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Operazione Onorata Sanità

 

Operazione "Onorata sanità"Crea ed il figlio ascoltati dal GIP. La vedova Fortugno “Mio marito ostacolo alla borghesia mafiosa”. Mistero sul miliardo apparso nel conto di Crea

29/01 E' durato circa novanta minuti l'interrogatorio, da parte del gip di Reggio Calabria, del consigliere regionale Domenico Crea, 56 anni, arrestato ieri nel corso dell'operazione ''onorata sanita''', coordinata dalla Dda reggina. Crea, che e' difeso dagli avvocati Michele Albanese e Domenico Canale, ha risposto alle domande poste dal Gip Roberto Lucisano, dai pubblici ministeri Francesco Scuderi, Mario Andrigo e Marco Colamonici, in particolare, sull'iter amministrativo seguito per ottenere il rilascio dell'autorizzazione dell'Asl 11 di Reggio Calabria per la convenzione di Villa Anya, la clinica privata di proprieta' della famiglia Crea, con il servizio sanitario nazionale e sui rapporti con il suo elettorato. Domenico Crea, che e' accusato di concorso esterno in associazione mafiosa, deve rispondere sui rapporti che avrebbe mantenuto con personaggi appartenenti ad almeno tre cosche della 'ndrangheta della fascia ionica reggina, emersi dalle numerose intercettazioni telefoniche ed ambientali. I suoi legali hanno preannunciato che nei prossimi giorni, nel caso di un esito favorevole delle fasi preliminari delle indagini, terranno un incontro con gli organi di informazione. Oggi e' stato sentito anche il figlio di Domenico Crea, Antonio. Anche lui ha risposto alle contestazioni mosse. Sara' sentita nei prossimi giorni, invece, la moglie di Antonio, Laura Autelitano, che e' agli arresti domiciliari. Entrambi sono difesi dall'avvocato Albanese. Prima di Domenico Crea, Scuderi, Andrigo e Colamonici avevano sentito colui che gli investigatori ritengono il direttore amministrativo ''ombra'' di Villa Anya, Tonio Iacopino, ex direttore amministrativo dell'Asl 11 di Reggio Calabria, difeso dall'avv. Demetrio Battaglia, e da qualche anno, capo struttura di Domenico Crea in Consiglio regionale. Anche Iacopino deve rispondere di concorso esterno in associazione mafiosa ed altri reati contro la pubblica amministrazione. Secondo quanto si e' appreso, Iacopino ha risposto ai pubblici ministeri circa il suo ruolo di amministratore di fatto di Villa Anya, struttura, e' stato rilevato in ambiente difensivi, ''che aveva gia' ricevuto il placet operativo prima che lo stesso iniziasse la sua collaborazione con il consigliere Crea''.

Vedova Fortugno: “Mio marito ostacolo alla borghesia mafiosa”. ''La mia lotta e' per evitare che l'avere abbattuto fisicamente mio marito, possa essere stato un buon affare per chi lo ha fatto''. Lo afferma in una dichiarazione l'on. Maria Grazia Lagana', vedova di Franco Fortugno, assassinato a Locri due anni e mezzo fa. ''Dissi - prosegue la dichiarazione della Lagana' - , intervenendo in Consiglio regionale ad un anno dall'omicidio di mio marito, che bisogna prendere coscienza del fatto che nella societa' si e' costituita una vera e propria borghesia mafiosa che tende ad appropriarsi anche del potere politico per rafforzare il suo potere economico e sociale. Una condizione che vedo oggi confermata dalle risultanze dell' 'Operazione Onorata sanita'. Prendendo atto di questo occorre dare strumenti a chi e' deputato al contrasto della criminalita' mafiosa e dopo averli dati deve verificare che vengano utilizzati e con tempestivita'. Un potere criminale non lo si combatte con le delibere o coi proclami, bensi' con le indagini, gli arresti e le sentenze di condanna. Resta poi alla politica il compito di impedire che in essa trovino spazi, appunto, elementi della borghesia mafiosa. L'inchiesta conferma cio' che dissi subito dopo l'uccisione di mio marito: era considerato ostacolo agli interessi del sistema politico-mafioso nel mondo della sanita'. Per questo e' stato abbattuto. La mia lotta e' per evitare che l'averlo abbattuto fisicamente possa essere stato un buon affare per chi lo ha fatto''. ''Evitiamo adesso - ha aggiunto l'on. Lagana' - l'errore di seguire la politica del pendolo, passando da una situazione in cui nulla era mafia ad un'altra per cui tutto e' mafia. Le cosche controllano centri decisionali importanti e strategici nel settore della sanita' ma non e' corretto dire che la sanita' e' tutta nelle mani delle cosche. Esistono operatori sanitari, funzionari, amministratori ed anche uomini politici che non solo non rispondono a logiche mafiose ma fanno per intero il loro dovere e si oppongono al costume dell'illegalita'. Ben per questo contiamo decine e decine di intimidazioni ed aggressioni ad operatori sanitari. Le minacce e le aggressioni mafiose agli amministratori locali sono in pericoloso aumento in Calabria, segno che una resistenza c'e'. Si tratta pero' di bonificare bene un ambiente in cui alle cosche i referenti non sono mai mancati. Questo e' un lavoro che non tocca solo ai magistrati, spetta anche e forse soprattutto alla politica ed in questa direzione l'arrivo del prefetto Serra, insieme con le determinazioni assunte dalla Giunta regionale nella seduta straordinaria di lunedi', sono segnali incoraggianti''.

