D'Aosta (10,1%), Toscana (9,6%), Emilia Romagna (+9%). Flessioni invece si sono registrate per Calabria (-9,9%), Puglia (-2,2%) e Liguria (-1,4%). Tenendo conto della destinazione delle esportazioni, la crescita dell'area nord-occidentale (+7,6%) ha interessato maggiormente i flussi verso i paesi extra-Ue (+9,9%), soprattutto verso Russia, Altri paesi europei, Cina e paesi Opec; l'unica flessione riguarda il Giappone. Alla crescita delle esportazioni verso l'area Ue hanno maggiormente contribuito quelle verso la Spagna e la Germania. L'aumento delle esportazioni dell'Italia nord-orientale (+6,9%) è stato sostenuto dalla crescita dei flussi diretti verso i paesi extra-Ue (+11,9%), ed in particolare verso Mercosur, Russia, Altri paesi, Cina, Altri paesi europei e Turchia. Nell'area Ue le esportazioni sono cresciute maggiormente verso la Spagna e la Germania. La crescita del 10,7% delle esportazioni dell'Italia centrale scaturisce da una variazione dei flussi più elevata verso i paesi extra-Ue (+13,4%), rispetto a quella verso i paesi Ue (+8,5%). Nell'area extra Ue le variazioni maggiormente positive riguardano i paesi Opec, la Cina,gli altri paesi europei, il Giappone e i paesi Eda, mentre nell'area Ue si segnalano aumenti verso Francia e Germania, e riduzioni per la Spagna. Nell'Italia meridionale ed insulare, l'intensità dell'aumento (+7,5%) appare nettamente più accentuata per i flussi extracomunitari (+15,7%), rispetto a quelli intracomunitari (+2,5%). Verso i paesi europei le vendite sono aumentate soprattutto verso la Germania e in misura minore verso la Francia; nell'area extra-europea si registrano incrementi significativi soprattutto verso la Cina, gli altri paesi europei, la Turchia, gli Usa, la Russia, mentre si rilevano consistenti diminuzioni verso i paesi del Mercosur, i paesi Eda, il Giappone, e i paesi Efta.

Linee strategiche POR 07/13 per il cosentino elaborate da Confindustria-CamCon e Confartigianato

01/12 Città e sistemi urbani; turismo e beni culturali; ricerca & innovazione; sicurezza e legalità: sono quattro gli ambiti di intervento individuati, per l' intervento relativo ai fondi Por 2007-2013, dai soggetti del partenariato della provincia di Cosenza (Confindustria, Camera di Commercio e Confartigianato) che stamani hanno sottoscritto il documento contenente le linee strategiche. "I limiti e le occasioni mancate della programmazione 2000-2006 - è scritto nella premessa al documento - hanno indotto ad un' attenta e approfondita riflessione sui temi chiave della strategia di sviluppo regionale al fine di contribuire in termini propositivi alla definizione del Documento strategico regionale (Dsr) in vista della prossima programmazione 2007-2013. La programmazione 2000-2006 si è rivelata un' occasione mancata per lo sviluppo della Calabria in quanto si è arenata nei farraginosi meccanismi della burocrazia, maggiormente orientata alla ricerca del consenso istituzionale piuttosto che all' efficacia dei progetti. Esubero di formalismo, mancanza di coordinamento regionale, marginale concertazione ai diversi livelli istituzionali, mancato avvio delle azioni di sistema e dei progetti integrati (Pit, Piar, Pif, Pis, etc.) sono solo alcuni dei motivi di insuccesso dell' attuale ciclo di programmazione. I soggetti del partenariato - é scritto nel documento - ritengono che la sfida che si pone all' amministrazione regionale è innanzitutto di mutamento della cultura del governare. Si impone il superamento di una gestione improvvisata, in favore di un metodo di governo che favorisca una seria programmazione e una efficace gestione". Dall' analisi dei soggetti del partenariato emerge che "i principali centri della provincia Cosenza, Rende, Corigliano, Paola, Rossano hanno realizzato diversi interventi di riqualificazione e rigenerazione urbana, attraverso l'utilizzo dei fondi del Por, delle delibere Cipe e dei Contratti di quartiere, che tuttavia non hanno generato impatti significativi sia dal punto di vista sociale che economico. Le politiche per i sistemi urbani dovrebbero dunque convergere, nel prossimo periodo di programmazione, verso la costruzione di reti tra centri urbanizzati e le realtà minori interne. Un primo passo in questa direzione potrebbe essere rappresentato dal potenziamento della conurbazione Cosenza-Rende-Castrolibero e dell' asse Corigliano-Rossano, che si stanno configurando negli anni come veri e proprio sistemi urbani integrati, che potrebbero assumere il ruolo di centri gravitazionali dell' economia e dell' organizzazione territoriale funzionali ai diversi centri minori dell'entroterra che si snodano intorno ad essi". Turismo. "Nonostante, le località turistiche più attrattive della regione (Tropea e Capo Vaticano) si trovino nel vibonese - è scritto nel documento - la provincia cosentina è quella che ha beneficiato maggiormente di questo trend positivo detenendo nel 2005 la quota più alta dei flussi turistici regionali. La considerevole estensione costiera della provincia di Cosenza è sicuramente una delle ragioni che giustifica questa tendenza, anche se c' è da dire che la provincia trattiene anche la maggior parte delle presenze turistiche regionali registrate in zone montane, distribuite tra i versanti della Sila e del Pollino, dove la presenza dei parchi nazionali rappresenta un buon attrattore. Punti di debolezza sono la fragilità dell' offerta turistica sia in termini di strutture ricettive (meno di 10 posti letto ogni 100 abitanti) che di servizi aggiuntivi (eventi culturali, attività di animazione, etc.). Ancora scarsa è la capacità del territorio cosentino di attrarre turisti stranieri, sia in termini di presenze che di arrivi. A questo si aggiunga la natura del turismo calabrese, che si caratterizza come un turismo di prossimità a forte stagionalità". Il rilancio del sistema turistico passa, soprattutto, dal rafforzamento dell' integrazione della filiera turistica. Per i soggetti del partenariato "la perdita di competitività di numerosi settori del sistema produttivo cosentino ha determinato una crescente consapevolezza dell' importanza della ricerca e dell' innovazione nei processi di crescita imprenditoriale. L' economia provinciale, infatti, è scarsamente innovativa: nel 2001 la percentuale di investimenti in R&S ha inciso sul Pil per lo 0,55%, mentre la registrazione media di brevetti europei per il periodo 2000-02 è pari a 7, ovvero appena lo 0,16% del dato nazionale. Scarsa è ancora l' interazione tra il mondo accademico e il sistema imprenditoriale locale. Eppure, il territorio è dotato di un diffuso sistema di ricerca e formazione, che trova il suo centro propulsore nell' Università della Calabria, particolarmente apprezzata nei settori a più marcata caratterizzazione tecnologica, che ha instaurato proficue collaborazioni con numerosi centri di ricerca e con prestigiose università o centri di ricerca stranieri sia nel campo della ricerca che dell' alta formazione". "Un fattore di contesto rilevante per lo sviluppo sociale ed economico di un territorio - è detto ancora nel testo - è rappresentato dalla possibilità di poter contare su adeguati livelli di legalità e sicurezza. Anche nella provincia di Cosenza, in un contesto socio-economico sofferente, la questione della legalità e della sicurezza sta diventando una emergenza sociale crescente". A questo scopo il partenariato propone di intervenire per aumentare il livello di sicurezza della provincia, sia in termini di percezione da parte della popolazione sia in termini di azioni puntuali di prevenzione e repressione di fenomeni criminali e di degrado sociale e ambientale".

Abi Calabria “La riforma dei fallimenti una spinta ad una nuova economia regionale”

27/11 La riforma dei fallimenti rappresenta per l' economia sul territorio l'occasione per un'iniezione di trasparenza, con il risultato di una crescita dei livelli di efficienza complessiva. Un'opportunità per agevolare una diminuzione del costo del denaro e aprire la strada ad una maggiore attrazione degli investimenti. Obiettivo: rafforzare ulteriormente il rapporto banche-imprese e rendere più competitivi i settori produttivi locali. E' quanto emerso dal convegno sul "Nuovo Diritto fallimentare", svoltosi a Catanzaro, organizzato dalla Commissione regionale Abi Calabria, rappresentata da Flavio Talarico, dalla Camera di Commercio di Catanzaro, presieduta da Paolo Abramo, e dall' Ordine dei dottori commercialisti, presieduta da Francesco Muraca. Hanno partecipato, tra gli altri, il giudice delegato del Tribunale di Catanzaro, Giuseppe Cava, Federica Allegretti del settore legale Abi, Giulio Nicola Nardo e Pierpaolo Marano dell'Università della Calabria. "Si tratta di regole più moderne ed efficaci - ha sostenuto Talarico - che daranno una spinta all'economia regionale. Una grande opportunità per avvicinarci ancora di più all'Europa. Mentre oggi il Paese, soprattutto il Mezzogiorno, sconta uno svantaggio competitivo anche a causa delle lungaggini delle procedure fallimentari, con il risultato di costi maggiori non solo per le banche, ma inevitabilmente per l' intero sistema economico". Stando alle statistiche, infatti, è scritto in un comunicato, mentre all' estero un fallimento si chiude in tre anni e mezzo, con un recupero in genere del 50% del credito, in Italia per i fallimenti ci vogliono sette anni, con punte al Sud di dieci anni per un recupero in media del solo 15% del credito. "La vecchia legge - ha sostenuto Abramo commentando i contenuti del nuovo diritto fallimentare - era concepita come una procedura di soddisfazione dei creditori attraverso il sequestro e la vendita dei capitali fisici". "In più - ha aggiunto - era una norma che rischiava di apparire, e forse lo era davvero, punitiva se non addirittura infamante per l'imprenditore, perché non considerava che, se un investimento va male e non vi è dolo, non può esserci ragione di punire ulteriormente chi ha già perso il capitale investito. Il nuovo diritto fallimentare rivede in maniera significativa questa impostazione tendendo conto del fatto che l'obiettivo della continuità di impresa è prima di tutto una garanzia anche per i creditori"

Imprese in Calabria: solo il 5% fattura più di 100 milioni di euro

20/11 Solo cinque società tra le prime 700 società di capitale (Spa, Srl e Coop) per fatturato sul territorio regionale della Calabria superano i cento milioni di Euro di fatturato, mentre la fascia più numerosa di aziende é quella che hanno un valore della produzione inferiore ai 5 milioni di euro, con oltre il 57,7% del totale del campione analizzato. E' quanto emerge da uno studio realizzato dal Centro studi economico e finanziario Esg 89, editore della collana degli Annuari Economici d'Italia. "Per quanto riguarda la redditività - ha sostenuto Giovanni Giorgetti del Centro studi Esg 89 - si evince che il 7,85% del totale delle società dichiara un utile netto (al netto delle imposte) superiore ai 500.000 euro e solo 3 società inscrivono a bilancio un utile netto superiore ai 5 milioni di euro comprese le banche locali, mentre il 20,4% del campione chiude il bilancio in rosso". Nella suddivisione del campione di società di capitali analizzato per settore merceologici, il commercio (dettaglio e ingrosso) risulta di gran lunga il più numeroso (36,70%), seguito dall'edilizia (14,2%) e dai servizi (8,2%). A ruota il comparto trasporti che in regione rileva una percentuale del 4,28%. "Abbiamo poi analizzato - ha aggiunto Giorgetti - le società di capitali della regione secondo il totale del patrimonio netto: 273 società del campione hanno iscritto a bilancio un valore superiore al milione di euro e 70 con un valore superiore ai 5 milioni di euro. Sono invece 113 le società che hanno riscritto a bilancio un valore inferiore ai 100 mila euro. Inoltre abbiamo analizzato un altro indice: il rapporto oneri finanziari/fatturato, dato molto sensibile soprattutto per il mondo bancario ed in vista di 'Basilea 2'. Questo rileva che il 17,5% delle società di capitali della Calabria sono nella fascia di 'attenzione', la media nazionale é vicina al 20%. Significa un rapporto oneri/fatturato superiore e/o uguale alla percentuale del 3%. Questo fenomeno abbastanza virtuoso pertanto riteniamo che non peserà in modo rilevante, almeno per questo campione di aziende, quando le regole di 'Basilea 2' entreranno operativamente in vigore". Complessivamente, è scritto in un comunicalo, "l'analisi del campione delle 700 società di capitali della Regione Calabria evidenzia una realtà economica regionale con indici di valutazione leggermente sotto la media nazionale". "L'economia - prosegue la nota - è trainata soprattutto dai comparti dei trasporti con in testa la Medcenter container terminale di Gioia tauro, seguita dalle Ferrovie della Calabria e da Romano autolinee regionali di Crotone; del settore servizi con Villa S.Anna di Catanzaro, l'Istituto Ninetta Rosano di Belvedere Marittimo, la Casa di cura Madonna della catena o l'Istituto S.Anna DI Ezio Pugliese di Crotone; del settore elettrico-elettronico-distribuzione con la Polti Sud di Figline Vegliaturo e con la Eta energie tecnologie ambiente ; dell'edilizia con in testa la Calce Meridionale di Catanzaro seguita dalla Sercom di Catanzaro, dalla Vincenzo Restuccia costruzioni di Zungri o dalla Calcementi Ionici di Siderno; dal commercio con la Gam di Cosenza, la Cedi Sisa Calabria, la Mediterranea distribuzione di Bovalino o il Consorzio Sigma Calabria Scarl di Mangone; dal settore ambiente-smaltimento con la Lamezia Multiservizi, la Salvaguardia ambientale di Crotone, la Sovreco anch'essa di Crotone e la Ambiente e servizi Catanzaro; dal comparto alimentare con in testa la Socib, seguita dalla Giacinto Callipo conserve alimentari".

Costituita l’associazione Calabria Texile

14/11 E' stata costituita "Calabria Textile", associazione del tessile calabrese. "L'iniziativa - è detto in un comunicato della Fondazione Field - è il risultato di un' azione avviata dalla Fondazione Field nell'ambito del programma internazionale Eumed "Tessere la Tela Euro mediterranea", tenutosi a Riace lo scorso Ottobre, sulla quale si è innestata quella avviata dal Coser (Consorzio servizi) nell'ambito del progetto Interreg 'La tela di Aracne'. Tra i suoi scopi l'Associazione si prefigge la rappresentanza, la promozione e la valorizzazione del settore, la ricerca, la formazione e l'allestimento di una struttura a carattere regionale di sostegno alle imprese". Il presidente della Fondazione Mario Muzzì e Stefano Zirilli, direttore del Coser, nel formulare gli auguri al nuovo soggetto, hanno confermato la disponibilità dei rispettivi enti ad accompagnarlo nelle prossime iniziative. "Calabria Textile" - scrive la Fondazione Field - nasce dalla precisa volontà dei fondatori di collaborare ai fini dello sviluppo e dell'innovazione del comparto tessile calabrese, puntando prioritariamente sulle proprie forze ma rivendicando, ad una sola voce, anche l'attenzione delle istituzioni rispetto ad un comparto, il tessile, che non è, o non è solo, quello dell'industrializzazione forzata e purtroppo assistita, ma è quello di laboratori artigiani e piccolissime imprese di tradizione, espressione sana di un'economia locale radicata nel territorio. Di tale volontà è interprete il neoeletto presidente dell'Associazione, Emilio Leo, titolare dello storico lanificio di Soveria Mannelli. L'associazione, aperta anche ad altre adesioni, conta finora dieci imprese associate, in rappresentanza di altrettanti Comuni delle diverse province calabresi, protagonisti di un diffuso e crescente spirito imprenditoriale che registra la volontà di attualizzare e innovare il tessile calabrese restituendolo alla dignità della sua storia millenaria".

In utile i primi nove mesi 2006 alla Carime (+48.5 Mln)

09/11 Si è chiusa con un utile netto pari a 48,5 milioni, in crescita del 37,4% rispetto ai 35,3 milioni dell' analogo periodo del 2005, la gestione economica di Banca Carime relativa ai primi nove mesi dell' anno in corso. Il dato è emerso al termine del consiglio di amministrazione dell' Istituto di credito che ha approvato i dati allo scorso 30 settembre. "L' operatività corrente - è scritto in un comunicato della Banca - ha fatto registrare un utile di 79,7 milioni, segnando un incremento di 15,3 milioni rispetto ai 64,4 milioni del settembre 2005. A tale risultato hanno contribuito, dal lato dei proventi, la crescita del margine d'interesse a 197,8 milioni (+3%), correlata allo sviluppo degli impieghi e alla maggiore contribuzione della raccolta da clientela; la contrazione delle commissioni nette a 80,7 milioni (-3,5 milioni rispetto a settembre 2005) determinata dalla riduzione delle commissioni sul risparmio assicurativo; l'incremento del risultato netto dell'attività di negoziazione e copertura (da 3,3 a 9,1 milioni) e la sostanziale stabilità degli altri proventi di gestione, attestatisi a 4,3 milioni dai 3,4 registrati nel 2005, questi ultimi considerati al netto dei circa 21,7 milioni di proventi non ricorrenti derivanti da accordi transattivi con IBM e Banca Intesa". Nel comunicato si riferisce, inoltre, "dell'andamento favorevole degli oneri operativi, contrattisi del 12,3% da 235,8 milioni a 206,9 milioni, grazie al contenimento di tutte le componenti di costo. In particolare, le spese del personale, pari a 124,3 milioni, evidenziano una contrazione del 18%, riconducibile alla riduzione del numero dei dipendenti per adesione al Fondo di sostegno al reddito e all' esodo incentivato e all' assenza, nel dato 2006, di 15 milioni di maggiori accantonamenti al Fip che avevano gravato i conti del 2005. Le rettifiche di valore nette su crediti sono diminuite da 8,2 milioni nel settembre 2005 a 7,3 milioni nel 2006, a conferma della buona qualità del portafoglio impieghi della Banca e dell' attenta politica perseguita nelle nuove erogazioni. Il risultato di periodo sconta infine un carico fiscale previsto in 31,2 milioni di euro rispetto ai 29 milioni del 2005". Per quanto riguarda i dati patrimoniali "proseguendo la fase positiva già registrata nel 2005 - è scritto nel comunicato - i crediti verso la clientela hanno evidenziato un' ulteriore crescita da 3,1 a 3,4 miliardi, +9,8% rispetto al 30 settembre 2005. L' incremento ha riguardato in particolar modo i mutui (+16% a circa 2 miliardi) ma anche i crediti a breve termine (+2,6% a 1,2 miliardi). A livello di mercati, sono stati registrati tassi medi di incremento annuo pari al 12,4% nel segmento Retail e del 9% in quello Corporate. Rimane elevata la qualità del credito, con un rapporto sofferenze nette/totale impieghi pari allo 0,37% (0,35% al 30 settembre del 2005) e un rapporto incagli netti /totale impieghi pari all'0,89% (1,15% nello stesso periodo del 2005)". "La raccolta diretta da clientela - riporta il comunicato - ha segnato una crescita dell'1,8% a 7 miliardi, determinata dall'incremento dei prestiti obbligazionari (+14,2% a 1,7 miliardi) e dei conti correnti (+1% a 4,5 miliardi). La raccolta indiretta risulta in leggera flessione da 6,7 a 6,6 miliardi di euro, sostanzialmente per effetto della contrazione del risparmio gestito. Al 30 settembre 2006, il patrimonio netto di Banca Carime, incluso l' utile d'esercizio, risulta pari a 1.590 milioni di euro. Il rapporto stimato tra patrimonio di base e attività di rischio ponderate è risultato pari al 16,04%, quello tra patrimonio di vigilanza e attività di rischio ponderate al 19,41%, rispetto ad un requisito minimo di patrimonializzazione richiesto del 7% per le banche appartenenti a gruppi bancari".

In Calabria è 6.226 milioni di euro il giro d’affari del lavoro nero

04/11 In Calabria il giro d'affari del lavoro nero è di 6.226 milioni e su ciascun residente il totale delle imposte non versate allo Stato dai cosiddetti lavoratori in nero ammonta a 1.500 euro. Per il Fisco non esistono, eppure il loro giro d'affari sfiora addirittura i 100 miliardi di euro all'anno. E' questa la cifra che corrisponde all'imponibile evaso al fisco da addebitare all'economia sommersa legata al lavoro nero presente in Italia. Un lavoro nero, secondo la Cgia di Mestre, che 'recluta' in Italia quasi 3.238.000 unità di lavoro standard. Per il Fisco non esistono, eppure il loro giro d'affari in Italia sfiora addirittura i 100 miliardi di euro all' anno. E' questa la cifra che corrisponde all' imponibile evaso al fisco da addebitare all' economia sommersa legata al lavoro nero presente in Italia. L' elaborazione della Cgia, accanto all' imponibile del 'non dichiarato', evidenzia anche la somma dell' ammanco nelle casse dello Stato in termini di imposte. E così quegli oltre 99 miliardi e mezzo di euro 'non dichiarati' si traducono in 48 miliardi e 145 milioni di euro di mancato gettito di imposte e contributi. Un totale che suddiviso per ciascun residente della penisola equivale a 840 euro. A detenere il primato dell' evasione, secondo gli esperti della Cgia di Mestre, è la Campania, con una cifra che arriva a 12 miliardi 904 milioni di euro. Seguono: la Sicilia (12 miliardi 243 milioni di euro), il Lazio (10 miliardi 333 milioni) e la Lombardia (10 miliardi 35 milioni di euro). In coda alla classifica fatta dalla Cgia ci sono: la Valle d' Aosta (274 milioni di euro); il Molise (686 milioni di euro) e la Basilicata (un miliardo 239 milioni di euro). Tra i peggiori e i 'migliori' della graduatoria poi ci sono le regioni 'di mezzo' e la cui evasione sta nell' ordine dei 5 miliardi di euro. A questo gruppo appartengono Toscana, Emilia, Emilia Romagna, Piemonte e Veneto. La Cgia di Mestre ha poi suddiviso per regione le cifre del mancato gettito di imposte ritorna il record del Sud. Chi dovrebbe dare di più al fisco è la Campania con un totale di imposte evase pari a 6 miliardi e 241 milioni di euro. Il secondo posto spetta alla Sicilia (5 miliardi e 921 milioni di euro), il terzo al Lazio (quasi cinque miliardi di euro) e il quarto alla Lombardia (con 4 miliardi e 853 milioni di euro di tasse non pagate. Ma l' elaborazione dell' associazione mestrina non si ferma al peso del lavoro nero per le casse dello Stato su base regionale: gli esperti della Cgia di Mestre hanno calcolato anche quanto pesa su ciascun residente il totale delle imposte non versate allo Stato dai cosiddetti lavoratori in nero. A 'vincere' stavolta sono i calabresi. Il totale delle imposte che non arrivano allo Stato per colpa del lavoro nero spalmate sulla popolazione calabrese danno come risultato 1.500 euro. Ogni calabrese praticamente avrebbe un debito fiscale con lo Stato di 1.500 euro. Seguono i siciliani (1.191 euro), i valdostani (1.095 euro), i campani (1.090), i pugliesi (1.036 euro), i molisani (1.033 euro) e i lucani (1.004). Ultimi della fila i lombardi (533 euro), preceduti dai veneti (619 euro), dai piemontesi (651 euro), dagli emiliani (651 euro) e dai toscani (691 euro). "Di fronte a questi dati - sottolinea Giuseppe Bortolussi, segretario della Cgia di Mestre - il Governo Prodi dovrebbe intervenire in maniera incisiva su questa grave piaga economica che presenta grossi risvolti negativi anche nel campo sociale. Invece, poco o nulla si fa per combattere il sommerso, mentre si tende ad inasprisce la pressione fiscale su quegli operatori economici che già sono conosciuti al fisco".

 

Stima imponibile
evaso a causa
del lavoro
irregolare (mln euro)

Stima evasione
di imposta
a causa lavoro
irregolare
(mln euro)

Stima imposte
per singolo
residente (euro)

Regioni

     

Calabria

6.226

3.011

1.500

Sicilia

12.243

5.921

1.191

Valle d'A.

274

132

1.095

Campania

12.904

6.241

1.090

Puglia

8.618

4.168

1.036

Molise

686

332

1.033

Basilicata

1.239

599

1.004

Sardegna

3.308

1.600

977

Lazio

10.333

4.998

971

Friuli V.G.

2.174

1.051

882

Trentino A.

1.669

807

849

Umbria

1.423

688

825

Liguria

2.420

1.170

744

Abruzzo

1.955

946

743

Marche

2.207

1.068

719

Toscana

5.024

2.430

691

Emilia R.

5.423

2.623

651

Piemonte

5.525

2.672

631

Veneto

5.860

2.834

619

Lombardia

10.035

4.853

533

       

Totale Italia

99.545

48.145

840

 

Trimestre positivo alla Popolare di Crotone con utile netto a +37.8%

02/11 Anche il terzo trimestre dell' anno in corso si chiude con risultati positivi, sia dal punto di vista patrimoniale che economico, per la Banca Popolare di Crotone. E' quanto emerge dalla situazione contabile al 30 settembre 2006 approvata dal consiglio di amministrazione e resa nota dallo stesso istituto di credito. Il risultato dell' attività corrente, pari a 27,1 milioni di euro al lordo delle imposte, fa registrare un incremento del 27,5 per cento mentre l' utile netto, dedotte le imposte, si attesta sui 16,4 milioni di euro con un incremento, rispetto al settembre dell' anno scorso, del 37,8 per cento. Si conferma dunque un trend di crescita per la Bpc determinato anche dall' incremento del margine da interessi pari a 43,97 milioni (+12,01 per cento); dal risultato delle commissioni nette pari a 12,9 milioni di euro (+6 per cento); dall' incremento del margine di intermediazione, pari a 58,4 milioni (+16,35 per cento); dal risultato netto della gestione finanziaria pari a 54,9 milioni (+15,51 per cento). I costi operativi si attestano a 27,8 milioni di euro contro i 26,5 del settembre dell' anno scorso, dato che, incrociato con quello del margine d' intermediazione, fa scendere di 5 punti percentuali l' indice di cost/income (dal 52,67 per cento del 2005 al 47,57). Gli impieghi verso la clientela sono stati pari a 908 milioni di euro con un incremento del 13,26 per cento mentre la raccolta complessiva con 1.543,4 milioni di euro fa registrare un incremento del 3,06 per cento.

Unicredit lancia in Calabria il “Bond dei territori”

24/10 UniCredit Banca lancia il ''Bond dei Territori'': un plafond di 5milioni di euro per le imprese calabresi Un plafond per un totale di 5milioni di euro per le piccole imprese della Calabria. E' questo il risultato della convenzione sottoscritta da Roberto Nicastro, Amministratore Delegato di UniCredit Banca con Giulio Valente, presidente Fidart Calabria e che sara' operativa in Calabria fin dal prossimo mese di novembre. L'operazione e' denominata ''Bond dei Territori'' e punta a sostenere in tutta Italia i Confidi che aderiscono alla cartolarizzazione delle garanzie. L'operazione di cartolarizzazione prevede il rilascio di un plafond di finanziamenti pari a 5milioni di euro destinato alle imprese artigiane calabresi associate a Fidart Calabria. In Calabria sono complessivamente 14.000 le imprese associate a Fidart Calabria. Per queste imprese, Fidart Calabria garantisce finanziamenti per 37,7 milioni di euro. Ora, con il ''Bond dei Territori'', UniCredit Banca eroghera' nuovi finanziamenti fino a un totale di 5milioni di euro a condizioni di favore sensibilmente migliori rispetto a quanto ordinariamente offerto dal mercato, con un periodo di ammortamento di 5 anni con rate trimestrali. Ogni prestito potra' variare da un minimo di 15 mila a un massimo di un milione di euro e potra' avere diversi tipi di destinazione: investimenti produttivi, spese per innovazione tecnologica e certificazione di qualita', ricapitalizzazione aziendale, investimenti per la formazione del personale, ecc. Dopo 12 mesi di collocamento del plafond, l'operazione di cartolarizzazione delle garanzie permettera' a Fidart Calabria di liberarsi dell'impegno delle garanzie relative ai finanziamenti che i propri associati hanno ottenuto da parte di UniCredit Banca e di poter conseguentemente disporre di risorse per nuovi interventi di garanzia collettiva fino a 2,4 milioni di euro. In questo modo si moltiplica la capacita' di garanzia Fidart Calabria e conseguentemente la possibilita' di credito per le piccole imprese. Tramite la cartolarizzazione, le garanzie rilasciate da Fidart Calabria vengono trasferite a UniCredit Banca, al netto di un Fondo di Garanzia del 2% del volume complessivo del prestito erogato (che viene accantonato dai Confidi) e a fronte di una commissione pari allo 0,15% per anno sul capitale residuo del finanziamento. Successivamente UniCredit Banca, anche in funzione delle condizioni di mercato, potra' rivendere l'impegno acquisito mediante strumenti di investimento sintetici verso operatori istituzionali. L'effetto complessivo consentira' ai Confidi di liberare patrimonio che permettera' loro di prestare nuove garanzie e quindi di favorire lo sviluppo dei territori.

