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Ambiente ed Energia
dal 3/10/05 al 31/1/06

 

Tre aree del Comune di Cassano saranno bonificati dall’asessorato regionale all’Ambiente

31/01 Tre siti dislocati nel territorio del comune di Cassano saranno interessati a interventi di bonifica e di ripristino dei luoghi da parte dell'assessorato regionale all'Ambiente. Si tratta del sito ''Giostratico'', del sito ''Cappella del Monte'' e del sito ''Strada provinciale Cassano-Castrovillari''. I futuri interventi riguarderanno un'indagine preliminare per l'identificazione delle tipologie dei rifiuti presenti e degli agenti inquinanti, l'elaborazione di un progetto preliminare di bonifica e di un progetto definitivo con l'indicazione dettagliata dei lavori e la messa in sicurezza degli stessi siti con l'impiego di strumenti di controllo. Le tre aree interessate alla bonifica hanno un'estensione di circa 30 mila metri quadrati sulla quale sono stati depositati circa 160 mila metri cubi di rifiuti di vario genere. ''Finalmente- ha detto Mimmo Concistre', portavoce dei Verdi - si mette mano realmente al risanamento con interventi di bonifica e ripristino dei luoghi che rappresentano l'avvio di un cambiamento di rotta nella gestione del territorio e nella salvaguardia ambientale''.

La Regione approva il piano per l’energia eolica

30/01 Da oggi la Calabria ha il Piano regionale per l’energia eolica. Il documento, approvato dalla Giunta all’unanimità nella seduta odierna, contiene le indicazioni programmatiche attraverso le quali giungere a individuare i siti idonei sui quali impiantare i parchi eolici in grado, nel contempo, di soddisfare le esigenze di approvvigionamento energetico e di rispettare le prerogative ambientali. Il documento, partendo dalle caratteristiche orografiche della Calabria e dalla presenza sul territorio di aree ad elevato pregio paesaggistico e di zone a riserva, punta, in un approccio integrato che coglie anche le opportunità produttive dell’impiego di tutte le fonti di energia rinnovabili, a minimizzare l’impatto visivo dei parchi eolici. “La Calabria - ha commentato l’assessore Tommasi, soddisfatto per il risultato raggiunto - si dota finalmente di regole certe per la produzione di energia alternativa. Lo strumento approvato oggi ci consente di coniugare ambiente e sviluppo in modo armonico e produttivo. Saremo d’ora in poi in grado di programmare la tutela del territorio e la produzione di energia, evitando la caotica confusione che si è verificata in questo importante settore, negli anni passati”. “Dare attuazione al Piano energetico di concerto con l’assessorato competente - ha detto inoltre l’assessore alle Politiche dell’Ambiente - è il segnale che nella nostra regione è possibile affrontare le emergenze programmando lo sviluppo”. Il piano approvato dalla Giunta, che ha un approccio sistemico ed integrato che valuta le opzioni produttive valorizzando le diverse potenzialità presenti sul territorio, è vincolante ai fini dell’autorizzazione alla installazione e all’esercizio dei parchi eolici: resta fermo l’obbligo di ripristino dei luoghi al termine del ciclo produttivo energetico. Soddisfatto anche l’assessore alle Politiche energetiche, Nicola Adamo che ha sottolineato come “il provvedimento consenta di rispondere alla domanda di energia in un momento particolare per il nostro paese, salvaguardare il territorio e accrescere il Pil, in una regione che necessita repentinamente di invertire la tendenza economica”.

La A3 un immondezzaio a cielo aperto

28/01 Percorrendo l'autostrada SA-RC non si può non restare colpiti dallo stato di degrado ambientale in cui versa lungo il percorso da Castrovillari a Scilla, tragitto che Fare Verde ha fatto in entrambi i sensi di marcia”. E' quanto sostiene in una nota il presidente provinciale dell'Associazione Fare Verde di Cosenza, Francesco Pacienza, documentando il suo dire con la foto che pubblichiamo. “Le aree di sosta piene –aggiunge- di ogni sorta di rifiuti, sicuramente abbandonati da qualche automobilista incivile, accumulati in maniera vergognosa a causa della incuria nella manutenzione e pulizia da parte dell’Ente gestore dell'autostrada: ANAS. In molti tratti, la presenza di questi rifiuti, costituiscono un grave e potenziale pericolo per la circolazione stessa in quanto, sovente, capita che vengano sospinti sulla sede stradale a causa di forte vento o nel caso di forti piogge. Eppure, nella Carta dei Servizi dell’Anas, al punto 7 si legge che tra gli scopi istituzionali dell’Ente vi è anche la “...conservazione e miglioramento dei beni mobili ed immobili destinati al servizio delle strade e delle autostrade statali”. Orbene, sembrerebbe che tale enunciazione di principi non trovi alcun riscontro nella quotidianità. Come possiamo sperare di attrarre turismo se le nostre principali vie di comunicazione, oltre ad essere in condizioni pietose per i lavori di riammodernamento, sono sempre più simili ad immondezzai?
Fare Verde chiede, agli assessori all’Ambiente ed al Turismo, sia provinciali che regionali, di voler intervenire nei confronti dell’Anas affinchè si provveda immediatamente alla pulizia dei luoghi e ad una maggiore osservanza di tali impegni. Fare Verde ribadisce che per fare turismo occorre un maggior rispetto ed una maggiore tutela dell'ambiente e che è necessario perseguire ed eliminare tutte quelle situazioni di degrado che costituiscono un serio impedimento ad un rilancio serio del turismo in Calabria. Servono fatti, non slogan.”

Il 4 febbraio a Parenti convegno sullo “Sviluppo sostenibile”

26/01 Si terrà il 4 febbraio alle ore 11 presso la Biblioteca Comunale "Bruni" di Parenti un Convegno Provinciale di Educazione Ambientale su "Sviluppo Sostenibile.Riflessioni a confronto." Organizzato da: Comune di Parenti, Provincia di Cosenza Assessorato all'Ambiente, Scuola Ambientale di Gerace, Convegno Provinciale di Educazione Ambientale Parenti (CS).
“Il concetto di ambiente –è scritto in una nota. , inteso come risorsa fondamentale per la vita collettiva, pian piano si è generalmente imposto. L'ambiente è diventato risorsa positiva, elemento dinamico da salvaguardare e da utilizzare come elemento positivo di sviluppo. "lo sviluppo che soddisfa i bisogni delle persone esistenti senza compromettere la capacita' delle future generazioni di soddisfare i loro bisogni". Ci piace questa definizione di "sviluppo sostenibile" enunciata a Rio de Janeiro nel 1987. La manifestazione si rivolge quindi a docenti, educatori, politici, tecnici, insegnanti, studenti, ambientalisti, mass media. Obiettivo primario è quello di scambiare buone pratiche e riflessioni a livello regionale, sviluppare le principali tematiche dell'agenda sull'educazione ambientale e discutere insieme tesi e proposte. Gli obiettivi principali sono:
1. Promuovere una forte sensibilità e una radicata cultura della conoscenza ambientale per lo sviluppo di una società equa, democratica, partecipativa e amica dell'ambiente, rispettosa della vita sul pianeta, nell'armonia tra popoli e tra esseri umani e altre specie viventi.
2. Stabilire un più diretto e continuativo scambio di buone pratiche tra tutti coloro che operano nel campo dell'educazione ambientale e nella promozione dello sviluppo sostenibile.
3. Un momento di apertura verso altre realtà e di confronto con altre esperienze.
4. Essere un contributo per l'educazione ambientale rivolta ai giovani, per la diffusione di una cultura dello sviluppo sostenibile che appartenga a tutti, che diventi coscienza all'interno di una comunità informata, partecipe e responsabile.
Questo il Programma
Sabato 4 Febbraio 2006
Ore 11.00 Biblioteca Comunale"Bruni" di Parenti (Cs)
SALUTI Antonio Riga (Sindaco di Parenti) Giacinto Caferro (Assessore all'Ambiente del Comune di Parenti)
PRESENTAZIONE Emanuela Gaudio (Presidente Associazione Progressi Ambientali) INTERVENTI
Silvia Cammarata (Resp. Centro di esperienza per l'educazione ambientale "Casa della Natura" di Rende ) "L'educazione ambientale tra conoscenza ed esperienza: da geografi ad esploratori"
Vincenzo Altomare (Docente di Filosofia) "Educare ad una vita essenziale"
Armando Rossi (Resp. Scuola di educazione ambientale di Gerace ) "Educazione ambientale:azione, formazione e biodiversità"
Aurelio Morrone (Presidente Associazione. Agronomi e forestali mediterranei senza frontiere) "Sostenibilità e ambiente"
Carla Misasi (Delegata provinciale della LAV - lega anti vivisezione) "Esperienze associative"
Tiziana Ferragina (Associazione Catena di Smontaggio *) "Il commercio equo e solidale: un'esperienza di cooperazione internazionale" * L'associazione allestirà un banchetto di prodotti alimentari e di artigianato.
CONCLUSIONI
Luigi Marrello (Assessore all'Ambiente della Provincia di Cosenza)
La partecipazione al Convegno è GRATUITA ed APERTA a tutti. Prima dell'inizio dei lavori verrà consegnata una cartella contenente materiale utile per la partecipazione.
COME ARRIVARE
Come raggiungere Parenti: Dall'autostrada SA-RC svincolo di Rogliano. Proseguire a destra S19. Proseguire fino a Rogliano. Prendere la SS535 per Parenti. Per informazioni: "Impronte Ambientali" via Persanolento n°42/b - Marano Principato - tel/fax 0984/857 846

Da marzo l’ecomonitoraggio per il Ponte sullo Stretto

25/01 Via al piano di monitoraggio ambientale, territoriale e sociale per il Ponte sullo Stretto di Messina. L'inizio e' stato fissato a marzo 2006 e riguardera' un'area molto piu' vasta rispetto al territorio che ricade sotto la responsabilita' del soggetto aggiudicatario dell'opera. La fine e' prevista 12 mesi dopo il termine della realizzazione dell'opera stessa. Due gli studi ad hoc che accompagnano il monitoraggio, uno sui cetacei (partito lo scorso giugno) e uno sull'avifauna (iniziato lo scorso agosto). Lo ha reso noto il ministro per i rapporti con il Parlamento, Carlo Giovanardi, rispondendo al Question Time in merito a un'interrogazione del deputato di An, Nino Strano, e altri. In particolare ''le attivita' di monitoraggio riguarderanno tutte le componenti ambientali-territoriali e sociali cosi' come specificato nelle linee guida della Commissione di Valutazione di impatto ambientale'', ha detto Giovanardi spiegando che l' attivita' relativa alle componenti ambientali ''riguarderanno l' atmosfera, l'ambiente idrico, le acque superficiali e sotterranee, l'ambiente marino, il suolo e il sottosuolo, flora, fauna, ecosistemi, rumore, vibrazioni''. ''Entrambi i monitoraggi - ha detto ancora Giovanardi - si esplicheranno in tre distinti momenti temporali: ante operam (12 mesi), in opera, post-operam (12 mesi dopo la fine dei lavori). L'inizio dell'ante-operam e' previsto per il prossimo marzo 2006. La societa' stretto di Messina, inoltre, ha attivato due distinti incarichi: si tratta di studi di approfondimento su eventuali interferenze del Ponte con i flussi migratori dei cetacei e dei volatili. Lo studio dei cetacei e' stato attivato nel giugno 2005 mentre quello sull'avifauna e' dell'agosto del 2005''. ''Le risultanze del monitoraggio ante-operam e degli studi di approfondimento di settore - ha affermato Giovanardi - dovranno contribuire alla verifica dell'eventuale significativita' dell' impatto potenziale della struttura del Ponte al fine di individuare una possibile ulteriore misura di mitigazione rispetto a quelle del progetto preliminare e del relativo studio di impatto ambientale''. ''Inoltre - ha proseguito - le risultanze di tutte le attivita' sopra descritte consentiranno non solo la messa a punto del progetto di mitigazione ambientale ma anche l'elaborazione di un monitoraggio ambientale, territoriale e sociale unitario che, allegato al progetto definitivo, sara' sottoposto all'approvazione del Cipe per permettere che questa grandissima opera che colleghera' la Sicilia al continente possa avvenire nel massimo del rispetto ambientale''.

No delle regioni all’uso dell’olio combustibile nelle centrali elettriche

24/01 ''Siamo fortemente preoccupati per i contenuti del decreto annunciato nel Consiglio dei ministri di questa sera che prevedrebbe l'uso di olio combustibile al posto del gas nelle centrali elettriche''. E' netta la presa di posizione degli assessori regionali all'Ambiente che oggi, sotto la guida del coordinatore, l'assessore della Regione Calabria, Diego Tommasi, si sono riuniti a Roma per discutere del problema dell'emergenza gas. ''La situazione dell'Italia e' gia' molto grave - ha detto Tommasi - sotto il profilo ambientale e non e' possibile utilizzare le emergenze per inserire o reintrodurre questo tipo di combustibili invece di programmare una seria politica energetica che in questi ultimi anni e' mancata''. La posizione degli assessori verra' portata all'attenzione della Conferenza dei presidenti delle Regioni prevista per giovedi' prossimo. In quella sede verra' anche chiesta l'istituzione di una Commissione congiunta Ambiente-Energia. Gli assessori - hanno spiegato oggi anche Marino Artusa, assessore all'Ambiente della Regione Toscana, e Lino Zanichelli, assessore all'Ambiente della Regione Emilia - ritengono indispensabile puntare sul risparmio energetico e sulle energie alternative, oltre che su una maggiore efficienza dei sistemi. I tre assessori regionali - Tommasi, Artusa e Zanichelli - al termine dell'incontro con gli altri assessori regionali, avvenuto nella sede romana della Regione Calabria, hanno spiegato che al centro delle politiche andrebbe posta soprattutto una politica di risparmio, da attuare anche con incentivi per chi risparmia consumo di energia. ''I cittadini - ha detto Lino Zanichelli, assessore nella Regione Emilia-Romagna - possono ridurre il consumo energetico con interventi anche ordinari, da attuare nella vita quotidiana. Siamo convinti che con qualche incentivo fiscale, il risparmio arrivera'. Bisogna lavorare sulla domanda, mentre finora si e' lavorato molto sulla produzione. In Emilia un terzo delle imprese del territorio scelgono politiche di risparmio energetico''. Altro capitolo al centro dell'interesse delle Regioni e' la produzione di biomasse provenienti dal mondo agricolo. ''Anche in questo campo - hanno detto gli assessori - poco o nulla e' stato fatto''. Perplessi sono apparsi gli assessori sul nucleare. ''Oggi non ci sono le condizioni - ha detto Tommasi - sia per lo smaltimento che in termini di sicurezza. Il nostro Paese, piuttosto ha possibilita' grandi nel settore dell'energia alternativa: lunedi' portero' all'esame della giunta della Regione Calabria un piano per l'ubicazione delle centrali eoliche, una sorta di piano regolatore''. E in Toscana, secondo quanto si e' appreso dall'assessore Marino Artusa, il 50% della produzione avverra' da fonti rinnovabili entro il 2012.

Parte il piano di bonifica regionale. Tommasi: “Nuova era per la tutela del territorio”

23/01 Si dà finalmente attuazione al Piano di bonifica regionale: sono 33 i siti inquinati interessati. Prende, così, il via il piano di bonifica dei siti ritenuti ad alto rischio inquinamento: piano di caratterizzazione, progettazione e bonifica per un ammontare complessivo di circa 54 milioni di euro da realizzare nelle cinque province calabresi. L’elenco degli interventi, individuati nel Piano regionale rifiuti, scaturisce dalla graduatoria di pericolosità individuata dalla Commissione europea su circa 700 siti inquinati esistenti in Calabria. Soddisfazione è stata espressa dall’assessore Diego Tommasi che ha sottolineato “l’importanza di questo intervento, giunto – ha detto l’assessore alle Politiche dell’Ambiente – dopo dieci anni dall’individuazione, da parte della Comunità europea, dei siti ad alto rischio”. “E’ un intervento – ha spiegato Tommasi –di bonifica e ripristino dei luoghi indispensabile: stiamo avviando a soluzione il grave problema dei rifiuti interrati e della bonifica delle discariche dimesse”. “Con l’avvio della procedura odierna – ha commentato l’assessore regionale – inizia una nuova era nella tutela del territorio. I ritardi accumulati anche in questo settore sono enormi: la volontà dell’assessorato e della Giunta Loiero è quello di programmare, con i Fondi europei 2007/2013, il ripristino ambientale di tutti i 700 siti a rischio”.

Fare Verde “Preoccupazioni per le altre navi trovate dopo la Motonave Rosso”

23/01 “In merito alle risultanze emerse dall’indagine condotta dal dott. Francesco Greco, sostituto procuratore di Paola (CS), denominata Nettuno suscita notevole preoccupazione la notizia circa la presenza, nei fondali della costa tirrenica cosentina, di navi affondate al cui interno sarebbero presenti contenitori con sostanze radioattive e tossico-nocive”. E’ quanto afferma in una nota il presidente provinciale di Fare Verde di Cosenza, Francesco Pacienza. “Ci chiediamo –aggiunge - come mai, al momento, nessun organo istituzionale si sia adoperato per effettuare quei riscontri scientifici, attraverso le analisi delle acque e dei pesci, per determinare il grado di pericolosità per la salute dei cittadini residenti lungo i tratti di costa in cui si troverebbero queste navi? Sarebbe opportuno non sottovalutare la gravità della situazione, come ha fatto qualcuno nei giorni scorsi attraverso gli organi di stampa, ma piuttosto mettere in atto tutte le misure di indagine conoscitiva che la scienza e la tecnologia ci mettono a disposizione.
Fare Verde chiede che siano compiute attente analisi atte a determinare la quantità e la natura delle sostanze disciolte nelle acque attraverso prelievi sia sottocosta sia in prossimità del punto di affondamento delle navi e a profondità variabili oltre all’analisi tossicologica dei pesci che vengono pescati nell’area al fine di determinare il grado di avvelenamento delle specie e la loro eventuale tossicità per la salute umana.
Quanto denunciato non va inquadrato nel “ facile allarmismo”, trattandosi, invece, di un modo serio e concreto di tutelare la Calabria, i calabresi e tutti i cittadini che amano trascorre le loro vacanze sugli splendidi litorali calabresi.
Fare Verde sostiene pienamente la meritoria attività svolta dal dott. Greco, riservandosi di costituirsi parte civile nei procedimenti contro eventuali responsabili”.

Il 27 a Castrovillari la presentazione della relazione sul Mercure

20/01 Saranno il prof. Paolo Rabitti e il dott. Felice Casson a presentare, venerdi' prossimo 27 gennaio, a Castrovillari, la relazione sulla Centrale del Mercure commissionata dai sindaci dei Comuni di Viggianello, Rotonda, Mormanno, S. Severino Lucano, Chiaromonte e dall' Ente Parco del Pollino. L' iniziativa e' promossa dalle Associazioni Ambientaliste ''Il riccio'' di Castrovillari e il ''Co.S.A. Pollino''. ''La conversione a biomasse della Centrale elettrica, inattiva da anni, - e' detto in un comunicato delle associazioni ambientaliste - ha infatti suscitato perplessita' e allarme nelle popolazioni della Valle del Mercure, oltre ad aver determinato numerosi provvedimenti da parte della Procura di Castrovillari, per gravi ipotesi di reato che arrivano fino al disastro ambientale. Rischi per la salute, impatto fortemente negativo su una zona protetta, compresa nel Parco Nazionale del Pollino, e danno allo sviluppo economico ed occupazionale dell' area, certamente non vocata alla produzione energetica 'da esportazione', le obiezioni da piu' parti sollevate. Ma anche gravissimi dubbi riguardanti gli aspetti tecnici, giuridici e amministrativi dell' iter autorizzativo''. ''E, in aggiunta a tutto questo, - prosegue il comunicato - il timore che la Centrale del Mercure, stante l' impossibilita', come sostenuto da molti, di reperire in loco il legname necessario al suo funzionamento, possa essere utilizzata per bruciare spazzatura (CDR- Combustibile Da Rifiuti), con disagi e rischi ulteriori. Certamente, l' apporto scientifico di Tecnici di cosi' elevata e indiscussa competenza, quali Rabitti e Casson, contribuira', e non poco, a far chiarezza sulla vicenda''.

Il Consiglio della Provincia di Cosenza approva l’odg sull’elettrodotto

20/01 Il Consiglio Provinciale, nella giornata di ieri, ha affrontato anche la discussione sull'elettrodotto Feroleto-Laino-Rizziconi, proposta all'attenzione dell'assemblea da un ordine del giorno presentato dal Consigliere provinciale di Fi., Gianfranco Ponzio e sottoscritto da altri consiglieri.
Illustrando il documento, Gianfranco Ponzio, ha sostenuto come l’inquinamento elettromagnetico, finora sottovalutato, produca effetti nocivi sull’ambiente e per la salute dei cittadini, sollevando giustificato allarme in un gran numero di Comuni, sia per rischi di possibili leucemie che per il deprezzamento del territorio. “Non si può scendere a compromessi per questioni che mettono a rischio la salute della gente, la Provincia di Cosenza dovrebbe costituirsi parte civile e costringere Telecom ed Enel ad adottare tutte le misure necessarie per salvaguardare la salute dei cittadini”.
Sull'argomento si è espresso il Consigliere Biagio Diana, presidente di Rc., valutando necessario “caratterizzare l’attività politica su un costante e vigile impegno per evitare danni, gli assessorati all’ambiente devono imporre alla società di interrare i cavi per garantire le popolazioni”.
Anche per Franco Corbelli, presidente del gruppo Diritti Civili, si tratta di un tema rilevante per la salute per il quale occorre dare risposte ai cittadini. La popolazione di Monalto non va lasciata sola in questa vicenda e neppure gli altri 59 Comuni interessati a questo problemi, si deve chiedere, pertanto, la sospensione dell’elettrodotto che è già attivo e, quindi, nocivo.
Per il presidente del gruppo dei Verdi, Mario Bria, c’è stata un’assenza delle istituzioni che dovevano meglio vigilare, “siamo tutti oggi impegnati per la tutela della salute dei cittadini, anche attraverso assunzioni forti di responsabilità ma occorre una strategia comune per raggiungere l’obiettivo dove la Provincia possa dare il proprio supporto, individuando le procedure, per inchiodare le società responsabili ad ottemperare agli obblighi”.
Sulla vicenda dell'elettrodotto è intervenuto il Presidente del Consiglio provinciale, Francesco Principe che ha affermato: “sono sensibile ai problemi di ordine ambientale ma sono preoccupato poiché la Telecom e l’Enel agiscono come Attila, dove passano distruggono pur di realizzare il maggior utile possibile. Oggi più che mai Enel e Telecom sono diventate due società che disattendono ogni regola a salvaguardia dell’Ambiente e della salute, urge, quindi, convocare le due società per trovare il modo di imporre che, nel fornire i rispettivi servizi, badino a tutelare ambiente, salute e civiltà. L’odg. andrebbe integrato con l’impegno della Provincia di convocare le parti dove si ribadiscano fortemente queste cose: rispetto ambiente, salute e salvaguardia della bellezza del territorio. Non si possono impunemente commettere scempi sul territorio invadendo con prepotenza lo stesso e deturpandolo con pali e quant'altro perchè, così facendo, si perpetrano ignobili provocazioni e abusi verso inermi cittadini che sono da denunciare alla Procura della Repubblica”.
L'Assessore Provinciale all'Ambiente, Luigi Marrello, ha sottolineato nel suo intervento l’impegno costante della Provincia, pur con le scarse possibilità di intervento per poter incidere in maiera radicale su determinate questioni poiché privi di diretta competenza. “Esiste un lungo elenco di responsabilità concorrenti per quanto riguarda il problema dell’elettromagnetismo, si registra, per il passato, una disattenzione generalizzata di quasi tutte le istituzioni che potevano fare di più e non si sono mossi. Potrebbe non bastare l’interramento dei cavi perchè altri sono i problemi che potrebbero sorgere. La Provincia, certo, è disponibile a supportare e corroborare questa azione per affrontare im maniera più complessiva “l’invasione” elettromagnetica, determinata anche da colpevoli ritardi e omissioni”.
L'ordine del giorno è stato approvato dal Consiglio all'unanimità.

Tommasi: “Dal Governo una riforma controversa”

19/01 “Oggi il Consiglio dei Ministri ha approvato la riforma più controversa che sia mai stata varata in materia ambientale”. Lo ha detto l’assessore Diego Tommasi che è anche coordinatore di settore per le Regioni. Ed ha aggiunto: “Ci vuole un bel coraggio a dire, come fa il Ministro Altero Matteoli, che 318 articoli e 420 pagine di allegati rappresentano ‘un quadro normativo chiaro, semplice e facilmente applicabile’. In realtà darà lavoro agli studi legali, perché noi ricorreremo alla Corte Costituzionale per le molte illegittimità della norma”.
Infatti, secondo Tommasi, il testo che il Governo aveva presentato alle Regioni, senza poi permettere loro di avanzare emendamenti, espropria le istituzioni locali di ogni competenza, riduce fortemente i diritti dei normali cittadini, penalizza sia il sistema della piccola e media impresa che l’occupazione.
“Il diritto di partecipazione e controllo dei cittadini e delle associazioni sarà affievolito - continua l’assessore - perché ogni scelta importante sarà calata dall’alto: ad esempio, chissà come farà Roma a decidere la localizzazione dal centro degli inceneritori oppure a dare le autorizzazioni al riutilizzo dei siti industriali da bonificare?”. Anche il principio del silenzio-assenso per la Valutazione di Impatto Ambientale da dare in pochi giorni, sulle opere pubbliche, porterà a sicuri ed ulteriori scempi del territorio. “La logica - ha concluso Diego Tommasi - vuole che le amministrazioni pubbliche abbiano tempi ragionevoli di studio dei progetti che presentano notevoli valutazioni tecniche altrimenti si deve applicare la regola del silenzio-rifiuto”.

Calabria ricommissariata di nuovo dal Consiglio dei Ministri su depurazione e rifiuti

18/01 “Il Consiglio dei Ministri ha ritenuto di dover commissariare nuovamente il ciclo della depurazione nella nostra regione”. E' quanto sostiene in una nota l'assessore all'ambiente della Regione Calabria, Diego Tommasi. “La passata stagione estiva –aggiunge Tommasi- ha fatto emergere in tutta la sua drammaticità le deficienze del sistema depurativo dovute, in parte, alle insufficienze strutturali ma soprattutto alle carenze della gestione affidata agli ATO che, in alcune Province, hanno fatto emergere grandi lacune organizzative dovute anche alla contingenza determinata dal passaggio di competenze.
Tale situazione ha portato il Presidente Loiero a dover chiedere scusa ai calabresi e ai turisti.
Il Governo nazionale, alla luce della grave situazione tutt’ora esistente ha ritenuto opportuno dover far ricorso, ancora una volta, a misure straordinarie per fronteggiare le carenze gestionali e strutturali, ordinarie e straordinarie.
Gli sforzi che in questi nove mesi l’assessorato ha compiuto e continua a compiere pur non detenendone le deleghe non possono da soli risolvere le gravi lacune ereditate.
Oggi più che mai è necessario una stretta sinergia tra gli Enti preposti alla gestione. La Regione si sta adoperando per un Piano straordinario che ci vede impegnati su più fronti per programmare interventi in grado di garantire una stagione balneare migliore di quella del 2005 e domani saremo di nuovo al Ministero dell’Ambiente per un incontro con il sottosegretario Nucara.
E’ però necessario che ogni Ente si assuma le proprie responsabilità affinché si realizzino le condizioni per garantire il miglior funzionamento dell’esistente. In alcune province si è avviato un percorso nuovo, sicuramente staremo più vicini agli Enti per rendere il più efficiente possibile il sistema”.

Chiarire la vicenda dei rifiuti tossici della Motonave Rosso

18/01 ''E' giunta l'ora di fare chiarezza sulla questione dei rifiuti tossici, soprattutto alla luce delle nuove indagini portate avanti dal Sostituto Procuratore della Repubblica di Paola Francesco Greco''. E' quanto sostiene in una nota il Responsabile del Nucleo di Vigilanza Ambientale dell'Associazione Verdi Ambiente e Societa' della Calabria, Emilio Quintieri. ''Il lavoro svolto dalla magistratura paolana - ha aggiunto - e' stato molto proficuo. Sollecitiamo il Gruppo Parlamentare dei Verdi a far approdare per l'ennesima volta, questa brutta vicenda, sulle scrivanie dei Ministri competenti. Infatti gia' nello scorso mese di giugno gli onorevoli Mauro Bulgarelli e Marco Lion, Deputati dei Verdi, su nostra sollecitazione, presentarono un'interrogazione parlamentare a risposta scritta rivolta a ben quattro Ministri ovvero al Ministro dell'Ambiente, della Salute, dell'Interno e degli Affari Esteri, proprio dopo le inquietanti rivelazioni di un ex Boss della Ndrangheta contenute in un memoriale consegnato alla Direzione Nazionale Antimafia sulle criminali convergenze tra malavita internazionale, personaggi di spicco della politica e uomini dello Stato Italiano, per lo smaltimento di scorie radioattive e altri rifiuti tossici''. ''Un'enorme business - ha proseguito Quintieri - che ha portato all'esportazione di questi pericolosissimi rifiuti in Somalia ed all'affondamento di navi cariche di scorie ed altre sostanze nocive al largo delle nostre coste. La risposta all'atto di sindacato ispettivo giunse poco tempo dopo, nel mese di luglio, da parte del Ministro dell'Ambiente e della Tutela del Territorio Altero Matteoli ma, come al solito, non fu molto esauriente. Difatti il Ministro Matteoli, si limito' ad esporre i fatti significando agli interroganti che, qualora i risultati delle indagini in corso dovessero confermare quanto dichiarato dal collaboratore di giustizia, il suo dicastero porra' in essere tutte le azioni per la salvaguardia della salute e del territorio, senza tralasciare l'avvio della procedura per la promozione dell'azione di risarcimento del danno ambientale ai sensi delle vigenti disposizioni di Legge''. ''Oggi riproponiamo - ha concluso - con forza soprattutto dopo il ritrovamento di queste navi affondate che il Governo intervenga urgentemente con qualsiasi mezzo per monitorare tutti i siti terrestri e subacquei ove possano essere 'ospitati' materiali tossici e radioattivi al fine di bonificare per quanto possibile l'ambiente e di prevenire ulteriori danni alla salute dei cittadini''.

Due relitti inquinanti nel Tirreno, interrogazione di Bulgarelli (Verdi) al Governo

18/01 Mauro Bulgarelli, deputato dei Verdi, ha presentato un' interrogazione ai ministri dell' Ambiente e della Salute facendo riferimento ''al ritrovamento di due nuovi relitti di navi, al largo della costa della Calabria, tra Cetraro e Belvedere Marittimo, che avrebbero trasportato rifiuti radioattivi''. Il parlamentare dei Verdi fa riferimento, in particolare, alle risultanze dell' inchiesta condotta dalla Procura della Repubblica di Paola e ad un' altra interrogazione presentata alcuni mesi fa sul ritrovamento, nello stesso tratto di mare, del relitto di un' altra imbarcazione, la motonave Rosso, Jolly Rosso. ''Interrogazione alla quale - sostiene Bulgarelli - il Ministro dell' Ambiente ha fornito una risposta disimpegnata e poco rassicurante, parlando facendo emergere una certa latitanza del Governo su questa delicata questione. Tutto cio' - sostiene ancora Bulgarelli - dimostra ancora una volta l'urgenza di un intervento piu' deciso da parte del Governo su una storia ormai vecchia di decenni'. La Procura di Paola, allo stato attuale, non ha potuto verificare la presenza di liquido tossico, ma hanno comunque rilevato una chiazza scura, intorno ai due relitti, di circa 300 metri di ampiezza''. Il deputato chiede anche ''se la Marina militare abbia mezzi sufficienti e adeguati per affrontare indagini di questo tipo senza esporre i sommozzatori e come si giustifichi la grande lentezza con la quale hanno luogo questi ritrovamenti di pericolosissime navi pattumiera e non si reputi necessario un piu' deciso impegno del governo in questo senso''. Nell' interrogazione, infine, si chiede ''quali iniziative s'intende urgentemente prendere per assicurare la sicurezza dei cittadini e per tutelare l'ambiente marittimo cosentino''

Marrello: “Sulla questione elettrodotto dalla Provincia solo atti dovuti”

17/01 La Provincia di Cosenza, in merito alla questione dellelettrodotto Feroleto-Laino-Rizziconi, ha solo ed esclusivamente dato, a suo tempo, delle autorizzazioni che risultano essere solo atti dovuti, unitamente al Genio Civile. La Provincia ha, in varie occasioni, più volte e ripetutamente affermato che la complessa materia degli elettrodotti per potenze superiori a 150 kv. (kilovolt) è di competenza della Regione e che, come più volte ho avuto modo di dichiarare e rilevare, abbiamo potuto verificare che, in fase di definizione dei tracciati, vi è stata una colpevolissima assenza di Enti ed Istituzioni nelle apposite Conferenze di Sevizio.
Ho io stesso, più e più volte, dichiarato che, forse, una maggiore sinergia e collaborazione avrebbe potuto, a suo tempo, consentire una definizione dei tracciati più consona al territorio ed alla sua antropizzazione.
Questa responsabilità, certo, pesa su tutti ma sicuramente non può pesare su questa Amministrazione che si è adoperata su tutti i fronti possibili per sollecitare un più adeguato e attento rispetto dell'Ambiente.
Restano da fare, inoltre, alcune considerazioni di ordine politico:
– la questione degli elettrodotti, certamente, rimanda ad una discussione più generale riguardo ai Piani Energetici, così come rimanda ad una legislazione nazionale che, in materia di elettromagnetismo e di difesa dai suoi effetti nocivi, ha elevato, nella legislatura 2001-2006, i limiti di esposizione;
– che la legislatura 2001-2006 ha elevato i limiti di esposizione rispetto a quei limiti fissatidalla legislatura 1996-2001, che erano assolutamente in linea con quelli europei;
– per non parlare, poi, dell'altra questione relativa al Decreto sblocca Centrali, adottato da certa parte politica, e, infine, del più completo disinteresse di Enti, Istituzioni e Partiti (tranne pochissimi) a voler sostenere con un minimo di impegno il Referendum del 2003 sull'elettromagnetismo che, certo, non avrebbe risolto, tout court, i problemi contingenti dell'elettrodotto Feroleto-Laino-Rizziconi ma avrebbe, indubbiamnte, introdotto elementi di difficoltà e di riflessione nell'individuazione dei tracciati e, comunque, avrebbe potuto indurre ad una diversa attenzione per la tutela della salute, con precauzioni più adeguate per salvaguardare quella dei cittadini.

Indagini navi dei veleni: Trovata un'altra imbarcazione affondata a largo di Cetraro

Ass. Tommasi: “Istituita una task forse per individuare le criticità delle reti elettriche”

16/01 “E’ stata istituita una task force che avrà il compito di individuare le criticità esistenti sul territorio e elaborare possibili soluzioni, per la realizzazione di reti di trasmissione elettrica in sicurezza e nel rispetto della salute dei cittadini e della salvaguardia ambientale. Di questo risultato ne abbiamo dato, come è nostra abitudine, prontamente notizia, dimostrando la volontà forte di intraprendere un’azione politico-amministrativa che si giudica più che dalle dichiarazioni, dai fatti e dal prosieguo del lavoro”. E’ quanto ha dichiarato l’Assessore Tommasi in risposta alle dichiarazioni espresse sulla stampa dal Comitato “Insieme per la salute”. “Il dubbio – ha detto Tommasi – è che su questa vicenda in molti tentino di fare strumentalizzazioni e soprattutto tentino di confondere posizioni e responsabilità. Adesso più che mai, riteniamo sia indispensabile, invece, guardare con la mente sgombra da preconcetti, alle possibili soluzioni praticabili e non cedere a facili semplificazioni. I problemi di alcune criticità sono state analizzate su macrodestrittori: sarà cura dei tecnici valutare e fare proposte operative. La Regione – ha ricordato inoltre Tommasi – ha avuto solo il merito di riaprire un tavolo di confronto che poteva anche definirsi chiuso”.

Arpacal: “Nuove iscrizioni al sistema comunitario Emas”

16/01 ''La Calabria, con cinque nuove registrazioni nel 2005, lascia le ultime posizioni nella graduatoria nazionale delle registrazioni Emas, il sistema comunitario di ecogestione ed audit''. E' quanto riferisce in una nota l' Arpacal, l' Agenzia regionale per la protezione dell' ambiente della Calabria. ''Il 2005 - prosegue la nota - e' stato un anno boom di registrazioni Emas in Calabria e di grandi risultati per il sistema di gestione ambientale che introduce la tematica ambientale nelle organizzazioni pubbliche e private. Quello appena concluso, infatti, rappresenta un anno molto proficuo per le registrazioni Emas in Calabria. Rispetto alle annualita' precedenti, il 2005 ha segnato la registrazione di cinque nuove imprese calabresi al sistema comunitario di ecogestione ed audit, mentre un' impresa operante sul territorio regionale, gia' registrata dal 2002, ha ottenuto la conferma del prestigioso marchio di qualita'. Nella graduatoria nazionale, rapportando le registrazioni Emas con il totale delle organizzazioni pubbliche e private presenti sul territorio regionale e con la popolazione residente (fonte Istat e Apat), la Calabria ha superato regioni come Lazio, Sicilia e Campania, mentre e' in sostanziale parita' con la Puglia. A promuovere la diffusione della 'Cultura della Qualita'' nelle imprese pubbliche e private calabresi e' l' Arpacal che, per incentivare ulteriormente le registrazioni Emas in Calabria, sta predisponendo un piano operativo che coinvolga i soggetti istituzionali che aderiscono alla rete regionale per la promozione degli strumenti volontari di ecogestione. L' Arpacal, infatti, e' nodo regionale di una piu' ampia rete nazionale, costituita appunto con il compito di promuovere capillarmente sul territorio la cultura dei Sistemi di gestione ambientale, diffonderne le logiche e le procedure e stimolare lo studio e l' impiego nei vari settori produttivi delle migliori innovazioni tecnologiche in campo ambientale''. ''Gli strumenti di ecogestione, detti volontari perche' basati esclusivamente su una adesione consapevole e non obbligatoria - conclude la nota - servono a portare all' interno delle imprese pubbliche e private la tematica ambientale, considerata come una parte integrante della fase produttiva, incoraggiando comportamenti volti alla prevenzione e anticipazione dei problemi, nonche' alla partecipazione di tutti i soggetti che con diversi ruoli intervengono nei processi produttivi''.

