Sentito l'arbitro cosentino Palmieri “Mai
rilasciato interviste”
Nell'ambito del caso Gea la Procura di Roma ha ascoltato l'ex arbitro
Mario Palmieri, allontanato da Bergamo e Pairetto. Palmieri e' un
ex arbitro della sezione di Cosenza dal 2000 al 2004, quando fu
allontanato dagli ex designatori.L'allontanamento di Palmieri fu
deciso dagli ex designatori Paolo Bergamo e Pierluigi Pairetto,
insieme con il presidente dell'Aia Tullio Lanese. 'Nutro una grande
stima nei confronti della Federazione - ha detto - Ci sono soggetti
che hanno pagato alla base e altri che sbagliano piu' in alto. Una
cosa e' chiara: non mi aspettavo che potessero emergere fatti cosi'
gravi. Voglio credere che il mio allontanamento sia dipeso da incompatibilita'
caratteriali. Io mi reputavo un buon arbitro e il mio allontanamento
l'ho considerato a suo tempo singolare anche se poi ripensandoci
ho solo ricevuto un giudizio da parte di chi era delegato a farlo.
Non fatemi dire altro. Io sono ancora molto legato a quella associazione.
La Gea? Per quanto mi riguarda, non mi risulta che abbia avuto mai
rapporti col mondo arbitrale'. In Procura e' arrivato anche Davide
Baiocco del Catania, convocato dai pm Luca Palamara e Cristina Palaia
come persona informata sui fatti nell'inchiesta Gea.
"L' articolo pubblicato sul quotidiano Calabria Ora, in seguito
al quale sono stato convocato oggi come testimone dai pm della Procura
di Roma che conducono l' inchiesta sulla Gea, è stato solo
frutto di inchieste di tipo giornalistico. Per quanto mi riguarda,
non ho mai rilasciato dichiarazioni o interviste a nessuno".
Lo ha detto all' Ansa l' ex arbitro di serie A Mario Palmieri, di
Cosenza. Nell' articolo di Calabria Ora si faceva riferimento alla
decisione presa tre anni fa dai designatori Bergamo e Pairetto di
allontanare Palmieri dai ruoli arbitrali. "Sono un membro dell'Aia
- aggiunge Palmieri - ed è mia intenzione continuare ad operare
in tale ambito. Rispetto la libertà di stampa purché
ognuno si assuma le proprie responsabilità, ma non posso
esimermi dal precisare alcune cose per salvaguardare la mia persona
e la mia attività professionale. Non sono autorizzato né
dall'associazione arbitri, alla quale mi onore di appartenere, né
dai magistrati a riferire nulla di quanto emerso dall' interrogatorio
di stamattina. Posso solo dire che a suo tempo ho accettato serenamente
le decisioni dei miei superiori. Noi tutti, ora, dobbiamo attendere
che le indagini facciano il loro corso e qualunque altra mia affermazione
dovesse apparire sui media, a parte questa, non è da ritenersi
attendibile"
Lazio nei guai: aggiotaggio per Lotito. Niente
incarichi sportivi per i magistrati del CSM
30/05 Tempesta in casa Lazio. Come se non bastasse il presunto
coinvolgimento della societa' biancoceleste nello scandalo intercettazioni,
con Claudio Lotito che dovrebbe essere sentito domani a Napoli,
oggi e' arrivata una doppia batosta sull'asse Milano-Roma. La procura
del capoluogo lombardo avrebbe aperto un'inchiesta per aggiotaggio
sui titoli della societa' capitolina, facendo perquisire dalla Guardia
di Finanza non solo la sede della Lazio, ma anche quelle di altre
societa' riconducibili al gruppo Lotito, come Linda Srl e Bona Dea
Srl. Ma i guai per il presidente biancoceleste non finiscono qui,
anzi. La vera bufera arriva da Roma, dove Lotito e Roberto Mezzaroma,
azionista di minoranza e fratello del suocero del presidente biancoceleste,
devono rispondere di un presunto patto parasociale nascosto alla
Consob. In altre parole l'acquisto da parte di Mezzaroma del 14,69%
delle azioni della Lazio per quattro milioni di euro sarebbe stato
simulato perche' nello stesso periodo la Linda srl riconducibile
a Lotito acquistava per la stessa somma delle quote delle societa'
immobiliari appartenenti a Evelina Amadei, moglie dello stesso Mezzaroma.
Questo, di fatto, finiva con l'occultare alla Consob, organo di
vigilanza, il vero assetto societario della Lazio, che andava invece
reso noto al mercato nell'eventuale caso di un'offerta di pubblico
acquisto perche' Lotito, attraverso Mezzaroma, controlla oltre il
30 per cento delle azioni della Lazio. Non e' un caso che questi
accertamenti disposti dal pm di Roma Stefano Rocco Fava nascono
sulla base di un'informativa della Consob che aveva raccolto le
denunce di Chinaglia e di altri piccoli azionisti del club biancoceleste.
L'avvocato di Lotito, intanto, smentisce l'esistenza di questo patto
parasociale e assicura che tutta la situazione verra' presto chiarita.
