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Operazione Onorata Sanità

 

Operazione “Onorata sanità”, pressioni sulla Regione. Continuano gli interrogatori. La rete delle amicizie

30/01 Domenico Crea si difende dicendo che il processo glielo sta facendo la stampa, ma nelle mille e passa pagine dell'ordinanza di custodia cautelare emesse dal Gip di Reggio Calabria nell'operazione ''Onorata sanita''' emerge comunque un meccanismo, di interesse prima e di pressione poi, della politica con interessi sulla sanita' sulla politica che decide sulla sanita', cioe' la Regione. Il tutto condito dalla presenza mafiosa. Si' perche' il politico Crea, quello interessato alla sanita', secondo l'accusa, ha potuto contare sull'aiuto di un altro politico, quello che decideva sulla sanita', l'assessore al ramo della Regione dell'epoca, Gianfranco Luzzo. E mentre gli indagati respingono le accuse e si difendono (oggi sono comparsi davanti al gip Francesco Gangemi, dirigente amministrativo dell'Asl di Melito Porto Salvo, Paolo Attina', collaboratore di Crea e Antonio Foti, dipendente regionale) dalle carte emerge come Crea cerca di raggiungere i propri interessi ''sfruttando l'indubbio condizionamento esercitato sia in virtu' dell'importante ruolo politico che del sostegno che puo' vantare in ambiti criminali''. Il tutto per ottenere l'accreditamento della clinica della sua famiglia, Villa Anya, con l'ex Asl 11 di Reggio Calabria, per potere mettere le mani sul denaro pubblico destinato alla sanita'. Per far questo mette in campo ''tutte le proprie energie per condizionare, intervenire, accelerare ed infine ottenere dai funzionari Asl quanto preteso, senza 'perdite di tempo' e soprattutto senza il rischio che qualcosa vada storto''. A fronte di tale atteggiamento, Crea non solo trova ''massimo ascolto e 'sensibilita'''. No. A Crea, viene riservato un trattamento ''assolutamente inaccettabile'' caratterizzato ''dall'asservimento della pubblica funzione all'interesse del privato''. Un asservimento tale che consente a Crea di ''intervenire direttamente ed indebitamente in tutte le fasi nel procedimento amministrativo''. E tra gli ''amici'' il consigliere puo' annoverare l'allora assessore Luzzo, ''anche per tramite'' del quale le ''insistenti richieste'' di Crea ''trovano puntuale riscontro''. ''Quella cosa e' a posto'' dice Luzzo a Crea in una telefonata intercettata dai carabinieri. Parla, dicono gli inquirenti, dell'autorizzazione all'esercizio della clinica. ''Addirittura - sottolinea il gip - l'assessore si presta a portare personalmente l'autorizzazione a Crea''. E quando qualcosa si mette di traverso, Crea non esita ad alzare la voce con la segreteria di Luzzo, pensando erroneamente che l'assessore sia impegnato in una riunione col direttore generale del Dipartimento che gli deve firmare l'atto: ''quindi e' venuto.. quindi mi pigliano in giro ... io qua devo fare l'apertura, figghioli non e' che devo venire la' per ogni volta le solite cose, se vogliamo essere delle persone serie. Mi devono fare l'autorizzazione ...io giorno 10 devo inaugurare''. Per i pm non c'e' dubbio che il condizionamento esercitato da Crea nei confronti del dipartimento alla Sanita' ''avviene per tramite dell'allora assessore Luzzo''. Il consigliere regionale, pero', puo' contare anche su altre ''amicizie'', che mette in campo, per esempio, quando si verifica un ''inconveniente''. Il collegio sindacale dell'Asl 11 sospende la contrattualizzazione di Villa Anya perche' i 500 mila euro destinati alla clinica dovevano servire per la spesa farmaceutica. Crea parla con un uomo identificabile, secondo gli investigatori, nel direttore dell'ufficio economico dell'Asl e gli dice: ''Mario abbozzalo tu perche' l'altro giorno che c'eravate voi si era vista una formulina che aveva visto lui, e lui dice che quella cosa andava bene, era al centro della relazione.. c'era una cosa che era sottolineata che andava...''. E la soluzione si trova, ''grazie - scrivono i pm - alla complicita' dei massimi dirigenti dell'Asl 11 e persino dello stesso collegio sindacale che, subendo il forte condizionamento esercitato da Crea, contraddice il precedente provvedimento'' consentendo l'erogazione a Villa Anya dei 500 mila euro.