La Finanza in cerca di evasori fa i raggi X alle operazioni finanziarie

19/10 Scattano le indagini finanziarie da parte del fisco: l'amministrazione potrà chiedere a banche, poste e altri intermediari informazioni, dati e documenti. L'obiettivo è quello di scovare gli evasori e diventa così operativa, grazie a una Circolare dell'Agenzia delle Entrate in applicazione della Finanziaria 2005 rafforzata dal decreto Visco-Bersani, la "tracciabilità " delle transazioni (incassi e pagamenti) dei contribuenti. Il segreto bancario è di fatto ormai superato, fa presente l'amministrazione nella premessa alle disposizioni operative contenute nella Circolare; resta il "riserbo" che però non può essere "un ostacolo all'adempimento di doveri inderogabili di solidarietà, primo tra tutti quello di concorrere alle spese pubbliche in ragione della individuale capacità contributiva". La possibilità di controllare le operazioni finanziarie dei contribuenti ora è a trecentosessanta gradi: riguarda i movimenti fatti attraverso conti correnti bancari e postali ma anche attraverso qualsiasi operatore creditizio o finanziario, comprese le società fiduciarie. Ma quel che è più importante riguarda "ogni tipologia di rapporto, ogni operazione - riporta testualmente la Circolare dell'Agenzia delle Entrate - anche isolata".
CODICE FISCALE IN PRIMO PIANO.
Gli intermediari finanziari debbono rilevare e evidenziare il codice fiscale sempre, anche quando non c'é un rapporto con il cliente già formalizzato. Il riferimento è per le cosiddette operazioni di "sportello", quelle extra-conto. Tutto questo a partire dal primo gennaio 2006 mentre per le precedenti operazioni vale la norma antiriciclaggio (controlli sulle transazioni sopra i 12.500 euro).
CONTROLLI ANCHE SU SINGOLE OPERAZIONI.
Dalla chiusura di un conto corrente al versamento di un assegno, dall'accensione di un mutuo all'apertura di un contratto per prendere in affitto una cassetta di sicurezza. Il fisco potrà chiedere informazioni non solo sui movimenti di conto ma dati riferiti "a qualsiasi rapporto intrattenuto ad operazione effettuata". Nel paniere delle operazioni messe ai 'raggi x' anche la domiciliazione delle bollette, per fare degli esempi, o le informazioni chieste all'ufficio della banca su una particolare offerta di azioni o bond.
AUTONOMO, GUADAGNA NON SOLO SE INCASSA MA ANCHE SE PRELEVA.
Per commercianti e artigiani viene esteso "il regime presuntivo di imponibilità oltre che alle operazioni di accredito/versamenti anche a quelle di addebito/prelevamenti" nei casi in cui "non siano stati indicati i beneficiari" del prelievo. Insomma se il fisco intravede una spesa extra, non giustificata, la identifica come operazione effettuata presuntivamente in nero e collegabile alla sua attività lavorativa.
PER ARTI E PROFESSIONI TRACCIABILITA' COMPENSI.
L'attività economica deve essere monitorabile e per questo tutte le transazioni sopra i 100 euro debbono essere fatte attraverso conto corrente. La novità era arrivata con il decreto fiscale di quest'estate.
TABELLA DELLE OPERAZIONI. Vengono fissati specifici codici per classificare tutti i movimenti con il riferimento agli interessati in una tabella delle operazioni, che è di fatto per la banca la 'memoria' alla quale si va attingere quando c'é una richiesta di informazioni telematica da parte degli uffici fiscali.
INFORMAZIONI ON LINE, PRIVACY GARANTITA.
Lo scambio dei dati avverrà in maniera più rapida, telematicamente. Ma la privacy è garantita grazie all'adozione di messaggi crittografati e alla certificazione delle e-mail autorizzate a scambiare questo tipo di informazioni.
AL VIA ANAGRAFE DEI CONTI, DATI DA 2005.
Sarà una sezione dell'Anagrafe tributaria e terrà memoria, a partire dai dati del 2005, di tutti i rapporti tra intermediatori finanziari e contribuenti.
CONTRIBUENTE POTRA' DARE SUE SPIEGAZIONI.
La eventuale procedura di messa in mora, a seguito dell'acquisizione dei dati da parte della banca, comunque non scatterà in automatico. Il contribuente sarà invitato dagli uffici a dare la sua versione dei fatti per dimostrare eventualmente che il comportamento non configura un atto di sottrazione al fisco.
FUORI DA CONTROLLI BIGLIETTI PARTITE CALCIO.
La Circolare fa una manciata di esempi rispetto alle operazioni insignificanti per il fisco sulle quali dunque non ci saranno controlli: la vendita di biglietti per partite di calcio o spettacoli teatrali, il pagamento di ticket sanitari, il versamento per i canoni cimiteriali per lampade votive. Chiaramente non verranno richieste di nuovo anche informazioni già in possesso dell'amministrazione. Pensiamo al fatto che ormai anche per pagare la bolletta delle luce va indicato il codice fiscale.
CONTI INTESTATI A NONNE, A FISCO BASTA PRESUNZIONE.
Più difficile eludere il fisco facendo confluire redditi in nero su conti intestati a terzi. L'amministrazione può chiamare direttamente il contribuente soggetto a controllo by-passando la persona che ha formalmente intestato il conto. L'ufficio impositore chiaramente "deve acquisire la prova effettiva, anche mediante presunzioni, purché gravi, precise e concordanti, che si sia realizzato il possesso di redditi per interposta persona".

Dichiarazioni 2005: Orefici e baristi più poveri dei maestri elementari

13/10 I gioiellieri e i titolari di bar dichiarano al fisco meno dei 21.500 euro dei maestri elementari ad inizio carriera I proprietari di saloni per la vendita di autovetture di Piemonte Lazio e Campania, denunciano un reddito inferiore 16.000 euro, cioé a quello del loro concittadino che, con la tuta blu, varca da 15 anni il portone di Mirafiori, Cassino e Pomigliano d' Arco. Sotto i metalmeccanici anche la media dichiarata dai tassisti. Ma i paralleli possono proseguire. Un dentista in Campania dichiara meno dei 25.000 euro di un poliziotto, mentre nel Lazio arriva a malapena a un impiegato di banca (28.000). I dati sono delle ultime dichiarazioni, presentate nel 2005 dai contribuenti. E mostrano la geografia tributaria del popolo delle partite Iva, che riserva molte sorprese. Gli incroci informatici hanno oggi molte possibilità e i tecnici dell' amministrazione fiscale hanno elaborato uno spaccato dei redditi di 50 categorie del lavoro autonomo, suddividendolo per regioni. I risultati appaiono chiari e certamente saranno tenuti in conto per l' offensiva che il governo ha già preannunciato sul fronte dell' evasione. E' un fenomeno imponente tanto che lo stesso vice-ministro per l' Economia, Vincenzo Visco ha detto ieri in Parlametno che "vi sono province e settori in cui i tassi di irregolarità superano il 50%, situazioni che chiaramente richiedono un'attenzione particolare e la definizione di un ordine di priorità per le iniziative di verifica". Dalle statistiche sulle dichiarazioni presentate nel 2005 emergono subito i forti contrasti di un' Italia che si infiamma nella lettura delle nuove aliquote Irpef e che discute di evasione fiscale. E - dal pasticcere al notaio, dal pescivendolo all' avvocato, passando per sarti, odontecnici e parrucchieri, tassisti, lavandai e farmacisti - le statistiche fiscali aprono uno scenario che talvolta sembra sfuggire anche alla logica dei luoghi comuni. Un pensionato sociale guadagna 500 euro al mese, ma - tirando le somme - a dichiarare un reddito analogo, o inferiore, sono i tassisti del Molise (in media 6.175 euro l' anno), i sarti in Puglia (4.048 euro annui), i parrucchieri in Campania (6.332 euro), i pescivendoli del Trentino (3.742 euro l' anno), i ceramisti dell' Emilia Romagna (2.744 euro), i titolari di autosaloni di Bolzano (1.073), i rivenditori di ricambi auto in Lombardia (5.556 euro). In Calabria, sulle 50 categorie censite, sono ben 12 (dai pasticceri ai pastai, dai sarti ai lavandai, dai fotografi agli ambulanti dalle mercerie ai tassisti) quelle che denunciano ai fini Irpef guadagni inferiori ai 6.700 euro l' anno, come o meno di pensionato sociale. Ma la Calabria è la regione dove la maggior parte delle categorie dichiara, in media, gli importi più bassi. I contribuenti autonomi con i redditi più alti sono invece a Bolzano e Trento. Un esempio? Nel trentino i notai, che sono gli autonomi che dichiarano di più in tutta Italia, denunciano un reddito medio di 922.345 euro. La stessa categoria in Lombardia - dove i prezzi degli immobili sono quel che sono e le operazioni societarie numerose - dichiara sempre un' enormità, ma il valore è un terzo più basso e si ferma a 629.406 euro. A saltare agli occhi sono i redditi dichiarati dai gioiellieri: la provincia con la media più alta è la Lombardia, dove gli orefici dichiarano 21.533 euro l' anno, come un maestro elementare. In tutte le altre regioni si scende, fino agli 11.990 euro della Calabria e passando per i 14.652 euro (meno di un metalmeccanico) del Lazio. Al confronto appaiono più ricchi gli imbianchini che dichiarano 21.241 euro nel veneto e 28.455 euro a Bolzano. I gioiellieri toscani dichiarano 19.716 euro, un valore poco distante dai falegnami della vicina Liguria (19170 euro). Analizzando i dati delle tabelle si scopre che i pasticceri dichiarano in media 6.561 euro l' anno in Calabria e quattro volte di più (23.202 euro) in Valle d' Aosta. La Campania, tra pastiere e zeppole, consente ai pasticceri un reddito medio di 10.825 euro, la metà di quello dei colleghi liguri (20.274 euro) e il 50% in meno dei siciliani, alle prese con cannoli e cassate. Tra le categorie al centro delle cronache ci sono stati i tassisti. Il loro reddito varia dai 6.145 euro dichiarati in Molise ai 14.411 del Trentino. Nel Lazio, centro della protesta contro il decreto Bersani, il reddito dichiarato è di 12.033 euro, in Lombardia a 11.894. Alla fine per il fisco valgono meno di un imbianchino calabro (12.519 euro). Una lettura trasversale alle categorie di una stessa regione offre altri spunti. In Lombardia i ristoratori (14.818 euro) e i titolari di Bar (14.830 euro) dichiarano circa 13.000 euro in meno di un meccanico (27.000 euro) e meno della metà di un idraulico (31.224 euro). Il commercianti di auto (16.166 euro) é sotto di 10.000 euro rispetto ad un falegname (26.245 euro). Il Lazio, tranne che per i tassisti e per i commercianti di ricambi auto perde sempre il confronto con la Lombardia. Gli agenti immobiliari, nonostante i prezzi delle case nella capitale, hanno dichiarato 17.497 euro in media, poco più di un operaio e molto sotto ai 27.614 euro dei colleghi lombardi. A battere gli agenti immobiliari sono comunque i ristoratori laziali che con 11.903 euro sono sotto un pescivendolo veneto. Attenendosi freddamente ai dati delle dichiarazioni dei redditi, quale mestiere conviene scegliere? Certamente il notaio (redditi tra 216.000 e 864.700 euro) o il farmacista (tra 97.000 e 165.000 euro). Da evitare i sarti (tra 2.200 e 20.000 euro, ma genericamente sotto i 10.000), i fotografi (tra 5259-19.000 euro) o i tassisti (6.175-14.411 euro).

Eurispes: Aumentano i debiti degli Enti locali. Dexia: Quadro in peggioramento

12/10 L'aumento delle competenze delle Regioni e il maggior potere conferito ai sindaci hanno fatto lievitare la spesa degli Enti locali, che è passata, dal 2002 al 2005, da 191 a 218 miliardi di euro. Lo evidenzia uno studio dell'Eurispes, che analizza - alla luce del confronto tra governo ed enti locali sui tagli alla spesa previsti dalla finanziaria - il peso della finanza locale e il suo indebitamento. L'incremento della spesa delle amministrazioni locali nel periodo considerato - precisa una nota dell'Istituto - è stato del 14%, sicuramente superiore all'incremento del Pil, in quegli anni modesto, ed anche della spesa pubblica complessiva, cresciuta del 12% nello stesso periodo. L'aumento ha riguardato soprattutto le spese correnti, cresciute di 23,7 miliardi (con un incremento del 15%), contro quelle in conto capitale, salite solo di 3,8 miliardi (+11%). L'indebitamento netto (e cioé aggiuntivo) nei quattro anni considerati con l'eccezione del 2003 (quando la Finanziaria fu molto dura con gli Enti locali) si è sempre mantenuto sopra i dieci miliardi. E anche l'indebitamento a seguito dell'accumularsi di indebitamenti netti anno per anno si è molto accresciuto, passando dai 39 miliardi del 2000 agli 87 del 2005, con un incremento dunque del 122%. Mentre i prestiti presso il sistema bancario sono aumentati di poco (+5% in cinque anni), si sono invece quasi quadruplicati i debiti contratti con l'emissione di titoli (facoltà di cui si sono avvalse quasi tutte le Regioni ed i grandi Comuni, nonché le Province più ricche e popolose), con un +288%. Ma ancor più consistente è stato l'incremento degli altri debiti, contratti fondamentalmente dalle Regioni (ma non solo) soprattutto con i fornitori del sistema sanitario, passati dai 276 milioni del 2000 ai 26 miliardi del 2005, con un incremento del 943%. La composizione dell' indebitamento degli Enti locali è così profondamente cambiata: mentre nel 2000 il debito verso le banche rappresentava l'81% dell'indebitamento complessivo, oggi é sceso a meno del 40% (crescendo in valore assoluto), e il debito verso i fornitori, praticamente di giro nel 2000, "é divenuto, rappresentando il 30% della massa debitoria - rilevano i ricercatori dell' Eurispes - una spada di Damocle sulla testa delle amministrazioni locali". Il debito consolidato delle amministrazioni periferiche rappresenta così una quota sempre crescente del debito pubblico. Mentre nel 2002 ne rappresentava infatti il 3,4%, nel 2005 il suo peso si era accresciuto del 70%, toccando il 5,8%. Resta tuttavia vero - osservano ancora all'Istituto di Studi Politici Economici e Sociali - che il debito di Regioni ed enti locali appare, nonostante gli aumenti di questi anni, contenuto rispetto all'indebitamento pubblico complessivo. Infatti la spesa affidata agli Enti locali e che per la maggior parte sono obbligati ad onorare, stante precise disposizioni di legge, rappresenta quasi un terzo della spesa pubblica. Quanto all'indebitamento delle diverse regioni, complessivo e pro capite, la regione che riesce ad avere più credito per abitante è la Val d'Aosta e quella che ne ha meno è la Calabria. In valori assoluti invece il Lazio, con 13 miliardi di debito, è la regione che rappresenta il peso più grande, ed il Molise (387 milioni) quella con il carico più leggero.
Il quadro macroeconomico italiano appare più favorevole in termini di crescita rispetto a qualche mese fa, ma rimane difficile valutare l'evoluzione della finanza pubblica poiché i dati resi noti "a meno di eventi non prevedibili nella seconda parte dell'anno, indicano una sottostima delle entrate fiscali ed una sovrastima del fabbisogno dello Stato di dimensioni non previste e in parte non ancora spiegate". E' l'incipit del 7/mo Rapporto sulla finanza pubblica locale, curato da Dexia-Crediop e dal Centro studi internazionali sull'economia e lo sviluppo dell'Università Tor Vergata di Roma, presentato stamane nella sede dell'Accademia dei Lincei, in cui si prevede il rapporto deficit-pil più vicino al 3% che non al 4% già alla fine del 2006. Il rapporto ritiene difficile formulare ipotesi precise sulle cause delle maggiori entrate. Escluso che esse siano attribuibili al decreto Bersani-Visco "in vigore da troppo poco tempo", il rapporto Dexia-Ceis ritiene che esse vadano rintracciate nell'aumento della base imponibile in parte anche come frutto della partnership con gli Enti locali sul fronte delle entrate. Per quanto riguarda il quadro delle previsioni, Dexia-Ceis vede il tasso di crescita del Pil al di sotto del 2% nel quadriennio 2007-2010, nonostante il picco raggiunto quest'anno (+1,7% l'aumento previsto). Il principale contributo a tale dinamica sarà ancora una volta determinato dalle componenti interne della domanda aggregata. Le esportazioni nette torneranno a dare un apporto negativo alla crescita.
FINANZA PUBBLICA, BENE 2006-07 POI RAPIDO PEGGIORAMENTO
Il transitorio miglioramento per le finanze registrato nel 2006 estenderà i suoi effetti al 2007. Ma dal 2008 Dexia-Ceis prevede un peggioramento nell'evoluzione della finanza pubblica. In parte dovuto alle entrate fiscali di proporzioni inattese registrate nei primi sette mesi del 2006 "probabilmente non dovuto solo a fattori irripetibili", ma gli effetti di questo miglioramento saranno declinanti nei prossimi anni.

A rischio povertà una famiglia su 10

11/10 Una famiglia non povera ogni dieci rischia la condizione di povertà. Questo rapporto arriva ad 1 su 5 se la famiglia vive al Sud. Emerge dal rapporto annuale sulla povertà relativa presentato oggi dall'Istat. Le famiglie povere, quelle al di sotto della soglia di povertà, sono l'11,1%. Ma fra quelle non povere (l'88,9%), il 7,9% rischia di diventarlo e sono considerate "quasi povere", ossia presentano livelli di spesa per consumi superiori alla linea standard di non oltre il 20%. Si tratta, appunto, di una famiglia non povera ogni 10, di una ogni 5 al Sud. Nel 2005, circa 1 milione 179 mila famiglie (5,1% del totale), risultano "sicuramente povere", hanno cioé livelli di spesa mensile equivalenti al di sotto della linea standard di oltre il 20%. Circa i 3/4 di queste famiglie risiede nel mezzogiorno. Risulta invece "appena povero", avendo valori della spesa di non molto inferiori alla linea di povertà standard, il 6% delle famiglie residenti in Italia, ossia poco più della metà delle famiglie povere; il rapporto si inverte nelle regioni del Nord e le famiglie appena povere sono quasi il doppio di quelle sicuramente povere (2,9% contro l'1,6%). Le famiglie "sicuramente non povere" sono l'81% del totale ma variano tra il 90,4% del nord, l'88,2% del centro e il 62,7% del mezzogiorno. Ne deriva - conclude l'Istat - che più della metà delle famiglie non povere (53,8%) risiede al nord.
La povertà è sostanzialmente stabile nel nostro Paese: nel 2005 - ha rilevato l'Istat nel rapporto annuale sulla povertà relativa, le famiglie in condizioni di povertà sono state 2.585.000, pari all' 11,1% delle famiglie residenti. Nel 2004 erano l'11,7%. Le persone che vivono in condizione di povertà sono complessivamente 7.577.000, pari al 13,1% della popolazione. La linea di povertà relativa per una famiglia di due persone corrisponde nel 2005 a 936,58 euro al mese (+1,8% rispetto alla linea del 2004). La lieve diminuzione di famiglie povere nel 2005 rispetto al 2004 è per l'Istat non significativa dal punto di vista statistico. Rispetto alle differenze regionali, si conferma il divario tra Nord e Sud del Paese: il Mezzogiorno (24%) mantiene gli elevati livelli di incidenza raggiunti nel 2004 (quattro volte più alto che al Nord); a forte rischio anche le famiglie con cinque o più persone, le famiglie i cui componenti sono in cerca di occupazione e le famiglie con anziani. Tuttavia, rispetto alla condizione degli anziani il rapporto Istat segnala che la povertà si riduce significativamente. L'intensità della povertà (ossia la misura di quanto in percentuale la spesa media delle famiglie definite povere è al di sotto della soglia di povertà) nel 2005 è pari al 21,3% (era 21,9% nel 2004); questo valore indica di quanto in termini percentuali la spesa media mensile delle famiglie povere, pari a circa 737 euro (era di 719 euro l'anno precedente) è al di sotto della linea di povertà. La regione dove ci sono minori famiglie povere è l'Emilia-Romagna (2,5%), la provincia di Bolzano (4%) e la Lombardia (3,7%); all' opposto la Sicilia con il 30,8% di famiglie povere si conferma al primo posto della classifica negativa, segue la Campania con il 27% e la Basilicata con il 24,5%. In media, sono povere il 6% delle famiglie al Centro e il 4,5% al Nord. Di poco, ma gli anziani italiani sono meno poveri. Per questa fascia di età, infatti - rileva l' Istat - l'incidenza della povertà nel 2005, rispetto al 2004, é diminuita. Questi i segnali di miglioramento: tra le famiglie con almeno un anziano, la condizione di povertà è passata dal 15% al 13,6% e, in misura maggiore, fra quelle con due o più anziani (dal 17,3% al 15,2%). Fra gli anziani soli si è passati dal 13,7% all'11,7% e, fra le coppie con persona di riferimento ultrasessantacinquenne, dal 15,1% al 12,9%. Questo miglioramento generalizzato della condizione degli anziani - sottolinea l' Istat - coinvolge le famiglie con a capo un over 65 ed oltre (dal 15,1% al 13,8%), con al massimo la licenza elementare (dal 19,3% al 17,6%) o ritirata dal lavoro (dal 13,1% all'11,6%). Anche la quota di single poveri, che in 4 casi su 5 coinvolge anziani, scende dal 9,4% al 7,9%. Questo andamento positivo per gli anziani si accentua al Centro: le famiglie con almeno una persona con più di 65 anni in condizione di povertà sono l'8% del totale (erano l'11,2% nel 2004); l'incidenza scende al 7,3% se l'anziano è uno solo (era il 10,8%) e nel caso di coppie con persona di riferimento con 65 anni ed oltre (era l'11,2%). Ne consegue anche il miglioramento fra le famiglie con a capo una persona con 65 anni ed oltre (dall'11,5% all'8,2%). Segnali di peggioramento invece si riscontrano tra le famiglie con disoccupati in cui la persona di riferimento è un lavoratore dipendente, dal 18,8% al 22,3%. Nelle regioni meridionali migliora la condizione delle famiglie con un solo componente (da 21% a 17,7%); in particolare l'incidenza della povertà si riduce di quasi 5 punti (dal 28,2% al 23,5%) per gli anziani soli.

A Lombardia e Campania i maggiori tagli della finanziaria. Calabria al centro

10/10 Lombardia e, a sorpresa, Campania sono le regioni a statuto ordinario che pagheranno di più, in termini di tagli, per la manovra correttiva 2007. Meno 'salato' sarà il conto del Molise. La 'classifica' delle regioni più sotto pressione emerge dai dati forniti oggi dalla Corte dei Conti durante l'audizione davanti alle commissioni Bilancio di Camera e Senato sulla Finanziaria 2007 e proprio nel giorno in cui province e comuni 'strappano' invece al Governo uno 'sconto' di circa 600 milioni al limite imposto alla crescita della spesa e un importante aumento del limite per l'indebitamento durante un vertice a Palazzo Chigi. Secondo la magistratura contabile nel caso delle Regioni la correzione prevista va inoltre ad intervenire "su un quadro tendenziale che, nella ricostruzione del Governo non sembra presentare andamenti particolarmente pronunciati: la crescita della spesa complessiva è del 3,3% rispetto al 2006 (in termini nominali) e risente soprattutto della dinamica dei trasferimenti alle aziende sanitarie ed ospedaliere regionali". Il che è come dire che infondo le regioni non aumenteranno la spesa in modo tanto sensibile e che comunque l'incremento servirà a coprire le spese per gli ospedali. Tanto che al netto di questa voce l'incremento previsto sarebbe dell'1,5%. Sta di fatto che complessivamente lo Stato chiede alle regioni una contrazione di spesa di 1,1 miliardi per il prossimo anno rispetto a una spesa corrente complessiva di 90,8 miliardi. Dopo la Lombardia, che in base alla manovra potrebbe subire una riduzione di 177,6 milioni di euro, si piazza la Campania che dovrà "risparmiare" 144,4 milioni. La regione campana supera anche il Lazio (127,9milioni di tagli) e il Piemonte (124,8 milioni di tagli). Sotto la soglia dei 100 milioni, si trova poi il veneto (-91,1 milioni),l'Emilia Romagna (-90,6 milioni), la Puglia (89,2 milioni) e la Toscana (80,8 milioni). In coda alla classifica sono le regioni più piccole: il molise, che dovrà ridurre le proprie spese di 13,3 milioni, l' Umbria di 25,7 milioni, l' Abruzzo di 26,6 milioni e la Basilicata di 31,3 milioni. A metàclassifica ci sono poi la Calabria che con 64 milioni di tagli supereràcosì la Liguria (40,7 milioni) e le Marche (35,1%). Ecco la 'classifica' di quanto è chiesto alle Regioni italiane, in termini di tagli rispetto alla spesa corrente, nel 2007:

REGIONE TAGLIO 2007
1) Lombardia 177,6
2) Campania 144,4
3) Lazio 127,9
4) Piemonte 124,8
5) Veneto 91,1
6) E. Romagna 90,6
7) Puglia 89,2
8) Toscana 80,8
9) Calabria 64,0
10) Liguria 40,7
11) Marche 35,1
12) Basilicata 31,3
13) Abruzzo 26,6
14) Umbria 25,7
15) Molise 13,3
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TOT 1.163,811

Confronto Confindustria-sindacati “La concertazione è un valore”

09/10 "Lo strumento della concertazione, quella seria, propositiva ed efficace può costituire, un valore aggiunto nella programmazione dello sviluppo regionale: è essenziale, però, che questa si esplichi attraverso un ruolo più progettuale e meno formale da parte di tutti i soggetti interessati". E' una delle conclusioni a cui si è giunti al termine di un incontro tra i vertici regionali di Cgil, Cisl e Uil e di Confindustria regionale. Per i sindacati erano presenti i tre segretari generali, Vera Lamonica, Luigi Sbarra e Roberto Castagna, mentre la Confindustria Calabria era rappresentata dal presidente Umberto De Rose e dal direttore generale, Luigi Leone. "Sarà costituito - è detto in un comunicato - un tavolo di confronto, aperto e rappresentativo di tutte le istanze che avrà anche il compito di delineare un modello partenariale adeguato alle necessità che una situazione come quella calabrese richiede. Industriali e Sindacati, con il riavvio di una 'intesa forte e concentrata su pochi ma importanti priorita'' - è scritto ancora nel comunicato - intendono perciò svolgere un ruolo attivo nelle politiche di sviluppo della regione, presentandosi agli appuntamenti istituzionali e di confronto con una proposta progettuale propria condivisa e realizzabile". Nel corso dell' incontro, riporta la nota, "sono state analizzate le cause che frenano lo sviluppo della Calabria e sono state condivise alcune linee di azioni comuni per contribuire, di più e meglio, ad un nuovo percorso di crescita della Calabria. In particolare, nel prendere atto della particolare situazione in cui si trova la Calabria ed in considerazione delle prospettive che dovranno necessariamente essere costruite con la nuova programmazione regionale, De Rose, Sbarra, Lamonica e Castagna, hanno convenuto sulla necessità di riprendere un percorso di iniziativa comune, ciascuno nell' ambito degli specifici interessi, finalizzata a contribuire allo sviluppo più generale della regione. In questa ottica sono stati richiamati i contenuti del protocollo già sottoscritto nel gennaio del 2004 e sono stati meglio individuati gli obiettivi di medio termine su cui avviare un lavoro comune". Per Sindacati e Confindustria Calabria "sono state individuate cinque priorità: le problematiche legate al lavoro ed al mercato del lavoro; le politiche industriali; le infrastrutture; il sistema regionale degli incentivi ed il Programma operativo 2007/2013. Sul lavoro è stato ribadito come sia necessario individuare forme di intervento ed iniziative che limitino e riducano complessivamente il fenomeno del lavoro non regolare che in Calabria è in preoccupante aumento, moderni strumenti di sostegno all' occupazione e, soprattutto, la definizione di una specifica legge regionale sul mercato del lavoro in Calabria. Anche le politiche industriali e le infrastrutture, sono state individuate come temi che possono qualificare lo sviluppo, purché si proceda attraverso politiche mirate allo sviluppo delle attività produttive ed attraverso l' efficace utilizzo delle risorse prima destinate al Ponte sullo Stretto. Politiche sugli incentivi e nuova programmazione comunitaria - hanno concluso Sindacati e Confindustria - possono infine divenire, se ben orientati, strumenti 'aggiuntivi' importanti per sostenere il decollo economico della regione".

Tre costruttori calabresi ai vertici dell’Ance

02/10 Tre costruttori calabresi sono stati eletti nei vertici dell'Ance: Giuseppe Gatto, presidente di Ance Calabria, Giuseppe Gaglioti, presidente di Ance Cosenza e Antonio Gentile, presidente di Ance Vivo Valentia, infatti, stati eletti nei due massimi organi politici, rispettivamente il Comitato di presidenza e la Giunta, dell'Associazione nazionale costruttori edili. "E' per me motivo di particolare compiacimento - ha sostenuto Gatto - registrare questo risultato che premia, attraverso le nostre persone, il lavoro costante, talvolta oscuro, ma sempre qualificato e determinante, che le nostre strutture associative svolgono ogni giorno rapportandosi ad ogni livello per risolvere i tanti problemi della nostra categoria. La soddisfazione è ancora maggiore se si considera che né io né i colleghi Gaglioti e Gentile abbiamo 'attivato specifiche strategie' per ottenere queste cariche. E' stato, infatti, un riconoscimento al concreto contributo che l'intero Collegio dei costruttori ha dato, specie in questi ultimi due anni, all'impostazione ed alla soluzione di problematiche non solo di livello regionale, ma di portata nazionale". "A breve - ha concluso Gatto - altri colleghi saranno chiamati a ricoprire importanti incarichi operativi, completando in tal modo una rappresentanza calabrese che non ha precedenti nella storia della nostra Organizzazione".