Fronte caldo anche quello interno alla stessa magistratura. Come
era gia' nell'aria la quarta commissione del Csm ha stabilito che
d'ora in poi i magistrati non potranno piu' assumere incarichi sportivi
e quelli in corso non potranno andare oltre il gennaio dell'anno
prossimo. Nessuna pronuncia, pero', sul caso che riguarda Settembrino
Nebbioso, designato da Guido Rossi vicecommissario per il settore
norme e regolamenti. Il magistrato ha chiesto l'autorizzazione a
ricoprire l'incarico al Csm, ma ogni decisione verra' presa con
molta probabilita' domani. Per martedi' prossimo, intanto, sono
stati convocati Maurizio Laudi e Antonio Rinaudo, i due magistrati
di Torino i cui nomi figurano nelle intercettazioni disposte dalla
procura di Napoli nell'ambito dell'inchiesta sul calcio. Gli stessi
Laudi e Rinaudo avrebbero chiesto di essere sentiti per chiarire
la propria posizione ma in relazione a questo il Csm interroghera',
il 13 giugno, i pm partenopei Beatrice e Narducci che stanno conducendo
l'inchiesta e che oggi hanno sentito per tre ore l'arbitro Marco
Gabriele, tra i direttori di gara sospettati di coinvolgimento nello
scandalo. A Roma, invece, nell'ambito nell'inchiesta Gea, sono stati
sentiti l'ex fischietto Mario Palmieri e il giocatore del Catania
Davide Baiocco. Il primo si sarebbe dichiarato vittima delle decisioni
di Pairetto e Bergamo, mentre l'ex juventino e' stato sentito come
persona informata sui fatti. A Baiocco sarebbero stati chiesti chiarimenti
in merito al cambio di procuratore, nel 2002 passo' alla Gea di
Alessandro Moggi chiudendo il rapporto con Gianni Allegrini. "Ma
fu una scelta mia - ha dichiarato Baiocco al termine dell'audizione
- una decisione presa in piena serenita' e tranquillita, poi e'
il tempo a dire se le scelte sono giuste o sbagliate. Con il senno
di poi posso dire che non sono contento di come sono stato gestito
da Alessandro". E mentre la Melandri a Coverciano assicura
piena collaborazione sullo scandalo, domani in Consiglio Nazional
del Coni si parla del commissariamento della Figc.
Ministro Melandri “Restituire onore e credibilità
allo sport”
Nonostante una pioggia incessante, e' rimasta per piu' di un'ora
ad assistere all'allenamento della nazionale. Poi, al termine, senza
nemmeno ripararsi sotto l'ombrello, ha radunato il gruppo guidato
da Lippi ai bordi del campo e parlato con gli azzurri per qualche
minuto. Giovanna Melandri, ministro dello Sport, e' arrivata a Coverciano
intorno alle 11, quando i nazionali erano sul terreno di gioco da
una buona mezz'ora. Accolta dal capo delegazione, Giancarlo Abete,
si e' subito diretta nella zona degli spogliatoi, ha stretto le
mani di Gigi Riva e del vice-commissario, Demetrio Albertini, ed
ha assistito in religioso silenzio al lavoro sul campo della squadra.
"Sono qui - ha dichiarato - per augurare un grande in bocca
al lupo al gruppo azzurro. L'Italia sta giocando due partite parallele.
La prima sul campo, che vedra' gli azzurri impegnati in una competizione
importante e ai quali il governo trasmette affetto, sostegno. L'altra,
di capitale importanza per il futuro del nostro calcio, capitanata
dal commissario Rossi, che ha un altrettanto significativo compito:
quello di restituire trasparenza, onore e credibilita' al calcio
italiano. Sono anche qui per confermare che il governo italiano
e' vicino alle due squadre. La nazionale ci deve nuovamente appassionare,
giocando bene, e facendo nuovamente sventolare il tricolore sui
balconi delle case. Siamo al suo fianco, sperando che tutta l'Italia
sportiva si stringa nuovamente a lei". Il momento e' delicato,
con gli scandali delle intercettazioni che hanno destabilizzato
l'ambiente. "Dobbiamo uscire da questa situazione a testa alta
- ha proseguito la Melandri - E' necessario lavorare, nel pieno
rispetto dell'autonomia dello sport. Il governo Prodi, in questo
contesto, ha assunto degli impegni ben precisi, annunciando la revisione
normativa sui diritti sportivi, ed avviando un processo di trasformazione
delle riforme, proprio attraverso la nomina di un uomo di regole
come il commissario Rossi. Abbiamo piena fiducia nel suo operato,
per ridare trasparenza e togliere opacita' a questo calcio ed aspettiamo
con serenita' l'esito dei processi". Si prospetta per arginare
il problema il ritorno alla costituzione di societa' senza fini
di lucro. "Si tratta - ha ammesso la Melandri - di un'iniziativa
che e' gia' stata assunta a livello europeo, tra l'altro molto interessante,
da parte del governo inglese ed in questa ottica voglio relazionarmi
con Tony Blair. Le regole del calcio vanno riscritte a livello europeo.
In linea con questo nuovo modo di operare, Prodi ha voluto la creazione
del ministero dello Sport, che non esisteva, per ottemperare ad
una necessita' gia' presente in altri governi. Intendo lavorare
in sinergia con i colleghi europei, colmando un vuoto che era diventato
fastidioso. Ripeto, sinergicamente lavoreremo per restituire trasparenza
ed togliere opacita' al nostro calcio". La Melandri non ha
voluto commentare la possibilita' che la Juventus sia retrocessa
in serie B. "Le impressioni - ha risposto - le tengo per me.
Ho piena fiducia nell'operato del commissario Rossi, ci sono le
condizioni per voltare pagina e restituire dignita' ed onore a questo
sport che e' il piu' bello del mondo". Domani, intanto, Giancarlo
Abete si rechera' a Nyon nella sede dell'Uefa per consegnare il
dossier definitivo della candidatura italiana all'Europeo del 2012.
"Il presidente Prodi - ha concluso il ministro - ha scritto
una lettera all'Uefa nella quale ribadisce il totale impegno del
governo per sostenere la candidatura dell'Italia all'Europeo del
2012, per cui ci muoveremo ed adopereremo in quest'ottica".
Ministro Di Pietro “Per la Juve elementi
da decidere ad horas”
30/05 "Per alcune realtà, tra cui purtroppo la mia
Juve, la materia è sufficientemente istruita per poter decidere
non tra 15 giorni ma ad horas". Lo ha detto ai giornalisti
il ministro alle Infrastrutture Antonio di Pietro interpellato sugli
scandali del calcio. "Credo, e sono d'accordo con Borrelli,
che si può dare un messaggio forte in qualche giorno. La
conclusione e l'archiviazione della pratica - ha spiegato Di Pietro
parlando delle inchieste giudiziarie sul calcio - richiede molto
più tempo, ma credo che Borrelli si comporterà come
sempre, come faceva nell'altro mestiere più delicato".
