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Terremoto tra politica e burocrazia reggina: Crea in manette

Operazione Onorata Sanità: Elezioni di Fortugno dirompenti per cosche. Intercettazioni di Crea. La politica chiede dimissioni della Giunta Loiero che azzera la sanità regionale. Coinvolta l'ex Giunta regionale

28/01 "L'omicidio Fortugno si configura quale conseguenza di un evento imprevedibile e dirompente per gli interessi delle cosche". E' quanto scrive il Gip di Reggio Calabria, Roberto Lucisano, nell'ordinanza di custodia cautelare emessa nell'ambito dell'inchiesta su un presunto intreccio mafia-politica nel settore della Sanità in Calabria. Un evento, prosegue il Gip, "costituito dalla mancata elezione in Consiglio regionale del soggetto designato quale referente dei clan e diretto garante dei loro cospicui interessi e dall'affermazione straordinaria ottenuta, invece, da un outsider come Fortugno, considerato evidentemente assai scomodo per gli equilibri politico-mafiosi del luogo e la cui ascesa doveva ritenersi tanto più inaccettabile in quanto fondata su successo elettorale raggiunto proprio in alcune delle zone che dovevano ritenersi sottoposte al controllo del cartello delle organizzazioni postesi a sostegno di Crea. In particolare basterà al riguardo constatare la modestia assoluta del risultato elettorale ottenuto da quest'ultimo nella zona di Locri, dove operavano Alessandro e Giuseppe Marcianò, individuati dalle indagini quali ideatori dell'omicidio Fortugno; non costituisce certo circostanza di poco conto che dal complesso delle conversazioni intercettate dopo le elezioni emerga l'assoluta insoddisfazione per il risultato elettorale ottenuto da Crea, in un contesto nel quale i Marcianò cercheranno sostanzialmente di discolparsi per l'esito della consultazione nella zona affidata alla loro cura". "All'omicidio Fortugno - afferma il Gip - faranno rapidamente seguito l'agognato accreditamento presso la Asl 11 della clinica Villa Anya di proprietà della famiglia Crea ed il rientro di Domenico Crea nella carica di consigliere regionale in sostituzione della vittima, quasi a rendere palpabile come l'eliminazione del vice presidente regionale consentisse di riavviare il meccanismo di affermazione degli interessi illeciti perseguiti dal blocco politico-mafioso costituitosi attorno al Crea e di quelli più direttamente riguardanti proprio quest'ultimo ed il suo nucleo familiare".

Con l’elezione di Fortugno rotti gli equilibri. "Cosa ha spinto la ndrangheta a rompere il suo 'modus operandi' teso a non sollecitare le forti reazioni dello Stato?". E' la domanda che si è posto il Procuratore della Repubblica facente funzioni di Reggio Calabria, Francesco Scuderi, nel corso dell'incontro con i giornalisti per illustrare i particolare dell'operazione Onorata sanità. Il riferimento di Scuderi è all'omicidio di Franco Fortugno, il vicepresidente del Consiglio regionale della Calabria, ucciso a Locri il 16 ottobre 2005 . E la risposta, subito dopo, la dà lo stesso magistrato. "Qui - ha detto - è scattato qualcosa nel rapporto costi-benefici che ha spinto verso quella efferata soluzione. E' chiaro che l'elezione di Francesco Fortugno faceva saltare alcuni equilibri, calcoli economici". "L'omicidio Fortugno - ha detto ancora Scuderi - testimonia che la 'ndrangheta domina e che non basta un qualsiasi Franco Fortugno per bloccarne i disegni. Un coacervo di interessi politico-mafiosi ha costituito l'humus per quel tragico omicidio". Scuderi, che ha incontrato i giornalisti assieme ai pm Colamonici e Andrigo ed al comandante provinciale dei carabinieri, Leonardo Alestra, ha riferito, tra l'altro, di una intercettazione telefonica a carico di Giuseppe Pansera, medico presso l'Ospedale di Melito Porto Salvo, in atto detenuto, nonché genero del boss Giuseppe Morabito "u tiradrittu". "Pansera, parlando con altri affiliati, chiede chi può garantire il gruppo criminale nella politica regionale" e dalle conversazioni emerge il nome di Domenico Crea, definito da Scuderi, "uomo politico che ha attraversato tutti gli schieramenti" e che nel 2005, lascia il centrodestra per candidarsi nel centrosinistra". "L'obiettivo dell'elezione - aggiunge Scuderi - non viene però raggiunto perché viene eletto Francesco Fortugno, per qualcosa che viene a mancare proprio dal territorio di Locri". Domenico Crea, come risulta da numerose intercettazioni telefoniche, non raggiunge i risultati elettorali previsti a Locri e di questo recriminano Alessandro e Giuseppe Marcianò, accusato di essre stati i mandanti dell'omicidio Fortugno. "Possiamo dire di avere individuato con chiarezza - hanno detto i pm - la matrice dell'omicidio Fortugno, che non è il semplice e banale interesse di un caposala dell'ospedale di Locri".

