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Cronaca
Ucciso il vicepresidente del Consiglio della Regione Calabria

 

La Calabria, smarrita e sconcertata, si appella al Presidente della Repubblica, Ciampi. Loiero: "Un'omicidio politico". A Locri gli studenti sfilano in silenzio.

17/10 Smarrita e sconcertata dopo l' assassinio ieri pomeriggio a Locri del vicepresidente del Consiglio regionale, Francesco Fortugno, una intera Regione chiede aiuto al Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi. E di questa accorata richiesta di assistenza e conforto alla piu' alta carica dello Stato si fa portavoce il Consiglio regionale, riunito in seduta straordinaria, in un clima di commozione e dolore, alla presenza del ministro dell' Interno, Giuseppe Pisanu. Nell' ordine del giorno approvato dal Consiglio si sottolinea ''l' urgenza di una straordinaria interlocuzione sullo stato della sicurezza e della legalita' con il Capo dello Stato, cui facciamo appello - affermano i consiglieri - perche' riceva una delegazione qualificata del Consiglio regionale e delle autonomie calabresi''. Poche parole che esprimono in modo sintetico ma efficace la difficolta' del momento che non solo la politica, ma l' intera societa' calabrese sta vivendo per l' assassinio di un politico onesto che credeva profondamente nel suo impegno per la crescita della regione. E' stato lo stesso presidente Ciampi, peraltro, a sottolineare la gravita' dell' assassinio di Fortugno in un messaggio inviato alla vedova di Fortugno, Maria Grazia Lagana'. ''Nel condannare con fermezza e con sdegno il vile attentato di cui il dottor Francesco Fortugno e' stato vittima ieri - ha scritto il Presidente della Repubblica - mi stringo attorno a lei, cara signora Maria Grazia ed ai suoi figli, ed a nome di tutto il popolo italiano le esprimo i sentimenti di commossa e partecipe solidarieta'''. ''Sdegno per il barbaro omicidio di Franco Fortugno'' era stato espresso anche dal Vicepresidente del Consiglio, Gianfranco Fini, alla famiglia di Fortugno ed al presidente della Margherita, Francesco Rutelli. Due messaggi, quelli del presidente Ciampi e di Fini, che racchiudono il senso della partecipazione dello Stato per un omicidio che ha colpito profondamente, per la sua assurdita' e la sua efferatezza, la Calabria e l' intero Paese. E' stato il presidente del Consiglio regionale Giuseppe Bova, durante la seduta odierna, a farsi interprete dello smarrimento generale per l' uccisione di Fortugno. ''Cosa deve succedere ancora - si e' chiesto Bova - e quale altra vittima innocente deve pagare con la vita prima che si risponda colpo su colpo, non dando tregua all' agire malavitoso? Non e' piu' tempo di analisi o di riunioni interminabili e senza sbocchi''. Ancora piu' esplicito e' stato il presidente della Giunta regionale, Agazio Loiero, che a proposito dell' assassinio di Fortugno ha parlato di ''un messaggio alla politica per l' uomo scelto, un uomo delle istituzioni, un politico a chiare lettere, e per il luogo in cui e' stato consumato l' agguato terroristico-mafioso. In questi mesi da Catanzaro, con il nuovo corso della Giunta che dirigo, abbiamo imboccato una strada nuova, abbiamo leso interessi e scrostato vecchie sedimentazioni che reggevano da decenni. Abbiamo detto, in una parola, che in Calabria comanda lo Stato e non i poteri occulti e criminali che vogliono imporre i loro interessi''. Potrebbe essere proprio l' intreccio degli interessi politico-mafiosi che Franco Fortugno osteggiava da quando lo scorso anno aveva fatto ingresso nell' aula del Consiglio regionale della Calabria la chiave di spiegazione dell' assassinio consumato ieri pomeriggio a Locri. Carabinieri e Polizia, sotto le direttive della Procura distrettuale di Reggio Calabria, starebbero approfondendo proprio questa pista nel tentativo d' individuare il movente dell' assassinio di Fortugno. Viene ritenuta credibile, infatti, l' ipotesi che l' esponente della Margherita, medico e primario, prima di andare in aspettativa per i suoi impegni politici, del pronto soccorso dell' ospedale di Locri, abbia potuto ''disturbare'' gli interessi delle cosche della 'ndrangheta nel settore della sanita', con riferimento in particolare a finanziamenti, appalti e nomine. Proprio per capire se Fortugno avesse intaccato, con la sua attivita' politica, interessi particolari, gli investigatori hanno perquisito a lungo la sua abitazione e la sua segreteria politica nel tentativo di individuare un traccia che possa rivelarsi utile per le indagini. D' altro canto gli interessi e le ingerenze delle cosche negli ''affari'' della sanita' sono emersi, in passato, da numerose inchieste condotte dalle Procure distrettuali di Reggio Calabria e Catanzaro. Ad insistere sul movente politico-mafioso dell' assassinio di Fortugno e' stato ancora in serata il presidente Loiero dopo l' incontro che ha avuto nella Prefettura di Reggio Calabria con il Ministro Pisanu. ''E' un omicidio politico - ha detto Loiero - portato a termine con modalita' mafiose''. L' omicidio di Fortugno ha profondamente turbato la coscienza civica di tutti. Uno stato d' animo di cui si sono fatti portavoce un centinaio di studenti di Locri che stamattina hanno dato vita spontaneamente ad una manifestazione silenziosa che si e' conclusa nella piazza sulla quale si affaccia il Tribunale. Un richiamo simbolico a quella giustizia che in questi giorni terribili ed angoscianti la Calabria vede sempre piu' lontana ed evanescente.