In sostanza, ha proseguito Di Pietro "avevamo praticato i cosiddetti
stralci: man mano che i singoli fatti e le singole persone venivano
definiti, venivano rinviati a giudizio. Credo che la soluzione possa
essere per il futuro stabilire delle regole per dare più
trasparenza e il minore conflitto di interessi". "Bisogna
provvedere immediatamente per i fatti già acclarati - ha
insistito il ministro - Laddove è stato beccato il mariuolo
con le mani nella marmellata, bisogna vedere se ce le ha messe con
la forza, e quindi è stato costretto, come dice Diego (Della
Valle n.d.r.), o ce le ha messe perché gli conveniva, come
dice qualcun altro. A buon intenditor, poche parole".
Avv. Grassani “Milan in B, ipotesi per ora
non ipotizzabile”
In queste settimane, caratterizzate da una forte attenzione dell'opinione
pubblica sul mondo del calcio, fanno testo soprattutto le bocce
ferme. Ossia le opinioni e le analisi prive di fumo persecutorio
e pregiudizi e il piu' possibile inerenti la giustizia sportiva,
la quale tocca piu' da vicino gli appassionati per le possibili
conseguenze sulle proprie squadre e che si configura come un ambito
ben diverso rispetto al procedimento penale e al lavoro squisitamente
giudiziario-amministrativo delle Procure. Per questo nell'edizione
di Studio Milan di ieri, il canale tematico rossonero si e' rivolto
in collegamento all'avvocato bolognese Mattia Grassani, 41 anni,
esperto in materia di giustizia sportiva, negli ultimi 15 anni protagonista
quasi sempre vincente in tutti i maggiori casi che hanno investito
il calcio professionistico e dilettantistico. "Per esperienza
diretta e personale - ha esordito Grassani - bisogna diffidare delle
ricostruzioni operate nel corso delle attivita' d'indagine da parte
dell'autorita' giudiziaria quando si spingono in analisi tecniche
sullo svolgimento di un intero campionato. Mi ricordo nel 2004 una
relazione che sembrava impietosa in relazione alla partita Chievo-Modena,
laddove la tesi dell'accusa era che ci fosse un accordo premeditato
fra il presidente del Chievo e il presidente del Modena finalizzato
all'ottenimento di un pareggio che sarebbe poi servito al Modena
per salvarsi". "I giudici - racconta ancora Grassani -
in quella relazione si spinsero a ricostruire uno scenario fatto
di gol sbagliati apposta e di vendette su Pellissier, autore di
uno dei due gol che alla fine diedero la vittoria al Chievo sul
Modena. In quel quadro Pellissier veniva configurato come un soggetto
non allineato al presunto accordo e proprio questo sarebbe stato
il segnale della vendetta su Pellissier da parte dei giocatori del
Modena. Ebbene, ricordiamo tutti come si concluse la vicenda, la
partita fu trovata completamente regolare e i tesserati vennero
prosciolti. Come punto di partenza direi quindi grande prudenza
nel recepire, acriticamente, come oro colato, quelle che sono ricostruzioni
di intercettazioni telefoniche fra addetti ai lavori da parte della
Polizia giudiziaria e della Magistratura. Detto questo, certamente
lo scenario in cui si inseriscono queste telefonate che riguardano
il Milan e' greve e fosco, con responsabilita' disciplinari da un
punto di vista di possibili contestazioni per quanto riguarda gli
interlocutori. Per quanto riguarda il Milan, da lettore di giornali
come tutti, mi sembra che la posizione della societa' rossonera
e' su un piano completamente diverso, primo perche' non ci sono
telefonate intercettate direttamente con massimi rappresentanti
della societa', secondo perche' qui la teoria addirittura della
contro-cupola o di movimenti finalizzati a riequilibrare un disegno
piu' grande ordito da direttori generali o da amministratori delegati
di societa' alla pari del Milan, mi sembra un po' tirata per i capelli".
"Per cui in questa situazione - e' il parere di Grassani -
direi che ci sono delle societa' che hanno i massimi rappresentanti
come presidenti di Cda, amministratori delegati, direttori generali,
he hanno telefonate di cui dovranno rispondere alla giustizia sportiva
con ipotesi di incolpazione sicuramente molto molto serie. Il Milan
lo vedo proprio defilato, se prima quanto conoscevamo fino alle
ultime divulgazioni era la telefonata di un addetto all'arbitro
con un suo superiore, quello che e' uscito successivamente mi sembra
si possa allineare con la prima telefonata con al massimo qualche
rilievo disciplinare ma di natura certamente non riferibile all'illecito
sportivo, ma di opporunita', di stile, o di superamento di un limite,
rispetto a cui, pero', certamente non si puo' ipotizzare, come qualche
giornale ha fatto, un Milan in Serie B". Grassani tranquillizza
i tifosi milanisti. "Noi qui siamo in una fase in cui in molti
interventi e in molte iniziative che riguardano il Milan, secondo
me, e io parlo da soggetto terzo dalla mia Bologna piu' che provinciale
ed estranea a queste vicende per la retrocessione in Serie B, mi
sembra pero' che ci sia una contrapposizione mediatica fra giornali
di varie zone territoriali anche finalizzata a coinvolgere chi magari
come il Milan ha appunto una posizione assolutamente marginale.
Per cui, per quello che mi riguarda, da osservatore imparziale,
posso dire che il campionato e la classifica conseguita dal Milan
in questa stagione sono cose abbastanza certe rispetto ad un'ipotesi
di terremoto o di radicali cambiamenti nella graduatoria finale
che possono riguardare altri club fra i quali non mi sembra ci sia
il Milan". Sull'equazione fatta da qualche giornale tra Juve-arbitri
e Milan-assistenti, Grassani ritiene che ci sia "una fondamentale
differenza, che non e' fra assistenti o direttore di gara che modificano
il quadro di riferimento nel quale il comportamento piu' o meno
lecito si va ad inserire. Il quadro e' un altro. Secondo me nelle
telefonate che riguardano altri club, ci sono anche i riscontri,
ci sono gli interventi a monte e ci sono anche i riscontri a valle
o quanto meno sembra che ci siano. Per quanto riguarda il Milan
ci sono forse invasioni di campo, sconfinamenti rispetto ai rispettivi
ruoli, pero' finalizzati semplicemente ad una sorta di preferenza
in certi casi e di ricusazione in altri. Ma sono comportamenti che
si sono sempre verificati, solo che vent'anni fa si mandavano le
lettere o i fax o le raccomandate ai designatori, documenti in cui
le societa' dicevano che preferivano avere questo o quel guardalinee
e questo o quell'arbitro. Poi il designatore si comportava di conseguenza
ritenendo piu' o meno fondate le lamentele dei club. Invece nel
2006 si procede a suon di cellulari, telefonate e tutto quanto la
tecnologia mette a disposizione. Questo e' quanto il Milan ha fatto".