GIP “Delineato lo scenario dell’omicidio Fortugno”. "Si può ritenere" che gli esiti dell'inchiesta che stamani ha portato all'arresto di 18 persone per gli intrecci mafia-politica nella sanità calabrese, "affiancati a quelli del precedente, abbiamo ampiamente delineato il groviglio di interessi che costituiscono l'inquietante e sordido scenario nel quale è maturato l'efferato delitto" di Francesco Fortugno. A scriverlo è il Gip di Reggio Calabria che ha firmato le 18 ordinanze. L'omicidio di Fortugno, scrive ancora il Gip, assume "il carattere di una reazione determinata, per un verso dal grave vulnus al prestigio ed alle aspirazioni delle cosche costituito dalla mancata elezione di Crea, dall'altro lato una sorta di riaffermazione di autorità su uno specifico territorio la cui popolazione risultava essersi in larga parte sottratta all'influenza ed al condizionamento di dirette emanazioni di temibili organizzazioni criminali".

Crea per adesso non indagato nell’omicidio Fortugno. Il consigliere regionale della Calabria Domenico Crea, arrestato nell'operazione Onortà sanità, non è indagato "fino ad ora" nell'omicidio di Francesco Fortugno. Lo ha detto il procuratore della Repubblica di Reggio Calabria, Francesco Scuderi, incontrando i giornalisti. Secondo Scuderi, "Crea era comunque diventato riferimento di cosche della ionica reggina che puntavano ad obiettivi ambiti e forse mai raggiunti prima nel settore della sanità".

Crea riferimento di tre cosche. "Al di là dei suoi cambi di casacca Domenico Crea era sempre punto di riferimento di almeno tre cosche della ionica reggina, gli Zavettieri di Roghudi, i Morabito di Africo e i Cordì di Locri". Lo ha detto il pm della Dda di Reggio Calabria, Mario Andrigo, illustrando i particolari dell'operazione Onorata sanità. Secondo Andrigo, "il consigliere Crea, in sostanza, era rapportato con una serie di consessi criminali"