Economia: Nell’ambiente lo sviluppo possibile delle imprese della Calabria

Raccolta differenziata, primi bilanci della Valle Crati sull’anno appena trascorso

13/01 “Il mese di dicembre dell’anno che si è appena concluso, evidenzia la capacità, del servizio porta a porta, di intercettare tutte le frazioni dei rifiuti differenziati provenienti dalle utenze domestiche nel territorio”. E’ quanto afferma in una nota il Consorzio Valle Crati. “Se i cassonetti stradali (pur sempre utili), raccolgono solo i rifiuti dei cittadini più sensibili alle tematiche ambientali e si assestano su percentuali massime pari al 28,1% San Benedetto Ullano, nei Comuni dove e attivo da più di 4 mesi il servizio porta a porta le percentuali superano il 30%.
Nella speciale classifica mensile primeggia il Comune di Rose con il 35,3 %, seguono a pari merito 31,4% i Comuni di Carolei e Castrolibero.
Risultati meno proprio esaltanti per il servizio porta a porta si registrano nei Comuni di Spezzano Sila 27,3% (attivo da soli 2 mesi), Casole Bruzio 24,0%, Dipignano 20,5%, Bisignano e Montalto Uffugo 17,7% (in entrambi sono coinvolti solo una parte del territorio), Marano Marchesato 15,7%, Marano Principato 15,2%.
Nei Comuni dove il servizio si svolge con i cassonetti stradali dopo San Benedetto Ullano troviamo il Comune di Cellara 27,5% solo dopo Cosenza 21%, Lappano 18,4% , Rende 17,3% e tutti gli altri.
Segnaliamo che la nostra classifica è parzialmente incompleta per la non trasmissione dei dati dei rifiuti non riciclabili inviati in discarica di ben 11 Comuni:
Acri, Serra Pedace, San Piretro in Guarano, San Vincenzo La Costa, San Martino di Finita, San Demetrio Corone, Rota Greca, Pietrafitta, Cervicali, Mongrassano, Luzzi”.

Ass. Tommasi: “Il Presidente Casini sia imparziale sul decreto Matteoli”

11/01 “Il presidente della Camera dei Deputati, Pierferdinando Casini, deve restare imparziale sulla vicenda del decreto legislativo di riordino delle norme in materia ambientale proposto dal ministro Altero Matteoli”. La sollecitazione a non forzare l’iter procedurale del provvedimento, in esame presso l’VIII Commissione della Camera, arriva dal coordinatore degli assessori regionali all’ambiente, il calabrese Diego Tommasi. “Sciogliere la riserva da parte del presidente Casini, per l’espressione anticipata del parere parlamentare - ha aggiunto Tommasi - senza aver prima ottenuto il pronunciamento delle Regioni, rappresenta, dal punto di vista istituzionale, un ulteriore elemento di preoccupazione che conferma la lesione del principio costituzionale della leale collaborazione tra lo Stato e le Regioni”.
L’intera vicenda, come aveva già sottolineato la Conferenza dei presidenti delle Regioni dell’attuazione della legge delega 308/2004, è segnata dal mancato rispetto degli accordi e delle regole da parte del Governo. “Ricordo al presidente Casini - ha detto ancora il coordinatore Tommasi - che è stato il Governo ha creare precise difficoltà a Regioni ed enti locali e non viceversa”. Infatti, con l’approvazione della bozza di decreto legislativo da parte del Consiglio dei Ministri non è stato rispettato il protocollo d’intesa firmato il 4 ottobre 2001 dal ministro Matteoli che si era impegnato con gli enti territoriali ad “operare pariteticamente nell’elaborazione legislativa ai fini di conseguire obiettivi condivisi e a garantire una interlocuzione sistematica con le Regioni e gli enti locali nella fase preliminare ed in quelle successive sui singoli temi nell’elaborazione dei decreti legislativi previsti dalla legge di delega”. Poi, solo il 7 dicembre 2005 le Regioni hanno ricevuto le 420 pagine di allegati ai ben 318 articoli della proposta di decreto delegato. “Le Regioni - ha concluso Diego Tommasi - si stanno impegnando per presentare le loro osservazioni di modifica ad un testo che trasforma radicalmente tutta la precedente normativa di tutela ambientale, accentrando tutte le competenze. Per questo sollecito il presidente della Camera dei Deputati a permettere la normale procedura di confronto in Conferenza Unificata Stato-Regioni-Autonomie Locali”.

Fare Verde: “Bonificare la discarica sulla diga dell’Esaro”

11/01 L’associazione ambientale Fare Verde ha presentato opposizione alla richiesta di archiviazione avanzata dalla Procura di Cosenza in merito alla denuncia di una discarica che insiste da molti anni sulla sommità della diga dell’Esaro”. Ne da informazione il presidente provinciale dell’associazione Francesco Pacienza. “Contestualmente prosegue la nota- Fare Verde, ha avanzato la richiesta di immediata bonifica del sito così come previsto dall’articolo 17 comma 11bis del Decreto Ronchi che espressamente statuisce “Nel caso in cui il sito inquinato sia soggetto a sequestro, l’autorità giudiziaria che lo ha disposto autorizza l’accesso al sito per l’esecuzione degli interventi di messa in sicurezza, bonifica e ripristino ambientale delle aree, anche al fine di impedire l’ulteriore propagazione degli inquinanti ed il conseguente peggioramento della situazione ambientale”. E sempre l’articolo 17 al comma 13ter dispone “Gli interventi di messa in sicurezza, di bonifica e di ripristino ambientale previsti dal presente articolo vengono effettuati indipendentemente dalla tipologia, dalle dimensioni e dalle caratteristiche dei siti inquinati nonché dalla natura degli inquinamenti” Fare Verde si chiede come mai nessuno abbia provveduto, attraverso l'applicazione della Legge, alla bonifica dei luoghi e abbia messo in atto tutti gli strumenti di tutela per impedire che si protraesse nel tempo tale abbandono indiscriminato di rifiuti di ogni genere e natura? Di chi sono le responsabilità, oggettive e soggettive, di un così grave danno ambientale? Lo stato di degrado peggiora con il passare dei giorni, in quanto continua ad esserci un costante conferimento di materiali di ogni tipo: gomme di auto, batterie usate, lavatrici, frigoriferi, vasche in Eternit, ecc.

Riunita a Roma la Commissione sulla legge delega

10/01 Oggi si e' riunita a Roma, presso la sede della Delegazione della Regione Calabria, la 'Commissione Ambiente e Protezione Civile' delle Regioni per valutare i punti piu' controversi delle norme in materia ambientale contenute nel decreto legislativo predisposto dal Ministro dell'Ambiente. La commissione, presieduta da Diego Tommasi con la presenza degli assessori regionali e di un gruppo di tecnici, ha seguito anche il 'tavolo aperto' di concertazione e confronto con le altre componenti della societa' civile (sindacati, organizzazioni imprenditoriali, associazioni ecologiste e dei consumatori-utenti) che - informa una nota della Regione Calabria - si sono dichiarate contrarie alla nuova normativa, tendente ad intaccare le stesse fondamenta giuridiche su cui in questi decenni e' stato amministrato l'intero sistema della tutela ambientale e del territorio. La riunione - informa la nota - e' servita a valutare tutti i punti che presentano profili di incostituzionalita', contrasti con le direttive comunitarie ed incongruenze con il mandato della legge delega n.308/2004 su cui si basa il decreto legislativo proposto dal Ministro Altero Matteoli. Il provvedimento - hanno evidenziato assessori e tecnici - gia' presenta un appesantimento formale, in quanto e' composto da ben 318 articoli e 420 pagine di allegati, che sono stati consegnati alle Regioni solo il 7 dicembre scorso. Nel corso della riunione odierna - prosegue la nota - e' stato deciso ''che continuera' il lavoro di analisi della Commissione e della 'cabina di regia' tra le Regioni, in modo da produrre precise osservazioni su tutti i punti in cui sono evidenti le illegittimita' della proposta governativa, che punta al riaccentramento delle competenze, alla duplicazione di funzioni, all'espropriazione della partecipazione dei cittadini nei procedimenti di salvaguardia ambientale''. Diversi gli articoli valutati negativamente dalla Commissione, che nell'insieme modificano sia la filosofia politica, che i contenuti della bozza di decreto legislativo. Al temine dell'incontro gli assessori regionali all'ambiente hanno concordato un intenso calendario di riunioni per giungere alla produzione di un documento e delle osservazioni da sottoporre alla discussione della Conferenza dei presidenti.

Mercoledì Tommasi incontra i vertici della GRTN-Terna per l’elettrodotto

09/01 “Si svolgerà mercoledì 11 gennaio alle ore 10.00 a Roma il preannunciato incontro tra l’Assessore regionale on. Diego Tommasi, il dirigente generale del Dipartimento Politiche dell’Ambiente, dr. Domenico Lemma e i massimi vertici della società GRTN-Terna, l’amministratore delegato dr. Cattaneo e il direttore generale, dr. D’Agnese.
“Obiettivo dell’incontro romano” è scritto in una nota “è quello di definire i punti salienti per il piano di lavoro che dovrà vedere la Regione e Terna impegnati nell’attività di verifica le criticità esistenti sul territorio calabrese attraversato dall’impianto e operare scelte di realizzazione dell’elettrodotto, che tengano nella debita considerazione, la salvaguardia della salute dei cittadini e il rispetto dell’ambiente, in ottemperanza alle normative vigenti in materia”.
“L’incontro di mercoledì – conclude la nota- ha l’obiettivo di operare la messa a regime di un tavolo di lavoro per ottemperare alle istanze di realizzazione dell’impianto in sicurezza, sviluppare una rete da un punto di vista ambientale sostenibile, razionalizzare quella esistente e mettere a punto un cronoprogramma da porre in essere con la massima sollecitudine”.

L’ass. Tommasi incontra “Terna”. In Calabria nasceranno i corridoi verdi per l’elettrodotto”

05/01 “In Calabria saranno istituiti i corridoi verdi, aree dedicate nelle quali far confluire gli elettrodotti nel rispetto più totale dell’ambiente che tenga conto in primis della salvaguardia della salute di cittadini oltre che del rispetto dell’ambiente”. Lo ha dichiarato l’assessore alle Politiche dell’Ambiente, Diego Tommasi al termine dell’ incontro svoltosi stamattina con i rappresentanti della Terna la società incaricata della realizzazione dell’ elettrodotto Laino-Feroleto-Rizziconi.
Si inaugura un nuovo corso nella vicenda dell’elettrodotto. E’ stato, infatti, istituito un tavolo tecnico, gia operativo dalla prossima settimana a Roma, tra i rappresentanti di GRTN – Terna e l’Assessorato alle Politiche dell’Ambiente della Regione, che avrà il compito principale di concertare la risoluzione delle criticità territoriali attualmente esistenti per la realizzazione dell’elettrodotto Laino-Feroleto-Rizziconi. La decisione al termine della riunione svoltasi presso la sede dell’Assessorato regionale al quale hanno partecipato, l’Assessore on. Diego Tommasi, il Dirigente Generale, dr. Domenico Lemma e il rappresentante della Super Terna, il Dirigente dr. Adel Motawi.
Ampia e articolata la discussione, svoltasi in un clima di fattiva collaborazione e disponibilità ad affrontare i nodi legati, soprattutto all’attraversamento dei cavi nelle aree ad elevato carico antropico.
“Il tavolo tecnico – ha spiegato l’assessore Tommasi – avrà il compito di analizzare con spirito di soluzione le criticità emerse e adottare le soluzioni più opportune per ottemperare alle istanze di realizzazione dell’impianto in sicurezza, sviluppare una rete da un punto di vista ambientale sostenibile e razionalizzare quella esistente.”
Tre nodi, quello della risoluzione delle criticità, dello sviluppo di una rete sostenibile e della razionalizzazione dell’esistente, che diventano d’ora in avanti elementi guida della nuova concertazione. Fondamentale nel nuovo corso è la Vas, la valutazione ambientale strategica. “Uno strumento - ha detto Tommasi – indispensabile per le valutazioni che richiedono un’analisi di tutti gli aspetti e delle possibili ricadute sul territorio integrata”.
Sarà avviato lo studio di valutazione di impatto ambientale Strategico per individuare, attraverso dei criteri ben definiti e concertati soprattutto con gli enti locali icorridoi verdi attraverso i quali far confluire gli elettrodotti nel rispetto più totale dell’ambiente che tenga in primis contro della salvaguardia della salute di cittadini oltre che del rispetto dell’ambiente.
Si apre una nuova fase nella vicenda dell’elettrodotto Laino-Feroleto-Rizziconi che vede per la prima volta Regione e Società dialogare per individuare soluzioni possibili in risposta alle istanze della popolazione e alle richieste di rassicurazione da parte dei cittadini che vivono nelle aree interessate all’attraversamento dei cavi.
“In questa vicenda – ha concluso l’assessore Tommasi – è mancata la mediazione della politica ci auguriamo che dopo l’incontro di oggi si possa istaurare un’ interlocuzione proficua che ci permetta di rispondere positivamente alle molteplici istanze provenienti da più parti”.

Presidente Oliverio. “Agire per tempo sull’emergenza depurazione”

04/01 ''La depurazione e' una grande emergenza in Calabria e credo che sulla questione bisogna lanciare un vero e proprio grido d' allarme. Abbiamo bisogno di partire subito, ora che siamo a gennaio perche' la prossima stagione estiva non si ripresenti come quella passata o l' altra ancora''. Lo ha detto Mario Oliverio, presidente della Provincia di Cosenza a margine di un incontro promosso dall' Upi a Catanzaro sulla problematica del trasferimento delle deleghe. ''Abbiamo bisogno - ha aggiunto Oliverio - di mettere a punto un sistema regionale organico di interventi superando la confusione. Oggi abbiamo diversi soggetti che hanno competenza e che determinano un gioco di scarico di responsabilita'. Quel che serve e' un soggetto unico per questo abbiamo chiesto unitariamente al presidente della Giunta regionale, Agazio Loiero, di sollecitare al Governo nazionale il conferimento al presidente della Giunta regionale poteri straordnari in materia di depurazione''. Per Oliverio il presidente della Regione ''potra' cosi' decidere quindi di nominare cinque subcommissari uno per ogni provincia affinche', nell' ambito di un programma organico con risorse certe, si possa finalmente lavorare in modo sinergico per dare alla Calabria un sistema di depurazione efficiente. Tutto cio' - ha concluso - per uscire da questa situazione di grave crisi, rispondendo a quelli che sono gli interessi della nostra regione che nel mare una grande risorse da sapere utilizzare''.

Zumbo (CGIL) “La Regione risolva la vertenza sul ciclo integrato delle acque”

03/01 “La Giunta Regionale deve affrontare con urgenza e in termini risolutivi la vertenza sul Ciclo Integrato delle Acque per dare soluzione ai problemi del lavoro, garantendo la certezza sulla continuità del rapporto di lavoro a tutti i lavoratori impegnati nel settore e il pagamento dei salari alla scadenza naturale”. E' quanto sostiene in una nota il segretario regionale della Cgil, Nino Zumbo. “Inoltre –prosegue- per garantire ai cittadini calabresi la continuità dell’erogazione dell’acqua sia in termini di quantità che di qualità con tariffe proporzionate al reddito. E’ per questi obiettivi che la Regione Calabria dovrà recuperare la capacità di governance in questo primario e importante settore, realizzando il processo d’innovazione nella gestione del Ciclo Integrato delle Acque e portare il sistema a piena trasparenza e alla qualità totale. Occorre superare l’attuale situazione d’illegalità e di confusione gestionale che ha portato il sistema ad una fase emergenziale e in alcuni ATO al collasso della depurazione.
La gestione commissariale per lunghi anni ha provocato enormi disservizi con gravi danni all’ambiente per l’inquinamento di vaste aree del territorio Calabrese. Essa ha provocato gravi disagi e danni all’economia turistica e alla salute dei cittadini per il pesante inquinamento biologico delle acque, in particolare di quelle marine. Ancora, purtroppo, permangono tutti i rischi d’inquinamento ambientale e per intero i pesanti disagi a quasi tutti i lavoratori impegnati nell’attività di depurazione, soprattutto nell’ATO di Cosenza in quanto le maestranze sono costrette ad attuare continue azioni di mobilitazione e di lotta per scongiurare le minacce di licenziamento in atto da parte della SMECO che gestisce gli impianti di depurazione.
Lo sfascio generalizzato in cui si ritrova la depurazione calabrese richiede aiuti finanziari, oltre a quelli già previsti dalla Giunta regionale, che possono venire nell’immediato attraverso l’attuazione del decreto governativo “ Campania” che è stato esteso anche alla Calabria per l’accensione di mutui finalizzati all’estinzione dei debiti pregressi maturati dai comuni e per gli investimenti infrastrutturali con il totale utilizzo delle risorse dei Fondi Strutturali e in parte delle risorse per le aree sott’utilizzate.
Per il superamento di questa grave crisi della depurazione calabrese è necessario che gli ATO diventino compiutamente operativi sostituendo la gestione commissariale cessata formalmente il 31/12/2004. E’ fondamentale fare chiarezza su quest’aspetto importante perché il Commissario non ha già alcun potere d’intervento sugli ATO, i quali alla data attuale avrebbero dovuto attivare la gestione ordinaria. Occorre avere chiaro che ci troviamo di fronte ad una fase di stallo, di non governo, che rischia di protrarsi ulteriormente con gravi danni per l’intera collettività calabrese.
I circa settecento impianti di depurazione calabresi, per lo meno così si rileva dalle carte del Commissario, rischiano di subire un ulteriore degrado a causa dell’assenza di manutenzione e dell’abbandono della gestione che è affidata, nella maggior parte dei casi, esclusivamente alle ditte appaltatrici senza alcuna verifica sul funzionamento e sulla qualità della depurazione.

Aliquò nuovo direttore dell’Ente Parco del Pollino

03/01 Filippo Maria Aliquo', 43 anni, di Reggio Calabria, e' il nuovo direttore dell' Ente Parco Nazionale del Pollino. Lo ha reso noto lo stesso Ente con un comunicato. Aliquo' e' stato nominato con decreto del Ministro dell' Ambiente. Dottore in Scienze agrarie, Aliquo' vanta ruoli dirigenziali nel Consiglio dell' Ordine dei Dottori Agrari della Provincia di Reggio Calabria, una lunga militanza in associazioni ambientaliste e ruoli di consulenza presso l' Assessorato regionale della Calabria alla Forestazione nella precedente legislatura.

Ass. Tommasi: “Il Ministro tenta il colpo di mano con il decreto delegato”

30/12 ''I dati tecnici e le emergenze ci segnalano un 2005 fortemente critico per l'equilibrio dell'ecosistema, ma quello che preoccupa di piu' e' la volonta' politica del Governo di aumentare il caos normativo con un mega-decreto delegato di 318 articoli e 420 pagine di allegati, in modo da accentrare il potere nazionale delle decisioni, che sempre piu' arriveranno calate dall'alto sulla testa dei cittadini''. E' quanto afferma il coordinatore nazionale degli assessori regionali all'ambiente, Diego Tommasi. Per l'assessore all'ambiente della Regione Calabria la disgregazione della tutela ambientale avvenuta nel 2005 e' il risultato perseguito con determinazione dal Governo in quasi cinque anni di continue modifiche di leggi e regolamenti, che invece di chiarire cio' che era utile e poco definito hanno puntato ad aumentare la confusione (sia in materie come i rifiuti con la legge 178/2002 che sulla divisione delle competenze con gli Enti locali). ''Il risultato afferma Tommasi- e' disastroso, ma funzionale alla politica di Matteoli, che adesso puo' dire che le cose non funzionano e si deve cambiare tutto, in modo spiccio e sbrigativo, senza nessuna concertazione e senza chiacchere'' Intanto - secondo Tommasi - il 2005 registra ''un'allarmante situazione: il 7% in piu' delle coste marine ha subito profonde ferite (dall'inquinamento delle acque all'abusivismo edilizio, dall'erosione all'abbandono dei servizi di pulizia), mentre in citta' l'aria che respiriamo e' sempre piu' sporca (polveri sottili, anidride carbonica), cosi' come per le grandi opere si vuole occupare il territorio senza il consenso delle popolazioni che vi abitano (Tav in Val di Susa, Ponte sullo stretto di Messina ) oppure restano insoluti i gravi problemi dei siti di smaltimento dei rifiuti radioattivi. E poi ci sono i commissariamenti, voluti da Matteoli, per i Parchi Nazionali (funzionali solo alle clientele dei partiti di Governo ed ad aumentare i ricorsi di legittimita' alla Consulta) e per le gestioni regionali dei rifiuti e delle acque di scarico. Senza parlare della cementificazione selvaggia garantita prima dal condono edilizio ed in futuro dalla possibilita' di costruire impianti turistici direttamente sulle spiagge con l'effetto 'Las Vegas' voluto con questa legge finanziaria. In Europa, infine, hanno aperto 14 procedure di infrazione contro l Italia per la violazione delle norme sulla tutela ambientale''. Per il coordinatore nazionale del settore per le Regioni ''nel Governo nazionale si e' fatto di tutto per fare del 2005 la 'Caporetto' della tutela ambientale, per assottigliare le difese e sferrare nei prossimi giorni l'ultimo assalto per arrivare alla definitiva 'deregulation' per la gestione dei rifiuti, delle risorse idriche, delle bonifiche dei siti inquinati, della qualita' dell aria, delle procedure per il danno ambientale e di quelle della valutazione di impatto ambientale. Le Regioni - ha aggiunto Tommasi - sono state completamente escluse dalla concertazione preventiva sul Decreto legislativo di attuazione della legge delega 308/2002, in quanto il Ministro Matteoli non ha riconosciuto neppure il valore del protocollo di intesa che lui stesso aveva firmato, perdendo ogni affidabilita' istituzionale sul principio della leale collaborazione''. ''Questo modo di agire senza concertazione ha continuato Tommasi- ha spiazzato non solo noi, ma l'intero mondo delle associazioni ecologiste, tutti i sindacati confederali e gran parte delle associazioni degli imprenditori. Assieme ci stiamo attestando sulla 'linea del Piave' e siamo pronti alla controffensiva sia nel paese, che presso la Corte Costituzionale che in sede di Unione Europea per i conflitti che anche li' si apriranno sul testo del nuovo Decreto delegato''. Nonostante questo sconsolante panorama sulla difesa e la valorizzazione dei beni ambientali e paesaggistici, che dovrebbero diventare la risorsa economica compatibile per il rilancio dello sviluppo di gran parte del Mezzogiorno, la Regione Calabria ha deciso che il settore deve essere una priorita', con una virata a 360 grandi rispetto al passato, per rilanciare il mare pulito, l uso della montagna e la qualita' della vita in citta'. ''Noi, per quanto di competenza regionale, vogliamo essere un buon esempio di gestione delle risorse ambientali, per rispondere con i fatti all esproprio che sta progettando il Ministero dell ambiente. Pero' ha concluso Tommasi- serve convincere il Governo della necessita' di fare un gioco di squadra. A Roma hanno una grande responsabilita' sul Commissario per la gestione dell emergenza ambientale e devono capire che ci vogliono figure forti ed autorevoli per uscire presto da questa grave situazione di difficolta'''.

L’ass. Tommasi incontrerà i vertici GRTN per l’elettrodotto Feroleto-Rizziconi”

29/12 L' assessore alle Politiche dell' Ambiente, Diego Tommasi, e il dirigente generale del Dipartimento, Domenico Lemma, incontreranno il 5 gennaio a Catanzaro i vertici della Grtn e della Terna, la societa' interessata ai lavori di costruzione dell' elettrodotto ''Laino-Feroleto-Rizziconi''. Al centro dell' incontro le modalita' di costruzione dell' impianto in sicurezza e soprattutto la possibilita' di interramento dei cavi elettrici nelle zone a maggior carico antropico. ''E' necessario - ha detto l' assessore Tommasi - promuovere un incontro con i vertici della societa' alla quale e' demandata la costruzione dell' elettrodotto al fine di effettuare una ricognizione delle modalita' e delle scelte per garantire la salute dei cittadini e privilegiare metodologie di realizzazione che siano, anche secondo la normativa vigente in materia, le piu' adeguate a consentire il minor impatto ambientale''. ''L' interramento dei cavi dell' elettrodotto nelle aree a maggior carico antropico - ha aggiunto Tommasi - e' previsto nel Piano energetico ambientale regionale. Da qui la necessita' di tenere conto della volonta' espressa dal Consiglio regionale, ritenendo non piu' rinviabile tematiche che riguardano la salute dei cittadini''.

Comune di Bonifati: “Da soli nella difesa dell’ambiente”

29/12 ''L' Amministrazione comunale di Bonifati si e' adoperata sin dall' inizio del suo insediamento affinche' il suo operato fosse rivolto alla cura e al rispetto dell' ambiente''. E' quanto afferma in una dichiarazione Antonio Goffredi, sindaco di Bonifati, rispondendo agli ambientalisti del Tirreno cosentino che hanno lamentato scarso interesse da parte del Comune verso le questioni legate alla difesa dell' ambiente. ''Pur non senza sacrifici - prosegue Goffredi - l' Amministrazione si e' sobbarcata impegni economici per cercare di prevenire ogni intervento naturale, e purtroppo anche umano, che potesse pregiudicare l' ecosistema. Dispiace, pero', dover assistere ogni volta ad attacchi che portano solo polemiche inutili e senza senso. Dover addossare la colpa all' amministrazione comunale e' un copione gia' visto, ma che porta alla ribalta gli innumerevoli problemi con cui un ente pubblico e' costretto a confrontarsi ogni giorno''. ''Naturalmente - sottolinea ancora il sindaco di Bonifati - ad interventi naturali abbiamo risposto con celerita', come sta accadendo in questi giorni di gravi mareggiate che hanno interessato le condotte fognarie. Ma la stessa celerita' e lo stesso impegno non lo vediamo da parte degli enti sovracomunali, ben lontani dalle esigenze del territorio. La Regione, in primo luogo, che abbiamo investito immediatamente della difficolta' del momento, le Ferrovie e il Genio civile''.

La Regione lancia al sfida agli ecomostri.

27/12 Con il programma “Paesaggi & Identità” la Regione Calabria lancia la sfida agli ecomostri. L’attuazione di tale programma, con il quale l’assessorato regionale all’Urbanistica punta alla valorizzazione del paesaggio, da realizzare anche attraverso gli proposta interventi sui cosiddetti “ecomostri”, prevede il coinvolgimento delle Università calabresi e delle associazioni ambientaliste. Lo schema del progetto è stato deliberato dalla Giunta regionale nella seduta del 23 dicembre scorso e prevede l’affidamento all’Università Mediterranea di Reggio Calabria e all’Unical il compito di supportare dal punto di vista tecnico-scientifico il Dipartimento Urbanistica che, per la prima volta in Calabria, viene chiamato ad attuare in maniera organica una politica che si prefigge l’obiettivo di liberare il territorio, e principalmente le coste, dagli insediamenti abusivi che determinano una crescita edilizia abnorme e spesso inutilmente sovradimensionata. L’esecutivo ha disposto l’impegno di spesa di 200.000 euro, che, in questa prima fase, verranno utilizzati per realizzare una prima mappatura e un prima rilevazione degli “ecomostri”. Il dipartimento Urbanistica, vista la portata straordinaria della nuova iniziativa a cui sta lavorando l’assessorato guidato da Michelangelo Tripodi, per affrontare in maniera completa i tanti risvolti amministrativi che scaturiranno si avvarrà, inoltre, del supporto di un gruppo tecnico di lavoro che, coordinato dirigente di settore, sarà composto anche da un rappresentante del dipartimento Ambiente e da uno del dipartimento Beni Culturali. Su proposta dell’assessore Tripodi, il gruppo tecnico avrà il compito di procedere alla redazione e implementazione del progetto che prevede la mappatura del territorio e la classificazione delle “emergenze negative”. La volontà della Giunta Loiero di praticare un approccio politico e amministrativo di tipo ampio e qualificato - per avviare i primi interventi nell’ambito di un impegno che sicuramente caratterizza la politica di cambiamento della Calabria condotta in questi mesi dall’esecutivo regionale - è confermata anche dalla decisione di demandare al dirigente generale del dipartimento Urbanistica la specifica e puntuale definizione di quanto necessario per dare attuazione alla delibera, anche attraverso la sottoscrizione di apposite convenzioni che prevedano il supporto tecnico-scientifico delle Università e delle associazioni di riferimento nazionale relativamente alle tematiche oggetto dell’intervento. “Il programma Paesaggi & Identità - ha affermato Michelangelo Tripodi - segna un punto alto della capacità dell’Assessorato di ideare, pianificare e coordinare azioni anche straordinarie per il governo del territorio di tipo nuovo che vogliamo promuovere. Esprimo grande soddisfazione per il varo, da parte della Giunta regionale, di questo procedimento amministrativo che, essendo volto anche alla prevenzione dell’abusivismo edilizio e della sua accettazione da parte dei cittadini, persegue evidenti finalità culturali e tende chiaramente a ripristinare in Calabria condizioni di rispetto della legalità”. “Incaricarsi di segnalare e progettare la futura rottamazione degli ecomostri - ha concluso l’assessore all’Urbanistica - significa liberare le coste dalle brutture che devastano l’ambiente e danneggiano l’immagine della regione, ed esaltare anche la funzione pedagogica della pubblica amministrazione, che per troppo tempo è stata condannata dai politici calabresi ad occuparsi solo dell’ordinaria amministrazione, senza nutrire l’ambizione di poter proporre ed attuare progetti di reale cambiamento della regione”.

Quattro impianti della Calabria ammessi alle tariffe incentivanti per l’energia rinnovabile

26/12 E' stato pubblicato dal Gestore del sistema elettrico l’elenco degli impianti fotovoltaici di potenza superiore ai 50 KW ammessi alle tariffe incentivanti previste per la promozione dell’energia rinnovabile. La potenza totale espressa dagli impianti ammessi ammonta a 26.089,875 kW. Le tariffe richieste dai Soggetti Responsabili degli impianti fotovoltaici erano comprese tra un valore minimo di 0,390 / kWh ed un massimo di 0,490 / kWh (corrispondente al valore massimo ammesso dal decreto 28 luglio 2005). Sono stati ammessi sette impianti delle Puglie localizzati a Bari, Rocchetta sant Antonio, Lecce, Molfetta, Modugno, Monopoli, San Severo, per una potenza totale di 5.671 kW. Sei sono invece gli impianti premiati della regione Sicilia, a Trapani, Enna, Caltanissetta, Acate, Belpasso, Ragusa, con una potenza totale di 3.522 kW. Gli impianti ammessi della Calabria sono quattro: a San Ferdinando, a Vibo Valentia, a Rende, a Spezzano Albanese per una potenza totale di 3.260 kW. Tre sono gli impianti toscani: a Massa marittima, a Pontassieve, a Arezzo, con una potenza totale di 2.984 kW. Tre anche gli impianti campani, a Castelnuovo Cilento, Bnevento, Laurino, con una potenza totale di 2.145 kW. Cinque gli impianti localizzzati nel Trentino Alto Adige per una potenza totale di 2.145 kW, tre situati a Bolzano, uno a Isera e uno a Merano. Due impianti sono romani, con una potenza pari a 1.990 kW. E uno solo l impianto ammesso in Sardegna, quello di Villacidro, potenza: 998 kW. La regione Marche ha accreditato 4 impianti due localizzati a San Benedetto del tronto e due a Monteprandone per una potenza totale di 727 kW. In Liguria e Friuli sono stati ammessi due impianti: uno a Berteggi con una potenza 499 kW e uno a Monfalcone con una potenza di 515 kW. Sono due gli impianti dell Emilia Romagna, uno a Bentivoglio e uno a Pastiglia con una potenza di 262 kW. Umbria, Basilicata, Lombardia e Veneto hanno visto 'premiati' solo un impianto ciascuna. A Gubbio, con una potenza di 200 kW, a Pomarico con una potenza di 150 kW, a Trezzo sull Adda con una potenza di 89 kW e a Abano terme, con una potenza di 85 kW.

Insediato il Comitato d’indirizzo dell’Arpacal

23/12 Si e' insediato, sotto la presidenza di Agazio Loiero, il Comitato d' indirizzo dell' Arpacal, l' organo di programmazione, verifica e controllo dello stesso ente. All' incontro erano presenti, oltre all' assessore all' Ambiente, Diego Tommasi, anche il vice presidente della Giunta, Nicola Adamo, e l' assessore alla salute, Doris Lo Moro, il presidente della Provincia di Vibo, Ottavio Bruni, in rappresentanza dell' Upi, i rappresentanti dell' Uncem e della sezione ambientalistica calabrese, i rappresentati sindacali Caparello (UIL) e Veraldi (CGIL) ed il commissario dell' Arpacal Domenico Lemma. Nel corso della riunione, e' stato riferito in un comunicato, e' stato approvato il conto consuntivo del bilancio 2004 ed e' stato espresso il parere sul bilancio provvisorio 2006, nonche' sull' avvio dei censimenti prevista dal Por-Calabria, misura 1.9. Il Comitato ha chiuso i lavori dando mandato a Tommasi di procedere alla verifica, soprattutto per quanto riguarda gli aspetti del personale. Si e' parlato della necessita' di un rinnovamento radicale dell' Arpacal e di un suo rilancio ai massimi livelli, diventando il braccio operativo dell' intero comparto, soprattutto in tema di matrici ambientali: area del suolo, rifiuti ed inquinamenti.