Giuseppe Gaglioti nominato nella giunta nazionale dell’ANCE

01/10 Sara' Giuseppe Gaglioti a rappresentare il settore edile calabrese in seno alla Giunta dell'Associazione Nazionale Costruttori Edili. Gagliotti e' stato eletto durante l'Assemblea generale che si e' tenuta a Roma e che ha provveduto a rinnovare tutti i vertici dell'organizzazione che sara' guidata per il prossimo triennio da Paolo Buzzetti. Giuseppe Gaglioti, Presidente dell'Ance cosentina dal 2004 e membro del Comitato di Presidenza di Confindustria Cosenza, Vice presidente dell'Ance Calabria, presiede anche la Consulta per la promozione della qualita' nelle attivita' urbanistiche ed edilizie istituita tra l'Ance e gli Ordini e Collegi professionali della provincia. ''Il mio impegno - ha detto Gagliotti - sara' teso verso una importante azione di promozione della cultura della qualita' e della crescita delle specializzazioni e delle competenze delle nostre imprese, perche' siano sempre piu' pronte a raccogliere con efficacia le sfide del mercato, soprattutto in un settore come quello dell'edilizia che viene considerato come uno degli assi portanti dell'economia italiana, capace di moltiplicare investimenti ed occupazione''

Seminario di Confcoop sugli incentivi alle PMI

27/09 Esistono una pluralità di strumenti normativi e finanziari sui quali occorre vigilare e trovarsi pronti per favorire l' incentivazione e lo sviluppo delle piccole e medie imprese. Il dato è emerso a conclusione dei lavori del seminario sul tema "Strumenti, incentivi ed opportunità per le imprese cooperative" promosso da Confcooperative Calabria. Ai lavori, coordinati dalla presidente dell' associazione Katia Stancato, hanno partecipato Gilberto Crialesi, dell' Ufficio finanziario di Confcooperative nazionale; Cosimo Cristofaro, direttore generale di Sviluppo Italia Calabria; Emira Ciodaro, componente commissione Pari Opportunità Regione; Francesco Perrelli, Sistema s.r.l. "Sono circa 400 - è stato detto nel corso dell' incontro - i miliardi di euro che faranno capo ai fondi strutturali ricadenti nell' ex Obiettivo 1, nel cui ambito rientra anche la Calabria, e che devono incentivare le cooperative calabresi a muoversi entro i criteri strategici indicati dalla Comunità europea. Ciò per riempire di contenuti la legge dei numeri, al fine di promuovere più sviluppo e avviare una nuova pagina nel mondo del lavoro regionale. A questi va anche aggiunto un fondo aggiuntivo di circa 7 miliardi destinato allo sviluppo rurale che spazierà dal miglioramento della competitività delle filiere alimentari e forestali, all' ambiente e lo spazio rurale, al miglioramento della vita nelle zone rurali e il nuovo strumento finanziario per le piccole e medie imprese denominato Jeremie, in via di ultimazione". "Si tratta di numeri - ha sostenuto la presidente Stancato - che rappresentano uno stimolo a continuare a lavorare per rendere sempre più reale e stabile l' attività cooperativistica calabrese. Attività che dovrà sempre più tenere conto anche del ruolo portante e fondamentale delle donne, alle quali è rivolto il bando, con scadenza nella prossima metà di ottobre"

Camcom: Crescono le imprese femminili in agricoltura

26/09 L'Imprenditoria "Rosa": una realtà che sta assumendo dimensioni consistenti anche nella nostra provincia. I numeri del comparto Agricolo e Agroalimentare sono particolarmente significativi. Le aziende al femminile nel comparto agricolo sono 3575 su un totale di 11.940; le aziende "rosa" del settore agroalimentare sono 653 su un totale di 1822. E' quanto emerge da un'elaborazione della Camera di Commercio di Cosenza sui dati forniti dal Registro delle Imprese relativi ai primi nove mesi del 2006. Si tratta di numeri che testimoniano il protagonismo delle donne nel mondo imprenditoriale e che indicano come un modello di "Cultura d'impresa" tipicamente al femminile si stia affermando con risultati sempre più positivi. I risultati raggiunti dalle donne imprenditrici non rappresentano però un punto di arrivo. C'é ancora molto da fare, altri traguardi da raggiungere. L'istruzione, la conoscenza, le competenze manageriali, sono tasselli di crescita e di espansione delle aziende in "rosa". Proprio in questa direzione si muove l'azione della Cdc e di Agrisistema, che avvalendosi della collaborazione dell'Istituto "G. Tagliacarne", hanno promosso sei giornate di formazione dedicate alle donne manager del settore Agricolo e Agroalimentare."Azioni positive per l'imprenditorialità al femminile: metodologie e strumenti per gestire l'impresa Agricola e Agroalimentare", questo il titolo dell'iniziativa. Si svolgerà il 28 Settembre, il 2, il 3, il 5, il 10 e l'11 Ottobre nella Sala "Mancini" dell'Ente Camerale. Questo il programma: Giovedì 28 Settembre, con inizio ore 15, indirizzo di saluto del Commissario della Cdc On. Pietro Rende e dell'Assessore alle attività produttive del Comune di Cosenza Dott. Maria Vuono.Seguirà la relazione di Davide Del Cogliano, consulente aziendale, su : "L'Impresa come sistema e le sue relazioni con l'ambiente". La giornata del 2 Ottobre, con inizio ore 15, farà registrare l'intervento di Antonio Iavarone, consulente aziendale, su : "I principali modelli organizzativi e la pianificazione strategica". Le giornate del 3, del 5, del 10 e dell'11 Ottobre concluderanno il ciclo formativo.

Trecento milioni di euro per le PMI del sud da Unicredit e Garanzia Italia

22/09 Trecento milioni di euro saranno messi a disposizione delle piccole e medie imprese del Mezzogiorno grazie ad una convenzione stipulata tra Unicredit Banca d'impresa e Garanzia Italia, società del Gruppo Sviluppo Italia. Lo rende noto la Confartigianato di Crotone. "Questa convenzione - è scritto nella nota - dovrebbe facilitare l'accesso al credito delle piccole e medie aziende del sud che hanno piani di sviluppo e nel contempo dovrebbe incentivare la loro patrimonializzazione. Sviluppo Italia tramite questa convenzione dovrebbe rilasciare garanzie per due tipi di finanziamento: mutui chirografari della durata di cinque anni e crediti stand by della durata di sette anni". "In un momento di ristrettezza, considerate le nuove norme previste da Basilea 2 - prosegue la nota - l'iniziativa di Sviluppo Italia diventa apprezzabile ed appetibile a tantissime piccole e medie aziende che incontrano molte difficoltà nell'accesso al credito che ormai è diventato uno dei fattori ostativi per la mancata ripresa del nostro tessuto economico. Confartigianato, oltre alle operazioni sul credito portate avanti con la propria cooperativa di garanzia Krotonfidi e con il Consorzio Regionale, Fidart Calabria, si attiverà per accompagnare le imprese associate ad usufruire di questa opportunità concessa da Sviluppo Italia e da Unicredit".

La Popolare di Crotone approva un semestrale con un utile del 23.81%

19/09 Il consiglio di amministrazione della Banca Popolare di Crotone (controllata dalla Banca Popolare dell' Emilia Romagna) ha approvato la relazione semestrale del 2006 dalla quale emerge che l'utile netto di periodo è stato pari a 9,1 milioni di euro, in aumento del 23,81% rispetto al corrispondente risultato dell'esercizio precedente. La raccolta complessiva si attesta in circa 1.495 milioni di euro (+5,5% rispetto al 30 giugno 2005). La raccolta fiduciaria cresce del 4,2%, portandosi a 1.091,2 milioni di euro; la raccolta indiretta registra un incremento del 9,3%, ed è pari a 404 milioni di euro. Gli impieghi verso clientela ammontano a circa 887 milioni di euro (+12,1%). I risultati - è scritto in una nota della Banca Popolare di Crotone - di conto economico ottenuti nel primo semestre del 2006 evidenziano, come già nel recente passato, come si è operato con prudenza ed oculatezza, mantenendo una costante attenzione ai rischi di credito ed alle politiche di prezzo, pur nel perseguire un significativo incremento dei volumi. Allo stesso modo - prosegue la nota - si è operato sul versante del contenimento dei costi operativi, aumentati percentualmente in modo molto inferiore rispetto ai margini di reddito. I principali valori economici sono: margine da interessi: 28,4 milioni di euro, pari a +6,15%; margine di intermediazione: 36,7 milioni di euro, con un progresso di +10,87%; risultato netto della gestione finanziaria: 34,4 milioni di euro, pari ad un incremento di +9,77%; risultato dell'attività corrente, al lordo delle imposte: 16,1 milioni di euro, pari a +16,48%; I costi operativi rapportati al valore del margine di interesse determinano un indice di "cost/income" pari al 64,38%, in miglioramento rispetto al 65,80% del 2005. Al 30 giugno di quest'anno - prosegue la nota - il Patrimonio, comprensivo dell'utile, supera i 153 milioni di euro in crescita del 13,36% rispetto al dato di giugno 2005. All'inizio dell'anno si è positivamente conclusa l'ultima tranche del programma di rafforzamento patrimoniale che ha portato il capitale sociale a 19.493.703 euro dai 18.606.324 euro di inizio anno.

Galati (Udc) “Contributo significativo delle PMI alla ripresa del gettito fiscale”

15/09 "Sono proprio le Pmi, le micro imprese e i loro imprenditori che oggi stanno significativamente contribuendo, con i risultati del loro lavoro, alla ripresa del gettito fiscale. Ripresa figlia, ancora una volta, di quanto di buono è stato fatto nella precedente legislatura". Lo ha detto Giuseppe Galati, segretario di presidenza della Camera dei Deputati, in occasione della festa dell' Udc, organizzata a Fiuggi. L' ex sottosegretario alle Attività produttive del governo Berlusconi è intervenuto ai lavori di una tavola rotonda sul tema "Pmi e cooperazione, volano di un' economia che crescé. "Lasciamo crescere le piccole e medie imprese - ha aggiunto Galati - ma acquisiamo tutti, politici, imprenditori, banche e associazioni, la consapevolezza che il futuro delle piccole e medie imprese non può prescindere dalla mentalità 'dell' organizzarsi insiemé, in modo sinergico, per irrompere sui mercati e tentare il percorso della ripresa". Per Galati "in economia, la cultura di gruppo premia spesso più della solitudine. E l' Italia, con la sua cultura di solidarietà, sia essa laica o religiosa, ha molto da insegnare e da esportare"

De Rose “La missione Italia-Cina una grande vittoria di Montezemolo”

11/09 "La missione in “Cina is possibile” mi verrebbe da dire e rappresenta una metafora di una strategia concertativa che tende a fare in modo che si insedi in un Paese continente il senso di un brand riconducibile al made in Italy. E' una grande vittoria di Luca di Montezemolo". A sostenerlo è stato il presidente regionale di Confindustria Calabria, Umberto De Rose. "Mi fa piacere - ha aggiunto De Rose - che il Governo abbia inteso investire in questa missione che è propedeutica ad una nuova stagione di rapporti con la Cina, sulla base di un marchio che resiste ad ogni possibile imitazione". De Rose si è quindi soffermato "sugli aumenti salariali in corso nella Cina: sono la spia di una comunità che cambia e che reclama diritti e presuppongono una diversa concorrenza da qui a qualche anno. Montezemolo ci guida a non temere la concorrenza, ma ad investire sulla specificità di una intrapresa che significa modo d'essere. "Sono felice - ha concluso De Rose - anche per la presenza di realtà professionali ed imprenditoriali significative della Calabria. Auspico che la strada tracciata sia quella della conoscenza, anche umanistica, e che deve essere motivo di interfaccia continuo fra realtà industriali diverse".

Muzzi (Field) “Vogliamo aiutare i piccoli centri a superare il disagio”

08/09 "La Fondazione Field intende dare una mano alle 'Cento Cleto' che in Calabria vivono una condizione di estremo disagio e rischiano l' estinzione". E' quanto afferma Mario Muzzì, presidente della fondazione Field che, in un comunicato, rende noto di avere attivato le strutture dell' organismo per una ricognizione delle diverse realtà locali al fine di predisporre un articolato programma di iniziative. E proprio a Cleto, nel cosentino, si è svolta la prima iniziativa che ha visto gli animatori della Fondazione partecipare ad un incontro con un gruppo di produttori di olio. Nell' occasione sono stati illustrati i bandi regionali a sostegno della produzione tipica e della sua commercializzazione. "L' intervento della Fondazione in tutti i piccoli comuni della regione che come Cleto si trovano in una situazione di estrema difficoltà - sostiene Muzzì - risponde pienamente alla missione che la nuova gestione della Field si è data non solo per fare emergere il lavoro non regolare quanto piuttosto per promuovere processi di sviluppo locale attraverso l' individuazione e la valorizzazione delle risorse del territorio". "Giudichiamo importante - sottolinea Muzzì - l' esito dell' incontro che contiamo di promuovere nelle altre aree interne della regione dove pure in presenza di potenzialità l'economia locale stenta a decollare e che, come ha confermato il dibattito in corso in queste settimane in Calabria, le aree continuano a subire un costante impoverimento demografico con la fuga delle energie più giovani con il rischio dell' abbandono di interi piccoli paesi". Cleto è uno dei punti di forza della produzione olivicola calabrese con ben tredici frantoi che lavorano le olive del comprensorio producendo un olio di buona qualità che tuttavia incontra difficoltà nel mercato, anche perché finora ciascun frantoio ha operato autonomamente.

In calo gli utili di Banca Carime

07/09 Il Consiglio di Amministrazione di Banca Carime ha approvato i risultati al 30 giugno 2006. La gestione caratteristica della banca nel primo semestre 2006, non influenzata da eventi straordinari, registra un risultato di 45,2 milioni, contro i 37,2 milioni di giugno 2005 (+19,6%). Ciò nonostante, l'utile netto dei primo semestre è pari a 27,9 milioni, contro i 33,5 milioni dell'analogo periodo del 2005. La contrazione del risultato economico - è scritto in una nota - rispetto allo stesso periodo dello scorso anno deriva essenzialmente dalla presenza, tra i ricavi al giugno 2005, di proventi lordi per circa 21,7 milioni di euro derivanti da accordi transattivi raggiunti con Banca Intesa e Ibm, non ricorrenti nel 2006. Al 30 giugno 2006, il conto economico evidenzia proventi operativi per 192,1 milioni di euro (212,4 milioni nel 2005). Nel corso del semestre, prosegue la nota di Banca Carime, è proseguito il contenimento degli oneri operativi, ridottisi anno su anno del 4,9%, da 148,7 a 141,4 milioni di euro, grazie alla diminuzione evidenziata da tutte le componenti di costo: spese del personale (-4,7% a 86,9 milioni di euro), altre spese amministrative (-4,6% a 48,4 milioni di euro) e rettifiche di valore nette su attività materiali e immateriali (-9,4% a 6,1 milioni di euro). Le rettifiche di valore nette per deterioramento di crediti hanno parimenti evidenziato una contrazione da 6,7 milioni nel giugno 2005 a 5,8 milioni nel giugno 2006, a comprova della buona qualità del credito in essere e dell'attenzione posta all'allocazione del credito. Infine, il risultato di periodo sconta un carico fiscale previsto in 17,2 milioni di euro (25,4 al giugno 2005). Gli impieghi di Banca Carime hanno evidenziato un buon andamento anno su anno, con un incremento complessivo dell'aggregato da 3,2 a 3,4 miliardi di euro (+5,8%), con una crescita sostenuta sia del mercato Retail che di quollo Corporate. Rimane elevata la qualità del credito, con un rapporto sofferenze nette /totale impieghi pari allo 0,36% (0,30% al 30/6/2005) e un rapporto incagli netti /totale impieghi pari all'0,93% (1,19% al 30/6/2005). La raccolta totale da clientela ha segnato complessivamente una leggera flessione, passando da 13,6 a 13,4 miliardi di euro, principalmente per effetto della riduzione della raccolta diretta (attestatasi a 6,8 miliardi rispetto ai 7 circa del giugno 2005) determinata dalla contrazione dei volumi su clientela istituzionale, mentre la raccolta indiretta è rimasta sostanzialmente stabile a 6,6 miliardi di euro, registrando una performance positiva nel risparmio gestito (+1,6%). Al 31 dicembre 2005 il patrimonio netto di Banca Carime, incluso l'utile d'esercizio, risulta pari a 1.570,3 milioni di euro. Il coefficiente di solvibilità individuale è del 21,43% rispetto al requisito minimo del 7% richiesto per le banche appartenenti ai Gruppi Bancari. Banca Carime conta, al 30 giugno 2006, 324 sportelli retail, 7 corporate banking office e 7 private banking office. L'organico risulta composto da 2.794 risorse, in contrazione di 60 unità rispetto al 30 giugno 2005.

La Calabria continua a perdere attrazione verso i capitali esteri

04/09 Competitività verso i capitali esteri sempre più ridotta per il Sud e, nello specifico, per Calabria che continua a perdere attrazione. E' quanto emerge dall' analisi dei dati di un ricerca compiuta dall' Osservatorio Siemens-Ambrosetti e presentata nell' annuale workshop di Cernobbio. In particolare, la ricerca, i cui principali risultati sono pubblicati stamani sul quotidiano Il Sole 24ore, ha monitorato la capacità di regioni e province di attrarre gli investimenti diretti provenienti dall' estero, l' indice Ide. In Calabria, regione che si pone al terz' ultimo posto su scala nazionale per flussi di investimenti diretti esteri (nella media 2000-2004 occupa il 18 posto prima di Sicilia e Molise), a balzare negli occhi in modo netto dalle risultanze dello studio é, però, il peggiore rapporto tra sofferenze e impieghi bancari che colloca il territorio dal Pollino allo Stretto al 20/mo e ultimo posto. Alla Calabria secondo quanto emerso, viene assegnato il 19/mo posto in classifica alla luce dell' esame dei fattori chiave presi in considerazione dagli analisti e cioé la percentuale sul Pil di investimenti in ricerca e sviluppo; investimenti fissi lordi; indice di infrastrutture economiche; Pil pro-capite; rapporto impiegati pubblici/popolazione; percentuale di laureati in materie scientifiche sul totale; rapporto tra sofferenze e impieghi bancari; durata media di un processo civile. Più in dettaglio il "ranking" assegnato dagli esperti dell' Osservatorio Siemens - Ambrosetti a livello provinciale per quanto concerne la Calabria vede la provincia di Catanzaro perdere quote per il 2006 rispetto all' anno precedente. La classifica, stilata tenendo conto degli otto fattori chiave, infatti, pone la provincia del capoluogo all' ottantacinquesimo posto pur se tra due province del Nord come Ferrara (86) e Belluno (83) e prima della consorella Reggio Calabria che da un anno all' altro si mantiene stabile al 96/mo posto. A perdere terreno è anche la provincia di Crotone che scivola dal 95/mo al 98/mo posto. La provincia di Cosenza conserva anch' essa la posizione al 100/mo posto acquisita nel 2005 mentre un lievissimo, quasi impercettibile ritocco in salita, lo compie quella di Vibo Valentia che passa dal 102/mo al 101/mo. Alle regioni dell' estremo Sud Puglia, Basilica, Calabria e Sicilia va comunque, in generale, la maglia nera sul terreno della competitività. Il tutto in un sistema Paese che vede il Paese collocato all' ultimo posto in Europa.

I servizi di Confidi Magna Grecia in vista di Basilea 2

31/08 Favorire, mediante la prestazione di servizi, il miglioramento e l'adeguamento della struttura finanziaria delle piccole e medie imprese in vista dell'introduzione dei nuovi metodi di valutazione del merito creditizio previsti da Basilea 2. E' questo, è scritto in una nota, "l'obiettivo dei servizi reali che il Confidi Magna Grecia, mette a disposizione delle imprese calabresi operanti nei settori: industria, commercio, servizi ed artigianato". Le aziende, prosegue la nota, potranno ricevere assistenza nella predisposizione di check-up economici-finanziari; nella identificazione dei propri fabbisogni finanziari; nella pianificazione finanziaria ordinaria e strategica e nella gestione dei rapporti bancari. "Servizi - è scritto, ancora, nella nota - che il Confidi Magna Grecia già da tempo garantisce alle imprese che ne fanno richiesta ma che, alla luce delle agevolazioni previste dalla Misura 4.1.D. del Por Calabria 2000-2006, risultano più facilmente accessibili per gli imprenditori del territorio. Scadrà infatti il prossimo 25 settembre, il termine per la presentazione delle domande di agevolazione per l'attuazione di programmi di innovazione aziendale volti all'acquisizione di servizi che consentano la risoluzione di problematiche di tipo gestionale, tecnologico, organizzativo e produttivo delle PMI; l'adozione di sistemi di qualità aziendale, di sistemi di gestione e certificazione ambientale e di etichettatura ecologica, l'introduzione di innovazioni di processo e di prodotto e di sistemi telematici; il rafforzamento della presenza sui mercati internazionali". Le agevolazioni sono concesse sotto forma di contributo in conto capitale nella misura massima del 50% della spesa complessiva ritenuta ammissibile; i programmi devono rispettare i seguenti parametri di spesa: da 30 mila a 75 mila per le singole imprese e da 50 mila a 300 mila per aggregazione di imprese.

Aumenta il lavoro nero in Italia. Calabria purtroppo al top della classifica

30/08 In Italia negli ultimi 10 anni i lavoratori in nero sono aumentati di 95.000 unità, passando dai 3.142.800 che si stimavano nel 1993 ai 3.237.800 "registrati" nel 2003 (ultimo dato disponibile). Lo sostiene uno studio, su dati Istat, elaborato dagli artigiani della Cgia di Mestre. Rispetto al totale, 2.664.500 sono lavoratori dipendenti (pari all'82,3%) ai quali si aggiungono 573.300 lavoratori autonomi (17,7%). A livello territoriale, la situazione più grave riguarda le regioni del Mezzogiorno. Se a livello nazionale il tasso di irregolarità (ovvero, la percentuale di lavoratori in nero sul totale degli occupati) è pari al 13,4%, nelle regioni del Sud il dato medio ha toccato il 22,8%, con punte del 31% in Calabria, 26% in Sicilia e 23,2% in Campania. Meno preoccupante, secondo l'analisi della Cgia, la situazione al Nord: la regione meno interessata dal fenomeno è la Lombardia, con il 7,3% di irregolarità, seguita da Emilia Romagna (8,6%) e Veneto (8,7%). Dall'indagine dell'associazione artigiana emerge inoltre che il settore con la maggior presenza di sommerso è l'agricoltura, con una percentuale del 32,9%; in Calabria il tasso di irregolarità in questo settore è del 50,8%. Sempre a livello di macro settori, seguono i servizi con il 14,5%, mentre chiude l'industria con il 7,1%. Un alto tasso di lavoro sommerso, 12,5% a livello nazionale, è registrato nel settore delle costruzioni (statisticamente incluse nell'industria). Nei cantieri vi sono punte di lavoro irregolare che raggiungono il 41,8%, come in Calabria.
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LAVORATORI IN NERO IN ITALIA
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1993 3.142.800
2003 3.237.800
Var.1993/2003 + 95.000
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TASSO DI IRREGOLARITA'- 2003
(% lavoratori in nero su totale occupati di ciascuna Regione)
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Calabria 31,0
Sicilia 26,0
Campania 23,2
Puglia 20,9
Basilicata 20,8
Molise 19,2
Sardegna 18,3
Valle d'Aosta 14,7
Lazio 14,4
Friuli V.G. 12,8
Umbria 12,8
Abruzzo 12,6
Liguria 11,5
Trentino A.A. 10,9
Marche 10,7
Toscana 9,8
Piemonte 9,2
Veneto 8,7
Emilia R. 8,6
Lombardia 7,3

Nordovest 8,3
Nordest 9,3
Centro 12,3
Mezzogiorno 22,8

MEDIA ITALIA 13,4

elaborazione Ufficio studi CGIA Mestre su dati Istat.

Aumentano i negozi nel 2005 grazie agli immigrati. Per la Calabria saldo negativo

16/08 Passa anche per il commercio la ripresa dell'attività produttiva in Italia: nel 2005 le nuove attività commerciali sono state superiori al tasso di mortalità, registrando un saldo netto tra aperture e chiusure positivo del 2%. E' il quadro che emerge dall'analisi sui flussi delle imprese commerciali nel 2005 effettuata dal Centro studi di Unioncamere su dati del Registro imprese, da cui emerge anche un rallentamento della grande distribuzione e, soprattutto, all' interno del sistema distributivo italiano, il ruolo sempre più significativo giocato dalle imprese extracomunitarie: se si considerano gli esercizi commerciali che hanno aperto i battenti l'anno scorso, uno su cinque (20%) è di proprietà di immigrati.
Flussi di Nativita' e Mortalita' delle Aziende
Lo scorso anno il numero delle imprese commerciali che hanno aperto i battenti ha superato del 2% quelle che hanno chiuso. Al Centro il tasso positivo più alto (+2,8%), seguito da Sud e Isole (+2,2%), Nord-Ovest (+1,5%) e del Nord-Est (+1,1%). Il Lazio esibisce il miglior saldo netto (+5,1%). Tutte le regioni del Sud mostrano un elevato flusso netto positivo, e Molise, Basilicata e Campania hanno una crescita superiore al 3%. Fa eccezione la Calabria, con un saldo pari a -0,8%. Nel Nord-Est, il Friuli Venezia Giulia prosegue il percorso di contrazione (-0,5%), Trentino Alto Adige, Veneto ed Emilia-Romagna fanno registrare un saldo positivo intorno all 1%. A Nord-Ovest, la Lombardia ha una percentuale di nuove aperture pari al 2%. Segue il Piemonte (+1,1%), mentre Valle d'Aosta e Liguria rimangono su valori lievemente positivi (0,6% e 0,7%). Al Centro, al di la del dato del Lazio, Toscana e Marche sono sotto la media nazionale, rispettivamente a +0,6% e +1,6%. L'analisi articolata per specializzazione merceologica mostra un andamento favorevole per il despecializzato, dove la media nazionale dei tassi di rinnovamento è pari a +6,3%. Il segmento dello specializzato non alimentare fa registrare invece un cedimento dell'1,1%, mentre per il non alimentare il saldo è positivo del 2%. Più in dettaglio, tabaccherie e pescherie continuano a registrare una prevalenza degli esercizi che aprono rispetto a quelli che cessano, così come il settore delle bevande. I risultati peggiori sono da attribuire ai segmenti più tradizionali, come ortofrutta, carne e pane, mentre prosegue la dinamica discendente di elettrodomestici e distribuzione dei prodotti tessili e dell'abbigliamento.
L'imprenditoria Extracomunitaria
E' sempre più rilevante il ruolo dell'imprenditoria extracomunitaria nel rinnovamento del tessuto commerciale italiano. Dallo studio di Unioncamere risulta, infatti, che nel settore del commercio al dettaglio le ditte di proprietà di immigrati rappresentano ben il 10% del totale. Non solo. Le imprese gestite da immigrati contribuiscano alla costituzione di nuove aziende distributive con una quota crescente, pari al 20% nell'ultimo anno.
Grande Distribuzione
Per la grande distribuzione è in atto, a partire dal 2001, una pausa di riflessione. I metri quadri installati nel 2001 erano pari a poco meno di 175 per 1000 abitanti, dieci anni prima erano 90 e nel 2003, ultimo anno per il quale sono attualmente disponibili i dati, 180. Il rallentamento è meno marcato al Nord (dove dal 2003 si assiste a una nuova espansione) e al Sud, più evidente al Centro. Difficile dire se la decelerazione dipenda più dai vincoli delle Amministrazioni pubbliche locali nel concedere nuove licenze o da un quadro dei consumi che non sembra più consentire, a breve, gli exploit sperimentati in passato.
In questa tabella sono riportati i dati, relativi al 2005, sui flussi delle imprese commerciali nelle regioni italiane con il saldo aperture-chiusure espresso in percentuale.

 

Totale

Despecializzato

Specializzato

     

alimentare

non alimentare

Calabria

-0,8

3

-4,7

-0,8

Friuli VG

-0,5

8,4

-3,7

-1,4

Liguria

0,6

4,1

-1

0,4

Toscana

0,6

5,2

-2

0,5

Valle d Aosta

0,7

0

-0,4

1,1

Trentino AA

0,7

3,1

1,4

0

Emilia-R.