Gli arrestati si difendono. Hanno risposto alle domande Francesco Gangemi, dirigente amministrativo dell'Asl di Melito Porto Salvo, Paolo Attina', uno dei collaboratori di Domenico Crea e Antonio Foti, dipendente regionale, anch'egli ritenuto vicino dagli inquirenti all'uomo politico arrestato. I tre, arrestati nell'ambito dell'operazione ''Onorata sanita''' sono stati sottoposti oggi all'interrogatorio di garanzia da parte del gip di Reggio Calabria. Secondo quanto si e' appreso i tre avrebbero chiarito dinanzi ai pubblici ministeri Francesco Scuderi, Mario Andrigo e Marco Colamonici i loro ruoli e la natura dei rapporti intrattenuti con Domenico Crea, il consigliere regionale arrestato nell'operazione. In particolare, Paolo Attina', indicato come uno dei sostenitori elettorali di Crea, ha affermato che il proprio appoggio elettorale nel comune di Roccaforte del Greco, suo paese originario, ha apportato a Crea nel 2005 appena 44 voti di preferenza. Per quel che riguarda la posizione di Antonio Foti, il suo avvocato, Carmelo Mafrici, ha preannunciato che presentera' nei prossimi giorni ricorso al Tribunale della liberta'. Domani, secondo il cronoprogramma, inizieranno gli interrogatori degli indagati agli arresti domiciliari. Si tratta di tre medici: Salvatore Asaro, primario del pronto soccorso all'ospedale di Melito Porto Salvo; Domenico Pangallo e Domenico Latella, entrambi dirigenti sanitari all'Asl di Reggio Calabria.

