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Sanità e Salute

 

Non si trovano i vaccini. Medico di Dipignano scrive alle ASL di Roma e Milano

30/11 Ha scritto ai vertici delle aziende sanitarie di Roma, Milano e di altre grandi citta' del nord e del sud del Paese per chiedere l'invio di vaccini influenzali in grado di soddisfare le esigenze dei suoi pazienti, rimasti a corto di immunizzazione: Ernesto Paola, medico di medicina generale a Dipignano, al colmo dell'esasperazione, ha preso carta e penna per tentare di ovviare alla carenza del vaccino per i suoi pazienti. ''Anche l'anno in corso, come i precedenti, - scrive nella lettera Paola - mi sono rivolto all'azienda sanitaria di Cosenza richiedendo 250 vaccini antinfluenzali. Ho ricevuto soltanto 80 dosi non riuscendo ad averne altre, nonostante le ripetute ed eclatanti manifestazioni pubbliche''. Il medico, nella richiesta avanzata ai vertici delle aziende sanitarie locali contattate, precisa, inoltre, che ''non sapendo piu' cosa fare, visto che siamo ormai al limite del periodo vaccinale e l'azienda sanitaria non ha provveduto ad inviarmi le dosi di vaccino per completare la campagna di immunizzazione mi rivolgo a voi a nome dei miei pazienti ultrasessantacinquenni rimasti a rischio influenza, alcuni dei quali con gravi patologie, chiedendo, qualora siano stati registrati vaccini in esubero, di volerli offrire ai miei 'vecchietti' per garantire loro un inverno tranquillo''. ''La nostra comunita' - conclude il medico - e' disposta a ricambiare l'eventuale generosita' dimostrando gratitudine e con un grande abbraccio e un affettuoso gemellaggio a base di scambi sociali e culturali''

Nomine sulla Sanità: Ancora tante polemiche. Bruno e Sculco "Riflettere su difficoltà". IDV insoddisfatta. Fondazione Betania: "Decisoni coraggiose. Fedele (FI) "Armonia smentita". Ed altri ancora.

Vaccinate altre 311 mila persone in Calabria contro l’influenza

30/11 Sono 311.100 le persone vaccinate nei centri preposti delle 11 aziende sanitarie della regione, nell' ambito della campagna antinfluenzale. Lo ha reso noto l' assessorato regionale alla Salute. Il dato riguarda le categorie a rischio e gli ultrassessantacinquenni, che hanno diritto alla vaccinazione gratuita. L' assessorato, e' scritto in una nota, ''ha indicato nello specifico le cifre riguardanti le singole realta' territoriali anche in riferimento alla disponibilita' di vaccino, precisando il quadro della situazione alla luce di lamentele riportate in proposito dagli organi di informazione''. Nell' ambito dell' As 1 di Paola la campagna, secondo quanto e' stato riferito, e' quasi alla fine con 100 dosi residuate e circa 27.000 vaccinati. Nell' As 2 di Castrovillari sono state praticate 17.100 dosi e richieste ulteriori 400 dosi ''al momento non ricevute per mancanza di vaccino da parte delle case produttrici''. Per quanto riguarda l' As 3 di Rossano l' assessorato ha fatto rilevare che ''nessuna lamentela si e' registrata da parte dell' utenza''. Nella stessa azienda sanitaria ''la campagna e' al termine e c'e' ancora una piccola scorta di vaccino''. In questo caso le persone vaccinate sono state 30.000. Sono state invece 50.000 le dosi distribuite nell' ambito dell' As 4 di Cosenza dove ''l' ulteriore richiesta di 10.000 dosi alle case farmaceutiche - e' scritto nella nota - non ha avuto esito favorevole''. La campagna vaccinale e' quasi alla fine nell' As 5 di Crotone dove si e' registrata ''qualche lamentela per gli over 65 e le categorie a rischio'' per cui e' stata fatta una richiesta ulteriore di 4.000 dosi a cui ha fatto riscontro l' invio di circa 1.500 dosi da parte della Glaxo. I vaccinati (il dato si riferisce al solo capoluogo) sono stati circa 6.000. Nel territorio dell' As 6 di Lamezia Terme sono stati vaccinati tutti i prenotati. ''Restano circa 200 dosi - ha reso noto l' assessorato - che saranno utilizzate per chi ne fara' richiesta''. In tutto sono state eseguite 22.500 vaccinazioni. La campagna e' terminata a Catanzaro (As 7), dove i cittadini coinvolti sono stati 40.000. Sono disponibili ulteriori 250 dosi di vaccino. A Vibo Valentia (As 8) sono state vaccinate circa 31.000 persone. La campagna e' quasi alla fine nell' ambito dell' As 9 di Locri ''con un numero di vaccini uguale alle esigenze dell'utenza. I vaccinati sono stati circa 23.000, fra cui anche appartenenti alle forze dell' ordine''. Nessuna lamentela sul territorio dell' As 10 di Palmi dove la vaccinazione ha riguardato 27.000 persone, rispondendo a tutte le richieste. Campagna quasi completata anche nell' ambito dell' As 11 di Reggio Calabria. I vaccinati, in questo caso, sono stati 37.500 con una integrazione delle dosi iniziali di 2.000 unita'. ''La carenza di vaccino riscontrata in alcune aziende sanitarie - e' stato fatto rilevare in ambienti dell' assessorato alla Salute - e' stata determinata dall' indisponibilita' di dosi sufficienti da parte delle case farmaceutiche. Un fenomeno probabilmente legato anche all' allarme suscitato dai casi di influenza aviaria che ha indotto un numero di cittadini maggiore di quello usuale a chiedere il vaccino antinfluenzale nelle farmacie, con un conseguente aumento delle richieste alle case produttrici''

In 20 anni, 628 casi di Aids in Calabria. Ass. Lo Moro: “Occorre tenere altra la guardia”