1

4,5

-0,7

0,9

Piemonte

1,1

5,8

-1,7

0,9

Veneto

1,6

5,8

-0,1

1,4

Marche

1,6

3,6

-1,2

2

Sardegna

1,6

2,4

-0,2

2

Lombardia

2

4,2

-1,1

2,3

Umbria

2,1

4,9

2

1,6

Sicilia

2,2

6,5

-1,6

2,5

Puglia

2,3

7,1

-0,2

2,2

Abruzzo

2,4

4,3

2

2,2

Campania

3

9,7

-0,6

2,9

Basilicata

3,3

12,2

0,9

1,6

Molise

4,2

16,3

-1,9

2,2

Lazio

5,1

12

-1,9

5,6

         

Nord-Ovest

1,5

4,7

-1,2

1,6

Nord-Est

1,1

5,3

-0,7

0,8

Centro

2,8

7,7

-1,6

3

Sud e isole

2,2

6,9

-0,9

2,2

         

Italia

2

6,3

-1,1

2

 

Reggio, Cosenza, Crotone e l’intero sud, agli ultimi posti per libertà economica

11/09 Bolzano, Parma, Reggio Emilia e Trento le province d'Italia con i livelli di liberta' economica piu' elevati. Questo il risultato della classifica elaborata dal Centro Studi Sintesi di Venezia sui livelli di sviluppo e di benessere nelle varie aree del Paese, tenendo conto non solo della ricchezza prodotta (Pil) ma anche di elementi sociali, culturali e strutturali, condizioni necessarie e fondamentali perche' un territorio cresca e si sviluppi in modo sostenibile. In Italia, secondo la ricerca, la liberta' economica e' piu' forte al Nord e al Centro, mentre nel Sud vi sono ancora elementi di forte criticita' socio-economica. Le province ''piu' libere'' sono Bolzano (100), Parma (98,3), Reggio Emilia (96,8) e Trento (96,7), alle quali si aggiungono Siena (95,4) e Ancona (88,4), uniche aree del Centro. Tra le aree ''molto frenate'' si annoverano solo province del Sud, di cui la totalita' della Puglia, Cosenza (13,4), Palermo (6,4), Crotone (2,3) mentre a chiudere la classifica c'e' Napoli (0,4) e Siracusa (0). Le metodologia adottata dal Centro Studi Sintesi ricalca quella della fondazione statunitense Heritage che annualmente calcola la liberta' economica di quasi tutti i Paesi del mondo: l'indice di liberta' economica e' cosi' il risultato di un insieme di 38 indicatori di varia natura, raggruppati in sei macrotematiche: economia, lavoro, contesto sociale, finanza, fisco e trasferimenti. Quanto piu' una provincia fornisce dei segnali di dinamicita', tanto piu' in essa l'iniziativa privata si concretizza, segnalandosi quindi come area economicamente ''libera''. Per quanto riguarda le singole macrotematiche, il Nord si distingue per gli elevati livelli di performance economiche raggiunti. Sebbene il Sud abbia registrato negli ultimi anni ottimi risultati sia in termini di creazione di valore aggiunto che di nuove imprese, il Nord Italia ha ancora un maggior reddito disponibile pro-capite, piu' dotazione infrastrutturale e capacita' di interazione commerciale con l'estero. Anche l'analisi della macrotematica del lavoro rileva una grande frattura fra le due aree del Paese: sebbene il Sud, anche in questo caso, sia riuscito a creare occupazione, al vertice della classifica per tasso di disoccupazione e di attivita' (femminile e giovanile) si trovano quasi solo le province del Nord. Nell'ambito della finanza e dei trasferimenti, gli indicatori della propensione agli investimenti, dei tassi di prestito per finanziare le attivita' produttive, della disponibilita' di servizi bancari, del grado di autonomia locale e della spesa comunale destinata alle attivita' produttive sono maggiori al Nord. Il meridione primeggia solo per la consistenza dei trasferimenti che le imprese ricevono dall'autorita' centrale e per i finanziamenti agevolati. Solo nelle macro-tematiche del contesto sociale e del fisco il Sud segnala i punteggi piu' elevati: nel primo caso, per il bassissimo tasso di dipendenza degli anziani e la forte presenza di giovani con eta' inferiore ai quattordici anni, nel secondo per la pressione fiscale locale e le aliquote Ici piu' basse. Ecco la tabella con la classifica del Centro Studi Sintesi sulla liberta' economica nelle province italiane:

 

Provincia

%

1

Bolzano

100

2

Parma

98,3

3

Reggio Emilia

96,8

4

Trento

96,7

5

Siena

95,4

6

Forli'-Cesena

93,7

7

Treviso

93,1

8

Vicenza

90,2

9

Rimini

88,9

10

Modena

88,7

11

Ancona

88,4

12

Cuneo

87,7

13

Piacenza

86,9

14

Padova

86,1

15

Milano

86,1

16

Bologna

85,6

17

Brescia

85,4

18

Pordenone

84,5

19

Mantova

84,4

20

Verona

83,7

21

Bergamo

81,7

22

Aosta

80,9

23

Ravenna

80,6

24

Varese

79,8

25

Firenze

79,4

26

Perugia

78

27

Ferrara

75,5

28

Venezia

75,2

29

Como

74,7

30

Ascoli Piceno

74,7

31

Lecco

74,5

32

Lodi

74,5

33

Arezzo

73,5

34

Pesaro Urbino

73,4

35

Udine

73,2

36

Alessandria

73

37

Novara

72,9

38

Cremona

72,8

39

Pavia

72,1

40

Prato

70,9

41

Pisa

69,8

42

Biella

69,4

43

Gorizia

69,2

44

Lucca

68

45

Viterbo

67,5

46

La Spezia

67

47

Macerata

67

48

Belluno

66,7

49

Asti

66,1

50

Sondrio

65,2

51

Ragusa

64,8

52

Pistoia

64,6

53

Grosseto

63,4

54

Rieti

62,3

55

Roma

61,2

56

Teramo

59,5

57

Verb.Cus.Oss

58,7

58

Vercelli

58,6

59

Trieste

57,8

60

Pescara

57,7

61

Torino

56

62

Terni

54,6

63

Rovigo

53,8

64

Latina

52,6

65

Chieti

51,6

66

Savona

48,1

67

Genova

47,9

68

Sassari

47,8

69

Livorno

46,8

70

Imperia

44

71

Massa-Carrara

42,1

72

Nuoro

40,7

73

Campobasso

38,4

74

Cagliari

36,6

75

Frosinone

34,7

76

Potenza

33,4

77

Isernia

32,8

78

L'Aquila

32,3

79

Avellino

29,3

80

Salerno

28,3

81

Catania

27,9

82

Catanzaro

26,8

83

Benevento

23,6

84

Oristano

22,6

85

Matera

22,5

86

Messina

22,3

87

Trapani

20,6

88

Vibo Valentia

20,1

89

Enna

18,2

90

Caserta

18,1

91

Agrigento

16,4

92

Bari

16

93

Reggio C.

15

94

Caltanissetta

14,4

95

Cosenza

13,4

96

Lecce

11,5

97

Brindisi

7,6

98

Palermo

6,4

99

Foggia

5,2

100

Crotone

2,3

101

Taranto

0,5

102

Napoli

0,4

103

Siracusa

0

 

ITALIA

56,1

Dati per Regione

 

Liberta’ economica per REGIONE

 
 

REGIONE

VOTO

1

Trentino A.A.

97,3

2

Emilia-Romagna

84,4

3

Lombardia

83,1

4

Veneto

80,9

5

Valle D'Aosta

80,9

6

Umbria

70,6

7

Marche

70

8

Friuli V.G.

67,7

9

Toscana

67,1

10

Piemonte

62,2

11

Lazio

59,4

 

ITALIA

56,1

12

Liguria

51,8

13

Abruzzo

51,4

14

Molise

40,4

15

Sardegna

34,6

16

Basilicata

26

17

Sicilia

17,5

18

Calabria

13

19

Campania

11,1

20

Puglia

9,2

 

Nel 2005 aumentato il carovita. Secondo Eurispes i calabresi tirano sempre più la cinghia

10/08 Si riduce la qualità della vita, aumentano i consumi legati al caro-vita e le famiglie calabresi tirano la cinghia: in un solo anno, dal 2004 al 2005, quasi 740 mila nuclei familiari hanno ridotto considerevolmente i loro consumi di oltre 308 milioni di euro. Una contrazione di quasi 2 punti percentuali ottenuta estendendo all'intero anno la spesa media mensile familiare regionale e moltiplicando il dato per il numero complessivo dei nuclei familiari calabresi. E' quanto emerge dalla rilevazione "Il borsino delle famiglie calabresi" condotta a livello regionale dall'Eurispes e presentata stamattina a Crotone. L'analisi dei comportamenti di acquisto, secondo l'istituto di ricerca, non lascia spazio a dubbi: il 2005 è stato un anno di rinunce per i calabresi che ha causato un forte contrazione delle decisioni di spesa. E per il 2006, i dati tendenziali non promettono alcuna inversione di tendenza. "Il caro-vita, oltre che la preoccupante incertezza economico-occupazionale calabrese - ha detto il presidente dell'Eurispes Calabria, Raffaele Rio - ha determinato un significativo decremento delle spese dei consumatori calabresi ed uno slittamento temporale delle decisioni di acquisto ritenute meno urgenti. Da un lato, dunque, le famiglie calabresi sono state costrette a rinunciare a libri scolastici, giornali, viaggi organizzati, prodotti per la cura personale per far fronte altri tipi di spesa come l'assicurazione rca auto, le bollette telefoniche, luce, gas, benzina e chi più ne ha più ne metta. Dall'altra, la difficile congiuntura economica e la profonda incertezza occupazionale ha messo in ginocchio, insieme alle prospettive di crescita, anche i ceti che hanno sempre goduto di una certa stabilità e sicurezza. E' necessaria una maggiore capacità di interpretare i problemi, le attese, le preoccupazioni del corpo sociale calabrese per scongiurare il rischio di una menomazione progettuale e ridurre, di conseguenza la politica alla semplice gestione del potere, del presente e dell'ordinaria amministrazione". Ben sette su 12 le voci del bilancio domestico che hanno subito un'inversione di tendenza in negativo rispetto al 2004. In testa, la categoria Abbigliamento e calzature, che ha fatto registrare una contrazione di oltre 192 milioni di euro pari ad un meno 13,84 per cento rispetto al 2004. A seguire l'Istruzione, con un taglio dai budget familiari di 39 milioni di euro (-12,62%), ed Altri beni e servizi, con meno 195 milioni di euro (-12,50%). In rosso anche le decisioni di acquisto relative ad Arredamenti, elettrodomestici e servizi per la casa, con quasi 55,6 milioni di euro (-4,32%); Abitazione, con 74,6 milioni di euro (-2,20%); "Tempo libero e cultura", con 14,3 milioni di euro (-1,70%) ed, infine, "Alimentari e bevande" con circa 2 milioni di euro (-0,05%). In crescita, invece, l'andamento delle rimanenti voci del bilancio familiare: "Servizi sanitari e spese per la salute", con 73,8 milioni di euro (+11,95%); "Tabacchi", con 14,2 milioni di euro (+9,22%); "Trasporti", con 146,6 milioni di euro (+6,43%); "Combustibili ed energia", con 19,7 milioni di euro (+2,39%) ed, infine, "Comunicazioni", con 9,8 milioni di euro (+2,39%). La contrazione dei consumi risulta ancora più evidente se si analizza la sua evoluzione rispetto al Prodotto interno lordo: nel corso dell'ultimo anno, il peso della spesa per consumi della famiglie calabresi sul Pil risulta essersi ridotto esattamente di un punto percentuale, dal 71,1% del 2004 al 70,1% del 2005.

Morandini a Vibo, “Taglio del cuneo fiscale per rilanciare le PMI”

03/08 tiche che confindustria fa sono critiche costruttive e le fa quando le cose non vanno bene. Comunque abbiamo avuto qualche segnale positivo dal Governo Prodi per quanto riguarda la semplificazione e, dopo l'incontro con Padoa Schioppa, sugli ammortamenti. Speriamo di agganciare la piccola impresa a questi sia pur timidi segnali di ripresa". E' quanto ha detto il presidente della Piccola Industria e vice presidente di Confindustria, Giuseppe Morandini, a margine di un incontro svoltosi a Vibo Marina dove il nubifragio del 3 luglio scorso ha provocato ingenti danni alle attività imprenditoriali. "Ci sono - ha aggiunto - dei segnali di inversione di tendenza in favore della crescita. Questi segnali di ripresa vanno cavalcati, non è possibile che ci siano episodi come a Vibo dove le aziende che hanno fatto la storia dell'economia di questa zona vengano lasciate in difficoltà di fronte la catastrofe naturale dello scorso 3 luglio. La questione che Confindustria ritiene di grande importanza è il taglio del cuneo fiscale e dell'Irap ma vi è anche una serie di misure specifiche per le piccole imprese relative alla semplificazione amministrativa, agli ammortamenti e alla detassazione del lavoro straordinario, alle spese di rappresentanza". "Sono tutte cose - ha concluso Morandini - che non costano e per le quali non possiamo sentirci dire dal governo che bisogna fare verifiche e aspettare la copertura di bilancio".

Adamo “Secondo i dati di UnionCamere la Calabria cresce”

03/08 "Nei giorni scorsi abbiamo appreso, attraverso alcuni dati congiunturali resi noti dagli organi di informazione, che è prevista per l'anno 2006 una crescita del tasso di occupazione in Calabria. Oggi registriamo che nel secondo trimestre 2006 la nostra è l'unica regione dove si manifesta un incremento percentuale superiore alla media meridionale nella creazione di nuove imprese". E' quanto afferma il vicepresidente della Giunta regionale ed assessore al Bilancio ed Attività Produttive, Nicola Adamo, commentando i rilievi periodici di Unioncamere sulla creazione di nuove imprese al Sud. "Un trend, quest'ultimo, addirittura - ha aggiunto - in controtendenza rispetto alle altre realtà del Mezzogiorno dove, purtroppo, gli indici di crescita relativi alle attività di impresa sono sostanzialmente stabili o in lieve contrazione. Sono segnali importanti che testimoniano come la Calabria inizia a riprendere fiducia. Per quanto ci riguarda osserviamo con attenzione questi dati ma non intendiamo dare per scontato quello che appare come un primo, seppure positivo, segnale di crescita del sistema delle imprese nella nostra regione. Per dare sostegno a questa tendenza abbiamo già attivato, ed intensificheremo nelle prossime settimane, le necessarie politiche di sviluppo per irrobustirne i contenuti". "Il nostro impegno di medio periodo - ha concluso Adamo - è quello di arrivare al 2010 con un sensibile aumento del Pil regionale, del reddito delle famiglie e del tasso di occupazione. Siamo dunque impegnati per creare le condizioni di un sistema produttivo regionale meno dipendente, più autopropulsivo e competitivo".

Nel primo trimestre 2006 cresce il mercato dei mutui casa

02/08 Il primo trimestre 2006 conferma la decisa crescita del mercato mutui in Calabria. L'erogato della Regione è, infatti, fortemente cresciuto nel primo trimestre 2006, raggiungendo il +22,22% rispetto all'anno scorso. Il dato è stato rilevato l'Osservatorio Mutui Casa alle Famiglie di Banca per la Casa, la banca specializzata nei mutui casa del Gruppo UniCredit. Nel primo trimestre 2006 - è scritto in una nota - l'incremento maggiore di erogato si è registrato a Cosenza con 59 milioni di euro (+20,5%) rispetto al I trimestre 2005. In termini percentuali la provincia che ha erogato di più è stata Vibo Valentia con +57,6% (11 milioni di euro di erogato), seguono Reggio Calabria con +40% (41 milioni di euro di erogato). Crotone con +22% (15 milioni di euro di erogato), Catanzaro con +3,5% (39 milioni di euro di erogato). In riferimento all'Italia Meridionale, che comprende anche le regioni Abruzzo, Molise, Basilicata, Campania e Puglia, la Calabria si colloca ad oggi al quarto posto per valore dell' erogato con 165 milioni di euro, confermando nel I trimestre 2006 una crescita del 22,22% rispetto allo stesso periodo nel 2005. In riferimento all'andamento nazionale, i mutui erogati nel nostro Paese, nel primo trimestre 2006 sono incrementati del +24,90% rispetto allo stesso periodo del 2005, raggiungendo un valore totale pari a 14.423 milioni di euro. Le consistenze (mutui in essere) rilevate alla fine del primo trimestre 2006 ammontano a 190.660 milioni di euro, con una crescita del +3,72% rispetto al periodo precedente (I trim 2005). "La crescita del 24,90% del mercato dei mutui nel primo trimestre 2006 - ha detto l'Amministratore Delegato di Banca per la Casa, Pasquale Giamboi - dimostra che i recenti rialzi dei tassi non hanno influenzato più di tanto il ricorso delle famiglie al finanziamento per l'acquisto della casa. La domanda dei mutui è del resto decisamente legata anche ad altri fattori quali l'evoluzione socio - demografica delle famiglie : incremento dei single, aumento delle separazioni, massiccia domanda da parte degli immigrati e l' uscita dalle grandi città verso i piccoli centri. Incidono, inoltre, la presenza e l'entità delle agevolazioni fiscali e non ultimo un mercato ricco nell'offerta di prodotti e che è diventato molto concorrenziale". "La permanente incertezza economica - ha concluso - e la mancanza di alternative di investimento possono favorire il mercato immobiliare e l'indebitamento ad esso finalizzato".

Franzè (Cdo) “Serve una svolta per uscire dalla stagnazione in cui versa l’economia calabrese”

01/08 ''L'economia e la societa' calabrese necessitano di una svolta per uscire dalla stagnazione e dalla sfiducia che caratterizza la nostra regione. Di questo ne sono tutti convinti, ma da tempo e' come se nessuno riuscisse a far nulla per smuovere la Calabria dall'impasse in cui si trova''. E' quanto afferma in una nota il presidente della Compagnia delle Opere, Giancarlo Franze', in una nota ai consiglieri regionali. ''Alcuni segnali positivi - ha aggiunto - sembrano provenire dal governo nazionale. Il ''decreto Bersani'' sulle liberalizzazioni, al di la' delle valutazioni di merito sui singoli contenuti, puo' esserne un esempio. La stessa attenzione che la Calabria, purtroppo per i suoi mali atavici ma anche impellenti, si e' saputa guadagnare nei confronti del governo e delle massime istituzioni nazionali, puo' essere un'occasione da sfruttare concretamente. Da anni stiamo lavorando, nel nostro piccolo, per costruire degli esempi positivi che spesso sono stati da paragone e da stimolo per altri imprenditori. Negli ultimi mesi abbiamo insistito molto sulla necessita' di un lavoro educativo che porti all'edificazione dei singoli soggetti, dei singoli uomini capaci di affrontare con responsabilita' e con decisione la realta' quotidiana, nel mondo del lavoro, nell'impresa e nella cultura. Ma che siano capaci anche di essere costruttori di reti, di nessi all'interno della societa' civile che contribuiscano a far uscire fuori la nostra regione dall'eterno individualismo che la caratterizza''. ''Ci sembra evidente - ha proseguito Franze' - che una politica di sviluppo nella nostra regione puo' essere attuata con la presenza di ''soggetti'' coscienti delle proprie capacita' piu' che da progetti teorici in cui mancano le soggettivita' autonome atte a realizzarli. Riteniamo che il nostro possa essere un contributo costruttivo alla realizzazione di un sistema sociale ed economico in cui capacita', competenze, qualita' prevalgano rispetto al parassitismo, all'attesa fatalista di un aiuto che arriva dall'alto. Vogliamo essere da esempio e da stimolo a chi preferisce una sana competizione nel mercato rispetto ai benefici per pochi, alle lobbies (anche familiari), ed ai monopoli. E' importante costruire un'economia basata su una sana concorrenza, che dia la possibilita' al cittadino consumatore di essere libero e di poter scegliere le condizioni piu' favorevoli in un mercato competitivo''. Il presidente della Compagnia delle Opere ha poi evidenziato che ''c'e' l'esigenza di liberalizzare anche l'economia calabrese, consentendo in molti settori piu' spazi alla creativita' individuale, piu' possibilita' ai cittadini ed agli operatori economici calabresi di associarsi, di mettersi in rete, di fare sistema, garantendo alle piccole e medie imprese, nelle opportune forme consortili o cooperative, di poter competere ai massimi livelli in un mercato globalizzato. In molti settori, dalla sanita' ai trasporti e alle public utilities (acqua, energia, rifiuti depurazione), solo per citarne alcuni, c'e' la possibilita' di intervenire con la prospettiva di migliorare i servizi, ridurre i costi per il settore pubblico e per i cittadini, aprire nuovi scenari che garantiscano anche una migliore ricaduta sociale. Nell'ambito del settore del commercio la politica, deve aprire i mercati evitando di proteggere monopoli che limitano scelta, competizione e qualita', spesso anche con l'avvallo di associazioni di categoria, che assuefatte al sistema, sono atrofizzate e senza proposte. Riteniamo che anche i corpi sociali intermedi debbano incoraggiare un processo di cambiamento serio e reale evitando di anteporre a tale cambiamento la miope protezione del piccolo interesse di parte''. ''Cio' puo' avvenire - ha concluso - anche e soprattutto con un differente approccio nei confronti della societa', ponendo al centro dell'azione i bisogni dell'uomo, del cittadino, del consumatore-utente''.

De Rose “La crisi della Calabria superabile facendo sistema”

27/07 "La Calabria vive una fase di grande difficoltà, ma ce la può fare. Può superare complessivamente la crisi e fare sistema sinergizzando realtà imprenditoriali, professionali e politiche unendole sotto una bandiera comune identitaria e coesa". Lo afferma Umberto De Rose, presidente di Confindustria Calabria. "Abbiamo problemi seri - aggiunge De Rose - ma anche la possibilità di essere più forti della crisi. C' è una classe politica che è fatta anche di persone serie e responsabili, nella maggioranza e nell' opposizione e che deve lavorare insieme, da postazioni e compiti diversi, per orientare positivamente la congiuntura". "Confidiamo - prosegue il presidente di Confindustria Calabria - nell' utilizzo appropriato dei fondi comunitari , anche per quanto riguarda l' ultima annualità di agenda 2006 e in un'azione di sollecitazione positiva nel manifatturiero, nel sistema della moda, nelle piccole e medie imprese: il vicepresidente Adamo sta lavorando bene intorno a queste opzioni". "E' necessario pensare - conclude De Rose - al modello concertativo che ha visto positivamente presenti sul territorio Svi, sindacati, imprese, nel biennio 95-97, quando si registrò una fase di crescita strutturale positiva. Si spera adesso nella possibilità di saldare esperienza ed innovazione per la regione attraverso l' azione formativa dell' Università".

Rio (Eurispes) “De Rose rilancerà la concertazione”

24/07 "E' mia convinzione che il nuovo presidente di Confindustria Calabria, Umberto De Rose, saprà usare al meglio la sua qualificata esperienza da imprenditore maturata sul campo per ridare slancio ad una politica di confronto e di concertazione che punti, senza mezzi termini, a valorizzare il tessuto produttivo calabrese". Lo ha detto, in una dichiarazione, il presidente di Eurispes Calabria, Raffaele Rio. "La Calabria - ha aggiunto Rio - ha bisogno di un piano strategico regionale. Per uscire dall'attuale crisi economica e sociale diventa fondamentale l'impiego della pianificazione strategica come attività orientata a costruire uno scenario regionale a partire dalle rappresentazioni espresse dagli stessi attori locali. La sfida per le imprese è la qualità e per questo vanno aiutate a posizionarsi su target più alti. E' necessaria ed improrogabile una svolta nella politica locale in favore delle imprese che si deve sostanziare attraverso la valorizzazione e la tutela dell'imprenditoria locale, la riqualificazione del rapporto tra realtà produttive, enti locali e sistema del credito in una ottica di servizio ed, infine, l'incentivazione di politiche di espansione del sistema Calabria sui mercati nazionali ed internazionali. Il successo del piano strategico risiede nella condivisione e nel rafforzamento della cultura della misurazione e del confronto". "Formulando gli auguri di buon lavoro ad Umberto De Rose per il prestigioso incarico alla guida di Confindustria Calabria - ha concluso Rio - invito il neo presidente degli industriali calabresi a stimolare momenti di operativa riflessione con la classe dirigente sull'immediato futuro del territorio calabrese visto come insieme unitario di problemi, opportunità e prospettive di sviluppo. Sarà una fase particolarmente delicata per raccogliere gli atteggiamenti dei cittadini e degli attori locali su alcuni temi rilevanti per il benessere collettivo".

Speziali (Assindustria CZ) “Situazione economica preoccupante”

20/07 "Se la situazione economica in Italia, anche se ancora difficile, fa intravedere segnali incoraggianti, nel Mezzogiorno, in Calabria e nella nostra Provincia il quadro generale è preoccupante". E' quanto ha detto il presidente degli Industriali della provincia di Catanzaro, Giuseppe Speziali, nel corso dell'assemblea annuale dell'associazione. "L'andamento economico calabrese, come evidenziato - ha aggiunto - nell'annuale relazione della Banca d'Italia, mostra una regione che non cresce, estranea al mercato estero, incapace di sfruttare le potenzialità che offre la propria terra e con una classe dirigente e politica claudicante. Il Pil regionale, in particolare, è calato da un minimo dell'1% ad un massimo del 2,7%. A risentire di questo calo è proprio il comparto manifatturiero, composto nella stragrande maggioranza dei casi, da imprese a conduzione familiare di piccole dimensioni, scarsamente propense all'associazionismo e al networking. Tiene, invece, il settore delle costruzioni, che ha beneficiato dell'aumento delle opere pubbliche, tuttavia, le relative ricadute economiche sul territorio, faticano ad evidenziarsi, poiché, le imprese "non locali" danno un'impronta autarchica al loro agire, dalla progettazione alla fornitura dei materiali, generati e prodotti fuori regione, lasciando alle nostre imprese le briciole di qualche subappalto. Dati critici provengono anche dal fronte della occupazione, il tasso di disoccupazione è cresciuto, seppur lievemente, mostrando un aumento più marcato nella componente giovanile (nella nostra Provincia il tasso di disoccupazione è al 15,4, mentre nel 2004 era al 13,1)". "La nostra - ha proseguito Speziali - è, pertanto, una Provincia economicamente debole che, nonostante tutti gli sforzi, fatica a competere con altre realtà che, già da tempo, hanno avviato una fase di rinascita, economica e sociale, idonea ad attrarre investimenti. A ciò dobbiamo ancora aggiungere altre negatività dovute alle condizioni di contesto quali i molteplici fenomeni di criminalità, il fatto di avere un'Università poco incline ai rapporti con gli altri attori, una Politica arroccata su posizioni superate e che non si apre alla società ed un Sistema d'imprese che non dialogano fra loro. Mancano, inoltre, infrastrutture materiali ed un rapporto proficuo banca impresa, oltre che una fiscalità differenziata, che potrebbe determinare un vantaggio competitivo al territorio. Il quadro complessivo che abbiamo tratteggiato, se giustifica un atteggiamento prudente e preoccupato, tuttavia, non deve indurre allo sconforto più nero, che ha spinto e spinge troppi a prevedere un declino ineludibile". Il presidente degli industriali della provincia di Catanzaro ha evidenziato inoltre che "il nostro territorio ha una serie notevole di potenzialità di sviluppo: in termini di forza lavoro giovanile, di disponibilità di suoli per la localizzazione industriale, di patrimonio culturale ed ambientale, di rinnovato entusiasmo del fare, di disponibilità e valorizzazione di risorse umane qualificate. La terra poi è ricca di tradizioni e possiede una serie di valori umani che sono positivi per la crescita. Gli stati d'avanzamento del Piano Operativo Regionale, inoltre, che hanno registrato un forte incremento sia delle risorse stanziate sia dei pagamenti effettuati, come ha evidenziato la Relazione della Banca d'Italia, fanno ben sperare per l'ottimale utilizzo per gli anni 2007-2013. Tali segnali di vitalità, se valorizzati, pertanto, potrebbero mettere il nostro territorio in condizione di competere, in modo da assicurarci più sviluppo economico, più occupazione, più benessere sociale ed all'industria calabrese di ritornare su buoni tassi di crescita. E' auspicabile quindi il ritorno alla politica con la P maiuscola, una politica che dia indirizzi, che faccia strategia, che dia regole, perché solo con la politica la compensazione degli interessi è possibile. Dobbiamo respingere la politica, invece, che, nelle varie campagne elettorali, continua a lacerare il territorio con campanilismi esasperati e con istanze, "demagogiche" e prive di ogni logica responsabile, dirette, ad esempio, alla nascita di nuove province, che non farebbero altro che aggravare, disperdendo energie preziose". "E' necessario, altresì, inculcare - ha concluso Speziale - la cultura della legalità, perché chi non versa il dovuto fa concorrenza sleale alle imprese che competono rispettando le regole. A tal proposito occorre "tolleranza zero". Prioritario é, infine, predisporre ottimali condizioni per l'insediamento delle imprese, dotando le aree industriali di quelle infrastrutture e di quei servizi di pubblica utilità che sono ormai supporto irrinunciabile a qualsiasi processo localizzativo. Non possiamo più far passare del tempo senza cambiare nulla".