L’ASP d Reggio sospende i dipendenti. Il commissario straordinario dell'Azienda Sanitaria Provinciale di Reggio Calabria, Giustino Ranieri, ha disposto la sospensione dei dipendenti dell'Asp che a seguito di inchiesta, tuttora in corso, sono sottoposti a misura di custodia cautelare emessa dall' autorità giudiziaria. "Agli stessi - è detto in una nota - viene garantita la retribuzione minima prevista per legge. Ranieri ha inoltre disposto la revoca di tutti gli ordini di servizio attuati senza la procedura amministrativa prescritta dalla legge ed ha anche sospeso temporaneamente le procedure già avviate dall'Amministrazione relative alle posizioni organizzative, al sistema premiante ed alla progressione economica orizzontale al fine di valutare accuratamente gli aspetti procedurali messi in atto".

Intercettazioni
Iacopino con il figlio di Crea
"Tuo padre deve fare una serie di cose. Allora per cominciare certi individui possibilmente, dico Antonio, poi cosa vuoi che ti dico li, li deve ..." ... "e lo deve capire, o vuoi o no vuoi ...gli dice amico bello ci vediamo tra due mesi, tre mesi, quattro mesi, cinque mesi ...". Così Antonio Iacopino, elemento di fiducia di Domenico Crea, si rivolge al figlio di Crea, Antonio, dopo l'omicidio di Francesco Fortugno. Parole che per il gip che ha firmato l'ordinanza di custodia cautelare contro i due Crea ed altre 16 persone, sono "rivelatrici del fatto che Crea sia sostenuto da un ampio contesto criminale di cui rappresenta l'espressione politica". Con l'espressione "certi individui", Iacopino, secondo l'accusa, fa "riferimento proprio a quei soggetti interni alle organizzazioni criminali che sostengono Crea e che il suddetto suggerisce momentaneamente di allontanare perché, come dallo stesso riferito nel corso della conversazione in questione, 'lo dobbiamo fare diventare visibile Antonio a tuo padre, visibile nei confronti dell'opinione pubblicà". L'esigenza di allontanare momentaneamente "certi individui", aggiunge il gip, "nasce a seguito dell'uccisione di Fortugno, allorquando anche i mass media si soffermano sull'ambiguità del personaggio rappresentato dall'onorevole Crea"

E’mistero nel miliardo apparso nel conto di Crea. Denaro (500 mila euro) destinato alla spesa farmaceutica dell'Asl 11 di Reggio Calabria, girato in favore di Villa Anya, la clinica privata della famiglia di Domenico Crea per consentirne la contrattualizzazione con il servizio sanitario. Il potere e l'influenza del consigliere regionale di centrodestra arrestato ieri riusciva anche in questo, nonostante la spesa farmaceutica sia ''notoriamente in deficit ed in passivo alla chiusura di ogni esercizio''. Per i magistrati della Dda di Reggio Calabria, che hanno coordinato l'inchiesta ''onorata sanita''', Crea e' riuscito nel suo intento grazie ''soprattutto, all'intervento, del tutto indebito, di Peppino Biamonte (anche lui arrestato e posto ai domiciliari, ndr), ex dirigente vicario all'assessorato alla Sanita' della Regione nel periodo della sottoscrizione dell'accreditamento della struttura privata''. Un sistema incentrato su ''clientelismo e illeciti abusi consumati all'interno dell'Asl 11 a sostegno degli interessi della famiglia Crea''. Accuse alle quali Crea ha cominciato a replicare. Oggi e' stato sentito dal gip che ha firmato l'ordinanza, Roberto Lucisano, e per un'ora e mezza, assistito dagli avvocati Michele Albanese e Domenico Canale, ha risposto alle domande dei pm Francesco Scuderi, Mario Andrigo e Marco Colamonici. Domande incentrate soprattutto sull'iter amministrativo seguito per ottenere il rilascio dell'autorizzazione dell'Asl 11 di Reggio Calabria per la convenzione di Villa Anya e sui rapporti con il suo elettorato. I pm sperano anche di riuscire a svelare quello che nell'ordinanza viene definito il '''mistero' assoluto che ancora oggi avvolge l'origine dei capitali che sono serviti per dare materialmente inizio all'attivita' della clinica''. Per aprire la clinica, infatti, Crea, nel 2001, utilizzo' un miliardo e 100 milioni delle vecchie lire, depositati improvvisamente su un conto corrente intestato ai genitori e poi girati sul conto dello stesso Crea. ''Sono soldi - spiego' Crea - che mio padre aveva conservato nel materasso''. Giustificazioni, hanno scritto i pm, ''grottesche''. Davanti al Gip, oggi, e' comparso anche il figlio di Domenico Crea, Antonio, ed anche lui ha risposto alle contestazioni. Era attorno a Villa Anya, secondo l'accusa, che ruotavano gli interessi di Crea che ha messo in campo ''uno spasmodico impegno palesato per rendere la struttura operativa e foriera di profitti ricavati dal conseguimento del rapporto di convenzionamento con l'Asl 11 di Reggio''. Un risultato ottenuto per la ''presenza di una fitta rete di complicita' e connivenze da parte di funzionari pubblici della quale Crea si e' necessariamente giovato per il raggiungimento dei propri spregiudicati obiettivi, nel costante disegno di asservimento delle pubbliche strutture e delle disponibilita' finanziarie destinate alla collettivita' al soddisfacimento del tornaconto personale del consigliere e delle persone a lui legate''. Ma quella clinica, oltre che foriera di incassi, era anche un luogo dove avvenivano episodi ''turpi''. Significativa, in tal senso, una telefonata, intercettata dai carabinieri di Reggio Calabria, nel corso della quale un'infermiera chiama sul cellulare Antonio Crea, direttore sanitario della clinica, per segnalargli l'aggravamento delle condizioni di un'anziana ricoverata. Al telefono risponde la moglie di Crea, Laura Autelitano, che spiega che il marito e' al momento irraggiungibile e l'infermiera, per tutta risposta, dice: ''Va bene, intanto la facciamo fuori noi, ciao''. Una frase agghiacciante che pero' provoca una risata, registrata dagli investigatori, della signora Autelitano. E solo dopo che la donna e' morta, Crea si mette in contatto con la clinica.

