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Cronaca
Parte male il Ponte sullo Stretto

Lo stretto di Messina

Ponte sullo stretto, non si placano le polemiche sulle possibili infiltrazioni mafiose. Per il WWF bisogna tornare alla legge Merloni per le grandi opere

07/11-(servizio a cura di Giampaolo Cataldo)- Per regolare i grandi lavori pubblici e le opere strategiche ''meglio sarebbe tornare ad affidarsi alla Legge Merloni, modificata dal Governo con le nuove norme, una legge sui lavori pubblici che poneva filtri maggiori rispetto ai rischi di infiltrazioni mafiose''. A sostenerlo e' il Wwf che ha inviato al nuovo prefetto di Reggio Calabria, Luigi De Sena il proprio dossier ''Il Ponte sullo Stretto - la natura e cosa nostra''. ''Non dimentichiamo - dichiara in un comunicato l' associazione ambientalista - che fu proprio la Merloni che consenti' al settore dei Lavori pubblici di uscire dalla stagione di Tangentopoli, mentre con la Legge Obiettivo sono stati introdotti meccanismi che rischiano di creare delle pesanti distorsioni del mercato a scapito delle aziende sane e dei lavoratori qualificati, oltre che dell' ambiente e del territorio, tutti elementi che la fanno considerare criminogena dallo stesso super-prefetto De Sena''. Nel dossier inviato al Prefetto di Reggio il Wwf ''analizza gli scenari e le potenziali infiltrazioni mafiose alimentate dalla Legge Obiettivo e dalle norme che regolano il General Contractor. La denuncia della Dia circa il rischio di interferenza della mafia nella realizzazione dell' opera, venerdi' scorso, e oggi l' allarme del Prefetto De Sena confermano quanto denunciamo da tempo: l' impalcatura della Legge Obiettivo, le operazioni di controllo sul General Contractor e i sub-affidamenti che questi gestira' con ampia e poco trasparente capacita' di manovra sono tutti elementi che allentano fortemente le maglie anti-mafia. Lo sforzo enorme dello Stato per contrastare la criminalita' organizzata rischia di essere vanificato se si continuano ad usare le nuove norme che regolano le grandi opere strategiche''.

Supeprefetto De Sena: “Io ho detto soltanto che i lavori del ponte possono interessare alla mafia”

''Non ho mai affermato che la legge sul ponte favorisce i boss. Ho soltanto detto che i relativi lavori possono interessare sicuramente le organizzazioni criminali ma che gli organi investigativi, territoriali e centrali, sono intervenuti tempestivamente con operazioni di polizia giudiziaria particolarmente significative''. Questa la prima di tre precisazioni che il 'superprefetto' di Reggio Calabria, Luigi De Sena, fa in riferimento all' articolo pubblicato oggi dal quotidiano ''la Repubblica'' dedicato al ponte sullo Stretto. ''Ho anche osservato per quanto riguarda il sequestro e la confisca dei beni che una delle priorita' del 'programma calabria' consiste proprio nell'incentivazione delle misure di prevenzione patrimoniali e che, nella mia precedente funzione di direttore centrale della Polizia Criminale, ho elaborato dei suggerimenti tecnici ed operativi sul relativo disegno di legge, ma non ho mai affermato che esso deve andare in ben altra direzione'', continua De Sena. ''Non ho assolutamente valutato come criminogena la cosiddetta 'legge obiettivo' e quindi non ho affermato assolutamente che va cambiata. In generale ed in modo del tutto dialogante alla giornalista ho accennato ad uno studio in corso per conto dell'Unione Europea sulla criminogenesi legislativa che ha attirato la mia attenzione sempre nella precedente qualita' di direttore centrale della Polizia Criminale. Lo ripeto- conclude De Sena- non ho mai affermato che la legge in parola sia criminogena''.

Legambiente: “Una gara sempre meno trasparente”

I ministri Lunardi e Pisanu riferiscano al Parlamento sul Ponte sullo Stretto, dopo le preoccupazioni espresse dal super prefetto De Sena. Questa la ferma posizione di Legambiente che, per voce del suo presidente onorario Ermete Realacci, esprime le sue ''perplessita' su una gara di appalto di dimensioni impressionanti''. ''La gara - prosegue Realacci in una nota - avrebbe dovuto coinvolgere tantissime imprese, invece ha visto correre solo due soggetti, ed e' stata praticamente disertata dai gruppi stranieri''. Secondo Realacci, queste perplessita' ''sono rafforzate dall'apertura di un'inchiesta da parte della Procura di Monza'', e trovano una conferma autorevole anche nelle parole di De Sena. ''E' quindi necessario - conclude - che Pisanu e Lunardi riferiscano in Parlamento su una questione dai contorni sempre meno trasparenti''.