La Calabria non dispone di un’adeguata pianificazione energetica

21/12 In data 16 dicembre 2005, si è svolto a Cosenza, presso l’Università della Calabria, un convegno sulla fonte eolica e le nuove energie, con la partecipazione di responsabili politici e istituzionali di diversi partiti dell’Unione, competenze universitarie, associazioni, operatori economici e finanziari. Il dibattito ha messo in evidenza, in modo concorde, che a fronte dei problemi e delle opportunità rappresentate dalle due grandi sfide mondiali, salvaguardia climatica e mercato del petrolio/combustibili fossili, la Calabria non dispone né di una adeguata pianificazione energetica né dei necessari strumenti di intervento. La situazione regionale appare anzi destrutturata, con due conseguenze inaccettabili:
assalti al territorio, dovuti ad iniziative isolate, corrispondenti ad interessi ristretti , prive di coordinamento e di prospettiva ;
mancata attuazione delle potenzialità positive di sviluppo presenti nel Mezzogiorno e in particolare in Calabria , realizzabili invece a seguito di nuovi impegni programmati per l’efficienza, le fonti rinnovabili, la cogenerazione, le soluzioni distribuite, in accordo con il territorio .
Occorre ribaltare la situazione attuale. La chiave per il cambiamento necessario sta quindi nello stretto rapporto tra i nuovi contenuti prima accennati e la qualità dei procedimenti progettuali, programmatici e attuativi, fino alle decisioni e agli interventi realizzativi sul territorio. A questo scopo, l’esigenza prioritaria è di processi regionali e provinciali di programmazione energetico – ambientale, con carattere flessibile e aperto ai contributi di partecipazione e di proposta provenienti dal territorio. La funzione indispensabile del Comune, a tale proposito, va valorizzata all’interno di responsabilità e impostazioni di respiro sufficientemente ampio, a partire dalla necessità di un nuovo Piano Energetico Ambientale Calabria e dalle responsabilità delle Province, delle Comunità Montane, dei Consorzi di Comuni e dall’attività trasparente e partecipata della Conferenza dei Servizi. Il nuovo Piano dovrà affrontare esplicitamente una situazione regionale che vede la Calabria forte esportatrice di energia. La attuale produzione di energia elettrica, però, avviene in un quadro strategico tradizionale, basato sulla grande offerta elettrica, attraverso sistemi che – anche quando i rendimenti siano elevati – restano caratterizzati da basso valore aggiunto, basso effetto occupazionale e basso contributo allo sviluppo regionale. Occorre invece una nuova impostazione che valorizzi il carattere territoriale dei nuovi interventi - efficienza, fonti rinnovabili e cogenerazione -, che prevedono tutti un rilevante contenuto locale di attività di impresa e di lavoro, in quanto la spesa per i combustibili viene sostituita da quella per iniziative territoriali.
In questo nuovo quadro va considerata in modo specifico il potenziale dell’impegno eolico per la Calabria. Per il settore, che costituisce una opportunità immediata grazie alla diffuse condizioni di ventosità, l’attuale situazione di zero realizzazioni può essere trasformata in un fattore altamente positivo. Si possono infatti evitare le situazioni negative presenti in altre regioni meridionali e si può partire, fin dal principio, con un progetto di qualità, a livello regionale, provinciale e territoriale. In una situazione eccedentaria sulle energie tradizionali, occorre dunque affermare operativamente il nesso tra le nuove soluzioni energetiche e lo sviluppo regionale e locale in accordo con l’ambiente. L’esigenza di minimizzare gli impatti, in particolare quelli paesaggistici, dovrà quindi costituire una priorità, attuabile secondo percorsi sui quali il Convegno ha fornito informazioni ed esempi positivi. La qualità del procedimento realizzativo, in condizioni di coinvolgimento diretto delle popolazioni e degli interessi locali, è emersa dal dibattito come quel fattore decisivo che potrà produrre anche risultati quantitativi rilevanti, confrontabili con quelli di altre regioni mediterranee, ad esempio regioni montuose della Spagna, con positivi effetti occupazionali, direttamente dipendenti dal grado di realizzazione locale della filiera complessiva.
A sua volta, l’intervento sull’aumento di efficienza negli usi finali dell’energia, in accordo con le Direttive Europee, va visto come una concreta opportunità per l’utenza familiare e le Piccole e Medie Imprese, che, disponendo di apparecchiature più avanzate di consumo, potranno diminuire le spese per il loro bilancio energetico. E’ questo il senso dell’impegno concordato dalle PMI nazionali con il loro progetto“ Energia Intelligente per le PMI” avviato a Roma il 14 giugno 2005.
L’Amministrazione Pubblica dovrà dare il buon esempio adottando standard ambientali per i propri acquisti ( GPP, “ green public procurement”). Un ulteriore contributo immediato potrà venire dalla diffusione, in condizioni di certificazione di qualità, dei pannelli solari termici a bassa temperatura.
La nuova programmazione dovrà anche dotarsi di capacità di intervento oggi non disponibili, tra cui alcuni esempi sono:
una agenzia operativa regionale, a proprietà pubblica- privata, con maggioranza pubblica, che si ponga sia come struttura progettuale sia come capofila realizzativo della nuova programmazione;
un osservatorio , ad ampia partecipazione, che permetta a tutti i soggetti interessati, istituzioni locali, associazioni, imprese, sindacati, competenze universitarie e di ricerca, di portare il loro contributo di esigenze e proposte sui contenuti e i procedimenti, garantendo trasparenza, informazione e rapporto con la popolazione;
un fondo per gli interventi innovativi energetico-ambientali, collegato al finanziamento tramite terzi, in grado di sostenere la loro corretta realizzazione;
un sistema regionale integrato di capacità di ricerca, diffusione tecnologica e formazione professionale, collegato alle capacità nazionali.
Le opportunità relative alle nuove energie devono considerarsi strategicamente sostitutive di quelle tradizionali, in modo che, a livello nazionale, sia possibile diminuire i consumi fossili e le emissioni serra. A questo obiettivo dovranno contribuire tutti i livelli istituzionali calabresi, le capacità imprenditoriali interessate e gli stessi cittadini. In questo quadro, sarà indispensabile un rapporto di reciproca cooperazione con un Governo nazionale che sia impegnato sulla strategia del Protocollo di Kyoto.
Di conseguenza, si rende ancora più attuale la battaglia per il successo dell’Unione nelle elezioni politiche.
Il candidato alla Presidenza del consiglio, Romano Prodi, ha scritto infatti:
“Nel processo globale di transizione che stiamo vivendo, appare decisivo che l’attuale sistema energetico mondiale si avvii da subito verso un cambiamento radicale. Si deve cambiare non solo perché le fonti tradizionali, da cui dipende in modo preponderante il sistema energetico attuale, sono destinate ad esaurirsi e ad essere comunque troppo costose e strategicamente poco affidabili, ma perché finiremmo presto per non avere abbastanza aria, terra o mare dove scaricare le scorie solide,liquide o gassose.
Possiamo - e certamente dobbiamo - impegnarci anche a rendere efficienti le nostre centrali, le nostre industrie, i nostri trasporti, le nostre città e le nostre case, ma la spinta a raggiungere
i livelli di consumo ‘occidentali’ da parte di miliardi di persone dall’Asia al Sud America e, speriamo, anche dall’Africa, renderà l’attuale ricorso alle fonti ‘fossili’ assolutamente
insostenibile per l’ambiente in un futuro non troppo remoto.
Il mondo è di fronte alla sfida di una nuova, gigantesca rivoluzione industriale e abbiamo
bisogno di uno sviluppo di qualità, per il quale il rispetto dell’ambiente non debba essere considerato un vincolo bensì un’opportunità ed una risorsa.
Anche noi possiamo e vogliamo partecipare a questa fase di nuovo sviluppo.
Abbiamo bisogno tanto di energia a basso costo quanto di un sistema energetico rinnovato.
E vogliamo anche che l’industria italiana possa beneficiare di stimoli verso produzioni destinate al nascente mercato globale dell’energia…
…Necessità di un grande sforzo per accelerare l’utilizzo delle energie rinnovabili; avviare la transizione, nella produzione di energia elettrica, dai grandi impianti a quelli più piccoli distribuiti sul territorio; promuovere la produzione di idrogeno… ridurre l’effetto serra”. (lettera di Romano Prodi al convegno di Roma, in data 17 dicembre 2005 organizzato dal gruppo “Ambiente, Infrastrutture e Territorio”, con la partecipazione dei partiti dell’Unione, finalizzato a contribuire al programma elettorale).
IL FORUM ENERGETICO AMBIENTALE CALABRIA
Per contribuire ad un nuovo protagonismo calabrese, rispetto ad un mondo caratterizzato da una gravissima crisi degli equilibri climatici e ad un quadro culturale, politico e programmatico di sviluppo sostenibile già in movimento in Italia, il dibattito ha riconosciuto, in modo concorde, la necessità di creazione immediata di una struttura politica, a larga partecipazione, che svolga funzioni di approfondimento, proposta, rapporto attivo con le istituzioni, l’imprenditoria e la popolazione, che può chiamarsi Forum Energetico-Ambientale Calabria.
Sono invitati a partecipare al forum i soggetti interessati, a cominciare da quelli partecipanti al Convegno, partiti politici e responsabili istituzionali dell’Unione, associazioni, imprenditori, sindacati, esperti universitari e di ricerca, banche ed Esco.
La funzione del Forum, fin dall’avvio, sarà di rapporto propositivo con la Regione, le Province, con l’Anci e l’Uncem.
Efficienza, eolico e altre fonti rinnovabili, co-generazione diffusa, riduzione delle emissioni serra, creazione di innovative attività produttive, agro- energetiche e nel settore dei servizi, valorizzazione di territori oggi emarginati, conseguente creazione di occupazione legata alle energie territoriali,
costituiscono nell’insieme una delle grandi scelte strategiche per lo sviluppo sostenibile della Calabria e per un suo ruolo rilevante in ambito non solo nazionale, ma anche europeo e mediterraneo.

Esposto di fare Verde contro un traliccio ubicato in un condominio di Acquaformosa

20/12 “Nel corso della nostra presa di posizione sulla vicenda del Liceo Scientifico di Acri, avevamo sollevato la necessità, successivamente ripresa da esponenti politici, di effettuare un censimento sul territorio della Provincia di Cosenza al fine di individuare tutte le situazioni di rischio per la salute dei cittadini costretti a convivere quotidianamente con elettrodotti pericolosamente vicini alle proprie abitazioni. Fare Verde ha presentato un esposto-denuncia alla Procura della Repubblica di Castrovillari circa una palazzina adibita ad abitazione popolare che nel suo cortile, a pochi metri dalle mura perimetrali, “ospita” un traliccio dell’alta tensione al fine di individuare le eventuali inosservanze di Legge e perseguire gli eventuali responsabili”. E’ quanto dichiara il Presidente Provinciale dell’associazione ambientalista Fare Verde di Cosenza, Francesco Pacienza, che ha presentato l’esposto sull’anomalo caso di inquinamento elettromagnetico. “Secondo l’art. 8 comma 6 della Legge quadro 36/2002, prosegue Pacienza: “I comuni possono adottare un regolamento per assicurare il corretto insediamento urbanistico e territoriale degli impianti e minimizzare l’esposizione della popolazione ai campi elettromagnetici”. Fare Verde si chiede perché le Amministrazioni comunali che si sono succedute alla guida di Acquaformosa non si siano fatte parte attiva per la bonifica, mediante interramento dei cavi o spostamento del traliccio, del sito al fine di tutelare la salute dei propri cittadini tra cui bambini. Il principio di precauzione e cautela, fortemente invocato dalle normative Europee, dovrebbe essere sempre adottato ogni qualvolta ci si trova davanti a situazioni di potenziale e possibile pericolo per la salute pubblica ma che puntualmente viene sistematicamente disatteso ed inapplicato. La presenza del traliccio è precedente alla costruzione della palazzina da parte dell’ATERP ma, nonostante la Legge preveda l’adozione di regolamenti al fine di determinare le distanze di rispetto dagli elettrodotti e l’applicazione di misure idonee a tutelare e garantire la salute dei cittadini attraverso la riduzione dell’esposizione degli stessi ai campi elettromagnetici, è stata ugualmente concessa concessione edilizia per la sua costruzione”.

Workshop sui rifiuti promosso dall’Arpacal. Bertolaso: "In Calabria sitauzione preoccupante"

19/12 ''La Regione ha in programma di sensibilizzare l'opinione pubblica sulle diverse tematiche ambientali, coinvolgendo con diversi progetti sia i giovani che gli adulti in programmi di educazione ambientale''. Lo ha detto Diego Tommasi, assessore regionale all' Ambiente aprendo stamani a Catanzaro i lavori di un workshop sui rifiuti promosso dell' Agenzia regionale per la protezione ambientale (Arpacal). ''Questo incontro - ha aggiunto Tommasi - cade in un momento storico in cui le Regioni italiane stanno contestando il testo unico sull' Ambiente che il Governo nazionale ha emanato recentemente e che vedrebbe l'intera materia tornare indietro di trenta anni''. Il workshop, al quale stanno partecipando rappresentanti delle agenzie regionali per la protezione dell'ambiente del meridione d'Italia e di enti locali calabresi, costituisce un momento di confronto tra gli operatori delle istituzioni locali del settore rifiuti e le Arpa sulle attivita' del Centro Tematico nazionale rifiuti e Flussi di materiale (Ctn-rfm). ''L' evento di oggi - ha spiegato il commissario dell' Arpacal, Domenico Lemma - interessa tutte le regioni del centro-sud, mentre un evento gemello e' stato organizzato la scorsa settimana per le regioni del centro-nord a Genova. Dai lavori di questo Ctn si attendono prodotti e linee guida anche in ottica di sviluppo del settore nel futuro''. I Centri tematici nazionali, e' stato spiegato nel corso dell' iniziativa, sono gruppi di lavoro istituiti nel 1998 per iniziativa dell' Anpa (oggi Apat), con l' intento di realizzare e gestire il sistema informativo nazionale e dei controlli ambientali, in ossequio alle normative provenienti dall' Unione Europea. Il Ctn-Rfm, si occupa di fornire un supporto tecnico - scientifico all' Apat in materia di rifiuti, in particolare sulle metodologie di raccolta e gestione dei dati, trattamento e diffusione delle informazioni e sulle attivita' inerenti i controlli e monitoraggi ambientali. Le tematiche affrontate nel corso del workshop di Catanzaro, infatti, riguardano attivita', prodotti e linee guida sviluppate negli ultimi anni dal Ctn-Rfm.
Per il responsabile della Protezione civile Guido Bertolaso la situazione rifiuti in Calabria e' ''molto preoccupante e richiedera' un impegno straordinario''. Bertolaso ha incontrato i giornalisti a margine di un convegno sulla raccolta differenziata in Campania ed ha detto che: ''Si aprono nuovi fronti in altre regioni come la Calabria''. ''Abbiamo forti preoccupazioni per la gestione rifiuti in Calabria, temo che la Protezione civile nei prossimi mesi si dovra' impegnare per risolvere una situazione che si sta allargando a macchia d'olio''. ''Cercheremo di mettere in pratica iniziative per risolvere il problema ma intanto ci aspettiamo aiuto anche dal Parlamento''. Bertolaso ha ricordato che domani torna in aula il decreto sulla gestione dei rifiuti. ''Ho letto dichiarazioni contrastanti, ma mi auguro che siano solo polemiche politiche e che ci sia senso di responsabilita' in Parlamento''. Questo decreto legge - ha concluso - dovrebbe risolvere l'emergenza dei rifiuti in Campania. Se i parlamentari lo capiscono spero che lo condividano. Altrimenti la Protezione civile fara' un passo indietro. Questo non e' il momento delle polemiche, e' il momento di rimboccarsi le maniche''.

Fresca: “L’alta velocità provocherà danni anche in Calabria”

18/12 Quanto sta accadendo in questi giorni in Val di Susa potrebbe trasferirsi al Sud potrebbe verificarsi anche in Calabria in previsione dei lavori per l' alta velocita' ferroviaria che dovrebbe interessare i 455 km della direttrice da Napoli a Reggio Calabria ovvero la tratta tirrenica calabrese attraverso un programma di ammodernamento tecnologico e potenziamento''. A sostenerlo e' stata Giulia Fresca, presidente regionale dell' Associazione italiana donne ingegneri e architetti. ''Indubbiamente - ha sostenuto Fresca - la realizzazione della tratta ferroviaria ad Alta velocita' ed alta capacita' (Av/Ac) sarebbe un fattore positivo per la Calabria, se non fosse per alcuni problemi che purtroppo vengono sottaciuti: il primo e piu' grave e' l' utilizzo della linea ferrata esistente attraverso l' adattamento alle nuove esigenze progettuali, il che decretera' la morte naturale delle nostre coste e del paesaggio costiero calabrese nonche' creera' notevoli danni alle popolazioni residenti nei territori interessati. La realizzazione dell' Av/Ac comportera' l' utilizzo di barriere acustiche e di sicurezza dal notevole impatto ambientale nonche' danni che possono essere compensati gia' durante la cantierizzazione: compromissione e distruzione delle falde acquifere, dissesto idrogeologico conseguente all' apertura di nuove cave e cantieri, inquinamento acustico, inquinamento elettromagnetico. Inoltre durante la cantierizzazione gli abitanti dovranno subire l' aumento di polveri, rumore, smog, la distruzione di verde, scuole e case, abbattute per far posto all' allargamento della linea, oltre al fatto che i lavori procederanno a ciclo continuo. L' incremento della linea comportera' un consistente aumento dell' inquinamento elettromagnetico: l' attuale voltaggio di 3.000 volt in corrente continua verra' trasformata in 25.000 volt in corrente alternata, che gia' da anni e' stata definita dall'Istituto superiore di sanita' un probabile cancerogeno, mettendo quindi a repentaglio la salute della popolazione nelle zone circostanti al percorso, del personale viaggiante e dei passeggeri''. ''Le sollecitazioni indotte dal passaggio dei treni - ha proseguito Fresca - comporteranno inevitabilmente rischi alle costruzioni esistenti mettendone a repentaglio la sicurezza fino al punto da richiederne la distruzione e l' allontanamento degli abitanti. Inoltre, anche se si e' tentata l' apparente esternalizzazione degli oneri a carico dello Stato su Infrastrutture Spa-Ispa, la Corte dei Conti rileva, nella sua relazione del gennaio 2004, che ci saranno al 2009 pesanti ripercussioni sui conti pubblici perche' e' previsto che a quella data 'lo Stato intervenga con somme considerevoli per integrare l' onere per il servizio del debito nei confronti di Infrastrutture SpA'. L' Alta velocita', quindi sara' finanziata interamente dallo Stato con evidenti tagli ad altri servizi pubblici ed i costi si riverseranno sugli elevati costi dei biglietti facendo si' che continui a prevalere il trasporto su gomma''. ''La Calabria, insomma - ha concluso Fresca - non ha bisogno dei treni Av/Ac a queste condizioni. Le Donne ingegneri ed architetti di Calabria sottoporranno alla Regione ed a Rfi uno studio per un percorso alternativo che tuteli il territorio, le coste, gli abitati e soprattutto sia realmente efficiente ed efficace per lo sviluppo della nostra regione''.

Epifani (CGIL) “Prima del Ponte sullo Stretto serve completare la A3 e le ferrovie”

17/12 ''Oggi bisogna fare prima altre opere e poi il ponte sullo Stretto. Il ponte e' uno strumento moderno di collegamento, ma prima bisognerebbe fare quello che renderebbe il ponte ancora piu' utile''. Lo ha detto il segretario generale della Cgil, Guglielmo Epifani, parlando con i giornalisti a margine degli Stati Generali del Mezzogiorno in corso a Reggio Calabria. ''Se il ponte - ha aggiunto Epifani - collega due deserti dove non arrivano i treni, dove non si fanno investimenti sulle strade e sulle intermodalita', allora il ponte diventa un' opera cosi'. Se invece si completasse l' autostrada Salerno-Reggio, l' alta velocita' ferroviaria sino a Reggio Calabria e da Messina ripartisse un sistema di reti, in particolare ferroviarie, allora si'che il ponte collegherebbe delle realta' del trasporto molto moderne''.

I presidenti dei Consigli regionali chiedono al Governo di ritirare il Decreto Unificato

16/12 La Conferenza dei Presidenti dei Consigli Regionali e delle Province Autonome, riunita oggi a Reggio Calabria, ha approvato all' unanimita' un documento nel quale si chiede ''che il Decreto Unificato 'Norme in materia ambientale' non venga approvato''. L' iniziativa era stata proposta dal presidente del Consiglio regionale della Basilicata, Filippo Bubbico (Ds). Lo schema di decreto, approvato dal governo ed attualmente all' esame del Parlamento, raccoglie in un testo unico tutta la normativa in campo ambientale. ''Il decreto - ha spiegato Bubbico - introduce modifiche sostanziali alla legislazione vigente, senza riuscire a proporre un impianto normativo organico e coerente con l' assetto istituzionale del Paese e con la legislazione comunitaria emanata nell' ultimo decennio. Le modifiche proposte stravolgono le competenze attuali, creano un dirompente impatto sul territorio, indeboliscono le politiche ambientali del Paese, generano una pericolosa involuzione delle attivita' delle Regioni e degli Enti locali in campo ambientale''. Nel documento approvato dalla Conferenza dei presidenti del Consigli regionali si afferma che il decreto del governo presenta ''profili di incostituzionalita' ed illegittimita''' ed ''eccesso di potere da parte del Governo''. ''Il Governo - ha detto Bubbico - ha redatto un vero e proprio T.U. innovativo, apportando delle modifiche sostanziali alla disciplina vigente nelle materie trattate ed intervenendo addirittura nel riparto di competenze tra Stato e Regioni, oltre che sulla natura, struttura e funzioni di istituzioni ed organismi''. I presidenti dei Consigli regionali denunciano ''l' inosservanza delle direttive comunitarie in materia ambientale gia' recepite o in corso di recepimento'', ed evidenziano il pericolo di ''ripercussioni nella gestione delle fasi di allertamento e di emergenza proprie della Protezione Civile, per via della centralizzazione delle competenze in materia di rischio idrogeologico ed idraulico''. La Conferenza ha espresso un giudizio positivo sul lavoro del Dipartimento nazionale della Protezione civile, ''che negli ultimi anni ha garantito certezza di risposte e prontezza negli interventi''.

Pacienza e Corbelli si scagliano contro l’elettrodotto

15/12 “L’Amministrazione Provinciale di Cosenza ha disposto la chiusura del Liceo Scientifico di Acri in seguito alle manifestazioni degli studenti ed alle problematiche che Fare Verde aveva sollevato circa la vicinanza della scuola stessa ad un elettrodotto da 220 Kv preesistente”. E’ quanto afferma in una nota il Presidente Provinciale FV di Cosenza, Francesco Pacienza, che torna sul problema dell’elettrodotto ceh attraversa la Calabria e che passa vicino al Liceo Scientifico di Acri. “Secondo l’art. 8 comma 6 della Legge quadro 36/2002- spiega nella nota Pacienza- : “I comuni possono adottare un regolamento per assicurare il corretto insediamento urbanistico e territoriale degli impianti e minimizzare l’esposizione della popolazione ai campi elettromagnetici”.
Perché il Comune di Acri non ha adottato nessuna delle misure previste dalla Legge? Come mai l’Amministrazione Provinciale di Cosenza ha acconsentito che il Liceo Scientifico venisse a trovarsi a ridosso di un elettrodotto e non abbia mai verificato la conformità alle disposizioni di Legge di tale fabbricato?
Un modo per difendersi dalle esposizioni ai campi, al fine di minimizzare le esposizioni, è rispettare il Principio di Precauzione ma tale principio, in questo caso, è stato omesso da chi ha concesso le autorizzazioni.
Fare Verde chiede che vengano accertate le responsabilità passate e presenti che hanno permesso che una serie di palazzine adibite a civile abitazione, e successivamente una di loro adibita a scuola, sorgessero a ridosso dei tralicci di un elettrodotto di potenza superiore ai 150 Kv senza che si applicasse, anzi palesemente violata, la normativa a riguardo delle distanze di rispetto al fine di tutelare la salute pubblica degli abitanti delle palazzine e degli studenti del Liceo.
La tutela della salute pubblica, principio solennemente sancito dalla Costituzione Italiana, è stato palesemente violato da chi avrebbe dovuto adottare ogni sua prerogativa per la sua piena applicazione.
Situazioni analoghe ad Acri sono, purtroppo, presenti in molti Comuni della provincia di Cosenza. Fare Verde invita gli organi di controllo (ASL e ARPACAL) a censire tali siti ed adoperarsi alla messa in sicurezza degli stessi”.
E in sintonia con quanto afferma Pacienza c’è il consigliere provinciale e coordinatore di Diritti Civili, Franco Corbelli, che denuncia, in una sua dichiarazione ''il grave rischio per la salute provocato dall' elettrodotto Laino-Rizziconi per le popolazioni dei centri attraversati dai fili dell' alta tensione'' ed ha invitato la ''gente di Calabria alla rivolta pacifica, civile e democratica, come si sta facendo per la Alta velocita' in Val di Susa, per bloccare questo impianto-mostro''. Corbelli ha anche sostenuto ''come sia solo e sempre la Calabria ad essere penalizzata e discriminata perche', nella fattispecie, pur essendo piu' che autosufficiente per il fabbisogno di energia elettrica, viene scelta per la costruzione di questo pericoloso mega impianto ad alta tensione. Mentre in tante altre regioni le proteste dei cittadini hanno di fatto bloccato la costruzione di megastrutture pericolose per la salute solo in Calabria non si tiene conto delle civili e contenute proteste dei cittadini''. ''Per questo - ha proseguito Corbelli - occorre finalmente una risposta forte, con una mobilitazione straordinaria del popolo calabrese. Vogliono fare della Calabria la pattumiera d' Italia. Una regione buona per buttarci e costruirci tutto quello che nessuno altro vuole. Terra di 'ndrangheta e diritti violati, anzi calpestati. Una regione abbandonata al suo destino, oltre che dal Governo nazionale anche dai partiti e dai leader dell' opposizione del centrosinistra, pronti, invece, a scendere in piazza e sostenere le battaglie contro la Tav, contro gli impianti dei rifiuti e quelli nucleari''.

Dei veri colabrodo le reti idriche italiane. Il 40% ella popolazione non beve l’acqua dal rubinetto.

14/12 Italiani spreconi in fatto di acqua ma anche snob nei confronti del rubinetto. Il 40% non beve l' acqua del servizio pubblico e preferisce la minerale. Alla Sardegna il primato della sfiducia: solo il 19% si disseta con la rete idrica nazionale. Intanto gli acquedotti continuano a fare acqua con il 40% di perdite mentre un italiano su 4 e' senza depuratori con il primato della Sicilia ma il 96% puo' contare sul servizio idrico e l' 83,6% dispone di fognature. La tariffa in Italia invece resta sempre la piu' bassa d'Europa a fronte di investimenti di risanamento valutati in circa 38.250 miliardi di euro. Questa la fotografia dell'Italia dell'acqua potabile scattata nella Relazione al Parlamento sullo stato dei servizi idrici nel 2004 presentata a Roma dal Presidente del Comitato per la Vigilanza sull'uso delle Risorse Idriche, Ettore d'Elia, alla presenza del Ministro dell'Ambiente, Altero Matteoli. ''Stiamo lavorando per ottenere un servizio efficiente ed efficace - ha detto il ministro Matteoli - la strada pero' non e' facile, siamo ancora di fronte a una frammentazione del servizio, a gestioni poco efficienti e trasparenti, a infrastrutture obsolete, a reti colabrodo che perdono fino al 40% dell'acqua trasportata''. Secondo Matteoli occorre ''approfondire gli aspetti culturali. Le norme - ha sottolineato - aiutano ma bisogna coinvolgere i cittadini a un uso diverso per far capire che l'acqua e' un bene di tutti e tutti dobbiamo contribuire a non sprecarla e a preservarla per le generazioni future''. La Relazione e' composta da cinque capitoli su contesto fisico e macroeconomico del settore; stato di attuazione della Legge n. 36/1994, la cosiddetta ''Galli''; investimenti e tariffe; affidamenti e gestione del servizio; attivita' del Comitato. ''Molto c'e' ancora da fare, specie per completare ed aggiornare i Piani d'Ambito e per regolarizzare gli affidamenti delle gestioni secondo la normativa europea'', ha dichiarato il Presidente d'Elia. Ecco nel dettaglio il pianeta acqua in Italia:
SERVIZIO: Il servizio di acquedotto copre mediamente il 96% della popolazione, ma sotto questa media si collocano la Toscana con il 92%, il Friuli-Venezia Giulia con il 94,2%, la Sicilia con il 94,4%, il Veneto con il 92,2%. Per il servizio di fognatura la percentuale di copertura scende ad un valore medio dell'83,6% con ben otto Regioni (Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Liguria, Marche, Campania, Puglia, Sicilia, Sardegna) al di sotto della media; ancora piu' bassa la copertura del servizio di depurazione, per il valore medio scende infatti al 74,8% con una punta minima del 49% rilevata in Sicilia.
DOTAZIONE: La dotazione idrica prevista dalle Autorita' di Ambito, a livello nazionale, e' 286 litri per abitante al giorno mentre il consumo medio in alcune delle principali citta' italiane e' di 213 litri per abitante al giorno.
TARIFFE: La tariffa media rilevata per l'intero Servizio Idrico Integrato e' pari a 0,90/1000 litri con un valore minimo a Milano ( 0,47) e massimo a Livorno con un prezzo di ( 1,40).
STATO ATTUAZIONE LEGGE GALLI: Al 31 dicembre 2004 erano insediate 87 Autorita' d'Ambito nei 91 ATO (Ambiti Territoriali Ottimali) delimitati dalle Regioni, che interessano il 97% della popolazione nazionale. Le Autorita' non sono ancora insediate in quattro ATO (uno in Piemonte e tre in Friuli Venezia Giulia). Per quanto riguarda i Piani d'Ambito, la ricognizione sullo stato delle infrastrutture, presupposto per la redazione dei Piani, e' stata ultimata in 84 ATO e che solo 66 hanno approntato e approvato il Piano d'Ambito.
INFRASTRUTTURE: Dai dati ricavati dall'analisi dei Piani d' Ambito, risulta che la rete totale di acquedotto nell'intero Paese ha un'estensione di circa 291.900 km, quella di fognatura di circa 131.000 km e sono presenti ben 14.360 impianti di depurazione. Viene pero' segnalato che ''le reti appaiono in situazione alquanto precaria sia per l'epoca della loro realizzazione sia per lo stato d'uso''.
AFFIDAMENTO DEL SERVIZIO IDRICO INTEGRATO: Gli affidamenti ad oggi realizzati interessano 47 ATO su un totale di 91 nei quali e' insediato circa il 60% della popolazione nazionale residente. Tutti gli ATO ricadenti in 6 Regioni su 19 (Toscana, Umbria, Abruzzo, Puglia, Basilicata, Sardegna), hanno concluso, pur se solo formalmente, l'iter attuativo della riforma dei servizi idrici.
INVESTIMENTI: relativamente alla gestione dei servizi idrici nel 2004 emerge che i ricavi da tariffa sono stati 2.432.611.640 di euro; i costi operativi 2.162.860.000 euro; gli investimenti totali 850.060.470; la quota parte di investimenti realizzati con finanziamenti pubblici 216.859.900 euro.
Questi i valori per ogni regione dei volumi idrici captati rispetto a quelli realmente fatturati. Dai dati emergono perdite di fatturazione di circa il 40%. I valori sono espressi in milioni di metri cubi (Fonte: Relazione al Parlamento sullo stato dei servizi idrici nel 2004):

Regione

Volume

captato

Volume

fatturato

Vol. fatturato

su vol. captato

 

mln mc

mln mc

%

Piemonte

522,57

367,17

70,3

Valle d'Aosta

23,51

12,72

54,1

Lombardia

1.367,61

1.075,86

78,7

Veneto

400,26

272,04

68

F. V. Giulia

210,9

146,3

69,4

Liguria

215,14

119,48

55,5

Emilia Romagna

496,92

359,68

72,4

Toscana

396,76

210,51

53,1

Umbria

86,44

49,84

57,7

Marche

178,05

120,53

67,7

Lazio

908,11

521,26

57,4

Abruzzo

263,77

136,05

51,6

Molise

n.d.

n.d

n.d

Campania

691,86

321,76

46,5

Puglia

540,37

237,63

44

Basilicata

117

40,5

34,2

Calabria

254,77

109,88

43,1

Sicilia

612,9

336,97

55

Sardegna

292,9

103,5

35,3

Totale

7.579,83

4.541,23

59,9

 

Per Calabria, Puglia e Sicilia incentivi per l’uso dell’energia solare

14/12 Il Sud trovera' nuova energia sfruttando i raggi del sole. Secondo i dati rilasciati oggi dal Gestore del sistema elettrico (GRTN) saranno infatti Puglia, Sicilia e Calabria a sfruttare di piu' gli incentivi sul fotovoltaico messi a disposizione con il decreto del Ministero delle attivita' produttive e dell'Ambiente, del 28 luglio 2005. A livello nazionale, sono 43 in totale, tra le 78 domande complessive pervenute, gli impianti superiori a 50 MW risultati idonei e ammessi all'incentivazione. La Puglia e' risultata la regione con il maggior numero di impianti superiori a 50 kW ammessi all'incentivazione (7 impianti per una potenza totale di 5.671 kW) seguita dalla Sicilia (6 impianti per una potenza totale di 3.523 kW) e la Calabria (4 impianti per una potenza totale di 3.260 kW). A riferire il quadro il presidente del Gestore del sistema elettrico Carlo Andrea Bollino, intervenuto alla presentazione del rapporto dell'Enea sulle fonti rinnovabili. La potenza complessiva ammessa all'incentivazione per gli impianti maggiori di 50 kW e' risultata pari a 26 MW. Di conseguenza, per l'incentivazione di questa categoria di impianti restano ancora disponibili 14 MW di potenza che potranno essere assegnati alle domande presentate nei trimestri successivi. Il Gestore del sistema elettrico-GRTN S.p.A, in qualita' di soggetto attuatore per l'incentivazione degli impianti fotovoltaici, ha concluso l'esame delle domande relative al primo trimestre di incentivazione per gli impianti di potenza superiore a 50 kW e ha comunicato l'esito ai titolari. Le tariffe richieste dai soggetti responsabili degli impianti fotovoltaici maggiori di 50 kW ammessi all'incentivazione, inoltre, sono risultate comprese tra un valore minimo di 0,390 /kWh e un massimo di 0,490 /kWh corrispondente al valore massimo ammesso dal decreto. Entro la fine dell'anno e' previsto che GRTN comunichi agli altri Soggetti Responsabili gli esiti di tutte le domande d' incentivazione ricevute. Intanto e' stato firmato, il 7 dicembre scorso, il secondo decreto che definisce gli incentivi per l' istallazione degli impianti fotovoltaici che amplia la potenza incentivabile portandola da 100 a 300 MW. ''Questo secondo bando - ha dichiarato Bollino - rafforza il ruolo di Soggetto Attuatore del Gestore del sistema elettrico che opera per promuovere tutte le azioni e campagne informative finalizzate a favorire la corretta conoscenza del meccanismo di incentivazione del solare fotovoltaico''. Questa la mappa degli incentivi per il fotovoltaico Regione per Regione:
Regione Potenza Ammessa all'incentivazione (kW)
-------------------------------------------------------------------------
Puglia 5.671,460
Sicilia 3.522,690
Calabria 3.260,775
Toscana 2.984,410
Campania 2.978,000
Trentino A. A. 2.145,560
Lazio 1.999,800
Sardegna 998,000
Marche 727,000
F. V. Giulia 515,040
Liguria 499,020
Emilia Romagna 262,200
Umbria 200,000
Basilicata 150,800
Lombardia 89,800
Veneto 85,320
----------------------------------------------
Totale ammesso 26.089,875.

Il coordinamento No Ponte: “Inutili e dannose le grandi oepre come TAV e Ponte sullo Stretto”

12/12 ''La rivolta pacifica degli abitanti e dei sindaci della Val di Susa riguarda tutti noi ed in particolare quanti in questi anni si oppongono alla realizzazione di inutili quanto dannose grandi opere, dalla Tav al Ponte sullo Stretto di Messina''. E' quanto sostiene, in una nota, il coordinamento delle associazioni che si oppongono alla realizzazione del ponte sullo Stretto di Messina. ''La rivolta pacifica degli abitanti e dei sindaci della Val di Susa - si afferma ancora nel documentro - pone al centro del dibattito politico la questione della democrazia e della giustizia nel nostro paese. Da una parte la nonviolenza scelta dai valsusini per difendere la loro valle ed il loro futuro e dall' altra la violenza del potere. I valsusini vengono accusati dal governo nazionale e regionale, e persino da gran parte dei partiti di opposizione, di essere egoisti, di fare una lotta localista, di opporsi al progresso solo per salvare la loro pace paesana. Chi spinge per aprire il cantiere dell'alta velocita', parla invece di sviluppo, di occasioni economiche, di modernita'. Quello che si definisce un interesse particolare, sia esso delle comunita' della Val Susa o di quelle dell'area dello Stretto, e' invece espressione della sovranita' delle popolazioni che vivono il loro territorio e reclamano la legittimita' di decidere il proprio futuro e quello dei propri figli. Non e' certo casuale che su questo terreno numerose realta', non solo di lotta ma anche istituzionali, del nord e del sud d' Italia si trovino concordi, esprimendo concretamente un federalismo solidale, che e' l'opposto della devolution leghista e del centralismo statalista. Nella lotta dei valsusini c' e' l'affermazione di un interesse generale che si coniuga con un principio di giustizia sociale''.

Convegno sullo sviluppo sostenibile dell’energia eolica il 16 all’Unical

11/12 Si terrà il 16 dicembre presso l’Aula Magna dell’Università della Calabria il Convegno su “Sviluppo sostenibile, l’eolico in Calabria. Il convegno è organizzato dal Dipartimento Politiche della sostenibilità DS e vedrà la partecipazione del Responsabile nazionale Energia e Sostenibilità, Paolo degli Espinosa. La relazione introduttiva tenuta da Sabatino Cariati, analizzerà le potenzialità eoliche della Regione Calabria nel contesto più generale dello sviluppo locale condiviso, delle politiche di settore e degli strumenti di pianificazione energetico-ambientale.
Nota tratta dal dossier “Lo sviluppo dell’eolico in Italia” a cura del Dipartimento “Politiche della sostenibilità”- DS: “-Le fonti rinnovabili sicuramente possono dare un contributo alla diminuzione della dipendenza dall’estero e all’aumento della sicurezza dell’approvvigionamento energetico, soprattutto per quanto riguarda il settore elettrico.
Bisogna decisamente puntare a rispettare gli impegni di Kyoto e ridurre la dipendenza energetica. A tal fine è necessario promuovere le misure di efficienza energetica, sfruttando l’elevato potenziale di riduzione dei consumi presente in Italia e puntare allo sviluppo delle fonti rinnovabili che permetterebbe un aumento dell’occupazione e il riorientamento di parte del sistema produttivo su tecnologie e risorse endogene.
L’eolico attualmente rappresenta da questo punto di vista l’unica grossa possibilità di aumentare l’energia elettrica prodotta dalle fonti rinnovabili, entro i prossimi 10-15 anni almeno. L’unico limite è quello relativo a possibili impatti visivi nel caso di interventi non inseriti nel contesto paesaggistico e realizzati in assenza di linee guida e in aree non adatte. È necessaria una rigorosa selezione dei siti utilizzabili, in cui concentrare le potenze eoliche. Va ricordato che il territorio occupato dalle torri eoliche è perfettamente utilizzabile ad altri fini, quali ad esempio agricoltura o allevamento e alla fine ciclo produttivo dell’iniziativa tutte le strutture e infrastrutture eoliche sono eliminabili e il territorio si può ricondurre alle condizioni iniziali.-“
Questo il Programma
INTRODUZIONE
09:30 – 09:40 Maria Salimbeni -Responsabile Ambiente Segreteria Federazione DS Cosenza -

RELAZIONI
09:40 – 10:05 Sabatino Cariati - Dipartimento Politiche della Sostenibilità DS -
10:05 – 10:40 Paolo degli Espinosa – Responsabile Sostenibilità ed Energia
Dipartimento Politiche della Sostenibilità DS -

INTERVENTI
10:40 – 10:50 Giovanni Selano -Architetto del Paesaggio-
L’impatto ambientale dell’eolico
10:50 – 11:00 Antonio Salandra -Presidente Fortore Energia SpA-
L’esperienza di Fortore Energia
11:00 – 11:10 Claudio Ferrari -Presidente ESCO Italia-
Efficienza Energetica, Fonti Rinnovabili ed ESCO
11:10 – 11:20 Daniele Menniti -Docente Università della Calabria-
Il ruolo degli enti locali nella generazione da Fonti Rinnovabili
11:20 – 11:30 Mario Alcaro - Docente Università della Calabria -
Fonti Rinnovabili e Sviluppo Locale
11:30 – 11:45 Pausa Caffé
11:45 – 12:00 Lorenzo Passaniti -Coordinatore Comitato Scientifico Legambiente-
12:00 – 12:20 Stefano Zuccherini -Direzione Nazionale Rifondazione Comunista-
12:20 – 12:40 Mario Maiolo - Presidente Commissione per il Piano di Sviluppo Regione Calabria-
12:40 – 13:00 Nuccio Iovene -Senatore DS-

CONCLUSIONI
13:00 – 13:20 Paolo degli Espinosa

La Calabria una regione a rischio idrico.

