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Sport
Il calcio nel caos

 

Sentito l'arbitro cosentino Palmieri “Mai rilasciato interviste”

Nell'ambito del caso Gea la Procura di Roma ha ascoltato l'ex arbitro Mario Palmieri, allontanato da Bergamo e Pairetto. Palmieri e' un ex arbitro della sezione di Cosenza dal 2000 al 2004, quando fu allontanato dagli ex designatori.L'allontanamento di Palmieri fu deciso dagli ex designatori Paolo Bergamo e Pierluigi Pairetto, insieme con il presidente dell'Aia Tullio Lanese. 'Nutro una grande stima nei confronti della Federazione - ha detto - Ci sono soggetti che hanno pagato alla base e altri che sbagliano piu' in alto. Una cosa e' chiara: non mi aspettavo che potessero emergere fatti cosi' gravi. Voglio credere che il mio allontanamento sia dipeso da incompatibilita' caratteriali. Io mi reputavo un buon arbitro e il mio allontanamento l'ho considerato a suo tempo singolare anche se poi ripensandoci ho solo ricevuto un giudizio da parte di chi era delegato a farlo. Non fatemi dire altro. Io sono ancora molto legato a quella associazione. La Gea? Per quanto mi riguarda, non mi risulta che abbia avuto mai rapporti col mondo arbitrale'. In Procura e' arrivato anche Davide Baiocco del Catania, convocato dai pm Luca Palamara e Cristina Palaia come persona informata sui fatti nell'inchiesta Gea.
"L' articolo pubblicato sul quotidiano Calabria Ora, in seguito al quale sono stato convocato oggi come testimone dai pm della Procura di Roma che conducono l' inchiesta sulla Gea, è stato solo frutto di inchieste di tipo giornalistico. Per quanto mi riguarda, non ho mai rilasciato dichiarazioni o interviste a nessuno". Lo ha detto all' Ansa l' ex arbitro di serie A Mario Palmieri, di Cosenza. Nell' articolo di Calabria Ora si faceva riferimento alla decisione presa tre anni fa dai designatori Bergamo e Pairetto di allontanare Palmieri dai ruoli arbitrali. "Sono un membro dell'Aia - aggiunge Palmieri - ed è mia intenzione continuare ad operare in tale ambito. Rispetto la libertà di stampa purché ognuno si assuma le proprie responsabilità, ma non posso esimermi dal precisare alcune cose per salvaguardare la mia persona e la mia attività professionale. Non sono autorizzato né dall'associazione arbitri, alla quale mi onore di appartenere, né dai magistrati a riferire nulla di quanto emerso dall' interrogatorio di stamattina. Posso solo dire che a suo tempo ho accettato serenamente le decisioni dei miei superiori. Noi tutti, ora, dobbiamo attendere che le indagini facciano il loro corso e qualunque altra mia affermazione dovesse apparire sui media, a parte questa, non è da ritenersi attendibile"

Lazio nei guai: aggiotaggio per Lotito. Niente incarichi sportivi per i magistrati del CSM

30/05 Tempesta in casa Lazio. Come se non bastasse il presunto coinvolgimento della societa' biancoceleste nello scandalo intercettazioni, con Claudio Lotito che dovrebbe essere sentito domani a Napoli, oggi e' arrivata una doppia batosta sull'asse Milano-Roma. La procura del capoluogo lombardo avrebbe aperto un'inchiesta per aggiotaggio sui titoli della societa' capitolina, facendo perquisire dalla Guardia di Finanza non solo la sede della Lazio, ma anche quelle di altre societa' riconducibili al gruppo Lotito, come Linda Srl e Bona Dea Srl. Ma i guai per il presidente biancoceleste non finiscono qui, anzi. La vera bufera arriva da Roma, dove Lotito e Roberto Mezzaroma, azionista di minoranza e fratello del suocero del presidente biancoceleste, devono rispondere di un presunto patto parasociale nascosto alla Consob. In altre parole l'acquisto da parte di Mezzaroma del 14,69% delle azioni della Lazio per quattro milioni di euro sarebbe stato simulato perche' nello stesso periodo la Linda srl riconducibile a Lotito acquistava per la stessa somma delle quote delle societa' immobiliari appartenenti a Evelina Amadei, moglie dello stesso Mezzaroma. Questo, di fatto, finiva con l'occultare alla Consob, organo di vigilanza, il vero assetto societario della Lazio, che andava invece reso noto al mercato nell'eventuale caso di un'offerta di pubblico acquisto perche' Lotito, attraverso Mezzaroma, controlla oltre il 30 per cento delle azioni della Lazio. Non e' un caso che questi accertamenti disposti dal pm di Roma Stefano Rocco Fava nascono sulla base di un'informativa della Consob che aveva raccolto le denunce di Chinaglia e di altri piccoli azionisti del club biancoceleste. L'avvocato di Lotito, intanto, smentisce l'esistenza di questo patto parasociale e assicura che tutta la situazione verra' presto chiarita. Fronte caldo anche quello interno alla stessa magistratura. Come era gia' nell'aria la quarta commissione del Csm ha stabilito che d'ora in poi i magistrati non potranno piu' assumere incarichi sportivi e quelli in corso non potranno andare oltre il gennaio dell'anno prossimo. Nessuna pronuncia, pero', sul caso che riguarda Settembrino Nebbioso, designato da Guido Rossi vicecommissario per il settore norme e regolamenti. Il magistrato ha chiesto l'autorizzazione a ricoprire l'incarico al Csm, ma ogni decisione verra' presa con molta probabilita' domani. Per martedi' prossimo, intanto, sono stati convocati Maurizio Laudi e Antonio Rinaudo, i due magistrati di Torino i cui nomi figurano nelle intercettazioni disposte dalla procura di Napoli nell'ambito dell'inchiesta sul calcio. Gli stessi Laudi e Rinaudo avrebbero chiesto di essere sentiti per chiarire la propria posizione ma in relazione a questo il Csm interroghera', il 13 giugno, i pm partenopei Beatrice e Narducci che stanno conducendo l'inchiesta e che oggi hanno sentito per tre ore l'arbitro Marco Gabriele, tra i direttori di gara sospettati di coinvolgimento nello scandalo. A Roma, invece, nell'ambito nell'inchiesta Gea, sono stati sentiti l'ex fischietto Mario Palmieri e il giocatore del Catania Davide Baiocco. Il primo si sarebbe dichiarato vittima delle decisioni di Pairetto e Bergamo, mentre l'ex juventino e' stato sentito come persona informata sui fatti. A Baiocco sarebbero stati chiesti chiarimenti in merito al cambio di procuratore, nel 2002 passo' alla Gea di Alessandro Moggi chiudendo il rapporto con Gianni Allegrini. "Ma fu una scelta mia - ha dichiarato Baiocco al termine dell'audizione - una decisione presa in piena serenita' e tranquillita, poi e' il tempo a dire se le scelte sono giuste o sbagliate. Con il senno di poi posso dire che non sono contento di come sono stato gestito da Alessandro". E mentre la Melandri a Coverciano assicura piena collaborazione sullo scandalo, domani in Consiglio Nazional del Coni si parla del commissariamento della Figc.