Loiero: “Un omicidio politico. Oggi si sta consumando uno scempio delle istituzioni”

''E' un omicidio politico portato a termine con modalita' mafiosa, ma l' obiettivo era esclusivamente politico visto il bersaglio, il luogo e quindi il messaggio che con questo atroce delitto si e' voluto inviare''. Lo ha detto il presidente della Regione Calabria Agazio Loiero al termine di un incontro prima riservato con il ministro dell' Interno Pisanu e poi con i vertici delle forze di polizia svoltosi nella Prefettura di Reggio Calabria. ''E' questa la convinzione degli inquirenti su cui tutti hanno convenuto nel corso dell' incontro durante il quale si e' parlato dell' omicidio di Francesco Fortugno e delle sue peculiarita''' ha aggiunto. All' incontro oltre a Loiero e al ministro Pisanu ha preso parte il capo della Polizia Gianni De Gennaro, il comandante generale dei Carabinieri Luciano Gottardo e quello della Guardia di Finanza Roberto Speciale oltre al prefetto Giovanni D'Onofrio. ''E' emerso fra l' altro - ha aggiunto Loiero - che fino all' ultimo quel palazzo poteva e non poteva essere la sede del seggio. Per cui chi ha preparato e chi ha portato a termine l' agguato doveva essere certamente ben informato''. ''Nei prossimi giorni - ha concluso Loiero - avremo altri incontri per capire meglio le motivazioni di un delitto che lascia sconcerto in tutto il Paese''.
''Oggi si sta consumando lo scempio delle istituzioni in Calabria'': cosi' il presidente della Giunta regionale calabrese, Agazio Loiero, aveva esordito nel suo intervento al Consiglio. ''La morte di Franco Fortugno - ha detto Loiero - e' un evento senza precedenti. Qui c' e' una logica, una logica preventiva - ha sottolineato Loiero - che emerge in tutta la sua ferocia. Franco Fortugno e' stato fatto fuori come si uccide un animale mentre invece era un uomo disponibile a dare risposte ai bisogni. In Calabria e lo testimonia la simbologia feroce dell' agguato, qualcuno dice che nulla deve cambiare sotto il dominio dei poteri criminali e la stessa criminalita' organizzata pare abbia intrapreso un cammino senza ritorno. Oggi emerge una Calabria che traffica in cocaina, immersa nel malaffare e chi e' contro queste cose viene oltraggiato, intimidito ed anche ucciso. A noi tutti spetta il compito di squarciare la cappa sotto cui la criminalita' pretende di tenerci. C' e' bisogno di Stato perche' senza una forte azione dello Stato e senza uno sforzo dei calabresi le forze del male potranno prevalere. Oggi la Calabria sembra vivere in una condizione di isolamento, appare un territorio anarchico e violento. La Calabria da vari governi nazionali e' stata vista soltanto come un grande problema, invece noi abbiamo dinanzi una grande scommessa: riportare questo territorio all' interno dell' ordinamento unitario dello Stato. Da soli non ce la faremo ma e' quanto chiederemo nei prossimi giorni al Governo affinche' possiamo superare questo particolare momento della nostra storia''.

Ciampi scrive alla famiglia

''Nel condannare con fermezza e con sdegno il vile attentato di cui il dottor Francesco Fortugno, vice Presidente del Consiglio Regionale della Calabria, e' stato vittima ieri, mi stringo intorno a lei, cara signora Maria Grazia, e ai suoi figli, e a nome di tutto il popolo italiano le esprimo i sentimenti di commossa e partecipe solidarieta''', scrive il presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi in un messaggio inviato alla signora Maria Grazia Fortugno e reso noto dal Quirinale. ''Dinanzi a gesti cosi' spietati - aggiunge il capo dello Stato - occorre ribadire la necessita' di un impegno sempre piu' deciso da parte delle istituzioni e dei cittadini, affinche' siano resi piu' saldi e condivisi i valori di legalita' e di democrazia su cui si fonda la nostra Costituzione repubblicana''.

Gli studenti di Locri sfilano in silenzio con uno striscione bianco davanti al Tribunale

Gli studenti del Liceo scientifico di Locri hanno manifestato stamattina con un corteo spontaneo, aperto da uno striscione bianco senza alcuna scritta, il loro sdegno per l' omicidio del vicepresidente del Consiglio regionale calabrese, Franco Fortugno. Circa 600 ragazzi, assieme al corpo docente, hanno preso parte al corteo che dal loro istituto si e' diretto davanti al Tribunale della citta', a pochi passi dall' abitazione e degli uffici della segreteria politica della vittima che sono a pochissimi metri dal palazzo di giustizia. Il corteo di studenti e docenti ha quindi raggiunto Palazzo Nieddu dove e' avvenuto l' omicidio.