Intercettazioni
"Mario abbozzalo tu perché l'altro giorno che c'eravate voi si era vista una formulina che aveva visto lui, e lui dice che quella cosa andava bene, era al centro della relazione... c'era una cosa che era sottolineata che andava...". A parlare così è Domenico Crea con "Mario", identificabile, secondo gli investigatori, in Mario Neri, direttore dell'ufficio Economia e Finanze dell'Asl 11 di Reggio Calabria. Al centro del colloquio la necessità di superare "l'inconveniente" venutosi a creare, vale a dire, affermano gli inquirenti, la decisione del collegio sindacale dell'Asl di sospendere la contrattualizzazione con la stessa azienda della clinica Villa Anya per delle illegittimità riscontrate nelle procedure adottate dall'Asl nello storno di 500 mila euro destinati alla spesa farmaceutica in favore della struttura privata. "Soluzione - è scritto nell'ordinanza di custodia cautelare - a cui Crea perviene grazie alla complicità dei massimi dirigenti dell'Asl 11 e persino dello stesso collegio sindacale che, subendo il forte condizionamento esercitato da Crea, contraddice il precedente provvedimento, avallando di fatto le giustificazioni adottate dall'ufficio ragioneria dell'Azienda sanitaria, consentendo quindi di erogare alla clinica Villa Anya i 500.000 euro".
Sulle nomine gente fuori. "Era uno squallore prima ma ora è peggio di prima... mettono gente di fuori ... gente che non ha esperienza nelle Asl ... non so come si può andare avanti in questo modo..". Così Domenico Crea, commentava, nel gennaio 2006, le nuove nomine alla direzione dell'Asl 11 di Reggio Calabria. "Il fatto di non essere stato consultato nelle nomine - sostengono i pm della Dda di Reggio Calabria nell'ordinanza - ha evidentemente irritato Crea perché, non conoscendo i nuovi dirigenti, prevede di poter riscontrare maggiori difficoltà nell'istruttoria relativa al rinnovo dell'accreditamento e della successiva contrattualizzazione di Villa Anya, in quanto non può più contare su quelle complicità che all'interno dell'Asl 11 gli hanno garantito sino ad allora un percorso agevolato". Crea, sempre in merito alle modalità con cui le nomine sono state fatte, commenta, parlando ad un interlocutore, "li mettano in condizione che uno si stanca di fare politica...". "Appare evidente - è scritto nell'ordinanza - che l'impegno di Crea nella politica è riconducile, soprattutto, alla possibilità di poter influire nelle nomine di quei dirigenti sanitari che poi saranno chiamati a valutare l'istruttoria della clinica privata di cui è l'unico vero titolare". Nello specifico l'interesse di Crea alla nomine è "direttamente collegato alla necessità di rinnovare il contratto che la clinica Villa Anya ha stipulato con l'Asl 11".
"Ma mettigli il parere che è a posto, senti a me": a dirlo è Domenico Crea, il consigliere regionale della Calabria arrestato nell'operazione "onorata sanità", rivolgendosi ad un componente la commissione per i requisiti minimi che conduce l'istruttoria per l'accreditamento della clinica Villa Anya, della famiglia Crea. Un'affermazione, scrivono i pm, che è una "riprova della soperchieria con cui Crea cerca di raggiungere i propri interessi privati, sfruttando l'indubbio condizionamento esercitato sia in virtù dell'importante ruolo politico ricoperto, sia in virtù del sostegno che può vantare in ambiti criminali". Ogni volta che si verifica la "pendenza" di una pratica, o di un singolo segmento dell'iter procedimentale riguardante Villa Anya, evidenziano i pm, Crea "mette in campo tutte le proprie energie per condizionare, intervenire, accelerare ed infine ottenere dai funzionari Asl quanto da lui preteso, senza 'perdite di tempo' e soprattutto senza il rischio che qualcosa vada storto". Dall'altra parte, sottolineano i magistrati, "oltre a trovare massimo ascolto e 'sensibilita'', il che ancora consentirebbe di contenete i limiti delle condotte nell'ambito di quel malcostume italico che tende a modulare e all'occorrenza sveltire i tempi dell'azione del pubblico funzionario che si trovi in rapporti di amicizia o anche semplice conoscenza con l'interlocutore privato, a Crea viene riservato un trattamento assolutamente inaccettabile in quanto caratterizzato ancora una volta dall'asservimento della pubblica funzione all'interesse del privato, al punto da consentire a quest'ultimo di intervenire direttamente ed indebitamente in tutte le fasi, ben al di là di quanto garantito ad ogni singolo cittadino dagli ordinari strumenti di tutela, intervento e partecipazione nel procedimento amministrativo".
Luzzo rassicura Crea. "Quella cosa è a posto": così l'ex assessore alla Sanità della Regione Calabria, Gianfranco Luzzo, rassicura Domenico Crea, sulla pratica per l'autorizzazione alla clinica privata Villa Anya di Melito Porto Salvo, di proprietà della famiglia Crea. La telefonata è stata intercettata dai carabinieri di Reggio Calabria ed è ora nell'ordinanza con la quale il Gip di Reggio ha disposto l'arresto di 18 persone, tra le quali lo stesso Crea, per presunti intrecci mafia-politica nel settore della sanità. Luzzo è indagato per abuso d'ufficio e falsità ideologica commessa da pubblico ufficiale in atto pubblico. Un'affermazione, quella di Luzzo, che per i pm della Dda si riferisce "all'autorizzazione all'esercizio della clinica", oggetto di richieste fatte in altre conversazioni. "Addirittura - scrive il gip - l'assessore si presta a portare personalmente detta autorizzazione a Crea". Crea, secondo l'accusa, al fine di sollecitare il rilascio dell'autorizzazione da parte del dipartimento regionale alla Sanità, "intensifica le pressioni nei confronti dei dirigenti del Dipartimento, dai quali pretende non tanto di ottenere il decreto per Villa Anya, che ancora una volta dà per assodato, ma piuttosto che lo stesso gli venga rilasciato quanto prima". Tale condizionamento, per i pm, traspare da un'altra telefonata, del 4 gennaio 2005, nel corso della quale Crea parlando con la segreteria di Luzzo chiede dell'assessore ed alla risposta che è in riunione con i direttori generali delle Asl, Crea sbotta, pensando erroneamente che sia presente anche il direttore generale: "quindi è venuto .. quindi mi pigliano in giro ... Voglio dire, siccome io qua devo fare l'apertura, figghioli (figlioli) non è che devo venire là per ogni volta le solite cose, se vogliamo essere delle persone serie". Alla domanda quale sia il problema Crea risponde: "mi devono fare l'autorizzazione". Poi, riferendosi a quanto gli era stato detto in precedenza da una funzionaria, Crea continua ("con tono irritato" è scritto nel verbale) dicendo "si ma, voglio dire, ma lei ha detto che è giorno 10 ed io giorno 10 devo inaugurare". Dalla segreteria di Luzzo spiegano a Crea che prima del 10 il Direttore generale non c'é, visto che rientrerà la mattina dello stesso giorno, e che occorre sua la firma. Crea chiede di essere richiamato dall'assessore. Dalla conversazione, scrive il gip, "si desume chiaramente che Crea 'ha stabilito' che deve inaugurare la propria clinica il 10 gennaio 2005 e quindi 'pretende' che la pratica venga sveltita e che l'autorizzazione gli venga concessa prima del giorno da lui stabilito per l'inaugurazione". Il 5 gennaio 2005 Luzzo chiama Crea e quest'ultimo rappresenta all'assessore "l'esigenza di sollecitare l'ottenimento dell'autorizzazione, altrimenti non può inaugurare la clinica. 'L'amicò assessore, a sua volta - scrivono i pm - replica dicendo che non appena arriva a Catanzaro lo avrebbe richiamato". Successivamente Luzzo riparla con Crea e gli chiede "se per il 9 vuole fare quella cosa" al che Crea risponde: "che se non è possibile per il 9, il 15". Il 7 gennaio Luzzo dice a Crea che "quella cosa è a posto". Per gli inquirenti, dunque, non c'é dubbio che "il condizionamento esercitato da Crea, in quel periodo, nei confronti del dipartimento alla Sanità della Regione Calabria, competente al rilascio del decreto di autorizzazione, avviene per tramite dell'allora assessore alla sanità Gianfranco Luzzo".