CGIL “La DDA verifichi tutti gli accreditamenti”. "Speriamo che l'inchiesta della Dda di Reggio Calabria vada avanti fino in fondo a svelare questo terribile intreccio criminoso tra politica, amministrazione, affari e 'ndrangheta che sta soffocando la Calabria, tenendola avvolta in una cappa di interessi criminali che riescono ad umiliare lo Stato di diritto ed a trasformare in vuota retorica molti propositi di svolta e cambiamento''. Lo sostiene, in una dichiarazione, il segretario generale della Cgil Calabria, Vera Lamonica. "Nella Sanità si muore - aggiunge Vera Lamonica - anche perché l'inefficienza e la disorganizzazione, il degrado, il disprezzo per la dignità e i diritti dei cittadini e della maggior parte degli operatori, lungi dall'essere dovuti solo ad incompetenza ed improvvisazione, sono funzionali al prosperare degli interessi privati, al saccheggio delle risorse ed alla scientifica penetrazione di mafiosi e collusi nei posti chiave di governo del sistema, regionale e delle singole aziende. Nessuno oggi dica che, al di là delle responsabilità individuali dei singoli, il quadro non si era capito. E ci siano risparmiati, anche in nome di quegli anziani torturati e morti nella clinica di Melito, le grida moralizzatrici di tutti coloro che nel passato hanno consentito e prodotto questa situazione". "Al centrosinistra che oggi governa - afferma ancora il segretario della Cgil - vogliamo ricordare quanto abbiamo sempre sostenuto: non si cambia e non si governa la Calabria se non si afferma una discontinuità netta ed assoluta con il passato, nei metodi del governo e negli uomini con cui si amministra e si governa. E' un'illusione pensare che, lasciando gli apparati di potere al loro posto, permettendo continuità ed opacità alla rete di relazioni politiche ed amministrative che gestisce la canalizzazione della spesa pubblica, la sola 'volonta' politica"basti a determinare il risanamento e la bonifica necessarie a spezzare 'la logica mafiosa che avvolge la Calabria', come giustamente denuncia la Dna. Nello specifico gli atti assunti ieri dalla Giunta regionale sono corretti. Ora si tratta di estendere l'azione e di andare, anche dal punto di vista politico, più in profondità: si verifichino davvero tutti gli accreditamenti in sanità; si scelgano dirigenti onesti e competenti e non compromessi con il passato; si presti fede alle denunce che si ricevono e che sembrano non lasciare traccia". "Ci auguriamo - conclude Vera Lamonica - tante altre inchieste che facciano luce e pulizia e confidiamo nell'opera del prefetto Serra che potrà contribuire in maniera determinante a fare chiarezza e ad indicare soluzioni e terapie che restituiscano la sanità al bisogno di salute dei calabresi, sottraendola agli arricchimenti ed ai poteri oscuri che oggi in buona parte la gestiscono".