Ministro Melandri “Restituire onore e credibilità allo sport”

Nonostante una pioggia incessante, e' rimasta per piu' di un'ora ad assistere all'allenamento della nazionale. Poi, al termine, senza nemmeno ripararsi sotto l'ombrello, ha radunato il gruppo guidato da Lippi ai bordi del campo e parlato con gli azzurri per qualche minuto. Giovanna Melandri, ministro dello Sport, e' arrivata a Coverciano intorno alle 11, quando i nazionali erano sul terreno di gioco da una buona mezz'ora. Accolta dal capo delegazione, Giancarlo Abete, si e' subito diretta nella zona degli spogliatoi, ha stretto le mani di Gigi Riva e del vice-commissario, Demetrio Albertini, ed ha assistito in religioso silenzio al lavoro sul campo della squadra. "Sono qui - ha dichiarato - per augurare un grande in bocca al lupo al gruppo azzurro. L'Italia sta giocando due partite parallele. La prima sul campo, che vedra' gli azzurri impegnati in una competizione importante e ai quali il governo trasmette affetto, sostegno. L'altra, di capitale importanza per il futuro del nostro calcio, capitanata dal commissario Rossi, che ha un altrettanto significativo compito: quello di restituire trasparenza, onore e credibilita' al calcio italiano. Sono anche qui per confermare che il governo italiano e' vicino alle due squadre. La nazionale ci deve nuovamente appassionare, giocando bene, e facendo nuovamente sventolare il tricolore sui balconi delle case. Siamo al suo fianco, sperando che tutta l'Italia sportiva si stringa nuovamente a lei". Il momento e' delicato, con gli scandali delle intercettazioni che hanno destabilizzato l'ambiente. "Dobbiamo uscire da questa situazione a testa alta - ha proseguito la Melandri - E' necessario lavorare, nel pieno rispetto dell'autonomia dello sport. Il governo Prodi, in questo contesto, ha assunto degli impegni ben precisi, annunciando la revisione normativa sui diritti sportivi, ed avviando un processo di trasformazione delle riforme, proprio attraverso la nomina di un uomo di regole come il commissario Rossi. Abbiamo piena fiducia nel suo operato, per ridare trasparenza e togliere opacita' a questo calcio ed aspettiamo con serenita' l'esito dei processi". Si prospetta per arginare il problema il ritorno alla costituzione di societa' senza fini di lucro. "Si tratta - ha ammesso la Melandri - di un'iniziativa che e' gia' stata assunta a livello europeo, tra l'altro molto interessante, da parte del governo inglese ed in questa ottica voglio relazionarmi con Tony Blair. Le regole del calcio vanno riscritte a livello europeo. In linea con questo nuovo modo di operare, Prodi ha voluto la creazione del ministero dello Sport, che non esisteva, per ottemperare ad una necessita' gia' presente in altri governi. Intendo lavorare in sinergia con i colleghi europei, colmando un vuoto che era diventato fastidioso. Ripeto, sinergicamente lavoreremo per restituire trasparenza ed togliere opacita' al nostro calcio". La Melandri non ha voluto commentare la possibilita' che la Juventus sia retrocessa in serie B. "Le impressioni - ha risposto - le tengo per me. Ho piena fiducia nell'operato del commissario Rossi, ci sono le condizioni per voltare pagina e restituire dignita' ed onore a questo sport che e' il piu' bello del mondo". Domani, intanto, Giancarlo Abete si rechera' a Nyon nella sede dell'Uefa per consegnare il dossier definitivo della candidatura italiana all'Europeo del 2012. "Il presidente Prodi - ha concluso il ministro - ha scritto una lettera all'Uefa nella quale ribadisce il totale impegno del governo per sostenere la candidatura dell'Italia all'Europeo del 2012, per cui ci muoveremo ed adopereremo in quest'ottica".

Ministro Di Pietro “Per la Juve elementi da decidere ad horas”

30/05 "Per alcune realtà, tra cui purtroppo la mia Juve, la materia è sufficientemente istruita per poter decidere non tra 15 giorni ma ad horas". Lo ha detto ai giornalisti il ministro alle Infrastrutture Antonio di Pietro interpellato sugli scandali del calcio. "Credo, e sono d'accordo con Borrelli, che si può dare un messaggio forte in qualche giorno. La conclusione e l'archiviazione della pratica - ha spiegato Di Pietro parlando delle inchieste giudiziarie sul calcio - richiede molto più tempo, ma credo che Borrelli si comporterà come sempre, come faceva nell'altro mestiere più delicato". In sostanza, ha proseguito Di Pietro "avevamo praticato i cosiddetti stralci: man mano che i singoli fatti e le singole persone venivano definiti, venivano rinviati a giudizio. Credo che la soluzione possa essere per il futuro stabilire delle regole per dare più trasparenza e il minore conflitto di interessi". "Bisogna provvedere immediatamente per i fatti già acclarati - ha insistito il ministro - Laddove è stato beccato il mariuolo con le mani nella marmellata, bisogna vedere se ce le ha messe con la forza, e quindi è stato costretto, come dice Diego (Della Valle n.d.r.), o ce le ha messe perché gli conveniva, come dice qualcun altro. A buon intenditor, poche parole".

