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Perquisizioni al Tribunale di Catanzaro

 

Il CSM apre una pratica sulla vicenda De Magistris. Bloccate le inchieste Why Not e Poseidone. Il Presidente Mancino “Nessun rapporto con Saladino”. Jannelli "Vilipeso nostro ufficio"

03 nov 08 Il Csm ha aperto una pratica sulla vicenda dei magistrati di Catanzaro indagati dalla Procura di Salerno per le avocazioni delle inchieste Why not e Poseidone al pm Luigi De Magistris. Lo ha reso noto il vicepresidente del Csm, Nicola Mancino, spiegando che il fascicolo è stato affidato alla prima commissione di Palazzo dei Marescialli. La pratica riguarda sia le notizie di stampa, ha spiegato Mancino, sia la lamentela avanzata dal procuratore generale di Catanzaro al Csm, Vincenzo Iannelli, sul sequestro compiuto ieri "di un intero fascicolo, relativo all' inchiesta Why not". Un problema quest'ultimo sollevato da Iannelli in un colloquio telefonico ieri mattina con lo stesso vicepresidente del Csm. Dopo questa conversazione la Procura generale di Catanzaro ha inviato a Palazzo dei Marescialli "una documentazione, non ancora completa", ha detto ancora Mancino, spiegando che l'ufficio requirente aveva annunciato l'invio di altre carte "a giustificazione della lamentela del pg" che non sono giunte ancora al Csm. Carte che sono attese dalla Prima commissione per potere cominciare ad esaminare il caso. Mancino ha anche reso noto di aver chiamato ieri il procurate generale di Salerno per avere notizie sull'accaduto, notizie che il suo interlocutore però non sarebbe stato in grado in quel momento di dargli.

Bloccate le inchieste Why Not e Poseidone. Sono bloccate le inchieste Why Not e Poseidone dopo il sequestro degli atti delle due indagini disposto dalla Procura di Salerno. I fascicoli delle due inchieste, sequestrati in originale, sono stati conservati in una stanza al primo piano dove ha sede la Procura generale di Catanzaro ed alcuni carabinieri di Salerno, rimasti nel capoluogo calabrese, stanno provvedendo ad indicizzare tutte le carte. Con il sequestro degli atti è praticamente bloccata l'attività del pool di magistrati della Procura generale e della Procura ordinaria che avevano praticamente concluso l'inchiesta Why Not su presunti illeciti nell'utilizzo di finanziamenti nazionali e comunitari. I magistrati, infatti, avevano già definito le posizioni dei singoli indagati ed erano attese, nei prossimi mesi, le richieste di rinvio a giudizio e di archiviazione. Anche l'inchiesta Poseidone, condotta dal pm Salvatore Curcio, è allo stato bloccata. Pure in questo caso, secondo quanto trapelato da fonti giudiziarie, il magistrato era sul punto di chiudere l'attività.

Mancino “Nessun rapporto con Saladino”: "Staremo a vedere". Così il vicepresidente del Csm, Nicola Mancino, ha risposto ai giornalisti che gli chiedevano un commento circa le indiscrezioni di stampa su un nuovo possibile filone di indagine della Procura di Salerno che lo riguarderebbe anche per presunti legami con l'imprenditore Antonio Saladino. "Abbiamo fatto un altro ufficio istruttorio", ha aggiunto Mancino riferendosi ancora alle notizie di stampa. "Io comunque non ne so nulla" ha aggiunto Mancino, sempre riferendosi a un suo eventuale coinvolgimento in uno dei filoni d'inchiesta della Procura di Salerno. - "Con Saladino non ho mai avuto rapporti di alcun genere". incalza Mancino che smentisce l'ipotesi di presunti legami con l'ex presidente della Compagnia delle Opere. Di lui dice, "lo conosco solo di nome , come è inevitabile per chi come me anche per le sue attività, pregresse e recenti, legge i giornali".

Procuratore Jannelli “Vilipeso il nostro ufficio”. "Questo ufficio è stato vilipeso". Così il procuratore generale di Catanzaro, Enzo Jannelli, commenta la perquisizione fatta ieri nella Procura generale e nella Procura della Repubblica di Catanzaro disposta dalla magistratura di Salerno nell'ambito di un'inchiesta su un presunto tentativo di delegittimare l'ex pm Luigi De Magistris. Jannelli ha anche definito "scandaloso ed eversivo" il decreto di perquisizione e sequestro. "Ho scritto alle istituzioni - ha aggiunto il procuratore generale, prima di prendere parte alla consueta riunione del mercoledì del Consiglio giudiziario - ed attendo una risposta. Fino ad allora non farò nessuna dichiarazione".

Cossiga “Una buona notizia se si indagano tra loro”: "Buona la notizia che la procura della Repubblica di Salerno indaga sull'operato del Procuratore Generale di Catanzaro e di altri magistrati della Calabria, e presto credo anche dello stesso Consiglio Superiore della Magistratura. Finché si indagano tra di loro e forse anche tra di loro si arrestano, non violano la libertà dei cittadini!": é il commento ironico del presidente emerito della Repubblica, Francesco Cossiga, alla notizia delle indagini avviate dalla procura di Salerno sull'operato del procuratore generale di Catanzaro.

Belisario “Fare chiarezza una volta per tutte”. "Finalmente! Anche se poco alla volta, sta emergendo la verità su De Magistris, questo coraggioso magistrato contro cui si è scagliata gran parte della politica e qualche suo collega": lo afferma il Presidente del Gruppo Italia dei Valori al Senato, Felice Belisario, commentando le indagini condotte dai pm di Salerno. "Adesso sulla vicenda De Magistris - sostiene Belisario - occorre fare chiarezza in tempi rapidissimi, perché ormai è palese che contro di lui c'é stata una montatura. Se ne dovrebbe far carico lo stesso Consiglio Superiore della Magistratura che, francamente, sulla questione poteva e può fare meglio".

Bocche cucite a Salerno. Il giorno dopo il blitz dei magistrati salernitani a Catanzaro, bocche cucite in Procura a Salerno. Nessuna dichiarazione finora da parte del procuratore Luigi Apicella e dei due sostituti che ieri hanno disposto perquisizioni, sequestri di atti e di computer. Il procuratore Apicella ed i sostituti Dionigi Verasini e Gabriella Nuzzi hanno fatto rientro in città nel corso della notte, dopo che avevano seguito per tutta la giornata le operazioni svolte dai carabinieri del nucleo investigativo campano e dagli agenti della Digos. La procura di Salerno ha proceduto nell'ambito di uno dei filoni del "caso De Magistris"

 

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