Le intercettazioni
Crea con Iacopino:
"La sanità è prima, l'agricoltura e forestazione seconda, le attività produttive terza; in ordine, dai, come budget. Settemila miliardi, con la sanità, 3 miliardi 360 milioni di euro hai ogni anno sopra il bilancio della sanità". A tracciare la contabilità dei fondi a disposizione dei vari assessorati regionali della Calabria è Domenico Crea, il consigliere regionale arrestato stamani nel corso dell'operazione contro i presunti intrecci mafia-politica. Crea viene intercettato dagli investigatori mentre, in auto, parla con Antonio Iacopino, suo uomo di fiducia. "Tale sconcertante reperto di improntitudine e di spregiudicatezza - scrive il gip nell'ordinanza - costituisce un vero e proprio manifesto di uso distorto e perverso della politica per finalità di arricchimento personale a scapito della collettività". "Ora - prosegue Crea - si sta facendo con il contributo 2007 2006 di entrare con la sanità anche sui servizi sociali, cioé, e ti prendi un'altra bella fetta di conti. Quindi pensa tu da 7000 arrivi a 8000, 9000 miliardi. Agricoltura e forestazione assieme ci sono 4.500 miliardi l'anno da gestire. Attività produttive eccetera. C'é o non c'é il Presidente (si accavallano le voci, ndr) perché la delega è tua, quindi tu sei responsabile di tutto, dalla programmazione alla gestione. Se io dico agli storti, dico per dire, come a Giglio, volete ragionare con le teste e dire: creiamo una struttura dove il settore 'x' se lo segue 'A'. Non so se mi spiego? Perché dopo tu hai bisogno di quelli che vanno a vendere... Tutto quello che... politicamente parlando. Quell'altro si prende quell'altro impegno e fà... cioé uno fa una cosa uno fa un'altra , va nelle Asl e gestisce l'Asl ... tu vai nelle cose... tu hai bisogno almeno di 4 o 5 che siano con te, operatori, cioé manovalanza cioé nelle... braccia, questo un settore, quello un altro, quello un altro, perché ogni assessorato hai almeno almeno 5, 6 settori da sviluppare, uno se lo prende uno e un altro, sempre sugli indirizzi che do io... E poi tu mi segui questa linea quell'altro segue quell'altra, l'altro segue quell'altra. Sono stato chiaro? oppure parlo arabo io?".
Crea con Iacopino (2). "Duemila miliardi ... me li gestivo io per i c... miei ... Allora perché vi dico ragionate con le teste e non fate gli storti ... perché ce ne sono certi da noi che sono storti e certi che sono intelligenti, mi hai capito? Che non sanno neanche che vuol dire ... perché soffro quando penso ... per una cazzata". Così Domenico Crea si rivolge al suo uomo di fiducia, Antonio Iacopino, mentre si trovano in auto insieme. Un colloquio registrato dagli investigatori "Ma no con uno stipendio - aggiunge Crea - che c... te ne fotte dello stipendio. Cioé, ma quando hai me cretino tu che puoi fare? Ti prendi i 10 mila euro di consigliere? e che c... sono?". "Quando io a quello storto di Battaglia - dice ancora Crea - gli ho detto viene e fammi il direttore generale .. che gli volevo dire? Quanti ne abbiamo 3.000 miliardi 4.000 miliardi .. ci sei pure tu". Dialoghi che secondo i pm della Dda reggina, che hanno coordinato l'inchiesta, evidenziano "la bramosia insaziabile di arraffare a piene mani denaro pubblico in quantità smisurata, a fronte della quale l'indennità di consigliere regionale di diecimila euro al mese, o uno stipendio da direttore generale, vengono liquidati in termini assai eloquenti". Non solo. Dalle parole di Crea, affermano i pm, si evince "l'assoluto sprezzo per qualsiasi vincolo ed ancor di più per qualsivoglia limite possa frapporsi alla realizzazione dei propri progetti di occupazione delle posizioni apicali del potere amministrativo regionale, imponendo solo ed esclusivamente i propri diretti referenti in tutti i posti chiave".

Elementi dall’indagine dell’omicidio Bottari. L'operazione fatta dalla Dda di Reggio Calabria non è frutto di sole investigazioni recenti, ma anche il risultato di verifiche di elementi già emersi nell'inchiesta sull'omicidio del prof.Matteo Bottari, ucciso a Messina il 15 gennaio del 1998. Lo ha detto il pm della Dda di Reggio Calabria Marco Colamonici illustrando i particolari dell'operazione Onorata sanità. Secondo quanto è emerso dall'inchiesta, Bottari fu ucciso per essersi rifiutato di piegarsi ai voleri della cosca dei Morabito, "che esercitava - ha detto Colamonici - un potere condizionante all'interno della facoltà di Medicina dell'Università di Messina".

