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Cronaca
Ucciso il vicepresidente del Consiglio della Regione Calabria

 

 

Varato il programma straordinario di Pisanu contro la ndrangheta dopo un summit al Viminale. Informato il Presidente Loiero.

Pressione sulla Locride, un ''cospicuo'' aumento di uomini ''altamente specializzati'', tutti provenienti da fuori e, quindi, ''non soggetti a condizionamenti di carattere locale'' e, soprattutto, ''l'aggressione ai patrimoni illecitamente costituiti'' e la tutela degli amministratori locali, che in Calabria in nove mesi, hanno subito 67 intimidazioni. E' questo il ''programma straordinario'' contro la 'ndrangheta, presentato oggi dal ministro dell'Interno Giuseppe Pisanu, convinto che ''i cittadini apprezzeranno questo impegno'' che si protrarra' ''fin quando lo stato non verra' a capo di questa potente organizzazione criminale''. Si tratta, come le ha definite Pisanu, di ''risposte puntuali ed efficaci all' aggressione della 'ndrangheta in Calabria'', che il ministro, assieme ai responsabili delle forze dell'ordine, dei servizi segreti, dell'antidroga e della Dia, riuniti al Viminale, sta mettendo a punto, dopo aver riferito ieri, prima al Senato e poi alla Camera, sull'omicidio Fortugno ed aver raccolto le ''importanti indicazioni'' emerse dal dibattito in aula. Un piano, ha assicurato Pisanu, che dara' ''in tempi brevi risultati positivi''.
PIU' UOMINI E PRESSIONE SULLA LOCRIDE: Sono uomini ''altamente specializzati'' ha sottolineato il ministro e ''provenienti dall'esterno'', non soggetti dunque a ''pressioni locali''. Ma non solo: il piano si concentra in particolare sulla Locride, dove e' gia' in atto un intervento per ''accrescere in misura consistente il numero degli operatori delle Forze di Polizia''. Arma dei Carabinieri e Polizia, ha aggiunto, ''hanno gia' inviato un numero cospicuo di uomini del Cio (compagnia interventi operativi) e uomini che fanno capo al reparto Cacciatori''. Mentre per la Guardia di Finanza intervengono gli specialisti Antiterrorismo e pronto intervento (API). Non si punta, in sostanza, a quanto si apprende, sulla quantita', benche' si tratti di centinaia di persone, giunte anche dalle regioni limitrofe, ma soprattutto sull'esperienza e sulla specializzazione degli uomini impegnati in Calabria.
AGGRESSIONE AI PATRIMONI ILLECITI: E' uno degli ''obiettivi principali'' del programma speciale. ''Bisogna sviluppare -ha detto il ministro- tutte le misure di prevenzione patrimoniale e personale per aggredire i patrimoni illecitamente costituiti''. Un compito affidato, in particolare, allo Scico della Guardia di Finanza che controllera' ''patrimoni, appalti, operazioni e arricchimenti sospetti''. E' anche previsto, ha spiegato Pisanu, ''il ricorso ad appropriati dispositivi di legge, come l'applicazione dell'articolo 12/VI della legge 501 del '94, la norma cioe' che prevede la confisca obbligatoria dei beni appartenenti a condannati definitivi, quando e' evidente la sproporzione tra redditi dichiarati e patrimoni posseduti''.
TUTELARE AMMINISTRATORI LOCALI: ''Il programma -ha detto il ministro- prevede un attenzione particolare al fenomeno delle intimidazioni mafiose agli amministratori locali: 67 in Calabria dall'inizio dell'anno al 15 ottobre''. Amministratori, ha assicurato, che vanno ''tutelati nel miglior modo possibile'' perche' sono ''testimoni tra i piu' degni della presenza dello stato in Calabria''.
FONDAMENTALE COLLABORAZIONE CON MAGISTRATI: ''Perche' il programma abbia successo -ha detto Pisanu- occorre una collaborazione sempre piu' stretta con i magistrati calabresi. Siamo certi di trovare la loro disponibilita' e sappiamo che il Csm riserva un'attenzione particolare a questo problema''. Ed ha poi ricordato che mercoledi' il procuratore nazionale antimafia Piero Grasso andra' a Reggio Calabria ''ed avra' a disposizione il direttore della Dia e i responsabili di Ros, Sco e Scico''.
PARTICOLARE ATTENZIONE AD ATTIVITA' ANTIDROGA: Per questo alla riunione ha partecipato anche il direttore centrale del servizio antidroga. Il programma straordinario, ha assicurato il ministro, ''porra' particolare attenzione alle attivita' antidroga''. E verranno messe a punto misure ''per il controllo di appalti, l'analisi di flussi finanziari ed il controllo di tutti i soggetti calabresi a qualche titolo coinvolti in indagini sul traffico di droga''.
Infine il presidente della Regione Calabria Agazio Loiero ha avuto questa sera un colloquio telefonico con il Ministro dell'Interno Giuseppe Pisanu il quale lo ha informato dei provvedimenti che il Comitato nazionale per l'ordine e la sicurezza pubblica ha adottato a seguito dell'omicidio del vice presidente del consiglio regionale, Francesco Fortugno. Nella breve conversazione telefonica, secondo quanto si e' appreso, il ministro Pisanu ha spiegato a Loiero i provvedimenti che il suo Ministero ha approntato per affrontare l'emergenza della Calabria e della Locride in particolare. Nei prossimi giorni Loiero e Pisanu si incontreranno nuovamente per approfondire l'argomento prima del varo definitivo dei provvedimenti.