Aiop “Evitare generalizzazioni. ''Quando esplodono queste vicende, che comunque pregiudicano l'intero sistema sanitario calabrese, bisogna evitare di generalizzare. Diversamente, in nome della difesa della legalita' e della trasparenza, si finisce per penalizzare anche chi ha sempre operato nella legalita' e nella trasparenza''. Lo affermano, in una dichiarazione, i presidenti nazionale e regionale dell'Aiop, Enzo Paolini e Marcello Furriolo, facendo riferimento all'operazione Onorata sanita'. ''Intanto - affermano ancora Paolini e Furriolo - la sanita' privata in Calabria esprime livelli di qualita' e centri di eccellenza quotati a livello nazionale che in Calabria sono rappresentati dall'Aiop. La vicenda giudiziaria che chiama in causa l'apparato politico-burocratico regionale, in collusione con una casa di riposo per anziani facente capo alla famiglia di un consigliere regionale, non sfiora minimamente l'Aiop ed i suoi associati, che restano cosa ben distinta. La casa di riposo coinvolta nella vicenda non eroga prestazioni ospedaliere e non e' associata all'Aiop. Quanto alla vicenda in se' c'e' da ricordare, semmai, che c'e' un'altra Calabria fatta di imprenditori sanitari seri ed affidabili e le cui sollecitazioni al Governo regionale, per un cambio di rotta rispetto ai pregiudizi ideologici del passato, sono rimaste lungamente inascoltate. Siamo stati sempre consapevoli che soltanto il rispetto della legalita' puo' garantire i diritti dell'ospedalita' privata, unitamente al diritto di libera scelta del cittadino. Ed e' quanto abbiamo ribadito nell'incontro che abbiamo avuto nell'ambito delle audizioni che il Prefetto Achille Serra sta avendo in Calabria insieme alla commissione che sta indagando sull'emergenza sanitaria, su mandato del governo centrale. Legalita' e trasparenza restano le linee di frontiera dell'operare quotidiano delle nostre strutture''. ''Al prefetto Serra - affermano ancora Paolini e Furriolo - abbiamo rappresentato le difficolta' che incontra l'ospedalita' privata nell'esprimere le proprie potenzialita' al servizio del cittadino. In particolare abbiamo evidenziato la necessita' di superare i ritardi nella stipula dei contratti, di evitare l'abbattimento indiscriminato dei budget di prestazione senza consultare o comunque ascoltare l'Aiop che rappresenta le case di cura, di curare una tempestiva programmazione ed escludere per sempre il pernicioso ritardo nei pagamenti per i crediti maturati e le prestazioni erogate. Un quadro finora esistito e determinato anche degli sprechi e delle malversazioni che affiorano nel settore pubblico. Abbiamo informato il prefetto Serra che gli incontri recenti avuti con l'assessore Spaziante ed il Presidente Loiero aprono nuovi scenari. Con l'assessore Spaziante, abbiamo gia' concordato i criteri per una programmazione triennale nel rispetto della libera scelta del cittadino, della qualita' delle prestazioni e della compatibilita' finanziaria nonche' le modalita' per affrontare il contenzioso esistente con l'assessorato per vicende precedenti al suo incarico, ristabilendo regole certe e rispetto delle procedure e delle modalita' che salvaguardano una sana competizione tra strutture ospedaliere accreditate, pubbliche e private''. ''L'Assessore Spaziante, dal canto suo - affermano ancora Paolini e Furriolo - ha impegnato l'Aiop, come unico interlocutore riconosciuto delle case di cura, a svolgere il suo ruolo di tutela degli interessi degli associati nell'ambito dei controlli dovuti e nella consapevolezza delle difficolta' che attraversa il servizio sanitario e quindi delle risorse finanziarie disponibili''.

Sbarra (CISL) “Approvare il piano sanitario”. Dopo l'inchiesta della Dda di Reggio Calabria il segretario regionale della Cisl, Luigi Sbarra, ritiene necessario che la Regione provveda subito all'approvazione del Piano Sanitario. "L'inchiesta della Dda di Reggio Calabria - sostiene Sbarra - sulla Sanità Calabrese evidenzia chiaramente oltre all'utilizzo del sistema sanitario per dare risposte al sottobosco politico-clientelare e alle lobby di interessi, l'ingerenza pesante e pressante della criminalità organizzata. Per questo stato di cose vi è grande sconcerto e preoccupazione nelle forze sociali, nei cittadini, giù tanto provati da episodi di malasanità e da quella che più volte abbiamo definito autoreferenzialità clientelare di un servizio essenziale, qual è quello sanitario, con vere e proprie situazioni di privilegio, a danno dell'efficienza e della qualità delle prestazioni erogate. Esprimiamo gratitudine e pieno sostegno all'operato della Magistratura e delle Forze dell'Ordine che sicuramente continueranno nella loro opera meritoria di accertamento di fatti e responsabilità che possano fare piena luce su connivenze e accordi trasversali tra politica e criminalità, proseguendo le indagini finalizzate all'accertamento della verità sull'efferato delitto del Vice Presidente del Consiglio Regionale Francesco Fortugno". "Va analogamente apprezzato - prosegue - il pronto operato della Giunta Regionale che, su proposta del Presidente Loiero, ha azzerato lo stato maggiore del Dipartimento della Sanità per recuperare credibilità e piena agibilità all'interno dell'Assessorato, pur nel rispetto della dignità di tanti operatori che con il loro quotidiano impegno professionale hanno sopperito a molteplici carenze organizzative e per la decisione di costituzione di parte civile. Occorre adesso mettere mano al sistema di accreditamento delle strutture private, fissando per legge criteri e condizioni nella più assoluta trasparenza e in piena sintonia con quanto già più volte auspicato dal Sindacato calabrese. In una situazione così delicata e complessa la Giunta Regionale deve tenere costantemente aperto e attivo il confronto con le forze sociali, le amministrazioni locali, le rappresentanze dei diversi soggetti che operano ed erogano servizi, con tutte le forze politiche perché sia affrontata l'emergenza e si lavori speditamente per l'approvazione del nuovo piano sanitario regionale". "Solo così - conclude - si potrà costruire una nuova fase di programmazione e di progettualità tesa alla elaborazione , nel cambiamento delle scelte e nella discontinuità degli interventi, di una proposta complessiva di 'sistema sanitario' concertata e condivisa che risponda compiutamente ai bisogni dell'utenza, investendo, come più volte abbiamo sostenuto, sulla qualità ed efficienza dei servizi, sul rinnovamento professionale e tecnologico, sulle infrastrutture e sui presidi territoriali, sulla prevenzione ed integrazione socio-sanitaria"