Eurispes: internazionalizzare il Made in Calabria porterà 1400 posti di lavoro

18/07 L'internazionalizzazione del Made in Calabria produrrà, in soli cinque anni, quasi 1.400 nuovi posti di lavoro. Si tratta dell'indotto generato da un organico piano di internazionalizzazione regionale stimato dall'Eurispes Calabria ad un tasso medio di crescita dell'occupazione del 13,6 per cento. Tra i settori più "sensibili" ad assorbire nuovo lavoro i trasporti e la logistica, i servizi di telecomunicazione e di informatica, gli alimentari e le bevande, il turismo. Due le ipotesi a confronto: crescita autostenuta e crescita incentivata. "Internazionalizzare il made in Calabria - ha detto il presidente della sede regionale dell'Eurispes, Raffaele Rio - produrrà alcuni benefici significativi e concreti per il rilancio della nostra economia e per il miglioramento della condizione occupazionale degli individui. Dall'aumento dei fatturati e dei profitti alle opportunità di accedere a nuove partnership imprenditoriali ed a nuove esperienze, ad un incremento dei livelli di competitività dei mercati interni. Ciò, senza alcun dubbio, aumenterebbe gli attuali livelli occupazionali. Il nostro tessuto istituzionale dovrà, nel concreto, costruire la presenza delle imprese calabresi sui mercati esteri, attrarre gli investimenti in regione e valorizzare su scala internazionale l'offerta turistica regionale". "E' tempo - ha aggiunto - di azioni concrete ed organiche, non di interventi ed iniziative sporadiche ed occasionali. Ciò significa fornire al tessuto imprenditoriale strumenti perché l'economia calabrese possa competere con le altre realtà regionali ed affacciarsi concretamente ai mercati internazionali. La polverizzazione territoriale e aziendale sono due caratteristiche qualitative che sostengono la riproduzione della marginalità dell'apparato produttivo e la sua stessa mancata crescita quantitativa. Le imprese, infatti, denunciano un accentuato localismo degli sbocchi di mercato. Tutto ciò espone le aziende ad una forte tensione concorrenziale ed individualistica in uno spazio economico assai ristretto, che alimenta l'instabilità. Quelli che servono, in altri termini, sono interventi di carattere strutturale mirati a far colmare, nel periodo più breve possibile, il ritardo di competitività in cui versano ampie porzioni del territorio calabrese. La competitività del territorio è inoltre l'elemento di fondo sui cui si misura la capacità di attrarre investimenti produttivi, sia esteri, sia nazionali e di promuovere il sistema Calabria in realtà internazionali più complesse". "Occorre - ha concluso Rio - pianificare gli intereventi di internazionalizzazione per favorire la creazione di ambiti di aggregazione economica indicando obiettivi, strategie, fasi operative di realizzazione e risultati concreti ottenuti in termini di vendita del sistema Calabria e di attrazione di investimenti dall'estero". Delineato lo scenario del livello di integrazione con i mercati esteri delle imprese calabresi, l'Eurispes ha provato a stimare l'impatto occupazionale che si avrebbe nel caso di crescita delle attività di internazionalizzazione del sistema produttivo regionale. Due le ipotesi a confronto: crescita autostenuta e crescita incentivata. Nella prima, partendo dai dati dei volumi di fatturato e dal numero di occupati delle imprese calabresi partecipate estere nel quadriennio 2001-2004 e dai corrispondenti tassi medi di crescita del periodo, rispettivamente pari a 8,62 e 8,60 per cento, si è pervenuti ad un stima di crescita dell'occupazione relativa al biennio 2005-2006 e ad uno scenario prospettico nel successivo quinquennio 2007-2011. La seconda ipotesi parte dalla prima, stimando una crescita maggiore che si avrebbe nel caso di un sostegno pubblico o privato all'internazionalizzazione, per cui al tasso di crescita medio "autostenuto" è stata aggiunta una correzione di 5 punti percentuali, portando così i tassi medi di crescita dell'occupazione ad un valore superiore, pari al 13,60; sulla base di ciò si è delineato il trend di crescita dell'occupazione "incentivata" per il quinquennio 2007-2011. I risultati scaturiti dalle stime evidenziano come nel primo caso o prima ipotesi (crescita senza incentivi esterni), dalla fine del 2006 alla fine del 2011, si passerebbe da un'occupazione di 1.277 a 1.929 unità; in valore assoluto, si tratterebbe di 652 occupati in più, pari a +51,1%. Nella seconda ipotesi di scenario (crescita "incentivata") si avrebbero, invece, 1.367 unità lavorative in più, passando da 1.277 a 2.644; l'incremento in questo caso, oltre il doppio del precedente, risulterebbe pari a +107,1%.

Field potrà diventare un agenzia per lo sviluppo

14/07 "Non è lontana la prospettiva che la Fondazione Field diventi un' agenzia regionale di promozione dello sviluppo locale". Lo ha sostenuto il presidente Mario Muzzì nel corso della sua relazione al convegno sul credito svoltosi oggi a Copanello di Stalettì. "Con l' iniziativa di oggi - ha aggiunto Muzzì, secondo quanto riferito in un comunicato - la Field si propone di arrivare ad una prima conferenza regionale sul credito che consenta una impostazione di legge quadro regionale sulle politiche creditizie. In questo modo la Fondazione si pone al servizio delle reali esigenze dello sviluppo locale in sintonia e in sinergia con altri attori che operano sul territorio". La tendenza a fare sistema, sulla quale ha insistito Muzzì, prosegue la nota, "é stata sostenuta anche dal sottosegretario regionale ai Fondi strutturali, Vincenzo Falcone, il quale ha spiegato che per ridurre la litigiosità e superare i localismi che frenano lo sviluppo calabrese, occorre agire con azioni strutturali attraverso la programmazione d' area già avviata dal governo regionale per Crotone e che proseguirà per le altre aree della Calabria. La strategia della Field e gli obiettivi indicati - prosegue la nota - sono stati riconosciuti pienamente validi e coerenti con gli indirizzi programmatici della Regione dal vicepresidente del Consiglio regionale, Demetrio Naccari Carlizzi, dall' assessore regionale al Lavoro Antonino De Gaetano, e dall' assessore regionale alla Sanità Doris Lo Moro che su delega del presidente Agazio Loiero, impegnato a Roma, ha concluso il dibattito. Dal canto suo il vicepresidente della Giunta regionale Nicola Adamo, intervenuto nel pomeriggio, ha affermato che sta preparando la riforma dei confidi per evitare la polverizzazione degli interventi e garantirne invece l' efficacia ai fini dello sviluppo". "Altro riconoscimento alla Fondazione - è scritto nella nota - è venuto dal segretario regionale della Cisl, Luigi Sbarra, il quale ha indicato nella Field, un modello da valorizzare. Sbarra ha tra l' altro posto l' accento sulla necessità rafforzare i presidi di legalità e rilanciare la concertazione. Una testimonianza significativa è stata quella di Santo Versace che aderendo alla iniziativa di Field, ha sottolineato la necessità di una riconsiderazione del lavoro manuale". "Ormai - ha detto l' imprenditore - tutti perseguono inutili titoli di studio e nessuno si dedica al lavoro manuale che viene svilito. Dobbiamo riflettere perché la parola lavoro deve tornare a rianimare la nostro vita non in termini assistenziali, ma di creatività". L' incontro di Copanello ha consentito anche di tracciare un primo bilancio sul Fondo di garanzia che la Fondazione ha affidato al consorzio fidi Fidart, per sostenere le piccole imprese calabresi. A illustrare i risultati sono stati Cosimo Cuomo e Onofrio Maragò, dirigenti della Fondazione. Secondo quanto è emerso la Field ha messo a disposizione della Fidart un milione di euro. Sono pervenute 603 domande di finanziamento per un ammontare di credito richiesto pari a 36 milioni di euro, con una occupazione aggiuntiva prevista di 787 posti di lavoro. Gli animatori della Fondazione, è stato evidenziato, hanno istruito finora 324 domande, di cui 250 positivamente per un ammontare di oltre 14 milioni di euro di credito richiesto e con una stima occupazionale aggiuntiva di 370 unità lavorative. Finora la Banca convenzionata ha erogato 89 prestiti per un importo di poco più di 5 milioni di euro con una crescita occupazionale di 139 unità. Secondo i calcoli degli esperti della Field il prestito medio erogato si attesta intorno a 56 mila euro. "Questa innovazione creditizia introdotta da Field - ha sottolineato il presidente del Comitato scientifico della Fondazione Luca Meldolesi - è uno degli 'abiti su misura' di cui la regione ha bisogno per sviluppare un tessuto sano di piccole imprese. La Calabria ha una società articolata che non può essere omologata agli automatismi del sistema bancario, ma che invece, va capita e accompagnata intelligentemente". Secondo il giuslavorista e presidente della Task force della Field, Antonio Viscomi, "bisogna giungere anche ad un progetto di ordinamento del mercato di lavoro fondato sulla concertazione territoriale per realizzare modelli innovativi di governo democratico delle politiche pubbliche, sulla diversificazione della contrattazione per coniugare solidarietà, sussidiarietà ed efficienza e, infine, sulla responsabilità, innanzitutto del lavoro pubblico". Viscomi ha concluso sostenendo che la Calabria "non ha bisogno di meno diritto ma semmai di un diritto migliore".

Unioncamere Calabria incontra delegazione cinese

14/07 L' Unioncamere Regionale, di concerto con lo Sprint Calabria, nell' ambito del proprio programma promozionale, ha promosso, a Vibo Valentia, un incontro tra imprese calabresi e una delegazione cinese per un progetto relativo ad partenariato internazionale, denominato Eu-China Partenariat 2006. L' evento rientra tra le iniziative patrocinate dalla Commissione europea e dal Governo della Repubblica Popolare Cinese per promuovere la cooperazione economica fra piccole e medie imprese cinesi ed europee. La manifestazione, organizzata dal China Council for the Promotion of International Trade (Ccpit) si svolgerà a Chengdu (Sichuan) il 9 e 10 novembre e vedrà la partecipazione di oltre 500 imprese cinesi e 400 imprese europee operanti nei settori agroindustria, turismo, sanitario, beni e servizi ambientali, macchinari e attrezzature per l' edilizia, costruzioni ed ingegneria, Ict, componentistica elettronica.

Convegno Field sull’accesso al credito il 14 a Copanello

12/07 L' accesso al credito in Calabria dovrà essere priorità di governo: sarà questo il tema dell' incontro che la Fondazione Field ha promosso per venerdì a Copanello di Stalettì, durante il quale sarà anche istituito il primo tavolo di concertazione in materia creditizia. "Dopo il successo del Fondo emersione Calabria sul credito - é scritto in una nota - la Fondazione guidata da Mario Muzzì, fa un primo bilancio di questa esperienza anche in preparazione della prima conferenza regionale sul credito che ha in programma per il prossimo autunno. Quello del 14 luglio è un appuntamento al quale prenderanno parte i vertici delle istituzioni regionali, le forze sociali e i rappresentanti delle associazioni di categoria e tutti i soggetti attivi nelle politiche produttive e creditizie in Calabria. Alla presenza del governatore della Regione Agazio Loiero, dell' assessore al Bilancio Nicola Adamo e dell' assessore al Lavoro Antonino De Gaetano gli esperti affronteranno le tematiche relative al difficile mondo del credito, e avanzeranno proposte e soluzioni sulla scorta dell' esperienza del Fondo finanziato dalla Field, attraverso il quale si è voluto dimostrare che le politiche del credito in Calabria è possibile promuoverle innovando il metodo e creando le giuste sinergie tra territorio, banche e imprese". "Il Fondo Emersione Calabria - prosegue la nota - è finalizzato a sostenere i processi di emersione e regolarizzazione anche mediante il principio della premialità per le imprese in regola che si distinguono per le iniziative di sviluppo. La gestione di questo Fondo è affidata, attraverso apposita convenzione, a Fidart Calabria, un Consorzio di garanzia fidi istituito con legge regionale e concessionario della Regione Calabria dei fondi di garanzia per le Pmi e l' artigianato che opera in collaborazione della Fondazione Field. L'esperienza innovativa, i numeri del progetto, la valutazione genericamente positiva da parte degli interessati, hanno dunque suggerito alla Fondazione Field l' opportunità di una giornata di riflessione partecipata e condivisa sul credito". L' istituzione di un tavolo regionale "tematico" in materia creditizia, è scritto, ancora, nel comunicato, "rappresenta l' oggetto di riflessione privilegiato intorno al quale 'costruire' una nuova politica del credito in Calabria che guardi anche ad aspetti etici e che integri a tutti gli effetti una politica strutturale regionale di sviluppo locale. Nel corso dell' incontro si terrà la prima riunione operativa del Tavolo di concertazione sul credito". La giornata prevede la partecipazione, tra gli altri, dello stilista Sante Versace; di Lea Battistoni in rappresentanza del Ministero del Lavoro; del presidente del Comitato scientifico della Fondazione Field, Luca Meldolesi; del presidente della task force di Field, Antonio Viscomi; del sottosegretario regionale ai Fondi strutturali Vincenzo Falcone; dei segretari regionali dei sindacati Vera Lamonica (Cgil), Luigi Sbarra (Cisl) e Roberto Castagna (Uil); del vicepresidente del Consiglio regionale Demetrio Naccari Carlizzi e dei responsabili della Fondazione Field Cosimo Cuomo, Onofrio Maragò e Rosaria Amantea.

Il Credito Cooperativo ricorda il centenario della fondazione con una messa

23/06 Sabato 24 giugno 2006 alle ore 19.00, presso il Santuario di Sant’Umile a Bisignano, sarà celebrata la Santa Messa per il centenario del Credito Cooperativo Mediocrati. Nel centesimo anniversario della sua fondazione, avvenuta il 24 giugno 1906, il Credito Cooperativo Mediocrati si unirà in preghiera con tutti i fedeli per ringraziare devotamente Sant’Umile e invocare la sua benedizione con l’auspicio di un futuro prospero per l’intera collettività. Alla cerimonia religiosa parteciperanno gli amministratori, i sindaci ed il personale tutto dell’Istituto.

Otto contratti di programma approvati dal Cipe per la Calabria

18/06 Novanta contratti di programma, circa 11 mila milioni di euro di investimenti previsti a fronte dei quali 4 mila milioni di euro di agevolazioni concesse, un incremento occupazionale previsto pari a 31mila unita'. Di queste, 7.000 nella sola Campania, regione al tempo stesso con il numero maggiore di contratti approvati (20) e agevolazioni concesse (873 milioni di euro, il 22,3% del totale). E' la fotografia aggiornata al 31 dicembre 2005 dei contratti di programma approvati dal Cipe a partire dall'aprile 1996. Il Rapporto e' stato curato dall' Istituto per la promozione industriale per conto della Direzione Generale per il Coordinamento degli Incentivi alle Imprese del Ministero delle attivita' produttive. La Campania, con ben 20 contratti (il 22,2% del totale), si legge nel rapporto, e' la regione che presenta il maggior numero di contratti approvati. Segue Sicilia (15), Sardegna (9), Calabria (8), Puglia (7), Basilicata (6), Abruzzo (5), Piemonte (3), Toscana (2), Veneto, Liguria e Marche rispettivamente con 1 solo contratto a testa. Per quanto riguarda i soggetti proponenti il maggior numero di contratti approvati si registra per i consorzi di pmi: 56 contratti (il 62,2% del totale), localizzati soprattutto in Campania (14) e Sicilia (12). Il numero di contratti riconducibile a grandi imprese e' pari a 18 (di cui 5 in Puglia); 15 sono i contratti che fanno capo a gruppi industriali (di cui ben 5 in Campania, 3 tra i multiregionali e 3 in Sardegna); solo un contratto e' proposto da una multinazionale (in Puglia). A livello temporale la dinamica evidenzia la seguente evoluzione: 23 contratti (un quarto del totale) sono stati approvati nel corso del 2005, 16 contratti (il 18%) nel corso del 2004, ulteriori 8 nel 2003 e 13 nel 2002; negli ultimi 4 anni sono stati approvati i due terzi di tutti i contratti. Per quanto riguarda i settori, infine, 50 contratti di programma riguardano il settore industria, 18 il turismo, 18 l'agricoltura e solo 4 i servizi. Il volume maggiore di investimenti si riscontra per i cosiddetti contratti multiregionali (2.923 Milioni di euro, il 27,4% del totale). A livello regionale la ripartizione degli investimenti e' la seguente: in Campania i contratti di programma previsti comporteranno la realizzazione di 1.568 Milioni di euro di investimenti (il 14,7% del totale); in Sicilia 1.392 Meuro e quelli in Puglia 1.108 Meuro. Valori inferiori si registrano per la Sardegna (836 Meuro), Abruzzo (680 Meuro), Calabria (638 Meuro), Veneto (615 Meuro) e Basilicata (437 Meuro). Ancora minori sono i valori riscontrati per Toscana (197Meuro), Piemonte(178 Meuro), Liguria (68 Meuro) e Marche (40 Meuro). Il valore medio piu' elevato di investimenti per contratto approvato si osserva per il Veneto dove un solo contratto prevede la realizzazione di 615 Meuro di investimenti. Anche per quanto riguarda le agevolazioni concesse, la Campania e' in pole position. Con il 22,3% del totale e' la regione che ha la quota piu' consistente delle agevolazioni (da tener presente che la suddivisione delle agevolazioni per regione deriva sia dal volume degli investimenti previsti sia, soprattutto, dalle diverse ''intensita''' di aiuto stabilite dalla Commissione europea e le intensita' di aiuto maggiori come e' noto sono previste nelle regioni meridionali). Per i contratti multiregionali si registrano 630 milioni di euro di agevolazioni concesse. Dunque, Campania in testa con 873 milioni di euro di agevolazioni concesse. Segue Sicilia (645), Puglia (Puglia 555), Sardegna (370), Calabria (320,8), Basilicata (223), Abruzzo (97), Toscana (67), Veneto (66), Piemonte (36), Liguria (25), Marche (6,5). Si evidenzia come in tre regioni (Campania, Sicilia e Puglia) si concentra il 53% del totale delle agevolazioni concesse. Con una previsione di 7.000 unita' aggiuntive, la Campania e' la regione con il maggior incremento occupazionale. Aumenti consistenti sono previsti anche per i contratti da realizzare in Puglia (4.348 unita' aggiuntive), Sicilia (4.219), Calabria (2.322), Sardegna (1.742) e Basilicata (1.701 unita'). Di minore entita' sono gli sviluppi occupazionali per Abruzzo (829), Toscana (428), Piemonte (428), Marche (249), Liguria (175) e Veneto (50). Circa un quarto del totale incremento occupazionale (7.319 unita' aggiuntive) e' previsto con i cosiddetti contratti multiregionali. Il rapporto dell'Ipi evidenzia poi che al 31 dicembre scorso ben 37 contratti (i due quinti del totale) non sono stati ancora stipulati; tali contratti rappresentano piu' di un terzo (37%) degli investimenti previsti da tutti i contratti approvati, il 30% del totale delle agevolazioni concesse ed il 35% dell'incremento occupazionale complessivamente previsto. Degli altri 53 contratti per i quali e' intervenuta la stipula, 7 contratti non hanno avuto erogazioni delle agevolazioni concesse, 20 contratti hanno avuto erogazioni delle agevolazioni a titolo di anticipazione e 26 contratti hanno avuto erogazioni a titolo di stato avanzamento lavori. Con riferimento ai 37 contratti approvati ma non stipulati, 23 (circa due terzi) sono stati approvati nel 2005 (di cui 9 a dicembre, 9 a luglio e 5 tra marzo e maggio), 12 nel 2004 e gli altri due, uno nel 2003 ed uno nel 2002. Oltre ai contatti multiregionali, sono dieci le regioni interessate da questa tipologia di contratti. Il maggior numero si registra in Sicilia (11 contratti; il 30% del totale), 7 rientrano nella categoria dei multiregionali, 5 riguardano la Campania, 4 la Sardegna, 2 il Piemonte, Abruzzo e Calabria, 1 Liguria, Toscana, Marche e Basilicata. I contratti stipulati ma senza erogazioni sono 7, di cui 3 sono stati stipulati nel 2005, 2 nel 2004, 1 nel 2003 ed 1 nel 2002. Tali contratti rappresentano il 7,7% del numero totale dei contratti approvati, il 9,5% del totale degli investimenti agevolati, il 5,9% del totale delle agevolazioni concesse ed il 5,3% del complessivo incremento occupazionale previsto. A livello regionale, si riscontrano 2 contratti in Abruzzo e Campania ed 1 contratto in Veneto, Toscana e Calabria. I contratti stipulati con erogazioni a solo titolo di anticipazione sono 20, di cui 1 e' stato stipulato nel 2005, due nel 2004, e 6 nel 2003. Gli altri 11 negli anni dal 2002 al 1998. Tali contratti rappresentano il 22% del numero totale dei contratti approvati, il 25,3% del totale degli investimenti agevolati, il 24% del totale delle agevolazioni concesse ed il 25% del complessivo incremento occupazionale previsto. Ben 12 di tali contratti hanno ottenuto la prima erogazione nel corso degli anni 1999-2003, mentre 8 l'hanno ottenuta tra il 2004 (6 contratti) ed il 2005 (2 contratti). Per quanto riguarda le regioni si registra una prevalenza della Campania (5 contratti), 3 contratti si riscontrano sia per la Puglia che per la Basilicata, 2 si hanno per Calabria, Sicilia ed i contratti multiregionali, 1 solo contratto per Piemonte, Abruzzo e Sardegna. Infine, sottolinea il rapporto Ipi, i contratti stipulati con erogazioni a stato avanzamento lavori sono 26 e rappresentano il 29% del numero totale dei contratti approvati, il 28% del totale degli investimenti agevolati, il 40% del totale delle agevolazioni concesse ed il 35% del complessivo incremento occupazionale previsto. Con riferimento alle regioni si registra che 8 contratti riguardano la Campania, 4 Puglia e Sardegna, 3 la Calabria e la categoria dei multiregionali, 2 Basilicata e Sicilia. Nei confronti dei contratti con erogazioni a stato avanzamento lavori si concentra l'ulteriore 80% del totale delle agevolazioni erogate. Del totale delle agevolazioni concesse per tali contratti si registra un'erogazione pari al 71% delle stesse, con una variabilita' all'interno dei contratti stessi che va dal 27% (non tenendo conto del valore riferito ad un contratto per il quale si sono registrate due sole erogazioni riferite a due delle 20 iniziative previste nel contratto stesso, valore pari al 3,31%) al 94,31%.

Una buona legge sull’impresa sociale

10/06 ''La nuova legge sull' impresa sociale, che non e' ancora entrata in vigore, nonostante alcune lacune e' una buona legge perche', innanzitutto, nasce con un 'processo dal basso'''. E' quanto ha sostenuto Carlo Borzaga, studioso della materia e preside della Facolta' di economia dell' Universita' di Trento partecipando ai lavori di un seminario organizato da Confcooperative Calabria, Federsolidarieta' e Universita' della Calabria. Oltre a Borzaga tra i relatori del seminario, presieduto da Katia Stancato, presidente di Confcooperative Calabria, c' erano il presidente regionale di Federsolidarieta', Gianni Romeo; Pierpaolo Marano, docente della Facolta' di Economia dell' Unical e Valerio Luterotti di Federsolidarieta' - Confcooperative. ''L' impresa sociale - ha sostenuto Borzaga - non e' individuata dal legislatore, bensi' e' frutto dell' incontro tra volontari e bisogni degli utilizzatori dell' impresa sociale. Contrariamente a quanto avviene solitamente, quindi, il Legislatore ha rincorso il fenomeno. La normativa distingue nettamente i settori di attivita'. E' trasversale alle forme giuridiche ed e' migliore di quella sulle onlus che ha portato solo confusione''

Quattro milioni di italiani sotto la soglia dei 700 euro mensili. Il sud rimane sempre dietro

24/05 Il Mezzogiorno sempre dietro. In affanno, nei confronti del resto del paese, sia che si parli di redditi, che di servizi, che di qualità della vita. La fotografia dell'Istat scattata nel 2005 dal rapporto annuale conferma lo stato di emergenza delle regioni meridionali in un'Italia che già non brilla. Al sud i redditi sono pari ai 3/4 di quelli percepiti al Nord. Molte famiglie italiane vivono con un solo reddito, sono circa 650 mila, di cui oltre due terzi nel mezzogiorno. Sono povere 2,6 milioni di famiglie; 1 famiglia su 4 al sud è indigente. Il 7,5% dei nuclei familiari italiani, pari a 1.748.000 persone, non può permettersi un pasto adeguato ogni due giorni; questa percentuale sale al 13,5% al sud e al 12% nelle isole. E al sud chi ci rimette di più sono le donne che in un anno hanno perso 40 mila posti di lavoro e che addirittura non cercano neanche più un'occupazione perché è aumentata negli ultimi due anni la popolazione inattiva femminile. L'Istat sottolinea che oltre 4 milioni di lavoratori percepisce un reddito basso, al di sotto di 700 euro al mese. Di questi, 1.500.000 vive in famiglie disagiate. Il basso reddito da lavoro è più frequente tra le donne (28% contro il 12% degli uomini), tra i giovani con meno di 25 anni (36%), tra le persone con basso grado di istruzione inferiore alla licenza media (32%) e tra i lavoratori del settore privato (21% contro il 5% dei lavoratori pubblici). PREZZI ALTI, MENO CARNE E PANE SULLE TAVOLE - A causa dell'aumento dei costi, il 25% delle famiglie compra meno pane e pasta mentre oltre il 30% meno carne, frutta e verdura; il 37,2% riduce l'acquisto di pesce; il 41,9% fa minori compere per l'abbigliamento e le scarpe. Il 15% opta per alimenti di qualità più bassa. UN TERZO DEI NUCLEI ARRIVA CON DIFFICOLTA' A FINE MESE - E il 27,5% non riesce a far fronte ad una spesa imprevista di mille euro. Il 12,2% ha pochi soldi per le spese mediche, è il 21,4% al sud, e il 13,2% per pagare le tasse (25,1%). ABITAZIONE E' VOCE PRINCIPALE DI SPESA - I proprietari di casa spendono mediamente 262 euro al mese; per gli affittuari il costo mensile sale a 473 euro. SPEREQUAZIONE NEI REDDITI, FRA GLI ULTIMI IN EUROPA - A fronte di reddito annuale medio nazionale è di 24.820 euro; sale a 32.962 al nord, 32.759 al centro, scende a 23.894 nel mezzogiorno. SPESA SOCIALE PIU' ALTA AL NORD, PIU' BASSA AL SUD - Nell'arco 1996-03 si è registrato un aumento della spesa sociale di 900 euro pro-capite; al nord è stato di 1.300 euro mentre nelle regioni del sud di 685 euro. Rispetto ai comuni, permane la sperequazione territoriale: a fronte di una media nazionale di 91 euro pro-capite a Bolzano si arriva a 417 euro, a Trento 220 euro. Nel Lazio a 100 euro e 117 in Toscana. Mentre si scende a 27 euro in Calabria. Sono quindi le regioni più ricche a spendere di più, indicando che la spesa sociale ha solo modeste funzioni di riequilibrio dei divari fra le regioni. MALATI DEL SUD VANNO A CURARSI AL NORD - Il 7% dei ricoveri ospedalieri avvengono al di fuori della propria regione. La mobilità riguarda soprattutto i cittadini della Puglia, della Calabria, Basilicata e Sicilia. POSTI LETTO IN OSPEDALE, SONO IN CALO - Nel 1998 i posti letto ospedalieri per malattie acute erano 47 ogni 10 mila residenti; nel 2003 erano 36; per le malattie croniche si è passati da 6 a 5. IN LOMBARDIA IL MAGGIOR NUMERO DI ALUNNI STRANIERI - In 5 anni la popolazione scolastica straniera è aumentata del 152%; sono 372 mila, il 4,2% del totale. Punte del 5,3% per gli iscritti alla scuola primaria. In Lombardia c'é la maggiore concentrazione (90 mila) ma è l'Emilia Romagna che registra la maggiore incidenza, 8 alunni stranieri ogni 100, 10 nelle scuole primarie. UNIVERSITA' NON RISPONDE A MERCATO DEL LAVORO - La riforma universitaria ha puntato troppo alla didattica e poco al mercato. Per l'Istat bisogna realizzare più ricerca, "motore dello sviluppo delle conoscenze e dell'economia". Negli atenei aumentano gli iscritti, più 8,7% nell'arco di tempo 1999-2000/2004-2005; più 20,4% di immatricolazioni. ASSISTENZA SOCIALE "ARRETRATA" - E' il settore più arretrato in termini di riqualificazione e crescita dei servizi e quello dove emergono i maggiori divari territoriali in termini di offerta. Gli interventi assistenziali sono decisamente inferiori alla media nelle regioni meridionali; in queste è scarsa la presenza di strutture socioassistenziali per disabili e anziani, mentre è maggiore il peso di quelle per minori.

Mutui cresciuti del il 30% in Calabria

24/05 Nel 2005 il mercato dei mutui per la casa in Calabria è cresciuto del 29,44 % rispetto al 2004. A renderlo noto è l'Osservatorio Mutui Casa alle Famiglie di Banca per la Casa, la banca specializzata nei mutui casa del Gruppo UniCredit, su dati Bankitalia. "Proprio in riferimento ai dati positivi del mercato - è scritto in una nota - e alla crescita del mercato dei lavoratori atipici, Banca per la Casa ha studiato Progetto Lavoro, una nuova linea di mutui composta da Variabile, Fisso, Libero e Misto, dedicata a tutti coloro che hanno un contratto a tempo determinato, co.co.pro e stagionale, con continuità lavorativa di almeno 24 mesi, anche presso più datori di lavoro e un minimo di 180 giorni lavorativi per anno. Il Mutuo, finanzia fino al 90% del valore dell'immobile per l'acquisto della prima casa, da un minimo di 50.000 ad un massimo di 200.000 euro. Progetto Lavoro viene distribuito dalle agenzie specializzate di Banca per la Casa e dalle Agenzie di UniCredit Banca". Nel 2005 l'incremento maggiore di erogato si è registrato a Cosenza con 227 milioni di euro (+37,9%) rispetto al 2004. In termini percentuali la provincia che ha erogato di più è stata Vibo Valentia con +65,8% (41 milioni di euro di erogato), seguono Reggio Calabria con +24% (141 milioni di euro di erogato). Catanzaro con +20,2% (156 milioni di euro di erogato), Crotone con +18,9% (57 milioni di euro di erogato). In riferimento all'Italia Meridionale, che comprende anche le regioni Abruzzi, Molise, Basilicata, Campania e Puglia, la Calabria si colloca ad oggi al quarto posto per valore dell' erogato con 620 milioni di euro, confermando nel 2005 una crescita del 29,44% rispetto al 2004. In riferimento all'andamento nazionale, i mutui erogati nel nostro Paese, nel 2005 sono incrementati del +14,36% rispetto al 2004, raggiungendo un valore totale pari a 56.266 milioni di euro, rispetto ai 49.199 milioni di euro del 2004. "Anche il 2005 - sostiene l'amministratore delegato di Banca per la Casa, Pasquale Giamboi - ha confermato la crescita del mercato dei mutui e pur in presenza dei recenti rialzi dei tassi e con segnali di raffreddamento dei prezzi degli immobili penso che il mercato mutui goda di buona salute per i prossimi anni. L'andamento dei primi mesi del 2006 ci presenta un mercato che si mantiene vivace. L'acquisto della casa resta ancora un importante obiettivo della famiglie italiane nonostante il prevedibile a breve ulteriore rialzo dei tassi". "Consigliamo - ha concluso Giamboi - però di affidarsi a consulenti specializzati che siano effettivamente in grado di suggerire il mutuo più adeguato ai propri flussi di reddito e alle proprie esigenze di spesa".