11/12 “Piano di vigilanza, desertificazione, rischio idrogeologico e dispersione delle risorse sono termini ormai tristemente ricorrenti. Di fatto l' Acqua è una risorsa preziosa anzi, Fondamentale per la vita e per le sue necessità ed in quanto tale deve essere tutelata ed utilizzata in modo appropriato. I numeri parlano chiaro nel nostro paese manca un miliardo di metri cubi negli invasi rispetto alle necessità e come se non bastasse, su gran parte del territorio italiano il tasso di dispersione legato all’obsolescenza delle reti idriche in alcune zone supera il 40%”. E’ quanto è emerso nel convegno organizzato dallo IATT a Lamezia Terme. Il problema dell'emergenza idrica va affrontato in maniera definitiva, tenendo ben presente le caratteristiche della rete e la gestione della stessa.
Tale situazione è tanto più critica nelle regioni che dipendono in maniera quasi esclusiva dalla risorsa accumulata nei serbatoi. Sono infatti le regioni come Puglia, Basilicata, Calabria, Sardegna e Sicilia quelle dove si registrano le maggiori conseguenze dovute ad una diminuzione delle risorse accumulate nei propri invasi nonché principali interessate all’attività di miglioramento dell’ efficienza delle infrastrutture. La IATT, (Italian Association for Trenchless Technology) è un'Associazione senza fini di lucro che ha come unico fine quello di promuovere le conoscenze scientifiche e tecniche nel campo delle Tecnologie Trenchless (no-dig), ovvero tecniche per la posa, la manutenzione, la sostituzione dei servizi a rete oltre al consolidamento di versanti franosi e la bonifica di siti inquinati, con un limitato o nullo ricorso allo scavo a cielo aperto, riducendo così in modo considerevole il danno economico il costo sociale e non ultimo l’impatto ambientale.
In tale contesto l’applicazione mirata delle tecnologie non invasive, nella sostituzione e/o risanamento delle condotte fatiscenti,rappresenta una valida soluzione applicabile nell’immediato che concilia il rispetto ambientale e sociale con l’innovazione infrastrutturale.
Oggi però la scarsa conoscenza delle reti dei sottoservizi e la loro esatta ubicazione fa preferire l’uso delle tecnologie tradizionali che vengono così ritenute più sicure, è quindi fondamentale una mappatura delle reti dei sottoservizi che, unitamente ad una attenta analisi e monitoraggio delle perdite consenta interventi mirati (tecnica georadar e sistemi televisivi)
Premesso questo, vista l’attualità e l’urgenza del problema, sarebbero auspicabili la sensibilizzazione ed il coinvolgimento pieno e concreto delle istituzioni e delle amministrazioni locali.
IATT sta di fatto perseguendo questo obbiettivo attraverso una “campagna” di formazione e informazione presso i Comuni italiani.
Di recente realizzazione due iniziative in collaborazione con le Amministrazioni Regionali in Calabria ed in Sicilia (iniziative analoghe si terranno nel Lazio ed in Toscana entro il mese di aprile), dalle quali è emersa una manifesta sensibilità del Ministero delle Infrastrutture al tema del no-dig e dell’innovazione tecnologica. E’ stato difatti creato un Gruppo di Lavoro presieduto dal Capo della Segreteria Tecnica del Vice Ministro Ugo Martinat con il compito di individuare e predisporre “norme e procedure” inerenti l’applicazione delle Tecnologie No-dig nella realizzazione di Opere Pubbliche. E’ emersa inoltre l’assoluta necessità di creare un organismo di coordinamento permanente e di riunire tavoli di incontro e lavoro tra i gestori delle reti stradali, i gestori delle infrastrutture sotterranee e le Università. E’ altresì fondamentale dare supporto tangibile agli enti locali ed alle imprese tramite l’attività di finanza agevolata “QCSS” (Quadro Comunitario di Sviluppo e Sostegno). Diventa sostanziale il ruolo delle istituzioni bancarie e del Project Financing, per fare in modo che l’adozione di un progetto trenchless goda dell’appoggio non solo delle istituzioni ma anche del mondo degli istituti di credito e finanziari.
Uno sviluppo più sostenibile non è più quindi meramente auspicabile, ma fortunatamente attuabile.

Lo Scientifico di Acri vicino ad un elettrodotto. Fare Verde chiede spiegazioni

11/12 “Da anni, ad Acri, esiste una “convivenza forzata” tra un elettrodotto da 220 Kv ed un liceo scientifico che sorge nelle immediate vicinanze, in violazione di quanto previsto dalle normative vigenti”. A denunciarlo è il Presidente Provinciale FV di Cosenza, Francesco Pacienza. “La struttura, a quanto e’ dato sapere da notizie raccolte -prosegue Pacienza nella sua denuncia-, doveva inizialmente essere adibita a civile abitazione e che successivamente e’ stata trasformata in edificio scolastico. La normativa in materia prevede, sia nel caso di civili abitazioni e a maggior ragione per edifici scolastici, il rigoroso rispetto delle distanze dagli elettrodotti superiori a 150 Kv. Fare Verde si chiede come mai si sia potuto destinare detto edificio, da parte dell’Amministrazione Provinciale di Cosenza, a Liceo Scientifico e come il Comune di Acri ne abbia potuto autorizzare l’apertura. A tal fine, Fare Verde nei giorni scorsi ha richiesto, informando sia il NOE dei Carabinieri che l’ArpaCal, di ottenere copia della documentazione relativa al rilascio della concessione edilizia e delle autorizzazioni per cambio di destinazione d’uso. Ad oggi, pero’, l’unico atto concreto da parte dell’Amministrazione Comunale e’ stato quello di cercare di obbligare gli studenti a riprendere il normale corso delle lezioni senza minimamente preoccuparsi, attuando il principio di cautela previsto dalle vigenti disposizioni di Legge Comunitarie e Nazionali, mettere in atto tutti gli strumenti idonei, ad iniziare da una corretta informazione ai cittadini, a garntire la piena tutela della salute pubblica ed in modo particolari degli studenti del Liceo Scientifico.

Sabato convegno del coordinamento per il no al ponte sullo stretto

07/12 ''Dal no al Ponte sullo Stretto, ai conflitti ambientali, all'autosostenibilita' dei territori meridionali e alle pratiche alternative''. E' questo il tema di un convegno che si terra' sabato pomeriggio a Reggio Calabria. L'iniziativa, che si svolgera' nella sede dell'Universita' degli Stranieri, e' organizzata dal coordinamento 'No-Ponte', dalla Rete del Nuovo Municipio e dei Laboratori Territoriali. ''Il convegno - e' scritto in una nota degli organizzatori - sara' un momento di incontro, di riflessione, di scambio di esperienze e informazioni su quanto sta emergendo nelle regioni meridionali attorno ai temi della partecipazione, della resistenza dei progetti imposti dall'alto, di cui il Ponte dello Stretto al Sud e la Tav al nord sono eclatanti esempi, e della costruzione di pratiche e scenari sostenibili per nuovi orizzonti di futuro condiviso''

Due offerte per il monitoraggio ambientale del Ponte sullo stretto

06/12 Due offerte per la gara di affidamento delle attivita' di monitoraggio ambientale, territoriale e sociale (ante operam, in opera e post operam) e quattro offerte per la gara di affidamento del Servizio di Consulenza e Brokeraggio Assicurativo sono arrivate alla societa' Stretto di Messina. Lo annuncia una nota del gruppo che si occupa della realizzazione dell' opera infrastrutturale specificando che nei prossimi giorni, saranno nominate le rispettive Commissioni giudicatrici indipendenti. ''Sono molto soddisfatto per il risultato di queste ultime due gare - ha commentato Pietro Ciucci, amministratore delegato della Stretto di Messina - e dopo la scelta del Contraente generale e del Project management Consultant, con oggi si perfeziona il nostro impegno di selezionare tutti i soggetti da coinvolgere nella realizzazione del ponte nei tempi previsti''. Le offerte per il monitoraggio ambientale sono state presentate dal Raggruppamento Temporaneo di Imprese formato dalla capo gruppo mandataria Fenice e dai mandanti Agriconsulting, Eurisko NopWorld, Nautilus-Societa' Cooperativa-Theolab e dalla cordata formata dalla capo gruppo mandataria Spea Ingegneria Europea e dai mandanti Cesi-Telespazio-Urs Italia-Elsag. Le proposte per il servizio di consulenza e brokeraggio assicurativo sono state presentate da: Aon, Jlt Risk Solution, Marsh, associazione temporanea d' imprese formata dalla capo gruppo mandataria Willis Italia e dai mandanti Rasini Vigano'.

Parte dalla Calabria la protesta delle Regioni contro il Governo sui decreti delegati per l’ambiente

05/12 L'assessore regionale all'Ambiente Diego Tommasi, nonché coordinatore della commissione ambiente e protezione civile della Conferenza delle Regioni, ha tenuto oggi, al Comalca di Catanzaro, un incontro con le associazioni ambientalistiche e di consumatori, le organizzazioni sindacali, il mondo della cooperazione e dell'imprenditoria calabrese, che vuol essere l'inizio di un tour di protesta in tutte le regioni d'Italia contro i decreti delegati in materia ambientale, dopo che il Ministro Matteoli ha inviato alla conferenza dei Presidenti il testo, approvato in prima lettura il diciotto novembre 2005, prima dell'invio alle commissioni parlamentari e per il parere della Conferenza unificata. Nell'occasione, Tommasi ha anche annunciato che il prossimo quattordici dicembre, a Roma, ci sarà una manifestazione nazionale indetta dalle Regioni e dalle parti sociali contro questo provvedimento. "Si tratta di un atto grave - afferma l'assessore Tommasi - perché rompe di fatto l'accordo firmato nel 2001 fra il Ministro Matteoli, le Regioni, l'Anci e l'Upi nel quale le parti avevano concordato di operare pariteticamente nell'elaborazione legislativa dei decreti legislativi in materia ambientale". "E' sconcertante - prosegue Tommasi - il fatto che si violi il principio della leale collaborazione tra le istituzioni e si scelga la via centralistica. L'approvazione dello schema di decreto si configura come un atto unilaterale del Governo e impedisce alla Regioni e al sistema delle autonomie locali lo svolgimento di un lavoro collegiale e complessivo di analisi e proposta". Tommasi ha poi elencato i molteplici punti di criticità di questo decreto che lo rende - ha sottolineato l'assessore - "inemendabile", in quanto contrasta con le diverse direttive comunitarie in materia, viola la stessa legge delega 308/2004 e in ultimo stravolge l'assetto delle competenze previste dalla costituzione e consolidate da numerose pronunce a proposito della Corte Costituzionale". "Le conseguenze di una eventuale definitiva approvazione di questo atto unilaterale e centralistico del Governo indebolirebbero le politiche ambientali del nostro paese e la loro coerenza con le direttive dell'Unione Europea. Ulteriore conseguenza sarebbe quella di determinare la totale paralisi dell'azione delle Regioni e degli Enti Locali in campo ambientale". Nell'attuazione della delega verrebbero meno i principi di ottimizzazione, semplificazione e razionalizzazione della gestione dei rifiuti. "In questo senso - ha puntualizzato Tommasi - desta preoccupazione la previsione del passaggio dal regime obbligatorio al regime volontario per il recupero di particolari tipologie di rifiuti". Lo stesso allarme è stato lanciato dal segretario regionale di Cgil Fernando Pignataro, che ha parlato anche a nome delle altre confederazioni, per cui siamo di fronte ad un atto del Governo "di una gravità inaudita a cui ci opporremo con tutte le nostre energie". "Un atto avvenuto senza la concertazione prevista, perciò da considerare inemendabile, in contrasto con le norme della Costituzione e dell'Unione Europea, un atto - ha concluso Pignataro - che sottrae competenze alla Regione quando invece, a causa delle emergenze di cui è vittima, avrebbe bisogno di un rafforzamento di tali poteri". Alla manifestazione sono intervenuti tra gli altri esponenti di Wwf, Amici della Terra, Cncu, Legambiente, Federlavoro e associazioni di consumatori.

Anniversario dei 20 anni per il referendum sulla centrale a carbone di Gioia

05/12 –(MartinaGatto)- Sara' stilato domani, nel corso di una riunione che si terra' a Palmi, il programma organizzativo dell' iniziativa, in programma il 22 dicembre, per celebrare il ventesimo anniversario del referendum popolare sulla Centrale a Carbone di Gioia Tauro. E' quanto dichiara in una nota “Legambiente Calabria”. ''Riteniamo che si tratti di una ricorrenza oltremodo significativa - e' scritto nella nota - cui e' legata la vicenda politica dei nostri territori e quella umana di tanti di noi, che merita di essere ricordata, sottolineata e onorata, anche in considerazione del fatto che coincide, per una felice circostanza, con il decennale dell' avvio delle attivita' del Porto di Gioia Tauro, diventato in questi anni il piu' importante approdo strategico del Mediterraneo, grazie alla lotta determinata che respinse la prospettiva della costruzione della Centrale a carbone e dell' utilizzo del Porto quale enorme terminal carbonifero''. ''Non pensiamo pero' – continua la nota - semplicemente ad una manifestazione celebrativa, con lo sguardo rivolto al passato. Vogliamo contestualmente utilizzare l' occasione per una riflessione sugli scenari che si prospettano oggi per la Piana, per rilanciare un impegno di lotta teso a valorizzare un modello di sviluppo 'virtuoso' ed ecosostenibile (che ha radici lontane) e sconfiggere i nuovi tentativi di riproporre interventi in contrasto con le vocazioni del territorio e con la volonta' popolare''. All' iniziativa, oltre a numerosi sindaci, a partiti e sindacati, ha aderito il Consiglio regionale attraverso il presidente Giuseppe Bova.

Il Veneto la regina della raccolta differenziata. In Calabria si raccoglie solo il 9%

05/12 (G.P.) La fotografia scattata da "Rapporto Rifiuti 2005", realizzato dall'Apat e dall'osservatorio nazionale rifiuti, non annuncia niente di buono in merito alla raccolta differenziata del 2004. Infatti, tranne le regioni del nord Italia, il resto della penisola non evidenzia miglioramenti rispetto agli anni precedenti. In particolare, E' il Veneto la star delle Regioni italiane per l'eco-raccolta dei rifiuti urbani: il recupero differenziato nel 2004 ha toccato quota 43,9% seguita a ruota dalla Lombardia con il 41% circa. Un successo al quale corrisponde peròuna rincorsa più che affannosa da parte di quasi tutto il resto d'Italia. Ma soprattutto un abisso rispetto al 3,6% del Molise, il 5,3% della Sardegna, il 5,4% della Sicilia, il 5,7% della Basilicata, il 7,3% della Puglia, l'8,6% del Lazio, il 9% della Calabria e il 10,6% della Campania. A livello regionale, dunque, insieme a Veneto e Lombardia, solo il Trentino Alto Adige si dimostra all'altezza degli obiettivi raggiungendo il 37,8% con una crescita di circa 14 punti percentuali in 3 anni. Escluse le tre blasonate, tutte le altre 17 Regioni risultano nettamente in ritardo rispetto al tetto del 35% fissato per il 2003. Le altre piu' vicine al traguardo sono Piemonte e Toscana con rispettivamente 32,8% e 30,9%. Tutte le altre sono al di sotto del 30% anche se l'Emilia Romagna nel 2004 ha sfiorato questa quota con il 29,7%. Sopra il 25% Friuli Venezia Giulia e Valle d'Aosta. Umbria, Liguria e Marche superano il target del 15% con percentuali, rispettivamente, pari al 20,2, 16,6 e 16,2 per cento. Leggermente diversa appare la distribuzione regionale della raccolta differenziata pro-capite. In questo caso, infatti, rileva il Rapporto, i valori più alti sono raggiunti dalla Toscana che nel 2004 si colloca a circa 214 kg/abitante per anno, seguita dalla Lombardia con poco meno di 209 kg/abitante per anno e dal Veneto con 204 kg/abitante per anno. In generale, fatta eccezione per la Toscana tra le Regioni del centro-sud e a esclusione della Liguria, tutte le Regioni del nord si collocano a valori di raccolta differenziata pro-capite superiori alla media nazionale (120,9 kg/abitante per anno nel 2004).
Tra le città metropolitane, invece, lo scettro di reginetta spetta a Torino con una crescita vertiginosa che ha portato la raccolta differenziata al 31,9%. Secondo gradino del podio per Milano (30,1%) mentre il bronzo va a Firenze con il 28,9%. Sul fronte delle città, invece, da registrare il boom di Bologna che e' passata dal 19,3% al 25,7% piazzandosi così al posto d'onore (quarta nella classifica generale delle città metropolitane). Lievi le crescite a Genova (6/a in classifica con il 15,8%), Roma (7/a con il 13,1%) e Palermo (9/a con 9,6%). Per tutte le altre il Rapporto rileva una ''sostanziale stabilità o leggere flessioni'' come il caso di Bari dove la raccolta differenziata e' passata dal 12,5% all'11,8%. Napoli (7,4%), Catania (3,2%) e Cagliari (1,4%) invece chiudono la classifica. A livello nazionale la raccolta differenziata ha raggiunto il 22,7% della produzione totale di rifiuti urbani pari a 7,1 milioni di tonnellate su un totale di rifiuti che nel 2004 ha toccato i 31,1 milioni di tonnellate. Le percentuali dividono l' Italia in tre: 35,5% di raccolta differenziata a Nord, 18,3% al Centro e 8,1% nel Meridione.

Le Regioni bocciano i decreti delegati dell’ambiente. L’assessore Tommasi incontra lunedì le parti sociali

03/12 L’assessore regionale all’Ambiente, Diego Tommasi, incontrerà lunedì prossimo, alle ore 15, al Comalca di Catanzaro, le organizzazioni sindacali, gli organismi di cooperazione, le associazioni imprenditoriali di categoria, ambientaliste e dei consumatori-utenti per discutere sulla riforma dell’ambiente e sulla netta opposizione bocciatura dei decreti delegati. “Le Regioni fanno fronte comune – ha detto Tommasi, che è anche coordinatore nazionale della commissione Ambiente della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome – contro il tentativo di Palazzo Chigi di smantellare il sistema attuale attraverso la legge delega, accentrando i poteri della gestione ambientale direttamente in capo al Governo e dimenticandosi, quindi, del ruolo fondamentale degli enti locali. La mobilitazione passa ora a livello regionale, ma è prevista anche una grande manifestazione pubblica nazionale”

Ass. Tommasi: “Il sistema dei servizi ambientali in Calabria è in coma”

01/12 “Il sistema dei servizi ambientali in Calabria è in coma” lo ha dichiarato l’Assessore alle Politiche dell’Ambiente Diego Tommasi. “La gestione commissariale – ha detto l’Assessore Tommasi – ha fallito con la costituzione delle società miste dei rifiuti, che di fatto hanno creato un sistema enormemente frammentario. Responsabile dello stato attuale è anche il mancato accompagnamento di un nuovo percorso di gestione cui erano obbligati gli Enti locali per inaugurare un nuovo modello gestionale”. “La quasi totalità delle società – ha proseguito l’assessore all’Ambiente – non riesce a far fronte alla quotidianità, le ricadute negative sono sul personale e sui cittadini”. L’Assessore Tommasi è molto critico anche sul sistema della depurazione.”ancora peggio si è fatto sul sistema depurazione – afferma l’esponente dei Verdi – si è voluto forzare la mano sull’attivazione del Ciclo integrato delle acque, costituendo gli ATO ma non mettendo gli stessi nelle condizioni di poter operare, con gravi ripercussioni sul sistema e sull’ambiente”.
“E’ da sei mesi –ha detto inoltre Tommasi – che cerchiamo di mettere toppe alle falle. Le giuste vertenze sindacali che quotidianamente affrontiamo, nell’ interesse dei lavoratori e nel segno del rispetto delle loro posizioni, oggi non sono più possibili. Il problema - ha concluso Tommasi – va affrontato in modo radicale e con un nuovo modello organizzativo in grado di avviare un nuovo corso dei servizi, nella nostra Regione”.

Il Presidente Oliverio scrive a Loiero ed Adamo: “Sulla depurazione evitare la sovrapposizione degli enti

01/12 Il Presidente della Provincia di Cosenza, On. Gerardo Mario Oliverio, ha inviato il 17 novembre, una lettera, al Presidente Regione Calabria, On. Agazio Loiero, al Vice Presidente Regione Calabria, On. Nicola Adamo, all’Assessore all’Ambiente della Regione Calabria, On. Diego Tommasi, all’Assessore ai LL.PP. della Regione Calabria On. Luigi Incarnato, recante come oggetto: “Problematiche inerenti alla depurazione nell’intero territorio regionale - Riflessioni e considerazioni”, il cui testo recita integralmente:
Egregio Presidente,
facendo seguito all’incontro di venerdì 11 u.s. la presente allo scopo di fornire delle utili riflessioni per il prossimo da Lei annunciato tavolo di lavoro.
Il problema depurazione non può essere disgiunto dalle problematiche inerenti all’organizzazione, secondo la L.R. n. 10/97, del Servizio Idrico Integrato nel territorio regionale i cui ritardi inducono a delle riflessioni non più rinviabili, imponendo l’individuazione di un percorso, anche transitorio, che sia condiviso dagli attori del processo, ognuno per lo specifico ruolo e senza sovrapposizioni poco attinenti e poco chiari.
Si ritiene quanto mai opportuno ribadire che per disposizioni legislative “assolutamente improrogabili” spetta agli ATO organizzare il Servizio Idrico Integrato mentre alla Regione ne è demandata la regia e/o controllo. Così come è altrettanto opportuno e necessario far presente che i summenzionati ritardi ovvero qualsivoglia tentativo di rinviarne l’attuazione hanno inevitabili ripercussione sui processi attuativi degli strumenti di spesa, essendo l’utilizzo dei fondi QCS e/o POR e dei fondi FAS (a partire dalla Delibera CIPE 36/02) vincolati appunto all’attuazione delle richiamate disposizioni legislative.
Solo nel riportato contesto sarà possibile sopperire a due impellenti necessità:
gestire l’emergenza ambientale;
assicurare comunque, nei tempi previsti dal POR CALABRIA, la continuità del flusso degli investimenti per la Misura 1.2, tenendo conto delle regole previste dalla normativa comunitaria in materia di partecipazione e gestione finanziaria dei fondi comunitari. Detto ultimo aspetto non può essere sottovalutato. Si è sempre più convinti che gli ostacoli più significativi nei processi attuativi sono da addebitare nella nostra Regione :
alla consistenza degli investimenti - a carico esclusivamente del privato nei primi anni del Piano d’Ambito – che mina la “bancabilità” degli stessi strumenti;
alle sovrapposizioni intervenute e/o ereditate. Ci si riferisce in particolare al processo costitutivo della Sorical ed al Commissariamento nel settore ambientale. E ciò non solo perché detti soggetti hanno operato come entità avulse dai procedimenti avviati dagli ATO .
Gli effetti di un prolungato commissariamento si risentono sulla qualità del servizio di depurazione e sullo stato degli impianti - rispetto ai quali si riscontra un netto peggioramento specie in rapporto ai costi sostenuti e da sostenere – ed in più, per via degli strascichi tecnico/amministrativi/finanziari conseguenti alle attività poste in essere, complicano i trasferimenti nei processi organizzativi in atto.
Non è più procrastinabile quindi l’accelerazione nell’attuazione della legge di riforma cui si può dar corso incidendo in maniera significativa sugli aspetti di seguito riportati:
porre fine allo stato di emergenza dichiarato con OPCM n° 2881/98 che ha condotto all’individuazione di un Commissario per la gestione della medesima e che, come detto, ha costituito una rilevante criticità nei processi attuativi della Galli. Si rivela all’uopo necessaria la costituzione di un gruppo di lavoro per la definizione dei rapporti ATO / Ufficio del Commissario per il trasferimento agli ATO del complesso di opere ed impianti;
accelerare la nomina, da parte del Governo, del Commissario previsti dalla Legge n. 152 del 26 luglio 2005 ritenendo inconcepibile la mancata nomina da parte del Governo Centrale a ben sei mesi dall’entrata in vigore della stessa;
evitare tentativi di ulteriori commissariamenti a fronte di discutibili “Programmi”. Non si riscontra la necessità di alcun Piano sulla falsariga di quanto è stato proposto e recentemente approvato dalla Giunta Regionale;
individuare e proporre un percorso transitorio e/o anche alternativo.
In alternativa a detto processo virtuoso saremo costretti, come ho già avuto modo di dire nella riunione dell’11 u.s., a rimettere alla Regione non solo le opere e gli impianti attinenti al segmento depurazione, ma anche ogni funzione demandata a questo Ente dalla Legge Regionale n° 10/97 attuativa della più volte richiamata legge n° 36/94.

Dissequestrata l’area della Centrale ENEL del Mercure

29/11-(G.C.)-Il Tribunale di Castrovillari ha dissequestrato l'area della centrale Enel del Mercure, al confine tra Calabria e Basilicata, che era stata sequestrata a maggio per un sospetto rischio di frane. Nel settembre scorso, erano stati dissequestrati i depositi di legna della centrale, sequestrati mesi prima per sospetta presenza, poi rivelatasi infondata, di rifiuti pericolosi. Nonostante l'area sia adesso completamente dissequestrata, l'Enel non potrà riprendere i lavori di riconversione della centrale da gasolio a biomasse perché è in attesa di uno "studio di caratterizzazione" dei suoli, commissionato dal commissario straordinario per l'emergenza ambientale in Calabria allo scopo di verificare se sottoterra possano essere stati depositati, nel periodo in cui la centrale è rimasta inattiva, rifiuti pericolosi. L'azienda elettrica ha accolto positivamente la notizia del dissequestro.

A breve nel Pollino un piano di abbattimento dei cinghiali

29/11-(G.C.)-Nei sei comuni del Parco nazionale del Pollino dove la presenza di cinghiali e' cresciuta in modo incontrollato sara' data ''attuazione in tempi brevissimi ai piani di abbattimento e cattura, secondo i contingenti prestabiliti''. La decisione e' stata presa al termine di una riunione presieduta dal prefetto, Luciano Mauriello, alla quale hanno partecipato un rappresentante dell' Istituto nazionale per la fauna selvatica, che ha sede a Bologna, amministratori provinciali e comunali, dirigenti dell' Ente Parco e rappresentanti delle forze dell' ordine. Da mesi il problema dell' aumento dei cinghiali crea disagi e a volte pericoli a San Costantino Albanese, Terranova di Pollino, Noepoli, Episcopia, Cersosimo e Castelsaraceno, in provincia di Potenza. Durante la riunione e' stato deciso che il piano di abbattimento sara' inviato ''immediatamente'' all' Istituto per la fauna selvatica, che lo esaminera' ''in tempi brevi''. I partecipanti all' incontro hanno evidenziato la necessita' che il Parco non rappresenti ''un fattore di ostacolo allo sviluppo delle comunita' ma un elemento di tutela e di protezione dell' ambiente, compatibile con una garantita antropizzazione''.

Il WWF denuncia “Domenica numerosi episodi di bracconaggio in Calabria”

29-(Mar.Gat.)- ''Una serie di gravi episodi connessi al diffusissimo fenomeno del bracconaggio ha caratterizzato la scorsa domenica in Calabria''. E' quanto sostiene il Wwf in un comunicato nel quale si afferma che ''numerosi animali particolarmente protetti sono caduti sotto i colpi di fucili da caccia, in particolare nelle province di Vibo Valentia e Reggio Calabria''. Secondo quanto e' stato riferito, gli agenti del Corpo forestale dello Stato sono stati impegnati nella Piana di Gioia Tauro (Reggio Calabria) nel recupero di una poiana, una specie di rapace diurno, nonche' di un rarissimo esemplare di airone guardabuoi, anch' esso ferito dai pallini da caccia. Nel territorio di Arena e' stato invece rinvenuto un esemplare di falco pecchiaiolo, mentre gli attivisti del Wwf sono intervenuti nel pomeriggio per recuperare una poiana abbattuta nella frazione Pannaconi di Cessaniti, oltre ad un magnifico esemplare di sparviere colpito ad un' ala nel territorio di Sorianello, sempre nella provincia vibonese. Tutti gli uccelli feriti sono stati consegnati, tramite pattuglie della Forestale, al Centro recupero animali selvatici di Cosenza, che continua a registrare, come ogni anno, un' impennata dei ricoveri di animali protetti proprio in corrispondenza con il periodo dell' attivita' venatoria. A tale proposito il Wwf ha rinnovato l' appello alle forze dell' ordine ''affinche' vengano intensificati i controlli sul territorio al fine di scoraggiare e reprimere i frequenti illeciti in ambito venatorio relativi anche all' uso frequentissimo di registratori, del fucile con piu' di tre colpi, o il ricorso a forme di caccia non consentite come la 'posta' alla beccaccia, per non parlare degli abbattimenti di piccoli passeriformi protetti ad opera soprattutto di cacciatori provenienti da altre regioni''.

Rifkin: No al nucleare. Ll’idrogeno da fonti rinnovabili la terza rivoluzione industriale

28/11 ''Tornare al nucleare sarebbe devastante, un grave passo indietro''. Questo il parere dell'esperto Usa, Jeremy Rifkin, presidente della Foundation on Economic Trends, che ha tenuto un lungo intervento, quasi una lezione, al convegno ''Logistica sensibile: necessita' od opportunita'? Imprese e pubblica amministrazione a confronto'', promosso da SOS-LOGistica. ''Ci sono campagne elettorali in corso, ce ne saranno in Germania e in altre parti del mondo - ha detto Rifkin - e il problema energetico sara' al centro dei programmi. Ci sono politici che continuano a proporre il ritorno al nucleare o al carbone. Bisogna dire di no perche' sono opzioni devastanti, sarebbe un tragico arretramento''. Rifkin ha ricordato il problema dello smaltimento delle scorie e ha osservato che ''le centrali nucleari sono un obiettivo facile per i terroristi, un tallone d'Achille delle nostre societa'. E anche quella del carbone ''e' una via impraticabile: non siamo in grado di eliminare il CO2, ne' di seppellirlo''. La strada da seguire, secondo l'economista americano, e' quella dell'idrogeno, ricavato dalle fonti rinnovabili. In Italia si procede su base regionale: ci sono sette grandi regioni, di cui Rifkin non ha voluto fare il nome, che stanno affrontando la questione idrogeno in termini concreti. Alcune hanno gia' formalizzato accordi di collaborazione, altre sono ancora in una fase preliminare di contatto. L'idrogeno rappresenta ''la terza rivoluzione industriale, l'opportunita' di garantire il futuro ai nostri figli e di dire basta ai regimi energetici centralizzati''. Il tutto in 25, al massimo 30 anni. ''A fine gennaio 2007 - ha ricordato Rifkin - sara' commercializzata la prima cella a combustibile e fra 25 anni, al massimo 30, ciascuno di noi potrebbe diventare una microcentrale con centinaia di celle a combustibile che possono connettersi alla rete. Un po' come e' avvenuto con Internet''. Da qui la necessita' di avviare una seria ''cooperazione e scambi tra Enti locali, aziende, individui - ha sottolineato Rifkin - per contrastare il rischio dei controlli monopolistici e dare potere alla gente''

Gli ambientalisti del tirreno cosentino dicono no alle centrali a mini idro

28/11 Le associazioni ambientaliste del tirreno cosentino si mobilitano contro la costruzione di centrali a mini idro. L' ultimo caso riguarda la sottoscrizione di una scrittura privata tra la E.Va Valsabbia, che darebbe il via ai lavori per la costruzione della centrale in prossimita' del torrente Soleo, e l' Amministrazione comunale di Belvedere Marittimo e che il consiglio comunale dovrebbe licenziare oggi. Autorizzazioni per la costruzione delle piccole centrali sono state richieste anche in altri comuni della fascia costiera tirrenica, Papasidero, Orsomarso e Buonvicino riguardanti i fiumi Lao, Argentino e Corvino. A seguito di proteste da parte di ambientalisti e operatori turistici, erano intervenuti il presidente del Parco del Pollino Francesco Fino, il vice presidente della Regione, Nicola Adamo e l' assessore all' Ambiente, Diego Tommasi. Ad opporsi il Movimento ambientalista del Tirreno, Verdi di Belvedere, i Vas Calabria, L'AltraSinistra, i Verdi di Scalea, La Scossa di Orsomarso e i Verdi del Tirreno Cosentino. Secondo quanto evidenziato dal fronte contrario i progetti avrebbero avuto effetti disastrosi per l' ambiente naturale che circonda questi fiumi, oltre che per la dispersione di acqua che avrebbe prosciugato chilometri interi di tratto fluviale. L' habitat fluviale, infatti, potrebbe risentire per tutto quanto vi e' attorno alla realizzazione degli impianti, consistenti in strade di accesso, disboscamenti, scavi. Lavori che in quegli habitat sono altamente dannosi specie se nel Parco del Pollino o nei suoi pressi. Le associazioni ambientaliste fanno appello affinche' venga sospesa ogni convenzione fra il Comune di Belvedere e la ditta tenendo presente che ''a tutt' oggi ancora non esiste un progetto preciso consistente nel conoscere il posto preciso dove dovrebbe nascere la centralina; l'utilita' di questa per le popolazioni del territorio; le modalita' di costruzione; la portata d' acqua che viene risucchiata e dopo quanti chilometri viene rigettata; la portata del fiume e la possibilita' che il fiume possa resistere senza prosciugamenti di sorta a tale prelievo forzato''

Slitta il Consiglio comunale di Belvedere che dovrebbe ratificare la centrale mini idro

28/11 Frena l' iter della realizzazione della Centrale mini idro a Belvedere Marittimo. Il Consiglio comunale, che si sarebbe dovuto riunire stamani per sottoscrivere un primo accordo di massima tra la Eva Valsabbia (che dovrebbe costruire la centrale) e l' Amministrazione comunale, e' slittato al 30 novembre. Questo pomeriggio i componenti la consulta comunale hanno fatto un sopralluogo assieme al vice sindaco Riccardo Ugolino ed ai tecnici della Valsabbia, per valutare alcuni aspetti dell' opera. La Eva Energie Valsabbia Spa e' una societa' bresciana che sviluppa iniziative di produzione idroelettrica. Il Gruppo Eva comprende 17 societa' controllate titolari di 27 iniziative in sviluppo per una produzione idroelettrica di 400 milioni di kWh/anno. L' attivita' di sviluppo avviata verra' completata nel 2006 con un obiettivo finale di 600.000.000 kWh/anno. Le iniziative in sviluppo sono distribuite su tutto il territorio nazionale e vedono la partecipazione societaria di una trentina di amministrazioni comunali. Secondo l' accordo che dovrebbe essere sottoscritto tra il comune di Belvedere Marittimo e la Eva Valsabbia dovrebbe nascere una nuova societa', la ''Belvedere Energie Srl'' con capitale sociale di 10 mila euro, (il 5% a carico del Comune ed il restante 95 a carico della Valsabbia). L' oggetto statutario prevede la realizzazione di energia idroelettrica, attraverso un impianto utilizzante le acque del torrente Soleo. La Belvedere Energie provvedera' a corrispondere al Comune 6.000 euro annui a partire dal primo anno successivo alla data di inizio di produzione idroelettrica, ulteriori 6.000 euro (per un totale di 12 mila euro annui), a partire dal quinto anno successivo alla data di inizio di produzione idroelettrica.

Valentino sul Ponte “Lo stato non può arrendersi alla mafia”

28/11 ''Qualcuno pensa che con il ponte sullo Stretto si porterebbe acqua al mulino della criminalita'. La risposta e' che lo Stato non puo' arrendersi. Deve preoccuparsi della criminalita' organizzata nel senso che deve bloccarla e se non si riesce con le attuali leggi bisogna pensare anche al varo di leggi speciali. La Calabria e' comunque nelle condizioni di vincere questa battaglia''. A sostenerlo e' stato il sottosegretario alla Giustizia, Giuseppe Valentino, in occasione di un convegno di An sulla criminalita' organizzata. ''Quella del ponte - ha aggiunto - e' una occasione per realizzare tanti posti di lavoro, circa 12 mila, da dividere equamente tra Reggio Calabria e Messina''.

Lunardi: “Il progetto del ponte partorito dal centrosinistra”

27/11 ''E' ora che tutti sappiano che il progetto del Ponte sullo Stretto e' nato, cresciuto e si e' sviluppato nel centrosinistra, ed e' stato sostenuto proprio dagli ultimi tre governi del centrosinistra''. Lo afferma il ministro Pietro Lunardi, in un' intervista al quotidiano La Sicilia di Catania, sottolineando che ''gli atti parlano chiaro''. ''Noi - aggiunge il ministro - abbiamo dato continuita' a un' opera che e' davvero strategica, portando in fase realizzativa quello che per anni e' stato solo un sogno o al massimo un progetto. Non solo: lo abbiamo inserito in un contesto europeo, facendolo diventare un tassello fondamentale del Corridoio 1, Berlino-Palermo. Il centrosinistra si era limitato a prevedere che si fermasse a Napoli, noi lo abbiamo portato fino a Palermo e il Ponte e' uno strumento fondamentale di questo progetto''. Lunardi ribadisce che l' opera ''non incide sul bilancio, perche' - spiega - non ci sono contributi a fondo perduto''. Il ministro sottolinea che ''il progetto studiato dalla 'Stretto di Messina' ha ridotto al minimo le interferenze dei cantieri con la vita normale della citta'''. Aggiunge che ''ci sara' un costante monitoraggio ambientale'' e osserva che ''Messina non sara' bypassata ma 'respirera'' proprio grazie al Ponte''.

CGIL: “Grave il ricorso del Governo alla Consulta per bloccare il termovalorizzatore di Gioia”

26/11 ''La decisione del Governo di presentare ricorso alla Corte costituzionale contro la scelta del Consiglio regionale della Calabria di bloccare la seconda linea del termovalorizzatore di Gioia Tauro e' un atto grave, arrogante e per niente rispettoso nei confronti della massima istituzione della Calabria''. E' quanto sostiene, in una nota, il segretario comprensoriale di Gioia Tauro della Cgil, Pasquale Larosa. ''Il ricorso sta anche a dimostrare - aggiunge Larosa - i tanti interessi che ruotano attorno all' impianto chiamato impropriamente di termovalorizzazione dei rifiuti a Gioia Tauro. Che la partita non fosse chiusa con il voto del Consiglio regionale era chiaro a tutti in quanto sin dal primo momento l' ufficio del Commissario per l'emergenza rifiuti si e' dimostrato insensibile alle richieste che sono arrivate da ben 25 sindaci del territorio, dal Consiglio provinciale di Reggio Calabria, dalle organizzazioni sindacali confederali e dalle associazioni ambientaliste per il blocco della seconda linea del termovalorizzatore. Abbiamo fatto presente, inoltre, che oltre al raddoppio del termovalorizzatore, sono in costruzione una centrale a metano a Rizziconi ed altre tre sono previste a Melicucco, San Ferdinando e Gioia Tauro; tre isole ecologiche per il trattamento dei rifiuti speciali; un rigassificatore che dovra' servire la piastra del freddo e un maxidepuratore che per il cattivo funzionamento sta creando tanti disagi e proteste nella popolazione. Qualora, dovessero andare in porto tutte queste iniziative, ci troveremmo di fronte ad una vera e propria emergenza ambientale nella Piana di Gioia Tauro. Inoltre, queste scelte potrebbero compromettere lo sviluppo del porto e dell' area industriale, causando danni alle principali colture della zona (agrumicola e olivicola) che per effetto delle emissioni di diossina, ossidi di azoto del termovalorizzatore e dell'anidride carbonica delle centrali a metano, potrebbe alterare le condizioni climatiche del territorio, compromettendo l'ecosistema e le coltivazioni. E' incomprensibile che mentre il Governo ricorre alla Corte costituzionale per il raddoppio del termovalorizzatore a Gioia Tauro, non ha invece ottemperato a tutte le prerogative di legge previste per realizzare un impianto di termovalorizzazione nella provincia di Cosenza''. Secondo Larosa ''bisogna fermare a tutti i costi e con tutti i mezzi la costruzione della seconda linea del termovalorizzatore in quanto non e' sostenibile che tutta la spazzatura della Calabria e delle regioni limitrofe si debba bruciare a Gioia Tauro''.