Mercoledì vertice in Procura Nazionale Antimafia

Fare il punto sulle inchieste in corso sulle minacce e gli atti intimidatori in Calabria ai danni di esponenti politici ed istituzionali, compreso l' assassinio ieri sera a Locri del vicepresidente del Consiglio regionale, Francesco Fortugno. E' questo lo scopo di una riunione che si svolgera' dopodomani, mercoledi', a Roma nella sede della Procura nazionale antimafia. La riunione e' stata convocata dai due Procuratori nazionali antimafia aggiunti, Emilio Ledonne e Lucio Di Pietro. Vi prenderanno parte i procuratori della Repubblica di Catanzaro e Reggio Calabria, Mariano Lombardi ed Antonino Catanese; i due procuratori aggiunti, Mario Spagnuolo e Franco Scuderi; il sostituto procuratore di Reggio Calabria Giuseppe Creazzo, titolare dell' inchiesta sull' assassinio di Fortugno, ed il sostituto procuratore distrettuale di Catanzaro, Gerardo Dominijanni. Tra le Procure distrettuali di Catanzaro e Reggio sono stati avviati da tempo contatti e scambi di informazioni proprio in relazione alle inchieste sulle minacce ai politici calabresi. Al tema delle intimidazioni ai politici, inoltre, sara' dedicata la riunione periodica tra i magistrati della Procura distrettuale di Catanzaro predieduta dal procuratore nazionale aggiunto Ledonne.

Vasti e molteplici gli interessi della ndrangheta nelal sanità

Sono vasti e molteplici gli interessi della 'ndrangheta nel mondo della sanita'. Proprio per tale motivo, polizia e carabinieri stanno considerando attentamente l' ipotesi che l' assassinio ieri a Locri del vicepresidente del Consiglio regionale della Calabria, Francesco Fortugno, possa essere collegato al suo impegno proprio sulle questioni della sanita'. Quello sanitario, peraltro, e' uno dei settori in cui si concentra il maggiore impegno di spesa della Regione Calabria, attraverso i finanziamenti del Fondo sanitario nazionale. Un enorme flusso di denaro che non puo' non fare gola alle organizzazioni criminali, che hanno sempre tentato di inserirsi in questo contesto per accaparrarsi una quota dei finanziamenti. I tentativi di ingerenza delle cosche nel settore sanitario sono emersi, in passato, in numerose inchieste condotte dalle Procure distrettuali di Catanzaro e Reggio Calabria. Sono elementi che sono stati approfonditi nelle indagini sugli interessi delle organizzazioni criminali, in particolare, negli appalti, nelle forniture di materiale sanitario e nell' attivita' delle strutture sanitarie convenzionate. In questo senso, la Regione si e' sempre cautelata, richiedendo alle imprese che partecipano agli appalti i certificati antimafia. Un possibile ostacolo facilmente aggirabile, comunque, con l' utilizzo di prestanome da parte delle cosche che in questo modo hanno potuto lucrare somme enormi. Fortugno, medico e primario, prima di entrare in politica, del pronto soccorso dell' ospedale di Locri, combatteva da tempo proprio contro le ingerenze delle organizzazioni criminali nel settore sanitario. Su questo argomento il suo impegno era praticamente quotidiano. E nulla esclude che proprio con tale attivita' di contrasto abbia potuto ''disturbare'' chi per conto delle cosche agisce, anche dietro insospettabili ruoli amministrativi o politici, per inserirsi negli affari della sanita' calabrese. Peraltro, la Giunta regionale presieduta da Agazio Loiero ha fatto della lotta agli sprechi proprio nel settore della sanita', e di quella piu' in generale contro qualsiasi illegalita', uno degli assi portanti della propria attivita', razionalizzando la spesa ed individuando metodi operativi e personalita' nuove nel tentativo di dare al settore la massima efficienza.

Per gli investigatori un intreccio politico/mafioso

Un intreccio di interessi politici e mafiosi legati all' ingerenza delle cosche nel mondo della sanita' ed alla volonta' delle organizzazioni criminali di lanciare un ''messaggio'' ben preciso al mondo della politica: e' questo, secondo quanto si e' appreso in ambienti investigativi, il quadro in cui sarebbe maturato l' omicidio di Francesco Fortugno, di 54 anni, della Margherita, vicepresidente del Consiglio regionale della Calabria, ucciso ieri a Locri nel seggio allestito per le primarie dell' Unione. Il ruolo politico svolto da Fortugno, ed in particolare il suo impegno sui temi della sanita', ed il luogo scelto per uccidere l' esponente della Margherita, rappresentano due elementi che vengono tenuti nella massima considerazione da carabinieri e polizia, perche' emblematici del possibile movente dell' assassinio. Anche se non ci sono ancora elementi certi acquisiti alle indagini, l' ipotesi che la 'ndrangheta abbia voluto uccidere Fortugno perche' ''disturbata'' dal vicepresidente del Consiglio regionale nei suoi interessi nel settore della sanita' - finanziamenti, appalti e nomine - viene considerata ''verosimile'' dagli investigatori. Proprio a tale scopo, ieri sera i carabinieri si sono recati nell' abitazione e nello studio di Fortugno e vi si sono trattenuti a lungo per esaminare qualsiasi documento che possa rivelarsi utile alle indagini. Si e' appreso che e' stata acquisita una corposa documentazione, che sara' adesso esaminata in stretto coordinamento con la Procura antimafia di Reggio Calabria, che ieri sera ha acquisito la titolarita' dell' inchiesta sull' omicidio dopo che i primi atti urgenti erano stati svolti dalla Procura della Repubblica di Locri. Il fatto che a condurre l' inchiesta sia la Dda reggina e' la dimostrazione piu' evidente che la possibilita' che sia stata la 'ndrangheta ad ordinare l' assassinio di Fortugno sia piu' che un' ipotesi e che le indagini hanno assunto, in questo senso, una direzione specifica. Anche se questo, si fa rilevare negli ambienti investigativi, non esclude nessun' altra ipotesi. Il procuratore distrettuale di Reggio Calabria, Antonino Catanese, ed il sostituto Giuseppe Creazzo hanno gia' tenuto una serie di vertici con polizia e carabinieri per fare il punto sulle indagini e programmare le iniziative investigative da assumere. I carabinieri, in particolare, secondo quanto si e' appreso, stanno tentando di accertare se l' omicidio di Fortugno sia stato preceduto da possibili minacce od intimidazioni ai danni dell' esponente politico. A tale scopo sono stati sentiti la moglie di Fortugno, Maria Grazia Lagana', medico anche lei ed attuale direttore sanitario dell' ospedale di Locri, ed altri familiari. Nulla e' trapelato sull' esito dei colloqui avuti dagli investigatori, ma sono in molti a rilevare che, per il suo carattere e per la sua riservatezza, difficilmente Fortugno avrebbe rivelato anche ai familiari piu' intimi eventuali minacce subite. Il dato che carabinieri e polizia valutano con la massima attenzione e' anche quello del ''messaggio'' politico che potrebbe nascondersi dietro l' assassinio di Fortugno in relazione alla data ed al luogo che sono stati scelti per mettere in atto l' omicidio. Il vicepresidente del Consiglio regionale viveva a Locri, dove aveva anche la segreteria politica e lo studio medico, e quindi avrebbe potuto essere ucciso, se la 'ndrangheta aveva deciso di eliminarlo, anche durante i suoi frequenti spostamenti per raggiungere Reggio Calabria o altre localita' della provincia anche per partecipare ad iniziative politiche. Perche' allora, si chiedono gli investigatori, si e' deciso di ucciderlo proprio nel giorno della Primarie dell' Unione e nel luogo in cui era stato allestito il seggio per la consultazione? Le cosche hanno voluto lanciare un messaggio proprio al centrosinistra in considerazione che e' proprio questa coalizione a gestire la Regione? D' altra parte, nei mesi scorsi, proprio il presidente Loiero e' stato vittima di ripetute minacce ed intimidazioni. Una serie di episodi che hanno fatto intuire l' attenzione particolare che le cosche stanno riservando proprio alle decisioni della Giunta regionale al fine di tutelare i propri interessi in vari settori dell' attivita' dell' ente.