In netta crescita la BCC Mediocrati

22/05 I risultati ottenuti nel corso del 2005, insieme al bilancio sociale e di missione del Credito Cooperativo Mediocrati, sono stati illustrati in occasione dell’assemblea ordinaria dei soci, svoltasi a Taverna di Montalto. “Il bilancio sociale, che redigiamo ogni anno, – ha detto il Presidente Nicola Paldino richiamandosi alle origini della Banca, alla Rerum Novarum, a De Cardona e ai fondatori del 1906 – è il segno di una nuova cultura imprenditoriale che pensa diversamente il vivere e il produrre ed è, soprattutto, più attenta ai temi della qualità della vita, dell’equità, della sostenibilità. Il Credito Cooperativo Mediocrati – ha proseguito il presidente sotto lo sguardo attento del Direttore Generale Biagio Aragona - è una banca controcorrente in quanto differente è il nostro approccio, la nostra visione dell’uomo e dell’economia, il nostro fine ultimo”.
Il tessuto economico in provincia di Cosenza è ancora fragile, secondo i primi dati del II rapporto Eurispes realizzato in collaborazione con il Credito Cooperativo Mediocrati.
L’economia locale risulta ancora fortemente dominata dai settori tradizionali e poco innovativi. Oltre il 73% delle aziende cosentine ha come mercato di sbocco quello provinciale e solo un ridottissimo numero di imprese (2,9%) esporta verso i paesi esteri.
Nella zona della Media Valle del Crati i settori di riferimento sono: commercio (33%), agricoltura (22,3%), servizi (19,4%), costruzioni (13,6%) ed artigianato (11,7%).
In questo quadro economico il Mediocrati conferma nel 2005 la sua grande capacità di attrazione. La compagine sociale, infatti, continua ad aumentare e a rafforzarsi. I soci sono 2.232, con un aumento di quasi il 7% rispetto al 2004. Con dieci assunzioni aumenta anche il numero dei dipendenti, ora 68, quasi raddoppiato negli ultimi anni.
Il Mediocrati si dimostra particolarmente vicino e attento alle esigenze di finanziamento delle famiglie e dei piccoli operatori economici. I finanziamenti erogati alla clientela si attestano a 182,14 milioni di euro. Il 39,89% degli impieghi è stato concesso alle famiglie consumatrici, il 9,57% alle famiglie produttrici, l’8,94% agli artigiani e il 41,63% alle imprese e agli enti.
La raccolta diretta del Credito Cooperativo Mediocrati ha segnato un incremento di +7,10% passando da 243,3 milioni del 2004 a 260,0 mln di euro a fine 2005. L’aumento complessivo, negli ultimi sei anni, è stato del 115% con un forte aumento delle obbligazioni.
Con attività sempre ispirate al principio della sana e prudente gestione, il Credito Cooperativo Mediocrati continua a mantenere un coefficiente di solvibilità abbondantemente sopra del valore minimo imposto dalla Banca d’Italia (8%). Il rapporto tra patrimonio di vigilanza e il totale delle attività di rischio ponderate, infatti, risulta pari al 16,28%.
La gestione ha prodotto un utile di 2,65 milioni di euro, con un ristorno ai soci di 286.873,57 euro.
Al termine dei lavori, l’Assemblea ha riconfermato alle rispettive cariche per acclamazione il Presidente Nicola Paldino e l’intero Consiglio di Amministrazione, con la sola novità della nomina dell’imprenditore Emilio Aiello all’interno del Consiglio. “Continueremo a fare banca controcorrente – ha detto in conclusione il Presidente Paldino – per poter rispondere con orgoglio, ai soci e ai clienti, che domandano dove sono stati impiegati i loro risparmi, che le risorse sono rimaste nella loro terra e sono state lievito per lo sviluppo delle persone e delle imprese del territorio”.

In distribuzione presso le agenzie delle entrate la guida alle agevolazioni fiscali sui mutui

18/05 E' in questi giorni in distribuzione gratuita negli uffici delle Entrate della Calabria, la guida pratica dedicata alle "Agevolazioni fiscali sui mutui", secondo volume del 2006 del periodico bimestrale "L' Agenzia informa". Lo rende noto un comunicato. Il testo dell' opuscolo, come di consueto, - riporta la nota - è anche disponibile e scaricabile dal sito Internet dell' Agenzia delle Entrate (www.agenziaentrate.gov.it), all' interno della sezione Documentazione. "La guida, dedicata a chi è in procinto di accendere un mutuo per l' acquisto della casa - è scritto in una nota - illustra, con linguaggio semplice e chiaro, le tipologie di mutuo più frequenti, tra cui quello stipulato per l' acquisto e per la costruzione o la ristrutturazione dell' abitazione principale e i requisiti necessari per fruire delle agevolazioni fiscali. Particolare attenzione è dedicata ai prestiti e ai mutui agrari, alle imposte sul contratto di mutuo e a quella sostitutiva sui finanziamenti".

Venerdì alla Camcom il rapporto sullo stato dell’economa in provincia di Cosenza

17/05 "Evoluzione strutturale e dinamiche congiunturali del sistema produttivo locale della Provincia di Cosenza" è il tema di un incontro, che si svolgerà venerdì prossimo a Cosenza, organizzato dalla Camera di Commercio, in collaborazione con l' Osservatorio economico provinciale e l' "Istituto Guglielmo Tagliacarne". All' incontro parteciperanno il presidente della Camera di Commercio, Nicola Lucchetti; il direttore dell' area studi e ricerche dell' Istituto Tagliacarne, Giuseppe Capuano; il rettore dell'Università della Calabria, Giovanni Latorre, il direttore del Censis, Giuseppe Roma; il presidente della Provincia Mario Oliverio; il vice presidente della Regione Calabria, Nicola Adamo. Coordinerà il dibattito il giornalista Francesco Ventimiglia. "Si tratta - è scritto in una nota - di un' analisi approfondita e mirata dello stato di salute dell' economia reale della provincia cosentina con importanti raffronti con le altre province e con le altre regioni. Le informazioni contenute nel rapporto fotografano l' andamento economico e produttivo del territorio provinciale e offrono notizie dettagliate sul numero delle aziende, sull' imprenditoria femminile, sui vari settori di attività, sulla formazione, sull' innovazione e sulla internazionalizzazione. La lettura dei dati consente alla Camera di Commercio di delineare e disegnare la mappa e il quadro di riferimento dello sviluppo economico e produttivo provinciale". "La Camera di Commercio - spiega il presidente Nicola Lucchetti - rappresenta un' osservatorio privilegiato dell' intera economia provinciale, perché raccoglie informazioni e notizie sulla demografia e sulla vita delle imprese, sulla loro costituzione ed organizzazione e sulle loro performance economiche. La lettura dei dati è importante perché offre alle istituzioni, alle parti sociali e a tutti i soggetti economici opportunità di interventi e di lavoro necessari a favorire e accompagnare il processo di crescita e di sviluppo del nostro sistema economico. La nostra è un' economia fragile e per farla diventare forte c'é bisogno di una grande sinergia, di uno sforzo da parte di tutti"

Costituito il Confidi della Calabria

17/05 Liborio Piscitelli è il presidente del Confidi di Calabria, struttura costituita come diretta emanazione di Uci (Unioni italiana coltivatori aderente al Copagri); Lapet (Libera associazione periti ed esperti tributaristi) e Cicas (Confederazione imprenditori commercianti artigiani turismo e servizi). Vice presidente del neonato organismo è stato nominato Giorgio Ventura. Eletto anche il Consiglio di amministrazione di cui fanno parte Alfonso Saccà, Cesare Leone, Giorgio Guglielmo, Alessandro Siciliano, Saverio Nocera, Basilio Zimbalatta, Giorgio Durante e il collegio sindacale composto da Giuseppe Calì (Presidente), Ida Maria Montorro ed Aldo Munizza - componenti, Innocenzio Macheda e Corrado Sabatino - supplenti. "Il Confidi della Calabria - è scritto in una nota - è lo strumento permanente a disposizione delle piccole e medie imprese che agevola l' accesso al credito a breve, a medio-lungo termine, al leasing e ad ogni operazione finanziaria, svolgendo la propria attività istituzionale di concessione della garanzia per affidamenti a breve termine a favore delle piccole e medie imprese industriali della Regione. I benefici più significativi per le imprese che si rivolgeranno al Confidi della Calabria riguardano - è scritto ancora nel comunicato - l' assistenza qualificata ed analisi dei bisogni finanziari d' azienda anche in funzione alle garanzie, alla luce della normativa in materia meglio nota come 'Basilea 2'"

La Carime abolisce la carica di amministratore delegato. Calbiani diventa vice presidente vicario

16/05 Il Consiglio di Amministrazione di Banca Carime ha nominato Marcello Calbiani vice presidente vicario. Calbiani, negli ultimi anni, aveva ricoperto la carica di Amministratore Delegato. La decisione è giunta dopo che il Gruppo Bpu Banche Popolari Unite, nell' ambito del processo di revisione globale e semplificazione delle posizioni di vertice, ha abolito, in tutte le sue Banche Reti, la carica di amministratore delegato. "Una scelta, quella intervenuta - è scritto in un comunicato - che assume in Carime un significato particolare se si considera che la Banca opera in territori complessi e diversificati, dove il vero valore aggiunto è dato dall' immediatezza nelle risposte e dal rapporto diretto con il vertice aziendale. Marcello Calbiani, dunque, affiancherà da subito il presidente Andrea Pisani Massamormile e il direttore generale Riccardo Sora alla guida di Banca Carime la quale conferma, come si evince dai dati di bilancio riferiti al primo trimestre 2006, la sua ascesa e la volontà di conseguire traguardi sempre più ambiziosi". "Obiettivo di Marcello Calbiani - prosegue la nota - sarà, nei prossimi mesi, quello di cogliere e coltivare tutte le tante opportunità di carattere economico, sociale e culturale presenti nelle regioni in cui la Banca opera. Una scelta, finalizzata ad armonizzare logica economica e crescita civile, consolidare collaborazioni, concordare programmi incisivi e compatibili, rispettare il territorio e promuoverne lo sviluppo".

Presentazione di un progetto FIELD per lo sviluppo del tessile il 16 a Rende

14/05 ''Tessere lo sviluppo e' possibile. E' possibile creare una rete di piccoli artigiani che nel tessile e nelle sue potenzialita' hanno scommesso tra mille insidie e tanta concorrenza, spesso sleale''. E' quanto sostiene la Fondazione Field in un comunicato nel quale si afferma che di questo tema, ''ma anche delle nicchie di mercato di qualita' nel tessile si parlera' dal 16 al 18 maggio, al Museo del Presente, a Rende, con la partecipazione della Fondazione presieduta da Mario Muzzi'''. ''La Tela di Aracne'' e' il nome di un progetto nel settore tessile che sara' presentato il 16 maggio con l' esposizione dei manufatti delle aziende tessili calabresi. Nel pomeriggio di martedi', nel corso di una tavola rotonda moderata dal giornalista della Rai Pietro Melia, dopo i saluti del sindaco di Rende, Emilio Chiappetta, e del presidente del Consiglio provinciale di Cosenza, Francesco Principe, saranno illustrati i risultati finora raggiunti del progetto e saranno tracciate le prospettive future della rete. Interverranno il dirigente regionale Francesco De Grano, che parlera' dei programmi interregionali; Stefano Birilli che si soffermera' sul progetto ''La Tela di Aracne''; Rosaria Amantea della Fondazione Field che si occupera' del workshop Eumed ed Emilio Salvatore Leo, che delineera' il futuro del tessile in Calabria. Sono inoltre previsti gli interventi del vice presidente della Regione, Nicola Adamo, che ha la delega per l' economia e le attivita' produttive, del presidente della Provincia di Cosenza, Mario Oliverio, del presidente della Fondazione Field, Mario Muzzi', dell' assessore provinciale all' artigianato, Mimmo Bevacqua, del presidente del Co.Se.R Calabria, Walter Fonte e dei presidenti regionali della Confartigianato, Giovanni Gravina, della Cna, Sergio Chiappetta, e della Casartigiani, Eugenio Blasi. Il giorno successivo e' prevista la visita delle scuole alla mostra e nel pomeriggio un seminario su ''tessile design e tradizione'', mentre l'ultimo giorno sara' dedicato ad un workshop con gli interventi, fra gli altri, del prof. Roberto Guarisci, del centro di eccellenza in economia e gestione della conoscenza dell' Universita' della Calabria, e di Cosimo Cuomo, direttore dell' area sviluppo della Fondazione Field.

Fisco: In arrivo oltre 34.000 cartelle pazze in Calabria

13/05 'Gli avvisi di pagamento notificati in questi giorni agli italiani per redditi soggetti a tassazione separata percepiti nel 2002 sono non solo illegittimi ma per il 38,2% dei casi errati, perche' gli importi non sono dovuti.'. La denuncia arriva da "Lo Sportello del Contribuente" e il fenomeno delle 'cartelle pazze', cioe' sbagliate, colpira' oltre un milione di cittadini in regola il fisco. Il fenomeno si registra in tutta Italia e la punta dell'icerberg e' nel Lazio con 147.500 avvisi seguito a ruota dalla Lombardia e Campania. Chiude la Calabria ed Abruzzo rispettivamente con 37.958 e 34.335 avvisi. Purtroppo solo 60mila cartelle pazze su 382mila sono state individuate dall'amministrazione finanziaria prima della spedizione ai contribuenti dal servizio di controllo interno. 'Basta - afferma Vittorio Carlomagno, presidente di Contribuenti.it Associazione Contribuenti Italiani - con il continuo reiterarsi di queste inutili vessazioni poste in essere in dispregio di norme costituzionali, tributarie e statuto dei diritti del contribuente che minano la fiducia tra fisco e contribuente, generando, in modo indiretto, danni all'erario'. Neanche la storica sentenza della Corte Costituzionale n. 274 del 2005, ottenuta da Contribuenti.it, che sancisce che l'Amministrazione finanziaria deve rifondere le spese di giudizio a seguito di emissione di cartelle pazze - continua Carlomagno - e' riuscita a fermare questo odioso fenomeno. Contribuenti.it - Associazione Contribuenti Italiani annuncia che avviera' azioni di risarcimento danni contro le finanze per un controvalore di 1,625 miliardi di euro per tutti i contribuenti vessati dal fisco che dal 1998 ad oggi hanno ricevuto oltre 33,5 milioni di cartelle pazze. Lo Sportello del Contribuente stima che con le cartelle pazze, l'Amministrazione finanziaria ha incassato illegittimamente circa 5 miliardi di euro di cui oltre Euro 500 milioni per la sola imposta di bollo dovuta sui ricorsi. Tutti i contribuenti che vogliono ricevere maggiori informazioni e far valere i propri diritti possono collegarsi con sito internet www.contribuenti.it

Banca Carime chiude il primo trimestre con un +20.5% di utile

11/05 Si è chiusa con un utile netto di 13,4 milioni di euro, con un incremento del 20,5% rispetto allo stesso periodo dell' anno precedente, la gestione economica di Banca Carime relativa al primo trimestre del 2006 i cui risultati sono stati approvati dal Consiglio d' amministrazione dell' istituto di credito. Il risultato della gestione operativa si è attestato a 29,2 milioni di euro, registrando un aumento del 30,2% rispetto ai 22,4 registrati nel 2005. Nel dettaglio, i proventi operativi hanno evidenziato un incremento del 5,8% a circa 101 milioni di euro rispetto ai 95,4 del 2005, derivante da andamenti diversificati delle varie componenti: il margine d'interesse ha registrato una leggera crescita a 64,2 milioni di euro (+1% circa), il risultato dell'attività di negoziazione e copertura si presenta in forte evoluzione (da 1,7 a 7,6 milioni di euro) grazie alla buona performance delle gestioni conferite a Bpu Pramerica, mentre le commissioni nette sono risultate in moderata flessione a 26,8 milioni di euro (28,6 nel 2005). Gli oneri operativi risultano in contrazione dell'1,7% a 71,7 milioni di euro, e includono "spese del personale" stabili a circa 45 milioni di euro e "altre spese amministrative" in diminuzione del 4,4% a 23,8 milioni di euro. Al netto di accantonamenti e rettifiche per circa 5 milioni di euro, l' utile dell' operatività corrente al lordo delle imposte si è attestato a 24,1 milioni di euro, in crescita del 16% rispetto al marzo 2005. Il risultato di periodo sconta un carico fiscale previsto in 10,8 milioni di euro rispetto ai 9,7 milioni del 2005. Per quanto riguarda i dati patrimoniali, i crediti alla clientela sono cresciuti a 3,3 miliardi (+7,2% rispetto al 31 marzo 2005), "evidenziando una forte dinamica - è detto in un comunicato della banca - rispetto al marzo 2005. Nel corso del primo trimestre 2006 è proseguita l'azione di sviluppo sia sul comparto famiglie con l'offerta di nuovi prodotti (mutui e prestiti personali), sia sul comparto imprese (particolarmente nel segmento corporate). Gli interventi a sostegno delle imprese hanno riguardato operazioni strutturali a medio termine finalizzati a programmi di investimento, ma anche interventi per il finanziamento del circolante aziendale". Si è poi confermata nel trimestre la crescita delle operazioni a medio-lungo termine, in gran parte riconducibile ai mutui erogati a favore del settore produttivo e delle "famiglie consumatrici". "La raccolta totale da clientela - si aggiunge nella nota - risulta sostanzialmente stabile a 13,7 miliardi di euro ed evidenzia una ricomposizione al suo interno a favore del risparmio gestito, cresciuto del 6,4% a 4,9 miliardi di euro (+293 milioni di euro), che ha più che compensato la diminuzione della raccolta diretta (-111 milioni a circa 7 miliardi di euro) e del risparmio amministrato (-164 milioni a 1,8 miliardi di euro). Al 31 marzo 2006, il coefficiente di solvibilità individuale di Banca Carime risulta pari a 20,95% rispetto a un minimo richiesto del 7%". Banca Carime conta, al 31 marzo 2006, 324 sportelli retail, 7 corporate banking office e 7 private banking office. L'organico risulta composto da 2.555 risorse.

Il Credito Cooperativo del Mediocrati crea un conto corrente per gli immigrati

10/05 Nel centesimo anniversario dalla sua fondazione il Credito Cooperativo Mediocrati presenta una iniziativa del tutto speciale: il conto corrente multiservizi 'Migrantes', destinato agli immigrati con regolare permesso di soggiorno. La conferenza stampa di presentazione si svolgerà venerdì mattina nella sala conferenze dell'Hotel Executive a Rende. All'iniziativa parteciperanno il Presidente del Credito Cooperativo Mediocrati, Nicola Paldino; il Direttore Generale, Biagio Aragona; il Responsabile Area Commerciale e Vice Direttore Generale, Umile Formosa; la dott.ssa Bokkorri, membro del Consiglio direttivo dell' Associazione Italiana Oltre le Frontiere (Anolf). Il Conto Migrantes è uno strumento che ha evidenti contenuti di carattere sociale. Da una parte ci sono i tradizionali servizi bancari, come mutui-casa, prestiti personali, finanziamenti per attività imprenditoriali, bancomat, carta ricaricabile "Tasca" e dall'altra ci sono altri servizi più specifici come, ad esempio, il trasferimento di denaro verso i Paesi d'origine. Il conto corrente non avrà spese fisse e prevede 60 operazioni gratuite. E' rivolto agli immigrati che vivono in Provincia di Cosenza ed ha l'obiettivo di affiancarli, favorendone l'integrazione sociale con servizi facili da usare ed accessibili a tutti. "Lo sviluppo del territorio - ha detto il Presidente del Credito Cooperativo Mediocrati, Nicola Paldino - è la nostra missione principale. Da 100 anni lavoriamo per promuoverne la crescita economica. Ora intendiamo farlo anche attraverso la bancarizzazione dei lavoratori stranieri che operano qui. In questo caso, però, nutriamo anche l'ambiziosa speranza di contribuire a limitare il fenomeno della esclusione sociale".

In arrivo le richieste di pagamento per la tassazione separata.

09/05 In Calabria sono complessivamente 37.958 i contribuenti che riceveranno, nei prossimi giorni, le richieste di pagamento da parte dell' Amministrazione fiscale derivanti dalla liquidazione dell' imposta dovuta sui redditi soggetti a tassazione separata relativi al 2002 e inerenti a trattamenti di fine rapporto, arretrati di lavoro dipendente, cessioni d' azienda e redditi percepiti dagli eredi. Lo rende noto un comunicato della direzione regionale dell' Agenzia delle Entrate. "La tassazione separata, infatti, - è scritto nella nota - é prevista per i redditi che non hanno carattere di continuità per evitare l' eccesso di tassazione che potrebbe determinarsi sommando questi redditi 'straordinari' a quelli ordinari. L' imposta è determinata dall' Amministrazione finanziaria in base ai dati esposti dai sostituti d' imposta (datori di lavoro, enti pensionistici, fondi pensione) nel modello 770 o sulla base dei dati esposti dal contribuente nel modello Unico o nel modello 730. Relativamente ai compensi erogati dai sostituti d' imposta, l' Irpef è liquidata nei modi ordinari, sommando i compensi al reddito complessivo dichiarato per il 2002, se questa modalità risulta più favorevole al contribuente". "Il versamento dell' imposta dovuta - è precisato nella nota - deve essere eseguito entro 30 giorni dalla ricezione della richiesta di pagamento"

Calo della spesa, rallentano le vendite dei supermercati, ma non in Calabria

04/05 Il caro-spesa fa di nuovo rallentare vendite e fatturato della Grande distribuzione organizzata. L'aumento dei prezzi dello 0,9% a gennaio e febbraio scorsi rispetto al +0,3% di novembre e dicembre 2005 ha rallentato la crescita dei volumi di vendita all'1,2%, rispetto al +3,3% di novembre e dicembre 2005; il fatturato dei prodotti del largo consumo confezionato (drogheria alimentare, bevande, freddo, fresco, cura degli animali, della persona e della casa) è invece salito del 2,1%, a fronte del +3,6% dell'ultimo bimestre dell'anno scorso. E' quanto emerge da 'Vendite flash', il bollettino del Centro Studi di Unioncamere sul monitoraggio bimestrale del giro d'affari dei supermercati ed ipermercati di tutta Italia. Sono gli esercizi di nuova apertura, spiega il bollettino, a sostenere la dinamica complessiva del fatturato, visto che il loro contributo nel primo bimestre 2006 è in linea con la media del 2005, con una variazione tendenziale del 4,8%, mentre ancora in contrazione risultano i volumi a rete omogenea (-3,6%). Nel settore non alimentare del largo consumo confezionato il costo dei prodotti per la cura della persona sono per la prima volta in zona positiva con una variazione tendenziale del +0,4%. Nel segmento alimentare, a crescere meno sono i prezzi dei prodotti freschi (+0,2% rispetto al 2005). Al contrario, l'indice riferito al reparto del freddo continua a diminuire sino all'1,8% nel I bimestre 2006. Le bevande registrano un incremento dell'1,2% anno su anno, mentre i prodotti della drogheria alimentare sperimentano un tasso di sviluppo superiore al punto e mezzo percentuale. Chiudono il quadro i prodotti per la cura degli animali, che realizzano un incremento dell'1,5% rispetto al I bimestre 2005. Analizzando il giro d'affari a livello regionale, si nota che nel Mezzogiorno la Calabria si conferma al vertice con una crescita tendenziale superiore al 6% mentre la Campania si attesta di poco al di sopra della media nazionale (+2,3%), la Puglia e la Sicilia registrano una diminuzione complessivamente di circa mezzo punto percentuale, soprattutto - spiega il bollettino del centro studi di Unioncamere - a causa dei forti ridimensionamenti nelle altre merceologie non alimentari, mentre addirittura la Sardegna registra un calo delle vendite del 5%, sintesi di risultati molto negativi in tutti i comparti merceologici. Ottima invece la performance su base tendenziale di Umbria (5,0%) e Lazio (4,2%), seguite da Marche (2,8%) e Toscana (0,8%) la cui decelerazione appare più marcata. Nel Nord-Est, Veneto ed Emilia-Romagna presentano incrementi tendenziali pari all'1,5% e al 2,8%. Il giro d'affari del Trentino Alto Adige riporta un tasso di crescita dello 0,4% risentendo in particolar modo della contrazione dei fatturati dei reparti non alimentari. L'andamento del Nord-ovest nel I bimestre è sostenuto dal Piemonte, il cui fatturato cresce del 2,1% negli ultimi dodici mesi, mentre in Lombardia e Liguria l'aumento è di poco inferiore all'1% anno su anno. Nel medio periodo la Campania conduce ancora una volta la classifica regionale, crescendo, rispetto all'anno base 2001, del 47,4%. Seguono Calabria e Lazio che in cinque anni registrano un incremento superiore al 35%. Chiude il Trentino Alto Adige, il cui indice di fatturato a rete corrente si attesta a 108,9.

Le imprese artigiane preoccupate per il nuovo codice degli appalti

04/05 "Il mondo delle piccole imprese e di quelle artigiane è preoccupato per la prossima entrata in vigore del nuovo codice degli appalti". A sostenerlo, in una nota, è il segretario provinciale della Confederazione nazionale artigiani (Cna), Nicola Mastroianni. "Partendo come al solito dall' obbligo di recepire alcune direttive europee - dice Mastroianni - ancora una volta, il Governo italiano ha deciso di andare oltre la delega del Parlamento e di stravolgere parti importanti della precedente legge sugli appalti, introducendo novità davvero disgreganti per il sistema, soprattutto a danno delle piccole e medie imprese e delle imprese artigiane. Il primo elemento di forte critica è la totale assenza di concertazione con il sistema delle rappresentanze imprenditoriali e degli stessi lavoratori. Un cambiamento così profondo della vecchia Legge Merloni doveva essere il risultato di un confronto aperto e nel merito tra il Governo e le parti sociali. Gli stessi tempi previsti per l' entrata in vigore delle nuove disposizioni appaiono insufficienti, se consideriamo che siamo di fronte ad un provvedimento di oltre 250 articoli". "Una legge come questa - conclude il segretario provinciale Cna - avrebbe dovuto essere l' occasione per rilanciare la competitività del sistema Italia, valorizzando il ruolo e la qualità delle imprese. Non si può evitare di prendere atto che lo Stato ha deciso di abdicare al suo ruolo di regolatore e di controllore del mercato, visto che ha deciso di affidare all' Autorità di Vigilanza questi compiti. Una scelta davvero discutibile che non risponde ai canoni del confronto e della collaborazione tra le rappresentanze degli interessi e chi ha l'onere di governare e di legiferare. Noi crediamo che uno dei primi atti del nuovo Governo debba essere il rinvio dell' applicazione di questa legge, prevedendo un tempo necessario per garantire l' apertura di un confronto nel merito, che coinvolga tutte le parti".

Cala il settore delle lotterie. In arrivo gratta e vinci più ricchi e più cari

03/05 Dal primo giugno il prezzo delle lotterie istantanee Gratta e Vinci sarà compreso tra gli 0,50 centesimi di euro ed i 10 euro, limite quest'ultimo, fa sapere l'agenzia specializzata Agicos, che è attualmente invece fissato a 5 euro. Tale modifica, pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale del 2 maggio 2006, è stata fatta tenendo conto degli ottimi risultati finora ottenuti con la vendita dei biglietti della fascia maggiore di prezzo. Nel 2005, la raccolta complessiva del settore delle lotterie istantanee è stata di 1.492 milioni di euro, dei quali ben 281 milioni, vale a dire il 18,8% degli incassi totali, sono stati raccolti con il tagliando "Il Miliardario". Questo biglietto, che ha un costo unitario di 5 euro e che permette vincite fino a 500.000 euro, era stato immesso sul mercato solo a settembre 2005 ed in soli 4 mesi sono stati quindi venduti ben 56,2 milioni di biglietti. Attualmente il "parco" dei Gratta e Vinci, gestiti dal Consorzio delle Lotterie Nazionali, vanta 10 tipi di tagliandi da diversi tagli: biglietti da 1 euro "Un, due, tris" e "Sette e Mezzo" (vincita massima 50.000 euro); biglietti da 2 euro "Medaglia d oro" (vincita massima 50.000 euro), "Batti il Banco" (vincita massima 100.000 euro), "Dado Matto" (vincita massima 125.000 euro), "Fai Scopa" (vincita massima 20.000 euro); biglietti da 3 euro "Las Vegas" (vincita massima 150.000 euro), "Super Poker" (vincita massima 50.000 euro), "Stella Stellina" (vincita massima 100.000 euro); biglietti da 5 euro "Il Miliardario" (vincita massima 500.000 euro). Quello dei giochi è un settore che attira decisamente l'attenzione della gente, tanto che nel 2005 è ammontato a 182,4 miliardi di dollari il giro d affari mondiali delle lotterie, che comprende, spiega l'Agicos Lotto, lotterie tradizionali, elettroniche e ad estrazione, Keno, Bingo, giochi sportivi e scommesse a totalizzatore. Una raccolta importante, ma che ha comunque segnato un calo del 2,5% rispetto all'anno precedente. Il 2004 è stato infatti un anno record per giochi e lotterie, tanto da arrivare ad volume d'affari mondiale di 187,1 miliardi di dollari, con un incremento del 17,2% rispetto al 2003. In totale, dal 1994 al 2005, questo settore si è ritagliato una fetta di mercato dal valore di oltre 1.600 miliardi di dollari. Signori indiscussi del settore di giochi e lotterie gli enti gestori europei: dei 182,4 miliardi di dollari raccolti nel 2005 dal mercato delle lotterie, ben 81,56 miliardi, vale a dire circa il 45% dell'intera raccolta mondiale è finita in Europa. Al secondo posto, il Nord America, con 57,03 miliardi di dollari, seguita dall'Asia (34,56 miliardi). Staccate l'America Centrale e del Sud (4,78 miliardi di dollari), l'Australia (3,37) e l'Africa (1,08).