Il Sindaco di Cosenza contro il nucleare e l’energia eolica

25/11 “Condivido le preoccupazioni espresse da Romano Prodi sull’energia nucleare e la sua impostazione a favore dei pannelli solari. Ci sono ragioni di sicurezza che impongono la massima prudenza. Quanto all’energia eolica, ha ragione Prodi quando afferma che se ne potrebbe parlare solo sui grandi campi.”. E’ quanto afferma il Sindaco Eva Catizone commentando le dichiarazioni espresse dal leader dell’Unione sulla politica energetica al recente convegno di Legambiente a Roma. “In Calabria – sottolinea Eva Catizone – desta allarme e preoccupazione la notizia della realizzazione di un nuovo Parco Eolico che dovrebbe sorgere ad Isola Capo Rizzuto. E’ noto a tutti come i parchi eolici non siano ecocompatibili, in quanto il loro impatto, sia sotto il profilo dell’inquinamento acustico, sia sotto il profilo ambientale, è giudicato devastante. Tutte le nostre perplessità – afferma ancora il Sindaco – non si riferiscono solo alla zona del crotonese, dove di recente si sarebbe tenuta una Conferenza dei servizi per dare il via libera all’energia eolica, ma investono anche alcuni comuni della nostra provincia, in particolare del comprensorio delle Serre Cosentine, lungo il corso del fiume Busento. Si parla con insistenza di ingenti somme di danaro stanziate, senza considerare che insediamenti del genere potrebbero deturpare irrimediabilmente il paesaggio naturale della nostra regione. Sarebbe bene, pertanto, che anche la Regione Calabria seguisse l’esempio della Puglia e del suo Presidente Niky Vendola che ha assunto una posizione di intransigenza, fermando la produzione di energia da pale eoliche nella sua regione.”

Matteoli: “Il ponte potenzierà le ferrovie”. Legambiente “Le ferrovie pagheranno un canone altissimo, altro che potenziamento”

24/11 ''Il ponte sullo Stretto non l'ha voluto questo governo, ma quello di Amato. Cio' nonostante ne condivido la realizzazione''. Lo ha detto il ministro per l' Ambiente, Altero Matteoli, intervenuto al convegno organizzato da An, a Termini Imerese, su ''Sviluppo del territorio e tutela ambientale''. ''Il ponte - ha aggiunto - comportera' inevitabilmente un potenziamento delle ferrovie, ed e' questo uno dei motivi che mi spingono a concordare sulla sua realizzazione. Che senso ha un'opera come questa se poi da Trapani a Palermo si continueranno ad impiegare quattro ore di treno?: lo sviluppo ferroviario sara' un passo obbligato''. Sul trasporto ferroviario il ministro ha aggiunto: ''in Italia circolano troppe auto, se si realizzeranno nuove tratte ferroviarie si invogliera' il cittadino ad utilizzare il treno, e si contribuira' a diminuire il trasporto su gomma''.
''La posizione del Ministro Matteoli e' sorprendente ed illogicamente ottimistica. Forse non conosce il contenuto della convenzione Governo-Societa' Stretto di Messina secondo la quale le Ferrovie dovranno sostenere un canone annuo per l'attraversamento di 100 milioni di euro ed in piu' accollarsi il costo delle opere di connessione''. Mimmo Fontana e Salvatore Granata, rispettivamente Presidente e Segretario di Legambiente Sicilia, replicano così alle dichiarazioni del Ministro dell' Ambiente rilasciate oggi nel corso di un convegno di An a Termini Imerese. ''Con quali altre risorse finanziarie si potra' potenziare la rete ferroviaria esistente? - aggiungono - Piuttosto facciamo in modo che la Sicilia e la Calabria abbiano al piu' presto trasporti ferroviari all'altezza delle altre regioni e dei bisogni reali dei loro abitanti. Si continua a presentare il Ponte come la panacea di tutti problemi, in realta' li aggravera' e consumera' risorse finanziarie e ambientali''

Si allarga il fronte del no alla riforma ambientale

23/11 Si allarga il fronte delle critiche alla riforma ambientale, varata la scorsa settimana dal Consiglio dei ministri. Il coordinamento degli assessori regionali all’Ambiente, guidato dal calabrese Diego Tommasi, ha ottenuto un vastissimo consenso sul documento di opposizione allo schema di decreto legislativo firmato dal ministro Altero Matteoli e che sarà discusso nella Conferenza dei presidenti delle Regioni. Hanno condiviso il rigetto della proposta governativa, avanzato dalla commissione “Ambiente e protezione civile” delle Regioni, i tre sindacati confederali, una parte consistente delle associazioni degli imprenditori, il mondo delle cooperative e le più importanti associazioni nazionali degli ambientalisti e dei consumatori-utenti.
Il riordino della legislazione per la tutela ambientale, in attuazione della legge delega 308/2004, è stato al centro di un “tavolo aperto” tra Regioni, enti locali, formazioni sociali e mondo del volontariato in cui ciascun soggetto ha portato le proprie osservazioni che sono servite per la stesura del documento approvato poi dagli assessori regionali. Nel documento è stata evidenziata l’impossibilità di procedere a emendamenti ed è stato chiesto alla Conferenza dei presidenti delle Regioni di organizzare una serie di manifestazioni per sensibilizzare l’opinione pubblica sul pericoloso cambiamento che promette la nuova normativa su temi delicatissimi come l’inquinamento dell’aria, la gestione delle risorse idriche, la bonifica dei siti inquinati, lo smaltimento dei rifiuti e il danno ambientale. Nel documento è specificato che l’impostazione dello schema di decreto legislativo (circa 700 pagine con 318 articoli e 45 allegati) rende impossibile un approccio organico per avanzare proposte di modifica al governo. Una situazione creatasi per il mancato rispetto del protocollo di intesa, sottoscritto dal ministro Matteoli con gli enti territoriali, protocollo che prevedeva una concertazione preventiva da cui far scaturire un lavoro legislativo unitario sul testo dei decreti. Secondo quanto si legge nel documento, lo schema è illegittimo perché supera i limiti della delega data dal Parlamento al Governo e opera un riaccentramento totale dei poteri, anche su altre materie in cui vige la netta competenza regionale come la tutela della salute, la politica del territorio, la difesa del suolo, l’energia, l’innovazione tecnologica, l’agricoltura e i trasporti. Tra l’altro, è venuto meno anche il principio della sussidiarietà e con questo anche tutta una serie di rispetto della normativa comunitaria.
“La piattaforma degli assessori regionali all’Ambiente ha trovato un vastissimo appoggio nella società italiana - ha affermato Diego Tommasi, coordinatore della commissione - ed è necessario far pesare questo consenso nei confronti del Governo affinché faccia un passo indietro nell’interesse generale”.

Pecoraro Scanio: “Basta con la mega truffa del ponte sullo stretto, una regalia per la mafia”. Il Viminale riunisce il comitato di sorveglianza per un approfondito monitoraggio antimafia.

22/11 Bisogna bloccare la ''mega-truffa del ponte sullo stretto di Messina, che e' un'enorme spesa di danaro pubblico, una calamita per la mafia e la criminalita' organizzata e che comporta pesantissimi rischi di infiltrazioni malavitose''. Lo ha detto il presidente dei Verdi Alfonso Pecoraro Scanio durante un sit-in di parlamentari ed amministratori del suo partito che si e' svolto nel pomeriggio in piazza di Montecitorio. L'iniziativa e' stata fatta in occasione del dibattito alla Camera della mozione del Sole che ride per la sospensione dell'affidamento dei lavori del ponte alla ditta Impregilo e della prossima discussione al Senato di un' ''altra mozione - ha detto Pecoraro Scanio - che prevede la possibilita' per il futuro governo di rescindere comunque il contratto, senza pagare alcuna penale''. Al sit-in hanno preso parte fra gli altri la responsabile del settore trasporti dei Verdi Anna Donato, il presidente regionale dei Verdi della Sicilia Massimo Fundaro', i parlamentari Paolo Cento, l'assessore regionale del Lazio Angelo Bonelli, il responsabile enti locali Massimo Lo Melo, il consigliere comunale di Villa San Giovanni Grazia Francescato. Secondo Anna Donato il ribasso del 12-13% praticato dalla ditta Impregilo per aggiudicarsi la gara d'appalto ''non consente alla stessa ditta di effettuare regolarmente i lavori'' .
- Il monitoraggio antimafia per il ponte sullo Stretto di Messina al centro della riunione di oggi al Viminale del Comitato di coordinamento per l'alta sorveglianza delle grandi opere. Hanno partecipato il procuratore nazionale antimafia, Pietro Grasso, il vice capo della polizia, direttore centrale della polizia criminale, prefetto Alessandro Pansa, il direttore della Dia, generale Cosimo Sasso, il prefetto di Reggio Calabria, Luigi De Sena ed il prefetto di Messina, Stefano Scammacca. Nel corso della riunione, fa sapere il Viminale, sono stati approfonditi gli aspetti relativi al monitoraggio antimafia del ponte, la cui gara per il general contractor e' stata di recente aggiudicata al raggruppamento di imprese guidato da Impregilo.

Sequestrata una discarica abusiva a Rossano

22/11 Una discarica abusiva di circa mille metri quadri, realizzata nel letto del torrente Cino, al confine tra i Comuni di Rossano e Corigliano, e' stata sequestrata dai carabinieri. All' interno i militari del Nucleo operativo e radiomobile della Compagnia di Rossano hanno trovato rifiuti speciali come pneumatici usurati, parti meccaniche di autovetture, rifiuti da attivita' agricole, materiale edile di risulta ed elettrodomestici dimessi. L' area sequestrata e' stata affidata in custodia giudiziale ad un rappresentante del Comune di Rossano in attesa dei provvedimenti dell' autorita' giudiziaria.

Presentato il rapporto di Legambiente sull’ecosistema urbano. Cosenza all’ultimo posto per la rete idrica.

Ass. Tommasi: “La legge delega di riordino dell’ambiente va cambiata”. Loiero: "Un passo indietro per la tutela del territorio"

18/11 L’assessore regionale all’Ambiente, Diego Tommasi, dopo l’approvazione da parte del Consiglio dei Ministri dello schema di decreto legislativo di attuazione della legge delega 308/2004, ha dichiarato: “alle Regioni ed agli Enti locali vengono sottratte intere competenze nel settore della tutela ambientale, disperdendo così un importantissimo patrimonio di esperienze nella lotta all’inquinamento. Ma non ci arrenderemo. Anzi, cercheremo di sostenere tutte le componenti della società italiana che già hanno espresso critiche alla riforma di un settore sempre più strategico per lo sviluppo sia di un’economia sostenibile, che di una migliore qualità della vita”. “Per le Regioni - ha aggiunto Tommasi - è un passo indietro di trent’anni. E’ un’opera-zione centralista in tempi di devolution. E secondo i nostri tecnici ci sono gli estremi per ricorrere alla Consulta, perché il testo governativo si appropria anche di competenze tipicamente regionali, come quelle dell’assetto del territorio e della tutela della salute”. La Conferenza dei presidenti delle Regioni ha dato incarico al coordinamento degli assessori di attivarsi con tutte le formazioni sociali per creare un fronte comune che possa portare alla modifica del provvedimento. A tale scopo il ventidue novembre si terrà a Roma un “tavolo aperto” di confronto tra i rappresentanti di Regioni, Enti locali, sindacati, organizzazioni imprenditoriali, sistema cooperativo, associazioni degli ambientalisti e dei consumatori utenti. “La società civile, che sempre più ha bisogno di una politica ambientale partecipata - ha concluso l’assessore all’Ambiente - non può assistere passivamente all’esproprio delle competenze decentrate su materie essenziali per il territorio, come la qualità dell’aria, i servizi pubblici del ciclo delle acque, la gestione dei rifiuti, il danno ambientale, la valutazione di impatto ambientale”.
''Il Paese intero fa un passo indietro nella tutela dell' ambiente con il maxi decreto approvato oggi dal Consiglio dei Ministri''. Il commento e' del presidente della Regione Calabria, Agazio Loiero, che, e' scritto in una nota, ha criticato la scelta politica del Governo di accentrare ogni decisione, senza coinvolgere gli enti regionali e locali che quotidianamente da una parte affrontano le emergenze sul territorio e dall' altra investono per valorizzare le bellezze naturali e paesaggistiche e per assicurare i servizi pubblici ai cittadini. ''Facciamo un passo indietro anche nei confronti dell' Europa - ha sostenuto Loiero - in quanto il nostro Paese e' gia' sotto osservazione a Bruxelles con ben undici procedure di infrazione sulla normativa ambientale e non c'e' certezza che il decreto legislativo oggi approvato possa sanare la situazione''. ''La nostra Regione - ha concluso Loiero -, in quanto coordinatrice del settore ambiente, sollevera' la questione del mancato rispetto degli accordi, da parte del Governo, gia' alla prossima seduta della Conferenza dei presidenti delle Regioni. Valuteremo lo schema di decreto legislativo appena varato e daremo una risposta politica anche sulla procedura, tenendo conto del risultato delle consultazioni che in questi giorni faremo con le formazioni sociali e gli Enti locali''.

Matteoli: “Sul ponte sullo stretto si va avanti”

17/11 Sul Ponte sullo Stretto la decisione e' ''di andare avanti'' e a giorni ''siamo in condizione di poter dare tutti i chiarimenti chiesti dall'Ue. Ma il Governo vuole vedere realizzata l'opera''. Lo ha detto il ministro dell' Ambiente, Altero Matteoli, rispondendo ai giornalisti a margine della presentazione del nuovo sito del ministero. ''Abbiamo ereditato come Governo - ha detto Matteoli - una decisione presa dal precedente Governo Amato, che aveva detto di si' alla realizzazione del Ponte. Siamo andati avanti, abbiamo presentato un progetto e vogliamo continuare ad andare avanti. Non si puo' riaprire ogni volta una decisione che e' stata presa dal Governo. A maggior ragione se inserita nel programma e come impegno nei confronti degli elettori. Il Ponte sullo Stretto - ha proseguito - e' una decisione presa da questo Governo che la vuole vedere realizzate e andiamo avanti''. E sulle richieste avanzate da parte dell'Ue sul progetto: ''C' e' la massima disponibilita' e non puo' essere altrimenti - ha risposto - gli uffici mi hanno detto che e' questione di pochi giorni e poi siamo in condizione di poter dare tutte le risposte che ci hanno chiesto''.

Il Comune di Rossano rilancia: “Dal WWF solo accuse infondate contro il lungomare”

17/11 ''Accuse infondate e pregiudiziali ad ogni progetto dell' Esecutivo, con panegirici quasi sempre fuori tema e sermoni qualunquisti che non convincono nessuno, neppure, da quel che ci risulta, i rappresentanti dello schieramento al quale Menin vorrebbe organicamente appartenere''. E' quanto si afferma in un comunicato dell' Amministrazione comunale di Rossano che replica alle critiche mosse da Fabio Menin del Wwf circa il nuovo progetto di sistemazione del Lungomare di Rossano che andra' in appalto nei primi mesi del 2006. ''Menin contesta al Comune di non aver coinvolto i soggetti interessati nelle varie fasi della progettazione del nuovo lavoro sul Lungomare - e' scritto nel comunicato - ma tutto cio' non e' vero. In ogni fase saliente della progettazione, l' Amministrazione comunale ha coinvolto tutti i soggetti interessati. Da ultimo, in un incontro aperto al pubblico, Sindaco e Assessore ai Lavori pubblici, supportati dai tecnici degli uffici comunali e dai progettisti hanno spiegato in dettaglio iter e progetti, illustrato le future realizzazioni e le loro esatte ubicazioni, ascoltato gli interventi e le richieste manifestate dai numerosi cittadini ed operatori presenti ed interessati, accolto le istanze avanzate. In tutti questi incontri, il rappresentante del Wwf non e' stato mai presente''. ''Sindaco ed Assessore ai Lavori Pubblici - e' detto ancora nella nota - stanno ricevendo continue attestazioni positive da parte degli operatori direttamente coinvolti dalla nuova opera, ma piu' in generale da tanti cittadini, soddisfatti della riqualificazione del Lungomare che il nuovo progetto certamente apportera'.

Iniziata la distribuzione delle lampadine a basso consumo nei piccoli comuni

17/11 Lampadine a basso consumo energetico sono state cosegnate stamane ai rappresentanti dei comuni di Curinga, Decollatura, Feroleto Antico, Petrona', Soveria Mannelli, Zagarise nell'ambito di una campagna lanciata da Legambiente e dall'Enel in occasione della Festa nazionale dei piccoli comuni. La campagna, a sostegno dell'efficienza energetica, prevede di regalare 200 mila lampadine a basso consumo energetico ai primi mille comuni iscritti a PiccolaGrandeItalia. Le lampadine saranno consegnate direttamente entro i primi di novembre a ciascuno dei 30 comuni della Calabria che hanno aderito all' iniziativa. Per la Provincia di Catanzaro la consegna e' avvenuta stamane nella sede dell'Enel, presenti Rossella Sirianni, di Enel comunicazione; l' ing. Aldo Perrotta, di Legambiente, e Francesco de Luca, della Coldiretti, che ha sostenuto l' iniziativa. ''Si tratta - e' scritto in una nota - quindi di un progetto in linea con le misure imposte dal Protocollo di Kyoto in materia di riduzione delle emissioni di gas serra e coerente con l'impegno di Enel a rafforzare sempre piu' la relazione tra risparmio energetico, competitivita' e impatto ambientale. L'iniziativa fa parte di Energiaper, il programma di Enel per la cultura, la ricerca scientifica, l'ambiente e lo sport''.

All’azienda americana Parsons la gara per la supervisone tecnica del Ponte sullo Stretto

16/11 E' la statunitense Parsons Transportation Group l' aggiudicatario provvisorio della gara di affidamento dei servizi di Project Management Consulting per le attivita' di controllo e verifica della progettazione esecutiva e della realizzazione del ponte sullo Stretto di Messina e dei suoi collegamenti stradali e ferroviari. Lo rende noto Pietro Ciucci, amministratore delegato della societa' Stretto di Messina, annunciando i risultati della Commissione giudicatrice, presieduta dal Presidente Onorario del Consiglio di Stato, Tullio Ancora, riunita oggi in seduta pubblica. Parsons Transportation Group si e' aggiudicato la gara con il punteggio complessivo di 89,43 punti. Il ribasso offerto e' pari al 20,1% e riduce l'importo posto a base di gara da 150 a 120 milioni di euro. Secondo in graduatoria, l ATI guidata da Systra S.A., con un punteggio complessivo di 79,47 punti. ''Secondo le tempistiche previste - ha commentato Pietro Ciucci - dopo la scelta del contraente generale dello scorso 12 ottobre, oggi e' al traguardo un' altra importante gara, quella per il Project Management Consulting. La nostra decisione di adottare il modello del project management per lo sviluppo e la realizzazione del ponte sullo Stretto ha una significativa valenza strategica. L'obiettivo e' quello di verificare e monitorare, con i metodi piu' adeguati, tutte le variabili dei processi gestionali e delle tecniche progettuali al fine di assicurare il rispetto degli standard di qualita', dei tempi e dei costi previsti per la realizzazione del ponte sullo Stretto. Questo significhera' ottenere, tra l'altro, un miglior coordinamento tra tutti i soggetti coinvolti nella realizzazione dell' opera''. Nelle prossime settimane, informa ancora la Stretto, si concluderanno anche le altre due gare in corso per l' individuazione dei soggetti ai quali affidare il Monitoraggio Ambientale ed il Servizio di Consulenza e Brokeraggio Assicurativo.

Elettrodotto: interrogazione parlamentare di Folena e Provera

15/11 E’ stata presentata un interrogazione parlamentare da parte degli onorevoli Marilde Provera e Pietro Folena, su istanza dei circoli del Prc di Montalto, San Vincenzo La Costa e San Fili e con il contributo attivo della Segreteria provinciale della Federazione, alla Camera dei Deputati nella seduta del 7 novembre 2005. “La battaglia contro l'elettrodotto – è scritto in una nota di Francesco Sacomanno, Responsabile Ambiente, Territorio e Beni Comuni della Segreteria provinciale Prc di Cosenza- condotta sinora con forza e convinzione solo dal Prc di Cosenza e dalle associazioni ambientaliste e comitati aderenti a ReteAmbiente Calabria, sebbene iniziata alcuni anni fa non ci vedrà vinti finche non fermeremo la costruzione di questo mostro che taglia in due il territorio regionale, devasta l'ambiente e produce inquinamento paesaggistico ed elettromagnetico.
Abbiamo sinora fatto tanto: prodotto ricorsi al Tar, esposti, osservazioni e opposizioni contro le varie autorizzazioni e richieste di compatibilità ambientale di questa assurda opera. Ma questo non è bastato, visto che gli interessi sulla produzione di energia in Calabria sono tanti; energia, si badi, che si vuole produrre ancora ed assurdamente utilizzando i dannosi combustibili di origine fossile o, peggio ancora, i rifiuti, senza tenere conto del Protocollo di Kioto. E' tutto questo é frutto del regalo, il Piano energetico regionale, che ci ha lasciato in eredità la Giunta Chiaravalloti senza peraltro aver visto una forte opposizione compatta dall'allora minoranza di centro-sinistra anzi, ottenendo persino voti a favore di alcuni suoi consiglieri (Pacenza - Ds).
E' bene sapere che, comunque, ogni giorno in più che si riesce a bloccare quest'opera che, lo ricordiamo, non serve per distribuire l'energia ai cittadini calabresi ma è utile solo per trasportare fuori regione l'energia prodotta dalle nuove e devastanti centrali in costruzione o già attive nel nostro territorio - come quelle di Altomonte, di Laino o come il Termovalorizzatore di Gioia Tauro - è un passo in più che si fa in difesa del territorio, dell'ambiente e della salute di cittadini.
Per questo chiediamo agli amministratori locali ed ai Sindaci di non farsi incantare dalle promesse di forti somme, da ottenere come rimborso grazie a protocolli di intesa firmati con la Terna, e di agire subito, stimolando anche la Provincia di Cosenza a muoversi solo in linea con i reali interessi dei territori. Scarica l'interrogazione in pdf

La Commissione di vigilanza sulla Rai ringrazia Fare Verde

15/11 In relazione alla nostra denuncia, inoltrata il 2 novembre u.s. agli organi competenti, circa il reiterato atteggiamento di disinformazione da parte della Rai nella trasmissione Unomattina nel trattare le problematiche relative ai sistemi di smaltimento dei rifiuti solidi urbani, il Presidente della Commissione di Vigilanza, Paolo Gentiloni, sui servizi Radiotelevisivi ha scritto all’associazione Fare Verde ringraziandola per “l’opportuna segnalazione e garantendo il suo impegno e dell’intera Commissione per una attenta valutazione del pluralismo e della completezza dell’informazione del servizio radiotelevisivo pubblico in materia di tutela dell’ambiente”. Lo afferma in una nota il Presidente provinciale di Fare Verde di Cosenza, Francesco Pacienza. Di seguito pubblichiamo il testo integrale della lettera di denuncia con l’esposizione dei fatti che hanno determinato la decisione.
“Giorno 1 novembre 2005, noi cittadini e contribuenti del canone RAI, abbiamo assistito inermi ed impotenti all’ennesimo atto di disinformazione praticato dalla Rai all’interno dei suoi programmi.
Già il 23 maggio 2005 avevamo segnalato analoga situazione all’interno di Unomattina ad opera del giornalista Franco Di Mare il quale aveva affrontato un argomento delicato, specie per alcune Regioni del sud Italia, come quello dei rifiuti solidi urbani a senso unico e come unico obiettivo possibile e perseguibile quello dell’incenerimento. La mattina dell’1 novembre è andato in onda lo stesso siparietto ad opera della giornalista Monica Maggioni, la quale ha rivolto domande a senso unico dimostrando la sua totale ignoranza sull’argomento.
Quando si trattano tali argomenti, che rivestono una enorme importanza per le popolazioni interessate sia da un punto di vista economico sia di tutela e salvaguardia della salute (diritto sancito dalla Costituzione Italiana), dovrebbe essere buona regola documentarsi ed invitare al contraddittorio tutte le parti in causa e non solo una: il partito degli inceneritori.
Il problema dei rifiuti, in Italia, non lo si può risolvere solo ed esclusivamente attraverso il loro incenerimento. Tra l’altro, nessun organismo scientifico classifica i rifiuti come fonte energetica alternativa e illimitata. Questi impianti hanno percentuali di efficienza energetica inferiori al 22% e, pertanto, necessitano di congrui finanziamenti per Kilowattore prodotto per la loro antieconomicità di gestione.
Il Decreto Ronchi stabilisce come ultima risorsa la costruzione di questi impianti perché la gerarchia delle opzioni per la gestione dei rifiuti solidi urbani ha come punti iniziali “la riduzione della produzione, il riutilizzo, il riciclaggio, il recupero energetico ed infine lo smaltimento. Questa gerarchia è basata sugli effetti che ciascuna opzione ha sull’ambiente ed ha come riferimento l’obiettivo generale della sostenibilità”.
Chiara l’indicazione per la separazione a monte dei rifiuti, in particolare quelli organici. L’importanza della raccolta differenziata dell’organico non risiede solo nella riduzione dei rifiuti, ma anche nella restituzione di una parte importante della sostanza organica sottratta a terreni agricoli sempre più poveri per l’eccessivo sfruttamento subito negli ultimi decenni per un uso sempre più massiccio di fertilizzanti chimici e per limitare le emissioni in atmosfera di gas ad effetto serra. Le strategie di raccolta differenziata e compostaggio sono già sviluppate nei Paesi del centro e nord Europa, dove da tempo forniscono un contributo fondamentale alla diminuzione del carico ambientale complessivo della gestione dei rifiuti mentre è assai più lento nei Paesi mediterranei, che ne hanno assoluto bisogno.
Il recupero della plastica, della carta e della frazione organica (solo per citare alcune categorie) non richiede l’uso di discariche ma la loro trasformazione in altra materia da poter riutilizzare anche sotto altra forma senza inquinare l'ambiente. Anche se il suo ospite ha negato che gli impianti di termovalorizzazione siano altamente inquinanti, la realtà scientifica dice che questi impianti producono fumi che concorrono all'effetto serra, producono polveri del tipo PM10 e, cosa ancora più grave, producono, come risultato della combustione, ceneri che vengono classificate come nocive-pericolose e che richiedono lo smaltimento attraverso particolari procedure in discariche speciali.
Per Fare Verde, dunque, bisogna esaminare le problematiche inerenti la ricaduta sull’ambiente e sulla salute della popolazione, poiché si affrontano problemi di quantità e di pericolosità degli agenti inquinanti, occorrendo seguire i principi dell’UE per tutelare la salute pubblica, con il principio di precauzione. Con gli inceneritori detti di ultima generazione, o addolciti nel termine di termovalorizzatori, per suscitare il minor allarme possibile nella pubblica opinione, le emissioni sono ridotte ma non eliminate. Tra le tante ci sono emissioni di diossina e furani, ceneri e fumi. Inoltre rimane il problema di chi debba controllare il corretto funzionamento ed il reale impatto ambientale. Desta preoccupazione, infatti, il rilevamento di dati epidemiologici non confortanti nei luoghi dove sono installati impianti di incenerimento con aumento di patologie piuttosto pericolose.
Fare Verde rileva che gli inquinanti prodotti non vengono eliminati, ma vengono trasferiti dall’aria al suolo con scorie e ceneri. Un inceneritore, su ogni tonnellata di RSU bruciata, produce 300 Kg. di scorie, 30 Kg. di ceneri e richiede l’uso da 10 a 80 prodotti per la depurazione. Ovvero, con l’incenerimento, le scorie derivanti dalla bruciatura di RSU diventano rifiuti tossico-nocivi, con nuovi problemi per il loro stoccaggio. Inoltre i costi degli inceneritori si dividono in economici, ambientali e sociali. I costi sociali consistono nel fatto che per un milione di tonnellate di RSU da incenerire vengono occupate 80 persone, mentre con il sistema del riciclaggio ne vengono occupate 1600 di persone. In Regioni, come quelle del Sud Italia, afflitte da percentuali di disoccupazione tra le più alte d’Europa, costituirebbero la scelta per eccellenza: occupazione e salvaguardia e valorizzazione delle risorse naturali e paesaggistiche. Sarebbe stato più corretto parlare anche di questi aspetti del problema. Non trovate?”

Cumuli di eternit scoperti da Fare Verde a Pizzo

15/11 L' associazione ambientalista Fare Verde di Vibo Valentia ha reso noto di avere trovato, nei pressi della stazione di Pizzo, cumuli di eternit a ridosso di una barriera frangiflutti. ''Il materiale - e' scritto in una nota dell' associazione presieduta da Gregorio Sarlo - e' stato depositato come se nulla fosse da qualche sconosciuto che probabilmente disconosce la pericolosita' dell' amianto, minerale con cui si produce l' eternit. E' importante sottolineare come questo materiale sia dannosissimo per la salute dell' uomo poiche' esso rilascia fibre facilmente inalabili dando forma ad alcune patologie gravi o addirittura letali come l' asbetosi, il carcinoma polmonare ed il mesotelioma della pleura. Le fibre di amianto si liberano nell' aria se sottoposte a vibrazioni, azioni corrosive determinate da agenti atmosferici o sollecitazioni da interventi di manutenzione, ragion per cui il ritrovamento avvenuto risulta essere in una condizione di alta pericolosita'''. ''Siamo certi - hanno affermato gli esperti di Fare Verde - che gli organi competenti interverranno al piu' presto per rimuovere il pericoloso cumulo, sperando che l' Amministrazione comunale di Pizzo si impegni in un maggiore controllo per impedire il verificarsi di nuovi episodi che danneggerebbero non solo la salute di ognuno di noi ma anche la natura che ci circonda''. Una denuncia e' gia' stata presentata a tutti gli organi competenti.

In Calabria un bio impianto pilota per la trasformazione tessile della ginestra

13/10 Si potrà razionalmente utilizzare,in Calabria, la comunissima pianta della Ginestra (Spartium Juncem) per ottenere fibre tessili prodotte con metodo biologico? Proprio la terra di Calabria, ricchissima di ginestreti, è stata individuata per l’eventuale installazione di una sorta d’impianto sperimentale per la sfibratura dei rami giunchiformi di ginestra dai quali ricavare materia tessile. Sembrerebbe proprio che tale opportunità sia realizzabile, secondo il giudizio ed anche l’esperienza degli esperti italo-finlandesi che hanno presentato, presso la sede centrale dell’Agenzia per i Servizi in Agricoltura, le caratteristiche tecniche dell’Impianto pilota eco-sostenibile, predisposto anche per la lavorazione di materiale diverso dalla ginestra.
L’iniziativa, che potrà realizzarzi, prioritariamente, con l’apporto finanziario di parte Pubblica, si presenta di sicuro interesse e di particolare importanza strategica per il rilancio del comparto del tessibile sostenibile, alimentato da essenze naturali come la ginestra. Ecco perchè l’incontro è stato ospitato con vivo interesse dal Presidente Arssa, Valerio Donato, che per la circostanza ha operato di concerto e d’intesa con l’Assessore regionale all’Agricoltura, Mario Pirillo.
Prima dell’incontro,gli ospiti hanno avuto modo di visitare la struttura sperimentale Arssa di Mirto Crossa (CS), dove si svolgono attività di ricerca applicata in diversi comparti dell’agricoltura ed anche sull’energia pulita.
Il presidente Donato, infatti, ha, fin dal suo insediamento, mostrato particolare attenzione al filone delle energie rinnovabili e della ricerca applicata in settori di sicuro interesse e prospettiva, come le biomasse e le nuove tecnologie. Ecco perché ha salutato con favore l’iniziativa, per la quale ha auspicato che possa realizzarsi in Calabria con il coinvolgimento dell’ Agenzia.
Il Progetto–pilota in questione, nella parte tecnica ed economica, è stato illustrato, nei particolari, congiuntamente da Lilia Infelice, presidente della Società Artes di Bologna e dall’esperto finlandese Pekka Vilppunen, docente universitario presso l’Università di OLU.
I due relatori hanno esposto anche le esperienze fin qui acquisite in Finlandia ed altrove ed indicato le ottimali capacità di lavorazione dell’impianto, nell’arco di un anno, che non alimenta impatto ambientale, poiché utilizza enzimi di provenienza agroalimentare al posto degli agenti chimici. Dal processo tecnologico del bioreattore s’ottengono, oltre alla fibra, liquidi ricchi di cellulosa, utili per la coltivazione dei funghi, per disinfettare il terreno e per isolare enzimi naturali specifici dalla ginestra. Niente a che vedere, in sostanza, con l’impostazione di tipo industriale dei vecchi e superati ginestrifici.
Grazie all’attività pluriennale di ricerca e sperimentazione nel settore specifico è stato possibile perfezionare un prototipo d’impianto capace di realizzare, in tempi molto ravvicinati, la macerazione biologica del materiale impiegato e la successiva sfibratura per ottenere la preziosa vermene da Spartium juncen.
La destinazione finale del prodotto di filatura è il linificio. Da parte sua l’assessore all’Agricoltura, Mario Pirillo, ha espresso gradimento e consenso all’iniziativa che ha giudicato “ sicuramente interessante e da prendere in seria considerazione” .
Mario Pirillo ha fatto riferimento, oltre che alla valenza tecnico-scientifica dell’impianto, al quadro economico- finanziario per realizzare l’investimento, per il quale sarà necessario attivare una procedura progettuale e programmatica, capace di polarizzare finanziamenti nazionali e comunitari specifici. Nel confermare l’attualità dell’incontro, l’assessore Pirillo ha, infine, proposto un tavolo tecnico tra i Soggetti interessati, per meglio definire il percorso da seguire, affidando il coordinamento al Direttore Generale del Dipartimento Agricoltura della Regione Calabria, Rocco Leonetti, presente all’iniziativa.
Hanno preso parte, inoltre, all’incontro:il Presidente dell’ Afor, Francesco Iovino, il Consigliere Arssa, Enzo Caligiuri, il Direttore Generale Arssa, Giovanni Marzullo, il Dirigente del Settore Forestale e Ambientale Arssa, Antonio Murrone,il responsabile dell’Ispettorato Prov.le Agricoltura, Pietro Leonetti, il Consigliere d’Amministrazione di Atena, Simona Celiberti e il Perito Tessile, Pasquale Filippelli.

Presentato dalla LAV un opuscolo per la corretta convivenza con gli animali

12/11 S' intitola ''Manuale per una corretta convivenza con gli animali'' una pubblicazione realizzata dalla Lega antivivisezione della Calabria in collaborazione con l' Assessorato regionale all' Ambiente nell' ambito del Programma Infea. ''Obiettivo dell' iniziativa - e' scritto in un comunicato dell' organizzazione animalista - e' di sensibilizzare i 'cittadini umani' al rispetto dei diritti e delle necessita' dei 'cittadini non umani', gli altri animali''. ''Sempre piu' persone, oggi, - ha sottolineato Simona Cariati delegato della Lav di Reggio - decidono di convivere con un animale. Da qui l' idea di scrivere un manuale di facile lettura con tutte le informazioni basilari che ogni proprietario dovrebbe conoscere per garantire una vita dignitosa al proprio animale domestico''. Secondo Roberto Vecchio Ruggeri, coordinatore regionale della Lav, ''e' possibile che la convivenza tra uomo e animali, in un ambiente come la citta', possa generare dei conflitti poiche' sono ancora tante le persone intolleranti nei loro confronti, spesso a causa di timori ingiustificati e false credenze. Ma la presenza di animali in citta', piu' che come fonte di problemi, andrebbe concepita come una ricchezza da salvaguardare; bisognerebbe pertanto provare a favorirla con azioni programmate che vadano oltre i semplici interventi di emergenza''. ''Questo nostro opuscolo - ha detto Francesco Triolo, consigliere del Direttivo nazionale della Lav - dedica anche un capitolo alle soluzioni che i comuni possono adottare in favore degli animali: dall' istituzione di un 'pronto soccorso veterinario', indispensabile per fronteggiare tutte le emergenze sanitarie, all' istituzione del 'cane di quartiere', il randagio cioe' che, dopo essere stato vaccinato e sterilizzato dall' Asl, viene reimmesso nel territorio e affidato alle cure dei cittadini''.

A Rossano intesa per i controlli sugli scarichi dei frantoi

11/11 Intesa tra l' Azienda sanitaria locale, l' Amministrazione comunale e il comando della Polizia municipale di Rossano sui temi della prevenzione, tutela dell' ambiente, per maggiori controlli e sinergie fra tutti i soggetti pubblici coinvolti contro gli scarichi abusivi dei frantoi sul territorio. In base all' accordo raggiunto un gruppo operativo monitorera' costantemente il territorio per l' individuazione e la repressione degli eventuali scarichi abusivi da frantoio, che possono inquinare il territorio. In particolare, saranno attivati controlli coordinati ed incrociati da parte di Arpacal, Azienda sanitaria, Ufficio ambiente e Polizia municipale, invitando i cittadini a far pervenire agli organi competenti ogni eventuale segnalazione in materia.