Dall’ex assessore Luzzo conferme a pressioni. Le "insistenti richieste" del consigliere di centrodestra alla Regione Calabria, Domenico Crea, volte ad ottenere l'accreditamento della clinica privata Villa Anya di proprietà della sua famiglia, "trovano puntuale riscontro" "anche per tramite" dell'assessore alla sanità dell'epoca, Gianfranco Luzzo. E' quanto scrive il gip nell'ordinanza di custodia cautelare emessa nell'ambito dell'operazione "onorata società". Il giorno successivo ad un incontro tra Crea e Luzzo, infatti, evidenziano i magistrati il dirigente di settore della Regione "esprime giudizio di autorizzabilità nei confronti della struttura Villa Anya come residenza sanitaria assistenziale per anziani con 40 posti letto e per Residenza sanitaria assistenziale medicalizzata per 20 posti letto". Un'autorizzazione sulla quale, secondo l'accusa, pesano una serie di irregolarità. Intanto la domanda di autorizzazione risulta essere presentata tramite la ex Asl 11 di Reggio Calabria, mentre gli investigatori hanno accertato che fu redatta dalla moglie di Crea, Angela Familiari, su foglio intestato alla Regione Calabria Dipartimento Sanità. Il giudizio di autorizzabilità, inoltre, si basa sulla valutazione espressa in una delibera dell'Asl 11 di Reggio ed in particolare dal verbale della Commissione aziendale per la verifica dei requisiti redatto l'8 novembre 2004. Attestazione, però, sostengono gli inquirenti, non veritiera visto che la commissione "non ha mai redatto alcun verbale, ma si è limitata a redigere una semplice relazione che manca degli elementi che consentano di stabile in modo inconfutabile le circostanze di tempo e di luogo in cui la stessa si è riunita per effettuare i previsti sopralluoghi, nonché documentare quanto dalla commissione stessa effettivamente accertato". In ogni caso, ottenuto il via libera da parte del dirigente del Settore Assistenza Riabilitativa e Territoriale, l'obiettivo di Crea è quello di ottenere quanto prima di decreto di autorizzazione del Dirigente generale del Dipartimento. "Ed infatti - scrive il gip - già il giorno successivo al giudizio di autorizzabilità del dirigente di settore, vengono registrate le prime conversazioni telefoniche Crea e l'assessore alla Sanità Gianfranco Luzzo". Nel corso di una telefonata del 12 gennaio 2005, Luzzo, è riportato nell'ordinanza, dice a Crea "che il direttore lo avuto nel pomeriggio questo decreto che doveva firmare lui", ma che comunque "stamattina in ogni caso viene firmato". "Non ti preoccupare - dice Luzzo - la sto seguendo io adesso di persona. Ieri mi sono chiuso con il direttore una buona mezz'ora". "Dopo le forti pressioni esercitate nei confronti del Dirigente generale, anche attraverso l'assessore Luzzo - scrive il gip - Crea ottiene quanto così fortemente sollecitato". Infatti il 13 gennaio 2005, il Dipartimento della Sanità della Regione autorizza al funzionamento Villa Anya. "Pochi giorni dopo - scrive il Gip - Crea inaugurerà la propria clinica privata, non mancando di invitare l'amico assessore che ha dato il suo importante contributo, al fine di consentire allo stesso Crea di ottenere la prevista autorizzazione per l'esercizio della struttura".