Avv. Grassani “Milan in B, ipotesi per ora non ipotizzabile”

In queste settimane, caratterizzate da una forte attenzione dell'opinione pubblica sul mondo del calcio, fanno testo soprattutto le bocce ferme. Ossia le opinioni e le analisi prive di fumo persecutorio e pregiudizi e il piu' possibile inerenti la giustizia sportiva, la quale tocca piu' da vicino gli appassionati per le possibili conseguenze sulle proprie squadre e che si configura come un ambito ben diverso rispetto al procedimento penale e al lavoro squisitamente giudiziario-amministrativo delle Procure. Per questo nell'edizione di Studio Milan di ieri, il canale tematico rossonero si e' rivolto in collegamento all'avvocato bolognese Mattia Grassani, 41 anni, esperto in materia di giustizia sportiva, negli ultimi 15 anni protagonista quasi sempre vincente in tutti i maggiori casi che hanno investito il calcio professionistico e dilettantistico. "Per esperienza diretta e personale - ha esordito Grassani - bisogna diffidare delle ricostruzioni operate nel corso delle attivita' d'indagine da parte dell'autorita' giudiziaria quando si spingono in analisi tecniche sullo svolgimento di un intero campionato. Mi ricordo nel 2004 una relazione che sembrava impietosa in relazione alla partita Chievo-Modena, laddove la tesi dell'accusa era che ci fosse un accordo premeditato fra il presidente del Chievo e il presidente del Modena finalizzato all'ottenimento di un pareggio che sarebbe poi servito al Modena per salvarsi". "I giudici - racconta ancora Grassani - in quella relazione si spinsero a ricostruire uno scenario fatto di gol sbagliati apposta e di vendette su Pellissier, autore di uno dei due gol che alla fine diedero la vittoria al Chievo sul Modena. In quel quadro Pellissier veniva configurato come un soggetto non allineato al presunto accordo e proprio questo sarebbe stato il segnale della vendetta su Pellissier da parte dei giocatori del Modena. Ebbene, ricordiamo tutti come si concluse la vicenda, la partita fu trovata completamente regolare e i tesserati vennero prosciolti. Come punto di partenza direi quindi grande prudenza nel recepire, acriticamente, come oro colato, quelle che sono ricostruzioni di intercettazioni telefoniche fra addetti ai lavori da parte della Polizia giudiziaria e della Magistratura. Detto questo, certamente lo scenario in cui si inseriscono queste telefonate che riguardano il Milan e' greve e fosco, con responsabilita' disciplinari da un punto di vista di possibili contestazioni per quanto riguarda gli interlocutori. Per quanto riguarda il Milan, da lettore di giornali come tutti, mi sembra che la posizione della societa' rossonera e' su un piano completamente diverso, primo perche' non ci sono telefonate intercettate direttamente con massimi rappresentanti della societa', secondo perche' qui la teoria addirittura della contro-cupola o di movimenti finalizzati a riequilibrare un disegno piu' grande ordito da direttori generali o da amministratori delegati di societa' alla pari del Milan, mi sembra un po' tirata per i capelli". "Per cui in questa situazione - e' il parere di Grassani - direi che ci sono delle societa' che hanno i massimi rappresentanti come presidenti di Cda, amministratori delegati, direttori generali, he hanno telefonate di cui dovranno rispondere alla giustizia sportiva con ipotesi di incolpazione sicuramente molto molto serie. Il Milan lo vedo proprio defilato, se prima quanto conoscevamo fino alle ultime divulgazioni era la telefonata di un addetto all'arbitro con un suo superiore, quello che e' uscito successivamente mi sembra si possa allineare con la prima telefonata con al massimo qualche rilievo disciplinare ma di natura certamente non riferibile all'illecito sportivo, ma di opporunita', di stile, o di superamento di un limite, rispetto a cui, pero', certamente non si puo' ipotizzare, come qualche giornale ha fatto, un Milan in Serie B". Grassani tranquillizza i tifosi milanisti. "Noi qui siamo in una fase in cui in molti interventi e in molte iniziative che riguardano il Milan, secondo me, e io parlo da soggetto terzo dalla mia Bologna piu' che provinciale ed estranea a queste vicende per la retrocessione in Serie B, mi sembra pero' che ci sia una contrapposizione mediatica fra giornali di varie zone territoriali anche finalizzata a coinvolgere chi magari come il Milan ha appunto una posizione assolutamente marginale. Per cui, per quello che mi riguarda, da osservatore imparziale, posso dire che il campionato e la classifica conseguita dal Milan in questa stagione sono cose abbastanza certe rispetto ad un'ipotesi di terremoto o di radicali cambiamenti nella graduatoria finale che possono riguardare altri club fra i quali non mi sembra ci sia il Milan". Sull'equazione fatta da qualche giornale tra Juve-arbitri e Milan-assistenti, Grassani ritiene che ci sia "una fondamentale differenza, che non e' fra assistenti o direttore di gara che modificano il quadro di riferimento nel quale il comportamento piu' o meno lecito si va ad inserire. Il quadro e' un altro. Secondo me nelle telefonate che riguardano altri club, ci sono anche i riscontri, ci sono gli interventi a monte e ci sono anche i riscontri a valle o quanto meno sembra che ci siano. Per quanto riguarda il Milan ci sono forse invasioni di campo, sconfinamenti rispetto ai rispettivi ruoli, pero' finalizzati semplicemente ad una sorta di preferenza in certi casi e di ricusazione in altri. Ma sono comportamenti che si sono sempre verificati, solo che vent'anni fa si mandavano le lettere o i fax o le raccomandate ai designatori, documenti in cui le societa' dicevano che preferivano avere questo o quel guardalinee e questo o quell'arbitro. Poi il designatore si comportava di conseguenza ritenendo piu' o meno fondate le lamentele dei club. Invece nel 2006 si procede a suon di cellulari, telefonate e tutto quanto la tecnologia mette a disposizione. Questo e' quanto il Milan ha fatto". "Diverso e' invece - secondo Grassani - se in sede di preparazione di una gara uno condiziona le griglie arbitrali, condiziona le moviole, condiziona i sorteggi e poi a posteriori ci sono anche interventi convinti di compiacimento o di conferma di quello che e' stato l'intervento a monte, per cui stiamo proprio parlando di due comportamenti diversi, di due quadri di riferimento completamente diversi". In alcune telefonate il dirigente rossonero Leonardo Meani svolge una funzione di denuncia di episodi e comportamenti altrui. "Sicuramente il fatto che gli intercettati non sapevano di essere sotto controllo da' grande genuinita' a tutto quello che gli interlocutori telefonici si dicono e si raccontano - spiega l'esperto di diritto sportivo - Per cui questi atteggiamenti di preoccupazione, di cautela o anche quasi a giustificare il perche' di quelle telefonate, depone a favore non tanto della volonta' di intervenire per turbare la regolarita' di una gara o di piu' gare, bensi' emerge come una sorta di denuncia o di presa d'atto di un andamento poco chiaro o sospetto di altre gare tale per cui, agli interlocutori riconducibili al Milan, questo tipo di situazione ha determinato l'esigenza di intervenire presso chi di dovere per tutelarsi, per evitare che certe situazioni potessero verificarsi anche a danno del Milan. Quindi il fatto che gli interlocutori non sapessero di essere intercettati e parlassero a ruota libera in base a quelle che erano le loro conoscenze e la loro coscienza secondo me depone a favore della differenza fra altre societa' e il Milan stesso".