Ad Acri il 4 maggio seminario sulla 488 e manifestazione d’interesse

02/05 La Confapi Calabria (Federazione Regionale Piccole e Medie Industrie) ed il Consorzio CESAPI Destra Crati e Sibaritide con il Patrocinio dell'Amministrazione Comunale di Acri organizzano per il 4 maggio 2006 alle ore 18,00 presso Palazzo Sanseverino - Falcone un Convegno - Seminario su: “Legge 488 incentivi alle imprese artigianato, industria, commercio e turismo. nuovo bando regione calabria per manifestazione d'interesse per contributi settore moda”. La CONFAPI (Confederazione Italiana Della Piccola E Media Industria) impegnata da sempre nelle politiche di sviluppo e sostegno della Piccola e Media Impresa con particolare riferimento agli strumenti di finanziamenti e d' incentivi, ritiene fondamentale per la Calabria azionare gli strumenti disponibili in modo armonico e sinergico coinvolgendo tutti gli attori istituzionali, dall'Ente Comune alla Regione Calabria dialogando ed interagendo con il sistema creditizio operante in Calabria. La Confapi Calabria a seguito della rimodulazione della Legge 488/92, ha ritenuto e ritiene necessario offrire occasioni di riflessioni sulle nuove modalità operative. Le modifiche apportate alla normativa di riferimento si sostanziano nell'ingresso del sistema d'incentivazione e di finanziamento della Legge 488 di altri tre attori partecipanti e sono: le Banche, La Cassa Depositi e Prestiti ed un organo di raccordo, tali soggetti si aggiungono a quelli previsti fino ai precedenti bandi che sono ed erano: l'impresa richiedente, la Banca Concessionaria e il Ministero Attività Produttive. Le regioni sono chiamate a definire priorità ed eventualmente intervenire sulla rimodulazione dei limiti minimi d'investimento per i singoli settori d'intervento.Il tempestivo intervento delle regioni possono facilitare o indirizzare in modo equo le risorse disponibili per la propria area geografica. Nella nuova 488 il ruolo di primo piano è svolto dalle banche che dovranno fare la valutazione sull'ammissibilità dei progetti e della affidabilità dell'impresa. Le banche partecipano direttamente al finanziamento dei progetti, infatti la nuova procedura prevede un mix fra incentivo a fondo perduto e finanziamenti. Comunque tutti i soggetti richiamati dalla norma hanno un ruolo chiave e combinato nella definizione positiva dei progetti presentati. L'Ente Comune se pur non rientrante direttamente nella gestione dei progetti, riveste, comunque una funzione chiave per quanto riguarda la messa a disposizione di aree a destinazione produttiva sia per la nascita di nuove imprese che per la crescita di quelle esistenti. La CONFAPI CALABRIA nella consapevolezza di quanta importanza rivestono i soggetti coinvolti nell'azione di sviluppo e sostegno del sistema produttivo ha inteso organizzare il CONVEGNO- SEMINARIO che si terrà ad Acri supportando la parte illustrativa che sarà tenuta da esperti e tecnici da interventi di esponenti politici dei diversi livelli locali che attraverso il loro lavoro possono indirizzare le scelte strategiche necessarie per lo sviluppo della Calabria.
Questo il programma: ore 18,00 apertura dei lavori con il saluto di benvenuto del Sindaco di Acri Prof. Elio Coschignano; presiederà i lavori il Presidente del Consorzio CESAPI Destra Crati e Sibaritide Emilio Servolino; esperti: Dott.ssa Sabrina Barbalace, Responsabile 488 ARTIGIANCASSA REGIONALE su: modalità operative ed accesso ai contributi Legge 488/92 - incentivi alle imprese; Dott. Enzo Zucco Direttore CO.SE.R. Calabria su: i servizi di consulenza e supporto alle domande legge 488; Dott. Salvatore Canino Responsabile area tessile Coser Calabria su: illustrazione bando Regione Calabria su Manifestazione d'interesse per accedere ai contributi settore moda; Interverranno: Dott. Michele Trematerra Consigliere Regionale UDC; Avv. Maurizio Feraudo Consigliere regionale IDV; Dott. Domenico Mazza Presidente CONFAPI Calabria; Dott. Nicola Tenuta Capo Gruppo UDC Consiglio Comunale di Acri; Dott. Francesco Monaco Assessore Attività Produttive del Comune di Acri. L'obiettivo che CONFAPI indente perseguire è da una parte informare per fare accedere un numero d'imprese maggiore e dall'altro canto sollecitare interventi che possono facilitare ed aiutare il sistema imprese della Calabria.

Il sud investe nel mattone. In Calabria aumento del 30% dei mutui casa

20/04 Mattone superstar al sud. Nel 2005 nelle regioni meridionali c'é stata una corsa all'accensione di mutui per acquistare le case, anche se le consistenze erogate restano generalmente esigue e molto inferiori rispetto ai prestiti concessi al centro nord. Tra le regioni italiane, inoltre, il più consistente incremento dei mutui casa ha interessato Basilicata e Calabria, mentre un deciso crollo si è avuto in Sardegna. E' quanto emerge da un'indagine di Unicredit elaborata sui dati di Bankitalia, secondo cui l'Italia Nord Occidentale e quella del Nordest, che da sole rappresentano il 58,5% del totale delle erogazioni nazionali, hanno fatto registrare lo scorso anno una crescita rispettivamente del 14,22% e del 7,81% sul 2004, quella Centrale si colloca a quota 16,69%. Il maggior incremento è stato invece rilevato nell'Italia del Sud, dove la crescita complessiva risulta pari al 26,61%. Ferma restando la netta supremazia di regioni come la Lombardia, che unica in Italia ha convogliato anche nel 2005 erogazioni per oltre 10 miliardi di euro, in tutte le aree del Mezzogiorno si è avuta una decisa fibrillazione per i nuovi mutui. Anche se le consistenze sono in alcuni casi molto contenute, gli aumenti dei finanziamenti al Sud sono comunque sempre a due cifre, e vanno ad esempio dal +33,33% della Basilicata al +29,44% della Calabria al +26,83% della Campania. In un panorama di complessivo fermento, però, l'unica regione italiana in cui i mutui sono crollati è stata invece la Sardegna, con un -12,95% rispetto a un anno prima. Ecco in una tabella il totale dei mutui casa erogati alle famiglie nel 2005

REGIONE

2005/2004

2005

2004

   

mln euro

mln euro

Basilicata

33,33%

160

120

Calabria

29,44%

620

479

Campania

26,83%

2.973

2.344

Puglia

26,74%

2.190

1.728

Molise

26,60%

119

94

Sicilia

24,00%

2.609

2.104

Valle d'Aosta

22,89%

102

83

Abruzzo

22,81%

856

697

Lazio

21,05%

7.097

5.863

Trentino AA

15,86%

783

637

Lombardia

14,92%

13.433

11.689

Piemonte

14,32%

4.264

3.730

Toscana

13,90%

3.918

3.440

Veneto

9,70%

5.566

5.074

Umbria

9,18%

535

490

Liguria

8,66%

1.820

1.675

Marche

6,68%

1.326

1.243

Emilia Romagna

5,90%

5.747

5.427

Friuli V.G.

4,19%

1.244

1.194

Sardegna

-12,95%

941

1.081

 

Callipo: “Una fantasia la banca del sud”

06/04 Non convince Filippo Callipo, presidente di Confindustria Calabria, la Banca del Sud promossa dal ministro dell'economia Giulio Tremonti. "La recente visita del Ministro Tremonti in Calabria - afferma Callipo - ha riacceso il dibattito sull'opportunita' e sull'efficacia della Banca del Sud. Su questo argomento il mio giudizio e' nella sostanza negativo. Progettare l'istituzione della Banca del Sud, con l'intento e l'obiettivo di sostenere lo sviluppo economico del Mezzogiorno e' infatti, una operazione non solo fantasiosa ma anche figlia quanto meno di una scarsa conoscenza della realta' anche storica del territorio meridionale. Il Mezzogiorno e la Calabria - dice Callipo - non hanno bisogno di un ulteriore "carrozzone" su cui fare affidamento per il proprio sviluppo ma devono trovare nelle proprie e tante risorse esistenti ed inutilizzate il volano per un rilancio davvero autopropulsivo. Cosi' come concepita la Banca del Sud nascerebbe, infatti, come un soggetto sostanzialmente pubblico, vista la partecipazione, in qualita' di fondatori, di Istituzioni pubbliche di varia natura, seppur con capitale in maggioranza privato, considerato l'auspicio alla partecipazione di un azionariato popolare diffuso. Di conseguenza il rischio forte che si corre - secondo Callipo - e' che si possano riproporre esperienze passate di coinvolgimento pubblico nella concessione del credito che tante distorsioni ha portato nel sistema finanziario meridionale. Inoltre, - aggiunge - non capisco neanche da quale esigenza territoriale possa essere nata l'idea o la necessita' di una Banca dedicata territorialmente, se anche la maggior parte delle Regioni meridionali si e' espressa negativamente sull'ipotesi della Banca del Sud". Per Callipo "bisognerebbe far funzionare di piu' e meglio cio' che gia' esiste ed opera nel Mezzogiorno, a partire dal sistema bancario a cui, peraltro, oggi vengono affidati , attraverso la Legge 488, compiti di soggetti attivi dello sviluppo sia territoriale che produttivo. Cio' puo' avvenire - secondo callipo - attraverso una forte azione di sensibilizzazione e coinvolgimento del sistema bancario nei processi di sviluppo locale, sia sul versante del riutilizzo della "raccolta" effettuata nel Mezzogiorno che sotto il profilo del costo del denaro. Poiche' spesso nel Mezzogiorno il problema per le imprese, soprattutto quelle piccole, e' costituito non solo e non tanto dal costo del denaro ma, addirittura, da un questione di accesso, - continua - sarebbe utile e forse piu' efficace sostenere e potenziare il sistema dei Confidi meridionali, attraverso la loro razionalizzazione e patrimonializzazione, per consentire garanzie di accesso al credito valide ai fini della ponderazione del rischio cosi' come previsto dai nuovi regolamenti di Basilea 2".

Lavoro: Le donne al sud rinunciano a cercarlo

06/04 Emergenza lavoro al Sud per le donne che - tanto sono sfiduciate - rinunciano a perfino cercarlo. In due anni, dal 2003 al 2005 - ricordano i dati Istat - è cresciuta nel Mezzogiorno, la popolazione femminile non attiva, ossia quella parte della popolazione che non lavora e che non cerca un'occupazione. Si tratta di ben 211 mila donne (il doppio del numero rilevato fra gli uomini che è stato di 109 mila). Nello stesso periodo, per le donne è calata sia la disoccupazione (-126 mila) sia l'occupazione (46 mila). Insomma: le donne tornano a casa. Il calo della disoccupazione femminile al Sud nell'ultimo periodo - dicono gli esperti - dipende fondamentalmente dal fatto che aumentano le donne non cercano più lavoro e che, scoraggiate, rinunciano a cercarlo. Una tendenza che può influire sul rischio di povertà. "Per molte di queste donne - afferma un'operatrice sul campo, Imma Mazzotta, sociologa della Caritas diocesana di Amalfi/Cava - strette fra la morsa delle esigenze economiche familiari e la cura dei figli, alla fine vengono assorbite dal lavoro nero, i cui orari più flessibili, consentono tempi migliori: è il caso di una donna di Amalfi, quattro figli e marito disoccupato, che fa la lavapiatti in un ristorante lavorando, dalle 18 alle 3 di notte. Il giorno segue i figli, li lascia nel pomeriggio all'anziana madre e va a lavorare, in nero ovviamente. Un caso emblematico ma non tanto, segnala Mazzotta: "c'e davvero un emergenza per il lavoro delle donne al Sud. Rileviamo spesso che dopo lunghi periodi di ricerca, rinunciano, sono stanche. Sono donne che incontriamo ai nostri centri ascolto, hanno difficoltà di orari per i figli, ci chiedono aiuto. Solo con sporadici lavoretti riescono a tappare i buchi. Chi ha un lavoro fisso può permettersi anche una baby sitter, ma tutte le altre? E poi non c'é il part-time che darebbe un grosso aiuto per conciliare lavoro e famiglia". Una recentissima indagine dell'Istat, voluta dalla Commissione nazionale pari opportunità, rileva la difficoltà per le donne meridionali di avere sostegni: solo il 9,4% dei bimbi di 0-2 anni va al nido contro il 16,4% del Centro nord; hanno una minore collaborazione in casa nel lavoro familiare da parte degli uomini (tra le coppie di 25-44 anni con figli la percentuale di lavoro assorbito dalle donne è dell'82,9% contro il 74,7% del centro-nord); hanno un minor supporto della rete informale in presenza di figli piccoli 0-13 anni (32,8% contro il 36,8% del nord). Dal 1997 al 2003 l'occupazione femminile è cresciuta, sempre nelle regioni del Sud, di 273 mila unità, dal 2003 al 2005 è diminuita di 46 mila unità, di cui 40 mila tutte lo scorso anno. Le donne meridionali hanno: un tasso di disoccupazione più alto non solo degli uomini ma anche delle altre donne italiane (19,6% contro l'8,3% delle donne del centro e 5,8% delle donne del nord; 11,4% quello degli uomini al Sud); hanno più precariato (21,7% contro il 13,7% delle donne del centro e il 12% delle donne del nord; 14,4% quello degli uomini del Sud); hanno meno part-time (22,7% contro il 26,6% delle altre donne del paese). "Nell'ultimo anno e mezzo - sottolinea ancora Mazzotta - le richieste di aiuto da parte di famiglie monoreddito, delle fasce medio basse, sono raddoppiate". Spiragli? "Non sembra. Forse è anche per questo che poi rinunciano alla ricerca continua di un'occupazione. Stiamo preparando una rilevazione di tutto ciò e la presenteremo ai nuovi amministratori locali che saranno eletti a maggio". Ma c'é chi non cede nella ricerca di un posto di lavoro e che per questo è perfino disposto ad emigrare, al nord. E' il caso di Germana Galeone, quarantenne salentina, abitante a Trani, due figlie. Laureata in ingegneria al Politecnico di Torino, un master in project management, 13 anni fa la sua carriera sembrava lanciata ma, per motivi familiari, ritornò a casa. Da allora, è stato un crescendo di difficoltà nella vita lavorativa: "avrei dovuto andar via da Trani - dice - ma avrei dovuto lasciare le mie figlie, piccolissime, non me la sono sentita. Sono rimasta. Ho mandato decine e decine di curriculum in giro. Non sono mai stata chiamata, neanche per un colloquio. Non so cosa non ha funzionato. La mia aspirazione era di entrare in un'azienda, inserirmi, fare carriera. Ho fatto tanti lavoretti, ho perfino venduto porta a porta opere d'arte. Mi sono iscritta anche all'università, sono al terzo anno di teologia, mi sono appassionata alle sacre scritture". "Nella mia zona è difficile avere un lavoro vero. Mi guardo intorno e vedo tante donne frustrate, che preferiscono magari stare dietro ai mariti e restare a casa. C'é anche molto lavoro nero e sfruttamento, per fare la commessa ad esempio si può guadagnare anche 200-300 euro il mese. Il Sud è una situazione atipica, certamente. Io mi sento come un leone in gabbia. Noi subiamo anche il condizionamento politico, se non hai un appoggio, e soprattutto se non puoi restituire quel favore, rimani fuori dal giro". "Ora non penso più ai miei progetti iniziali, anche se per questo ho sofferto molto. Ma non rinuncio a trovare un lavoro. Sono in attesa di risposte e nei prossimi mesi ho in programma alcuni concorsi, tutte ipotesi fuori dalla mia città. Sono disposta ad allontanarmi e fortunatamente la mia condizione familiare lo permette. Incrocio le dita ma voglio ricominciare anche se lontano da qui".

Credito Cooperativo Mediocrati, cento primavere di sviluppo locale

03/04 Si è svolta a Bisignano l’inaugurazione delle celebrazioni per il centenario della fondazione del Credito Cooperativo Mediocrati. Il Presidente del Mediocrati, Nicola Paldino, nell’aprire la giornata ha ricordato il ruolo e la figura di Don Carlo De Cardona, il giovane prete che agli inizi del ‘900 diede impulso al movimento delle Casse Rurali, tra cui la Cassa Rurale di Bisignano fondata da un “manipolo di audaci” il 24 giugno 1906. Erano presenti l’on. Sandro Principe in rappresentanza della Regione Calabria, il Vice Presidente della Provincia Salvatore Perugini; i sindaci di Bisignano e Rota Greca, Rosario D’Alessandro e Dino D’Elia; Mons. Salvatore Nunnari Arcivescovo di Cosenza-Bisignano; Flavio Talarico Presidente della Federazione Calabrese delle BCC. Nel corso della serata è stato proiettata una anteprima video del volume “Credito Cooperativo Mediocrati – Un secolo di solidarietà in Valle Crati 1906/2006”, che ripercorre la storia delle tre Casse Rurali, di Bisignano, Rota Greca e Luzzi, che fondendosi nel 1999 hanno dato vita al Credito Cooperativo Mediocrati. Ha avuto inizio, poi, il convegno “Dall’utopia di De Cardona alle frontiere di Basilea 2 – Un secolo di cooperazione in Valle Crati”. Hanno relazionato: Giuseppe Boccuzzi, Direttore centrale della Banca d'Italia - Vigilanza Creditizia e Finanziaria; Alessandro Musaio, Ordinario presso il Dipartimento di Scienze Aziendali dell’Università della Calabria e docente della Università Luiss; Raffaele De Rango, Presidente della Assindustria di Cosenza. Particolarmente atteso era l’intervento del rappresentante della Banca d’Italia il quale, dall’alto del proprio osservatorio, ha confermato la crescita dell’intero movimento del credito cooperativo in Italia indicando il Mediocrati come esempio di concentrazione nella dimensione locale. “Il target del credito cooperativo sta cambiando – ha detto il Direttore di Banca d’Italia – ma nel servirlo non si dovrà dimenticare di rappresentare la piccola banca del territorio”. Il Presidente di Federcasse, la Federazione Italiana delle BCC, Alessandro Azzi, ha aggiunto: “come il Mediocrati, che si appresta ad aprire una filiale a Cosenza e un centro direzionale a Rende, tutto il movimento sta muovendosi dalle campagne ai contesti urbani, perché siamo convinti che anche nelle città ci sia bisogno di una banca differente. Rimanere locali è il nostro modello e la nostra forza, ma valorizzando sinergie ed economie di rete che ci permettono di offrire servizi all’avanguardia”. Al termine dei lavori, coordinati dal giornalista de Il Sole 24 Ore Francesco Maggio, sono stati premiati i soci da più di 40 anni. Medaglia d’oro per i soci da più di 50 anni.

Cipe: Sette milioni e mezzo di euro per la piastra logistica della Calabria

29/03 ''Dal Cipe deliberata la destinazione di 7,5 milioni di euro per l'avvio dei lavori previsti nell'ambito dell'attuazione del primo Progetto della Piastra Logistica fra i Comuni di Lamezia Terme, Vibo Valentia e Gioia Tauro. Una risposta concreta alle polemiche inconsistenti dei giorni scorsi''. E' quanto sostiene in una nota il sottosegretario alle Attivita' Produttive, Giuseppe Galati, a margine della riunione odierna del Cipe. ''E' utile - ha aggiunto - ribadire l'importanza del Progetto che si sta sviluppando nelle aree di Gioia Tauro, Lamezia Terme e Vibo Valentia, in termini di ricadute positive sotto il profilo della rete infrastrutturale e della crescita economica calabrese, cosi' come inutili sono le polemiche su un piano di interventi che va ben oltre qualsiasi istanza politica contingente. A conferma di come sarebbe meglio soffermarsi sulla necessita' di 'fare' invece di perdersi in inutili polemiche vista la delibera di oggi che consentira' l'avvio del primo dei Progetti definiti dal Consorzio Tirrenia, dalla Regione Calabria e dal Governo, accelerando i tempi di conduzione dell'intero Progetto. I 7,5 milioni di euro messi a disposizione dal Cipe per la Calabria dovranno ora essere utilizzati attraverso il sistema dei consorzi industriali regionali, espressione dell'Amministrazione regionale e non certo del Governo centrale''. ''Questi interventi - ha concluso Galati - sono esempi concreti di politiche di sviluppo del Mezzogiorno, come dimostrano gli oltre 16,3 miliardi di euro di incentivi assegnati dal 2001 alle imprese del Sud, di cui piu' di 2,6 miliardi destinati proprio alla Calabria. Lasciamo ad altri la politica delle strumentalizzazioni''

Dal MAP 105 milioni di euro per Calabria, Puglia, Campania e Sicilia alle imprese del turismo e agroalimentare

27/03 ''Oltre 105 milioni di euro di agevolazioni e quasi 2.000 occupati in piu' in Calabria, Campania, Puglia e Sicilia, grazie ai 3 contratti di programma firmati oggi al Map''. E' quanto annuncia Giuseppe Galati, sottosegretario alle Attivita' produttive, in occasione della cerimonia della firma dei contratti, presso il ministero delle Attivita' produttive, alla presenza del ministro Claudio Scajola. ''Due progetti -spiega Galati- interessano il settore turistico calabrese. Il primo, il progetto 'Tirreno Sviluppo', prevede la ristrutturazione di impianti turistici preesistenti e la realizzazione di nuove strutture in 11 comuni della costa tirrenica e sara' sostenuto con agevolazioni per 37,2 milioni di euro, di cui 8 a carico della regione, a fronte di un volume di investimenti complessivo di 55 milioni di euro''. ''Il secondo, il progetto 'Sviluppo Italia Turismo', vedra' invece -prosegue il sottosegretario- la realizzazione, l'ampliamento e l'ammodernamento di villaggi turistici, hotel e centri benessere, residence, terme e campi da golf in tre comuni della provincia di Cosenza (Sibari, Simeri Crichi e Gizzeria) e in due delle regioni Puglia e Sicilia: Otranto e Sciacca. Il contratto, che prevede investimenti per oltre 319 milioni di euro, 192 dei quali in Calabria, godra' di agevolazioni pari a 141,1 milioni di euro, di cui circa 74,5 milioni a carico dello Stato e i restanti cofinanziati dalle regioni''. ''Il contratto di programma 'Consorzio BSI Baronia' -aggiunge il sottosegretario Galati- interessa il comparto agroalimentare e punta a favorire la creazione di filiere nella provincia di Avellino''. Per questo programma, sono stati investiti 62 milioni di euro, 30 dei quali concessi come agevolazioni al 50% da Map e regione Campania. Per Galati , le azioni presentate riguardano ''settori strategici, come quello turistico e agroalimentare'', con una ricaduta occupazionale di quasi 2.000 unita'. ''In particolare -osserva Galati- grazie ai progetti 'Tirreno Turismo' e 'Sviluppo Italia Turismo', in Calabria saranno impiegati 692 lavoratori. Quest'ultimo contratto, poi, prevede l'impiego anche di 273 lavoratori del comune di Sciacca (Ag) e 238 a Otranto (Le). Quanto al contratto 'Consorzio BSI Baronia' si prevede l'impiego di circa 460 lavoratori del comprensorio Fondo Valle Ufita''. 'La firma di questi contratti -continua il sottosegretario- rappresenta, quindi, un fatto rilevante e testimonia, ancora una volta, l'impegno profuso in questa legislatura dal Map per la crescita del tessuto produttivo del Paese, attraverso la mobilitazione di circa 46 miliardi di euro, il 66,9% dei quali destinati al Mezzogiorno''. In particolare, nel turismo, dal 2001 al 2004, sottolinea Galati, sono state concesse ''agevolazioni per oltre 3,6 miliardi di euro'', fondi che hanno sostenuto 2.692 progetti e 56 contratti di programma. ''E' mia opinione -conclude Galati- che il Mezzogiorno abbia un urgente bisogno di progetti efficaci per la crescita del turismo delle aree locali e sono certo che i contratti firmati oggi contribuiranno in modo significativo allo sviluppo di questo fondamentale comparto, che rappresenta una delle principali ricchezze della Calabria, del Sud e dell'intero Paese''.
CONTRATTI DI PROGRAMMA (ex Legge 488/92, art. 1, c. 3)
“TIRRENO SVILUPPO”
INTERVENTO: 31 interventi nel settore turistico in 11 Comuni della Provincia di Cosenza, riguardanti l’ampliamento o la ristrutturazione di strutture preesistenti e la realizzazione di nuovi impianti, come: alberghi, residence, impianti ricreativi, campeggi e strutture agrituristiche..
DETTAGLI:
31 iniziative, di cui 11 di ristrutturazione o ampliamento e 20 di realizzazione di nuovi impianti. In particolare la disposizione delle iniziative sul territorio è:
BELVEDERE MARITTIMO: 5 - DIAMANTE: 3 - FUSCALDO: 1 -GUARDIA PIEMONTESE: 1 - MAIERA’: 3 - PRAIA A MARE: 1 - SANGINETO: 2 - SAN NICOLA ARCELLA: 1 - SANTA DOMENICA TALAO: 2 - SCÀLEA: - TORTORA: 1.
INVESTIMENTI COMPLESSIVI: 74,58 milioni di euro Ca.
AGEVOLAZIONI CONCESSE DAL MAP IN COFINANZIAMENTO CON LE REGIONI: 37,21 milioni di euro ca,
RICADUTA OCCUPAZIONALE COMPLESSIVA PREVISTA: 268 unità.
“SVILUPPO ITALIA TURISMO”
INTERVENTO: 14 iniziative per la realizzazione, l’ampliamento e l’ammodernamento di villaggi turistici, hotel e centro benessere; residence, terme, e campi da golf in Calabria (Province di Crotone e Catanzaro); Puglia (Otranto, Provincia di Lecce) e Sicilia (Sciacca, Provincia di Agrigento).
DETTAGLI:
- Calabria (4 iniziative nel comune di Simeri Crichi - Cz, 1 iniziativa nel comune di Gizzeria - Cz, 3 iniziative nel comune di Sibari - Cz);
- Sicilia (2 iniziative localizzate nel comune di Sciacca - Ag);
- Puglia (4 iniziative nel comune di Otranto - Le).
INVESTIMENTI COMPLESSIVI: 320 milioni di euro ca.
AGEVOLAZIONI CONCESSE DAL MAP IN COFINANZIAMENTO CON LE
REGIONI: 141 milioni di euro ca (circa 71 milioni di euro a carico dello Stato; altri 7 meuro a carico della Regione Sicilia, 40 mm della Regione Calabria e quasi 19 mm a carico della Regione Puglia).
RICADUTA OCCUPAZIONALE COMPLESSIVA PREVISTA: 1.203 unità. Di questi: 692 in Calabria, 238 in Puglia e 273 in Sicilia.
“CONSORZIO BSI BARONIA - SVILUPPO IMPRESA SCPA”
INTERVENTO: Consorzio BSI Baronia - Sviluppo Impresa Scpa, per la realizzazione nella Regione Campania, comprensorio Fondo Valle Ufita, provincia di Avellino, di iniziative nel comparto agroindustriale interconnesse fra loro in una logica di filiera.
INVESTIMENTI COMPLESSIVI: Gli investimenti complessivi sono di quasi 62 milioni di euro.
AGEVOLAZIONI CONCESSE DAL MÀP IN COFINANZIAMENTO CON LE
REGIONI: 30 milioni di euro (15 concessi dal Map e 15 dalla regione Campania). RICADUTA OCCUPAZIONALE COMPLESSIVA PREVISTA: 462 unità.