SD “Loiero non è ha azzeccata una”. "Affermare che l'operazione 'onorata sanita'' riguarda solo il centro destra, le scelte sciagurate fatte dalle giunte Chiaravalloti significa mettere la testa sotto la sabbia, per non vedere la tragica realtà". E' quanto affermano, in una nota congiunta, i coordinatori provinciali di Sinistra democratica di Vibo, Pino Tassi e di Cosenza, Mimmo Talarico. "Come si fa ad affermare che il centro sinistra - proseguono Tassi e Talarico - non ha nulla da chiedersi quando sono stati coinvolti in questa operazione, oltre all'on.Crea candidato a suo tempo dalla Margherita, alcuni dei massimi dirigenti della sanità calabrese voluti e riconfermati da Loiero. Uno di questi prima come commissario dell'Azienda sanitaria locale di Reggio e adesso da appena un mese nominato direttore generale dell'Azienda sanitaria provinciale di Catanzaro. La verità è che il presidente Loiero non ne azzecca una proprio perché la sua azione politica è improntata tutta alla difesa dell'esistente e del proprio rafforzamento elettorale". "Non siamo noi a fare il gioco del centro destra - è scritto ancora nella nota - ma è la politica di questa giunta e di questo centro sinistra che purtroppo si è rivelata, in molti campi, in assoluta continuità con i vecchi metodi del centro destra e delle sue giunte. Non è un caso che dal neonato Partito Democratico non si è levata una voce di critica verso quanto sta accadendo. Un silenzio assordante che rivela la natura e il ruolo del PD in Calabria". Per Tassi e Talarico "l' intervento di Maiolo più che un appello al senso di responsabilità istituzionale del senatore Iovene, che ha sempre dimostrato nel corso di questi anni, sembra quasi un richiamo alla connivenza di casta. Sinistra democratica è indignata, non tanto per non aver posti in giunta, quanto perché il presidente Loiero e i partiti maggiori della coalizione hanno tradito il mandato elettorale ricevuto nel 2005 dal popolo calabrese che chiedeva una politica di radicale cambiamento e trasformazione. La Sinistra Arcobaleno può nascere in Calabria solo se ha come obiettivo quello di un radicale cambiamento nella politica, nei costumi e nel modo di governare e non certo se si accontenta delle briciole di potere. Siamo convinti che le nostre aspirazioni sono le stesse della Calabria onesta e progressista".

Adamo (PD) “No alle dimissioni di Loiero”. ''All'attuale legislatura regionale ed alla coalizione di governo calabrese insediatasi nel 2005 e' stato assegnato il mandato di fronteggiare una grave crisi morale, sociale, economica, politico-istituzionale che affonda le radici nel vecchio regionalismo ed e' stata alimentata da un decennale ciclo di governo del centrodestra regionale''. E' quanto afferma, in una nota, il capogruppo del Pd alla Regione, Nicola Adamo. ''Di fronte a questo compito - prosegue Adamo - non si tratta, oggi, di gettare la spugna e di adagiarsi all'idea della irriformabilita' o dell'impossibilita' di cambiare. La malattia della Calabria e' profonda, investe i gangli fondamentali della societa' ed il suo sistema politico. Per curarla e' richiesta una intensa e strutturale opera riformatrice. Bisogna ora dare risposte risolutive. In questo senso lo scioglimento del Consiglio regionale non puo' essere una scelta, non e' una risposta; se e quando, dovra' essere una inevitabile 'necessita' democratica' che dovra' certificare l'impossibilita' di percorrere qualsiasi via verso il cambiamento''. ''Per il Centrosinistra calabrese, allora, - prosegue Adamo - il dilemma non e' 'se' andare avanti ma 'come', attraverso la sua azione di governo, ridare senso alla fiducia ed alla speranza dei calabresi. Allora, non bisogna chiedere a Loiero di dimettersi ma reclamare in maniera ancora piu' decisa un'azione amministrativa improntata ad una coerente discontinuita' e capace di dare risposte efficaci ad una domanda di crescita sociale ed economica e ad un innalzamento dei livelli di legalita' e democrazia. Bisogna operare per far prevalere quella domanda di discontinuita' e radicale cambiamento che in quel 60% dei calabresi che hanno dato il mandato di governare nel 2005 era certamente prevalente rispetto ad una domanda di conservazione o di difesa di vecchi assetti e di interessi consolidati che in quel voto certamente si e' espressa. Il tema posto, ora e qui, davanti alla responsabilita' del presidente Loiero e di tutto il centrosinistra e' questo''. Per il capogruppo del Pd alla Regione ''sin dall'avvio di questa esperienza di Governo sono state evidenti le resistenze ad uno sforzo di reale cambiamento. Del resto il delitto Fortugno e' stato il punto piu' alto di una vera e propria controffensiva di quelle forze che hanno tenuto in ostaggio con pressioni, condizionamenti e commistioni il potere dell'amministrazione regionale. Non si tratta di attendere la verita' su quel delitto solo dalle aule di giustizia ma si tratta, quella verita', di farla vivere nella quotidiana azione amministrativa e legislativa. Intanto, allora, non bisogna stare in mezzo al guado o arretrare rispetto alle innovazioni ed alle rotture che pure sono state fatte in questa prima meta' di legislatura. Occorre, innanzitutto, portare a compimento tutte quelle riforme approvate per destrutturare la vecchia Regione e liberarla realmente ed irreversibilmente dalle commistioni e dalla palude''. ''Per le nomine, soprattutto quelle piu' significative, - sostiene ancora Adamo - decidere procedure che sottraggano le scelte alla pratica delle lottizzazioni e dei condizionamenti. Proporro', a questo proposito, al gruppo consiliare del PD di battersi perche' il Consiglio regionale approvi rapidamente una legge che istituisca un apposito albo, attraverso concorso pubblico per titoli ed esami, tra cui scegliere i manager delle Aziende sanitarie e degli stessi dirigenti generali dei Dipartimenti regionali. La gestione del concorso e' da affidare alla Stazione Unica Appaltante a cui gia' oggi e' demandata la competenza degli appalti e delle commesse per la fornitura di beni e servizi. Bisogna rendere piu' rigorosi e puntuali i controlli e le verifiche attivando azioni sanzionatorie che possano operare prima dell'intervento della Magistratura. La responsabilita' soggettiva e' da coniugare sempre piu' a capacita' di programmazione secondo obiettivi verificabili in forme trasparenti attraverso indicatori quantitativi e qualitativi, chiari, non ambigui o aleatori''. ''Allora meno indugi e piu' coraggio - sostiene ancora Adamo - nel rompere lacci e lacciuoli di ogni tipo. Bisogna stare sul merito, imporre coerenza e indicare le correzioni di distorsioni o di scelte sbagliate. Il centrodestra, come forza di opposizione, ha interesse ad agitare confusioni e polveroni, se non altro perche' e' motivato dalla necessita' di far dimenticare ai calabresi le proprie gravi responsabilita' del decennio trascorso. Alle forze di Centrosinistra non compete un'azione di testimonianza o di propagandistica protesta; sarebbe come fuggire dalle odierne responsabilita' ed, oggettivamente, favorire derive populistiche, demagogiche che sarebbero il suggello alla prevalenza ed al rafforzamento della peggiore Calabria. Dall'attuale condizione bisogna ricercare una soluzione avanzata ed evitare vuoti che potrebbero essere riempiti da involutivi ritorni al passato, e, magari, consentire alla 'ndrangheta ed ai suoi epigoni di appropriarsi definitivamente dell'esercizio di ogni forma di potere democratico''.