"Diverso e' invece - secondo Grassani - se in sede di preparazione
di una gara uno condiziona le griglie arbitrali, condiziona le moviole,
condiziona i sorteggi e poi a posteriori ci sono anche interventi
convinti di compiacimento o di conferma di quello che e' stato l'intervento
a monte, per cui stiamo proprio parlando di due comportamenti diversi,
di due quadri di riferimento completamente diversi". In alcune
telefonate il dirigente rossonero Leonardo Meani svolge una funzione
di denuncia di episodi e comportamenti altrui. "Sicuramente
il fatto che gli intercettati non sapevano di essere sotto controllo
da' grande genuinita' a tutto quello che gli interlocutori telefonici
si dicono e si raccontano - spiega l'esperto di diritto sportivo
- Per cui questi atteggiamenti di preoccupazione, di cautela o anche
quasi a giustificare il perche' di quelle telefonate, depone a favore
non tanto della volonta' di intervenire per turbare la regolarita'
di una gara o di piu' gare, bensi' emerge come una sorta di denuncia
o di presa d'atto di un andamento poco chiaro o sospetto di altre
gare tale per cui, agli interlocutori riconducibili al Milan, questo
tipo di situazione ha determinato l'esigenza di intervenire presso
chi di dovere per tutelarsi, per evitare che certe situazioni potessero
verificarsi anche a danno del Milan. Quindi il fatto che gli interlocutori
non sapessero di essere intercettati e parlassero a ruota libera
in base a quelle che erano le loro conoscenze e la loro coscienza
secondo me depone a favore della differenza fra altre societa' e
il Milan stesso".
Rivera “No a giustizia sommaria”
30/05 "Non ci sono tanti calciatori in mezzo a questa bufera,
questo tsunami che ha investito il calcio italiano. A parte la situazione
ambientale che e' preoccupante, la parte migliore ovvero calciatori,
tecnici e anche pubblico sono esenti da questa brutta vicenda. Questo
e' un aspetto gia' positivo". Gianni Rivera, ex "bandiera"
del Milan, commenta cosi' a "10 Minuti", striscia di approfondimento
di Rai Due, lo scandalo che sta mettendo in ginocchio il calcio
nostrano. Rivera non trova somiglianze con gli ingaggi dei calciatori
di un ventennio fa con quelli attuali. "Guadagnavamo molto
di meno di adesso - prosegue l'ex "Golden Boy" - non c'e'
paragone ma cosi', e' il mercato, bisogna prenderne atto. E' la
cultura del mercato: chi e' in grado di ottenere il massimo lo fa,
poi le societa' mettono i calciatori nelle condizioni di approfittarne,
mica usano il mitra. Scuola di sport vuol dire scuola si vita? Vale
sempre questo detto, l'importante e' essere convinti che si puo'
trovare questa situazione. In generale non c'e' stato un gran cambiamento,
e' stato l'arrivo di troppo danaro che ha fatto male dappertutto.
Sconvolge la vita di chi si trova coinvolto in questa vicenda di
mercato asosluto, scappano di mano i valori in cui credere cosi'
come e' lo sport, che ha dei valori. Non dimentichiamoci che la
Figc e' l'unica che nel titolo parla di gioco, e quindi e' ancora
considerato tale. Bisogna fare un recupero di questa cultura per
restituire una immagine credibile". "Si vedeva sul campo
che c'era qualcosa di strano ma si pensava solo a un favoritismo,
quindi si pensava che ci fosse qualcosa che non funzionasse bene
- spiega ancora Rivera - ci sono volute le intercettazioni dei magistrati
per averne la certezza. I controllori non so se immaginavano o sapessero
ma hanno una precisa responsabilita' oggettiva. Neello sport c'e'
una resposanbilita' diretta e ua oggettiva. I controllori non hanno
fatto il loro mestiere e in questo senso si deve lavorare".
Sulla nomina di Francesco Saverio Borrelli a capo ufficio indagini
della Figc, Rivera tiene a precisare: "Guarira' tutti i mali?
Non c'e' un singolo soggetto che puo' risolvere. Borrelli e' una
persona con la massima garanzia di serieta', preparazione e professionalita'.
Deve fare quello e lo deve fare qualcuno che lo sa fare. Borrelli
e' un nome che da' la massima garanzia a tutti, non si e' mai interessato
di calcio? E' indubbiamente un aspetto positivo. Bisogna andare
in fondo, in questo momento chi ha responsabilita' oggettiva deve
pagare le conseguenze. Questa vicenda e' bene che sia uscita ma
non si deve fare giustizia sommaria. Speriamo che tutti un giorno
possiamo tranquillamente tornare sui campi e immaginare che la partita
sia una partita vera".
Mazzola “La mancata denuncia è un
fatto ancora più negativo”
30/05 "C'e' una verita' assoluta nel calcio che e' la forza
di questo sport. Alla fine, sono convinto, viene fuori la verita'
del campo ed e' difficilissimo che tutto questo salti per aria".
Sandro Mazzola, ospite del Tg2, dice la sua sullo scandalo che sta
investendo il calcio italiano. "Sono sicuro - continua - che
allenatori e calciatori sono fuori da tutta questa vicenda ed e'
una cosa importante, dice che il calcio ha ancora una sua credibilita'".