Lo Moro (PD) “Cambiare strategia politica nella sanità”: "Ritengo che tutto quello che stiamo vivendo in queste ore, dall'emergenza rifiuti, alla vicenda che ha coinvolto l'Udeur campano fino alla sanità calabrese, significhi una sola cosa: bisogna cambiare la strategia politica". La ha detto la presidente regionale del Pd, Doris Lo Moro, ospite stamattina di 'Radio Popolare'. "Occorre - ha proseguito la Lo Moro - un'ottica diversa da parte di chi ha responsabilità pubbliche: dire tanti no alle clientele e soprattutto agli affari, alla 'ndrangheta, alle mafie. Per farlo occorre un atteggiamento della politica che non puo' essere quello di chi giustifica un sistema dicendo che in fondo 'si e' fatto sempre così. Non è un destino quello di fare politica in una certa maniera, ma una scelta. Io sono perché il partito per il quale sto lavorando faccia una scelta di campo". "Occorre - ha detto ancora la segretaria del Pd - recuperare credibilità e penso che quello che è in corso non sia tanto uno scontro fra centrodestra e centrosinistra, né in Calabria, né altrove, perché nessuno è esente da responsabilità. Infatti, in Sicilia è stato condannato Cuffaro, in Campania l'emergenza rifiuti riguarda una Giunta di centro-sinistra". Riferendosi all'ultima vicenda giudiziaria sulla sanità in Calabria, Lo Moro ha risposto di "non sapere quali saranno gli sviluppi. Penso che possano emergere tante altre cose, ma credo anche che quanto è già emerso sia sufficiente perché la politica cambi strategia". "In merito alla difficoltà di riformare la sanità calabrese - ha concluso la Lo Moro - ritengo che quando si toccano gli interessi, non sempre la politica reagisce in maniera corretta. Toccare interessi significa, infatti, suscitare malcontento. Poi c'é l'aspetto occupazionale. Sia la sanità pubblica che quella privata garantiscono un minimo di occupazione. Di conseguenza, quando si tenta di mettere ordine in questo settore, inevitabilmente si entra in conflitto e questo significa avere centinaia di lavoratori che ti protestano contro. Trovare il bandolo della matassa non è semplice, ma richiede una consapevolezza della politica".

Dima (AN) “Loiero prenda atto del fallimento”: "Il Consiglio regionale è stato finalmente convocato. Fin qui nulla di straordinario se non fosse per il fatto che l'Assemblea legislativa torna finalmente a riunirsi dopo mesi di silenzio e di inattività consiliare ed a riproporre, tra i temi all'ordine del giorno, una questione come la sanità che, alla luce sopratutto degli ultimi avvenimenti di natura giudiziaria, dovrà essere affrontata con chiarezza e determinazione". E' quanto sostiene, in una nota, il coordinatore regionale di An, Giovanni Dima. "Non vogliamo entrare - aggiunge Dima - nel merito delle valutazioni fatte dalla magistratura, anche se pensiamo che il presidente della Giunta regionale debba, proprio in questo momento, affrontare il prossimo dibattito sulla sanità con coraggio e responsabilità. Abbia, Loiero, il coraggio e la responsabilità di prendere atto di un fallimento che prima di tutto è politico e poi amministrativo. Con un piano sanitario non ancora discusso ed approvato dal Consiglio regionale, con una riorganizzazione delle aziende territoriali ed ospedaliere controversa ed illusoria, con una sanità passata al setaccio e sottoposta alla lente di ingrandimento della commissione per la verifica della qualità sanitaria in Calabria e con una rete di disservizi e di carenze diffusa su tutto il territorio regionale, Loiero affronti la discussione in Consiglio senza reticenza e riluttanza sapendo bene che non è più tempo di giocare a rimpiattino. Spieghi ai calabresi i perché di tante risposte negate in materia di servizi sanitari efficienti e di riorganizzazione qualitativa delle strutture regionali. Prenda atto del commissariamento di fatto della nostra sanità fortemente voluto da un governo 'amico' e dell'incapacità della Giunta regionale di incidere seriamente sui meccanismi di governo della sanità in Calabria. Si assuma con chiarezza le proprie responsabilità e contribuisca, con atti concreti e soprattutto se ne è realmente capace, a ricostruire quel rapporto di fiducia tra istituzioni e cittadini da più tempo ormai compromesso proprio a causa del centrosinistra". "Se a ciò aggiungiamo - sostiene ancora Dima - anche il mancato rinnovo delle presidenze consiliari, di cui si parlerà pure nel prossimo Consiglio regionale, è ancora più chiaro quel quadro di immobilismo in cui il centrosinistra ha fatto precipitare le istituzioni calabresi. Sottrarre alle logiche di potere e di spartizione della maggioranza le presidenze delle commissioni rappresenta un obiettivo non più procrastinabile per rimettere in moto l'attività legislativa di Palazzo Campanella che è attualmente paralizzata anche e soprattutto per la mancata composizione di tutto il quadro istituzionale". "Su questi due argomenti - conclude il coordinatore regionale di An - chiederemo a Loiero parole ed impegni precisi: la Calabria non può tollerare ancora le divisioni ed i pressapochismi del centrosinistra. Sarebbe auspicabile, infine, che il prefetto Serra, a capo della commissione ministeriale, possa fornire al Consiglio regionale le prime valutazioni sullo stato di salute della sanità in Calabria"