Camera ardente in Consiglio regionale. L'aula sarà intestata a lui.

Camera ardente martedì 18 dalle 10 del mattino alle 22 per Franco Fortugno, nell' aula del Consiglio regionale della Calabria di cui e' stato vicepresidente fino all' assassinio domenica pomeriggio. I funerali dell' esponente politico della Margherita si svolgeranno mercoledi' prossimo alle 16 in Cattedrale a Locri. Sara' allestita gia' da stanotte, nell' aula consiliare del Consiglio regionale della Calabria, la camera ardente per Francesco Fortugno, vicepresidente dell' Assemblea, ucciso ieri pomeriggio a Locri. Da domattina alle 9, riferisce una nota dell' ufficio stampa del Consiglio, sara' pertanto possibile rendere omaggio alla salma. L' esposizione del feretro continuera' per l'intera giornata.L' aula del Consiglio regionale della Calabria sara' intestata a Franco Fortugno ed tutte le vittime della mafia in Calabria. La decisione e' stata presa dallo stesso Consiglio regionale nel corso della seduta svoltasi oggi pomeriggio, con l' intervento del Ministro dell' Interno, Giuseppe Pisanu, e dedicata all' uccisione ieri pomeriggio a Locri di Fortugno, che era il vicepresidente dell' Assemblea regionale.

L’autopsia conferma che i cinque colpi furono tutti mortali

Cinque colpi, tutti mortali, quattro al torace ed uno all' addome. L' autopsia eseguita oggi pomeriggio nell' obitorio dell' ospedale di Locri dal dott. Massimo Rizzo sul corpo di Francesco Fortugno ha confermato le risultanze gia' emerse ieri dalle prime indagini sull' assassinio del vicepresidente del Consiglio regionale della Calabria. I colpi, sono stati sparati con una pistola automatica calibro 9, secondo quanto e' emerso dagli accertamenti del medico legale, da meno di un metro di distanza ed hanno trapassato il corpo di Fortugno, tanto che se ci fosse stato qualcuno dietro il vicepresidente del Consiglio regionale sarebbe rimasto ucciso anche lui.

I servizi segreti rivelano che le cosche vogliono influenzare le politiche locali

L' aggressivita' della 'ndrangheta, ''che si manifesta sempre piu' direttamente nei confronti di ambiti amministrativi'', e' sottolineata nell' ultima relazione inviata dai servizi segreti al Parlamento. Una preoccupazione tornata d' attualita' dopo l' omicidio del vicepresidente del Consiglio regionale calabrese, Franco Fortugno, ieri a Locri. Il Sisde segnala, ''specie nel reggino e nella locride, le crescenti rivalita' tra le cosche che, rinnegando le antiche alleanze, mirano a guadagnarsi ogni possibile spazio in vista delle ingenti opere pubbliche previste nella regione''. In questo contesto, prosegue, ''l' attivita' del servizio si e' tradotta in una copiosa produzione informativa concernente episodi e disegni omicidiari, attriti per la gestione degli appalti o per la spartizione di proventi illeciti, tentativi di influenza sulle politiche locali''. Anche il Sismi ha prodotto informative sulla 'ndrangheta, consentendo il sequestro di consistenti arsenali nella disponibilita' delle cosche. Secondo l' intelligence, ''convergenti indicazioni confermano l' assoluta preminenza della criminalita' organizzata calabrese nell' approvvigionamento e nella distribuzione in Europa della droga, in ragione soprattutto dei consolidati collegamenti con le componenti balcaniche e sudamericane''.