L'origine dello scandalo, secondo Mazzola, nasce dall'arrivo nel
calcio di "molto denaro perche' anche qui si e' inserito qualcuno
che ha voluto barare, e' la forza negativa dei soldi". Ma il
calcio come gioco esiste ancora? "Secondo me si', basterebbe
andare al sabato pomeriggio o alla domenica mattina - sottolinea
l'ex campione dell'Inter - nei campetti di periferia e vedere i
ragazzi di 8-9 anni che giocano e credono in questo sport, perche'
insegna loro tantissime cose. Il calcio e' sempre un insegnamento
per un giovane, cerchiamo di tenerlo pulito". Mazzola, pero',
non puo' non nascondere la sorpresa per quanto accaduto. "Nessuno
pensava che la ragnatela fosse cosi' grande, con personaggi cosi'
importanti - e' la sua opinione - Perche' nessuno ha denunciato
nulla? Forse per la paura di andare contro a risvolti negativi contro
la propria squadra e questo e' il fatto piu' negativo di questa
situazione". Mazzola, pero', non pensa che la vicenda si ripercuotera'
sul Mondiale degli azzurri. "La Nazionale ci da' delle garanzie
- spiega - Noi italiani, proprio in questi momenti troviamo piu'
coesione, voglia di vincere ed e' quello che emerge dalle dichiarazioni,
dal modo di allenarsi degli azzurri. Sono soddisfatto di come ne
sono usciti fuori". L'ex numero 10 nerazzurro e della Nazionale,
infine, si augura che in questo scandalo si vada "fino in fondo,
senza guardare in faccia nessuno. Chi ha sbagliato - conclude -
deve pagare, non bisogna fare sconti".
Del Piero “Orgoglioso di essere juventino”
30/05 Una lettera piena di passione come solo un capitano può
scrivere. Dalle pagine di "Hurra' Juventus", giornale
ufficiale della societa' bianconera, Alessandro Del Piero fa sentire
la sua voce, si rivolge ai tifosi e invita tutti a essere uniti
nell'affrontare la bufera che si sta abbattendo ormai da settimane
sul club campione d'Italia. "Sono orgoglioso di essere juventino
- si legge nell'anticipazione fornita da 'Tuttosport' - di essere
una ' bandiera', come mi definite spesso, ma in realta' io sono
solo una piccola parte di una grande bandiera bianconera, che cresce
con il passare degli anni e se ognuno di voi guarda con attenzione
ci trova scritto anche il proprio nome...Perche' questa bandiera
continui a crescere c'e' bisogno di tutti noi: restiamo uniti".
Il numero 10 della Juventus dice di aver ripercorso, in questi giorni,
"tutta la stagione che si e' conclusa con la vittoria del nostro
29^ scudetto, il mio settimo in maglia bianconera. Sono tantissimi
i momenti che ci legano profondamente e che ho impressi nella mente
e nel cuore. Vorrei partire dall'ultimo, da quel boato che mi ha
accolto allo stadio di Bari, dove siete accorsi da tutta Italia,
l'ennesima dimostrazione dell'affetto che ho ricevuto nei miei 13
anni con voi". Del Piero torna con la mente a quando era bambino,
"alla prima volta che mi hanno regalato una maglietta della
Juventus. L'ho indossata e ho provato un'emozione che nel corso
degli anni si e' trasformata in orgoglio, in senso di appartenenza,
quegli stessi sentimenti che sono radicati nei tifosi veri, che
si sentono parte di una grande famiglia, di una realta' caratterizzata
da una tradizione leggendaria". E' un Del Piero quasi "patriottico"
quello che si rivolge ai tifosi della Vecchia Signora e che li invita
ad avere fiducia. "La famiglia Agnelli non ha mai abbandonato
il club - scrive - e continua, generazione dopo generazione, a prendersene
cura con grande passione. Ricordo ancora quando arrivai qui, nel
1993, quando incontrai per la prima volta l'Avvocato Agnelli, una
presenza costante, come fu poi quella del Dottor Umberto. Ricordo
i primi gol, le prime vittorie, il vostro affetto che e' aumentato
col tempo: siamo cresciuti assieme, abbiamo gioito tanto, a volte
abbiamo sofferto, ma e' proprio condividere momenti importanti -
conclude - che fortifica l'affetto che ci lega. Io amo questa maglia,
l'ho detto e lo ripeto, e tutto quello che rappresenta, per me,
per voi...".
Camoranesi “Spero nella Juve in A”
"Preferirei non rispondere delle inchieste sul calcio, anche
perche' sono qui per allenarmi e preparare una manifestazione importante
come il Mondiale", Mauro German Camoranesi prova a dribblare
le domande sugli scandali di calciopoli, ma questa volta il dribbling
non gli riesce e cosi', il centrocampista della Nazionale e della
Juventus, e' costretto a parlare di un argomento che preferirebbe
non affrontare. "Il mio pensiero conta in maniera relativa.
Le cose che ho letto, ed anche marginalmente, non mi hanno fatto
piacere, sono rimasto sconcertato e non per il fatto che gioco nella
Juventus". Nonostante tutto Camoranesi non abbandona la barca
che affonda: "io voglio rispettare il contratto che ancora
per tre stagioni mi lega alla societa', anche in serie B. Da Torino
non mi voglio muovere, sto bene, cosi' come la mia famiglia. Spero,
pero', di continuare a giocare in serie A, sarebbe brutto vedere
la Juventus retrocessa, la Juve rappresenta la storia del calcio
italiano. Non ho perso le speranze, credo che il prossimo anno si
possa ancora essere tra le protagoniste per la vittoria dello scudetto.
La giustizia, nella quale ho fiducia, compiera' il suo iter e poi
emettera' le sentenze, che spero possano essere favorevoli alla
Juventus. Adesso spero che tutto questo consenta a noi giocatori
della Nazionale di scendere in campo con piu' rabbia. Il calcio
italiano ha bisogno di pulizia e sara' fatta".
V. Franza “Non voglio pensare all’ipotesi
della A per il Messina, per adesso”
A margine dell'inaugurazione della motonave Cartour Beta, c'e'
spazio per parlare anche di calcio e del futuro del Messina. Lo
fa il vicepresidente del club giallorosso, Vincenzo Franza, che
parla di due argomenti cruciali per il futuro del sodalizio siciliano:
la copertura dello stadio e la campagna abbonamenti. "Abbiamo
presentato agli enti istituzionali preposti i progetti esecutivi
per le approvazioni di rito - sottolinea Vincenzo Franza sulla questione
copertura -. Non appena saranno firmate tutte le carte, partiremo
per la scelta della ditta cui affidare i lavori. Sono fiducioso,
i tempi non dovrebbero essere lunghi". Il vicepresidente del
Messina dimostra di avere le idee chiare anche sulla campagna abbonamenti.