Fedele (FI) “Gara per scaricare Crea”. "E' anche molto facile adesso all'interno della coalizione di sinistra fare la corsa a chi per primo scarichi l'on.Crea: nessuno lo voleva. Non mi pare che ci fosse la stessa consapevolezza durante la campagna elettorale per le scorse regionali e in ogni caso i suoi voti Loiero e il centrosinistra li hanno presi". E' quanto afferma, in una nota, Luigi Fedele, deputato di Forza Italia. "Nell'era della comunicazione globale - sostiene Fedele - le notizie si accavallano ed è facile dimenticare quelle del giorno prima. Ma non è possibile far finta di niente rispetto a quello che sta succedendo in Calabria. Ancora una volta su tutte le prime pagine dei giornali viene rappresentata una Calabria che per fortuna non sempre è quella reale. Penso che una riflessione seria, le forze politiche del centrosinistra e del centrodestra debbano farla". A parere di Fedele "con una sanità allo sbando e commissariata e con i calabresi che non sanno più dove curarsi, cresce sempre di più la sfiducia nelle strutture sanitarie della nostra regione travolgendo anche qualche isola felice. In grave pericolo, ancora, ci sono i Fondi comunitari con il reale rischio che ingenti somme vadano perse. Il Consiglio regionale poi è deserto da tempo, le commissioni senza presidenti non si riuniscono, non si approva nessuna legge e si tira solo a campare. In questa condizione di degrado generalizzato solo il presidente Loiero continua imperterrito a comandare su tutto e su tutti preoccupandosi solo della gestione del potere". "Credo veramente - prosegue Fedele - che in una situazione del genere l'unica terapia possibile sarebbe il ridare la parola agli elettori: il totale fallimento del centrosinistra è ormai sotto gli occhi di tutti come del resto è successo a livello nazionale con il governo Prodi. Lì, per fortuna degli italiani, la spina è stata staccata e su quella scia una decisione seria servirebbe anche in Calabria. Ma prima delle prossime regionali, ci auguriamo vicine, una riflessione i due schieramenti dovrebbero farla sulla legge elettorale ed in particolare sul sistema del voto con la preferenza. Forse non è giusto che siano i partiti a decidere gli eletti, ma certamente è molto peggio se li dovesse decidere la mafia. Questo rischio in Calabria esiste e qualche soluzione certamente va individuata".