Quelle pallottole spedite a Loiero a luglio

Il punto piu' alto delle minacce della 'ndrangheta ai politici calabresi, prima dell' assassinio del vicepresidente del Consiglio regionale, Francesco Fortugno, era stato raggiunto la scorsa estate con le intimidazioni rivolte al presidente della Regione, Agazio Loiero, appartenente peraltro allo stesso partito, la Margherita, di Fortugno. Il 23 luglio, in particolare, fu trovata nel giardino dell' abitazione estiva di Loiero, a Montepaone, una busta contenente un bossolo di proiettile. Lo stesso giorno fu indirizzata alla casa di Catanzaro dello stesso presidente Loiero un' altra busta, contenente anche in questo caso un proiettile. In entrambi i plichi furono inserite due foto del presidente della Regione stampate al computer con la scritta ''condannato a morte'' ed il disegno di una croce. ''Ci troviamo di fronte - fu il commento di Loiero all' epoca - ad una strategia di accerchiamento. Dal canto mio, comunque, resto sereno''. Il 3 maggio precedente era stata fatta recapitare al sindaco di Lamezia Terme, Gianni Speranza, dei Ds, una busta contenente un fac-simile di scheda elettorale ed un proiettile a salve per pistola. Sul fac-simile erano scritti i nomi dello stesso presidente Loiero, del vicepresidente della Commissione antimafia, Angela Napoli, dell' assessore regionale alla Sanita', Doris Lo Moro, e dello stesso sindaco Speranza, accanto ai quali era stato tracciato un segno di croce. Un' altra busta con minacce di morte era stata inviata nel maggio scorso ancora all' assessore Lo Moro, gia' sindaco di Lamezia Terme ed esponente dei Ds. Ancora un caso d' intimidazione ad esponenti politici si e' verificato a giugno. In quel caso una busta contenente due pallottole ed una lettera con minacce di morte e' stata inviata al vicepresidente del Consiglio regionale, Roberto Occhiuto, dell' Udc. Un' iniziativa interpretata anche in questo caso come una minaccia della 'ndrangheta.

Un lungo applauso ha salutato in Consiglio per l’ultima volta Fortugno

Un minuto di raccoglimento ed un lungo applauso ha caratterizzato l' inizio della seduta straordinaria del Consiglio regionale convocata in seguito all' omicidio del vicepresidente dell' Assemblea, Francesco Fortugno. Ad aprire la seduta e' stato il presidente, Giuseppe Bova, mentre sullo scranno al suo fianco, dove solitamente sedeva Fortugno, e' stato deposto un mazzo di fiori. ''Il nostro primo pensiero - ha detto Bova con la voce rotta dall' emozione - va a Franco Fortugno, un uomo stimato da tutti, barbaramente ucciso. Alla moglie Maria Grazia ed ai figli Giuseppe e Anna va un abbraccio stretto stretto e il sentimento della nostra solidarieta'''. Bova ha quindi invitato consiglieri, sindaci, parlamentari che stanno seguendo la riunione ad alzarsi in piedi per tributare un minuto di raccoglimento in ricordo di un uomo buono e giusto. Al termine del minuto, prima che Bova riprendesse a parlare, un lungo applauso si e' levato dai banchi dell' Assemblea.

Pisanu: “Lo Stato è presente ma i calabresi devono metterci del loro”