In Villa Anya cose turpi in corsia e falso in bilancio. "Nella clinica Villa Anya abbiamo esiti di decessi verificatisi per denegata assistenza sanitaria". Lo ha detto il pm della Dda di Reggio Calabria, Mario Andrigo, illustrando i particolari dell'operazione Onorata sanità. "Risultano - ha aggiunto Andrigo - certificazioni di comodo sui decessi che venivano forniti anche dal pronto soccorso dell'ospedale di Melito Porto Salvo. Le indagini hanno permesso di scoprire che a Villa Anya i malati venivano trattati molto male. E' stato accertato, inoltre, che alcune persone decedute ufficialmente nel pronto soccorso dell'ospedale di Melito Porto Salvo in realtà erano morte nella clinica Villa Anya. Il tutto avveniva con una certificazione ospedaliera falsa". Andrigo ha aggiunto che 'al di la' delle truffe al sistema sanitario nazionale, abbiamo riscontrato che all'interno della casa di cura pazienti con gravissime patologie venivano lasciati a se stessi e i consigli per le eventuali terapie venivano dettati a distanza". Il pm ha definito "turpi" alcuni episodi scoperti grazie alle intercettazioni ambientali e telefoniche facendo riferimento, in particolare, alle "battutacce di qualche infermiere che commentava con i propri interlocutori: 'vabbe', a questa stavolta la facciamo fuori noì".
Nella vicenda del convenzionamento con la Regione di "Villa Anya", la casa di cura di proprietà della famiglia di Domenico Crea è emerso un imponente falso in Bilancio di cui è responsabile Giuseppe Biamonte, dirigente generale ad interim dell'assessorato alla Sanità. Lo ha detto il pm della Dda di Reggio Calabria, Mario Andrigo. "Uno storno - ha aggiunto Andrigo - di 500 mila euro sottratto da altri capitoli del bilancio regionale e utilizzato per coprire il regime di convenzione pubblica con Villa Anya. L'operazione è emersa dal carteggio per l'accreditamento di Villa Anya e non dal resto dei documenti del Bilancio regionale".

Dalla Giunta Chiaravalloti favori alla clinica dei Crea. La Giunta regionale della Calabria, riunitasi oggi, ha diffuso una nota "per evitare strumentalizzazioni e speculazioni politiche", in cui si ricostruiscono i passaggi amministrativi che hanno riguardato la struttura sanitaria al centro dell'inchiesta della Dda di Reggio Calabria. "L'intreccio mafia-politica che ha riguardato la clinica Villa Anya - riporta la nota - si è consumato nella precedente legislatura, quando al governo della Regione c'era il centrodestra, del quale Domenico Crea è stato consigliere regionale e assessore. La vicenda è iniziata nel 2001 quando fittiziamente la proprietà della clinica è stata intestata ai familiari del consigliere regionale Domenico Crea (giunta di centrodestra). E' andata avanti con il certificato di agibilità rilasciato dal Comune di Melito nell'ottobre 2004, l'accertamento dei requisiti minimi da parte dell'Azienda sanitaria locale di Reggio avvenuto a novembre 2004 (gestione centrodestra), le autorizzazioni regionali rilasciate dal direttore generale Montesanti il 13 gennaio e il 20 aprile, ultimo giorno utile della precedente gestione amministrativa con il governo di centrodestra. Lo stesso 20 aprile il presidente Loiero prendeva le consegne dal presidente facente funzioni Raffaele Mirigliani". "L'illegittimità - prosegue la nota della Regione Calabria - era andata avanti nel frattempo con lo storno da parte dell'Azienda sanitaria di Reggio Calabria di 500 mila euro dalla farmaceutica alla assistenza per anziani, per creare la provvista economica e potere stipulare il contratto con la clinica Villa Anya, poi fu perfezionato il giorno stesso dell'insediamento della nuova giunta regionale, prima che il nuovo assessore alla Sanità, Doris Lo Moro, si insediasse". "Sotto la gestione della giunta di centrosinistra - prosegue la nota - sono avvenuti due fatti: decreto di accreditamento del 28 luglio 2005 come conseguenza obbligata della pratica lasciata in sospeso dal centrodestra con l'autorizzazione in data 20 aprile all'effettuazione delle prestazioni sanitarie; sospensione in via cautelativa del contratto della clinica, deciso a novembre 2005 da parte del commissario straordinario dell'Asl di Reggio, dott. Giuseppe Priolo, viceprefetto, nominato dalla Giunta Loiero". "Risulta nell'ordinanza del magistrato - conclude la nota - che, proprio a seguito di questa sospensione del contratto, Crea, in concorso con alcuni funzionari amministrativi della stessa azienda, riusciva a ottenere la riapertura della clinica attraverso atti falsi attestanti l'esistenza dei requisiti minimi per l'esercizio"