Rivera “No a giustizia sommaria”

30/05 "Non ci sono tanti calciatori in mezzo a questa bufera, questo tsunami che ha investito il calcio italiano. A parte la situazione ambientale che e' preoccupante, la parte migliore ovvero calciatori, tecnici e anche pubblico sono esenti da questa brutta vicenda. Questo e' un aspetto gia' positivo". Gianni Rivera, ex "bandiera" del Milan, commenta cosi' a "10 Minuti", striscia di approfondimento di Rai Due, lo scandalo che sta mettendo in ginocchio il calcio nostrano. Rivera non trova somiglianze con gli ingaggi dei calciatori di un ventennio fa con quelli attuali. "Guadagnavamo molto di meno di adesso - prosegue l'ex "Golden Boy" - non c'e' paragone ma cosi', e' il mercato, bisogna prenderne atto. E' la cultura del mercato: chi e' in grado di ottenere il massimo lo fa, poi le societa' mettono i calciatori nelle condizioni di approfittarne, mica usano il mitra. Scuola di sport vuol dire scuola si vita? Vale sempre questo detto, l'importante e' essere convinti che si puo' trovare questa situazione. In generale non c'e' stato un gran cambiamento, e' stato l'arrivo di troppo danaro che ha fatto male dappertutto. Sconvolge la vita di chi si trova coinvolto in questa vicenda di mercato asosluto, scappano di mano i valori in cui credere cosi' come e' lo sport, che ha dei valori. Non dimentichiamoci che la Figc e' l'unica che nel titolo parla di gioco, e quindi e' ancora considerato tale. Bisogna fare un recupero di questa cultura per restituire una immagine credibile". "Si vedeva sul campo che c'era qualcosa di strano ma si pensava solo a un favoritismo, quindi si pensava che ci fosse qualcosa che non funzionasse bene - spiega ancora Rivera - ci sono volute le intercettazioni dei magistrati per averne la certezza. I controllori non so se immaginavano o sapessero ma hanno una precisa responsabilita' oggettiva. Neello sport c'e' una resposanbilita' diretta e ua oggettiva. I controllori non hanno fatto il loro mestiere e in questo senso si deve lavorare". Sulla nomina di Francesco Saverio Borrelli a capo ufficio indagini della Figc, Rivera tiene a precisare: "Guarira' tutti i mali? Non c'e' un singolo soggetto che puo' risolvere. Borrelli e' una persona con la massima garanzia di serieta', preparazione e professionalita'. Deve fare quello e lo deve fare qualcuno che lo sa fare. Borrelli e' un nome che da' la massima garanzia a tutti, non si e' mai interessato di calcio? E' indubbiamente un aspetto positivo. Bisogna andare in fondo, in questo momento chi ha responsabilita' oggettiva deve pagare le conseguenze. Questa vicenda e' bene che sia uscita ma non si deve fare giustizia sommaria. Speriamo che tutti un giorno possiamo tranquillamente tornare sui campi e immaginare che la partita sia una partita vera".

Mazzola “La mancata denuncia è un fatto ancora più negativo”