“In Calabria lo Stato c' e', ma ci sara' piu' compiutamente quando la realta' economica e socio-culturale saranno in grado di produrre gli anticorpi necessari per fronteggiare e sconfiggere un fenomeno cosi' profondamente radicato come la ndrangheta”. Il ministro dell' Interno, Giuseppe Pisanu, non ha dubbi e esprime le sue convinzioni al Consiglio regionale della Calabria riunito nel giorno piu' triste della propria storia per ricordare il vice presidente dell' assemblea, Francesco Fortugno, ucciso domenica pomeriggio nel seggio delle primarie dell' Unione a Locri. Pisanu, giunto a Reggio Calabria in compagnia del capo della Polizia, Gianni De Gennaro, e dei comandanti generali dei Carabinieri e della Guardia di finanza, Luciano Gottardo e Roberto Speciale, per presiedere in Prefettura un vertice con i massimi responsabili delle forze dell' ordine a livello provinciale e con i magistrati reggini titolari dell' inchiesta, approfitta della contemporaneita' dell' appuntamento al Consiglio per sospendere i lavori del comitato nazionale per l' ordine e la sicurezza pubblica e intervenire davanti a consiglieri, parlamentari, sindaci e rappresentanti istituzionali calabresi. ''Lo Stato - dice il Ministro all' assemblea - in Calabria c' e', ma ci sara' piu' compiutamente quando la realta' economica e socio culturale saranno in grado di produrre gli anticorpi necessari per fronteggiare e sconfiggere un fenomeno cosi' profondamente radicato''. E per dimostrarlo cita dati relativi all' attivita' svolta dalle forze dell' ordine dal primo agosto 2004 al 31 luglio 2005, ricordando, in particolare, l' arresto di 30 latitanti, quattro dei quali inseriti nell' elenco dei latitanti piu' pericolosi d' Italia, la disarticolazione di undici associazioni mafiose, 58 associazioni per delinquere semplici, dieci associazioni finalizzate al traffico di sostanze stupefacenti. Pisanu ribadisce poi un concetto espresso anche nell' ottobre dello scorso anno nel corso di un' altra assemblea del Consiglio calabrese. ''Nessun calabrese - afferma al termine del vertice in Prefettura - si illuda che i problemi della sicurezza si possano risolvere soltanto attraverso la magistratura e le forze dell' ordine. Occorre una risposta piu' corale e massiccia dell' intera realta' economica, sociale e civile della Calabria''. E a chi gli chiede se non sia il caso di fare intervenire l' esercito, Pisanu risponde senza esitazione che i militari ''devono fare altre cose. Occorre che le forze dell' ordine possano fare piu' affidamento e abbiano una maggiore solidarieta' da parte della societa' civile. La grande maggioranza dei calabresi onesti e laboriosi debbono chiedersi se il contributo che essi danno oggi alla lotta alla criminalita' accanto allo Stato, alla magistratura, alle forze dell' ordine e' sufficiente o no''. Ma Pisanu e' giunto in Calabria sull' onda dello sgomento provocato dall' omicidio di Fortugno, un delitto che il Ministro definisce ''atroce e insopportabile''. Un delitto, pero', aggiunge il responsabile del Viminale, che ''conferma che la situazione della sicurezza e dell' ordine pubblico e' critica e occorrono misure ancora piu' energiche'' oltre ''all' intensa attivita' di prevenzione e contrasto che lo Stato ha svolto''. Rispondendo alle domande dei giornalisti sullo stato delle indagini, il Ministro si dice convinto che ''al momento opportuno magistrati e forze dell' ordine troveranno le risposte giuste e riusciranno ad assicurare alla giustizia i responsabili di questo odioso delitto. Le indagini - aggiunge - sono alle battute iniziali. Non possiamo dire nulla, non solo perche' c' e' il segreto istruttorio che va rispettato, ma anche perche' siamo alle primissime battute e qualsiasi ipotesi potrebbe dimostrarsi fallace. Lasciamo lavorare in pace magistrati e forze dell' ordine''. Quindi, a chi gli ricorda che nel suo corso del intervento al Consiglio, una voce dall' aula ha affermato che al seggio di Locri per le primarie dell' Unione non c' era neanche un carabiniere, Pisanu sottolinea che ''le forze dell' ordine non c' erano perche' e' ovvio che il Ministero dell' Interno doveva garantire il sereno svolgimento delle primarie senza tuttavia dare la benche' minima impressione di voler intervenire anche solo attraverso controlli sul loro svolgimento''. ''Quelle operazioni - prosegue Pisanu - si sono svolte regolarmente e le forze dell' ordine hanno garantito che cio' accadesse. Ovviamente non potevano esercitare la stessa vigilanza che si esercita in occasioni elettorali regolari allorche' la presenza delle forze dell' ordine e' prevista per legge per garantire il corretto svolgimento delle elezioni''. La giornata reggina di Pisanu si conclude con l' incontro con il presidente della Regione, Agazio Loiero, al quale riferisce l' esito del vertice. E Loiero, all' uscita della Prefettura, spiega che dall' incontro e' emerso che l' omicidio Fortugno si profila come tipicamente mafioso per le modalita', ma esclusivamente politico per il messaggio che lancia.

Tripodi: “Lacunoso e sotto tono l’intervento di Pisanu”