Gli assessori regionali all’ambiente cercano alleanze per contrastare il DL sul decentramento

10/11 Gli assessori regionali all'ambiente cercano l'alleanza con gli Enti Locali, i sindacati, le organizzazioni imprenditoriali e le associazioni ambientaliste e dei consumatori per trovare una piattaforma comune con cui contrastare le decisioni previste nella 'bozza' di decreto legislativo inviato dal Ministro Altero Matteoli alla Conferenza dei Presidenti delle Regioni. Lo hanno deciso gli assessori regionali nella riunione della Commissione ''Ambiente e protezione civile'', coordinata dal calabrese Diego Tommasi. Su mandato - e' scritto in una nota - della Conferenza dei presidenti delle Regioni, gia' nel mese di settembre, era stata decisa la creazione di un ''Tavolo aperto'' alla societa' civile ed alle rappresentanze sindacali ed imprenditoriali, registrando un'altissima adesione ed il sostegno alla posizione negativa espressa dagli Enti territoriali. Adesso gli assessori regionali all'ambiente hanno rilanciato l'iniziativa del ''Tavolo aperto'', per giungere alla sottoscrizione di un documento comune da rendere pubblico, in modo da evitare quello che sempre piu' assomiglia ad un esproprio delle competenze su materie essenziali per il territorio, come la qualita' dell'aria, i servizi pubblici del ciclo delle acque, la gestione dei rifiuti, il danno ambientale. ''Nel paese - ha detto il coordinatore degli assessori regionali all'ambiente, Diego Tommasi - si sta creando un'opposizione a questo modo di procedere del Governo, in una materia delicatissima come quella dell'inquinamento, della valutazione di impatto ambientale o dell'approvvigionamento idrico. Gia' nelle precedenti consultazioni con le formazioni sociali e le associazioni ecologiste era emersa la preoccupazione sia sul metodo che sui contenuti dell'elaborazione di questa riforma, che vede lo stesso Ministro Matteoli disattendere il protocollo di intesa da lui stesso sottoscritto con noi per un'elaborazione congiunta del provvedimento''. Infine, l'assessore della Calabria, Diego Tommasi, in qualita' di coordinatore del settore, ha informato il presidente della Conferenza delle Regioni, Vasco Errani, della necessita' di inserire l'argomento nell'ordine del giorno della prossima Assemblea dei Presidenti, in calendario per il 24 novembre prossimo.

Sequestrate discariche abusive a Bocchigliero e Schiavonea

10/11 Gli uomini del Corpo Forestale della Stato hanno sequestrato, in localita' Torrente Duno-Carcarella, nel comune di Bocchigliero, una discarica abusiva di rifiuti bituminosi proveniente dal rifacimento del manto stradale, e denunciato il responsabile all' autorita' giudiziaria. L' area in cui sorgeva la discarica abusiva era soggetta a vincolo paesaggistico e idrogeologico.Inoltre il personale del Corpo Forestale dello Stato ha sequestrato un'area comunale, nei pressi della popolosa Schiavonea di Corigliano, adibita a discarica abusiva. Nell'area sono stati trovati pneumatici usati, batterie esauste, materiale ferroso e plastico, nonche' materiale edile e due autovetture fuori uso.

Partita la campagna di monitoraggio della radioattività sulle coste

07/11 E' partita stamattina la prima campagna di monitoraggio della radioattivita' ambientale sulle coste calabresi. L' indagine, che sara' realizzata dall' Agenzia regionale per la protezione dell' ambiente della Calabria (Arpacal) e dall' Agenzia per la protezione dell' ambiente e per i servizi tecnici (Apat), ''ha come obiettivo principale - e' detto in un comunicato - quello di fornire risposte concrete sullo stato attuale dei livelli di contaminazione delle coste calabresi e verificarne l' andamento rispetto ai risultati di un' indagine svolta nel 1997. Nell'ambito del programma predisposto dal commissario dell' Arpacal, Domenico Lemma, e' stato concordato con l' Apat un piano che prevede che destinatari dei risultati ottenuti, oltre alla Regione, siano le province e i dipartimenti di prevenzione delle aziende sanitarie, considerati interlocutori privilegiati''. ''La campagna radiometrica, che sara' articolata in piu' fasi e si concludera' con un report di fine progetto - si afferma ancora nel comunicato - ha come scopo la misurazione dei livelli d' intensita' di dose gamma assorbita in aria sulle spiagge, nonche' l' analisi dei livelli di contaminazione da radionuclidi artificiali delle spiagge, delle acque di mare e dei sedimenti superficiali prelevati lungo le coste. Per verificare l' impatto sull' uomo dei livelli di radioattivita', il progetto prevede anche la realizzazione di un' indagine sul pescato della Calabria, campionando le specie piu' rappresentative per il consumo. La campagna di monitoraggio prevede che vengano realizzate circa 70 misure, sugli oltre 700 chilometri di costa calabrese, di intensita' di dose gamma assorbita in aria sulle spiagge, circa 15 punti di prelievo, uno ogni 50 km, della sabbia, per circa 75 campioni da analizzare. Il progetto prevede che i prelievi e le misure vengano effettuati proprio nei punti corrispondenti a quelli dell'indagine del 1997, in modo da verificare piu' compiutamente l'andamento rispetto ai risultati 2005. La campagna sara' realizzata in due fasi, ciascuna della durata di 15 giorni, a distanza di un mese l'una dall' altra''.

Ponte sullo stretto, non si placano le polemiche sulle possibili infiltrazioni mafiose.

La Coldiretti raccoglie le firme per un pdl a favore del biocarburante

02/11 Piu' girasoli nei motori contro i blocchi del traffico, per la sicurezza dei cittadini e nuove opportunita' per le imprese: questo lo slogan della mobilitazione della Coldiretti per la raccolta di firme a sostegno di una proposta di legge di iniziativa popolare per produrre un milione di tonnellate di biocarburanti dalle coltivazioni agricole nazionali. Integrato nei distributori tradizionali al 5%, questo quantitativo puo' assicurare a circa 10 milioni di auto l'autonomia per un intero anno con 20.000 km di percorrenza. A renderlo noto la stessa Coldiretti. Si parte da Bologna il 7 novembre per arrivare a toccare tutto il territorio nazionale. Otto gli articoli della proposta di legge che sara' presentata nelle piazze di tutte le citta' italiane. ''Una mobilitazione che - sottolinea la Coldiretti - ha alla base un inequivocabile rifiuto verso impostazioni di tipo corporativo e assistenzialistico e punta invece a liberare tutte le opportunita' che la moderna agricoltura puo' offrire: reddito alle imprese e piu' sicurezze ai cittadini, a partire dal contenimento delle emissioni delle auto''. ''Contro l'inquinamento e il caro petrolio - precisa la Coldiretti - e' necessario investire in energie alternative come i biocarburanti ottenuti da coltivazioni quali girasole, soia e colza che l'Italia puo' produrre in abbondanza e che l'aumento dei prezzi del greggio rende piu' competitivi, soprattutto alla luce del contributo che possono offrire al raggiungimento degli obiettivi fissati dal protocollo di Kyoto con la riduzione delle emissioni di gas serra''. Il biodiesel, spiega quindi la Coldiretti, deriva dall' esterificazione degli oli vegetali ottenuti da colture come colza e girasole e consente di ridurre dell'80% le emissioni di idrocarburi e policiclici aromatici e del 50% quelli di particolato e polveri sottili.

Il Ministro Lunardi minimizza il rischio di infiltrazioni mafiose sul Ponte

05/11 Il ministro delle Infrastrutture Pietro Lunardi minimizza il rischio di infiltrazioni mafiose per la realizzazione del ponte dello stretto di Messina e sostiene che quello in carica è l'unico governo "che ha creato una prevenzione in termini di infiltrazioni mafiose". A margine della conferenza sulla sicurezza stradale dei ministri europei dei Trasporti, che si è conclusa oggi a Verona, Lunardi ha ricordato, rispondendo ai cronisti che gli chiedevano di commentare il rischio di infiltrazioni mafiose denunciato in un rapporto della Dia, che "fin dall'inizio abbiamo attivato una commissione che sta lavorando giorno per giorno in Meridione e in altri posti su questi problemi delle infiltrazioni mafiose, ma soprattutto per prevenire quanto è avvenuto in passato, cioè il problema degli appalti e due sub appalti. Già aver ridotto sulla Salerno-Reggio Calabria da 77 lotti a 7 maxi lotti ci dice che è una prevenzione che abbiamo fatto per evitare appunto che ci fossero 77 possibilità di infiltrazioni mafiose contro 7". Alle attività di prevenzione in corso, Lunardi aggiunge "la Commissione istituita dal ministero di Grazia e Giustizia, dal ministero degli Interni e dal ministero delle Infrastrutture e trasporti che opera nel nostro territorio da 3 anni. Quindi, chi sparge queste voci cerca solo, e mi dispiace, di screditare questo governo - spiega Lunardi non riferendosi alla Dia, ma a chi fomenta le campagne contro il ponte - e racconta cose non vere". Il ministro ha infine ricordato che "sul Ponte dello Stretto è previsto che stazionino sul posto durante la costruzione centinaia di agenti di sicurezza di un corpo, o di altri corpi, a seconda di quanto stabilisce la Commissione stessa ma già ora, in fase di gara, è stato espulso un concorrente perché si pensava fosse colluso con cosche criminali. Questo ci dice gia' che e' stata fatta prevenzione", ha concluso Lunardi.

Falvo (Margherita) chiede il risanamento ambientale anche per il territorio di Lamezia

05/11 In seguito alla deliberazione dell’assessorato regionale all’ambiente per interventi di emergenza per il risanamento ambientale dei fiumi e per la bonifica delle coste che prevede il relativo impegno economico,la consigliera della Margherita Elvira Falvo,presidente della terza commissione,ha chiesto all’assessorato competente che, nell’ambito di questo progetto vengano presi in considerazione interventi da effettuare anche nel territorio di Lamezia Terme e segnatamente la bonifica dell’alveo del fiume Barisco-Niola-Canne e quello di Calia-Piazza.Tale proposta trova riferimento nella sollecitazione già presentata dalla consigliera l’11.07.05 all’ ufficio tecnico competente al fine di vedere azioni concrete volte a rimuovere i rifiuti solidi urbani abusivi, indebitamente depositati ed occultati nell’alveo di questi fiumi,gli scarichi abusivi urbani e non, responsabili dell’inquinamento della nostra costa .La sollecitazione prendeva spunto dall’istanza di bonifica presentata dal “Comitato per la tutela ed il recupero del centro storico”dei quartieri di S.Lucia,S.Teodoro e Timpone di Nicastro .In essa si denunciava lo stato di degrado ambientale,la deficienza di manutenzione e la necessità di interventi finalizzati alla rimozione di sterpaglie e arbusti che ostacolano lo scorrimento delle acque oltre che dei rifiuti abusivi di ogni genere, di materiali di risulta da ristrutturazioni. Questi interventi del letto dei fiumi Barisco-Niola e Canne richiedono, per l’impervietà del territorio indicato,che non si utilizzino i soliti mezzi meccanici ma sistemi adeguati,anche manuali, di ripulitura .Gli abitanti del quartiere storico invocano un intervento complessivo capace non solo di migliorare le condizioni igienico sanitarie (oggi è un ricettacolo di roditori,serpenti e zanzare) ma anche di mantenere la sicurezza idrogeologica e la preservazione dell’ecosistema ambientale che rende caratteristico e piacevole il soggiorno in questo particolare borgo.

Ponte sullo stretto, relazione della DIA: La mafia tenta di interferire. I senatori dell’Unione chiedono di sospendere il contratto con Impregilo

Energia solare, Italia a due velocità. Il nord batte il sud

04/11 Italia a due velocita' anche per quanto riguarda la produzione di energia solare e la diffusione di fonti rinnovabili. In questo capitolo la palma di comune piu' attivo se l'aggiudica Trento, seguita da Alessandria, Brescia, Bologna e Palermo. Sud un po' piu' presente invece per quanto riguarda i pannelli solari termici, classifica guidata da Bolzano, seguita da Trento, Lecce, Grosseto e Aosta. La Capitale domina invece la classifica dei comuni che hanno adottato le energie pulite per gli edifici pubblici. Questa la fotografia scattata da Legambiente ed Eurosolar con 'Comuni rinnovabili 2005', 2/o rapporto sulla diffusione delle fonti rinnovabili nei capoluoghi di provincia italiani. Quindi, evidenzia lo studio, anche questa volta il Mezzogiorno emerge a fatica, anche se buoni esempi si trovano a Ragusa, Trapani, Catania, Avellino e Crotone. Secondo il Rapporto Trento risulta essere il comune italiano con il maggior numero di impianti solari, con ottimi risultati sia per il solare termico (con 4.300 mq installati, una media di 39,90 mq ogni 1.000 abitanti) che per il solare fotovoltaico, con 210 kW installati, pari ad una produzione di 210mila kWh/anno. Piu' in particolare, per il solare termico (soprattutto riscaldamento di abitazioni e acqua) si fa largo Bolzano, con la piu' alta diffusione in Italia di pannelli, sia in assoluto che in rapporto alla popolazione (4.983 mq e una media di 51,26 ogni 1.000 abitanti). Il merito di questi risultati, rilevano Legambiente ed Eurosolar, va ascritto ''alle politiche di incentivo promosse dai due comuni e dalle province autonome di Bolzano e Trento, con finanziamenti continui che permettono di dare certezza agli investitori che non devono dipendere da incentivi discontinui nel tempo e graduatorie di selezione''. Come accennato, Roma guida la classifica della diffusione delle fonti rinnovabili nelle strutture edilizie delle amministrazioni (scuole, uffici, biblioteche, eccetera), grazie all'installazione di 930 mq di pannelli solari termici e 178 kW di pannelli solari fotovoltaici. Per il solare termico si segnalano anche Modena, con 403 mq di pannelli, e Palermo, con 263 mq. Per il solare fotovoltaico i migliori risultati dopo Roma sono quelli di Parma, con 120 mq, e due citta' del Mezzogiorno: Benevento (con 81 kW) e Palermo (76 kW). Se si prova a confrontare i dati italiani con la classifica dei Comuni tedeschi fotografata dalla 'Solarbundesliga', sottolinea ancora Legambiente, ''ci si rende conto conto, per usare un linguaggio calcistico, che siamo realmente in campionati differenti. In testa alla classifica e' il piccolo comune di Rettenbach am Auerberg, che ha una media di 487 mq di solare termico ogni 1.000 abitanti e 795 Watt installati di fotovoltaico per abitante; tra i comuni con popolazione maggiore di 100 mila abitanti sono invece in testa Ulm (rispettivamente con 70 mq di solare termico e 20,1 di fotovoltaico) e Friburgo (con 50 mq di solare termico e 24,4 di fotovoltaico). ''I numeri italiani - spiega il presidente di Legambiente Roberto Della Seta - mostrano la poca attenzione da parte dei Comuni nei confronti del risparmio energetico: eppure gli incentivi per i 100 MW da sfruttare entro il 2010 disposti dal Decreto del Ministero delle Attivita' produttive su Conto energia, sono gia' finiti. I provvedimenti che dovevano aiutare lo sviluppo delle rinnovabili non sono sufficienti e, peggio ancora, non sono riusciti a far recuperare il gap nei confronti degli altri Paesi europei''. Ecco di seguito una tabella con i primi 10 comuni italiani con la presenza maggiore di pannelli solari fotovoltaici, secondo i dati del Rapporto 'Comuni Rinnovabili 2005' di Legambiente ed Eurosolar.

Parte male il Ponte sullo Stretto: Aperta un’inchiesta per corruzione ancora prima di iniziare. La Procura di Roma chiede le intercettazioni. Epifani: "Una telefonata inquietante"

Concluso il rilevamento sugli scarichi abusivi disposto dalla Procura di Paola

03/11 E' stato ultimato il controllo disposto dal pm di Paola Francesco Greco, titolare dell' indagine denominata ''Nettuno'', in merito al rilevamento aereo notturno dell' intera costa del Tirreno cosentino, al fine di individuare scarichi abusivi. L' indagine tecnica, su delega del magistrato, e' stata svolta da secondo Nucleo aereo Guardia Costiera di Catania che, con un velivolo bimotore turboelica ad ala fissa e personale specializzato ha provveduto ad ultimare il controllo da Maratea ad Amantea. ''Il comando - e' scritto in un comunicato della Procura di Paola - si e' avvalso dell' apparato di rilevamento denominato Flir (Forward Looking Infrared), Apparato per la visione notturna, che consiste in un sistema di telecamere operanti nel campo dell' infrarosso termico, montate sul velivolo, dotata di due lenti per inquadrature in campo largo e per lo zoom di eventuali target. Il sistema di telerilevamento Flir e' utilizzato durante le ore notturne per l' individuazione di eventuali scarichi costieri''. Nella nota si precisa che ''tale verifica assume una particolare importanza in considerazione che scarichi abusivi potrebbero verificarsi principalmente nelle ore notturne. I risultati del telerilevamento notturno del secondo Nucleo Aereo Guardia Costiera di Catania, incrociati ai dati derivanti dalle analisi chimiche e batteriologiche realizzate alle foci dei corsi d' acqua dall' Arpacal e ai dati gia' in possesso dell' autorita' giudiziaria serviranno per indirizzare con precisione gli ulteriori controlli puntiformi sui siti di scarico individuati''. ''Sono al vaglio del pubblico ministero Francesco Greco - s' scritto ancora nella nota - ulteriori possibilita' di indagini fornite dal Secoindo Nucleo Aereo Guardia Costiera di Catania, ossia il sistema Daedalus AA3505 che permette di effettuare il monitoraggio dell' ambiente marino utilizzando dei sensori che lavorano nelle frequenze ultravioletto ed infrarosso termico. Tale sistema di telerilevamento dotato di apparato Gps permette di georeferenziare lo scenario sorvolato, consentendo l' immediata localizzazione di eventuali sversamenti, mentre un hard disk permette di la registrazione di quanto sorvolato su supporto digitale con possibile elaborazione del dato rilevato a mezzo di software. Il sistema - conclude il comunicato - e' principalmente utilizzato per l' individuazione sia in ore diurne che notturne, di sostanze (liquidi e solidi) immesse nell' ambiente marino. Un ulteriore sistema di indagine di telerilevamento e' il sistema Vinten 618 che consta di macchine per aerofotografia. Tale sistema e' indicato per il monitoraggio del fenomeno erosivo o di eventuali rilievi aerofotogrammetrici (abusivismo edilizio)''

PSTT medio-basso Tirreno: tavolo di concertazione tra i Sindaci e l’assessorato provinciale sulle condizioni del mare

02/11 Si è tenuto giovedì 27 ottobre scorso, nel “Piccolo Teatro” di Longobardi, promosso da ERGA -associazione per lo sviluppo locale, il tavolo di concertazione tra i Sindaci del medio - basso Tirreno cosentino e l'Assessorato all’Ambiente della provincia di Cosenza sulle condizioni del mare. In prosecuzione dell'attività relativa al suo PSTT - Piano di Sviluppo Turistico Territoriale, finanziato dalla Regione Calabria e dal Ministero del Welfare, ERGA ha inteso affrontare le gravi criticità determinate dall’inquinamento marino, emerse nel corso dell'ultima stagione balneare, al fine di prevenire per il futuro analoghi esiti disastrosi per il territorio e per gli operatori. I lavori sono stati aperti dal presidente dell’ERGA, dott. Maria Angela Baldo, e dal Sindaco di Longobardi, dott. Aurelio Garritano, che ha messo in rilievo come "non bastino comportamenti virtuosi da parte dei Comuni, ma occorre che la materia ambientale venga immediatamente delegata dalla Regione alla Provincia, per consentire a quest'ultima di svolgere una organica e capillare opera di promozione e controllo".
Il prof. Francesco Calomino, docente di idraulica alla facoltà di Ingegneria dell’Unical, ha evidenziato come "l'insufficienza del sistema della depurazione" sia "aggravata da uno sviluppo edilizio caratterizzato non solo da abusivismo, ma soprattutto dalla mancanza di una effettiva programmazione urbanistica".
Il dott. Piero Borsani, responsabile Settore Igiene pubblica della ASL nr. 1 di Paola, ha relazionato sugli impegni precisi già assunti dall’Azienda Sanitaria di Paola, "con la predisposizione di un sistema di monitoraggio ambientale e delle acque atto a consentire la immediata evidenziazione dei risultati di analisi".
Dopo gli interventi dei sindaci di Fiumefreddo Bruzio, Guardia Piemontese, dei rappresentanti degli altri comuni costieri interessati dal PSTT, e del neo presidente della Comunità Montana dell'Appennino paolano, dr. Giacinto Mannarino, a conclusione dei lavori l'Assessore Provinciale all'ambiente, Luigi Marrello, ha manifestato non solo il "suo personale apprezzamento per l'iniziativa promossa da ERGA, ma anche l'auspicio che il coinvolgimento diretto delle amministrazioni comunali, in una problematica che incide fortemente sulle prospettive di sviluppo locale, possa condurre alla soluzione dei problemi; infatti l'attuazione delle deleghe dalla Regione alla Provincia, unitamente al necessario superamento della frammentizzazione delle competenze nella gestione del sistema di depurazione delle acque, dovrebbero consentire l’effettivo controllo dell'ambiente e del territorio, ormai non più rinviabile, ma anche la semplificazione amministrativa, con l'eliminazione di procedure oggi troppo farraginose, incerte ed inefficienti".

Campagna “Meno rifiuti in città più qualità in campagna”. Fare Verde ha regalato 400 Kg di compost.

02/11 Sabato 29 e Domenica 30 ottobre nei centri di Altomonte, Firmo, Montalto, Fagnano, San Cosmo Albanese, Vaccarizzo e San Giorgio Abanese i volontari di Fare Verde della provincia di Cosenza hanno regalato 800 sacchetti di compost. Con questo semplice gesto hanno voluto far conoscere ai cittadini non solo l’ottimo risultato finale ottenuto raccogliendo separatamente la frazione organica dei rifiuti urbani ma anche i vantaggi del suo recupero. Il compost, infatti, se fosse impiegato in agricoltura potrebbe arrestare l’impoverimento dei terreni agricoli italiani.
La campagna “Meno rifiuti in città, più qualità in campagna” per la promozione del recupero della frazione organica dei rifiuti attraverso la raccolta differenziata, della pratica del compostaggio domestico e dell’utilizzo del compost di qualità in agricoltura è promossa da Fare Verde con il Patrocinio del Ministero delle Politiche Agricole e Forestali, in collaborazione con la Scuola Agraria del Parco di Monza e con l’adesione di Coldiretti Nazionale e del Consorzio Italiano Compostatori. Dell’iniziativa ne da notizia il Presidente provinciale di FareVerde Cosenza. Francesco Pacienza. “Entusiasta la reazione della gente che non ha esitato a firmare la petizione, -prosegue inoltre l anota- che va avanti in tutta la Calabria dal mese di Giugno, a favore del compostaggio e per la Raccolta Differenziata e contro l’incenerimento dei rifiuti per richiedere al Sindaco e all’Assessore all’Ambiente un maggior coinvolgimento sul tema della frazione organica dei rifiuti. Infatti, al momento, più di 5.000 firme sono state raccolte e verranno consegnate da Fare Verde Al Presidente della Repubblica ed al Presidente della Regione Calabria. Ai Sindaci e agli Assessori all’Ambiente Fare Verde consegnerà, oltre alle firme, materiale tecnico-informativo sui vantaggi della raccolta differenziata della frazione organica preparato dalla Scuola Agraria del Parco di Monza.
La sede provinciale di Cosenza di Fare Verde vuole chiedere ai Sindaci o agli Assessori all’Ambiente l’adesione ad un manifesto per la raccolta differenziata della frazione umida e per l’uso del compost nella cura del verde pubblico e proporre incentivi per questa forma di recupero attraverso riduzioni della tassa sui rifiuti.
Il recupero della frazione organica, nelle case dotate di giardino, può avvenire anche tramite la pratica del compostaggio domestico che con l’impiego di un semplice composter (che serve a riprodurre in uno spazio ristretto il processo decompositivo naturale) consente di produrre in casa il terriccio per il giardino medesimo risparmiando l’acquisto di torba e concimi. Domenica 6 Novembre sarà possibile incontrare i volontari di Fare Verde, per firmare le petizioni, e ricevere informazioni sul compostaggio a Castrovillari, Corigliano, Castrolibero e San Donato di Ninea. Presso tali punti informativi, allestiti dai gruppi locali di Verde saranno distribuiti il manuale per il compostaggio domestico, che sarà di grande aiuto per chi vorrà anticipare una scelta intelligente che trasformerà uno scarto in una risorsa, ed un sacchetto da 1/2 Kg di compost.
“Pensiamo sia stupido parlare di incenerimento e nuove discariche se non si prova a far funzionare prima la raccolta differenziata dei rifiuti. In Italia, solo 1500 Comuni su 8000, hanno avviato (molti ancora in forma sperimentale) la raccolta differenziata della frazione organica dei rifiuti”.
La sede provinciale di Fare Verde auspica che nei prossimi giorni l’esempio fornito dal comune di Altomonte, delibera a favore del compostaggio ed acquisto di due composter di grande capacità per il recupero della frazione verde proveniente dal cimitero (3% del totale dei rifuti prodotti in un anno dal comune), venga seguito da altre Amministrazioni”.

Gli ambientalisti affermano: Il contratto del Ponte sullo stretto si può rescindere

02/11 ''I giochi sull' affidamento al general contractor e le relative penali riguardanti la progettazione definitiva ed esecutiva del ponte sullo Stretto di Messina sono tutt'altro che fatti e le affermazioni dell' amministratore delegato della Stretto di Messina Spa, Pietro Ciucci, e del presidente di Infrastrutture Spa, Andrea Monorchio, sono del tutto destituite di fondamento''. E' quanto scritto in una lettera sottoscritta dalle associazioni ambientaliste Wwf, Italia Nostra e Legambiente. La missiva e' stata inviata a tutti i capigruppo parlamentari dei partiti e ai membri delle commissioni parlamentari competenti, ai presidenti dei consigli regionali e ai presidenti delle commissioni consiliari competenti di Calabria e Sicilia che invita le assemblee elettive nazionali e regionali a chiedere a Governo e alle due Giunte regionali di discutere pubblicamente i contenuti del contratto prima della sua definizione. ''Esiste - prosegue la lettera - un punto del Bando di Gara (punto IV.4 Lettera M) che non obbliga in nessun modo la Stretto di Messina Spa, concessionaria pubblica, che e' libera in ogni momento di rescindere gli impegni nei confronti del General Contractor vincente''. ''Il confronto pubblico - conclude la nota - e' un passaggio obbligato, viste le notizie che provengono dalle inchieste della magistratura penale e dalla Commissione Europea''.

Sequestrato il depuratore di Aiello Calabro

02/11 L'impianto di depurazione comunale di Aiello Calabro e' stato sequestrato nell'ambito di una indagine sulla situazione ambientale avviata nei mesi scorsi dalla procura di Paola. Il sequestro e' stato eseguito dai carabinieri su disposizione del Gip del tribunale di Paola.

Il 60% dei comuni calabresi a rischio perché non attuano una prevenzione idrogeologica

31/10 Il 57% dei comuni calabresi non svolge una manutenzione ordinaria dei corsi d' acqua e oltre il 60% non realizza delocalizzazioni e opere di messa in sicurezza dei fiumi e dei versanti. A riferirlo e' l' indagine ''Ecosistema Rischio'' realizzata da Legambiente e dal Dipartimento della Protezione Civile nell' ambito della campagna nazionale denominata Operazione Fiumi 2005. In base a quanto emerso dal monitoraggio, che ha preso in esame 32 comuni classificati dal Ministero dell' Ambiente e dall' Unione province italiane, ''il 93% dei comuni della regione svolge un lavoro per la mitigazione del rischio idrogeologico ben al di sotto della sufficienza. Oltre la meta' delle amministrazioni locali non ha ancora elaborato un piano d' emergenza e ben due comuni su tre non lo hanno aggiornato negli ultimi due anni, trasformandolo cosi' in un' arma spuntata contro le alluvioni e le frane. Comuni carenti anche nelle attivita' di informazione alla popolazione e, soprattutto, nella realizzazione di esercitazioni''. Vibo e Crotone, nella classifica sula prevenzione del rischio riservata ai capoluoghi di provincia, superano di poco la sufficienza: 6,5. Infatti, malgrado siano ancora troppe le abitazioni e le zone industriali in aree a rischio che necessitano di opere di messa in sicurezza, la situazione e' migliore rispetti a Reggio e Cosenza. La ''maglia nera'' nelle attivita' messe in campo contro il rischio idrogeologico spetta a quattro comuni: due della provincia di Cosenza, Cervicati e Castroregio; uno di quella di Reggio, Portigliola e una in provincia di Catanzaro, Conflenti. ''I Comuni della Calabria complessivamente - afferma Simone Andreotti, portavoce della campagna - ancora non pongono le tematiche di prevenzione da alluvioni e frane e di protezione civile tra le priorita' del loro lavoro in una regione dove bastano poche gocce d' acqua per provocare gravi danni e forti disagi, e' improrogabile arrestare la cementificazione dei corsi d' acqua e realizzare interventi di delocalizzazione delle abitazioni in aree a rischio di esondazione. L'urbanizzazione di queste aree - sostiene ancora Andreotti - non e' solo una pesante eredita' degli anni passati, ma una politica di gestione irrazionale del territorio ancora tristemente attuale che mette troppo spesso a rischio la sicurezza dei cittadini''. Per la presidente regionale di Legambiente, Lidia Liotta ''in una Regione che gia' ha pagato a caro prezzo sulla propria pelle le drammatiche conseguenze della fragilita' del territorio da alluvioni e frane nell' ultimo decennio con le tragedie annunciate di Soverato, di Cerzeto e di Crotone, i dati presentati oggi sono veramente preoccupanti. Un' inversione di tendenza per mettere in sicurezza il territorio calabrese non e' neanche all' orizzonte come dimostrano le opere di messa in sicurezza dell' Esaro a Crotone che, a nove anni dall'alluvione, sono ancora incomplete e parziali, mentre a Reggio Calabria si continua a costruire nelle fiumare. La sicurezza dei cittadini da frane e alluvione deve diventare una priorita' nel lavoro degli amministratori calabri. Fermare l' abusivismo, l' urbanizzazione delle aree golenali, la cementificazione e la rettificazione dei corsi d' acqua, le escavazioni illegali in alveo sono scommesse che la Calabria non puo' piu' permettersi di perdere''

Stanziati dalla Giunta regionale 281 milioni di euro per il risanamento dei fiumi

29/10 ''Gia' per l' estate 2006 vogliamo un sistema ambientale piu' vicino alle aspettative e alle istanze dei turisti e dei calabresi. Con questo obiettivo la Giunta regionale ha approvato interventi per il risanamento ambientale dei fiumi calabresi''. A sostenerlo e' Diego Tommasi, assessore regionale alle Politiche dell' Ambiente secondo cui ''a tale scopo saranno recuperate tutte le risorse regionali, nazionali e europee con interventi che prevedono un impegno economico di 281 milioni 670 mila euro'''. Secondo Tommasi, ''si e' provveduto ad analizzare i punti piu' critici delle coste calabresi, alla luce della situazione verificatasi nella passata stagione estiva che ha spinto il presidente Loiero a chiedere scusa a turisti e residenti. La filosofia degli interventi mira alla bonifica ambientale dei corsi d' acqua eliminando scarichi abusivi, urbani e industriali, e micro discariche presenti negli alvei fluviali che sono tra i responsabile dell' enorme quantitativo di rifiuti solidi che si riversano in mare, i battelli puliscimare ne hanno raccolto ben 16 tonnellate''. ''L' iter - sottolinea l' assessore alle Politiche dell' Ambiente - prevedera' la concertazione con gli assessorati Lavori Pubblici e in collaborazione con l' Autorita' di Bacino, le Province, i Comuni e l'Ato e gli Enti preposti. Le azioni previste saranno attuate nell' immediato, al fine di avviare, gia' nei mesi prossimi i lavori per il raggiungimento degli obiettivi gia' per la prossima stagione balneare''. A parere di Tommasi quello attuato ''e' un primo passo importante che inaugura un processo innovativo che ci consentira' di affrontare le criticita' ambientali in tempi utili. Le determinazioni della Giunta insieme al monitoraggio delle acquee superficiali e sotterranee, avviato dall' Ufficio del Commissario sono la riprova di un impegno sinergico e di una volonta' forte e condivisa di affrontare con spirito di soluzione le problematiche ambientali. Certo i problemi gestionali restano ancora tutti ma abbiamo inaugurato un nuovo corso''.

Operazione Nettuno: Sequestrato il depuratore di Cleto

28/10 Prosegue l' operazione della Procura della Repubblica di Paola denominata ''Nettuno'' per la tutela delle acque pubbliche e della salute e dell' incolumita' pubblica. La Procura di Paola della quale e' procuratore capo Luciano D' Emmanuele, su disposizione del magistrato incaricato dell' indagine Francesco Greco ha disposto il sequestro del depuratore sito in localita' Marina di Savuto del comune di Cleto. Le indagini sono state curate dal Corpo forestale dello Stato stazione di Aiello Calabro su delega del pm Greco. L' impianto, per come accertato, determinava il rilascio in un fosso e successivamente nel fiume Savuto di acque non adeguatamente depurate in considerazione che alcune fasi della depurazione erano completamente mancanti, mentre altre erano insufficienti ed inadeguati. Accertata anche la fuoriuscita di liquame all' interno dell' area dell' impianto. Accertata altresi' l' assenza dell' autorizzazione allo scarico delle acque in uscita dall' impianto. Il pm Francesco Greco ha disposto la notifica del provvedimento a varie autorita' amministrative per i provvedimenti di competenza (Sindaco e responsabile ufficio tecnico Cleto, dirigente e presidente Ato n.1, Commissario emergenza ambientale nel territorio della Regione Calabria, responsabile Societa' di gestione, ecc.). L' operazione Nettuno in questi ultimissimi giorni peraltro ha permesso di realizzare una nuova verifica dello stato del mare del basso Tirreno cosentino, grazie all' attivita' delegata al secondo Nucleo aereo Guardia costiera di Catania. Con uno speciale aereo ed attrezzature all' avanguardia e' stata effettuata una verifica degli scarichi a mare con rilevazioni video all' infrarosso termico (missione (Flir). Il pm Greco ha gia' disposto immediate verifiche sui vari siti individuati (14 tra S. Lucido ed Amantea compresi) nonche' l' effettuazione del medesimo controllo aereo sul medio ed alto Tirreno cosentino. Prosegue l' attivita' di controllo puntiforme degli scarichi in ogni singolo comune della costa tirrenica cosentina. Il pm, dott. Francesco Greco, peraltro ha in programma di effettuare controlli sul territorio al fine di valutare i risultati conseguiti con le indagini delegate a varie forze di polizia. L' ufficio di Pg Ambiente su disposizione del pm ha avviato un incrocio della notevolissima quantita' di dati acquisiti per un quadro ancor piu' dettagliato delle fonti di inquinamento per ciascuno dei 32 comuni della costa.

I bambini delle elementari di via Roma dal Presidente Oliverio parlano di salvaguardia della natura e inquinamento del mare

27/10 Cinquanta bambini della scuola elementare “Plastina-Pizzuti” di via Roma, accompagnati dal dirigente scolastico, dott. Gerardo Napoletano e dai propri insegnanti domani, hanno incontrato questa mattina il presidente della Provincia di Cosenza, on. Mario Oliverio. Tema dell’incontro: la salvaguardia della natura e l’inquinamento del mare.
La richiesta è stata sollecitata dagli insegnanti e dagli stessi bambini che, affrontando nel corso di questo primo mese di lezioni i temi dell’ambiente, hanno più volte ripetuto lo slogan “mare da bere” lanciato dal presidente della Provincia di Cosenza nel corso di questi mesi. I ragazzini si sono chiesti e hanno più volte domandato ai loro insegnanti cosa volesse dire questa espressione, soprattutto in relazione al fatto che durante l’estate il nostro mare più volte si è presentato con evidenti macchie di sporcizia e di inquinamento e che spesso, per questo motivo, è stato loro impedito, da parte dei genitori, di fare il bagno.
L’incontro, ricco di domande e curiosità, ha affrontato temi importanti: i depuratori che non funzionano, gli impianti fognari che non esistono, le discariche a cielo aperto che deturpano le città e, soprattutto, i tempi che ci vorranno per riavere un mare azzurro e pulito, in cui poter fare il bagno senza la paura di contrarre malattie e infezioni.
Assai soddisfatto ed impressionato positivamente dalla capacità di giudizio dei bambini sulla realtà, il Presidente Oliverio che, dopo aver invitato i ragazzini ad essere i primi difensori dell’ambiente e a coinvolgere innanzitutto i genitori nel rispetto e nella salvaguardia della natura, ha ringraziato le scolaresche della visita ed ha auspicato altre occasioni d’incontro.
“Vi invito sin da ora –ha concluso il Presidente Oliverio- ad un nuovo incontro, in occasione del nostro trasferimento nei locali ristrutturati della Provincia, in Piazza Prefettura. In quell’occasione, insieme all’on. Francesco Principe, presidente del Consiglio provinciale, potremo intrattenerci più a lungo ed affrontare i temi che svolge un ente imporante come la Provincia di Cosenza”.
“Sono sicuro-ha concluso Oliverio- che solo dalla partecipazione attiva dei cittadini alla vita delle istituzioni può nascere una nuova cultura ed una nuova mentalità.
Per ricreare una corretta cultura dell’ambiente, rispettosa dell’uomo e della natura, infatti, la scuola certamente può e deve svolgere un ruolo fondamentale.
Ringrazio, pertanto, dirigenti, insegnanti e gli stessi bambini per avermi dato questa opportunità che, sono certo, sarà ripetuta ed intensificata in molte altre scuole della nostra provincia”.

