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Guerra tra Procure, possibili altri trasferimenti

 

Guerra tra procure, possibili altri trasferimenti. A Catanzaro paura nel firmare gli atti

07 dic 08 ''Era doverosa da parte del Csm l'apertura della procedura di trasferimento d'ufficio per il procuratore di Salerno Luigi Apicella e per il Pg di Catanzaro Enzo Jannelli, ma la pratica non e' affatto conclusa: dopo le audizioni di martedi' decideremo se c'e' ancora spazio per l'avvio di altre procedure''. A sostenerlo e' il consigliere del Csm Ezia Maccora, che ieri ha partecipato alla riunione della Prima Commissione che ha disposto i primi interventi. E dunque potrebbe portare a nuovi sviluppi l'indagine del Csm sul durissimo scontro tra le procure di Salerno e Catanzaro, dopo le prossime audizioni che riguarderanno i sostituti di Salerno e Catanzaro. Un primo passo necessario quello del Csm di fronte a una ''situazione di allarme che si e' venuta a creare con il conflitto tra le due procure, e il cui livello di gravita' e' stato segnalato anche dall'intervento del capo dello Stato''. E con cui il Consiglio ha inteso ''ristabilire la credibilita' dell'istituzione e della magistratura''. Ad Apicella e Jannelli il Csm - che ieri li ha direttamente ascoltati e che tornera' a sentirli forse entro una decina di giorni ma stavolta con l'ausilio di un difensore - rimprovererebbe in sostanza di non aver saputo esercitare le loro funzioni in modo da evitare uno scontro di queste dimensioni. ''Sono risultati elementi tali - spiega la togata di Magistratura democratica - da porre dubbi sulla reale capacita' dei dirigenti di trovare modalita' di intervento in grado di evitare la grave situazione di conflittualita' degli ufficio e garantire l'assoluto rispetto delle regole''. Ma questo non vuol dire che le posizioni di Apicella e Jannelli siano esattamente sovrapponibili: ''noi dovevamo aprire la procedura per tutti i soggetti che hanno contribuito a creare questa situazione; il prosieguo dimostrera' se c'e' una differenziazione di ruoli''. L'intervento del Csm non puo' comunque rimanere isolato: ''serve un'assunzione di responsabilita' di tutti coloro - dice ancora Maccora - che possono contribuire a riportare la situazione alla normalita'. Il Csm ha fatto il primo passo e deve continuare il suo lavoro; la speranza e' che anche tutti gli altri soggetti rispondano con adeguata prontezza. Tra di loro ci sono certamente i titolari dell'azione disciplinare nei confronti dei magistrati: il ministro della Giustizia e il procuratore generale della Cassazione. Hanno - conclude - gli strumenti che gli consentono di agire con tempestivita', in presenza di un'azione disciplinare che peraltro e' diventata obbligatoria''.

Perquisizioni secondo le regole. La modalita' attuativa delle perquisizioni domiciliari eseguite nei confronti dei magistrati di Catanzaro, nell'ambito del caso De Magistris, "e' avvenuta secondo le regole". Ad affermarlo e' stato l'avvocato Francesco D’Ambrosio, legale del procuratore capo di Salerno Luigi Apicella e dei sei sostituti accusati di abuso in atti di ufficio e interruzione di pubblico servizio. Secondo l'avvocato "nel caso si fosse verificata qualche anomalia nel corso delle perquisizioni gli interessati avrebbero potuto formulare osservazioni e riserve, cosa che invece non mi risulta sia avvenuta. Nel corso delle perquizioni non viene segnalato nulla". "Le perquisizioni sono sicuramente atti spiacevoli ma sono state fatte secondo le regole", conclude D’Ambrosio.