Il Sottosegretario Mantovano afferma che il comitato per il monitoraggio vigila sulle infiltrazioni mafiose

E' stato costituito un Comitato per il monitoraggio delle infiltrazioni mafiose nella realizzazione del ponte sullo Stretto di Messina. Lo ricorda il sottosegretario all' Interno, Alfredo Mantovano, intervenendo alla trasmissione 'Baobab' su Radio1. Il Comitato, ha spiegato Mantovano, ''e' costituito da funzionari dei ministeri dell' Interno e delle Infrastrutture, magistrati dell' Antimafia, ufficiali delle forze armate e rappresentanti delle forze di polizia. Ogni volta che c' e' stata una segnalazione di un possibile inquinamento - ha sottolineato - c' e stato un seguito. Questo non significa escludere che tentativi ci siano ma, parallelamente alla realizzazione dell' opera, si e' immaginato come prevenire queste infiltrazioni''. Peraltro, ha osservato il sottosegretario, ''se dovesse passare il principio secondo cui e' meglio non fare nulla per evitare infiltrazioni mafiose ci arrenderemmo al degrado ed al sottosviluppo''. Mantovano ha poi affermato che ''a Reggio Calabria e' arrivato il nuovo prefetto De Sena, che non e' uno qualsiasi, ma una delle persone piu' qualificate in Italia per svolgere quel lavoro cosi' difficile. Lui e' la persona piu' adatta per monitorare sul territorio questi tentativi di infiltrazione che preoccupano tutti''. Quella del ponte, ha concluso, ''e' una scommessa importante. Se si vince, la vittoria avra' un valore simbolico straordinario: significa che e' possibile investire capitali ingenti in una zona ad alto rischio criminalita'''.

Lumia: “Sulle grandi opere del sud ci vuole trasparenza”

''Non si tratta di non fare le grandi opere al sud ma di farle in piena trasparenza. Su questo si e' perso tempo e si e' sbagliata strada ed ora rimediare sara' complesso, ma deve essere fatto''. Lo dichiara Giuseppe Lumia, capogruppo DS in Commissione Antimafia, commentando le dichiarazioni del Prefetto Luigi De Sena sulla legge sulle grandi opere e sul Ponte sullo Stretto. ''Al di la' dei contenuti formali rimane tutto intero il problema che il Prefetto ha sollevato - fa notare Lumia- De Sena e' un tecnico attento, capace, e sta lavorando sulla Calabria gia' da un anno e mezzo, se la sua analisi arriva a queste conclusioni e' evidente che ci sono molti motivi di preoccupazione''. L'esponente dei Ds ricorda che ''allarmi su quella legge erano gia' stati lanciati dall'ex Procuratore Nazionale Antimafia, Pier Luigi Vigna'' e aggiunge: ''anche da parte nostra si erano mossi rilievi sull'affidamento dei lavori a general contractor, una procedura che puo' essere trasparente solo nella primissima fase dell'appalto (ed anche su questa parte della procedura nel caso del Ponte qualche dubbio comincia a sorgere, e qualche intromissione e' gia' stata dimostrata) dopodiche' si apre la strada all'intervento della criminalita' organizzata''. ''La mafia si attrezza creando societa' capaci di concorrere anche su lavori tecnologicamente avanzati, lo Stato cosa fa?'' chiede polemicamente Lumia, che suggerisce come bisogna cambiare strada: ''non basta sperare nell'azione di verifica a posteriori, bisogna intervenire con decisione e chiarezza fin dall'indizione della gara d'appalto e prevedere stretti controlli sui subappalti''.

Realacci (DL): “Lunardi e Pisanu riferiscano in Parlamento”

'Dopo le gravissime preoccupazioni espresse dal 'superprefetto' De Sena, i ministri Lunardi e Pisanu dovrebbero riferire in Parlamento sul Ponte sullo Stretto''. E' quanto sostiene Ermete Realacci, presidente onorario di Legambiente e deputato della Margherita. ''Da tempo esprimiamo - rileva - fortissime perplessita' su una gara d'appalto di dimensioni impressionanti che avrebbe dovuto catalizzare gli interessi di tantissime imprese e che invece ha visto correre solo due soggetti. Ed e' stata praticamente disertata da gruppi stranieri. Perplessita' rafforzate dall'apertura di un'inchiesta da parte della Procura di Monza e che nelle parole di De Sena trovano una conferma tanto autorevole quanto allarmante''. ''E' necessario, a questo punto conclude Realacci - che i ministri Pisanu e Lunardi riferiscano in Parlamento su una questione dai contorni sempre meno trasparenti''.

 

 

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