Ass. Maiolo “Non accettiamo la posizione di Iovene”. ''Non accettiamo quanto dichiarato dal Senatore Jovene, perche' sappiamo che in Calabria ogni sforzo che oggi si fa per la moralizzazione, trasparenza, rinnovamento per la legalita' domani tutto appare insufficiente ed inadeguato. Sposare la visione del giorno dopo e non lavorare mai nell'oggi e' inaccettabile e lo respingiamo''. E' quanto afferma in una nota l'assessore regionale alla programmazione nazionale e comunitaria, Mario Maiolo, replicando al coordinatore regionale di Sinistra Democratica, Nuccio Iovene. ''E' chiara - aggiunge - la tentazione maldestra di aprirsi spazi politici, che in un centrosinistra credibile e responsabile non ci possono essere. Il rispetto per le Istituzioni e' sempre e comunque il biglietto da visita che un rappresentante politico eletto deve poter esibire. Ancora una volta il Senatore Iovene dimostra questo biglietto da visita di non poterlo presentare''. Maiolo evidenzia inoltre che ''abbiamo completato una stagione per la nuova programmazione con un forte spirito di concertazione con le parti sociali ed economiche della Regione, convinti come siamo che il metodo della programmazione e' l'unico che puo' alimentare la speranza e rompere gli intrecci clientelari che troppo spesso hanno connotazioni affaristiche-mafiose. Abbiamo ricevuto credito dall'Unione Europea e questo credito lo vogliamo investire per dare l'immagine vera della Calabria, fatta di bellezze e di un grande potenziale del capitale umano, sostenendo le nostre imprese e costruendo uno straordinario Piano per il Lavoro che dia finalmente piu' certezze ai calabresi di poter lavorare ed impegnarsi per il riscatto della propria terra. Abbiamo responsabilita' e consapevolezza che la situazione calabrese e' difficile sotto tutti i punti di vista, ma siamo nati in questa terra e con spirito di servizio e' giusto lavorare per affermare un'etica pubblica che stenta ad affermarsi in ogni ambiente. La partita non e' persa, e' tutta aperta, vogliamo giocarla tutta e fino in fondo perche' abbiamo obblighi verso i giovani di questa Regione e verso i nostri figli e verso chi come Franco Fortugno ha pagato un prezzo vitale per credere in queste cause''. ''Noi pensiamo - conclude - che a questo riscatto debba contribuire tutta la classe dirigente di questa Regione. Capiamo la lotta politica, capiamo anche che si possano usare metodi della strumentalizzazione di tutto e di tutti, ma c'e' un aspetto che risulta insopportabile, che si taccia sempre, che non si dia alcun contributo costruttivo e che si rimanga appollaiati nello splendido isolamento di chi aspetta l'occasione giusta per ritagliarsi un piccolo spazio di ribalta disfattista e al limite dell'ingiuria''