Fare Verde in piazza, dal 29 a Cosenza e provincia, per la campagna sull’utilizzo del compost

27/10 Il 29 e 30 ottobre i volontari di Fare Verde della Provincia di Cosenza torneranno in piazza a regalare a quanti vorranno sacchetti di terriccio fertilizzante (compost) e a far conoscere con volantini e opuscoli non solo l’ottimo risultato finale ottenuto raccogliendo separatamente la frazione organica dei rifiuti urbani ma anche i vantaggi del suo recupero. Il compost, infatti, se fosse impiegato in agricoltura potrebbe arrestare l’impoverimento dei terreni agricoli italiani. La campagna Meno rifiuti in città, più qualità in campagna per la promozione del recupero della frazione organica dei rifiuti attraverso la raccolta differenziata, della pratica del compostaggio domestico e dell’utilizzo del compost di qualità in agricoltura è promossa da Fare Verde con il Patrocinio del Ministero delle Politiche Agricole e Forestali, in collaborazione con la Scuola Agraria del Parco di Monza e con l’adesione di Coldiretti Nazionale e del Consorzio Italiano Compostatori. In provincia di Cosenza sarà possibile firmare la petizione, nelle piazze di Altomonte, Castrovillari, Montalto Uffugo, Rossano, Firmo, Fagnano Castello, San Cosmo Albanese, San Giorgio Albanese, Vaccarizzo, Rende e il 6 novembre a Corigliano, Torano, San Donato per richiedere al Sindaco o all’Assessore all’Ambiente un maggior coinvolgimento sul tema della frazione organica dei rifiuti. Il recupero della frazione organica, nelle case dotate di giardino, può avvenire anche tramite la pratica del compostaggio domestico che, con l’impiego di un semplice composter (serve a riprodurre in uno spazio ristretto il processo decompositivo naturale), consente di produrre in casa il terriccio per il giardino medesimo risparmiando l’acquisto di torba e concimi. La sede provinciale di Fare Verde ha chiesto all’Amministrazione Provinciale di Cosenza che incentivi questa forma di recupero attraverso riduzioni della tassa sui rifiuti. Presso i punti informativi allestiti da Fare Verde sarà in distribuzione anche il manuale per il compostaggio domestico. Alla manifestazione di sabato 29 che si terrà ad Altomonte parteciperanno gli studenti dell’Istituto Comprensivo di Altomonte che presenteranno i loro lavori sul compostaggio e sulla raccolta differenziata. Ad oggi, in Italia, solo 1500 Comuni su 8000, hanno avviato (molti ancora in forma sperimentale) la raccolta differenziata della frazione organica dei rifiuti, saremmo contenti che anche altri Comuni, come già fatto dal Comune di Altomonte mediante delibera sul compostaggio a cui è seguito l’acquisto di 3 composter di grandi capacità per il recupero della frazione verde proveniente dagli addobbi cimiteriali al fine di riutilizzo nella manutenzione e concimazione delle aree verdi di propria pertinenza, ne facessero parte. È stupido parlare di incenerimento e nuove discariche se non si prova a far funzionare prima la raccolta differenziata dei rifiuti. Nei prossimi giorni Fare Verde invierà, come già fatto lo scorso anno, a molte Amministrazioni Comunali della provincia di Cosenza materiale tecnico-informativo sui vantaggi della raccolta differenziata della frazione organica preparato dalla Scuola Agraria del Parco di Monza, e chiederà ai Sindaci o agli Assessore all’Ambiente l’adesione ad un manifesto per la raccolta differenziata della frazione umida e per l’uso del compost nella cura del verde pubblico. Fare Verde, in occasione della sua campagna Meno rifiuti in città, più qualità in campagna, denuncia lo spreco di materiale organico inviato agli inceneritori. La logica porta a pensare che i rifiuti organici, essendo umidi, non siano adatti all’incenerimento. Ma la realtà è diversa: negli inceneritori di vecchia generazione la frazione organica dei rifiuti serve per ridurre la temperatura e non arrecare danni all’impianto. Molti inceneritori sono stati progettati negli anni ‘70, quando la composizione dei rifiuti era diversa da quella attuale ed aveva un potere calorifico inferiore. Con il boom degli imballaggi, la quantità di carta, plastica e polistirolo presente nei nostri rifiuti è aumentata considerevolmente e con essa, il potere calorifico dei rifiuti destinati ad incenerimento. Per questo, oggi, la frazione organica "serve" agli inceneritori di vecchia generazione, che sono, generalmente, anche quelli più inquinanti. Ma tutto ciò è follia: la frazione umida dei nostri rifiuti deve essere sottoposta a processi di compostaggio e restituita alla terra sottoforma di fertilizzante organico. Ne hanno bisogno i terreni agricoli italiani e di tutta l’Europa del Mediterrano, sempre più interessati dal fenomeno della desertificazione. Ogni anno produciamo in Italia 30 milioni di tonnellate di rifiuti. Un terzo di queste sono materiale organico: una risorsa enorme per dare nutrimento alla terra. I vantaggi del riciclaggio della frazione organica dei rifiuti sono numerosi, oltre che evidenti - afferma Fabrizio Vincenti, Presidente nazionale di Fare Verde - meno discariche, stop alla costruzione di nuovi inceneritori e minor inquinamento atmosferico, meno fertilizzanti chimici e minore inquinamento delle falde acquifere, maggiore quantità di carbonio trattenuto al suolo (grazie alla fertilizzazione organica!) invece di essere disperso in atmosfera e contribuire, così, all’effetto serra, lotta all’impoverimento dei terreni agricoli. Per ogni informazione sull’iniziativa potete visitare il sito web all’indirizzo www.fareverdecalabria.it La campagna "Meno rifiuti in città, più qualità in campagna" è promossa da Fare Verde ONLUS?con il Patrocinio del Ministero delle Politiche Agricole e Forestali, la collaborazione tecnica della Scuola Agraria del Parco di Monza e l'adesione di CIC - Consorzio Italiano Compostatori e Coldiretti Nazionale

Le scuole elementari di via Roma incontrano il Presidente Oliverio su inquinamento e natura

26/10 Cinquanta bambini della scuola elementare “Plastina-Pizzuti” di via Roma, accompagnati dal dirigente scolastico, dott. Gerardo Napoletano e dai propri insegnanti incontreranno, giovedì 27 ottobre, alle ore 10.30, il presidente della Provincia di Cosenza, on. Mario Oliverio. Tema dell’interessante iniziativa: la salvaguardia della natura e l’inquinamento del mare. La richiesta dell’incontro è venuta dagli stessi bambini che, affrontando nel corso di questo primo mese di lezioni i temi dell’ambiente, hanno più volte ripetuto lo slogan “mare da bere” lanciato dal presidente della Provincia di Cosenza nel corso di questi mesi. I bambini si sono chiesti e hanno più volte domandato ai loro insegnanti cosa volesse dire questa espressione, soprattutto in relazione al fatto che durante l’estate il nostro mare più volte si è presentato con evidenti macchie di sporcizia e di inquinamento e che spesso, per questo motivo, è stato loro impedito, da parte dei genitori, di fare il bagno.
L’incontro, che si preannuncia ricco di domande e curiosità, affronterà anche il tema dei depuratori che non funzionano, degli impianti fognari che non esistono, delle discariche a cielo aperto che deturpano le città e dei tempi che ci vorranno per riavere un mare azzurro e pulito, in cui poter fare il bagno senza la paura di contrarre qualche malattia.
“Abbiamo dedicato –ha dichiarato la maestra Franca Funari, una delle insegnanti promotrici dell’incontro- diverso tempo a questi argomenti e i bambini si sono dimostrati interessatissimi all’intera problematica ambientale. Essi, tra l’altro, sono stati assai colpiti dal fatto che gli inviati di “Striscia la notizia” abbiano voluto consegnare un tapiro d’oro al presidente Oliverio. Nel corso della visita alcuni di loro reciteranno delle poesie, scritte da noi insegnanti, sui temi della salvaguardia ambientale”.
“Ho accettato subito e con grande entusiasmo di incontrare questi bambini e le loro insegnanti–ha dichiarato il Presidente della Provincia di Cosenza- perché sono convinto che, prima di ogni intervento, occorra creare una corretta cultura dell’ambiente. La scuola è certamente il luogo privilegiato in cui imparare a rispettare la natura. Ringrazio, quindi, dirigenti, insegnanti e gli stessi bambini per avermi dato questa opportunità che, sono certo, sarà imitata e ripetuta in molte scuole della nostra provincia”.

Quattro denunce del CFS nel vibonese

26/10 Quattro persone sono state denunciate nel corso di controlli compiuti nel vibonese dal personale del corpo forestale dello Stato e finalizzati a contrastare il fenomeno del deturpamento ambientale. Nelle campagne di Sant'Onofrio il personale della forestale ha denunciato A.F., di 25 anni e G.M., 24 anni, perche' sorpresi mentre stavano tagliando degli alberi di quercia in un rimboschimento gestito dal Consorzio di Bonifica Integrale di Vibo Valentia. I due sono dovranno rispondere dei reati di danneggiamento e tentato furto. A Vazzano il personale della forestale ha sequestrato una cava di materiale lapideo il cui proprietario e' stato denunciato per violazione delle norme ambientali. Nelle campagne di Serra San Bruno e' stata sequestrata un'area di circa 1.800 metri quadrati, precedentemente sottoposta al regolare taglio di alberi del bosco di castagno. Il responsabile e' stato denunciato.

A rischio i finanziamenti UE del Ponte sullo Stretto. Infiltrazioni mafiose negli appalti. Centaro: “La magistratura vigila”

Inaugurata la centrale eco compatibile dell’Edison

24/10-(Martina Gatto)- “Una centrale tra i fiori”: Sogno? No, da oggi e' realta'. Si tratta della centrale termoelettrica da 380 mw realizzata in provincia di Foggia, da Edison con un investimento di 165 milioni di euro: per la prima volta in Europa, l' energia e il calore prodotti da un impianto eco-compatibile alimenteranno 60 ettari di nuove serre che entro il 2006 il gruppo Ciccolella, che svolge la sua attivita' a livello europeo nel settore florovivaistico, realizzera' accanto alla centrale. La centrale Edison di Candela e' stata inaugurato oggi dal presidente e amministratore delegato dell' azienda, Umberto Quadrino, dal sottosegretario alle Attivita' Produttive, Gian Battista Caligiuri. Nella centrale di Candela - ha chiarito Quadrino - viene utilizzata tecnologia 'a ciclo combinato', perche' combina i benefici di due metodi di produzione dell' energia elettrica: un ciclo a gas e un ciclo a vapore. ''Tale tecnologia termoelettrica - ha spiegato il presidente Edison - e' riconosciuta come la piu' efficiente ed eco-compatibile oggi disponibile sul mercato''. Tre i vantaggi: un minor consumo di risorse naturali, minori emissioni in atmosfera e un conseguente minor costo dell' energia prodotta. La centrale di Candela, prima in Italia, utilizza tra l' altro come combustibile gas 'povero', a basso potere calorifico, estratto dai giacimenti metaniferi della zona. Ma soprattutto il nuovo impianto - ha proseguito Quadrino - e' il primo del Piano industriale di Edison ad essere completato: grazie a questa centrale e alle prossime inaugurazioni di quelle situate ad Altomonte e Torviscosa, si avvicina l' obiettivo Edison di 14.000 megawatt di potenza installata al 2008 e di una quota di circa il 20% del mercato dell' energia elettrica.
Quadrino ha parlato anche della meta principale di Edison, che e' sicuramente quella di rendersi indipendente nell' approvvigionamento di gas dall' Eni, anche attraverso la realizzazione del rigassificatore di Rovigo e del gasdotto da costruire fra l' Italia, la Grecia e la Turchia, con un accordo intergovernativo che sara' siglato il 4 novembre a Lecce. Ma l' appuntamento di oggi a Candela e' stato anche l' occasione per parlare di altri obiettivi in campo come quello della partecipazione in Gemina, definita da Quadrino non piu' strategica: per questo, Edison ''attende una buona offerta da esaminare'', mentre per Rcs e' esclusa l' ipotesi di vendita della quota Edison.
Infine, parlando con i giornalisti, Quadrino si e' soffermato sulla sospensione di nuove autorizzazioni nel campo dell' energia eolica decisa dal Consiglio regionale della Puglia: ''La Puglia - ha detto - e' una delle regioni con piu' vento, una delle regioni ideali per l' eolico'' e per questo il presidente Edison auspica di riuscire a convincere le popolazioni e le amministrazioni. Sul piatto della bilancia - dice - Edison - ''Porta investimenti che hanno un impatto ambientale sostenibile''.

La Calabria partecipa al concorso: “Ciclo e riciclo”

24/10-(M.G.)- La Calabria partecipera' a ''Ciclo e riciclo 2006'', concorso di idee promosso dal Consorzio nazionale per il recupero e il riciclo dell' alluminio. Un' iniziativa che diventera' un film grazie alla collaborazione con il Festival di Marano-Festival nazionale della pubblicita' sociale dei ragazzi. ''Il progetto Ciclo e Riciclo - e' detto in un comunicato - e' stato sviluppato dal Consorzio imballaggi alluminio assumendo come punto di riferimento i programmi didattici della scuola elementare e media inferiore''. Il concorso e' rivolto a scuole elementari e medie, oltre che della Calabria, di Lazio, Puglia, Campania e Sicilia.

Respinto il ricorso contro il sequestro della discarica

24/10 Il Tribunale del riesame di Catanzaro ha rigettato il ricorso che presentato dal sindaco di Laino Borgo, Michele Mele, avverso il sequestro della discarica non autorizzata di contrada ''Petroso'' avvenuto il nove settembre scorso. Il sequestro della discarica, situata a pochi metri dal fiume Lao, fu disposto dal sostituto procuratore del Tribunale di Castrovillari, Baldo Pisani, ed eseguito dai carabinieri di Laino Borgo, in sinergia con gli agenti della Polizia Municipale. All'interno dell'area, che si estendeva per circa 2000 metri quadrati, fu rinvenuto materiale ferroso, batterie ed oli esausti, frigoriferi in disuso, pneumatici usurati, materiale plastico, grossi lastroni di vetro ed altri materiali.

Ventimila volontari all’opera per ripulire i fiumi. In Calabria dal 29 ottobre.

22/10 Prendersi cura dei corsi d'acqua italiani, dai grandi fiumi come l'Arno, il Tevere e il Po, sino alle fiumare calabresi e ai piu' piccoli ruscelli, rendendoli non solo piu' belli e puliti ma soprattutto piu' sicuri. E' l'obiettivo del weekend di volontariato nazionale contro le alluvioni organizzato nell'ambito di "Operazione Fiumi 2005", la campagna per la prevenzione del rischio idrogeologico di Legambiente e del dipartimento della Protezione Civile che oggi e domani fa tappa a Roma dopo gli appuntamenti di Maserada, Venezia, Turbigo, Milano, Lavagna, Genova, Ascoli e Perugia. Tra oggi e domani, oltre 20 mila volontari armati di sacchi, rastrelli e guanti saranno impegnati in 300 diverse localita' in una grande opera di prevenzione dalle alluvioni, rimuovendo materiali ingombranti dal greto del fiume e rifiuti comuni lungo le sponde. Tonnellate di materiale plastico e ferroso, centinaia di tronchi d'albero portati dalle precedenti piene: una vera e propria bonifica di oltre cento corsi d'acqua. A Roma sul Tevere - dove si sono ritrovati in piu' di 300 - le operazioni di pulizia sono anche un'autentica esercitazione di protezione civile per gli scout dell'Agesci e per i volontari di Legambiente delle associazioni locali, che faranno ricorso anche a battelli, motoseghe, verricelli e mezzi speciali per rimuovere i rifiuti piu' ingombranti. "Prevenzione del rischio idrogeologico non e' solo informazione ma anche e soprattutto una corretta gestione del territorio e del fiume - sottolinea Francesco Ferrante, direttore generale di Legambiente - I disastri ambientali che vedono protagonisti i fiumi italiani sono infatti la diretta conseguenza di scelte sciagurate compiute dall'uomo: l'abusivismo, l'urbanizzazione delle aree golenali e la mancata manutenzione ordinaria degli argini, sono spesso le vere cause delle catastrofi". "Anche le troppe vere e proprie discariche lungo i corsi d'acqua rappresentano un problema rilevante - conclude Ferrante - i rifiuti ingombranti e i tronchi d'albero strappati dalla corrente possono ostruire la luce dei ponti portando effetti devastanti a valle in caso di alluvione". La carovana di "Operazione fiumi", nel frattempo, non si ferma, proseguendo il suo lungo viaggio verso sud. Si ricomincia dalla Campania a Napoli dal 25 al 27 ottobre per proseguire poi in Calabria a Crotone il 29, 30 e 31 ottobre. Infine la Sicilia con Palermo dal 3 al 5 novembre.

CGIL, Cisl e Uil: “Il Ponte sullo Stretto non è una priorità”

20/10 Il Ponte sullo Stretto, per un insieme di motivi, non puo' essere considerato ''una priorita'''. E' quanto emerso nel corso del convegno sul tema ''Mezzogiorno: legalita', infrastrutture, sostenibilita'' in corso a Reggio Calabria. ''L' opera - e' stato detto dagli esponenti della Cgil - non rappresenta una connessione strategica del corridoio europeo Nord-Sud, non solo perche' l' alta velocita' nel tratto insulare ed in quello meridionale e' totalmente priva di finanziamenti. Ma soprattutto perche' le relazioni strategiche per il sistema produttivo della Sicilia sono il mare e l' aria''. Per la Cgil ''bisogna superare il gap competitivo e collegare il Meridione con l'Europa e con l' altra sponda del Mediterraneo, servono le autostrade del mare, le dorsali autostradali e ferroviarie tirrenica ed adriatico-ionica, gli snodi aeroportuali, interportuali e portuali, i sistemi integrati dei trasporti pubblici, gli schemi idrici, le reti irrigue ed energetiche, le reti di telecomunicazione''.

Bersani (DS) “Nessuno crede che il ponte sullo stretto verrà fatto”

20/10-(G.C.) - ''Non so perche', ma di tutti quelli che sento in giro, in Italia e anche fuori, nessuno crede che il Ponte sullo Stretto di Messina sara' fatto''. Questo il pensiero di Pierluigi Bersani, responsabile programma della segreteria Ds, che esprime perplessita' sulla 'bancabilita' del Ponte sullo Stretto, a margine di un convegno promosso da Nems sul tema della infrastrutturazione del paese. ''Senza soldi non si fa molto, allo stato della disponibilita' delle risorse economiche, dei bisogni del paese, non credo che la priorita' sia il Ponte, senza per questo essere contrario all'opera stessa'', risponde Bersani circa l'inserimento dell'opera tra le priorita' infrastrutturali da parte del centrosinistra. ''Vedremo lo stato di avanzamento del progetto - aggiunge il parlamentare Ds - vi sono molti punti interrogativi, bisognera' verificarne i costi-benefici, la bancabilita'. Nel capitolo infrastrutture, bisognera' passare ai raggi X molti progetti , chiederci che cosa mettiamo sulle spalle dei nostri figli, fare un'operazione trasparenza, scoprire quanta polvere e' stata messa sotto il tappeto''.

Presentata la nuova edizione della campagna sulla raccolta differenziata di Fare Verde

20/10 Si è svolta a Roma, presso la sala Cavour del Ministero delle Politiche Agricole e Forestali, alla presenza del Ministro Alemanno la conferenza stampa di presentazione della campagna di Fare Verde “Meno rifiuti in città più qualità in campagna” per promuovere la raccolta differenziata della frazione organica dei rifiuti, il compostaggio domestico e l'uso del compost in agricoltura.
Il Ministro delle Politiche Agricole e Forestali, Gianni Alemanno – si legge in una nota del Presidente di fare Verde calabria, Francesco Pacienza - ha affermato: “L’importanza della raccolta differenziata della frazione organica non risiede solo nella riduzione dei rifiuti ma soprattutto nella restituzione ai terreni agricoli di sostanze ed elementi nutritivi essenziali per il loro recupero e la loro valorizzazione” e ha sottolineato “è essenziale studiare dei meccanismi per l’incentivo del compostaggio e investire per diffondere la nascita di impianti per la produzione di compost”.
Ad oggi, incentivi per gli agricoltori che utilizzano il compost come fertilizzante sono previsti solo dalle Regioni Emilia Romagna e Toscana mentre la raccolta differenziata della frazione organica, essenziale per ottenere una materia prima pulita dalla quale produrre compost di qualità, è ancora poco diffusa. Per questo Fare Verde ripropone anche quest'anno, il suo impegno a favore del compostaggio.
“Siamo giunti alla sesta edizione della nostra annuale campagna per il compost - ha dichiarato Fabrizio Vincenti, presidente nazionale di Fare Verde - la seconda sostenuta dal Ministero delle Politiche Agricole e Forestali. Una collaborazione strategica, quella con il Ministero delle Politiche Agricole, grazie alla quale è stata realizzata già nel 2004 una campagna citata come esempio in Europa: secondo quanto afferma Enzo Favoino della Scuola Agraria del Parco di Monza, l'Italia è il primo paese in Europa dove l'aspetto agronomico ha assunto un ruolo trainante nelle strategie di riduzione dei rifiuti biodegradabili in discarica. ?La novità della campagna condotta da Fare Verde per la raccolta differenziata dei rifiuti organici e il compostaggio sta proprio nel proporre un forte legame tra i centri urbani, dove si producono i rifiuti biodegradabili, e il mondo agricolo, dove tali rifiuti possono trovare impiego dopo un adeguato processo che li trasformi in compost di qualità.”
“Pochi sanno - prosegue Vincenti - che i terreni agricoli di tutta l'Europa meridionale, Italia compresa, sono a rischio desertificazione”. Decenni di agricoltura intensiva e concimi chimici hanno fatto diminuire drasticamente la sostanza organica naturalmente presente nei terreni. Gli scarti di cucina, se raccolti in modo differenziato, insieme a sfalci verdi e ramaglie possono essere efficacemente trasformati in fertilizzante organico mediante un processo chiamato "compostaggio". Il compostaggio riproduce, in modo controllato e accellerato, il fenomeno naturale della degradazione della materia organica. Il compost di qualità ottenuto dalla frazione organica dei rifiuti può essere utilizzato in agricoltura e florovivaismo. In questo modo, da rifiuto estremamente problematico da smaltire (si pensi alla sua putrescibilità) lo scarto biodegradabile può trasformarsi in nutrimento per la terra.?“Gli scarti di cucina - afferma ancora Vincenti - sono una risorsa preziosa per restituire sostanze nutritive ai terreni agricoli: è folle lasciarli marcire in discarica o incenerirli. Questo il messaggio che Fare Verde intende lanciare ai cittadini italiani con la sua Campagna. Per dare concretezza a questo messaggio, sabato 29 e domenica 30 ottobre saranno distribuiti gratuitamente dai nostri volontari 20.000 sacchetti di compost, pari a 10 tonnellate, in più di 125 piazze italiane”.
“Si tratta di una campagna a 360 gradi - aggiunge Massimo De Maio, responsabile nazionale di Fare Verde per il compostaggio - per realizzare una alleanza tra centri urbani e mondo agricolo. Fare Verde con la sua Campagna intende comunicare i vantaggi della raccolta differenziata dei rifiuti organici e il compostaggio a tutti gli attori coinvolti: ai cittadini, che devono separare la frazione organica dei rifiuti; agli Amministratori Pubblici, che devono predisporre la raccolta differenziata della frazione organica e avviarla ai centri di compostaggio, invece che ad altre forme di smaltimento; agli agricoltori, che devono impiegare compost di qualità, ottenuto dal trattamento della frazione organica dei rifiuti, per la fertilizzazione organica dei terreni agricoli italiani.?Per questo - conclude De Maio - Fare Verde ha predisposto azioni e strumenti diversificati per ciascun attore coinvolto nella campagna: ai cittadini distribuirà gratuitamente campioni di compost e materiale informativo; agli amministratori Pubblici invierà materiale tecnico-divulgativo; per il mondo agricolo organizzerà conferenze per la promozione del compost di qualità. Infine, un convegno nazionale chiuderà la Campagna, come nella passata edizione”.
Nel corso della conferenza stampa è emerso il grande lavoro di Fare Verde volto a far incontrare produttori e potenziali utilizzatori di compost. L'edizione 2004 della campagna "Meno rifiuti in città, più qualità in campagna" ha avuto anche il merito di mettere per la prima volta allo stesso tavolo chi produce il compost e chi dovrebbe utilizzarlo. Nel caso specifico, CIC - Consorzio Italiano Compostatori e Coldiretti.?Da questo incontro è nato un dialogo estremamente costruttivo per garantire al mondo agricolo italiano compost di qualità da impiegare in piena sicurezza per la fertilizzazione organica dei terreni agricoli italiani.
“Il CIC sta lavorando sulla qualità mediante la certificazione di prodotto - ha affermato David Newman, Direttore del Consorzio Italiano Compostatori - e le aziende che hanno ottenuto il marchio di Qualità del CIC stanno aumentano, pur attuando una politica sempre più restrittiva dei requisiti richiesti per la certificazione: su 60 aziende consorziate 17 hanno il marchio e producono circa 300.000 tonnellate di compost certificato. Inoltre, stiamo introducendo la rintracciabilità come richiesto dal mondo agricolo. Ci auguriamo, quindi, che il mondo agricolo aumenti la confidenza con questo prodotto e apprezzi lo sforzo del CIC di andare verso la qualità”.
Il compost nella filiera agroalimentare è ormai una realtà: ad oggi se ne producono 1 milione di tonnellate circa metà delle quali sono impiegate in agricoltura in pieno campo. Il problema è piuttosto nella distribuzione geografica: "nel centro-sud Italia il compost in agricoltura è ancora poco presente - prosegue Newman - anche per questo sono importanti iniziative come la campagna di Fare Verde per informare gli agricoltori sui vantaggi della fertilizzazione organica mediante compost di qualità".
Alle Amministrazioni Locali Fare Verde illustrerà i vantaggi della raccolta separata secco-umido dei rifiuti. Dove si separa la frazione organica dei rifiuti la raccolta differenziata raggiunge percentuali anche del 70-80%. Senza la raccolta differenziata della frazione organica, i risultati sono molto più modesti (circa il 25-30%). Ciò è comprensibile se si considera il fatto che su circa 30 milioni di tonnellate di rifiuti prodotti annualmente in Italia, un terzo, cioè 10 milioni di tonnellate, sono rifiuti organici. Tuttavia, nonostante il suo peso, la raccolta differenziata della frazione organica è ancora poco sponsorizzata e sostenuta: in Italia viene realizzata da solo 1.500 Comuni su 8.000.
Nel corso della campagna Fare Verde ricorderà agli amministratori locali che il compost di qualità rientra nei prodotti riciclati che possono essere acquistati dalle Pubbliche Amministrazioni nell’ambito del Green Public Procurement (acquisti pubblici verdi). Per questo Fare Verde ha chiesto, chiede e continuerà a chiedere ai Comuni italiani di impiegare compost di qualità nella cura del verde pubblico.
Infine, tra i vantaggi della fertilizzazione organica, c'è anche il contributo alla riduzione dei gas serra responsabili dei mutamenti climatici. Ancora poco conosciuto in Italia, questo aspetto può assumere un ruolo fondamentale e strategico per l'applicazione del protocollo di Kyoto. Infatti, la materia organica presente nel terreno permette di trattenere al suolo il carbonio evitando che venga disperso in atmosfera. ?Secondo l'autorevole parere del Prof. Sequi, dell'Istituto Sperimentale per la Nutrizione delle Piante del Ministero delle Risorse Agricole e Forestali, Membro del Comitato Scientifico di APAT “basta uno 0,14% di materia organica in più nei terreni agricoli per trattenere al suolo una quantità di carbonio pari alle emissioni italiane di un anno”. Anche per questo città e campagna devono allearsi per ridurre la quantità di rifiuti biodegradabili avviati a forme di smaltimento superate ed antiecologiche come le discariche e l'incenerimento. ?La fertilizzazione organica ha enormi potenzialità. Non esiste alcun rischio di produrre più compost di quanto ne serva veramente. Utilizzando tutti i circa 10 milioni di rifiuti umidi prodotti annualmente in Italia, si potrebbero produrre circa 3 milioni di tonnellate di compost da impiegare per la fertilizzazione organica di circa 300.000 ettari. Considerando i 15 milioni di ettari di superficie agraria, non ci sono rischi di saturazione del mercato.
Tutto il materiale predisposto da Fare Verde per la Campagna “Meno rifiuti in città, più qualità in campagna” è disponibile sul sito www.fareverdecalabria.it.
La campagna "Meno rifiuti in città, più qualità in campagna" è promossa da Fare Verde ONLUS?con il Patrocinio del Ministero delle Politiche Agricole e Forestali, la collaborazione tecnica della Scuola Agraria del Parco di Monza e l'adesione di CIC - Consorzio Italiano Compostatori e Coldiretti Nazionale
Alla Conferenza stampa sono intervenuti: Gianni Alemanno, Ministro delle Politiche Agricole e Forestali, Fabrizio Vincenti, Presidente nazionale Fare Verde, Massimo De Maio, consigliere nazionale Fare Verde, responsabile area compost, David Newman, Direttore CIC - Consorzio Italiano Compostatori

A breve il catasto elettronico dei sentieri CAI della Calabria

15/10 E' in fase di ultimazione l' informatizzazione del catasto dei sentieri dei tre Parchi nazionali calabresi. A renderlo noto, con un comunicato, e' la sezione regionale del Club Alpino italiano che riferisce inoltre degli esiti della visita che il presidente nazionale dell' organizzazione, Annibale Salsa, ha fatto nella regione. ''Dopo la rilevazione con sistema Gps e la segnatura soprattutto del Sentiero Italia - e' scritto nella nota - si sta ultimando la fase di restituzione dei dati. Nel corso della visita del presidente Salsa - e' detto ancora nella nota - sono state prese in considerazione anche le questioni relative alla gestione di sentieri, alla realizzazione di interventi strutturali presso rifugi, alla valorizzazione dei segni dell' uomo sulle terre alte e alla tutela dell' ambiente montano''. Per quanto concerne i rifugi sono due le strutture, che si trovano nel Parco della Sila, in via di ultimazione, quindi, quanto prima fruibili''.

Enel e Legambiente premiano i comuni della provincia di Cosenza

14/10 Sono state consegnate simbolicamente stamattina le lampadine ad alta efficienza energetica ai comuni della provincia di Cosenza che hanno partecipato all' iniziativa ''PiccolaGrandeItalia 2005'' promossa da Enel in collaborazione con Legambiente. ''La diffusione territoriale dei Comuni - e' detto in un comunicato - ricalca la presenza capillare di Enel che anche in queste piccole comunita' porta l' energia elettrica da anni, continuando a rappresentare un volano per lo sviluppo del territorio e in generale per la vita dei cittadini. Quest' anno, in particolare Enel e Legambiente hanno deciso di sostenere i piccoli comuni con una modalita' concreta, misurabile e visibile, attraverso un progetto finalizzato al miglioramento ambientale di questi territori''.

I Verdi contro il porto di Diamante

13/10 Contro il porto di Diamante, con due interrogazioni parlamentari: Paolo Cento e' il primo firmatario in questo modo dell'opposizione al porto. Con l'on. Paolo Cento, le firme di Francesco Cirillo degli ambientalisti no global, di Emilio Quintiero dei Verdi Ambiente e Societa' della Calabria, di Walter Veltri dei Verdi di Belvedere e del Coordinamento dei verdi dell'Alto Tirreno Cosentino. Nei motivi dell'opposizione, gli ambientalisti chiedono la bocciatura finale di una opera che se realizzata provocherebbe un massacro ambientale vero e proprio. Francesco Cirillo ha dichiarato:''Le due sentenze del Tar della Calabria e del Consiglio di Stato sul porto di Diamante parlano chiaro. Non solo chiedono la Valutazione di Impatto ambientale mancante a tutta la progettazione ma entrano nel merito e dichiarano apertamente e chiaramente che la zona e' protetta da leggi speciali che ne proteggono la scogliera e tutta la costa a nord ed a sud. Dopo la sconfitta giudiziaria da parte di coloro che vogliono il megaporto a tutti i costi si cerca ora una vittoria politica cercando di bypassare le sentenze e le leggi vigenti di protezione . La Commissione di valutazione di Impatto ambientale della Regione Calabria si e' gia' espressa e negativamente sul porto che si voleva costruire a Bonifati dove esistono le stesse leggi di protezione della costa. Non puo' fare diversamente su Diamante e per questo restiamo fiduciosi. ma sia chiaro a tutti nessun porto potra' distruggere la nostra pregevole scogliera unica risorsa come il nostro mare per le generazioni future ''.

Sequestrati dal CFS alcuni richiami illegali per la caccia: Una denuncia

13/10 Alcuni richiami illegali per la caccia alle quaglie sono stati sequestrati nel corso di controlli compiuti nelle campagne di Rocca Imperiale dal personale del corpo forestale dello stato che hanno denunciato un uomo di 65 anni originario della provincia di Napoli. Nel corso dei controlli i forestali hanno individuato i richiami acustici elettronici che erano stati posizionati nel corso della notte. Dagli accertamenti e' emerso che erano di proprieta' dell'aziano cacciatore il quali li utilizzava per la caccia alle quaglie. All'uomo il personale della forestale ha sequestrato anche il suo fucile calibro 12.

In Provincia Consiglio monotematico sul mare con l’ass. regionale Tommasi

11/10 Un intenso dibattito ha impegnato ieri sera il Consiglio Provinciale, presieduto dall’On. Francesco Principe, per oltre quattro ore, su un unico argomento “caldo” che aveva alimentato anche nei mesi estivi il dibattito politico: la condizione del mare in provincia di Cosenza.
Il Consiglio Provinciale, convocato su richiesta dell’opposizione, ha inteso, con questa seduta monotematica, discutere sulla situazione critica dell’inquinamento delle acque che compromette il turismo di massa nella nostra provincia (si è parlato di un calo del 35% delle presenze) e individuare utili suggerimenti e soluzioni atti a migliorare lo stato delle cose.
La discussione, avviata sulla base di una dettagliata relazione dell’Assessore Provinciale all’Ambiente Luigi Marrello, si è avvalsa anche del contributo dell’Assessore Regionale all’Ambiente Diego Tommasi e di una lunga lista di Consiglieri Provinciali
Concludendo i lavori, il Presidente della Provincia On. Gerardo Mario Oliverio ha, senza mezzi termini, espresso la necessità imperativa di lavorare con coerenza e determinazione, di concerto con tutti i livelli istituzionali, per “restituire alla natura ciò che in essa è stato deturpato e violentato con una dissennata gestione del territorio, che aveva intravisto, tra l’altro, nella cementificazione un fatuo sviluppo. Non solo così non è stato, ma si è compromesso irrimediabilmente un patrimonio naturale di grande potenzialità. Si tratta di un’eredità pesante che non può trovare soluzioni immediate, tale è lo scempio che è stato fatto delle coste e dei mari -ha detto il Presidente Mario Oliverio- ed è per questa ragione che si deve avviare un sistema che riassuma come centrale la questione ambientale, con l’impegno forte di tutti i governi, per consegnare alle future generazioni una situazione più accettabile.”
Il Presidente Oliverio, dando una valutazione positiva della discussione ed esprimendo l’apprezzamento per la qualità degli interventi, ha giudicato l’argomento di vitale importanza e oltremodo delicato per le prospettive della nostra provincia: “E’ un problema che si è determinato in un lungo periodo e che è il prodotto di una cultura distorta della gestione del territorio sulla cui scia ha avuto terreno facile l’abusivismo, con deroghe ed escamotage che hanno innescato un intreccio di fattori deleteri e di inevitabile guasto del territorio”.
“La possibilità di dialogare oggi con la con la Regione per affrontare le questioni più urgenti, ci rende ottimisti e fiduciosi di poter finalmente aggredire i problemi e di avviarli a soluzione. Certo non si fanno i miracoli dall’oggi al domani ma nel lanciare lo slogan “mare da bere” ho voluto lanciare una provocazione ed una sfida per sollecitare chi ha poteri e risorse ad assumersi ogni responsabilità e attivarsi doverosamente. Sono convinto che bisogna costruire un sistema ed imboccare una strada diversa, invertendo la rotta fino intrapresa.
E’ una campagna che deve avere come obiettivo la realizzazione di un “mare da bere”, attrattivo per il turismo: la provocazione forte deve vedere tutti coalizzati (sono 69 i Comuni commissariati per gli impianti di depurazione), per potersi porre nella dimensione di chi deve amministrare e, quindi, dare risposte concrete. Si tratta di una questione politica di grande rilievo che prima di tutto deve avere un unico responsabile per non lasciare spazio a comodi alibi, con situazioni chiare e ben delineate che non determinino confusione. Un unico gestore deve poter operare con pieni poteri per aggredire in vasto ambito i problemi di depuratori, di collettori, e tutto il resto, con un programma pluriennale che, gradatamente, ne affronti la complessa gestione, per ovviare ai punti di maggiore criticità.
Abbiamo chiaro l’intero quadro della situazione -ha detto ancora Oliverio- ed un primo passo deve orientare le risorse per ricondurre all’ordinarietà la situazione, intervenendo con misure che la bypassino e quindi sono straordinarie. Nel pormi come promotore della proposta del decreto legge -ha concluso il Presidente Oliverio- poi approvato dal governo che consentirà ai Comuni morosi il pagamento dei canoni di gestione pregressa mediante un mutuo pluriennale con la Cassa depositi e prestiti, ho inteso dare la possibilità di trovare uno spiraglio positivo per una situazione compromessa ma non irrecuperabile e che però necessita di forte coerenza e attiva collaborazione”
L’Assessore Provinciale all’Ambiente Luigi Marrello, nel ribadire la costante volontà della Provincia di Cosenza a voler intraprendere iniziative che possano affrontare in maniera seria e definitiva lo stato di preoccupante degrado delle coste e del mare cosentino, “siamo fortemente impegnati ad assumere anche posizioni coraggiose e di rottura col passato -ha sostenuto- per concretizzare politiche tese a scongiurare situazioni di drammatica emergenza, poiché sentiamo il dovere morale di difendere e valorizzare beni e risorse del nostro territorio dai quali dipende lo sviluppo. La sostenibilità del nostro ambiente deve diventare la base del percorso privilegiato che determini livelli di crescita, e se oggi la situazione ecologica presenta delle criticità, va affrontata con terapie drastiche che possano ricreare gli equilibri necessari, in una prospettiva virtuosa, e nell’ottica di una cultura che ne salvaguardi ogni prerogativa. Decenni di mancata programmazione del territorio e colpevoli ritardi ci hanno consegnato un territorio disarmonico e aggredito -ha detto ancora l’Assessore all’Ambiente Marrello- che deve essere recuperato e curato e questo può essere fatto solo attraverso scelte coraggiose come il “mare da bere”, che oltre a uno slogan è un atto politico e amministrativo che riconferma le priorità e le ambizioni del programma elettorale del Presidente Oliverio e diventa assunzione di responsabilità, pur in un quadro di assoluta mancanza di competenze, di potere e di risorse, e di denuncia forte che scardina vecchie logiche e diventa propositiva determinazione a raggiungere obiettivi di soluzioni ottimali per il disinquinamento del mare.
La Provincia di Cosenza ha assunto iniziative che vanno in questa direzione, con incontri con il Ministero, la regione e con l’Ufficio del Commissario per l’emergenza ambientale, anche per ovviare ad una stagione di gestione fallimentare di quest’ultima che ha aggravato, di fatto, il quadro generale. Oggi la situazione è al limite: mancano o sono incompleti i collettori fognari in molti Comuni, funzionano male i pochi impianti di depurazione e non si provvede a pagare la gestione e la manutenzione degli stessi: per la loro messa a regime si valuta che occorrerebbero oltre 25 milioni di euro che non è spesa di poco conto laddove, finora, la mancanza di fondi non ha consentito neppure la loro ordinaria manutenzione. Come Provincia di Cosenza continueremo ad attivarci con iniziative che possano determinare prospettive di bonifica per l’ambiente ed infatti, a conferma della grande attenzione che il Presidente Oliverio e l’intera Giunta riservano all’Ambiente, sono state destinate, quest’anno, al settore Ambiente risorse triplicate rispetto al precedente esercizio. Nel suo intervento, l’Assessore Regionale all’Ambiente Diego Tommasi ha inteso sottolineare l’inizio di un percorso nuovo, “un momento che unisce vari livelli istituzionali e che rappresenta un messaggio di novità per lavorare ad un progetto comune, all’insegna della
collaborazione per dare risposte, sciogliendo i nodi delle cose che non funzionano. Per quanto riguarda la situazione del mare, è stato come cercare di cambiare le ruote con l’auto in
movimento, cosa difficilissima -ha detto Tommasi- poiché eravamo, dopo l’insediamento, già alle soglie dell’estate e mancavano i tempi tecnici per “riparare” in un colpo solo decenni di ritardi e di omissioni, di completo abbandono, che hanno portato a livelli di grande emergenza esponenziale. Dei 38 Comuni costieri della provincia di Cosenza, noi siamo intervenuti su ben 27: gli impianti vanno in sofferenza nel periodo estivo per la sovrappopolazione dei luoghi costieri creando situazioni davvero critiche. La questione ambientale è il prioritario punto nell’agenda della Regione che vuole lavorare in sinergia per risolvere definitivamente gli annosi problemi. Siamo in procinto di presentare un piano di emergenza che permetterà di intervenire su bacini idrografici ben individuati: allo stato mancano oltre 200 impianti di depurazione e condotte fognarie per i cui interventi complessivi occorreranno 250 milioni di euro che nel tempo potranno in progressione ridimensionare l’emergenza. Tuttavia se non fossimo intervenuti tempestivamente, la situazione dell’inquinamento poteva anche essere peggiore; perché le cose comincino a funzionare veramente occorre un impegno gestionale ed un diffuso rispetto delle regole e non la gestione commissariale. Deve essere rimodulato quindi, il percorso e condiviso con i Comuni.
Con la Provincia -ha concluso Tommasi- si sta cercando di affrontare intanto l’emergenza e programmare per il prossimo anno in maniera più opportuna anche per difendere un valore e mirare a invertire una tendenza che penalizza lo sviluppo e preclude la ricchezza di questo territorio, inibendo il turismo che può rappresentare per noi la principale risorsa economica. È difficile, ma insieme ce la possiamo fare”.
Per la maggioranza sono intervenuti i consiglieri Francesco Principe (Presidente del Consiglio), Biagio Diana (Pres. Rc), Gilberto Raffo (Udeur), Antonio Praticò (Margherita), Mario Caligiuri (Udeur), Vincenzo Adamo (Pres. Gruppo Pse Lista Mancini), Mario Bria (Pres. Verdi), Ernesto Magorno (Pres. Ds).
Per la minoranza Mimmo Barile (Pres. Gruppo misto), Mario Russo ed Elio Filice di Forza Italia e il Presidente Mario Giordano, e infine il Presidente del gruppo Udc Natale Zanfini.