La Giunta regionale azzera il dipartimento regionale della sanità. Sostituzione immediata di tutte le figure apicali dell'Assessorato alla Salute; costituzione di parte civile nel processo, inchiesta interna per verificare gli atti e procedere alla revoca dell'accreditamento della clinica Villa Anya e sospensione dei dirigenti colpiti da misure cautelari. Sono i primi provvedimenti decisi dalla Giunta regionale della Calabria, riunita in via d'urgenza dal presidente Agazio Loiero, per assumere decisioni in seguito all'operazione Onorata Sanità. "Un'operazione - è detto in una nota del portavoce del presidente Loiero - che ha disvelato collusioni, vischiosità e incrostazioni che si trascinano da molti anni tra la politica, la pubblica amministrazione e la criminalità organizzata". "Contemporaneamente la Giunta - prosegue la nota - ha deciso di dare istruzioni al commissario dell'Asp di Reggio Calabria e ai direttori delle altre aziende sanitarie e ospedaliere perché agiscano, con celerità, adottando gli stessi criteri e ha chiesto, infine, al presidente del Consiglio regionale Giuseppe Bova di voler inserire la questione sanità come primo punto all'ordine del giorno della seduta del prossimo primo febbraio". La Giunta regionale, inoltre, ha nominato il dottor Antonio Izzo, direttore generale a interim del Dipartimento Tutela della Salute. Per quanto riguarda i sette dirigenti dell'assessorato alla Salute, la giunta provvederà subito alla loro sostituzione con altri dirigenti dell'amministrazione regionale. "La giunta - prosegue la nota del portavoce - non ha espresso alcun giudizio sull'operato dei singoli dirigenti che saranno assegnati ad altri dipartimenti, spiegando che la rotazione si è resa necessaria anche a loro tutela alla luce di quanto emerge dall'inchiesta della Dda di Reggio Calabria e di altre Procure". "Di fronte all'estrema gravità della situazione determinatasi - si affera ancora nella nota - la Giunta ha ritenuto di dover affrontare in maniera radicale la questione, in proseguimento dell'azione di bonifica e di lotta alla 'ndrangheta portata avanti con maggiore determinazione dopo l'assassinio del vicepresidente del Consiglio regionale Francesco Fortugno, delitto, dicono le indagini, fortemente legato alla vicenda oggi oggetto delle misure cautelari disposte dalla magistratura reggina"

Grasso (Antimafia) “Adesso vedremo il seguito”: "Adesso vedremo il seguito". Così il procuratore nazionale antimafia, Pietro Grasso, sull'operazione compiuta oggi a Reggio Calabria dai Carabinieri, che ha portato all'arresto di 18 persone tra cui il consigliere regionale Domenico Crea. Quella di oggi, ha detto Grasso a margine di un incontro a Roma sul tema delle mafie, "é un'operazione che segue tutta una serie di indagini sulla Sanità e su una forma associativa di criminalità organizzata che si occupa anche della Sanità. Questo è l'oggetto dell'indagine, che è stata riconosciuta valida da un giudice che ha emanato questi provvedimenti. Adesso vedremo il seguito"