Ass. Tripodi e Tommasi “Sbagliati gli attacchi dello SD”. ''Gli attacchi in fotocopia di Sinistra Democratica che, a ogni pie' sospinto, invoca lo scioglimento del Consiglio regionale e il ricorso alle urne, lascia perplessi e non aiuta certamente la costruzione della Sinistra Arcobaleno nella nostra regione a cui guardiamo con profonda attenzione per dare alla politica calabrese forti segnali di rinnovamento''. E' quanto sostengono, in una nota, gli assessori regionali Diego Tommasi e Michelangelo Tripodi, rispettivamente segretario regionale del Pdci e coordinatore nazionale dei Verdi. ''Purtroppo dobbiamo registrare con amarezza - aggiungono Tommasi e Tripodi - un atteggiamento del senatore Nuccio Jovene e del suo partito, che va in direzione opposta, perche' frena il dialogo e crea, di fatto, barriere. Tutti sanno, per esempio, che le connivenze mafia-politica che emergono dall'indagine della Dda reggina nota come operazione Onorata sanita' riguardano esclusivamente il centrodestra calabrese perche' vi sono coinvolti suoi esponenti e perche' i reati si sarebbero consumati durante il governo di centrodestra della Regione. Da un partito di sinistra ci si sarebbe aspettati, dunque, che tale dato venisse colto, evidenziato e denunciato come metodo e prassi di governo che ha portato la Calabria al degrado sociale, contro il quale i calabresi si sono ribellati votando il centrosinistra. Invece no. L'ossessione del senatore Iovene e di Sd, spiegabile solo per un mero calcolo di bottega visto che Sd non ha rappresentanza in Consiglio e aspira ad averla, diventa invece il presidente Loiero e, quindi, questo governo regionale che sul piano della legalita' e della trasparenza, anche nel settore della Sanita', ha dato segnali, con atti concreti, di grande qualita'''. ''C'e' da chiedersi, con questo atteggiamento che tende a ignorare la reale portata anche degli ultimi atti prodotti dalla Giunta per tagliare connivenze e vischiosita' ovunque essi si annidino - aggiungono i due assessori regionali - con quali compagni di viaggio Iovene e Sd intendano andare avanti. Perche' e' chiaro che Comunisti Italiani e Verdi, con gli altri partner di governo, questi e altri atti tendenti a disboscare in situazioni magmatiche che potrebbero avere favorito collusioni tra pubblica amministrazione e mafia, li hanno voluti, condivisi e approvati. Se Sd continua a ignorarli non favorisce il dialogo con chi, come noi, vuole davvero il cambiamento''.

Intrieri (PD) “Lo SD difende la Cdl”. ''Non so come definirla politicamente, ma con evidenza la posizione del senatore Nuccio Jovene e di Sinistra Democratica, si presenta come collaterale, quando non proprio sovrapponibile, di quella della destra, stesso linguaggio, stessi obiettivi''. Lo afferma il deputato Marilina Intrieri, del coordinamento nazionale del Pd, facendo riferimento ad alcune dichiarazioni degli esponenti di Sd sull'operazione Onorata sanita'. ''Un'operazione - aggiunge Intrieri - che ha svelato uno sconvolgente intreccio tra mafia e politica avvenuto durante il governo di centrodestra alla Regione. Per uno strano paradosso, anzi, attaccando il presidente della Regione, Agazio Loiero, e il governo regionale di centrosinistra, Sd finisce per difendere il centrodestra''. ''Facendo parte dell'Unione, anche se non ha rappresentanza in Regione - afferma ancora l'on. Intrieri - Sd avrebbe dovuto apprezzare le iniziative della Giunta regionale che, ancora di piu' con gli ultimi atti che Iovene e compagni ignorano volutamente, mirano a fare pulizia e recidere qualsiasi possibile legame tra mafia e politica, tra mafia e amministrazione regionale. Purtroppo dobbiamo registrare che, come un disco incantato, vengono diffuse non tanto note critiche sull'attivita' e sui guasti del centrodestra politicamente responsabile di quanto affiorato con l'inchiesta dei magistrati reggini denominata operazione Onorata sanita', che travolge esponenti di quel partito. Un atteggiamento incomprensibile, spiegabile soltanto con il disegno di giocare allo sfascio per averne vantaggi elettorali. Ma e' un gioco pericoloso per la democrazia in Calabria. Se gli opposti finiscono per congiungersi, non vorremmo trovare a braccetto il senatore Iovene, con gli uomini di Fini, Berlusconi e Cesa''. ''L'obiettivo da colpire - conclude Marilina Intrieri - non puo', dunque, essere Loiero che oltretutto, c'e' negli atti del processo Fortugno, non voleva accettare l'ex assessore regionale Crea nella Margherita ed e' l'unico ad averlo spinto a tornare nel centrodestra. Non si capisce, allora, perche' Sd si ostini a chiedere che si vada subito alle elezioni''