La Destra “Situazioni fuori controllo”. "'Oggi piu' di ieri e meno di domanì. Sembra essere questo il motto dell'Amministrazione Loiero, nella sua accezione negativa, viste le devastanti e ormai abituali notizie che giorno dopo giorno si stanno rivelando ai calabresi". A sostenerlo, in una nota, è il portavoce regionale de La Destra, Gabriele Limido. "Se ancora non è abbastanza - prosegue Limido - cosa dovrà aspettarsi di peggio la Calabria prima che si decida di sciogliere un Consiglio regionale in cui tutto si fa tranne che individuare, affrontare e risolvere i tanti problemi dei calabresi, a partire da quello della Sanità per finire a quello delle infiltrazioni della malavita organizzata nelle istituzioni? La situazione non è più sotto controllo: l'omicidio del vice presidente del Consiglio regionale, l'arresto di un consigliere e di dirigenti che detenevano la gestione di settori chiave della Sanità, oltre la metà dei consiglieri regionali indagati: dovrebbe essere più che sufficiente per decretare finalmente la fine dell'era Loiero, dando la possibilità ai calabresi di eleggere una nuova e sana classe dirigente, solerte ed operosa per il bene della Calabria e non per la esclusiva tutela dei propri interessi personali". "Non è più tollerabile - prosegue Limido - questo amorale saccheggio di risorse, oltre che di speranze, ai danni dei calabresi: ospedali abbandonati allo sfacelo, sia dal punto di vista infrastrutturale che da quello prettamente assistenziale dove la gente non ha più il coraggio di recarsi per paura, dato che non sa chi si trova di fronte: se un medico competente oppure costruito dalla politica. La Destra intende occuparsi di quello che al momento rappresenta uno dei principali settori in emergenza della Calabria, ovvero la Sanità, per denunciare tutte le magagne che tuttora sussistono e vengono probabilmente sottaciute al solo scopo di salvare il salvabile, a beneficio di pochi e a tutela di posizioni conquistate immeritatamente ad ogni livello". Per il portavoce regionale de La Destra "é vergognoso che tutto ciò avvenga in un campo dove ci si confronta con la sofferenza e con il diritto degli ammalati ad ottenere un livello di assistenza quanto meno dignitoso, cosa che in Calabria non avviene, salvo rare eccezioni. Sarebbe auspicabile e potrebbe rivelarsi molto interessante che il prefetto Achille Serra fornisse un numero di telefono per consentire soprattutto ai medici che volessero farlo, di essere ascoltati per segnalare fatti e situazioni di cui potrebbe non venire a conoscenza se si limita ad ascoltare solo i Dirigenti di II livello o i Capi Dipartimento oppure i Direttori Generali appena nominati"

Napoli (AN) “Approvare la legge Lazzati per rompere patto mafia politica”. "Per abbattere quel 'patto scellerato e perverso' tra mafia e politica, ritengo indispensabile l'approvazione della proposta di legge 'Lazzati', che vieta lo svolgimento di propaganda elettorale alle persone sottoposte a misure di prevenzione". A dichiararlo, in una nota, è Angela Napoli, parlamentare di An, componente della Commissione nazionale antimafia che cita anche "l'allarmante relazione della Dna, che - riferisce - evidenzia le collusioni esistenti nel Sud Italia tra criminalità organizzata e politici, imponendo una presa di coscienza da parte del legislatore. I fatti dimostrano che oggi siamo di fronte, in particolar modo nella realtà calabrese, ad una situazione che ha già causato e può continuare a causare effetti devastanti (si pensi al delitto Fortugno) per la vita dei cittadini e delle stesse Istituzioni". "Non v'é dubbio - prosegue la Napoli - che le notizie giudiziarie dell'ultimo mese che hanno investito la Campania, la Sicilia e la Calabria, conclamate dalla relazione della Dna, abbattono la fiducia dei cittadini nelle Istituzioni e nel mondo politico in generale. Occorre, pertanto, costruire un percorso di legalità che abbia come punto di partenza la moralizzazione della politica ed iniziative legislative utili a risolvere la questione". "La proposta di legge Lazzati - riferisce ancora nella nota - da me ripresentata alla Camera dei deputati nel maggio 2006, prevedendo l'intervento tempestivo e funzionale della Magistratura e delle Forze dell'ordine, nel momento dell'acquisizione del consenso elettorale, diverrebbe più efficiente dell'attuale normativa sul voto di scambio". "Per colpire efficacemente - conclude la Napoli - l'accordo tra malavitoso e politico ed impedire ogni possibile condizionamento delle Istituzioni, il decreto "Lazzati" prevede la stessa sanzione per il sorvegliato speciale e per il candidato che fa ricorso a tale aiuto elettorale. Solo così sarebbe possibile recidere alle origini ed in maniera concreta l'intreccio delinquenza-politica e malaffare, bonificando ed immunizzando dalle infiltrazioni della mafia le Amministrazioni e le Istituzioni pubbliche"