"Aspetteremo ancora una settimana, al massimo due, prima di
lanciarla. Guardiamo sempre con attenzione all'evolversi della situazione
relativa alle indagini sul calcio, ma non possiamo restare fermi
ad aspettare per troppo tempo. Se alla fine arriveranno delle buone
notizie tanto di guadagnato, ma dobbiamo farci trovare gia' pronti.
Sinceramente all'ipotesi Serie A non voglio neanche pensarci, preferisco
lavorare su fatti concreti, se uno si ferma a pensare a quello che
potrebbe succedere, corre il rischio di svolgere il proprio lavoro
in modo sbagliato. Meglio concentrarsi e pensare al presente".
Presidente Pozzo (Udinese) “Da tempo ho
chiesto arbitri stranieri”
Io l'avevo detto. Il patron dell'Udinese, Gianpaolo Pozzo, e' stato
uno di quelli che negli scorsi anni aveva denunciato che qualcosa
non andava nel calcio italiano. A partire dalla stagione 1997-98,
quando sotto la gestione Zaccheroni l'Udinese si piazzo' al terzo
posto. "Ma alcune decisioni degli arbitri - ha ricordato Pozzo
- ci hanno impedito di vincere sette gare e quindi lo scudetto.
Da tempo ho chiesto gli arbitri stranieri, ho brevettato una moviola
elettronica, tecnologicamente molto avanzata, in grado di rilevare
tutto. Chissa'... Comunque non vedo l'ora che ricominci il campionato,
un campionato finalmente pulito, voglio cancellare questa stagione
negativa. Il calcio mi piace, l'ho sempre detto, mi diverto, sono
un tifoso", ha concluso Pozzo.
Il diario della giornata
30/05 Giornata pesante per la Lazio. Gia' coinvolta nell'inchiesta
per frode sportiva dalla procura di Napoli, la societa' biancoceleste
oggi ha subito altri due duri colpi: la procura di Milano ha aperto
un'inchiesta per aggiotaggio, mentre a Roma il presidente Claudio
Lotito e' finito nel registro degli indagati per ostacolo agli organi
di vigilanza in relazione ad un presunto patto parasociale con l'azionista
Roberto Mezzaroma, cognato del numero 1 laziale. Questo il film
della giornata:
12.32: "Sono qui per trasmettere un grande 'in bocca al lupo'
alla nostra Nazionale". Giovanna Melandri, Ministro dello Sport,
si e' recata stamane a Coverciano per incontrare gli azzurri. "Il
calcio italiano - ha detto - sta vivendo due partite: una sul campo,
quella che vedra' impegnati gli azzurri al Mondiale ed alla quale
voglio far arrivare l'affetto, il sostegno e l'in bocca a lupo'
del Governo. L'altra partita, e' quella che sta giocando la squadra
guidata dal Commissario Guido Rossi e che ha un compito fondamentale
come quello di restituire trasparenza ed onore al calcio italiano,
togliendo tutte le opacita' che lo hanno caratterizzato negli ultimi
tempi".
13.03: Patrick Vieira si dice "preoccupato" per le sorti
della Juventus. "Cosi' come gli altri giocatori, voglio sapere
cio' che ci aspetta, ma sono preoccupato". Secondo "L'Equipe",
Vieira ha una clausola contrattuale che gli permette di lasciare
il club bianconero in caso di retrocessione.
13.20: Il Csm ascoltera' il 6 giugno i pm torinesi Maurizio Laudi
(ex giudice sportivo) e Antonio Rinaudo, coinvolti nelle intercettazioni.
Il 13 giugno, invece, il Csm ascoltera' i pm napoletani Narducci
e Beatrice.
13.27: Da Coverciano Mauro German Camoranesi dichiara: "sulla
Nazionale pesa la responsabilita' di migliorare il calcio italiano.
Personalmente me la prendo tutta. Dobbiamo riportare allegria alla
gente che e' rimasta scottata da questa situazione". Per quanto
riguarda la Juve, Camoranesi ha detto: "io voglio rispettare
il contratto che ancora per tre stagioni mi lega alla societa',
anche in serie B. Da Torino non mi voglio muovere, sto bene, cosi'
come la mia famiglia. Spero, pero', di continuare a giocare in serie
A, sarebbe brutto vedere la Juventus retrocessa, la Juve rappresenta
la storia del calcio italiano. Non ho perso le speranze, credo che
il prossimo anno si possa ancora essere tra le protagoniste per
la vittoria dello scudetto".
14.40: L'ex arbitro Mario Palmieri dai pm romani Palamara e Palaia,
titolari dell'inchiesta sulla Gea. L'ex direttore di gara, da tre
anni allontanato per decisione degli ex designatori Bergamo e Pairetto
e del presidente dell'Aia, Lanese, viene ascoltato come persona
informata dei fatti.
15.15: "Mi sta sorprendendo l'entita' dello scandalo, il convolgimento
a tutti i livelli: si e' andati molto piu' in la di cio' che un
normale cittadino potesse pensare". Enrico Preziosi, presidente
del Genoa, torna a parlare di calciopoli e del ruolo avuto da Luciano
Moggi. "E' stato un attore che ha avuto una platea compiacente
- ha detto a Radio Radio - E' stato un cattivo protagonista ma e'
il sistema che ha permesso certe cose: non si puo' imputargli tutto,
ha trovato terreno fertile. La Juve? Se si dovesse usare lo stesso
metro di giudizio usato per il Genoa, l'anno prossimo non dovrebbe
nemmeno giocare tra i dilettanti...". Ce n'e' anche per Adriano
Galliani, da poco riconfermato alla presidenza della Lega Professionisti:
"Secondo lui dimettersi e' sinonimo di ammissione di colpa.