Corbelli “Necessaria la figura del garante sanitario”. Il leader del Movimento Diritti Civili, Franco Corbelli, interviene dopo l'operazione della Dda di Reggio Calabria e ricorda che la Calabria non è solo la terra "dell'Onorata Sanità" (il nome dato all'inchiesta reggina) smascherata dai magistrati della città dello Stretto ma è anche la regione che, primo e unico caso del genere in Italia, ha approvato, nei giorni scorsi, una proposta di legge per l'istituzione del Garante della Salute (e della Sanità). "Sono proprio inchieste come quelle di Reggio e il nuovo caso Vibo di queste ultime ore - afferma Corbelli - che dimostrano quanto sia importante e indispensabile dotare la Regione Calabria della figura e della struttura del Garante della Sanità che non ha solo compiti di denuncia di episodi di malasanità, di servizi, di disorganizzazione o di coordinamento per interventi per casi urgenti e drammatici, ma esercita anche funzioni di controllo in tutte le strutture ospedaliere e sanitarie regionali, pubbliche e convenzionate, e sull'operato degli operatori sanitari ai diversi livelli e degli stessi direttori generali. Il presidente Loiero sta facendo molto per cambiare la sanità di questa regione. Purtroppo la situazione che ha ereditato è particolarmente grave e difficile. Occorre per questo una vera e propria rivoluzione nella sanità calabrese che parta dal basso, dalla difesa dei diritti più elementari delle persone. Il Garante della Salute e della Sanità si prefigge proprio questo scopo: far rispettare i diritti dei cittadini all'assistenza sanitaria; denunciare inadempienze, abusi, violazioni, collusioni, scandali. Ancora una volta la Calabria è stata sbattuta in prima pagina da tutti i media italiani per vicende legate alla sanità di questa regione. Sarebbe giusto e corretto che si ricordasse sui grandi mezzi d'informazione insieme a queste negatività anche l'evento storico dell'approvazione, da parte del Consiglio Provinciale di Cosenza, della proposta di legge per l'istituzione del Garante della Sanità. C'é un'altra Calabria che non si arrende e che vuole cambiare. Che si batte contro gli scandali e per il rinnovamento". La proposta di Diritti Civili per l'istituzione del Garante della Salute e della Sanità, approvata il 17 gennaio scorso dal Consiglio Provinciale di Cosenza, è stata trasmessa al presidente del Consiglio Regionale calabrese, Giuseppe Bova, per diventare, così come previsto dal Nuovo Statuto regionale, legge della Regione Calabria"

Callipo “Politica calabrese screditata”. "Ma che altro deve succedere per indurre le autorità istituzionali, politiche e culturali nazionali a intervenire in Calabria almeno con lo stesso interesse dimostrato per la vicenda dei cannoli del presidente Cuffaro?". Lo sostiene, in una dichiarazione, l'imprenditore Filippo Callipo, ex presidente di Confindustria Calabria. "La Direzione nazionale antimafia - aggiunge Callipo - ha sostenuto che 'la gravita' della mancata soluzione dell'omicidio Fortugno non risiede solo nella impunità che ne conseguirebbe per gli ignoti committenti, ma anche nella impossibilità di uscire dalla logica criminale e mafiosa da cui sembra avviluppata e condizionata la Calabria e nella mancata individuazione dei collegamenti tra poteri politici, occulti e mafiosi, che si intuiscono sullo sfondo degli eventì. Se a queste puntuali riflessioni della Dna - sostiene Callipo - le istituzioni costituzionali dello Stato non intendono prestare ascolto, facciano pure. Ma davvero, dopo tre anni di politica regionale dannosa, s' intende, da Roma, guardare senza reagire una regione sprofondare e non rendersi conto che cosi sprofonda un pezzo dell'Italia, un pezzo del suo territorio, della sua economica e della sua società?". "La politica calabrese - sostiene ancora Callipo - è ormai screditata. Basta chiedere cosa ne pensano i cittadini, gli imprenditori, i sindacati che hanno già fatto uno sciopero generale. In tre anni non si è riusciti a separare la politica dalla gestione. E tre anni sono valsi solo a peggiorare ogni cosa, al punto che proprio questa politica, oggi, costituisce un ostacolo allo sviluppo. Ma se la si lascia ancora fare, la sfiducia dei cittadini calabresi verso le istituzioni non potrà che crescere e allora come si può seriamente pensare alla lotta alla criminalità, al rispetto della legalità o alla costruzione di un progetto di sviluppo produttivo che generi ricchezza e lavoro per la società calabrese?". "E' tempo che il Presidente della Repubblica, il Parlamento e il Governo - conclude Callipo - aiutino i calabresi onesti che intendono restare in Calabria a lavorare con onestà e rispetto delle regole. L'inchiesta di ieri conferma l'esistenza di quella che ho definito la 'mafia con la penna', che si presta all'uso improprio del danaro pubblico e foraggia la cattiva politica ed é, a conti fatti, peggio della mafia che spara, perché si nasconde nei meandri della pubblica amministrazione e con le sue azioni condiziona la qualità della vita dei calabresi e lo stesso mercato".

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I iniziano gli interrogatori di garanzia. La clinica dei Crea nelle intercettazioni e incassa 500.000 euro di farmaci. Area di mobilitazione nell’assessorato regionale.

Un patto scellerato tra ndrangheta e politica per il controllo della sanità. Un vero e proprio tzunami giudiziario

Elezioni di Fortugno dirompenti per cosche. Intercettazioni di Crea. La politica chiede dimissioni della Giunta Loiero che azzera la sanità regionale. Coinvolta l'ex Giunta regionale

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In manette il consigliere regionale Crea, dirigenti sanitari e i coinvolti nell’omicidio Fortugno. Stretti legami tra mafia e politica. Sequestrata una clinica

 

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