29/11-(Giampaolo Cataldo)- Sono 628 i casi di “Sindrome da immunodeficienza acquisita”, meglio conosciuta come Aids, registrati in Calabria dal 1985 al novembre 2005. I casi registrati nel ventennio in questione hanno riguardato 497 uomini adulti, 119 donne adulte e 12 bambini (7 maschi e 5 femmine). Nei 20 anni presi in esame, il picco si e' avuto tra il 1994 (con 75 casi segnalati), il 1995 ( 69 casi) ed il 1996 (58 casi). Negli ultimi cinque anni i casi segnalati sono stati 24 nel 2001 e nel 2002; 26 nel 2003, 23 nel 2004 e 14 nel 2005. Per quanto attiene al tasso di mortalita', il 64%,6% dei pazienti risulta deceduto. Per quanto concerne il 2005, dei 14 casi segnalati nei primi 11 mesi dell'anno in corso, due riguardano donne adulte, 12 uomini adulti e nessuno bambini. L'eta' mediana maschile delle persone affette e' di 43,5 anni, mentre quella femminile e' di 40,5 anni. Il dato emerge dal bollettino elaborato dall'assessorato regionale alla tutela della Salute e curato dai dirigenti Rubens Curia e Daniele Giuseppe Chirico in vista della giornata mondiale della lotta all'Aids che si celebra ogni anno il primo dicembre.
Tra i fattori di rischio segnalati, 5 dei casi registrati sono riferiti a contatti eterosessuali, 8 a tossicodipendenti, uno a persone omosessuali. ''Anche se l'aggiornamento delle notifiche e' parziale e non definitivo - si legge nello studio dell'assessorato - in questi 11 mesi dell'anno solare, in generale, si nota un sensibile calo di segnalazioni rispetto all'anno precedente e si osserva anche una controtendenza: gli 8 casi dovuti alle pratiche associate all'uso di sostanze stupefacenti per via endovenosa (tossicodipendenti) superano i 6 casi attribuiti alla trasmissione sessuale (eterosessuale/omosessuale). Stesso discorso vale - si fa rilevare - per le segnalazioni dei pazienti provenienti da fuori regione, dove la maggiore parte dei casi notificati riguarda l'uso di sostanze stupefacenti per via endovenosa''. Nel solo 2004 erano stati segnalati 23 casi: 5 riguardanti donne adulte; 18 uomini adulti; nessun caso pediatrico, con un'eta' mediana maschile di 43,7 anni ed un'eta mediana femminile di 44,6. Per quanto concerne i fattori di rischio segnalati, lo studio evidenzia 8 casi di contagio da contatti eterosessuali; 8 da situazioni di tossicodipendenza; 6 da pratiche omosessuali e bisessuali; un caso originato da trasfusione.
Il bollettino dell'assessorato prende in esame anche i dati complessivi degli ultimi tre anni. Tra il 2003 ed il 2005 sono stati segnalati in tutto 53 casi: 18 donne adulte, 59 uomini adulti, nessun caso pediatrico, con un' eta’ media maschile di 42,8 anni ed un' eta' media femminile di 40,6. Per quanto concerne i fattori di rischio segnalati, 25 casi riguardano contatti eterosessuali; 26 persone tossicodipendenti; 9 persone omosessuali o bisessuali; 2 i casi di contagio da trasfusione; uno il caso di origine non accertata. I casi notificati nello stesso triennio in provincia di Catanzaro sono stati 14; 12 quelli accertati nella provincia di Reggio Calabria, 11 nelle province di Crotone e Cosenza, 5 in quella di Vibo. Sono stati 10 infine le segnalazioni da fuori regione. L'assessorato segnala che nel periodo preso in esame tutte le province, tranne quella di Reggio Calabria, denotano tassi di incidenza del morbo in discesa. Un dato giudicato ''Confortante'', anche se, si fa rilevare, ''i dati del 2005 sono parziali e non definitivi''. Su base regionale, il tasso di incidenza dell'Aids (per 100.000 abitanti) e' stato nel 2003 dell'1,3% e nel 2004 dello 0,9%. Per quanto riguarda il 2005, al momento della pubblicazione del bollettino il ministero della Salute non aveva reso noto il dato.
A commentare i “risultati” dell’ inchiesta è l' assessore regionale alla Salute, Doris Lo Moro: ''I dati riportati nel bollettino realizzato dal Dipartimento per la tutela della Salute in concomitanza con la giornata mondiale dedicata alla riflessione sull'Aids evidenziano che l'incidenza di questo terribile morbo sulla popolazione calabrese e' tra le piu' basse registrate tra le regioni italiane. Questo, pero', non deve indurci a sottovalutare il fenomeno''. ''Tanto piu' - aggiunge l' assessore - che alla contrazione dei casi registrata nei Paesi occidentali fa da contraltare il notevole incremento riscontrato nei paesi dell'Africa e del sud est asiatico''. Un vaccino contro questa terribile malattia, purtroppo, non e' stato ancora realizzato. Attualmente, l'unica difesa dall'Aids e' la prevenzione. Presupposto per la prevenzione e' la conoscenza ed e' per questa ragione che l'assessorato ha predisposto il bollettino sull' andamento della malattia in Calabria. I 14 casi riscontrati nei primi 11 mesi del 2005 sono comunque troppi ed eccessivo sarebbe anche un solo caso. E' confortante il dato secondo cui nessun caso pediatrico sia stato rilevato negli ultimi tre anni in Calabria, ma ancora troppe donne e troppi uomini adulti si ammalano''.
Secondo Doris Lo Moro, ''il dato epidemiologico in Italia ed in Calabria si e' significativamente modificato. La trasmissione per via sessuale del virus Hiv ha definitivamente preso il sopravvento rispetto ad altre modalita' di infezione, dallo scambio di siringhe usate alle trasfusioni. Questo significa che l'informazione e la profilassi fin qui seguita hanno consentito enormi progressi. Allo stesso tempo, sappiamo bene che esistono gli strumenti per mettersi al riparo da rischi di contagio anche per via sessuale. Evidentemente, pero', se siamo costretti a prendere atto di nuovi casi di infezione da Aids per questa via, dobbiamo dedurne che manca ancora una cultura della prevenzione. L'allarmismo non serve, ma questa consapevolezza non deve indurci ad abbassare la guardia. Quindi dobbiamo potenziare i canali di informazione e di educazione alla salute. L' elaborazione di questo bollettino da parte dei dirigenti Rubens Curia e Daniele Chirico va in questa direzione, naturalmente in un contesto in cui si garantisca continuita' nelle varie iniziative di prevenzione e si lavori per il reinserimento sociale, attraverso l'assistenza domiciliare in case alloggio e negli ospedali, in favore dei soggetti Hiv positivi ed in Aids conclamato. Cio' tenendo ben presenti anche i rischi di emarginazione e pregiudizio verso cui una malattia cosi' particolare puo' spingere''.