La Vedova Fortugno sentita dal magistrato di Locri. "Non avvaloro o smentisco nessuna pista"

Maria Grazia Lagana', vedova di Francesco Fortugno, il vice presidente del Consiglio regionale della Calabria ucciso domenica scorsa a Locri, e' stata sentita oggi dal magistrato titolare dell' inchiesta, il sostituto procuratore della Dda reggina, Giuseppe Creazzo. Secondo quanto si e' appreso Creazzo si e' recato a Locri per sentire la donna. Sul contenuto dell' interrogatorio vige il massimo riserbo. Stasera, intanto, ci sara' un vertice in procura tra Creazzo ed il procuratore aggiunto della Dda reggina, Franco Scuderi, per fare il punto sulle indagini e definire le future strategie. Una investigatore di alto livello, intanto, ha tenuto a sottolineare che negli ultimi mesi gli inquirenti non sono stati con le mani in mano, sottoponendo la locride - dove ci sono stati in 12 mesi 23 omicidi - approfonditi controlli, anche con l' uso di sofisticati strumenti tecnologici.
La vedova Fortugno sara' sentita nuovamente dal magistrato titolare dell' inchiesta, il sostituto procuratore della Dda di Reggio Calabria, Giuseppe Creazzo, Maria Grazia Lagana'. La decisione, secondo quanto si e' appreso, e' stata presa al termine dell' interrogatorio in seguito alla massima disponibilita' della donna a collaborare con gli inquirenti, anche per un' eventuale rilettura delle carte del marito. Nella deposizione di oggi la donna ha risposto a tutte le domande poste dal magistrato, sulla cui natura, pero', non sono uscite indiscrezioni. Un colloquio lungo, durato ben oltre le due ore e che dovrebbe avere un seguito nei prossimi giorni.
Non avvalora o smentisce alcuna pista nelle indagini: e' questo il senso di una dichiarazione della vedova di Franco Fortugno, la dottoressa Maria Grazia Lagana', diffusa dagli avvocati. La signora ''smentisce - e' detto nella dichiarazione - di avere pronunciato ad alcuno la frase: 'Indagate su chi doveva prendere il posto di mio marito', riportata da 'Il Messaggero' del 19 ottobre scorso, che sarebbe stata riferita alla giornalista da non meglio identificati ambienti vicini alla famiglia. Col precisare cio' la dottoressa Fortugno Lagana' non intende avvalorare o smentire alcuna ipotesi investigativa''.

Due ipotesi al vaglio degli inquirenti: una locale e l’altra no. Situazione poco chiara