30/05 "C'e' una verita' assoluta nel calcio che e' la forza di questo sport. Alla fine, sono convinto, viene fuori la verita' del campo ed e' difficilissimo che tutto questo salti per aria". Sandro Mazzola, ospite del Tg2, dice la sua sullo scandalo che sta investendo il calcio italiano. "Sono sicuro - continua - che allenatori e calciatori sono fuori da tutta questa vicenda ed e' una cosa importante, dice che il calcio ha ancora una sua credibilita'". L'origine dello scandalo, secondo Mazzola, nasce dall'arrivo nel calcio di "molto denaro perche' anche qui si e' inserito qualcuno che ha voluto barare, e' la forza negativa dei soldi". Ma il calcio come gioco esiste ancora? "Secondo me si', basterebbe andare al sabato pomeriggio o alla domenica mattina - sottolinea l'ex campione dell'Inter - nei campetti di periferia e vedere i ragazzi di 8-9 anni che giocano e credono in questo sport, perche' insegna loro tantissime cose. Il calcio e' sempre un insegnamento per un giovane, cerchiamo di tenerlo pulito". Mazzola, pero', non puo' non nascondere la sorpresa per quanto accaduto. "Nessuno pensava che la ragnatela fosse cosi' grande, con personaggi cosi' importanti - e' la sua opinione - Perche' nessuno ha denunciato nulla? Forse per la paura di andare contro a risvolti negativi contro la propria squadra e questo e' il fatto piu' negativo di questa situazione". Mazzola, pero', non pensa che la vicenda si ripercuotera' sul Mondiale degli azzurri. "La Nazionale ci da' delle garanzie - spiega - Noi italiani, proprio in questi momenti troviamo piu' coesione, voglia di vincere ed e' quello che emerge dalle dichiarazioni, dal modo di allenarsi degli azzurri. Sono soddisfatto di come ne sono usciti fuori". L'ex numero 10 nerazzurro e della Nazionale, infine, si augura che in questo scandalo si vada "fino in fondo, senza guardare in faccia nessuno. Chi ha sbagliato - conclude - deve pagare, non bisogna fare sconti".

Del Piero “Orgoglioso di essere juventino”

30/05 Una lettera piena di passione come solo un capitano può scrivere. Dalle pagine di "Hurra' Juventus", giornale ufficiale della societa' bianconera, Alessandro Del Piero fa sentire la sua voce, si rivolge ai tifosi e invita tutti a essere uniti nell'affrontare la bufera che si sta abbattendo ormai da settimane sul club campione d'Italia. "Sono orgoglioso di essere juventino - si legge nell'anticipazione fornita da 'Tuttosport' - di essere una ' bandiera', come mi definite spesso, ma in realta' io sono solo una piccola parte di una grande bandiera bianconera, che cresce con il passare degli anni e se ognuno di voi guarda con attenzione ci trova scritto anche il proprio nome...Perche' questa bandiera continui a crescere c'e' bisogno di tutti noi: restiamo uniti". Il numero 10 della Juventus dice di aver ripercorso, in questi giorni, "tutta la stagione che si e' conclusa con la vittoria del nostro 29^ scudetto, il mio settimo in maglia bianconera. Sono tantissimi i momenti che ci legano profondamente e che ho impressi nella mente e nel cuore. Vorrei partire dall'ultimo, da quel boato che mi ha accolto allo stadio di Bari, dove siete accorsi da tutta Italia, l'ennesima dimostrazione dell'affetto che ho ricevuto nei miei 13 anni con voi". Del Piero torna con la mente a quando era bambino, "alla prima volta che mi hanno regalato una maglietta della Juventus. L'ho indossata e ho provato un'emozione che nel corso degli anni si e' trasformata in orgoglio, in senso di appartenenza, quegli stessi sentimenti che sono radicati nei tifosi veri, che si sentono parte di una grande famiglia, di una realta' caratterizzata da una tradizione leggendaria". E' un Del Piero quasi "patriottico" quello che si rivolge ai tifosi della Vecchia Signora e che li invita ad avere fiducia. "La famiglia Agnelli non ha mai abbandonato il club - scrive - e continua, generazione dopo generazione, a prendersene cura con grande passione. Ricordo ancora quando arrivai qui, nel 1993, quando incontrai per la prima volta l'Avvocato Agnelli, una presenza costante, come fu poi quella del Dottor Umberto. Ricordo i primi gol, le prime vittorie, il vostro affetto che e' aumentato col tempo: siamo cresciuti assieme, abbiamo gioito tanto, a volte abbiamo sofferto, ma e' proprio condividere momenti importanti - conclude - che fortifica l'affetto che ci lega. Io amo questa maglia, l'ho detto e lo ripeto, e tutto quello che rappresenta, per me, per voi...".

Camoranesi “Spero nella Juve in A”

"Preferirei non rispondere delle inchieste sul calcio, anche perche' sono qui per allenarmi e preparare una manifestazione importante come il Mondiale", Mauro German Camoranesi prova a dribblare le domande sugli scandali di calciopoli, ma questa volta il dribbling non gli riesce e cosi', il centrocampista della Nazionale e della Juventus, e' costretto a parlare di un argomento che preferirebbe non affrontare. "Il mio pensiero conta in maniera relativa. Le cose che ho letto, ed anche marginalmente, non mi hanno fatto piacere, sono rimasto sconcertato e non per il fatto che gioco nella Juventus". Nonostante tutto Camoranesi non abbandona la barca che affonda: "io voglio rispettare il contratto che ancora per tre stagioni mi lega alla societa', anche in serie B. Da Torino non mi voglio muovere, sto bene, cosi' come la mia famiglia. Spero, pero', di continuare a giocare in serie A, sarebbe brutto vedere la Juventus retrocessa, la Juve rappresenta la storia del calcio italiano. Non ho perso le speranze, credo che il prossimo anno si possa ancora essere tra le protagoniste per la vittoria dello scudetto. La giustizia, nella quale ho fiducia, compiera' il suo iter e poi emettera' le sentenze, che spero possano essere favorevoli alla Juventus. Adesso spero che tutto questo consenta a noi giocatori della Nazionale di scendere in campo con piu' rabbia. Il calcio italiano ha bisogno di pulizia e sara' fatta".