Nomine sulla Sanità: Nascono le polemiche. DL: "Scarso rinnovamento". Loiero: “Abbiamo agito bene"

Cosenza, per due giorni, “capitale” dell’oncologia nazionale.

28/11 Dal 2 al 4 dicembre prossimi, presso il Teatro Rendano e la Biblioteca Nazionale di Cosenza, si terranno, in sessioni congiunte, i lavori della XI Conferenza Nazionale di Oncologia dell’A.I.O.M., l’Associazione Italiana di Oncologia Medica , la più prestigiosa associazione scientifica in materia oncologica in Italia. L’apertura dei lavori è prevista per le 18,30 di giorno 2, alla presenza del presidente della Regione Calabria On. Agazio Loiero , del Sindaco di Cosenza Eva Catizone , dell’Assessore alla Salute on. Doris Lo Moro e del Presidente della Provincia di Cosenza Mario Oliverio. A presiedere la Conferenza saranno il dottor Gianfranco Filippelli (nella foto a sinistra), Direttore dell’Unità Operativa di Oncologia Medica dell’Azienda Sanitaria di Paola e il Professore Emilio Bajetta , Direttore del reparto di Oncologia Medica dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano. “All’importante assise, che potrà contare sulla partecipazione dei maggiori esperti italiani in oncologia, - dice il dottore Filippelli - verranno illustrati quali sono i risultati raggiunti nella cura dei tumori, quali sono le prospettive della ricerca, qual è il futuro nel campo della diagnosi precoce e la diagnostica in generale. Ma si disserterà anche sullo stato della nuova chirurgia, dei protocolli chemioterapici sempre più efficaci e della radioterapia”. In pratica, per due giorni, Cosenza sarà la “capitale” dell’oncologia nazionale. Gli oltre 140 relatori previsti analizzeranno tutte le problematiche scientifiche dal punto di vista clinico, ma anche dando ampio risalto al nursing infermieristico , al mondo della ricerca ed alla corretta raccolta dei dati derivanti dalla stessa. Molti gli argomenti che verranno trattati nella “due giorni” di lavoro, dai big killer, le neoplasie a polmone, mammelle e intestino, fino ai tumori rari su cui sono previsti un ampio dibattito e confronti sulle nuove terapie biologiche che tante speranze stanno generando nella comunità scientifica e ovviamente nei pazienti: anticorpi monoclinali , target therapy , nuove terapie ormonali nel cancro della mammella ma anche moltissime terapie di supporto per ridurre al minimo i sintomi più gravi quali il dolore , la depressione midollare , nausea , vomito e fratture patologiche tumorali. Ampio spazio sarà, poi, offerto alla capacità di offrire ai pazienti oncologici una sempre migliore qualità della vita, sicuramente uno degli obiettivi maggiormente perseguito, anche grazie al contributo delle associazioni di volontariato.

La Regione nomina i nuovi direttori della sanità. Loiero: “Una scelta di rinnovamento”. Tutti i nominativi. Lomoro: "segnale di novità e discontinuità"

Bindi: la devolution penalizza il sud con lo stop ai viaggi della speranza. A rischio il SSN

28/11 Con la devolution il rischio di un disfacimento del Sistema Sanitario Nazionale ''e' concreto e ne abbiamo gia' una anticipazione in questa Finanziaria che pone un tetto alla mobilita' dei cittadini, ovvero alla libera circolazione dei pazienti dentro il territorio nazionale''. E' questo l' allarme lanciato oggi dalla responsabile Sanita' della Margherita, Rosi Bindi. ''Con al devolution approvata - ha detto Bindi in occasione della presentazione del volume 'I servizi sanitari regionali tra autonomia e coerenze di sistema' a cura di Renato Balduzzi, organizzata dal Centro di Ricerca 'V.Bachelet' e dall' associazione Medici Dirigenti Anaao-Assomed - ci troviamo di fronte non piu' al concetto raffinato di legislazione concorrente, ma a quello un po' rozzo di doppia competenza esclusiva, che apparentemente sembra risolvere tutto ma in realta' complichera' la vita ai cittadini e, soprattutto, consentira' alle singole regioni di cambiare principi di sistema''. Bindi ha quindi precisato come il tetto messo in Finanziaria alla mobilita' dei cittadini e' proprio ''un esempio del fatto che con la devoluzione ci saranno 21 sistemi regionali e, naturalmente, tra l' uno e l' altro ci saranno delle frontiere. Dunque - ha denunciato l' esponente della Margherita - il principio della piena mobilita' dei cittadini all' interno del sistema sanitario nazionale italiano gia' con questa finanziaria viene messo a rischio''. ''Tutti - ha proseguito Bindi - auspichiamo una Calabria e una Sicilia che non abbiano bisogno di migrazioni di pazienti, ma questo significa creare i servizi e non impedire gia' oggi ai calabresi e ai siciliani di andarsi a curare a Roma o altrove''. Secondo la responsabile Sanita' della Margherita, il referendum in materia rappresentera' quindi un ''passaggio fondamentale'': ''per quanto mi riguarda - ha concluso Bindi - sono impegnata sia a vincere le elezioni sia ad impedire questo sfregio alla vita nel nostro Paese''