Napoli (AN) “La Giunta regionale rimetta il mandato”. "L'operazione Onorata Sanità ha oggi infranto una parte della holding politico-mafiosa che coinvolge la sanità calabrese". Lo afferma il deputato di An Angela Napoli, componente della Commissione antimafia. "Gli interessi che la 'ndrangheta ha sempre avuto nel settore della sanita' regionale - aggiunge - sono stati per troppo tempo sottovalutati, il che ha consentito numerose ascese politiche utili a garantire il dilagare del malaffare che regna in Calabria. I numerosi trasformismi politici che caratterizzano continuamente la Regione Calabria, persino con la costituzione di nuovi partiti, sono proprio dimostrativi di come determinate posizioni elettive debbano essere ad ogni costo mantenute per gestire gli affari privati e della 'ndrangheta. Finalmente la capacita' investigativa dei carabinieri e la tenacia dei magistrati della Dda di Reggio Calabria hanno fatto emergere quanto, ancora nei giorni scorsi, ha contribuito a far rimbalzare negativamente questa Regione sulle cronache nazionali". "E' bene ricordare - sostiene ancora l'on.Napoli - che il dottor Pietro Morabito è stato nominato il 9 gennaio scorso dall'attuale Giunta regionale, direttore generale dell'Azienda sanitaria di Catanzaro, peraltro unico dei cinque commissari delle Asp ad essere confermato, nonostante l'emergenza socio-sanitaria decretata per la Calabria. Mi auguro che questa operazione rappresenti solo l'inizio dell'abbattimento di un sistema clientelare, affaristico e di comprovata connivenza politico-mafiosa nel delicato settore sanitario e che possa emergere, al più presto, l'intera verità sull'omicidio Fortugno". "Alla Giunta regionale calabrese - conclude il deputato di An - non può che chiedersi a questo punto un atto di responsabilità, rimettendo il mandato elettorale nelle mani dei cittadini"

Salvi (SD) “Si dimetta la Giunta regionale”. "Gli arresti in Calabria confermano il nostro convincimento: la commistione tra politica, affari e criminalità organizzata ha raggiunto in quella regione livelli tali da rendere insopportabile il permanere dell'attuale quadro politico". E' quanto afferma, in una nota, il capogruppo in Senato di Sinistra Democratica, Cesare Salvi. "Dopo quanto avvenuto nel settore della sanità - prosegue Salvi - le dimissioni di Loiero, lo scioglimento del Consiglio regionale della Calabria e una nuova proposta politica, con nuove classi dirigenti, del centrosinistra sono atti dovuti ai cittadini calabresi per liberare una regione che ha in sé grandi energie e per un vero rinnovamento attualmente bloccato dall'attuale quadro politico dell'una e dell'altra parte". Per Salvi "é inoltre necessario ed urgente un intervento a livello di legislazione nazionale per recidere il legame perverso tra politici e nomine sanitarie. In tutta Italia a destra come a sinistra, al nord come al sud, è diventato un fenomeno scandaloso".

Santelli (FI) “La Giunta regionale passi la mano”: "La sanità in Calabria è un orrendo Giano bifronte che dimostra come il sistema sia ormai al collasso e sia diventato urgente voltare pagina". A sostenerlo, in una dichiarazione, è Jole Santelli, responsabile sicurezza e immigrazione di Forza Italia. "Da un lato - prosegue Santelli - il sistema sanitario calabrese è distrutto ed è protagonista delle pagine di cronaca nera dei principali quotidiani nazionali, dall'altro sappiamo che l'80% del bilancio regionale è investito nella sanità e ciò evidenzia la 'malagestione' della politica oltre che l'esistenza di zone d'ombra in cui si infiltra la criminalità organizzata". "E' un sistema ed un gioco di potere - sostiene ancora Santelli - non più sostenibile. Il governo regionale ne prenda atto e passi la mano"