MS Fiamma “Un caso sotto gli occhi di tutti”. ''Un caso, quello scoppiato con l'operazione 'Onorata Sanita'', che era sotto gli occhi di tutti e che noi della Fiamma Tricolore di Catanzaro non avevamo mancato di denunciare tempestivamente''. E' quanto afferma in una nota Natale Giaimo della segreteria regionale del Movimento Sociale - Fiamma Tricolore. ''Sulla sanita', o meglio sulla malasanita', si fanno - aggiunge - le fortune e le 'sfortune' politiche di tanti. In passato abbiamo segnalato la complessa situazione delle Case di Cura Private, gli intrecci politico-istituzionali che sottendono a questo settore e dei riflessi che la loro gestione ha anche sui flussi elettorali e sulle fortune politiche di tanti personaggi che in questa 'malapolitica' sguazzano. Infine notavamo che ancora tanto era da chiarire per quanto succedeva nel 'Pianeta Salute' in Calabria e, su questo, chiedevamo a tutti i calabresi che si fossero trovati o avessero avuto conoscenza di problemi e fatti legati alla malasanita' di contattarci per segnalarli''. ''Nessuno si e' fatto vivo - conclude Giaimo - e cio' ci faceva ulteriormente sospettare che il quadro della situazione non era poi cosi' cristallino come veniva dipinto e che, sicuramente, qualcosa di strano covava sottotraccia''.

Pizzini (FI) “Giunta incapace di governare”. "Come un birillo che cade subito dopo quello di testa, anche la Regione dovrebbe prendere atto, dopo il Governo nazionale, che tutto si è consumato". E' quanto afferma, in una nota, il consigliere regionale di Forza Italia, Antonio Pizzini. Bisogna prendere atto, prosegue Pizzini, "che l'esperienza di questa consiliatura è stata per la nostra regione traumatica e travolgente nei suoi epiloghi, per cui appare giusto, ed anche doveroso, restituire al più presto agli elettori la loro sovranità. Ormai non c'é da citare più niente, non c'é da ricordare un solo giorno di quiete, non c'é più nemmeno la forza di dire basta a questo infinito e sconfinato baratro nel quale ci ritroviamo". "Gli ultimi accadimenti nella sanità - sostiene ancora il consigliere regionale di Fi - che vedono pesantemente coinvolti, fermo restando il corso della legge ed i relativi accertamenti a garanzia degli interessati, dirigenti e direttori generali fortemente voluti da questa Giunta regionale, non possono che dimostrare l'incapacità congenita di effettuare scelte giuste per la Calabria. L'illusione di un centrosinistra capace di ben governare, di abbattere i nemici della crescita del nostro territorio, è stata talmente sconfitta su tutti i fronti che, senza appello, si deve rinunciare e lanciare la spugna, a meno che non ci sia ancora chi voglia che la Calabria resti per sempre una terra additata per gli esempi negativi. Il tavolo da gioco deve chiudere. Rien ne va plus".

Gli studenti “No alla sopraffazione delle cosche”. ''Gli studenti reggini, nel condannare la sopraffazione mafiosa e ogni tipo di violenza, si oppongono al dilagare della criminalità organizzata e dell'illegalità diffusa nella propria provincia"e "effettuano una netta scelta di campo che li distingue e li differenzia dai cosiddetti mafiosi". E' uno dei passaggi della dichiarazione d'intenti contro la 'ndrangheta e il malaffare letta da una studentessa nel corso di un incontro promosso dal coordinamento nazionale antimafia Riferimenti. Il documento, letto alla presenza del Questore Santi Giuffre' e illustrata davanti ad una platea di 500 studenti, verrà firmata dai componenti della Consulta provinciale degli studenti di Reggio. "Nell'aula Green del Consiglio regionale - ha affermato la presidente di Riferimenti, Adriana Musella - all'indomani dell'ennesimo scandalo che ha colpito la regione,si é levata alta la voce degli studenti. Loro rappresentano l'altra faccia di una Calabria,quella pulita, quella che non vuole essere confusa e che reagisce". "Gli studenti - prosegue il testo della dichiarazione d'intenti - si oppongono al pizzo all'usura e a qualsiasi atto intimidatorio perpetrato ai danni dell'essere umano; esprimono il bisogno di vivere in un territorio libero dove risulti vincente la cultura della vita e il rispetto della persona in quanto tale; vogliono essere cittadini e soggetti responsabili, combattendo in prima persona, con tempi e modi di pertinenza la realtà criminale".

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