21/10 Ormai, a cinque giorni dal delitto, le indagini sul delitto Fortugno sono davanti a questo bivio: ci sono, infatti, due scuole di pensiero dietro le indagini sull' assassinio del vice presidente del Consiglio regionale della Calabria. Una indica l' origine del delitto nella locride ed una la ipotizza con una causale distante da dove e' stato commesso l' omicidio. Negli ambienti investigativi, ai piu' alti livelli, in Calabria e a Roma, il quadro che viene fuori e' esattamente quello su descritto. Entrambe le ipotesi vengono vagliate attentamente. Le indagini, si fa rilevare, sono comunque nella fase iniziale e vi sono gruppi qualificati di investigatori che si stanno dedicando a tempo pieno agli accertamenti integrati alle forze dell' ordine locali. Gli accertamenti sono volti a verificare tutte le situazioni pregresse ed attuali che potrebbero fare da sfondo all' omicidio dell' esponente della Margherita, senza tralasciare alcunche', anche perche', al momento, una chiave di lettura univoca non sarebbe ancora emersa. Il territorio in cui e' avvenuto il delitto ''e' difficile'' viene evidenziato in ambienti investigativi che sottolineano anche come, in contesti del genere, talvolta, basta una piccola spinta per aprire uno scenario che puo', quanto meno, indirizzare verso un determinato gruppo criminale. Oltre al contesto, l' attenzione di carabinieri e polizia e' incentrata sulla dinamica del delitto e sull' arma usata, una pistola calibro 9x19 mai usata prima nel reggino. Armi analoghe hanno sparato nel vibonese e gli inquirenti vogliono adesso verificare se siano state usate in altre regioni. Al riguardo l' armamento sembra costituire un elemento ''di un certo pregio''. Non altrettanto sembra potersi dire della vettura usata dal killer per recarsi sul luogo dell' agguato; una vettura di piccola cilindrata, probabilmente una A112 di colore scuro. La convinzione degli investigatori e' che sia stata abbandonata in qualche bosco chissa' dove. Al riguardo, pero', sorprende un po' chi partecipa alle indagini, il fatto che al momento non sia giunta alcuna segnalazione. Una certezza che sembra essere stata raggiunta e' quella relativa alla presenza di un basista, ma non inteso nel senso di qualcuno che lavorava al seggio dove erano in svolgimento le primarie dell' Unione, ma di qualcuno che ha seguito l' esponente della Margherita nei suoi spostamenti, indicando al killer il momento migliore per entrare in azione. Un elemento che indica la determinazione di uccidere Fortugno proprio in quel luogo ritenendo, evidentemente, di fare un gesto eclatante. Il che riconduce alla matrice politica del delitto finalizzato a lanciare un messaggio e deciso per vicende non direttamente collegabili alla funzione della vittima. Al vaglio degli investigatori c' e' anche la situazione criminale della locride dove i due gruppi storici, i Cataldo ed i Cordi', sono stati decimati da una faida sanguinosa e dagli arresti e dove, e' la convinzione di molti addetti ai lavori, vi sia una nuova leva di criminali, ancora piu' sanguinari dei predecessori perche' assettati di potere e senza equilibri consolidati. Materiale su cui lavorare, comunque, sottolineano gli investigatori non manca. Probabilmente il riferimento e' a quanto rilevato da un investigatore di alto livello, che ha precisato che negli ultimi mesi la locride e' stata sottoposta ad approfonditi controlli, anche con l' uso di strumentazioni tecnologiche. Tutto viene spulciato con meticolosita' certosina. Niente viene escluso, neanche gli articoli di giornale. Tutte le informazioni vengono vagliate e studiate nel caso in cui possano costituire spunto per l' inchiesta. Anche il movente legato al settore della sanita' non viene escluso a priori e rientra nel novero delle possibili piste. Al riguardo, il comandante del Ros, il gen. Giampaolo Ganzer, ha rilevato come sia ''notorio che gli interessi della famiglia Morabito (la cosca piu' potente della vicina Africo colpita stamani da un' operazione del Ros, ndr) fossero particolarmente attenti anche al settore sanitario quindi certamente tutte le verifiche potranno essere fatte''. ''Al momento - ha aggiunto - non mi sembra ci siano collegamenti diretti tra l' operazione di stamani e l' omicidio anche se e' chiaro che la cosca e' una delle piu' influenti di tutto il reggino. Vi sono tante ipotesi di carattere generale sugli equilibri della 'ndrangheta nel dopo Morabito che forse in qualche misura esercitava un ruolo di mediazione tra le varie famiglie, tra interessi anche contrapposti delle varie 'ndrine''. E stasera, intanto, il magistrato titolare dell' inchiesta il sostituto della Dda Giuseppe Creazzo, avra' un vertice con l' aggiunto della Dda, Franco Scuderi, per fare il punto sulle indagini. A Scuderi riferira' anche l' esito dell' incontro avuto oggi a Locri con la vedova di Fortugno, Maria Grazia Lagana', sui contenuti del quale non sono trapelate indiscrezioni.

Gli investigatori fanno sapere che le telefonate al medico del boss non sono significative

Francesco Fortugno, il vice presidente del Consiglio regionale della Calabria assassinato domenica scorsa a Locri, tra il 1997 ed il 2000 ha avuto una trentina di telefonate con Giuseppe Pansera, medico, genero del boss Giuseppe Morabito, detto 'u tiradritto, arrestato con lui nel 2004 quattro anni di latitanza. Lo scrive il Corriere della Sera citando una perizia sui tabulati delle telefonate, non intercettate, di Pansera allegata agli atti del processo di Milano su un traffico internazionale di sostanze stupefacenti gestito dalla cosca calabrese che si e' concluso con la condanna a 16 anni dello stesso Pansera. Secondo quanto riferito dal quotidiano i primi contatti tra Fortugno e Pansera risalgono al 1997 quando il genero di Morabito chiama due volte a Fortugno. I contatti riprendono nel 1999. All' epoca Fortugno e' primario al pronto soccorso dell' ospedale di Locri e Pansera lavora all' Asl di Melito Porto Salvo. L' ultimo contatto tra i due risalirebbe ad una quindicina di giorni prima dell' emissione dell' ordine di custodia cautelare nei confronti di Pansera del marzo 2000. La moglie di Fortugno, Maria Grazia Lagana', direttore sanitario all' ospedale di Locri, sentita dal giornale, ha attribuito le telefonate alle elezioni per il rinnovo del Consiglio dell' ordine dei medici ed a contatti di carattere professionale. In ambienti investigativi di alto livello di Reggio Calabria, stamani si e' fatto notare che Fortugno e Pansera svolgevano entrambi la professione di medico e che il fatto che vi siano stati contatti tra loro ''non e' significativo'' di alcunche'. Pansera e' attualmente detenuto nel carcere di Parma. Da alcune intercettazioni compiute nel 1998 durante una indagine del sostituto procuratore di Reggio Calabria, Nicola Gratteri, emergeva che l' uomo si interessava dell' acquisto di esplosivo ed anche delle elezioni provinciali di Reggio Calabria. Pansera avrebbe dato indicazioni, secondo quanto emergeva dalle intercettazioni, per far votare un medico che si candidava nella Lista Dini.