V. Franza “Non voglio pensare all’ipotesi della A per il Messina, per adesso”

A margine dell'inaugurazione della motonave Cartour Beta, c'e' spazio per parlare anche di calcio e del futuro del Messina. Lo fa il vicepresidente del club giallorosso, Vincenzo Franza, che parla di due argomenti cruciali per il futuro del sodalizio siciliano: la copertura dello stadio e la campagna abbonamenti. "Abbiamo presentato agli enti istituzionali preposti i progetti esecutivi per le approvazioni di rito - sottolinea Vincenzo Franza sulla questione copertura -. Non appena saranno firmate tutte le carte, partiremo per la scelta della ditta cui affidare i lavori. Sono fiducioso, i tempi non dovrebbero essere lunghi". Il vicepresidente del Messina dimostra di avere le idee chiare anche sulla campagna abbonamenti. "Aspetteremo ancora una settimana, al massimo due, prima di lanciarla. Guardiamo sempre con attenzione all'evolversi della situazione relativa alle indagini sul calcio, ma non possiamo restare fermi ad aspettare per troppo tempo. Se alla fine arriveranno delle buone notizie tanto di guadagnato, ma dobbiamo farci trovare gia' pronti. Sinceramente all'ipotesi Serie A non voglio neanche pensarci, preferisco lavorare su fatti concreti, se uno si ferma a pensare a quello che potrebbe succedere, corre il rischio di svolgere il proprio lavoro in modo sbagliato. Meglio concentrarsi e pensare al presente".

Presidente Pozzo (Udinese) “Da tempo ho chiesto arbitri stranieri”

Io l'avevo detto. Il patron dell'Udinese, Gianpaolo Pozzo, e' stato uno di quelli che negli scorsi anni aveva denunciato che qualcosa non andava nel calcio italiano. A partire dalla stagione 1997-98, quando sotto la gestione Zaccheroni l'Udinese si piazzo' al terzo posto. "Ma alcune decisioni degli arbitri - ha ricordato Pozzo - ci hanno impedito di vincere sette gare e quindi lo scudetto. Da tempo ho chiesto gli arbitri stranieri, ho brevettato una moviola elettronica, tecnologicamente molto avanzata, in grado di rilevare tutto. Chissa'... Comunque non vedo l'ora che ricominci il campionato, un campionato finalmente pulito, voglio cancellare questa stagione negativa. Il calcio mi piace, l'ho sempre detto, mi diverto, sono un tifoso", ha concluso Pozzo.