Galati (UDC) “Loiero si dimetta”. "Quando un atto giudiziario colpisce un individuo, per la società è sempre un momento di tristezza, ma il garantismo, che per noi è un dogma di civiltà, non può venire mai meno". E' quanto sostiene il deputato dell'Udc Giuseppe Galati commentando gli arresti disposti dalla Dda di Reggio Calabria. "Perciò, se sul piano giudiziario aspetteremo con serenità e fiducia le indagini - aggiunge Galati - su un piano squisitamente politico non possiamo non sottolineare come, ancora una volta, le scelte fatte dal presidente Loiero e dalla sua giunta in merito alla sanità in generale e, in particolare, sulla recente nomina dei più alti dirigenti delle Asl, tanto decantate per la loro valutazione curriculare, siano state fallaci e non opportune". Secondo Galati, "ancora una volta i fatti politici smentiscono la capacità di guida della Regione e saggezza e senso del dovere vorrebbero che chi è stato eletto a guidare una regione come la Calabria decidesse, per il bene dei calabresi, di dimettersi con eleganza e senso di responsabilità".

Loiero replica a Galati “Favori a Crea responsabilità UDC”. "L'onorevole Galati farebbe bene a smettere di fare politica e ritirarsi a vita privata. Perché ancora una volta tenta di scaricare su altri le responsabilità sue e del suo partito". Lo ha detto il presidente della Regione Calabria Agazio Loiero a proposito delle dichiarazioni del deputato dell'Udc Giuseppe Galati sugli arresti disposti dalla Dda di Regio Calabria. "I favori a Domenico Crea di cui parla l'inchiesta - ha aggiunto Loiero - quel groviglio di interessi che costituiscono un inquietante e sordido scenario nel quale è maturato il delitto Fortugno, come spiegato nell'ordinanza di custodia cautelare, sono avvenuti durante il governo regionale di centrodestra con la sanità gestita dall'Udc, il partito di Galati". "Trovo pertanto stupefacenti le dichiarazioni di Galati - ha detto ancora Loiero - perché questa Giunta regionale ha lavorato concretamente per smantellare la sanità dei compromessi con la criminalità organizzata, quella su cui il centrodestra ha chiuso gli occhi con i risultati drammatici che abbiamo davanti e a cui siamo impegnati a porre riparo. Abbiamo forza politica e capacità per dare ai calabresi quello che il centrodestra non ha dato: una sanità efficiente e di qualità e soprattutto gestita senza ombre e senza connivenze politico-mafiose come quelle venute a galla. E' questo che ci impone il senso di responsabilità".

Rotondi (DC) “Fiducie nella giustizia, onestà di Crea”. "Sono addolorato per un provvedimento che colpisce una famiglia e una comunità politica, ma ho fiducia che prestissimo l'amico Crea potrà essere restituito ai suoi affetti e al suo partito". Lo afferma il senatore Gianfranco Rotondi, segretario della Dc per le Autonomie. "Permane la più assoluta fiducia - aggiunge Rotondi - nell'opera dei magistrati e nell'onestà di Crea e dei suoi familiari".

Minniti “La Giunta regionale recida le complicità” "L'inchiesta della Dda di Reggio Calabria, a conclusione delle indagini dei carabinieri, svela uno scenario gravissimo e inquietante". Lo afferma, in una dichiarazione, il segretario del Pd della Calabria, Marco Minniti. "Si tratta ora - aggiunge Minniti - di operare a un doppio livello: da un lato, facendo andare avanti le indagini; dall'altro, tagliando drasticamente ogni rapporto tra politica e 'ndrangheta e tra 'ndrangheta politica e gestione della sanità, settori purtroppo, come emerge dall'inchiesta, non separati ma anzi legati da una fitta trama di attività e interessi che finisce col condizionare la stessa qualità del servizio sanitario, mettendo a repentaglio la salute dei cittadini calabresi". "Non è più il momento di risposte ordinarie. L'auspicio è che la Giunta regionale, riunitasi d'urgenza - conclude Minniti - vari misure tese a un disboscamento ampio e radicale, recidendo inefficienze e complicità.