Gen. Ganzer: Interessi della cosca Morabito nella sanità. Faremo verifiche.

21/10 ''E' notorio che gli interessi, i conti della famiglia Morabito, come famiglia di sangue, fossero particolarmente attenti anche al settore sanitario quindi certamente tutte le verifiche potranno essere fatte''. E' quanto ha detto il comandante del Raggruppamento Operativo Speciale dei carabinieri, Giampaolo Ganzer, rispondendo ad una domanda su possibili collegamenti tra l'omicidio di Francesco Fortugno e l'operazione compiuta stamane nel reggino. ''Al momento - ha aggiunto - non mi sembra ci siano diretti collegamenti, anche se e' chiaro che la cosca che e' stata perseguita e' una delle piu' influenti di tutto il reggino e di tutta la locride''. ''Vi sono tante ipotesi - ha proseguito Ganzer - di carattere generale sugli equilibri della 'ndrangheta nel dopo Morabito che forse in qualche misura esercitava un ruolo di mediazione tra le varie famiglie, tra interessi anche contrapposti delle varie 'ndrine. Quindi questi sono tra gli aspetti associativi, tra gli aspetti di equilibri criminali che stiamo piu' attentamente analizzando''.

Napoli (AN) “La pista dell sanità è depistante”

21/10 ''Non posso sostituirmi agli inquirenti, ma ho indicato e mi auguro che sia cosi', che la valutazione sia a 360 gradi senza lasciare alcuna pista intentata. Quella della sanita' mi sembra una pista troppo facile. Non vorrei che fosse una pista depistante''. A dirlo e' stata la vice presidente della Commissione parlamentare antimafia, Angela Napoli, che stasera si e' recata a fare visita a Maria Grazia Lagana', vedova di Francesco Fortugno. ''Bisogna vedere - ha aggiunto la parlamentare di An - negli ambienti della politica, della 'ndrangheta, della massoneria deviata. In Calabria non si vuole capire un certo discorso. Ci si ostina a vedere ed a voler colpire solo la zona nera cioe' gli uomini delle cosche. E nemmeno di quelli si accontentano perche' non vogliono prendere atto nemmeno dei risultati che sono stati posti in essere dalle forze di polizia per volonta' di questo Governo nell' ultimo periodo. Che io ricordi non ci sono mai state tante catture di latitanti e operazioni cosi' importanti come in questo periodo. Ma queste sono tutte cose che hanno colpito la zona nera. Qui bisogna decidere quali sono le potenzialita' della 'ndrangheta che ha la sua attivita' prevalentemente nella gestione del traffico di sostanze stupefacenti o comunque nei traffici illeciti. Ma c' e' anche la 'ndrangheta che guarda agli appalti, ai finanziamenti economici che arrivano nella regione, ai finanziamenti che arrivano per lo sviluppo e chi e' che decide dove vanno i finanziamenti, chi e' che decide gli appalti, quale mondo? Avviene nelle istituzioni. Allora bisogna anche colpire quel mondo li'''.

Intanto nella locride arrivano due reparti di prevenzione della pS

Due reparti prevenzione crimine della Polizia arriveranno oggi in Calabria e da domani saranno utilizzati per intensificare i controlli del territorio a Locri ed in tutta la zona dopo l' omicidio del vicepresidente del Consiglio regionale, Francesco Fortugno, ucciso domenica scorsa. E' quanto si e' appreso dalla Questura di Reggio Calabria. I reparti, che si uniscono a quello gia' presente in Calabria e di stanza a Siderno, sempre nella Locride, secondo quanto si e' appreso, saranno utilizzati anche per ricerche in zone difficilmente accessibili. Nella zona si trovano gia' anche quattro squadre di intervento operativo dei carabinieri.

Gasparri (AN) la butta sul politico”non alimentare trasformismi”. Gli replica Fuda "Pensavo che Gasparri parlasse degli errori della Cdl"