Mons. Bregantini organizza un sit in davanti l’ospedale di Gerace mai aperto. Loiero: “Stiamo valutando il caso”

25/11 Un sit-in simbolico dinanzi all'ospedale di Gerace, ultimato alcuni anni fa e mai utilizzato, per chiedere l'utilizzo della struttura e' stato organizzato nel corso del raduno dei giovani promosso dalla diocesi di Locri. All'iniziativa hanno partecipato il vescovo di Locri, Monsignor Giancarlo Maria Bregantini, il delegato pastorale giovanile, don Mario Del Piano, ed una delegazione di giovani che partecipavano a Gerace ad un raduno. ''Si e' trattato di un' iniziativa - ha detto don Mario Del Piano - che il vescovo ha voluto collocare nella giornata di riflessione dei giovani. Ci siamo fermati dinanzi all'ospedale di Gerace, abbiamo pregato e poi abbiamo espresso il nostro sogno e cioe' quello di poter vedere la struttura valorizzata per la gente del luogo, non importa per quale utilita'''. L'ospedale di Gerace, costato circa nove miliardi delle vecchie lire, e' stato completato ormai da circa cinque anni e doveva ospitare il reparto di geriatria-lungodegenza e riabilitazione. ''Siamo rammaricati - ha aggiunto don Mario - nel vedere questa struttura, costata un sacco di soldi, chiusa ed abbandonata. Il nostro e' stato un gesto simbolico ma vorremmo che il nostro sogno si realizzasse''. Il sit-in si e' concluso con una benedizione da parte di mons. Bregantini affinche' ''il Signore illumini le autorita' che hanno il potere di decidere in merito''. Parlando ai giovani Monsignor Bregantini ha sostenuto che la struttura potrebbe essere utilizzata, in alternativa, per attivita' di ricerca, sociali, culturali ed assistenziali per gli anziani purche' sia fonte di sviluppo ed eroghi servizi alla collettivita'.
''Il problema della struttura destinata ad ospedale di Gerace era gia' alla valutazione della Giunta regionale, ed e' un problema che riguarda anche altre strutture gemelle costruite negli anni passati e mai utilizzate in altri centri della Calabria''. E' quanto ha detto il presidente della Regione, Agazio Loiero, dopo aver appreso del sit-in al quale ha partecipato il Vescovo di Locri, Monsignor Giancarlo Maria Bregantini, ed un gruppo di giovani che partecipavano ad un raduno. Loiero ha assicurato che quanto prima la Giunta regionale potrebbe assumere delle iniziative al riguardo.

A Badolato si è svolto l’”Obesity day”

25/11 Si e' svolta a Badolato, nei locali del Polo sanitario, una manifestazione in occasione dell' Obesity day, manifestazione nazionale per la lotta all' obesita'. L' iniziativa, promossa dall'Unita' operativa complessa di Diabetologia e dietologia territoriale dell' Azienda sanitaria 7 di Catanzaro, diretta da Giuseppe Pipicelli, ha suscitato grande interesse in considerazione del fatto che anche in Calabria l' obesita', considerata ormai a tutti gli effetti una patologia, e' in forte aumento. ''Alla manifestazione di Badolato per l' Obesity day - e' detto in un comunicato dell' Azienda sanitaria - hanno aderito, per quanto riguarda il personale sanitario, la dottoressa Giovanna Angotzi, la dietista Mary Caterina Pascale e l' infermiera professionale Luigia Milano, coadiuvate dal dottor Andrea Armogida, responsabile del Polo Sanitario di Badolato. Nel corso della mattinata agli operatori si sono rivolti numerosi cittadini di varia estrazione sociale e culturale, ciascuno con problemi di sovrappeso e obesita', disturbi molto comuni a tutte le classi di utenti, ai quali sono stati rilevati i parametri antropometrici e sono stati somministrati specifici questionari''.

A gennaio in Calabria riunione degli assessori regionali della sanità, sui limiti della mobilità sanitaria

24/11 Si terra' in Calabria la prossima riunione degli assessori alla Sanita' delle Regioni e delle Province autonome italiane. La decisione e' stata assunta a Roma, nel corso dell' ultima riunione della commissione Salute della conferenza delle Regioni, su proposta del coordinatore Enrico Rossi, assessore della Toscana. L' incontro - e' scritto in una nota dell'assessore regionale alla sanita' della Calabria - avra' luogo nel mese di gennaio e sara' dedicato al problema della mobilita' interregionale, bloccata da una norma introdotta dalla legge finanziaria, che vede la Calabria fra le regioni piu' interessate. ''La decisione di tenere in Calabria la riunione - ha detto l'assessore regionale alla sanita' della Calabria, Doris Lo Moro - e' senza dubbio un riconoscimento ed un atto di solidarieta' verso la Calabria, tradizionalmente tra le regioni piu' esposte al fenomeno dell' emigrazione sanitaria e che per questo sara' particolarmente penalizzata dal blocco imposto dalla manovra economica del governo''. Ma la soddisfazione dell' assessore e' ancora maggiore per un'altra decisione assunta dai suoi colleghi: quella di puntare su accordi bilaterali fra le Regioni per disciplinare la materia. ''Siamo impegnati, ed io per prima - ha aggiunto - principalmente per potenziare l' offerta di servizi sul territorio, che e' passaggio preliminare verso una sanita' efficiente in Calabria in presenza della quale i cittadini non avrebbero motivo di curarsi altrove. Ma siamo anche consapevoli che scegliere dove curarsi e' un diritto ed e' nostra intenzione garantirlo con accordi specifici fra le Regioni. Occorre pero' anche un intervento di razionalizzazione per fare in modo che l' emigrazione sia limitata a prestazioni di alta specializzazione e non piu' motivata da prestazioni ordinarie o ricoveri impropri''. Sono queste, dunque, le questioni nel cui merito gli assessori entreranno durante il loro prossimo incontro che non a caso si terra' in Calabria. L' emigrazione ha inciso sulla spesa sanitaria calabrese, nel corso del 2004, per 213 milioni e 615 mila euro. Lombardia (23,13%), Lazio (17,44%), Emilia Romagna (12,48%), Sicilia (11,57%), Toscana (7,65%) sono le aree in cui maggiormente si concentra l' emigrazione sanitaria calabrese. ''Dati - ha concluso Lo Moro - che evidenziano come la mobilita' ospedaliera sia diretta verso le Regioni piu' lontane con le quali intendiamo raggiungere intese specifiche per disciplinare i flussi, ma dicendo no con fermezza al blocco statale''. Lo Moro ha anche reso noto che una prima intesa sta per essere raggiunta con la Regione Lazio e sara' perfezionata prossimamente