Il diario della giornata

30/05 Giornata pesante per la Lazio. Gia' coinvolta nell'inchiesta per frode sportiva dalla procura di Napoli, la societa' biancoceleste oggi ha subito altri due duri colpi: la procura di Milano ha aperto un'inchiesta per aggiotaggio, mentre a Roma il presidente Claudio Lotito e' finito nel registro degli indagati per ostacolo agli organi di vigilanza in relazione ad un presunto patto parasociale con l'azionista Roberto Mezzaroma, cognato del numero 1 laziale. Questo il film della giornata:
12.32: "Sono qui per trasmettere un grande 'in bocca al lupo' alla nostra Nazionale". Giovanna Melandri, Ministro dello Sport, si e' recata stamane a Coverciano per incontrare gli azzurri. "Il calcio italiano - ha detto - sta vivendo due partite: una sul campo, quella che vedra' impegnati gli azzurri al Mondiale ed alla quale voglio far arrivare l'affetto, il sostegno e l'in bocca a lupo' del Governo. L'altra partita, e' quella che sta giocando la squadra guidata dal Commissario Guido Rossi e che ha un compito fondamentale come quello di restituire trasparenza ed onore al calcio italiano, togliendo tutte le opacita' che lo hanno caratterizzato negli ultimi tempi".
13.03: Patrick Vieira si dice "preoccupato" per le sorti della Juventus. "Cosi' come gli altri giocatori, voglio sapere cio' che ci aspetta, ma sono preoccupato". Secondo "L'Equipe", Vieira ha una clausola contrattuale che gli permette di lasciare il club bianconero in caso di retrocessione.
13.20: Il Csm ascoltera' il 6 giugno i pm torinesi Maurizio Laudi (ex giudice sportivo) e Antonio Rinaudo, coinvolti nelle intercettazioni. Il 13 giugno, invece, il Csm ascoltera' i pm napoletani Narducci e Beatrice.
13.27: Da Coverciano Mauro German Camoranesi dichiara: "sulla Nazionale pesa la responsabilita' di migliorare il calcio italiano. Personalmente me la prendo tutta. Dobbiamo riportare allegria alla gente che e' rimasta scottata da questa situazione". Per quanto riguarda la Juve, Camoranesi ha detto: "io voglio rispettare il contratto che ancora per tre stagioni mi lega alla societa', anche in serie B. Da Torino non mi voglio muovere, sto bene, cosi' come la mia famiglia. Spero, pero', di continuare a giocare in serie A, sarebbe brutto vedere la Juventus retrocessa, la Juve rappresenta la storia del calcio italiano. Non ho perso le speranze, credo che il prossimo anno si possa ancora essere tra le protagoniste per la vittoria dello scudetto".
14.40: L'ex arbitro Mario Palmieri dai pm romani Palamara e Palaia, titolari dell'inchiesta sulla Gea. L'ex direttore di gara, da tre anni allontanato per decisione degli ex designatori Bergamo e Pairetto e del presidente dell'Aia, Lanese, viene ascoltato come persona informata dei fatti.
15.15: "Mi sta sorprendendo l'entita' dello scandalo, il convolgimento a tutti i livelli: si e' andati molto piu' in la di cio' che un normale cittadino potesse pensare". Enrico Preziosi, presidente del Genoa, torna a parlare di calciopoli e del ruolo avuto da Luciano Moggi. "E' stato un attore che ha avuto una platea compiacente - ha detto a Radio Radio - E' stato un cattivo protagonista ma e' il sistema che ha permesso certe cose: non si puo' imputargli tutto, ha trovato terreno fertile. La Juve? Se si dovesse usare lo stesso metro di giudizio usato per il Genoa, l'anno prossimo non dovrebbe nemmeno giocare tra i dilettanti...". Ce n'e' anche per Adriano Galliani, da poco riconfermato alla presidenza della Lega Professionisti: "Secondo lui dimettersi e' sinonimo di ammissione di colpa. Non lo ha fatto forse per senso di responsabilita', pero' credo che in una situazione del genere fosse stato corretto fare un passo indietro". Secondo Preziosi: "il campionato non dovrebbe partire prima di settembre-ottobre per dare il tempo necessario alle societa' indagate di avere un processo equo. E pazienza se si perdono le coppe europee se si puo' rifondare il calcio italiano".
15.30: Il centrocampista del Catania, ed ex Juve, Davide Baiocco in procura a Roma per essere ascoltato dai pm Palamara e Palaia nell'ambito dell'inchiesta sulla Gea.
16.00: Si chiude l'audizione dell'ex arbitro Palmieri, ascoltato a Roma dai pm Palaia e Palamara. "Mi reputavo un buon arbitro ma ho dovuto accettare le decisioni di Bergamo e Pairetto. Non mi aspettavo tutto quello che e' accaduto".
16.02: L'arbitro Marco Gabriele, uno dei direttori di gara indagati, si e' presentato negli uffici della Procura di Napoli per essere interrogato dai pm Beatrice e Narducci.
16.19: Cosi' il vicepresidente del Messina, Vincenzo Franza: "Guardiamo sempre con attenzione all'evolversi delle indagini, ma non possiamo restare fermi ad aspettare per troppo tempo. Se alla fine arriveranno delle buone notizie tanto di guadagnato, ma dobbiamo farci trovare gia' pronti. Sinceramente all'ipotesi Serie A non voglio neanche pensarci, preferisco lavorare su fatti concreti, se uno si ferma a pensare a quello che potrebbe succedere, corre il rischio di svolgere il proprio lavoro in modo sbagliato. Meglio concentrarsi e pensare al presente".
17.44: L'avvocato Mattia Grassani al sito del Milan: "al momento non ipotizzabile il Milan in B".
17.58: La quarta commissione del Csm ha stabilito che i giudici ordinari non potranno piu' ricoprire incarichi sportivi. Quelli in corso andranno avanti sino alla loro scadenza naturale, ma non oltre l'1 gennaio 2007.
18.00: Il centrocampista del Catania ed ex juventino, Davide Baiocco, e' stato ascoltato oggi come persona informata sui fatti dai pm romani, Palamara e Palaia, titolari dell'inchiesta sulla Gea. A Baiocco sarebbero stati chiesti chiarimenti in merito al cambio di procuratore, nel 2002 passo' alla Gea di Alessandro Moggi chiudendo il rapporto con Gianni Allegrini. "Ma fu una scelta mia - ha dichiarato Baiocco al termine dell'audizione -, una decisione presa in piena serenita' e tranquillita, poi e' il tempo a dire se le scelte sono giuste o sbagliate. Con il senno di poi posso dire che non sono contento di come sono stato gestito da Alessandro".
19.23: Il patron dell'Udinese, Pozzo, gia' dalla stagione 97-98, quando sotto la gestione Zaccheroni i friulani si piazzarono al terzo posto, aveva attaccato il sistema. "Alcune decisioni degli arbitri - ha ricordato Pozzo - ci impedirono in quella stagione di vincere sette gare e quindi lo scudetto. Da tempo ho chiesto gli arbitri stranieri, ho brevettato una moviola elettronica, tecnologicamente molto avanzata, in grado di rilevare tutto. Chissa'... Comunque non vedo l'ora che ricominci il campionato, un campionato finalmente pulito, voglio cancellare questa stagione negativa".
19.55: Il presidente della Lazio Claudio Lotito e' indagato dalla Procura di Roma per un presunto patto parasociale occultato alla Consob visto che la societa' biancoceleste e' quotata in Borsa. Insieme a Lotito e' indagato anche il socio di minoranza Roberto Mezzaroma. Le indagini della Procura romana procedono di pari passo con quelle della Procura milanese, che ha invece aperto un'indagine per aggiotaggio manipolativo. Per questo motivo, la Guardia di Finanza ha effettuato oggi delle perquisizioni. Sulla non esistenza di questo patto parasociale si e' detto certo il legale di Lotito, Gian Michele Gentile, che ha parlato per conto del suo cliente.