''Promesse non mantenute? Non vorrei che qualcuno nel centrosinistra in Calabria, dove proprio oggi mi reco per una manifestazione, abbia fatto troppe promesse, e quindi che anche le tensioni che si stanno verificando derivino da troppe aspettative difficili da realizzare''. E' quanto ha detto Maurizio Gasparri, rispondendo stamane ad un ascoltatore durante un filodiretto a Radio Radicale che gli chiedeva se non ''sembra strano che il centrosinistra vinca in Calabria con una maggioranza cosi' ampia e poi debba subire minacce e ricatti o l'ultimo tragico episodio''. ''La vittima di questo attentato - ha aggiunto - per quanto si sa e' persona assolutamente corretta. La sinistra in questo momento ma anche in passato in Calabria ha alimentato trasformismi, comportamenti nel mondo della politica assolutamente inaccettabili. Io dico, pubblicamente, una cosa molto semplice: nelle elezioni provinciali tempo fa vinse il centrodestra, e divenne presidente della provincia di Reggio Calabria Pietro Fuda. Ora si dice che Fuda passerebbe al centrosinistra. Il trasformismo e' l'anticamera di comportamenti clientelari da voto di scambio, che alimentano la criminalita'. La sinistra vuole essere anticrimine quanto noi? Non alimenti il trasformismo, non consenta queste operazioni da salto della quaglia come a Reggio Calabria. Saltare da una poltrona all'altra e' un pessimo sport che la sinistra ha codificato''. ''Lottare contro il crimine - ha concluso - e per difendere le istituzioni vuol dire anche agire su questo terreno, contro il trasformismo, perche' la politica puo' dare un contributo con la sobrieta' e la serieta' del comportamento. Ovviamente non e' la sola risposta, ma e' qualcosa che - visto che proprio in questi giorni sta succedendo a Reggio Calabria - aiuta a combattere la criminalita'''.
''Pensavo che l'ex ministro Gasparri fosse impegnato a riflettere sugli errori della Casa delle Liberta' durante il passato governo della Calabria, sforzandosi di capire i problemi di una terra dove e' stato eletto''. E' quanto sostiene il presidente della Provincia di Reggio Calabria, Pietro Fuda, replicando all'ex ministro delle comunicazioni, Maurizio Gasparri. ''Come ho avuto modo di spiegare - ha aggiunto - ogni ripensamento politico passa attraverso una serie infinita di valutazioni, precise e puntuali, ma soprattutto dall'ascolto della volonta' degli elettori, che chiedono risposte concrete per lo sviluppo del proprio territorio ed indicano la via per ottenerle. Non ho capito pero' come funziona il ragionamento dell'ex ministro: ero buono, andavo bene, finche' ero posizionato con il centrodestra, e divento cattivo nell'ipotesi in cui mi posizionassi nel centrosinistra? Certo e' che non sono io a non avere trovato ospitalita' nel centrodestra, ma il centrodestra ad aver dimostrato di non avere alcun interesse non solo nei miei confronti, ma soprattutto nei confronti del mio modo di intendere la politica e di amministrare, che io vedo come massima espressione della democrazia, in quanto diretta emanazione del mandato degli elettori''. ''Ho la netta sensazione - ha proseguito Fuda - di essere stato utilizzato dal centrodestra solo come portatore di consensi, e poi di essere stato dimenticato: mi riferisco alle tante, troppe risposte che non ho potuto dare al territorio in quanto non sono riuscito ad avere il dovuto sostegno e l'appoggio amministrativo dai livelli superiori, fossero essi regionali o nazionali. L'ex ministro dovrebbe invece spiegarci cosa e' successo, e quali sono state le conseguenze per la nostra regione, quando la Calabria e' stata consegnata a chi non aveva alcun consenso, a chi non rappresentava la volonta' del territorio espressa tramite il voto, ed ha amministrato rappresentando interessi e richieste ben lontane da quelle dei cittadini, che nel mio modo di intendere la politica (condiviso, per fortuna, da molti esponenti del centro sinistra) sono gli unici veri sovrani''

Callipo replica a Pisanu: “Non credo al tentativo di screditare gli imprenditori”

'Ho sinceramente molta stima per il Ministro dell' Interno, Giuseppe Pisanu, pertanto stento a credere che egli abbia pronunciato le parole riportate (una riunione convocata a Roma cui abbiamo partecipato in pochi) con l' intento di screditare la coscienza civica degli imprenditori calabresi''. E' quanto sostiene in una nota il presidente di Confindustria Calabria, Pippo Callipo, in replica al ministro dell'Interno, Giuseppe Pisanu. ''Sono sicuro - ha aggiunto - che non e' cosi. A quella riunione - svoltasi in Confindustria - alla quale io ho partecipato, eravamo in pochi perche' doveva essere una riunione ristretta. Prendo atto, tuttavia, che il ministro ha piena consapevolezza della difficile condizione calabrese e la reazione, pronta e multilaterale, annunciata ieri dallo Stato, a proposito di quanto sta accadendo in Calabria, ci rassicura''. ''Aggiungo - ha proseguito Callipo - che in una regione in cui, di fatto, come sa bene il Ministro, alcune garanzie costituzionali sono gia' sospese per via del forte condizionamento mafioso, gli imprenditori calabresi costituiscono una risorsa indispensabile per l'affermazione della legalita' ed intendono svolgere fino in fondo la loro parte. Alla condizione, pero', che non siano lasciati soli e finora l' altissima percentuale di imprenditori calabresi che vanno via dalla regione dimostra che non si sentono sicuri''. ''Cio' che chiediamo - ha concluso - e' di avere accanto a noi uno Stato piu' deciso nel contrasto del fenomeno criminale e risposte mirate che ridiano alla Calabria un po' di serenita'''