Paura a Catanzaro. Paura di firmare gli atti nel timore di ritrovarsi indagati: e' il sentimento che si sarebbe diffuso tra i magistrati di Catanzaro, dopo la clamorosa perquisizione al Palazzo di giustizia e gli avvisi di garanzia notificati a sette colleghi accusati dalla procura di Salerno di aver ostacolato le indagini dell'ex sostituto procuratore Luigi De Magistris. Un quadro tracciato dal procuratore di Catanzaro Antonio Vincenzo Lombardo nel corso della sua audizione di ieri davanti al Csm. L'ipotesi del complotto avanzata dalla procura di Salerno, secondo Lombardo, avrebbe fatto venir meno cosi' il clima di serenita' che faticosamente si stava cercando di ricostruire in un ambiente giudiziario da anni alle prese con problemi.

Palamara “Una parentesi nera”. ''Il Csm ha dimostrato di essere in grado di intervenire subito anche in presenza di una situazione delicata''. A parlare e' il presidente dell'Anm, Luca Palamara che in un'intervista a la Repubblica definisce gli eventi tra le procure di Salerno e Catanzaro, ''una parentesi nera'' per quali, se qualcuno ha sbagliato, dovra' assumersi le responsabilita'. ''Se fossero accertati i fatti che ufficiosamente sono trapelati - aggiunge - sarebbe sconcertante''. Esistono mezzi per controllare la correttezza dell'operato all'interno del Csm e della procura generale, secondo Palamara che rifiuta di far passare il messaggio che un magistrato non sia sottoposto a controllo. Ora occorre evitare la strumentalizzazione della vicenda, ''perche' non c'e' stata e non ci sara' alcuna forma di corporativismo - spiega - dunque non si tocchi la Costituzione''. Se poi si vuole cogliere il pretesto per incrementare la componente politica del Csm, allora il presidente dell'Anm si chiede cosa sarebbe successo se, in questa occasione, ci fossero stati piu' politici in consiglio. Palamara ribadisce, infine, la necessita' per un pm di essere autonomo, rispetto al potere politico, ''e' garanzia per tutti i cittadini''.

Di Pietro “Trasferimento non convince”. Per il leader dell'Italia dei Valori Antonio di Pietro il trasferimento del pg di Catanzaro Enzo Jannelli e del procuratore di Salerno Luigi Apicella deciso dal Csm rappresenta ''un colpo al cerchio e uno alla botte''. ''Non mi convince - spiega Di Pietro all'ANSA - credo che nell'interesse della giustizia bene avrebbe fatto il Csm ad accertare chi ha abusato delle proprie funzioni. Mi pare che togliere di mezzo entrambi significhi avallare che si tratta di una 'guerra fra toghe' e non credo sia in atto una guerra. I magistrati sono uguali a tutti gli altri cittadini di fronte alla legge e se qualcuno sbaglia deve accettare che si indaghi e non reagire come hanno reagito a Catanzaro''. Piu' in generale Di Pietro ritiene che sia ''anomalo quanto e' successo attorno a De Magistris. La sua unica colpa e' di aver svolto un'indagine non contro un qualsiasi 'acchiappa galline' ma nei confronti di persone che hanno ruolo e potere. Quando un magistrato svolge un'indagine del genere bisogna fargliela finire''

Cossiga “Riforma della giustizia”. ''Ho stima di Niccolo' Ghedini come avvocato, ma mi accorgo che di politica non ne capisce molto: adottare ora, e peggio ancora in via di urgenza, provvedimenti di riforma dell'ordinamento giudiziario significherebbe compattare immediatamente tutta la magistratura e tutte le correnti dell'Anm, il Colle e Palazzo dei Marescialli'': lo afferma il presidente emerito della Repubblica Francesco Cossiga. ''Tutti - rileva il senatore a vita - con il motto: la magistratura non si tocca. Chi vuole una riforma sul modello dei paesi liberali e democratici d'Occidente deve lasciare che i magistrati continuino ad azzuffarsi e scannarsi tra di loro. Solo dopo che si saranno vicendevolmente arrestati e che qualche procura abbia fatto irruzione nella sede del Csm o in quella dell'Anm, facendo magari perquisire la casa di Veltroni, si potra' parlare di riforma della giustizia. Fino ad allora - conclude - teniamoci questi magistrati, e qualche leader della sinistra che gia' sente di essere nel mirino vada in vacanza alle Maldive o in qualche altro posto da cui non possa essere estradato...''

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