Non lo ha fatto forse per senso di responsabilita', pero' credo
che in una situazione del genere fosse stato corretto fare un passo
indietro". Secondo Preziosi: "il campionato non dovrebbe
partire prima di settembre-ottobre per dare il tempo necessario
alle societa' indagate di avere un processo equo. E pazienza se
si perdono le coppe europee se si puo' rifondare il calcio italiano".
15.30: Il centrocampista del Catania, ed ex Juve, Davide Baiocco
in procura a Roma per essere ascoltato dai pm Palamara e Palaia
nell'ambito dell'inchiesta sulla Gea.
16.00: Si chiude l'audizione dell'ex arbitro Palmieri, ascoltato
a Roma dai pm Palaia e Palamara. "Mi reputavo un buon arbitro
ma ho dovuto accettare le decisioni di Bergamo e Pairetto. Non mi
aspettavo tutto quello che e' accaduto".
16.02: L'arbitro Marco Gabriele, uno dei direttori di gara indagati,
si e' presentato negli uffici della Procura di Napoli per essere
interrogato dai pm Beatrice e Narducci.
16.19: Cosi' il vicepresidente del Messina, Vincenzo Franza: "Guardiamo
sempre con attenzione all'evolversi delle indagini, ma non possiamo
restare fermi ad aspettare per troppo tempo. Se alla fine arriveranno
delle buone notizie tanto di guadagnato, ma dobbiamo farci trovare
gia' pronti. Sinceramente all'ipotesi Serie A non voglio neanche
pensarci, preferisco lavorare su fatti concreti, se uno si ferma
a pensare a quello che potrebbe succedere, corre il rischio di svolgere
il proprio lavoro in modo sbagliato. Meglio concentrarsi e pensare
al presente".
17.44: L'avvocato Mattia Grassani al sito del Milan: "al momento
non ipotizzabile il Milan in B".
17.58: La quarta commissione del Csm ha stabilito che i giudici
ordinari non potranno piu' ricoprire incarichi sportivi. Quelli
in corso andranno avanti sino alla loro scadenza naturale, ma non
oltre l'1 gennaio 2007.
18.00: Il centrocampista del Catania ed ex juventino, Davide Baiocco,
e' stato ascoltato oggi come persona informata sui fatti dai pm
romani, Palamara e Palaia, titolari dell'inchiesta sulla Gea. A
Baiocco sarebbero stati chiesti chiarimenti in merito al cambio
di procuratore, nel 2002 passo' alla Gea di Alessandro Moggi chiudendo
il rapporto con Gianni Allegrini. "Ma fu una scelta mia - ha
dichiarato Baiocco al termine dell'audizione -, una decisione presa
in piena serenita' e tranquillita, poi e' il tempo a dire se le
scelte sono giuste o sbagliate. Con il senno di poi posso dire che
non sono contento di come sono stato gestito da Alessandro".
19.23: Il patron dell'Udinese, Pozzo, gia' dalla stagione 97-98,
quando sotto la gestione Zaccheroni i friulani si piazzarono al
terzo posto, aveva attaccato il sistema. "Alcune decisioni
degli arbitri - ha ricordato Pozzo - ci impedirono in quella stagione
di vincere sette gare e quindi lo scudetto. Da tempo ho chiesto
gli arbitri stranieri, ho brevettato una moviola elettronica, tecnologicamente
molto avanzata, in grado di rilevare tutto. Chissa'... Comunque
non vedo l'ora che ricominci il campionato, un campionato finalmente
pulito, voglio cancellare questa stagione negativa".
19.55: Il presidente della Lazio Claudio Lotito e' indagato dalla
Procura di Roma per un presunto patto parasociale occultato alla
Consob visto che la societa' biancoceleste e' quotata in Borsa.
Insieme a Lotito e' indagato anche il socio di minoranza Roberto
Mezzaroma. Le indagini della Procura romana procedono di pari passo
con quelle della Procura milanese, che ha invece aperto un'indagine
per aggiotaggio manipolativo. Per questo motivo, la Guardia di Finanza
ha effettuato oggi delle perquisizioni. Sulla non esistenza di questo
patto parasociale si e' detto certo il legale di Lotito, Gian Michele
Gentile, che ha parlato per conto del suo cliente.
(Ieri) Della Valle per 9 ore dai PM
29/05 Diego Della Valle supera Paolo Bergamo. Finora il record
di ore per un'audizione (otto) apparteneva all'ex designatore, ma
oggi il patron della Fiorentina e' riuscito a fare "meglio",
parlando per oltre nove ore davanti ai pm della Procura di Napoli
Giuseppe Narducci e Filippo Beatrice. Della Valle era chiamato a
parlare del suo coinvolgimento nel "sistema Moggi" di
cui, secondo i magistrati, la sua Fiorentina avrebbe beneficiato
nella stagione scorsa. "La nostra e' rimasta la stessa, quella
di quando volevamo riformare il mondo del calcio che ha fatto scattare
un meccanismo di difesa che ha penalizzato la societa' viola - sono
state le sue parole al termine dell'interrogatorio - La verita'
e' che la Fiorentina e' stata sempre vittima e che non c'era nulla".
Un Della Valle fiducioso nell'operato dei magistrati e della giustizia
sportiva e che si appella ai suoi colleghi perche' "una occasione
come questa per cercare di avere un calcio pulito per i prossimi
anni non deve essere buttata via". E mentre il patron viola
era nel pieno del suo interrogatorio fiume, a Roma i pm Palamara
e Palaia sentivano l'attaccante della Reggina Nicola Amoruso. Il
giocatore e' stato sentito per due ore in merito all'inchiesta Gea
visto che nel 2001, in occasione del suo ritorno dal Napoli alla
Juventus, lascio' il suo procuratore Antonio Caliendo per passare
nelle mani di Alessandro Moggi. "Ho chiarito la mia posizione,
anch'io ho un contenzioso con la Gea", ha detto Amoruso. Nessun
interrogatorio invece a Torino, dove domani, pero', dovrebbe essere
sentito un rappresentante italiano di Eurobet in relazione all'inchiesta
sulle scommesse clandestine che coinvolge Buffon e i suoi ex compagni
alla Juventus Maresca, Iuliano e Chimenti. Non sta con le mani in
mano il nuovo capo dell'Ufficio indagini della Figc Francesco Saverio
Borrelli, che nel pomeriggio ha avuto un vertice con i suoi collaboratori
per fare un punto della situazione. "E' una riunione per il
coordinamento e la suddivisione dei compiti tra noi - ha dichiarato
prima di entrare - I tempi stretti che abbiamo non ci permetteranno
di fare interrogatori a 360 gradi ma per le posizioni piu' delicate
sarebbe indispendabile o almeno opportuno sentire alcune persone".