Papalia (CGIL Medici) “L’Annunziata un ospedale in preda all’anarchia”

23/11 “Questo è un ospedale ingovernato ormai da mesi, se non da anni, che ha mille problemi e presenta punte di anarchia allarmanti. E’ un ospedale che ha bisogno urgente di un direttore generale di alto profilo, capace di incidere subito su una realtà in caduta libera per raddrizzare la situazione. Pur apprezzando il rigore metodologico dell’assessore regionale Doris Lo Moro e dalla Giunta per arrivare a questa nomina, mi sembra che ogni altro rinvio, però, sarebbe di pregiudizio per i cittadini utenti”. Lo afferma Teresa Papalia, segretaria aziendale della Cgil medici dell’Azienda ospedaliera di Cosenza, secondo la quale “è necessario anche un forte impegno da parte di tutti per ripristinare regole e rilanciare la qualità dell’offerta assistenziale che già pone problemi seri”. “Noto molte fibrillazioni in giro e molte mi sembrano interessate. In questo quadro – aggiunge la dottoressa Papalia – mi sembra una fuga in avanti, per esempio, porre come priorità una cancellazione delle procedure concorsuali relative ai concorsi per primario. Non si può e non si deve fare di tutte le erbe un fascio perché ci sono concorsi e concorsi. Concentrare però l’attenzione, come è stato fatto, esclusivamente sui concorsi per primari mi sembra, in verità, riduttivo e fuorviante. In ogni caso non è il problema dei problemi e non può essere fatta una omologazione tra tutte le situazioni. Non mi pare proprio che il destino di questa azienda ospedaliera dipenda solo dalla nomina dei primari o dall’annullamento dei concorsi. Quanto meno non mi pare che questo debba essere il primo punto da affrontare quando sono evidenti a tutti i guasti che sono stati procurati da una politica clientelare che ha mortificato le professionalità a ogni livello, premiando al contrario alcuni personaggi esclusivamente per meriti di appartenenza. Incominciamo a parlare dei servizi da valorizzare e chiediamoci sulla base di quale logica o interesse altri sono stati di fatto cancellati (penso ai trapianti di rene che non si fanno più nonostante ci siano competenze e strutture). Incominciamo a chiederci come mai le piante organiche mostrino vuoti a tutti i livelli. I cittadini hanno bisogno, proprio quando lo Stato sociale viene messo totalmente in discussione dal governo, di avere una Sanità di qualità e per essa dobbiamo impegnarci”.
“Alta – secondo la segretaria aziendale dei medici Cgil – deve essere la vigilanza del sindacato per impedire e denunciare casi specifici di abuso (cosa che in passato è stata sottovalutata) ma non per questo è necessario chiedere, senza avere perfetta cognizione dell’esistente, l’azzeramento di procedure concorsuali come se ciò fosse il toccasana di una situazione gravemente compromessa per ben altri motivi”.

Calabria malata di reumatismi ma non lo sa

22/11 La Calabria e' malata di reumatismi, ma non lo sa. Si pensa solo agli anziani, ma c'e' un sommerso fatto anche di giovani. Un dato dimostra la gravita' del fenomeno in Calabria: su cento ricoverati in ospedale, quasi cinque ci finiscono solo per malattie reumatiche. E' quanto e' stato reso noto nel corso della conferenza stampa di presentazione del Congresso nazionale della Societa' Italiana di Reumatologia che si svolgera' a Verona da domani a sabato. Nel 2003 in Calabria, secondo i dati del Ministero della Salute, il 4,8 per cento dei ricoveri ordinari per acuti ha riguardato le malattie del sistema osteomuscolare e del tessuto connettivo. Dato che pone la Calabria al dodicesimo posto in Italia per l' incidenza dei ricoveri in questo gruppo rispetto al totale dei ricoveri. In Italia 5,9 ogni cento ricoveri nel 2003 hanno riguardato le malattie del sistema osteomuscolare e del tessuto connettivo. In particolare in Calabria si sono avuti 14.178 ricoveri, con una degenza media di 7,1 giorni. In Italia si sono avuti 502.102 ricoveri con una degenza media di 6 giorni. Tra le malattie del sistema osteomuscolare, l' artrite reumatoide e' certamente una delle piu' invalidanti. In Calabria, secondo i dati del Ministero della Salute, nel 2003 si sono avuti 420 ricoveri per artrite reumatoide in regime ordinario (8.234 in Italia) e 247 in day hospital (7.920 in Italia). Il maggior numero di ricoveri per artrite reumatoide in Calabria ha riguardato le pazienti donne (306 in regime ordinario e 168 in day hospital). Nella grande maggioranza, per il regime ordinario, si e' trattato di anziani, uomini e donne, oltre i 65 anni e di soggetti nella fascia d' eta' 15-64 anni. Per quanto riguarda il day hospital, la fascia maggiormente colpita e' quella 15-64 anni. Ai dati dei ricoveri in Calabria sono da aggiungere tutte le persone che si curano ambulatorialmente o da sole a casa. Si stima che in Italia nel 2005 i pazienti con artrite reumatoide in trattamento con farmaci biologici (si tratta delle terapie di ultima generazione) siano circa 7.500. Solo qualche anno fa i dati parlavano di 3.903 pazienti, di cui l'1,8 per cento in Calabria. Un' altra patologia reumatica, progressiva e dolorosa, e' la spondilite anchilosante. In Calabria nel 2003 si sono avuti 40 ricoveri in regime ordinario (845 il dato nazionale) e 31 in day hospital (886 i ricoveri in Italia). Il maggior numero di ricoveri per spondilite anchilosante in Calabria ha riguardato gli uomini (37 in regime ordinario e 23 in day hospital). Nella grande maggioranza, per il regime ordinario e per il day hospital, si e' trattato di uomini e donne dai 15 ai 64 anni. Fra le malattie reumatiche, quella che si registra piu' frequentemente e' l' artrosi. In Calabria nel 2003 si sono avuti 2.979 ricoveri in regime ordinario (114.411 il dato nazionale) e 322 in day hospital (9.417 i ricoveri in Italia). Il maggior numero di ricoveri per artrosi in Calabria ha riguardato le donne (2.032 in regime ordinario e 228 in day hospital). Nella grande maggioranza, per il regime ordinario, si e' trattato di uomini e donne oltre i 65 anni e per il day hospital di uomini e donne da 15 a 64 anni