Pietro Mancini: “Guai a soluzioni d’emergenza”

''E' giusto pretendere, come ha fatto il presidente di Confindustria Calabria, che gli organi dello Stato, da Ciampi in giu', facciano sentire la loro presenza, con maggior forza, sul territorio calabrese. Guai, pero', a dar l' impressione che le intimidazioni e i delitti impongano alla politica e al governo soluzioni emergenziali, che sarebbero anacronistiche e scarsamente efficaci''. Lo dice Pietro Mancini. ''La partita contro la ' ndrangheta e contro la malapolitica non si vince - dice Pietro Mancini - con gli slogan, o chiedendo consigli a personaggi, come il sociologo giustizialista Pino Arlacchi, reduce da esperienze imbarazzanti, nei consessi internazionali, dove era stato inserito come esperto nella lotta alla droga. Serieta', operosita', efficienza, nella gestione , discrezione e rigore, nelle indagini, non straripanti comizi in TV dei procuratori, e trasparenza, a tutti i livelli : questi i requisiti per fronteggiare, con credibilita', la sfida delle cosche. E a quanti arrivano a drammatizzare la gia' delicata situazione, spingendosi a chiedere lo stato d' assedio e, addirittura, la nomina di tre commissari straordinari per l' ordine pubblico (Cossiga, Minniti e il vescovo di Locri), occorre far notare che la viabilita', che cinge l' Aspromonte, da sempre rifugio dei boss e dei soldati delle 'ndrine, non e' affatto selvaggia, e' una normale rete di strade e di autostrade. Perche', sinora, non si e' fatta un' efficace opera di prevenzione, non si sono seguite le indicazioni del generale Jucci, ex comandante dell' Arma dei carabinieri, il quale ebbe a dire che, per mettere in fuga i banditi dall' Aspromonte, sarebbe bastato costruire altre strade, alcune opere pubbliche e collocare un centinaio di telefoni e qualche posto di guardia? Il ministro Pisanu fara' la sua parte, speriamo non inviando solo burocratici questionari, giustamente bocciati da Callipo e dagli imprenditori, ma recependo le proposte costruttive dei rappresentanti dell' Unione di Prodi, e bocciando quelle '' elettorali ''. Spero che i responsabili delle istituzioni siano consapevoli che, per costruire un futuro piu' sicuro, per quella terra aspra e complessa, e' indispensabile non comprimere, ma aumentare i diritti e le opportunita' per i calabresi, sostenendo le tante iniziative dei cittadini onesti e laboriosi''