Barile (CDL) “Situazione ambientale in Provincia di Cosenza gravissima”

11/10 La Cdl interviene in Consiglio provinciale sull'emergenza ambientale. In particolare, la casa delle liberà ha puntato l'indice sui problemi derivanti dalla cattiva gestione del ciclo dell'acqua, responsabile dei gravi problemi d'inquinamento marino che si registrano lungo le coste cosentine. <<Abbiamo affidato a Elio Filice (FI) - spiega il Coordinatore della cdl Mimmo Barile - il compito di elaborare un articolato dossier che fotografa la situazione ed evidenzia le gravi responsabilità circa un problema che va affrontato non con vuoti slogan ma con idee chiare e fattiva volonta>>. Di seguito una sintesi dell'intervento del consigliere azzurro Elio Filice. <<La situazione - ha affermato - è gravissima. La depurazione delle acque soffre di evidenti deficenze strutturali, di problemi gestionali, finanziari e di confusione di ruoli e competenze tra i diversi soggetti istituzionali chiamati ad operare. Come noto la depurazione delle acque è stata affidata dagli Ato alla società Smeco che ha avuto grosse difficoltà finaziarie anche perchè non pochi comuni sostengono di non dovere pagare i canoni a fronte di un servizio depurativo malamente o per nulla assicurato. La Provincia è intervenuta questa estate con un intervento finanziario, ma è chiaro che tale azione è utile nell'immediato, ma non risolve il problema alla radice. Bisogna,dunque, fare alcune considerazioni sull'Ato 1 di cosenza, oltre alle accese polemiche che hanno riguardato la sua formazione, la scelta del modello gestionale (società mista), la costituzione della Cosenza Acque spa, nonchè le perplessità della procedura concordata rispetto alla gara ad evidenza pubblica riguardanti il soggetto privato ritenuta, quest'ultima, più coerente con l'impianto normativo della legge Galli che con le disposizioni emanate dal Ministero dell'Ambiente. Ma in merito bisogna rilevare come l'Ato di Cosenza abbia bandito ben tre gare per la scelta del partner privato: due sono andate deserte, la terza invece, per quanto se ne sappia, si trova in "purgatorio" non avendo sortito alcun esito definitivo, anche se si sostiene che sia stata "fruttuosa", perchè due società, sulle quali peraltro permane il mistero, avrebbero presentato la loro manifestazione di interesse. A nostro avviso è molto grave che su una questione di rilevanza pubblica così importante per i cittadini siamo costretti al "passa parola" per acquisire le necessarie informazioni. In questo contesto c'è unn serio problema che riguarda l'amministrazione provinciale rispetto alla quale è lecito chiedere se esista una chiarezza di obiettivi, una metodologia operativa ed una forte volontà politica di privilegiare i problemi della gente rispetto alle pretese dei partiti e di lobby d'interesse. L'altro aspetto squisitamente politico riguarda il fatto, che in un contesto di confusione ed inoperatività, questo Consiglio provinciale è costretto ad esercitare un ruolo secondario quasi che la gestione del servizio idrico integrato costituisse un aspetto marginale delle sue competenze e responsabilità istituzionali. Questo Consiglio è costretto a svolgere un ruolo "a posteriori", che dice la sua solo quando le decisioni reali sono state assunte da altri soggetti ed in altre sedi. Questa condizione di incertezza non soddisfa noi, ma non soddisfa nemmeno i Sindaci dei nostri comuni. Infine - continua il Consigliere Filice - va affrontata la problematica dela Sorical spa. E' infatti in atto un conflitto tra Sorical e comuni che riguarda i contenuti della convenzione o Contratto di Servizio tra le società affidatari ed i comuni, tra i quali possiamo ricordare i piani d'investimento, le priorità d'intervento e soprattutto le tariffe per la somministrazione dell'acqua potabile. Anche in questo settore dobbiamo registrare il ruolo appannato svolto sin qui dall'Ammnistrazione provinciale che sembra aver rinunciato a svolgere la necessaria funzione di coordinamento e di rappresentanza degli interessi e delle aspettative dei piccoli comuni. Eppure in seno al Consiglio di Ammnistrazione dela Sorical la Provincia di Cosenza è direttamente ed autorevolmente rappresentata. Non sappiamo però, in che modo e secondo quali obiettivi questa pur autorevole rappresentanza sia stata esercitata nel corso degli ultimi mesi, ne come sarà esercitata in futuro. Si può legittimamente polemizzare sulle responsabilità della vecchia Giunta regionale: i cittadini hanno già dato il loro giudizio, oggi, è tempo che gli attuali governanti operino meglio del passato piuttosto che coprire con un sistematico esercizio di critica la loro sostanziale inoperatività. Chiediamo, quindi, che la Provincia, assumendosi in pieno i poteri che gli derivano dalla legge regionale n.10 del '97, sovrintenda al funzionamento del'ATO e si proponga come soggetto istituzionale di effettivo coordinamento dei rapporti tra Smeco, Comuni, l'ufficio del commissario delegato e soggetti gestori del servizio idrico e degli impianti di depurazione. Al presidente Oliverio ricordiamo l'impegno a valorizzare questo Consiglio Provinciale e, come lui stesso ama affermare, privilegiare la "politica dei risultati" piuttosto che la "politica dell'immagine e degli intenti".

Pacienza (Fare verde) “La centrale del Mercure è nel posto sbagliato”

11/10 “Nella vicenda della Centrale del Mercure viene fuori tutta la miopia e l’incapacità delle organizzazioni sindacali e di alcuni politici di progettare e pianificare seri e validi modelli di sviluppo e crescita occupazionale e, di conseguenza, economica di un territorio da sempre martoriato. Ci si accontenta di preservare 20 posti di lavoro piuttosto che incentivarne la creazione di 200 attraverso una seria politica di valorizzazione ambientale a fini turistici”. Lo afferma in una nota il segretario provinciale di Fare verde Cosenza, Francesco Pacienza, che contesta la scelta sindacale di salvaguardare l’insediamento dell’Enel. “Fare Verde –scrive nella nota- ricorda, qualora qualcuno non ne fosse a conoscenza, che la Calabria (secondo i dati forniti dal GRTN) ha un surplus di produzione di energia elettrica pari al 42,5% del suo consumo; che tale surplus di energia prodotta non viene consumata sul territorio e che, dal punto di vista delle agevolazioni tariffarie, non produce alcun beneficio economico sulla collettività. Si, perché dobbiamo iniziare a ragionare, se vogliamo che la Calabria esca da un isolamento che dura da ormai troppi anni, in termini di collettività. Una centrale per la produzione di energia elettrica non produce alcun beneficio per la collettività, in special modo quando la stessa sorge all’interno di un Parco Nazionale: quello del Pollino. Ma questi sindacati e sindacalisti non sono forse gli stessi soggetti che cercarono di impedire in ogni modo la costruzione della centrale Edison di Altomonte? Le motivazioni che qualche anno fa portavano avanti non erano dissimili dalle nostre di adesso. Dicevano, la centrale Edison sorge in un’area industriale e non in un’area protetta come il Parco del Pollino, che non si potevano sacrificare la qualità dei prodotti agricoli all’interno del costituendo Distretto Agroalimentare e i pochi posti, quelli della centrale Edison sono 28, con le centinaia di posti di lavoro che si sarebbero creati con l’istituzione del Distretto Agroalimentare. Sacrosante parole. Ma cosa ha fatto cambiare idea a questi signori nei confronti della centrale del Mercure? Noi ambientalisti, non abbiamo cambiato idea. Continuiamo a pensare che non può esserci crescita e sviluppo se permettiamo la colonizzazione del territorio a discapito delle popolazioni che vi vivono e distruggendo l’ambiente circostante. Fare Verde non è una pseudo organizzazione ambientale, è riconosciuta da vent’anni dal Ministero dell’Ambiente, e si occupa da sempre di integrazione tra sviluppo economico e tutela e valorizzazione dell’ambiente. Ma le migliaia di persone che hanno manifestato contro questa ed altre centrali elettriche avranno pure un qualche peso, o contano solo quando capeggiate dai sindacati?
La Calabria non è la Lombardia, qui l’industria ha un solo nome: Turismo, ed esso è strettamente connesso con la tutela del patrimonio ambientale. Qualche giorno fa, a Napoli, si è svolto un importante convegno sul Turismo organizzato dalla Confindustria sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica. In questo convegno è emerso come sia sempre più forte il legame esistente tra Turismo e salvaguardia dell’ambiente. In buona sostanza non potremo mai avere Turismo se non siamo capaci di tutelare e valorizzare le nostre bellezze paesaggistiche e naturali. E la Calabria, questa estate ha pagato un alto prezzo in termini di economia turistica. In una società industriale è impossibile eliminare completamente l’inquinamento, è però possibile è doveroso cercare di ridurlo e prevenirlo. Tutti gli impianti energetici producono inquinanti. Diversi studi epidemiologici in tutto il mondo hanno accertato che all’inquinamento atmosferico è attribuibile una quota importante di mortalità precoce, di ricoveri ospedalieri per malattie cardiache e respiratorie. Le polveri sottili hanno anche una grande capacità cancerogena. Gli inquinanti che escono fuori da camini molto elevati sono estremamente leggeri e per questo motivo possono spostarsi per centinaia di km. Quindi significa inquinare in maniera irreparabile una grande fetta di Parco, senza contare la gran quantità di acqua che tale centrale ha la necessità di captare per poter raffreddare le turbine. Chi volete che venga più a fare rafting lungo un fiume inquinato? O fare trekking lungo sentieri che costeggiano impianti industriali. Il protocollo di Kyoto, è vero, incentiva tali centrali ma a condizione che i benefici dati dalla tipologia di “combustibile” non siano inferiori ai danni arrecati dal reperimento della materia prima. Quanto più aumenta la distanza tra luogo di raccolta e luogo di combustione tanto maggiore sarà l’inquinamento prodotto per trasportare le biomasse. Il grande volume occupato dalle biomasse sui mezzi di trasporto riduce enormemente le economie di scala del trasporto costringendo ad aumentare il numero dei camion a scapito di un maggior costo del trasporto e di una maggiore emissione totale di gas serra e sostanze inquinanti. La centrale del Mercure è la soluzione più sbagliata di sviluppo economico ed occupazionale addirittura nel posto sbagliato: Parco Nazionale del Pollino”.

Vertenza Centrale del Mercure: Mercoledì conferenza stampa di CGIL CISL e UIL

10/10 La situazione della vertenza della centrale Mercure di Laino Borgo e le questioni relative alla politica energetica saranno al centro di una conferenza stampa convocata dai segretari provinciali e regionali di categoria e confederali di Cgil, Cisl e Uil in programma mercoledi' prossimo a Cosenza. Nell' occasione, e' scritto in una nota, il sindacato illustrera' la propria posizione ''anche sui problemi relativi alla riconversione della Centrale di Rossano e non manchera' di denunciare la politica demagogica messa in campo da pseudo organizzazioni ambientaliste e da vasti settori istituzionali''. ''La delicatezza e l' attualita' degli argomenti - prosegue la nota - servira' a meglio chiarire la difficile situazione che si e' venuta a creare nella Regione Calabria. L' assenza di una concreta politica energetica rischia non solo di penalizzare fortemente i calabresi quanto anche di bloccare la possibilita' di uno sviluppo dell' intera regione''.

Fare Verde rilancia la campagna per il recupero della frazione organica

10/10 “Anche quest’anno si rinnova l’appuntamento con la campagna di sensibilizzazione a carattere nazionale “Meno rifiuti in città più qualità in campagna” con la collaborazione del Ministero delle Politiche Agricole e il supporto tecnico-scientifico della Scuola Agraria del Parco di Monza”. Lo annuncia in una nota Fare Verde Calabria. “La novità per quest’anno –prosegue la nota- è data dal coinvolgimento, nell’iniziativa, delle scuole della provincia di Cosenza. Il nostro intento è di veder crescere sempre di più nelle nuove generazioni una coscienza civile attenta a queste problematiche. Proprio per questo abbiamo voluto mettere a punto una serie di lezioni da tenere nelle scuole (dalle elementari alle superiori) con strumenti multimediali indirizzate ai giovani studenti affinchè capiscano quanto sia possibile fare attraverso la vigilanza e la responsabilità di ognuno per risolvere il problema dei rifiuti. Viene spiegato cosa sono i rifiuti, da dove vengono, che fine fanno e insegna loro a riconoscerli per separarli in maniera corretta, riciclarli per ridar loro nuova vita sotto forma di altri oggetti, o addirittura ad evitarli in quanto potenzialmente pericolosi per la salute delle piante, degli animali e dell’uomo. Spieghiamo loro che i rifiuti sono un’invenzione dell’uomo. Che in Italia in poco più di vent’anni abbiamo più che raddoppiato la quantità di rifiuti che produciamo. Spieghiamo che riciclare significa essere meno spreconi, imparare che ogni oggetto è fatto impiegando risorse naturali preziose (alberi, acqua, sabbia, ecc.) e spesso scarse (petrolio) e, infine, che riciclare significa aver bisogno di meno discariche dove buttare i nostri rifiuti. La Raccolta Differenziata è importante perchè è il primo vero passo verso il riciclaggio e che chi la pratica in maniera corretta riesce a buttare via una quantità di rifiuti di gran lunga inferiore e che così facendo permette, pertanto, il riutilizzo di materiali preziosi. Il primo esperimento didattico partirà dall’Istituto Comprensivo di Altomonte, la cui dirigente scolastica ed il corpo docente hanno aderito entusiasticamente all’iniziativa. Comprenderà lezioni che porteranno alla produzione di una serie di lavori che saranno presentati ufficialmente durante la manifestazione sul compostaggio che si terrà ad Altomonte sabato 29 ottobre. All’iniziativa possono chiedere di partecipare tutte le scuole della Provincia inviando una e-mail all’indirizzo fareverde@fareverdecalabria.it.

I Sindaci ed i sindacati voglio la ripresa delle attività della centrale del Mercure

07/10 Le organizzazioni sindacali regionali della Filcem, Flaei e Uilcem della Calabria, riunitesi in assemblea con i lavoratori della Centrale del Mercure valutano ''profondamente sbagliato - e' scritto in una nota - quanto deciso dall'Enel nel voler insistere nel trasferimento dei lavoratori della centrale in altri siti''. I sindacati esprimono ''ferma contrarieta' - prosegue la nota - circa le decisioni dell'Enel che finiranno per incidere profondamente sul prosieguo costruttivo del rapporto con le istituzioni locali e il sindacato. Nel condividere l'esigenza aziendale di riprendere immediatamente l'attivita' della Centrale, esprimono la preoccupazione che con tale decisione si finisce per allontanare ulteriormente la ripresa dei lavori, e per tanto, invitano nuovamente l'Enel a sospendere il provvedimento di trasferimento''. ''Invitiamo - conclude la nota delle organizzazioni sindacali - le istituzioni preposte Regionali, Provinciali e Locali a rilasciare immediatamente le autorizzazioni richieste, per scongiurare che possa prendere ulteriormente corpo la scelta di chiusura definitiva della Centrale''. Anche i sindaci dei sette comuni dell'area del Mercure hanno inviato una nota al Prefetto di Cosenza, alla Regione, Provincia ed all'Enel per sollecitare ''di attivare con la massima sollecitudine, nel rigoroso rispetto delle norme vigenti, tutti gli elementi necessari affinche' si rilascino le autorizzazioni per la ripresa delle attivita' nell'impianto''.

Centrale del Mercure: Incarico a perito per stabilire la verità sulla centrale

06/10 ''Affidato l' incarico peritale al professor Paolo Rabitti, la verita' sulla centrale del Mercure compie un altro passo avanti''. E' quanto si sostiene in un comunicato stampa dell' associazione ambientalista ''Il Riccio'' di Castrovillari. ''Il sindaco di Viggianello, Domenico Anastasio - e' detto nel comunicato - ha ufficialmente conferito l' incarico peritale sulla Centrale del Mercure a Rabitti, studioso noto a livello nazionale. Il docente che ha lavorato per situazioni analoghe con numerose Procure italiane, si avvarra', per gli aspetti giuridici, della collaborazione del dottor Felice Casson. La perizia verra' consegnata entro alcune settimane''. L' associazione ambientalista, inoltre, mette in evidenza che hanno deliberato di associarsi all' iniziativa del sindaco Anastasio anche le amministrazioni di Rotonda, Mormanno, S. Severino Lucano, Chiaromonte, nonche' l' Ente Parco del Pollino. ''L'iniziativa del sindaco di Viggianello rappresenta - e' scritto nella nota - una risposta concreta alle richieste delle popolazioni e va ad affiancarsi, seppur in ambiti diversi, all' azione meritoria e coraggiosa delle Forze dell' Ordine e della Procura di Castrovillari, segnatamente nella persona del dottor Baldo Pisani, che cosi' efficacemente stanno lavorando per chiarire i tanti punti oscuri di questa inquietante vicenda''.

Loiero al 3° congresso mondiale sull’ambiente. “Guidare le regioni in questo settore è un ruolo delicato”

05/10 “Guidare il coordinamento delle regioni per il settore ambientale è un ruolo delicato. Ne siamo consapevoli, così come siamo consapevoli della necessità di dare concretezza a un cammino di sostenibilità, sul quale si riversano grandi aspettative”. Il presidente della Regione, Agazio Loiero ha suggellato con queste parole il passaggio del testimone con il quale il Piemonte ha consegnato ufficialmente alla Calabria il ruolo di capofila della rete di informazione, formazione ed educazione ambientale e delle tematiche dedicate all’educazione allo sviluppo sostenibile. Ospite, insieme all’assessore all’ambiente Diego Tommasi, del terzo congresso mondiale sull’ambiente, in svolgimento al Lingotto di Torino, Loiero ha ringraziato il presidente della Regione Piemonte Mercedes Bresso e l’assessore regionale all’ambiente Nicola De Ruggero: “il Piemonte - ha detto - ha guidato le Regioni, nei luoghi del confronto e dell’incontro, per orientare la politica”.
La risposta ai problemi legati all’ambiente, secondo Loiero, sta nell’educazione alla cultura civile e ai valori essenziali della vita, come la tutela ambientale. “Non c’è controllo che tenga – ha sottolineato- senza una cultura civica e il rispetto degli altri. E questo vale per molte parti d’Italia”.
“In regioni come la Calabria – ha continuato Loiero - la questione ambientale è veramente una sfida di buon governo e sviluppo. La nostra è una regione tra quelle più gracili del paese, ma è ricca di cultura e di bellezze naturali. Di entrambi sono fiero e intendo esserne geloso custode per cui sarò durissimo contro coloro che attenteranno all’unica nostra vera risorsa per rilanciare l’economia della regione. Le nostre montagne, il mare, i parchi sono i nostri gioielli. Nel mio programma di governo ho preannunciato che su questi temi la mia attenzione sarebbe stata massima e realizzerò questi miei impegni”.
Loiero ha infine ribadito la necessità di un’azione sinergica per raggiungere uno sviluppo sostenibile, che non può essere calato dall’alto e neppure promosso dalle sole Regioni. “Deve esserci – ha concluso - un esercizio a tutto campo, in grado di imprimere ai governi necessarie sterzate. Lavorando in questa direzione vogliamo continuare l’impegno assunto, accanto alle altre Regioni”.

Centrale del Mercure i sindaci chiedono all’Enel la revoca dei provvedimenti

05/10 Alcuni sindaci dei comuni interessati dalla centrale del Mercure hanno rivolto un invito all' Enel affinche' revochi i provvedimenti adottati relativi all' impianto. I comuni, i cui sindaci hanno sottoscritto il documento, sono: Laino Borgo, Laino Castello, Mormanno, Castelluccio Inferiore, Castelluccio Superiore, Rotonda e Viggianello. ''Fermo restando - prosegue la nota dei Sindaci - la priorita' assoluta alla salute dei cittadini e della salvaguardia ambientale esprimiamo solidarieta' ai lavoratori. Chiediamo all' Enel l' immediata revoca di tutti i provvedimenti ad oggi adottati che comportano disagio, preoccupazione e ansia ai lavoratori dell' impianto''.

L’ass. Tommasi a Torino al Forum sull’educazione all’ambiente “La Calabria impegnata nella formazione”

05/10 L’assessore regionale all’Ambiente Diego Tommasi, coordinatore nazionale degli Assessori all’Ambiente delle regioni d’Italia in seno alla Conferenza Stato-Regioni, ha partecipato, nella sede del Lingotto di Torino, alla tavola rotonda, coordinata dal giornalista Maurizio Mannoni, sulle prospettive future per lo sviluppo dell’edu-cazione ambientale e sullo sviluppo sostenibile, sia a livello nazionale che regionale. “La Regione Calabria - ha affermato Tommasi - è impegnata, con modalità diverse, all’attuazione di programmi di educazione, formazione e informazione ambientale che coinvolgono, in maniera sinergica, le amministrazioni locali, le associazioni e gli enti parco”. A Torino, le Regioni e la rete nazionale di informazione, formazione, educazione ambientale (Infea), si sono confrontati sulla possibilità di integrazione dei sistemi e sulla necessità di sviluppare una rete di sinergie e interscambi, con all’orizzonte anche progetti editoriali che rendano concrete e quotidiane le pratiche di sostenibilità. In merito alla programmazione delle politiche regionali “è del tutto evidente – ha sostenuto l’assessore Tommasi - che l’educazione ha bisogno di organizzarsi come sistema. In tal senso, Infea rappresenta un livello di raccordo interregionale che ha dimostrato in questi anni di poter lavorare in rete. Ecco perché - ha ribadito l’assessore - riteniamo indispensabile intensificare e rafforzare la rete regionale del sistema Infea nell’ambito di un più ampio progetto amministrativo che veda coinvolti attivamente tutti gli Enti locali, ma anche gli attori sociali e le agenzie educative sparse sul territorio regionale e nazionale”.
Esistono, sia a livello locale che a livello nazionale, tantissime agenzie educative che svolgono un importante compito in fatto di sensibilizzazione ambientalista ma, secondo l’assessore Tommasi, “il ruolo svolto dai centri educativi, se non si riescono a trovare le modalità di un maggiore coordinamento e una maggiore condivisione di un progetto che coinvolga più attori in più parti, rischia di essere vanificato o di raggiungere solo parzialmente i suoi obiettivi”. “Oggi più che mai - ha concluso l’assessore Diego Tommasi - proprio perché è avvertita da più parti la necessità di incidere sulla formazione e sull’informazione, per poter educare, è necessario creare un sistema che assomigli a una squadra. Il rischio, altrimenti, è che anche il modello Infea, che ha già raggiunto livelli ragguardevoli, possa implodere e caratterizzarsi con inevitabili forme di concorrenza e sovrap-posizione di iniziative e progetti”.

Movimento ambientalista del Tirreno: “fermare il prelievo d’inerti dal fiume Lao”

04/10 ''E' grave quanto sta succedendo nel fiume Lao con tutte le autorizzazioni necessarie di Provincia e Regione Calabria. Si tratta del prelievo di 70 mila metri cubi di materiale inerte compreso fra il ponte ad archi della vecchia ss18 ed il ponte tubo. Un area di circa 600 metri di lunghezza per 100 di larghezza sul lato sinistro del fiume Lao''. E' quanto scritto in una nota del Movimento ambientalista del tirreno. ''La scusante - e' aggiunto nella nota - per il prelievo da parte del servizio di difesa idraulica di tante materiale sta tutta scritta nella relazione a firma del dirigente ing. Francesco La Rocca. Il verbale parla di uno studio fatto dall' Ing. Ennio Ferrari. In pratica si vorrebbe dimostrare che si tratta di un accumulo inutile di inerti all'apporto al fiume e che quindi si puo' prelevare liberamente. Se il fiume Lao soffre di una lentezza nell'apporto di sabbia al mare e' questo il problema da risolvere e non il ''semplice'' e conveniente dal punto di vista dei guadagni, prelievo. Il fiume deve fare il suo corso e bisogna rivedere tutto il sistema delle briglie che in alcuni punti fermano l'apporto al mare e lungo la parte finale del corso fluviale compresa la parte dove e' stata costruita l'aviosuperfice velocizzandone il corso ed il conseguente apporto. Il problema dell'erosione delle coste parte proprio da questo mancato studio sui grandi corsi fluviali, quali lo stesso Lao ed il Noce a nord del Tirreno ed il Savuto a sud, calcolando nel mancato apporto seppur piccolo i torrenti Corvino, Soleo , Abatemarco''. ''Ma la cosa piu' assurda e paradossale - prosegue la nota - e' che questa sabbia serve proprio per il rifacimento delle spiagge a sud del Porto di Belvedere e di Capo Tirone. Il classico cane che si morde la coda. Si buttano massi a mare, si formano barriere dure, a vista o soffolte e' la stessa cosa, e queste invece di creare di nuovo le spiagge spostano il problema erosivo piu' a sud. Gli enti preposti invece di fermare tutto, dal momento che questo problema esiste da decenni, autorizzano nuovi prelievi di sabbia dai fiumi o dalle colline come avrebbero voluto fare nelle colline di Maiera', facendoli trasportare a mare. Ribadiamo la nostra posizione che e' quella che gli ambientalisti da decenni ripetono.Fermare i masssi, le cave, i prelievi dai fiumi, i porti e puntare subito su uno studio generale di tutta la costa tirrenica da Tortora ad Amantea studiando a fondo i motivi dell'erosione ed intervenendo seriamente su tutta la costa e non a macchia di leopardo, gettando milioni di euro a mare inutilmente''. ''E' questo - conclude la nota - quello che ora chiediamo , ai comuni di Orsomarso e di Santa Domenica Talao,alla Provincia ed alla Regione, ed in special modo agli assessori verdi, di rifondazione e del Pdci''.

Vertice sulla Centrale del Mercure nella Prefettura di Cosenza

03/10 La messa in esercizio della Centrale Enel a biomasse di Laino Borgo, in provincia di Cosenza, e' stato il tema di un incontro che si e' tenuto questa mattina nella prefettura di Cosenza, voluto dal prefetto Diego D'Amico, alla quale hanno il presidente dell'Amministrazione Provinciale di Cosenza, il rappresentante dell'Ufficio Commissario Delegato per l'emergenza ambientale in Calabria, i dirigenti degli Assessorati regionali all'Economia ed all'Ambiente, il Sindaco di Laino Borgo ed i responsabili dell'Enel. Il Prefetto, preliminarmente, ha fatto presente che ''la riunione, che non ha carattere tecnico, rimanendo i singoli procedimenti nelle competenze degli Enti individuati dalla legge, e' stata convocata al fine di favorire un confronto tra i soggetti interessati alla vicenda e per sensibilizzarli, nel rispetto della normativa vigente e delle diverse competenze, sull'esigenza di una pronta definizione della problematica per le delicate incidenze di natura sociale ed occupazionale che la stessa riveste''. D'Amico ha riferito delle ''preoccupazioni rappresentate dall'Enel per i ritardi nella messa in esercizio dell'impianto, che, oltre a determinare un forte danno economico alla societa' , hanno costretto la societa' a mandare in trasferta in altri impianti produttivi le circa quaranta unita' presenti nella centrale di Laino Borgo''. I responsabili Enel, nel ribadire l'urgenza di concludere al piu' presto una vicenda che dura ormai da diverso tempo, hanno evidenziato ''la necessita', ai fini della messa in esercizio della centrale , di risolvere prioritariamente le questioni afferenti alla procedura di caratterizzazione del sito, in particolare quella del parco del cippato, dove deve essere stoccato il materiale combustibile, di competenza dell'Ufficio del Commissario delegato per l'emergenza ambientale, alla necessita' della valutazione di incidenza ambientale, sollevata dal Dipartimento Regionale all'Ambiente e all'autorizzazione allo scarico delle acque depurate di competenza dell'Amministrazione provinciale di Cosenza''. Il presidente della Provincia, Oliverio, associandosi alla esigenza rappresentata dal Prefetto di definire in tempi brevi la problematica, ha sottolineato che, ''al di la' di ogni valutazione sulla centrale, si tratta di un impianto per cui e' stata rilasciata a suo tempo un'autorizzazione e i cui lavori sono praticamente ultimati, per cui vi e' l'obbligo di definire i procedimenti tuttora in corso, nel rispetto della normativa esistente, al fine di consentire la messa in esercizio''. Oliverio ha anche fatto presente che ''la Provincia , titolare della competenza all'autorizzazione allo scarico delle acque, provvedera' ad evadere rapidamente la richiesta, peraltro pervenuta recentemente, verificando la sussistenza delle condizioni di legge e che, comunque, tale aspetto non rappresenta un problema, atteso che puo' essere individuata una diversa soluzione che consenta il rilascio delle autorizzazione''. Il rappresentante dell'Ufficio del Commissario Delegato per l'emergenza ambientale ha riferito che ''l'Ufficio ha prontamente esaminato il progetto di caratterizzazione del sito nella conferenza dei servizi del 26 settembre scorso e che, prendendo atto della necessita' per l'Enel di utilizzare subito il parco del cippato, e' disponibile ad un esame stralciato di quel sito ed a valutare gli esiti della perizia del Ctu prodotti nell'ambito del procedimento penale relativo all'inquinamento dell'area, cosi' come gia' riferito nel corso della conferenza''. Il dirigente del Dipartimento regionale ambiente, rispetto alla questione della valutazione di incidenza ambientale, ha fatto presente che, ''a seguito di un quesito rivolto dall'Ente Parco, l'assessorato all'ambiente ha evidenziato la necessita' che l'Enel presenti una relazione di incidenza ambientale al fine di consentire allo stesso assessorato di determinarsi sulla necessita' della valutazione di incidenza, atteso che il sito dell'impianto ricade nella vicinanze della valle del Lao, dichiarata sito di interesse comunitario e per cui tale procedura potrebbe essere necessaria. Tale questione, comportando soprattutto delle implicazioni di carattere giuridico, avendo l'Enel eccepito che la valutazione di incidenza ambientale non puo' essere sollevata successivamente al rilascio dell'autorizzazione, avvenuta in epoca in cui, peraltro, il sito non era ancora stato dichiarato di interesse comunitario, verra' sottoposta dal Prefetto all'attenzione della Regione Calabria affinche' venga valutata in tempi brevi la legittimita' del procedimento, alla luce del fatto che l'impianto e' gia' autorizzato e che nelle relative conferenze dei servizi il problema non era stato mai sollevato dalla Regione''. Sulle incidenze negative che il protrarsi della problematica potrebbe avere sulla situazione occupazionale e sociale, l'Enel, ''prendendo atto della disponibilita' di definire le questioni emerse, ha dato assicurazione sulla volonta' della societa' di mettere in esercizio la centrale e , quindi, di non ridurre i posti di lavoro, chiarendo che il trasferimento del personale, anche se momentaneo, in altri impianti produttivi si e' reso necessario per il protrarsi della inattivita' dell'impianto, ma che tale provvedimento verra' revocato non appena si avvieranno a termine i procedimenti amministrativi che consentono l'attivazione della centrale''.

La regione Calabria al Congresso internazionale sull’Ambiente di Torino

03/10 Dodici Centri di educazione ambientale, cinque Laboratori territoriali sparsi nelle cinque province calabresi, quattro parchi (Parco del Pollino, delle Serre, della Sila e dell’Aspromonte), la Riserva naturale del bacino di Tarsia e della Foce del Fiume Crati, la Riserva Marina di Isola Capo Rizzuto e l’ArpaCal. La Regione “schiera”, per la prima volta, al terzo Congresso Internazionale di Educazione Ambientale che si sta svolgendo a Torino, fino al 6 ottobre, il suo “esercito” di informatori e formatori decisa a “investire molto di più di quanto si è fatto fin’ora - ha chiarito l’assessore regionale Diego Tommasi - in educazione ambientale e formazione di una coscienza, rispettosa dell’ecologia e capace di programmare e farsi interprete dello sviluppo sostenibile”.
“Sulla possibilità di vincere la sfida ambientalista futura – ha detto inoltre l’assessore alle Politiche dell’Ambiente –gioca molto la capacità di convertire le pratiche di vita quotidiana e di educare i giovani, ma anche gli adulti all’ambiente, in un’ottica di formazione integrata e istruzione permanente. Ecco perché riteniamo - ha spiegato Tommasi – indispensabile intensificare e rafforzare la rete regionale del sistema Infea (Informazione, formazione educazione ambientale) nell’ambito di un più ampio progetto amministrativo che veda coinvolti attivamente tutti gli Enti locali ma anche gli attori sociali e le agenzie educative sparse sul territorio regionale e nazionale”.
“Un ruolo importante, nei processi di educazione ambientale - ha specificato il Coordinatore nazionale della Commissione Ambiente – è svolto dalla comunicazione o meglio dalla abilità dei media di rendere accessibile a tutti le problematiche ambientali e la necessità di cambiare gli atteggiamenti anche nella pratica quotidiana. In quest’ottica la comunicazione diventa il collante e il megafono della rete educativa. E’ nostra intenzione lavorare in questa direzione con la consapevolezza che tanto più creativo e flessibile è il sistema di educazione e informazione, tanto più facile sarà raggiungere gli obiettivi di sensibilizzazione”.

Il Sindaco di Rossano incontra i sindacati a proposito della Cantrale Enel

03/10 Il Sindaco di Rossano, Orazio Longo, ha incontrato stamani, una delegazione composta dai rappresentanti della Cgil, Cisl e Uil e da alcuni lavoratori dei cantieri Enel. Alla base dell' incontro, il futuro della centrale Enel di S. Irene e l' esigenza di garantire alla stessa manutenzione e standard di sicurezza. Longo e i sindacati hanno condiviso e ribadito l' esigenza di potenziare le attivita' di manutenzione dell' impianto, esigenza resa ancor piu' forte a causa della vetusta' dello stesso. Difatti, il ciclo vitale delle centrali come quella rossanese, circa 30 anni, si e' praticamente completato. Per questo motivo, e' stata espressa unanime preoccupazione per l' ipotesi di un progressivo disimpegno dell' Enel rispetto alle piu' elementari esigenze di sicurezza della centrale e garantire la salute dei lavoratori e dei cittadini e il rispetto scrupoloso degli impegni presi, come il mantenimento di tutti gli standard di sostenibilita' sociale ed ambientale connessi all' esistenza stessa dell' impianto. Si e' anche parlato del futuro della centrale e per questo e' stata sollecitata la realizzazione di un tavolo regionale alla presenza del Presidente dell' Amministrazione Provinciale di Cosenza, dell'Assessore all' Energia ed Attivita' produttive della Regione Calabria, dei sindacati e dei lavoratori.

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