Entro fine mese le nomine dei DG della sanità calabrese

22/11 Entro fine mese, o al massimo nei primi giorni di dicembre, la Giunta regionale nominera' i nuovi direttori generali nel comparto sanitario. Oggi l' esecutivo calabrese, riunito sotto la presidenza di Agazio Loiero, ha ascoltato un' informativa dell' assessore alla sanita', Doris Lo Moro, che ha effettuato una prima selezione sui candidati che avevano presentato domanda. Una nuova riunione di giunta e' programmata per lunedi' 28 novembre e l' Ansa ha appreso, in qualificati ambienti politici del centrosinistra, che proprio questa data puo' essere quella possibile per la definizione del quadro delle nomine. Una riunione di giunta e' poi probabile anche per il 2 dicembre se per il 28 novembre non dovesse andare in porto la delicata partita sul comparto sanitario

Nominata dalla Regione la commissione d’inchiesta sulla sanità a Vibo

22/11 La Giunta regionale della Calabria ha nominato la commissione d' inchiesta che dovra' verificare l' attivita' amministrativa dell' Azienda sanitaria 8 di Vibo Valentia e, in particolare, la regolarita' amministrativa e contabile delle procedure relative alla costruzione del nuovo ospedale del capoluogo. La nomina della commissione, deliberata dalla Giunta regionale il 23 settembre scorso, era stata annunciata dall' assessore regionale alla Salute, Doris Lo Moro, all' indomani della diffusione delle prime notizie sull' operazione ''Ricatto'', coordinata dalla Procura della Repubblica di Vibo Valentia, riguardo presunte irregolarita' nell' assegnazione di appalti e servizi da parte dell'azienda sanitaria. Della commissione, secondo quanto e' detto nel provvedimento firmato dal dirigente generale dell'assessorato alla Salute, Raffaele Faillace, fanno parte quattro esperti esterni ''di comprovata esperienza e professionalita'''. Si tratta di Fabio Lorenzoni, docente di diritto amministrativo alla scuola professioni forensi dell' Universita' ''La Sapienza'' di Roma, che presiedera' l' organismo; di Giorgio Valentini, dirigente amministrativo del Ministero della Salute; di Mario Pinelli, docente di legislazione sanitaria all' Universita' di Modena, e di Giovanna Romeo, dirigente amministrativo del ministero della Salute. La commissione dovra' concludere i lavori entro 90 giorni dall' insediamento, prorogabili fino ad un massimo di 120 giorni.

A Bocchigliero è attiva la telecardiologia

21/11 I 1.600 abitanti di Bocchigliero possono usufruire del servizio di Telecardiologia messo a punto da Telbios, Telecom Italia e Anaste, l'associazione che raggruppa le Case di Riposo. L'idea e' venuta a Don Nando Ciliberti che e' il Presidente della Casa di Riposo per Anziani 'Santa Maria' il quale dopo aver visto i vantaggi del servizio di Telecardiologia messo a punto dalle 3 societa', ha pensato di chiederne l'utilizzo non solo per la Casa di Riposo da lui diretta ma anche per tutti gli abitanti del comune di Bocchigliero dove la Casa di Riposo Santa Maria ha sede. Bocchigliero e' uno dei comuni nella Sila, situato a 1.000 metri di altezza e ubicato in una zona impervia e isolata rispetto ai centri maggiori della zona che sono Cosenza e Rossano. L'unico mezzo pubblico di collegamento e' un autobus con due sole corse giornaliere. Su circa 1.600 abitanti il 50% sono anziani. Il paese dispone di Guardia Medica, di un ambulatorio e dell'assistenza di due medici di famiglia e di una farmacia. ''Con questo servizio - ha detto don Ciliberti - potremo fornire la possibilita' di un costante monitoraggio cardiologico non solo a tutti gli ospiti della nostra Casa di riposo ma all'intero paese di Bocchigliero. Viviamo in un paese bellissimo ma anche molto lontano dai centri in cui si puo' trovare assistenza sanitaria e in questo modo tutto il paese non si sentira' piu' solo. Ma questo e' solo l'inizio perche' dopo l' elettrocardiogramma saremo in grado di monitorare anche i parametri della funzionalita' respiratoria, la glicemia, la pressione arteriosa ecc. In questo modo tutti i cittadini di Bocchigliero potranno essere costantemente assistiti come capita nei centri urbani piu' grandi''