Al Comune di Reggio seduta straordinaria. Approvato un documento

''E' un momento fortemente drammatico per l' Italia, la Calabria, Reggio e la sua provincia''. Con queste parole, il presidente del Consiglio comunale, Aurelio Chizzoniti, ha aperto i lavori dell' assemblea straordinaria convocata per discutere di ''Organizzazioni criminali-Stato-societa', Reggio Calabria e provincia'', dopo l' omicidio del vice presidente del Consiglio regionale, Francesco Fortugno. Quindi, Chizzoniti, ha fatto una ''confessione'': ''la sensazione dell' inutilita' di affidare alla fuga del verbo la bonta' delle ragioni''. ''Passato il santo - ha sostenuto il Presidente del Consiglio comunale - la festa puntualmente finisce. Oggi, pero', il momento e' decisivo: e' necessario calarci nella realta' alla ricerca delle zone d' ombra, soltanto in questo modo la seduta odierna avra' una funzione tale da consentire un' inversione di rotta''. ''Il vicepresidente del Consiglio regionale - ha aggiunto Chizzoniti - non esercita potere, la sua funzione e' esclusivamente rispetto all' attivita' consiliare, e sotto questa luce il delitto di domenica scorsa assume aspetti ancora piu' inquietanti: si tratta certamente di un delitto politico dai connotati chiaramente mafiosi e su cio' non possono esservi dubbi. Se l' impegno politico di un uomo onesto come Fortugno, si paga con il sacrificio delle carni allora non possiamo non renderci conto del fatto che lo spazio politico si restringe sempre di piu', anche perche' il politico evidentemente e' costretto a muoversi sul baratro dell'assurdo e perfino senza reti di protezione, tra raffiche di mitra e avvisi di garanzia''. Per Chizzoniti il problema non si risolve attraverso il potenziamento delle forze dell' ordine o l' inasprimento repressivo, perche', ha detto, ''non ritengo di dover avvallare la tesi dell'assenza dello Stato in Calabria. Lo Stato c' e', ma e' necessario un cambiamento di mentalita'. Non e' un problema di strutture bensi' di omerta'. E neppure il disagio della disoccupazione giustifica cio' che avviene, perche' anche laddove il lavoro c' e' la 'ndrangheta vive e prospera, basti ricordare la Chicago di Al Capone o piu' semplicemente Gioia Tauro, uno dei porti piu' grandi del mondo, dove pero' non mi sembra vi siano segnali di cedimento dei clan''. Il Presidente del Consiglio comunale, per chiarire meglio il concetto, ha citato una frase di Confucio: ''Se incontri un uomo buono cerca di imitarlo, se incontri un uomo cattivo prima di giudicarlo interroga te stesso''. Infine ha sottolineato la sua visione comunque positiva e di fiducia in questa regione: ''La speranza c' e' e sono stati proprio i giovani di Locri a testimoniarla con la loro partecipazione spontanea ed in particolare, con uno striscione che recitava 'Omerta' la vostra forza, noi la vostra fine'. Per tutte queste ragioni - ha concluso prima di chiedere all' Assemblea un minuto di silenzio in memoria di Fortugno - ritengo che sul terreno della responsabilita' siano piu' nocivi e destabilizzanti coloro che non impediscono di il male, piuttosto che quanti operano in questa terribile dimensione. L' auspicio e' che si possa cambiare questo stato di cose, il dovere e' farlo''.
Sdegno ed orrore sono espressi in un documento approvato dal consiglio comunale di Reggio Calabria convocato per discutere dell'omicidio del vice presidente del consiglio regionale, Francesco Fortugno. Al termine della riunione dell'assise consiliare il documento e' stato approvato con un solo voto contrario ''Il Consiglio comunale - e' scritto nel documento - il sindaco e la Giunta della citta' di Reggio Calabria porgono il cordoglio alla famiglia che ha perso un uomo di valore, esprimono sdegno ed orrore per l'efferato delitto dell'onorevole Fortugno che ha rappresentato un gravissimo attacco alle Istituzioni della Calabria e che ha colpito un uomo giusto ed onesto che si e' sacrificato sull'altare dell'onesta e della rettitudine. Dichiarano la propria intransigenza e fermezza nel respingere ogni attacco di tipo mafioso che frena lo sviluppo socio-economico della citta' e tenta di generare uno stato di paura e d'incertezza nella politica e nelle Istituzioni, al fine di poter controllare la cosa pubblica sottraendo sovranita' al popolo che, attraverso i propri rappresentanti eletti, ne e' l'unico depositario''. ''Concordano - prosegue il documento - che l'azione amministrativa deve fondarsi sulla legalita' e trasparenza, intensificando ogni tipo di controllo per evitare infiltrazioni criminali di qualsiasi genere e per favorire la fiducia e la compartecipazione dei cittadini ai processi decisionali. Auspicano azioni mirate da parte dello Stato per debellare qualunque fenomeno criminale nel rispetto delle leggi esistenti, al fine di dare tranquillita' al vivere civile, economico e sociale, fondamento ineludibile di ogni societa' moderna e per far si' che non si debbano piu' ripetere episodi del genere che colpiscono profondamente tutto il popolo calabrese onesto e per difendere la liberta' e sovranita'''.

Speranza (Sindaco di Lamezia) “Potenziare i mezzi di indagine”

''Quello che e' successo a Lamezia in questi ultimi mesi non e' solo legato alle intimidazioni preventive nei confronti dell'amministrazione comunale ma anche ad eventi positivi come la nascita dell'associazione antiracket dopo un lungo periodo di lavoro''. E' quanto ha detto il sindaco di Lamezia Terme, Gianni Speranza, nel corso dell'assemblea della Federazione delle associazioni antiracket e antiusura italiane che si e' tenuta a Napoli. ''Piu' sicurezza - ha aggiunto - significa liberta' di impresa''. Speranza ha illustrato la situazione lametina al presidente della Commissione Antimafia, Roberto Centaro, e al sottosegretario, Alfredo Mantovano, e si e' soffermato sulla gravita' della situazione calabrese cosi' come sta emergendo dopo l'omicidio al vicepresidente del Consiglio regionale, Francesco Fortugno. ''Una situazione - ha proseguito Speranza - eccezionale come la nostra, che rischiava di passare quasi inosservata o comunque sottovalutata senza l'intervento del presidente Ciampi si puo' affrontare con politiche e mezzi che sarebbero completamente insufficienti persino in una situazione normale?''. Il sindaco ha evidenziato una situazione preoccupante nel territorio lametino: ''Di notte c'e' una sola volante, qualche volta due e si alternano una notte i carabinieri e una la polizia, in una citta' i cui punti distano 35-40 km l'uno dall'altro''. ''Che cosa succede - ha chiesto Speranza - in questa regione se fra qualche settimana cala il sipario, si spengono i riflettori e si ritorna al tran tran della quotidianita'?''. Per il sindaco di Lamezia ''c'e' bisogno di una linea coerente nel tempo, nei modi di responsabilita' condivise tra comuni, province e lo Stato centrale. Si deve cominciare a potenziare i mezzi di indagine per scoprire i mandanti e gli esecutori di questo omicidio. Solo se lo Stato interviene per dare sicurezza ai cittadini ci sara' anche la loro collaborazione. La Calabria non e' rassegnata ma vuole reagire. Diamole questa opportunita'''

Il Paris Match titola: “Loiero sfida la mafia”