(Ieri) Della Valle per 9 ore dai PM

29/05 Diego Della Valle supera Paolo Bergamo. Finora il record di ore per un'audizione (otto) apparteneva all'ex designatore, ma oggi il patron della Fiorentina e' riuscito a fare "meglio", parlando per oltre nove ore davanti ai pm della Procura di Napoli Giuseppe Narducci e Filippo Beatrice. Della Valle era chiamato a parlare del suo coinvolgimento nel "sistema Moggi" di cui, secondo i magistrati, la sua Fiorentina avrebbe beneficiato nella stagione scorsa. "La nostra e' rimasta la stessa, quella di quando volevamo riformare il mondo del calcio che ha fatto scattare un meccanismo di difesa che ha penalizzato la societa' viola - sono state le sue parole al termine dell'interrogatorio - La verita' e' che la Fiorentina e' stata sempre vittima e che non c'era nulla". Un Della Valle fiducioso nell'operato dei magistrati e della giustizia sportiva e che si appella ai suoi colleghi perche' "una occasione come questa per cercare di avere un calcio pulito per i prossimi anni non deve essere buttata via". E mentre il patron viola era nel pieno del suo interrogatorio fiume, a Roma i pm Palamara e Palaia sentivano l'attaccante della Reggina Nicola Amoruso. Il giocatore e' stato sentito per due ore in merito all'inchiesta Gea visto che nel 2001, in occasione del suo ritorno dal Napoli alla Juventus, lascio' il suo procuratore Antonio Caliendo per passare nelle mani di Alessandro Moggi. "Ho chiarito la mia posizione, anch'io ho un contenzioso con la Gea", ha detto Amoruso. Nessun interrogatorio invece a Torino, dove domani, pero', dovrebbe essere sentito un rappresentante italiano di Eurobet in relazione all'inchiesta sulle scommesse clandestine che coinvolge Buffon e i suoi ex compagni alla Juventus Maresca, Iuliano e Chimenti. Non sta con le mani in mano il nuovo capo dell'Ufficio indagini della Figc Francesco Saverio Borrelli, che nel pomeriggio ha avuto un vertice con i suoi collaboratori per fare un punto della situazione. "E' una riunione per il coordinamento e la suddivisione dei compiti tra noi - ha dichiarato prima di entrare - I tempi stretti che abbiamo non ci permetteranno di fare interrogatori a 360 gradi ma per le posizioni piu' delicate sarebbe indispendabile o almeno opportuno sentire alcune persone". E il calendario delle audizioni, a detta dello stesso Borrelli al termine dell'incontro, e' gia' pronto. Chissa' che l'ex numero uno di Mani Pulite non segua il consiglio del suo vecchio collega Antonio Di Pietro, ora ministro delle Infrastrutture, che a "La Politica nel Pallone - Gr Parlamento", gli ha suggerito di procedere per stralci. A proposito di Mani Pulite, l'ex pm ha anche commentato la metafora usata oggi da Capello che, sulle pagine della Gazzetta, ha paragonato Calciopoli a Tangentopoli e la Juve al Psi: "l'analisi non e' sbagliata, ma non e' una buona scusante per giustificare l'operato ne' degli allora esponenti del Psi ne' dei dirigenti della Juventus", le parole di Di Pietro. E intanto il Bologna di Cazzola continua a chiedere giustizia. "Dalle intercettazioni emerge che il Bologna e' vittima di una serie di decisioni che hanno portato a una serie di risultati negativi - ha dichiarato il presidente felsineo - Il Bologna dovra' essere risarcito. La parola giusta e' proprio risarcito, non ripescato". Continua, infine, il lavoro della Guardia di Finanza nell'ambito dell'inchiesta sul falso in bilancio che sta conducendo la Procura di Torino. Oggi e' stata perquisita la sede del Catania, dove le Fiamme Gialle avrebbero acquisito la documentazione relativa all'acquisto di alcuni giocatori durante la gestione Gaucci, tra cui il ceco Sedivec. E domani si annuncia una nuova giornata di fuoco.

Servizi precedenti

28/05 Calcio nel caos: Per Borrelli una settimana intensa. Bonfrisco “Paparesta fuori dalle regole”. Gattuso: “Qualcuno sputa nel piatto”.

27/05 Calcio nel caos: L’inchiesta entra nel vivo. Borrelli al lavoro e Lippi difende il figlio. Commissario Rossi: “Sconti per nessuno”. Sacchi e Agnolin: “Chi ha sbagliato paghi”. Lippi: “In Italia chi è indagato è già condannato”. Peruzzi accusa: “Moggi il pastore e noi il gregge”.

26/05 Calcio nel caos: Gli atti passano a Borrelli: Parte ufficialmente “Piedi Puliti”. Galliani rimane solo, si dimette Zamparini. Gigi Riva: “Beckembauer ha parlato da bambino”. Cossiga: “Tangentopoli era più onesta”. Sacchi: “Torniamo al calcio di prima, senza banchieri e politica”. Il figlio di Lippi indagato a Roma e Milano.

25/05 Calcio nel caos: Interrogatori a Napoli e Roma e perquisizioni della GdF. Cannavaro ci ripensa. Albertini: “Pensavo ci fosse sudditanza psicologica, invece...”. Cecchi Gori “Affossato perchè scomodo. I 5 anni più brutti della mia vita”. Licenza Uefa per 14 club: manca la Lazio. I tiofosi si costituiscono parte civile. Gli ex vogliono Boniperti presidente della Juve

24/05 Calcio nel caos: La Lega Calcio cerca nuove regole. Alla Gea e ad Alessandro Moggi oltre il 10% del mercato delle procure. Conti: “Lotta al conflitto d’interessi”. La Finanza nella sede del Crotone e della Reggina. Buffon in Procura. Galliani confermato in Lega. Cannavaro: “Gli scudetti della Juve, meritati”

23/05 Calcio nel caos: Il commissario della FIGC, Rossi, nomina il procuratore Borrelli capo ufficio indagini. Scatta “Piedi puliti”. A Napoli sfilano i testi. perquisita la sede della Torres

22/05 Calcio nel caos: Lippi rimane al suo posto. Moggi cita Berlusconi. Chieste le dimissioni di Galliani che le respinge, l’inchiesta va avanti. Moggi: “Un’imboscata di Galliani”. Guido Rossi: “Beckenbauer ne approfitta”. Avv. Stagliano “La Juve in B”

21/05 Calcio nel caos: Moggi ebbe un ruolo importante nelle elezioni di Carraro e Galliani. Tardelli replica a Beckenbauer “Anche in Germania c’è il marcio”. Chieste le dimissioni di Lippi. Le intercettazioni di De Santis

20/05 Calcio nel caos: Il potere assoluto di Moggi. Ora è fuga dalla Gea. Si dimette anche il Generale Attardi. Beckembauer: L’Italia la pagherà ai Mondiali. Le tifoserie di Messina, Crotone e Reggina non ci stanno

19/05 Calcio nel caos: La Gea controllava anche Reggina, Livorno e Siena. Gazzoni: “Le dimissioni di Carraro sono finte”. Interrogati Lippi e Zeman. Si dimette il Generale Pappa

18/05 Calcio nel caos: Il Commissario Rossi fa piazza pulita. Le intercettazioni di Carraro e Moggi che preparavano le elezioni in Lega. Menzionato Pisanu. Sospesi nove arbitri, la Finanza a casa di Moggi e nella sede della Juve

17/05 Calcio nel caos: Il Commissario Rossi al lavoro. Spunta il filone doping. Dopo il vertice delle Procure, nuovi accertamenti. Definite le competenze delle Procure di Roma e Napoli.

16/05 Calcio nel caos: Guido Rossi commissario della FIGC chiamato a sistemare il calcio e le sue regole. Petrucci rassicura Lippi “Verrò a trovarti con Rossi”.

 

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