E il calendario delle audizioni, a detta dello stesso Borrelli al
termine dell'incontro, e' gia' pronto. Chissa' che l'ex numero uno
di Mani Pulite non segua il consiglio del suo vecchio collega Antonio
Di Pietro, ora ministro delle Infrastrutture, che a "La Politica
nel Pallone - Gr Parlamento", gli ha suggerito di procedere
per stralci. A proposito di Mani Pulite, l'ex pm ha anche commentato
la metafora usata oggi da Capello che, sulle pagine della Gazzetta,
ha paragonato Calciopoli a Tangentopoli e la Juve al Psi: "l'analisi
non e' sbagliata, ma non e' una buona scusante per giustificare
l'operato ne' degli allora esponenti del Psi ne' dei dirigenti della
Juventus", le parole di Di Pietro. E intanto il Bologna di
Cazzola continua a chiedere giustizia. "Dalle intercettazioni
emerge che il Bologna e' vittima di una serie di decisioni che hanno
portato a una serie di risultati negativi - ha dichiarato il presidente
felsineo - Il Bologna dovra' essere risarcito. La parola giusta
e' proprio risarcito, non ripescato". Continua, infine, il
lavoro della Guardia di Finanza nell'ambito dell'inchiesta sul falso
in bilancio che sta conducendo la Procura di Torino. Oggi e' stata
perquisita la sede del Catania, dove le Fiamme Gialle avrebbero
acquisito la documentazione relativa all'acquisto di alcuni giocatori
durante la gestione Gaucci, tra cui il ceco Sedivec. E domani si
annuncia una nuova giornata di fuoco.
Servizi precedenti
28/05
Calcio nel caos: Per Borrelli una settimana
intensa. Bonfrisco “Paparesta fuori
dalle regole”. Gattuso: “Qualcuno sputa nel piatto”.
27/05
Calcio nel caos: L’inchiesta entra nel
vivo. Borrelli al lavoro e Lippi difende il
figlio. Commissario Rossi: “Sconti per nessuno”.
Sacchi e Agnolin: “Chi ha sbagliato
paghi”. Lippi: “In Italia chi è indagato
è già condannato”. Peruzzi
accusa: “Moggi il pastore e noi il gregge”.
26/05
Calcio nel caos: Gli atti passano a Borrelli:
Parte ufficialmente “Piedi Puliti”. Galliani
rimane solo, si dimette Zamparini. Gigi Riva: “Beckembauer
ha parlato da bambino”. Cossiga: “Tangentopoli
era più onesta”. Sacchi: “Torniamo al
calcio di prima, senza banchieri e politica”. Il
figlio di Lippi indagato a Roma e Milano.
25/05
Calcio nel caos: Interrogatori a Napoli e
Roma e perquisizioni della GdF. Cannavaro
ci ripensa. Albertini: “Pensavo ci fosse sudditanza
psicologica, invece...”. Cecchi Gori
“Affossato perchè scomodo. I 5 anni più brutti
della mia vita”. Licenza Uefa per 14 club: manca la
Lazio. I tiofosi
si costituiscono parte civile. Gli ex vogliono
Boniperti presidente della Juve
24/05
Calcio nel caos: La Lega Calcio cerca nuove
regole. Alla Gea e ad Alessandro Moggi oltre
il 10% del mercato delle procure. Conti: “Lotta al
conflitto d’interessi”. La Finanza
nella sede del Crotone e della Reggina. Buffon in Procura.
Galliani confermato in Lega. Cannavaro:
“Gli scudetti della Juve, meritati”
23/05
Calcio nel caos: Il commissario della FIGC,
Rossi, nomina il procuratore Borrelli capo ufficio indagini. Scatta
“Piedi puliti”. A Napoli sfilano i testi.
perquisita la sede della
Torres
22/05
Calcio nel caos: Lippi rimane al suo posto.
Moggi cita Berlusconi. Chieste le dimissioni
di Galliani che le respinge, l’inchiesta va avanti.
Moggi: “Un’imboscata di Galliani”. Guido
Rossi: “Beckenbauer ne approfitta”. Avv.
Stagliano “La Juve in B”
21/05
Calcio nel caos: Moggi ebbe un ruolo importante
nelle elezioni di Carraro e Galliani. Tardelli replica a
Beckenbauer “Anche in Germania c’è il marcio”.
Chieste le dimissioni di Lippi. Le
intercettazioni di De Santis
20/05
Calcio nel caos: Il potere assoluto di Moggi.
Ora è fuga dalla Gea. Si dimette anche il Generale Attardi.
Beckembauer: L’Italia la pagherà ai Mondiali. Le
tifoserie di Messina, Crotone e Reggina non ci stanno
19/05
Calcio nel caos: La Gea controllava anche
Reggina, Livorno e Siena. Gazzoni: “Le dimissioni di
Carraro sono finte”. Interrogati Lippi
e Zeman. Si dimette il Generale Pappa
18/05
Calcio nel caos: Il Commissario Rossi fa piazza
pulita. Le intercettazioni di Carraro e Moggi che preparavano
le elezioni in Lega. Menzionato Pisanu. Sospesi
nove arbitri, la Finanza a casa di Moggi e nella sede della Juve
17/05
Calcio nel caos: Il Commissario Rossi al lavoro.
Spunta il filone doping. Dopo il vertice delle Procure, nuovi
accertamenti. Definite le competenze delle
Procure di Roma e Napoli.
16/05
Calcio nel caos: Guido Rossi commissario della
FIGC chiamato a sistemare il calcio e le sue regole. Petrucci
rassicura Lippi “Verrò a trovarti con Rossi”.