''Calabria, regione povera del Sud Italia. Il governatore osa sfidare la mafia''. Con questo titolo il settimanale francese ''Paris Match'' apre un servizio di quattro pagine firmato da François De Laborre, accompagnato da foto del presidente della Regione, Agazio Loiero di Bruno Bachelet, di Francesco Fortugno e dei carabinieri impegnati sul luogo dell' omicidio nel quale si occupa della Calabria, dei cambiamenti voluti dalla giunta regionale e, infine, dell' assassinio di Fortugno. Nel servizio c' e' una lunga intervista con il presidente Loiero che ''eletto nell' aprile scorso - scrive Paris Match - vuole liberare la sua regione dai grandi padrini che la ricattano. E' piu' solo che mai: il vicepresidente Fortugno, suo compagno di battaglia, e' stato appena ucciso''. Con il servizio di ''Paris Match'', la stampa d'Oltralpe continua a prestare grande attenzione alla giunta regionale della Calabria guidata da Agazio Loiero e all' iniziativa, gia' sottolineata dal quotidiano parigino ''Le Monde'' in prima pagina, di costituzione di parte civile nei processi contro la 'ndrangheta. De Laborre, con il fotografo Bachelet, e' stato nei giorni scorsi in Calabria per capire e raccontare ai lettori francesi quel che sta accadendo dal giorno in cui il centro-sinistra ha vinto le elezioni, garantendo ai propri elettori di opporsi alla piovra: il nuovo presidente - sottolinea Paris Match, ''mantiene le promesse e reclama 3 milioni di euro di danni e interessi dalla 'ndrangheta, la potente mafia locale per attentato all'immagine della Calabria''. Dopo aver elencato alcune iniziative che testimoniano il mutamento intervenendo nel governo della Regione, dalla drastica riduzione delle spese, alla decisione di costruire la cittadella regionale, fino alla decisione della regione di costituirsi parte civile in ogni processo di mafia, il giornale riferisce il pensiero di Loiero: «Molte persone pensavano che non avrei mantenuto le mie promesse; l'ho fatto anche per lanciare un segnale forte e dimostrare che la Calabria reagisce''.

Fiamma: “Omicidio Fortugno, ndrangheta o colletti bianchi?”

21/10 “Quante dichiarazioni ,com'era naturale e logico , dopo l'omicidio dell'on. Fortugno ! Tutti a dire :E' stato un omicidio di ndrangheta!”. E’ quanto afferma in una nota la segreteria della Fiamma Tricolore di Cosenza. “A differenza degli agguati terroristici – prosegue la nota - a questo omicidio non è seguito nessun comunicato stampa da parte degli assassini o del gruppo attentatore . O forse no , perchè è come se tanti ciclostilati siano stati fatti ritrovare dagli attentatori nelle cabine telefoniche e nei cestini dell'immondizia .Anche la ndrangheta ha la sua cassa di risonanza ed è come se tanti addetti stampa della piovra , sotto mentite spoglie , si siano succeduti in TV per rivendicare l'omicidio . In tanti , con la voce rotta dall'emozione , hanno voluto ribadire che è stata la ndrangheta ad assassinare Fortugno ! In tanti si sono prodigati , con uscite anche infelici, a dare un volto ed un nome alla cellula che ha colpito il povero Fortugno . Per tutti è la ndrangheta il male di questa martoriata terra di Calabria. La ndrangheta, potente organizzazione che sfacciatamente sfida lo Stato e questa classe politica regionale . Ma cos'è la ndrangheta ? Non è anche quella a cui ci si rivolge per ottenere , che da e che poi quando dovrebbe ricevere e non riceve si incazza? E' quella che pretende tanto senza avere dato nulla ? Quella che prima uccide e poi chiede o quella che ne uccide uno per "educarne" cento? Perchè hanno ucciso Fortugno ? Questo omicidio a mio modesto avviso presenta due letture : o Fortugno aveva promesso e non aveva mantenuto oppure aveva ricevuto richieste e non le aveva esaudite . Ma minacce e richieste ne aveva ricevute ? A detta di familiari e collaboratori sembrerebbe proprio di no ! Indagano i Magistrati e cercano tra i tabulati telefonici ! NDRANGHETA o COLLETTI BIANCHI ?”


Il Ministro Pisanu riferisce alle Camere e propone le nuove direttive per combattere la ndrangheta. Loiero: "Se cala l'attenzione lo uccidiamo ancora".

In tantissimi ai funerali di Fortugno, Mons. Bregantini: La mafia vuole dominare la politica. Indagini ad un punto delicato

Cossiga contro Macrì: “Con i magistrati politicizzati non si combatte la ndrangheta”. Mancini: “Parte delle istituzioni non hanno fatto il proprio dovere”. Castelli “Adeguato il numero dei magistrati

Il Presidente Ciampi ha reso omaggio alla salma di Fortugno ed ha ribadito “Calabresi reagite, l’Italia è con voi

Le Amministrazioni pubbliche ricordano Fortugno. Ancora reazioni dal mondo politico.

 

 

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