17/10 Per l'assessore Michelangelo Tripodi e' lacunoso e sottotono l'intervento del ministro Pisanu in Consiglio regionale. ''Una presenza importante, ma un discorso imperniato su un'analisi lacunosa e sottotono, che e' sembrato non all'altezza della tracotante sfida lanciata dalla mafia''. questo il primo commento dell'assessore regionale all'Urbanistica, Michelangelo Tripodi, in relazione all'intervento svolto oggi pomeriggio dal ministro degli Interni, Giuseppe Pisanu, durante la riunione straordinaria del Consiglio regionale convocata all'indomani dell'assassinio del vicepresidente dell'Assemblea, Francesco Fortugno. ''La partecipazione del ministro al Consiglio regionale odierno - ha affermato Tripodi - e' senz'altro un fatto importante e apprezzabile, perche' testimonia la sensibilita' democratica dell'esponente del governo; personalmente, pero', dal suo intervento mi attendevo la formulazione di indicazioni concrete e impegni tangibili, per dimostrare che lo Stato, in uno dei piu' gravi momenti della storia calabrese, e' capace di risposte ferme. Tutto cio' purtroppo non si e' colto nelle parole del ministro e non rimane che constatare che quella di oggi, per il governo, e' l'ennesima occasione sprecata per testimoniare ai calabresi la reale vicinanza dello Stato''. L'assessore Tripodi ha espresso poi la sua delusione per alcuni passaggi chiave dell'intervento del ministro. ''Purtroppo - ha affermato - i contenuti del breve intervento che abbiamo ascoltato non sembrano cogliere la straordinarieta' dell'emergenza criminale nella regione, a conferma del giudizio critico che da tempo stiamo esprimendo nei confronti di un governo nazionale che in questi anni ha abbandonato il campo ed ha rinunciato a condurre con forza la battaglia contro la mafia. Pisanu, snocciolando le cifre delle statistiche elaborate dal ministero che dirige, ha tentato di occultare l'inadeguatezza del governo, non cogliendo fino in fondo la gravita' dell'eccezionale attacco contro la democrazia e le istituzioni che, nel momento in cui viene barbaramente assassinato il vicepresidente dell'assemblea calabrese, rivela quanto l'ottimismo dei numeri sia lontano dalla dura realta' di questi anni''. Tripodi si e' detto anche ''profondamente rammaricato per la scarsa attenzione che il presidente Berlusconi ha riservato al tragico fatto di sangue che, per la sua ferocia e per la sua simbologia chiara, ha colpito tutta la nazione e purtroppo ha conquistato le prime pagine dei giornali nazionali. Evidentemente il premier e' impegnato in altro, se non ha trovato il tempo per esprimere pubblicamente il suo cordoglio''. L'assessore all'Urbanistica, infine, nel commentare il passaggio conclusivo dell'intervento del ministro, ha sostenuto che ''Pisanu, parlando della necessita' che la realta' economica e socio-culturale della Calabria debba essere in grado di produrre gli anticorpi necessari per fronteggiare e sconfiggere un fenomeno cosi' profondamente radicato, e' sembrato voler eludere il tema delle competenze esclusive che riguardano lo Stato e spostare in un tempo futuro imprecisato la soluzione delle problematiche dell'ordine pubblico e della sicurezza''. '' francamente - ha concluso Tripodi - un approccio sbagliato per un ministro della Repubblica, che venendo in Calabria non ha detto nulla sulle modalita' e i mezzi con cui il governo intenderebbe sostenere i processi di crescita economica e di edificazione civile''.
Ed appena qualche ora prima lo stesso Tripodi chiedeva un intervento autorevole di Pisanu: “E’ finito il tempo delle passerelle e dei riti di circostanza; siamo stanchi di assistere alla catena di omicidi che suscitano grande clamore nell’immediatezza dell’evento, salvo poi finire velocemente nel dimenticatoio”. Lo ha dichiarato il segretario regionale del PdCI, Michelangelo Tripodi, poco prima di entrare nell’aula del Consiglio regionale, per partecipare alla seduta straordinaria convocata all’indomani dell’omicidio dell’on. Francesco Fortugno. “Il ministro degli Interni Giuseppe Pisanu che oggi ritorna in Calabria – ha proseguito l’esponente dei Comunisti Italiani – deve dirci cosa lo Stato intende fare per affrontare con una nuova determinazione l’eccezionale emergenza criminale che sta colpendo la regione, e che ha assunto ormai un carattere devastante e insostenibile. In questi anni abbiamo assistito ad un evidente abbassamento della guardia: troppe sottovalutazioni ci sono state, troppi atteggiamenti di accondiscendenza abbiamo visto, troppi comportamenti inadeguati ed insufficienti abbiamo registrato”.
L’on. Tripodi così conclude il suo appello : “Le conseguenze di tutto ciò sono state devastanti visto che la ndrangheta è cresciuta, si è rafforzata e controlla con più arroganza di prima l’economia e il territorio. Per tali ragioni, oggi al ministro Pisanu, con la forza e la voce della Calabria onesta che vuole cambiare, chiediamo azioni efficaci ed incisive, il potenziamento dei mezzi e delle strutture, l’aumento del personale, più risorse per l’intelligence, più attività repressive capaci di colpire i santuari inesplorati e di mettere le mani sul patrimonio e sulle ricchezze dei mafiosi. Insomma una svolta vera e profonda nella politica per la sicurezza e per la legalità che non può essere più elusa da nessuno di quelli che ne hanno la responsabilità e la competenza. Sarebbe questo il modo migliore per onorare la memoria di Francesco Fortugno, per manifestare concreta e attiva solidarietà alla famiglia e al suo partito, La Margherita, così duramente colpiti e per rispondere con la forza necessaria alla straordinaria ed eccezionale gravità della situazione calabrese”.

Callipo: “Così non restiamo più in Calabria. Pisanu dia una risposta che sia un impegno”

''Al Ministro degli Interni voglio rivolgere una sola domanda: e' il caso di restare oppure dobbiamo iniziare a pensare di andare via dalla Calabria. Pisanu a questa domanda deve dare una risposta precisa, che poi diventa un impegno per il futuro''. E' quanto ha detto il presidente degli industriali della Calabria, Filippo Callipo, dopo l'omicidio del vicepresidente della Regione, Francesco Fortugno, facendo riferimento alla situazione della criminalita'. ''Non possiamo piu' restare - ha aggiunto - in questo modo in Calabria. La situazione e' ormai sfuggita di mano e quindi bisogna rimediare in modo drastico. Servono, infatti, degli interventi decisi dello Stato su tutti i fronti. L'omicidio di Francesco Fortugno e' un fatto grave che desta preoccupazione e sconcerto. E pensare che qualche giorno fa ero proprio nello stesso luogo dove e' avvenuto l'omicidio e stavo parlando con alcuni imprenditori di sicurezza e sviluppo''. ''Le modalita' con le quali e' avvenuto l'omicidio - ha concluso Callipo - dimostrano la sfrontatezza della criminalita'. Aver commesso un omicidio in pieno centro e tra la folla dimostra l'arroganza della criminalita'. Questa gente non ha paura di niente e con questo omicidio hanno voluto dare una dimostrazione di forza''.

Angius e Pera chiedono a Pisanu che riferisca in Senato. E la Camera chiede lo stesso.