Secondo il Codacons in Calabria si muore di più di tumore per mancanza di impianti radioterapici

21/11 ''Di tumore si muore piu' in Calabria che nel resto d' Italia. A Crotone, in particolare, manca la possibilita' di effettuare cure radioterapiche''. E' quanto sostiene, in una nota, il Codacons Calabria. ''Nello stato in cui ci troviamo - si aggiunge nella nota - un malato di leucemia, nel nord, ha circa il 50 per cento di possibilita' in piu' di sopravvivere, rispetto ad un malato nella residente in Calabria. Fra le principali cause del divario, c' e' la diversa dotazione di impianti di radioterapia. Sulla nostra regione, infatti, pesa un gap infrastrutturale che obbliga i calabresi a diventare pendolari anche per eseguire un ciclo di radioterapia. Sempre a Crotone, inoltre, si registra una cronica mancanza delle apparecchiature per effettuare le risonanze magnetiche ed anche la Tac. Riceviamo continue segnalazioni da parte di molte famiglie, gia' distrutte dalla sorte, costrette a sopportare lunghi viaggi della speranza presso i centri piu' vicini dove poter sottoporre i propri congiunti alle cure radioterapiche. Dover intraprendere un viaggio in autobus o in auto, dopo aver sostenuto un trattamento radioterapico, e' un calvario inimmaginabile. Ci chiediamo come possa conciliarsi questo gap infrastrutturale con i circa 500 milioni di euro destinati alla Sanita' in Calabria e che non risultano essere stati spesi dal precedente Governo regionale''. ''Ci troviamo in questa situazione - conclude il Codacons - perche' in tutti questi anni non si e' inteso provvedere all' ammodernamento delle strutture ospedaliere, forse per favorire il privato, in maniera tale da offrire risposte adeguate ai pazienti ed agli operatori''.

Gallo “La Finanziaria taglia di fatto anche le cure sanitarie fuori regione”

19/11 “Desta grande preoccupazione la notizia diffusa da alcuni organi di stampa, relativa alla norma inserita nella Finanziaria in discussione in Parlamento, che fisserebbe limiti alla migrazione sanitaria all’interno del Paese”. Ad affermarlo è l’ex assessore alla disabilità del Comune di Cosenza, Vincenzo Gallo. “Sarebbe stato previsto, infatti, un tetto massimo dei rimborsi riconosciuti – prosegue Gallo- alle strutture sanitarie per i pazienti che vanno a curarsi in una regione diversa da quella di appartenenza, ad eccezione delle prestazioni oncologiche e di quelle di alta specialità, di cui non è però stato ancora reso noto l’elenco.
La riforma della Costituzione approvata qualche giorno fa in Parlamento, che trasferisce tutte le competenze in materia sanitaria alle Regioni, con il rischio di accentuare le diversità di trattamento tra i cittadini e di creare 20 sistemi sanitari, deve essere per fortuna ancora confermata da un referendum.
Questa norma, invece, inserita nella Finanziaria, introdurrebbe immediatamente, di fatto, delle frontiere tra regioni.
Ciò potrebbe mettere in grave pericolo soprattutto i cittadini con gravi patologie e disabilità abitanti in Calabria e in altre regioni del Mezzogiorno, viste che le carenze esistenti nell’offerta sanitaria non potranno essere certamente colmate in breve tempo.
La norma è stata già definita “paradossale” dal responsabile nazionale del tribunale per i diritti dei malati, ma c’è da augurarsi che ci sia una mobilitazione da parte di tutti parlamentari calabresi e meridionali affinché non venga definitivamente approvata.
E’ da sottolineare che in Italia c’è sicuramente necessità di ridurre il debito pubblico e di una razionalizzazione della spesa sanitaria.
Ma sembra del tutto iniquo ridurre le tasse ai cittadini con redditi più alti, come è stato fatto con la riforma dell’IRPEF e con l’eliminazione della tassa di successione anche per i titolari di grandi patrimoni, o consentire sprechi in vari settori e poi essere costretti ad abbandonare al loro destino i cittadini più deboli e in difficoltà”. Questo il testo della norma fornito dalla Fish Calabria:
XII Commissione - Resoconto di giovedì 17 novembre 2005, pag 114 SEDE CONSULTIVA
Giovedì 17 novembre 2005. - Presidenza del presidente Giuseppe PALUMBO. - Interviene il sottosegretario di Stato per la salute Cesare Cursi.
La seduta comincia alle 15.25.
Legge finanziaria per l'anno 2006.
C. 6177 Governo, approvato dal Senato.
(Relazione alla V Commissione).
Bilancio dello Stato per l'anno 2006 e bilancio pluriennale per il triennio 2006-2008.
C. 6178, e relative note di variazione C. 6178-bis e C. 6178-ter Governo, approvato dal Senato.
Tabella n. 2: Stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze (limitatamente alle parti di competenza).
Tabella n. 4: Stato di previsione del Ministero del lavoro e delle politiche sociali (limitatamente alle parti di competenza).
Tabella n. 15: Stato di previsione del Ministero della salute.
(Relazione alla V Commissione).
(Esame congiunto e rinvio).
Il comma 203, pur riconoscendo il diritto alla libera scelta da parte dei cittadini, prevede un tetto massimo regionale per il rimborso e la compensazione interregionale delle prestazioni erogate da una regione in favore di cittadini residenti in altre regioni. I criteri generali per il rimborso e la compensazione saranno definiti con decreto del Ministro della salute, d'intesa con la Conferenza Stato-regioni, sentita l'Agenzia per i servizi sanitari regionali. Nell'ambito di tali criteri, le regioni «possono stabilire specifiche intese e concordare politiche tariffarie». Dal tetto sono comunque escluse le cure oncologiche e i ricoveri legati a discipline di alta specialità.