Villecco (PD) “La politica intervenga prima”. "Sono 15 anni che nel nostro Paese viene delegato alla magistratura e alle forze dell'ordine lo svelamento della "patologica sinergia" tra politici, amministratori e 'ndrangheta''. Lo afferma la senatrice Rosa Villecco Calipari, responsabile Mezzogiorno del PD, facendo riferimento all'operazione Onorata sanità. "In una situazione politico-istituzionale come quella attuale - aggiunge Rosa Villecco - i cittadini più che mai chiedono con forza che la politica sappia assumersi le sue responsabilità e sappia porsi il problema di intervenire prima, senza se e senza ma. Solo così si può ritrovare un rigore morale all'interno dei partiti. Serve però coraggio, soprattutto in regioni come la Calabria, dove il problema ha coinvolto esponenti di varie forze politiche". Secondo la senatrice Villecco Calipari, "un'economia strutturalmente debole come quella calabrese, dove la sanità rappresenta uno dei maggiori settori produttivi, con il 60 % del PIL regionale, è un terreno pericolosamente fertile per la proliferazione di connivenze tra politica e clan. Per questo è sempre più necessaria un'imprenditoria meno dipendente dagli appalti pubblici e da leggi come la 488, e finalmente più coinvolta, come forza sociale, nel contrasto del malaffare dovunque si palesi".

Forgione (Antimafia) “Osmosi tra politica e affari”. "L'indagine dei carabinieri e della Dda di Reggio Calabria mette a nudo un vero e proprio sistema di interessi e di affari costruito sullo scempio della sanità pubblica calabrese". Lo ha detto il presidente della Commissione parlamentare antimafia, Francesco Forgione, commentando l'operazione "Onorata sanità". "La profondità delle relazioni tra settori politici e settori della criminalità - aggiunge Forgione - conferma quanto denunciamo da tempo: una osmosi tra pezzi del mondo politico calabrese, trasversali agli schieramenti, ed affari ed interessi della 'ndrangheta, con la centro una sanita' nella quale in Calabria si continua a morire, anche per questo degrado frutto dello scambio politico-mafioso". "Ora le indagini vadano avanti - conclude Forgione - per fare piena luce su tutti i grumi di questo sistema politico-criminale. La politica calabrese rifletta sul suo degrado, sul trasformismo dei suoi rappresentanti che omologa gli schieramenti e ne inquina la presenza nelle istituzioni".

Lumia (Antimafia) “La politica elimini le zone grigie”. "Lo scenario che emerge da questa ennesima inchiesta sulla gestione della sanità in Calabria è sempre più preoccupante". Lo ha detto il vicepresidente della Commissione antimafia, Giuseppe Lumia, commentando l'operazione Onorata sanità. "Si vede ormai chiaramente - aggiunge Lumia - una commistione criminale tra gli interessi dei privati, gli interessi delle cosche ed il loro ruolo nella ricerca del consenso, lo sperpero delle risorse pubbliche. Uno scenario che da tempo sosteniamo essere quello nel quale è maturato il delitto Fortugno e che in ogni nuova inchiesta trova ulteriore conferma". Secondo Lumia, "la politica deve essere ora capace di scelte chiare, in grado di non lasciare più spazio a trasversalismi pericolosi, di maturare scelte autonome di contrasto diretto e senza zone grigie a tutti gli interessi delle cosche".

Servizi Precedenti

Operazione “Onorata sanità”. Duri i PM “Fortugno rompeva equilibri. Borghesia mafiosa asservita a cosche”. Serra “fare pulizia nella sanità”

28/01 Operazione “Onorata Sanità”: In manette il consigliere regionale Crea, dirigenti sanitari e i coinvolti nell’omicidio Fortugno. Stretti legami tra mafia e politica. Sequestrata una clinica

 

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