Sabato celebrazioni per il centenario del Credito Cooperativo del Mediocrati

27/03 Si apriranno sabato prossimo, 1 aprile 2006, alle ore 16.00 presso il Liceo Scientifico di Bisignano, le celebrazioni per il centenario della fondazione del Credito Cooperativo Mediocrati. Il primo appuntamento è rappresentato dal convegno: “Dall’utopia di De Cardona alle frontiere di Basilea 2 – Un secolo di cooperazione in Valle Crati”.Cento anni fa, quando fu fondata la Cassa Rurale di Bisignano, l’usura era una delle piaghe più gravi del territorio, accompagnata da una scarsa circolazione dei capitali e dalla immobilità sociale. In Calabria le Casse Rurali sono create da Don Carlo De Cardona, giovane sacerdote, segretario dell’Arcivescovo di Cosenza, Mons. Camillo Sorgente, con il motto: “Forti perché uniti – liberi perché forti”. “Il denaro è come il fiume - scrisse De Cardona nel 1907 -, le Casse Rurali sono i canali sicuri e le macchine possenti che lo trasformeranno in luce di civiltà e in ricchezza per le classi povere…”. Il successo delle Casse Rurali fu immediato e oggi le Banche di Credito Cooperativo, che ne hanno raccolto l’eredità, sono le uniche strutture finanziarie che hanno l’obbligo di rivolgere la propria attività allo sviluppo del territorio. Banche imperniate sul localismo, basate però sulla fondamentale coesione del Credito Cooperativo nazionale che ne fa una realtà di primo piano nel mondo bancario italiano.
Nel 1999 le BCC di Bisignano, Luzzi e Rota Greca hanno deciso di unirsi.
La fusione, frutto di libera scelta strategica, ha dato vita ad una banca, il Credito Cooperativo mediocrati, che può contare sulle tecnologie più avanzate, offrendo una molteplicità di servizi alle famiglie, agli operatori economici e alle piccole e medie imprese della Valle del Crati.
Il Mediocrati opera in 34 comuni, servendo una popolazione complessiva di oltre 300 mila abitanti. Il personale dipendente è costituito da 68 unità, di cui 35 assunte negli ultimi quattro anni, distribuite attualmente in 8 sportelli. La massa fiduciaria è di circa 270 milioni di euro, con impieghi per circa 187. Il patrimonio raggiunge quasi 30 milioni di euro.
In cento anni, dal 1906 al 2006, la crescita è stata lenta ma continua e ha portato dai 16 fondatori della Cassa Rurale di Bisignano agli oltre 2.200 soci del Credito Cooperativo Mediocrati. Un istituto proiettato verso il futuro, che a breve aprirà una propria filiale a Cosenza e il Centro Direzionale a Rende.

La Popolare di Crotone distribuisce un dividendo di 40 cent

27/03 La raccolta complessiva si attesta in circa 1.500 milioni di euro (+7%) e gli impieghi verso la clientela ammontano a circa 800 milioni di euro (+8%): sono questi i due dati principali della bozza di bilancio dell'esercizio 2005 che il Consiglio di amministrazione della Banca popolare di Crotone spa ha approvato nella seduta del 23 marzo scorso. Dal punto di vista economico viene sottolineata la buona performance del margine d'interesse (+6%), l'incremento del margine di intermediazione (+5%), l'ottimo risultato netto della gestione finanziaria (+14%). L'utile lordo si incrementa di un +32% mentre l'utile al netto delle imposte si attesta a circa 13 milioni di euro con un incremento del 36%. Al 31 dicembre 2005 il patrimonio, compreso l'utile, ammonta a circa 143 milioni di euro (+15%). Il Consiglio di amministrazione della Banca popolare di Crotone Spa, facente parte del Gruppo Banca popolare dell'Emilia Romagna, ha infine approvato una proposta di riparto dell'utile che, effettuate le imputazioni previste dallo statuto, assegna un dividendo di euro 0,40 per azione agli oltre 10 mila soci.

La Camera di Commercio di Reggio aderisce alla Banca del Mezzogiorno

27/03 La Camera di Commercio di Reggio Calabria ha aderito alla Banca del Mezzogiorno, istituita dalla legge finanziaria 2006 in forma di societa' per azioni. ''Una decisione - ha detto il presidente della camera di Commercio di Reggio Calabria, Lucio Dattola - assunta con grande consapevolezza e responsabilita' da parte di tutta la Giunta Camerale, che a questa adesione ha voluto attribuire particolare importanza destinandovi tutte le risorse finanziarie previste dal competente capitolo del bilancio di previsione dell'Ente, 75.000 euro, anche suscettibili di incremento, se necessario, in sede di assestamento. La Camera ha prontamente aderito alla istituzione della Banca del Mezzogiorno perche' i suoi amministratori, ben consapevoli degli ostacoli e vincoli che le micro e piccole imprese del territorio incontrano quotidianamente nei rapporti con le banche e delle difficolta' che la stessa istituzione camerale deve affrontare per avviare qualsivoglia iniziativa che valga ad agevolare l'accesso al credito, ritengono che la creazione di una Banca del Sud, intervenendo in un settore, la cui forte criticita' e' da sempre freno ed ostacolo allo sviluppo del Mezzogiorno, dovrebbe inaugurare la nuova stagione per la finanza delle imprese del Sud''. ''Una nuova stagione - ha proseguito - caratterizzata, da una parte, da una politica selettiva del credito, destinata a promuovere e sostenere le imprese meritevoli, generatrici di ricchezza ed occupazione contro politiche assistenziali e di sostegno al parassitismo economico-imprenditoriale, spesso tollerato se non favorito da un sistema bancario interessato solo ad intercettare risparmio''. ''Dall' altra - ha concluso il presidente della camera di commercio - una misura destinata ad incidere favorevolmente, per attenuare significativamente se non eliminare, il gap esistente tra condizioni e tassi favorevoli che agevolano l'accesso al credito nel Nord-Centro del Paese e gli oneri gravosi e i tassi elevati richiesti alle imprese del Sud da un sistema bancario e finanziario, che governa il mercato del credito meridionale sulle asimmetrie informative (come dimostra la forte incidenza del credito a breve) e su politiche di ''incetta di denaro'' da impiegare nei territori piu' sviluppati del Paese''

Alla firma del Ministro ScaJola i contratti a sostegno del Mezzogiorno

24/03 Il Ministro delle Attivita' Produttive Claudio Scajola, lunedi' 27 marzo, nel Salone degli Arazzi del Ministero, Via Veneto 33, presenziera' alla firma di tre contratti di programma a sostegno del sistema imprenditoriale del Mezzogiorno. Il primo, che verra' siglato alle ore 17.00, riguarda il Consorzio BSI Baronia - Sviluppo Impresa Scpa, per la realizzazione nella Regione Campania, comprensorio Fondo Valle Ufita, provincia di Avellino, di iniziative nel comparto agroindustriale interconnesse fra loro in una logica di filiera. Gli investimenti complessivi sono di quasi 62 milioni di euro, con un finanziamento a carico dello Stato di oltre 15 milioni di euro e altri 15 a carico della Regione Campania. L' incremento occupazionale stimato e' di 462 unita'. Il secondo sara' stipulato alle ore 17.45 con il Consorzio Tirreno Sviluppo, per la realizzazione nella Regione Calabria, e precisamente nella fascia costiera compresa tra i Comuni di Tortora e Paola in provincia di Cosenza, di iniziative nel comparto turistico. Gli investimenti complessivi sono di oltre 55 milioni di euro, con un finanziamento a carico dello Stato di 19 milioni di euro e altri 8 a carico della Regione Calabria. L'incremento occupazionale stimato e' di 268 unita'. Il terzo contratto sara' firmato alle ore 18.30, proposto da Sviluppo Italia Turismo, per la realizzazione nelle Regioni Sicilia, Calabria e Puglia, e precisamente nei Comuni di Sciacca (AG), Simeri Crichi e Gizzeria (CZ), Sibari (CS) e Otranto (LE), di 14 iniziative nel comparto turistico. Gli investimenti complessivi sono di 319 milioni di euro, con un finanziamento a carico dello Stato di 71 milioni di euro; altri 7 sono a carico della Regione Sicilia, 40 a carico della Regione Calabria e quasi 19 a carico della Regione Puglia. L'incremento occupazionale stimato e' di 1.203 unita'.

La Carime approva il Bilancio. Utili per 41.9 milioni di euro

23/03 Il consiglio di amministrazione della Banca Carime ha approvato il progetto di bilancio al 31 dicembre 2005 che vede un utile netto a 41,9 milioni di euro ed una raccolta diretta sostanzialmente stabile a 7 miliardi di euro. La gestione economica - e' scritto in una nota - si e' chiusa con un utile netto di 41,9 milioni di euro, contro i 43,4 milioni conseguiti nel 2004. Si sottolinea che i dati del 2004, cosi' come consentito, non comprendono l'applicazione degli Ias 32 e 39 e che conseguentemente il confronto, che risulta non omogeneo, e' fornito solo a fini informativi. La contrazione del risultato economico rispetto allo stesso periodo dello scorso anno e' stata determinata soprattutto dalla presenza, nei ricavi del 2004, di utili per circa 38 milioni di euro derivanti dallo smobilizzo di titoli precedentemente classificati nel portafoglio ''immobilizzato''. Al 31 dicembre 2005, il conto economico evidenzia proventi operativi per 401,1 milioni di euro (423,7 milioni nel 2004) in flessione essenzialmente a motivo dell'insussistenza della voce non ricorrente sopra descritta. I crediti alla clientela - prosegue la nota - sono cresciuti a 3,2 miliardi (+9,4% rispetto all'1/1/2005), evidenziando una forte ripresa rispetto al 2004, soprattutto nel mercato retail ma anche nel comparto corporate, dove lo stock di fine anno risulta in incremento del 16% a circa 880 milioni di euro e si rilevano circa 200 nuove aziende affidate. La raccolta totale da clientela ha segnato complessivamente una crescita dello 0,9% rispetto al 1/mo gennaio 2005 totalizzando 13,8 miliardi di euro, grazie alla positiva performance della raccolta indiretta attestatasi a 6,7 miliardi di euro (+252 milioni rispetto al 1ø gennaio 2005) che ha piu' che compensato la leggera flessione della raccolta diretta, risultata pari a 7 miliardi di euro (-130 milioni rispetto al 1ø gennaio 2005). Nell'ambito della raccolta indiretta, va segnalata l'evoluzione del risparmio gestito, cresciuto del 10,3% (o +462 milioni, di cui 195 milioni attribuibili alla crescita del risparmio assicurativo, +25,6%) a 4,9 miliardi, con effetto sostituzione nei confronti del risparmio amministrato, in flessione di 211 milioni a 1,8 miliardi. Al 31 dicembre 2005, il patrimonio netto di Banca Carime, incluso l'utile d'esercizio, risulta pari a 1.582,2 milioni di euro. Banca Carime conta, al 31 dicembre 2005, 324 sportelli retail, 7 corporate banking office e 7 private banking office. L'organico risulta composto da 2.807 risorse, in contrazione di 108 unita' rispetto al 31 dicembre 2004. Cosi' come previsto dagli Accordi con le Organizzazioni Sindacali del 12 agosto 2003 e del 3 marzo 2005, nel corso del 2005 sono state effettuate 86 assunzioni con contratto di lavoro a tempo indeterminato. Infine, si ricorda che in data 20 dicembre 2005, Bpu banca ha esercitato l'opzione di acquisto del 25,1262% del capitale sociale detenuto da Deutsche Bank, al prezzo complessivo di circa 438 milioni di euro. Ad oggi, il capitale di Banca Carime e' detenuto come segue: 85,82% da Bpu Banca, 14,1478% da Aviva Italia Spa, il rimanente 0,0322% da azionisti di minoranza.

Dal fondo Oasis prospettive per lo sviluppo di imprese sociali

20/03 ''Occorre puntare su uno sviluppo delle imprese sociali, che costituiscono un 'pezzo' rilevante del sistema economico nazionale e, in particolare, del Mezzogiorno. In tal senso, la Sovvenzione Globale Oasis rappresenta un' esperienza positiva, per quanto riguarda i risultati del primo bando e da potenziare ulteriormente con l' attuazione di questo nuovo strumento''. Lo ha detto Giuseppe Galati, sottosegretario alle attivita' produttive, con delega al controllo sugli enti cooperativi, in occasione della presentazione a Lamezia Terme del nuovo Bando del Fondo Oasis. Il Fondo Oasis, e' stato spiegato nel corso della manifestazione, e' dedicato alle piccole e medie imprese sociali e ai loro consorzi con sede in Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia, allo scopo di favorirne la nascita, la crescita e il consolidamento. In particolare, il Fondo, promosso dalla Cosis Spa e dai ministeri delle Attivita' produttive e dell' economia, si incarica dell' erogazione dei finanziamenti e del trasferimento di un' adeguata cultura manageriale e finanziaria in grado di fornire alle imprese sociali quegli elementi necessari per poter creare una struttura organizzativa solida ed efficiente. In totale sono 136 i progetti approvati e 89 quelli finanziati attraverso il Bando Oasis con 15,44 milioni di euro. ''Le imprese sociali - ha spiegato Galati - rappresentano da alcuni anni un settore caratterizzato da un significativo trend di sviluppo, grazie alla promozione di nuove attivita' imprenditoriali finalizzate sia all' erogazione di servizi socio-sanitari ed educativi sia all' offerta di opportunita' occupazionali a persone svantaggiate. Aspetti, questi, che caratterizzandosi per una duplice dimensione, di inclusione sociale e di creazione di lavoro, ne fanno una componente simbolicamente rilevante del nostro sistema economico e produttivo, in particolare nel Mezzogiorno''. Per Galati ''in virtu' della loro vitalita' e' importante che tali imprese crescano in professionalita' ed efficienza, sfruttando al meglio le opportunita' offerte anche dalle nuove tecnologie, al fine di irrobustirsi e contribuire in modo compiuto alla crescita dell'intero sistema economico del Paese''. “In tal senso — ha continuato Gelati — esprimo il mio apprezzamento per il lavoro svolto da CQSIS, che ha fornito un supporto costante e proficuo ai progetti ritenuti meritevoli, assistendoli ben oltre il mero aspetto finanziario. L’esperienza, infatti, ci insegna come concedere risorse non sia un fattore sufficiente, sebbene essenziale, per garantire la crescita delle imprese, se non si assicurano anche supporto manageriale ed assistenza operativa”: “Vorrei infine ricordare — ha concluso Gelati — che io sviluppo dell’impresa sociale deve poggiare, per essere durevole, sul dialogo fra i diversi ambiti di competenze Istituzionali, da quelle statali a quelle regionali, provinciali e comunali, affinché sI possa dare concreta attuazione al principio di sussidiarietà su cui si basa il modello di Stato federale che stiamo costruendo

Cresce il numero di aziende italiane che falliscono (+10%)

04/03 Cresce il numero delle aziende italiane costrette a portare i libri in tribunale: nel 2005 le imprese fallite sono state piu' di 245 mila, cioé quattro su cento. Rispetto all'anno 2000, sono stati registrati nel Paese 35 mila fallimenti in piu', con un indice di crescita del 10,1%. E' la diagnosi sulla salute delle imprese italiane effettuata dall'Ufficio studi degli artigiani Cgia di Mestre, che mette in evidenza come ad avere la peggio lo scorso anno siano state le piccole e medie imprese. In termini assoluti il record di fallimenti l'anno scorso spetta alla Lombardia, con 41 mila 541 aziende costrette a portare i libri in tribunale, il 5,2% delle imprese della regione, mentre l'incidenza piu' elevata appartiene al Lazio, dove i 37 mila 573 fallimenti rappresentano il 10% del totale delle aziende regionali. La crescita del fenomeno ha invece riguardato in maniera piu' consistente il Molise (+32,2% la variazione 2005-2000), seguita da Valle d'Aosta (+30,1%) ed il Piemonte (+23,6%). Ad avere la peggio - osserva la Cgia - sono le piccole e medie imprese. Per esse le percentuali di fallimenti sono piu' alte, sia rispetto alle micro sia alle medie e grandi aziende. L'elaborazione degli artigiani di Mestre evidenzia che nel 2005 il 20,5% delle imprese che contavano da 20 a 199 addetti hanno dichiarato fallimento; 9.064 aziende quindi hanno chiuso i battenti, quasi duemila in piu' rispetto a cinque anni prima quando l'incidenza delle imprese fallite tra le piccole e medie era del 15,5%; in questa categoria dimensionale questo significa una crescita dei fallimenti tra il 2000 e 2005 del 32,7%. Diversa, ma non per questo troppo confortante, e' la situazione delle micro e piccole imprese. Se guardando incidenze e percentuali sembra essere migliore, i numeri assoluti danno pero' un quadro preoccupante: l'anno scorso i fallimenti delle aziende che contano da 0 a 19 addetti sono stati 106 mila 879, pari al 3,4% di questa intera categoria dimensionale. Tuttavia i fallimenti di micro e piccole imprese erano stati ben maggiori nel 2000, 202 mila 775, pari al 4,2% del comparto; questa dinamica, in sostanza, e' diminuita del 19% nei cinque anni presi in esame. Ad essere aumentati in modo considerevole rispetto al 2000 sono stati invece i fallimenti delle medie e grandi aziende, con un salto 50,1%: se nel 2000 questi erano stati 164 (l'8,5% del comparto), nel 2005 sono diventati 206 (il 12,8% di questa categoria dimensionale). La Cgia osserva inoltre come, alla luce della recente riforma delle procedure fallimentari introdotta dal decreto legislativo n. 5/2006, sia stata ampliata la platea delle imprese escluse dal fallimento, in quanto la nuova norma identifica il piccolo imprenditore come colui che esercita un'attivita' commerciale, in forma individuale o collettiva, che non abbia effettuato investimenti nell'impresa oltre i 300 mila euro e non abbia realizzato ricavi lordi medi negli ultimi tre anni superiori a 200mila euro. "Questa esclusione - afferma il segretario della Cgia, Giuseppe Bortolussi - potrebbe a prima vista sembrare un passo in avanti per le piccole imprese. Tuttavia, alla luce dei nuovi istituti introdotti, l"esdebitazioné in primo luogo, l'esclusione non risulta poi cosi' favorevole non consentendo ai piccoli imprenditori di utilizzare i nuovi istituti premiali introdotti dalla riforma".

Regione

Anno 2005

Incidenza
imprese
fallite (*)

Variazione
 fallimenti
tra 2000 e 2005

---------------------------------------------------------------------

MOLISE

888

2,70%

32,20%

VALLE D'AOSTA

510

4,00%

30,10%

PIEMONTE

14.273

3,50%

23,60%

VENETO

16.599

3,60%

19,20%

FRIULI-V.G.

5.126

5,00%

15,80%

LIGURIA

6.903

5,00%

15,10%

SICILIA

17.151

4,40%

14,00%

PUGLIA

15.791

4,60%

13,70%

LOMBARDIA

41.541

5,20%

9,60%

CALABRIA

6.279

4,10%

9,60%

SARDEGNA

5.530

3,80%

9,10%

TOSCANA

17.234

4,90%

9,00%

CAMPANIA

30.794

6,70%

8,90%

MARCHE

5.643

3,60%

6,60%

UMBRIA

3.110

3,80%

4,20%

ABRUZZI

4.366

3,30%

3,10%

BASILICATA

1.728

3,10%

2,00%

LAZIO

37.573

10,40%

0,70%

EMILIA-ROMAGNA

12.455

2,90%

-1,10%

TRENTINO-A.A.

1.514

1,50%

-11,10%

----------------------------------------------------------------------

TOTALE

245.008

4,80%

10,10%

In aumento le donne ai vertici delle imprese italiane (+1,8%)

04/03 Cresce la voglia di 'rosa' ai vertici delle imprese italiane, soprattutto quelle dei servizi sociali, della sanita' e del turismo, dove le donne occupano sempre piu' posti di potere, facendosi largo tra gli uomini. Un fenomeno che non esclude anche l'altra meta' del cielo che arriva da oltre frontiera: in crescita sono infatti anche le imprenditrici immigrate, in maggioranza quelle cinesi. E' il ritratto dell'impresa al femminile che emerge dal rapporto ''Impresa in genere'' dell'Osservatorio dell'Imprenditoria femminile 2005 di Unioncamere, realizzato da Retecamere. Alla fine del 2005 - si legge - le imprese al femminile hanno ''superato la quota di 1,22 milioni di unita', con una crescita dell'1,8% sul 2004, superiore a quella del totale delle imprese italiane (+1,1%). Nel Centro e nel Nord-Ovest gli aumenti maggiori, prossimi al 2%, mentre le donne del Nord-Est sono state lo scorso anno le piu' restie alla creazione di nuove imprese. In forte accelerazione la crescita di manager in gonnella che detengono quote 'robuste' (+20% nelle societa' di capitale), mentre aumentano le imprese a conduzione esclusiva rispetto a quelle in cui le donne hanno una presenza forte o maggioritaria. Regione leader resta la Lombardia, seguita da Campania e Sicilia, ma a crescere di piu' - tra le imprese al femminile - e' stato nel 2005 il Lazio (+3,2%).
IMPRESE 'ROSA' NELLE REGIONI.
A guidare la classifica della crescita e' il Lazio, seguito da Puglia (+2,45%) e Campania (+2,33%) mentre frena la Calabria con uno 'stallo' (-0,30%) delle imprese femminili rispetto al 2004. Cosi' come la Basilicata (-0,13%) mentre in flessione c'e' la Valle d Aosta (-1%). In Molise le imprese rosa sono invece percentualmente piu' numerose rispetto al totale, seguito da Basilicata, l'Abruzzo, Campania e Lazio. Se, invece, si guarda ai valori assoluti, e' la Lombardia che occupa saldamente la testa della classifica nazionale, con 162.653 imprese guidate da donne, pari al 20,37% dell'universo imprenditoriale regionale. A distanza seguono la Campania (128.169), la Sicilia (99.525), il Piemonte (99.477) e il Veneto (96.183).
CRESCONO LE FORME GIURIDICHE PIU' SOLIDE.
Continua la crescita delle donne che scelgono di fare impresa partendo da una struttura piu' solida. Nel 2005, infatti, sono aumentate di circa il 20% rispetto all'anno precedente le societa' di capitali guidate da donne, raggiungendo quota 89.492 unita'. Le ditte individuali continuano ad essere la grande maggioranza delle imprese femminili (quasi il 72% del totale con una diminuzione, pero', rispetto al 2004 di quasi l'1%). E la propensione e' quella ad organizzarsi come leader indiscusse all'interno della propria azienda. Se si guarda, infatti, alle variazioni registrate tra imprese a componente femminile 'esclusiva', 'maggioritaria' o 'forte' si nota che, nel 2005, l'unico incremento positivo (+2,6%) si e' avuto riguardo alle imprese femminili 'esclusive' (titolari di ditte individuali) che rappresentano il 95,15% del totale. Le imprese femminili a presenza 'maggioritaria', controllo al di sopra del 50%, (-4,47%) e quelle a 'forte' partecipazione da parte di donne (-5,25%) appaiono invece in diminuzione.
LE 'VOCAZIONI' DELL'IMPRESA AL FEMMINILE.
Il 31,8% delle imprese femminili si concentra nel commercio, ma e' il settore degli altri servizi pubblici, sociali e personali quello con il piu' alto tasso di guida in rosa. Seguono, con percentuali sopra il 30%, sanita' ed altri servizi sociali (40,91%), servizi domestici presso famiglie (37,50%), alberghi e ristoranti (33,58%) e istruzione (32,41%).
LE IMPRENDITRICI IMMIGRATE, CINESI LE PRIME.
Forte crescita (+13,9% rispetto al 2004) delle imprese guidate da donne immigrate con le Cinesi ai vertici della classifica delle titolari di ditte individuali (in totale giunte a 37.248 unita'), seguite da nigeriane e marocchine. Con una prevalenza nel settore del commercio (16.902 imprese), nelle attivita' manifatturiere (6.444) e nell'agricoltura (2.912). A livello territoriale, guida Lombardia (5.867 imprese), Toscana (3.867), Lazio (3.798), Campania (3.153) e Veneto (2.890).

Galati (Udc) “Dal Pia innovazione, 298,1 milioni di euro per la Calabria”

02/03 ''Arriva al traguardo l' istruttoria del secondo bando dei Pacchetti integrati di agevolazioni-Pia Innovazione. Dal ministero delle Attivita' Produttive sono in arrivo agevolazioni per 298,1 milioni di euro destinati a 115 progetti proposti da imprese calabresi''. Ad annunciarlo e' stato il sottosegretario alle Attivita' produttive, Giuseppe Galati, in occasione della pubblicazione della graduatoria del bando. ''E' un risultato - ha sostenuto Galati - di particolare rilievo per la Calabria. Grazie ad esso, il ministero delle Attivita' produttive agevolera' tutte le iniziative giudicate ammissibili, per un totale di 115 progetti regionali, con riferimento alla parte inerente la ricerca precompetitiva, concedendo agevolazioni pari a 189,5 milioni di euro. Quanto, invece, alla parte relativa all' industrializzazione, il Map provvedera' a finanziare 60 di quei progetti, con uno stanziamento di 108,6 milioni. Questi ultimi passeranno da 60 a 88, non appena la Regione Calabria deliberera' l' impegno, gia' formalizzato, per il cofinanziamento di circa 80 milioni di euro''. ''I Pacchetti integrati di agevolazioni - ha spiegato Galati - costituiscono un sistema che permette di finanziare con un unico strumento la ricerca precompetitiva e lo sviluppo produttivo, utilizzando regimi di aiuto esistenti, previsti dalle leggi 488/92 e 46/82. In altre parole, il Pia unifica, integra e semplifica le procedure di accesso e di concessione dei finanziamenti per le grandi, piccole e medie imprese del Mezzogiorno. Se guardiamo al dato nazionale con i risultati odierni vengono finanziati dal Map 758 progetti, per la parte inerente la ricerca precompetitiva, mentre per la parte relativa all' industrializzazione il Ministero ha concesso agevolazioni per 450 progetti che, grazie al cofinanziamento da parte delle regioni Calabria, Campania e Sicilia, che si sono impegnate al riguardo, cresceranno fino a un totale di 600''. ''Sono particolarmente soddisfatto per i risultati relativi alla Calabria - ha proseguito Galati - perche' attraverso questo strumento si potranno finanziare progetti innovativi importanti per lo sviluppo del sistema economico calabrese e si dara' un impulso di qualita' alla crescita occupazionale. Ma ancor di piu' esso dimostra che la collaborazione fra amministrazioni centrali e periferiche dello Stato, nella fattispecie il contributo che la Regione Calabria si e' impegnata a dare, non e' solo auspicabile, ma indispensabile ed efficace ogni qual volta sia finalizzato, come in questo caso, alla crescita del tessuto produttivo, all' allargamento della base occupazionale e alla diffusione dell'innovazione tecnologica''. ''Vorrei infine - ha concluso Galati - ringraziare espressamente il ministro Claudio Scajola, perche' ha accettato la soluzione da me proposta, una soluzione che consente di premiare un numero piu' elevato di progetti e di rafforzare la marcia della Calabria verso lo viluppo tecnologico. Allo stesso modo, esprimo il mio apprezzamento per la disponibilita' del presidente della Regione Calabria, Agazio Loiero, e del vice presidente, Nicola Adamo, a rendere fattivo questo risultato importante per la Calabria, attraverso il sostegno economico della Regione''.

Galati (Udc) “Pubblicata la graduatoria del secondo Bando dei Pia/Innovazione” Agevolazioni per 1.5 miliardi di euro a 758 imprese

01/03 Si e' conclusa l'istruttoria ed e' stata pubblicata la graduatoria del 2/o Bando dei Pia Innovazione - Pacchetti Integrati di Agevolazioni, e sono in arrivo dal ministero delle Attivita' Produttive agevolazioni per oltre 1,5 miliardi di euro destinati a 758 progetti proposti da imprese e localizzati nelle regioni Obiettivo 1. Lo annuncia l' on. Giuseppe Galati, Sottosegretario alle Attivita' Produttive. ''Si tratta - spiega Galati di un impegno notevole per la diffusione dell' innovazione tecnologica nel tessuto produttivo meridionale. In particolare, il ministero delle Attivita' Produttive agevolera', con riferimento alla parte inerente la ricerca precompetitiva (legge n. 46/82), tutti i 758 progetti giudicati ammissibili, concedendo loro agevolazioni pari a 1,1 miliardi di euro. Quanto invece alla parte relativa alla industrializzazione (legge n. 488/92), il Map provvedera' a finanziare 462 di quei progetti, con uno stanziamento di 418,9 milioni di euro. Questi ultimi progetti passeranno da 462 a 605 grazie all impegno, gia' formalizzato, delle regioni Calabria, Campania e Sicilia a cofinanziare l'iniziativa''. ''Vorrei sottolineare come i Pia Innovazione spiega il Sottosegretario costituiscano un sistema che permette di finanziare, con un unico strumento, la ricerca precompetitiva e lo sviluppo produttivo, utilizzando regimi di aiuto esistenti, previsti dalle leggi n. 488/92 e n. 46/82. In altre parole, la misura dei Pia Innovazione unifica, integra e semplifica le procedure di accesso e di concessione dei finanziamenti per le grandi, piccole e medie imprese del Mezzogiorno''. ''Il risultato odierno e la movimentazione di risorse finanziarie cosi' rilevanti osserva ancora il Sottosegretario rappresentano un momento significativo per le politiche di incentivazione alle imprese, che abbiamo condotto per l'intera legislatura con impegno, puntualita' e visione strategica ed i cui risultati consentiranno ricadute importanti in quei comparti del tessuto produttivo del Mezzogiorno specificamente impegnati nell' innovazione di prodotti e processi''. ''Vorrei infine conclude Galati ringraziare espressamente il Ministro Claudio Scajola, perche' ha accettato la soluzione da me proposta, una soluzione che consente di premiare un numero piu' elevato di progetti e di rafforzare la marcia del Mezzogiorno verso lo sviluppo tecnologico. Allo stesso modo, esprimo il mio apprezzamento per la disponibilita' dei governi regionali di Calabria, Campania e Sicilia, a contribuire fattivamente al raggiungimento di questo importante traguardo''.

 

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