Dopo il ''barbaro omicidio'' del vicepresidente del consiglio regionale calabrese, Franco Fortugno, anche il presidente dei senatori Ds Gavino Angius ha scritto al presidente del Senato Marcello Pera per chiedere che il ministro dell' Interno Pisanu riferisca con urgenza a Palazzo Madama sull' accaduto. Nella lettera Angius definisce l'omicidio di Fortugno ''un gravissimo atto di intimidazione nei confronti delle persone impegnate nella battaglia politica e un segnale di destabilizzazione contro le istituzioni e contro chi e' impegnato nella lotta per la legalita' e la democrazia''. Il Governo riferisca ''al piu' presto'' alle Camere sull'assassinio di Francesco Fortugno e sugli interventi per contrastare il fenomeno della mafia nella Locride. Lo hanno chiesto in Aula alla Camera, in apertura dei lavori pomeridiani dell'Assemblea, i gruppi dei Ds di Forza Italia, del Prc, di An, dei Verdi e della Margherita

Fondazione Caponnetto: “Lo Stato riprenda il controllo della zona”

''Il recente omicidio avvenuto a Locri rappresenta un attentato alla democrazia e si inserisce all'interno di un quadro quotidiano fatto di aggressioni, estorsioni e minacce a politici, imprenditori e singoli cittadini. Lo stato deve intervenire per riprendere in toto il controllo del territorio''. Lo afferma, in una nota, la Fondazione Caponnetto. ''In passato - ha aggiunto - cio' e' avvenuto con l'operazione 'Vespri siciliani' che ha ridato fiducia ai cittadini ed in cui l'esercito controllava il territorio alle dipendenze dei poteri civili della magistratura e delle forze dell'ordine. Finanziando l'operazione, spostando i soldati presenti in Iraq e dispiegandoli in Calabria ed anche in Campania, anch'essa in piena crisi. Appoggiamo con forza il Presidente Loiero nella sua battaglia contro la mafia''.

Mons. Bregantini: “Indagate sui patrimoni”

''All' accoramento deve corrispondere un triplice atteggiamento: forte vicinanza alla classe politica, compattamento della societa', accurate indagini, soprattutto patrimoniali, da parte della Guardia di Finanza''. Cosi' l' arcivescovo di Locri-Gerace, mons. Giancarlo Bregantini, ha commentato l' omicidio del vicepresidente del Consiglio regionale Francesco Fortugno. ''La mafia - ha aggiunto mons. Bregantini, che proprio stamani ha celebrato una messa nella cappella dell' ospedale per la consegna dell' Olio della Consolazione - vuole spezzare il rapporto tra la politica e la gente. L' unico antidoto e' dare stima e vicinanza alla classe politica. La societa' civile, poi, deve stringersi in un cerchio vitale, come avvenne in Sicilia dopo gli omicidi di Falcone e Borsellino. Infine, occorre un' accurata indagine, intelligente, soprattutto con la Guardia di Finanza. Perche' il gioco e' politico, ma soprattutto economico. Come Chiesa continueremo con le preghiere nella certezza che Dio e' giudice e inseguira' assassini e mandanti. Invochiamo la vendetta biblica su chi ha fatto del male''. ''Per quanto ci riguarda - ha proseguito Mons. Bregantini - stiamo pensando di organizzare giornate di digiuno per tenere allertate le coscienze. Se ci scoraggiassimo, il male vincerebbe due volte. Il bene si deve opporre per far vincere la cristianita' e la fecondita'. Il Vangelo proprio oggi parlava di quel seme che morendo produce frutti. Speriamo che questa morte sia servita a maturare piu' fecondita' per tutti''

Padre Fedele- si offre come guida spirituale ai mafiosi

Si offre come guida spirituale dei mafiosi, padre Fedele Bisceglia, il frate fondatore dell'Oasi francescana di Cosenza, che in questi giorni e' in Congo per una serie di iniziative contro l'Aids. Padre Fedele, che ha appreso dell'omicidio di Francesco Fortugno mentre e' in Congo, ha diffuso una lettera aperta agli esponenti della criminalita' organizzata nella quale chiede loro di 'fermare la scia di sangue' e di pentirsi. ''Cari fratelli mafiosi - scrive padre Fedele - ho appreso dalla Tv del Congo che avete, ancora una volta, insanguinato la nostra Calabria. E' indescrivibile il dolore provato davanti alla Tv e lo sconforto per la vostra azione mafiosa che ha colpito il consigliere regionale Francesco Fortugno. Non posso fare a meno di rivolgervi, dalla lontana Africa, un sofferto e francescano appello per astenervi da questi atti delittuosi e criminali. Credo che anche voi, come tutti gli uomini, avete un angolino di bonta': sfruttatelo e sarete felici, darete un senso alla vostra vita''. Nella lettera padre Fedele aggiunge che ''molti vostri predecessori si sono pentiti ed ora piangono i loro peccati, pero' hanno acquisito una certa tranquillita' e serenita' d'animo. Il pentimento e il proposito di compiere solo opere buone vi portera' alla pace interiore. In altre circostanze mi ero offerto come vostro cappellano-padre spirituale. Comprendo che e' una figura atipica e strana ma la proposta ve la faccio comunque, sperando che la possiate accogliere per il bene delle vostre famiglie e per far crescere la nostra regione''. ''Fermatevi! Riflettete! Usate le mani - ha concluso - solo per congiungerle in segno di preghiera. Non insanguinate piu' la nostra Calabria e prendetemi come vostro intermediario presso lo Stato e le Istituzioni. Vi abbraccio con dolore e cuore insanguinato''.

Le reazioni del mondo politico e sociale

Omicidio Fortugno: Un agguato chiaramente di stampo mafioso. Ciampi telefona a Loiero. Oggi summit col Ministro Pisanu.

Ucciso il vicepresidente del Consiglio della Regione Calabria, Francesco Fortugno, in un agguato a Locri. La ndrangheta alza decisamente il tiro. Sconvolto il mondo della politica

 

 

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