Corbelli chiede un Consiglio provinciale sulla sanità

18/11 Franco Corbelli, leader del movimento Diritti civili, ha chiesto che venga convocata una riunione straordinaria ed aperta del Consiglio provinciale da e consigliere provinciale di Cosenza, Franco Corbelli, chiede un Consiglio provinciale straordinario ''da dedicare - afferma Corbelli - al tema della sanita', delle tante carenze nelle varie strutture e ai disagi e diritti violati dei cittadini utenti''. Corbelli, che e' un componente del Consiglio, auspica la presenza alla riunione del presidente della Regione, Agazio Loiero, e dell' assessore alla Sanita', Doris Lo Moro. Il leader di Diritti civili, inoltre, facendo riferimento sempre ai temi della sanita', sostiene che ''occorre nominare direttori generali, capaci e competenti, non scelti con il criterio (politico) del manuale Cancelli. La sanita' a Cosenza e in Calabria e' letteralmente allo sfascio. Per gli esami diagnostici occorrono mesi di attesa. Se la situazione non e' ancora del tutto precipitata lo si deve solo all' abnegazione del personale medico e paramedico delle varie strutture ospedaliere di Cosenza, della provincia e dell' intera regione che, con grande impegno e senso di responsabilita', sopperisce alle gravi carenze organizzative, strutturali e di organico. Non e' tollerabile che per fare un esame un cittadino debba aspettare tre mesi. Questo non succede neanche in un Paese del terzo mondo! La sanita' deve essere la prima, vera, assoluta emergenza e priorita' della nostra regione e dell' intero Paese. Piu' dello stesso lavoro''.

La CGIl chiede la cancellazione dell’accordo regionale sulla medicina generale

17/11 La cancellazione delle norme dell' accordo regionale sulla medicina generale deliberato dalla precedente Giunta regionale nell' agosto 2003 e' stata chiesta al presidente della Giunta regionale e all' Assessorato regionale alla Salute dalla segreteria della Funzione pubblica Cgil Medici. ''La richiesta - e' scritto in un comunicato - trae spunto da una segnalazione dell' Autorita' garante della concorrenza e del mercato, del 25 ottobre scorso, e permetterebbe di attivare le procedure previste per l' apertura di nuovi studi di medicina di base, che assicurino l' assistenza ambulatoriale negli ambiti territoriali individuati dalle Asl.La Fp-Cgil Medici era fra le organizzazioni sindacali non firmatarie di quell' accordo regionale, anche a causa di queste norme contestate, in quanto avrebbero di fatto impedito per anni l' ingresso di nuovi sanitari nell' area della medicina di famiglia''. ''La segnalazione dell' Autorita' garante della concorrenza e del mercato, indirizzata al Presidente della Giunta Regionale Agazio Loiero - prosegue il comunicato - fa finalmente giustizia precisando, inoltre, che queste norme vanno a ledere anche gli interessi dei cittadini calabresi. Infatti si produrrebbero effetti discriminatori sia a danno dei sanitari che intendono accedere alla professione di medico di famiglia, sia dei pazienti assistiti dal servizio sanitario regionale, limitando le reali possibilita' di accesso alle prestazioni''. ''Nell' interesse dei cittadini e dei medici calabresi - conclude la nota - la Fp-Cgil Medici - si impegnera' a che queste regole vengano recepite nell' accordo regionale per la medicina generale attualmente in fase di discussione e chiedera' che si modifichino quelle norme presenti nel vigente accordo nazionale in contrasto con tali direttive''.

Appello della CISL Medici per la sanità calabrese: “Corriamo ai ripari”

17/11 “La precarietà della sanità calabrese è fin troppo evidente: commissari allo sbando; reparti ospedalieri da tempo senza primari; dirigenza medica (a ragione) che vive un profondo disagio, una demotivazione continua, sovra esposta professionalmente; sfondamento della spesa farmaceutica; risorse economiche che inconcepibilmente, si regalano ai privati e si sottraggono ai bilanci pubblici”. A sostenerlo e' Mario Marino segretario regionale Cisl Medici in una dichiarazione. “A tutt'oggi non risultano -prosegue Marino- contabilizzate le spettanze contrattuali della dirigenza medica e dei medici convenzionati. Le difficoltà finanziarie di ogni singola azienda sono tali che sarà una chimera poter aggiornare già dal prossimo mese di dicembre gli stipendi. Per questo la CISL Medici chiede con forza l'intervento regionale per poter onorare gli impegni assunti nella conferenza Stato - Regione. Se a tutto ciò andiamo a sommare la mancanza assoluta di una programmazione e la presenza di un governo della salute inefficiente e disattento, che vive di proclami e di inutili "ispezioni" nelle strutture sanitarie, siamo davvero alla frutta. Una situazione simile non è più tollerabile. Cosi come non sono più tollerabili: la gestione della politica regionale in mano a soggetti presi in prestito dalle ASL, che continuano ad esercitare ruoli fondamentali perché abili nel taglia/incolla; la non ufficiaiizzazione dei debiti fuori bilancio dell'azienda (che il vice presidente del consiglio ci dice essere di oltre 70 milioni di euro!), ivi comprese le irregolari dismissioni immobiliari compiute nelle stesse. Non è certamente questo il modo per rinnovare la sanità, così la si distrugge definitivamente. Bisogna far ricorso a professionalità autentiche e organizzare un nuovo ponte di comando regionale, attrezzato per risolvere i problemi, che possa godere da subito della presenza nelle aziende di direttori generali onesti ed efficienti, veramente degni di tale ruolo. A proposito di ciò bisogna che questi vengano immediatamente nominati, anche al fine di scongiurare l'intervento commissariale che potrebbe essere disposto dal Ministro Storace. Quanto ai nomi che circolano, non è per nulla accettabile la proposizione di alcuni personaggi che, seppur provvisti di titoli accademici mancano dei requisiti di dirigenza richiesti. Abbiamo il dovere di scegliere il meglio della professionalità confermando e reclutando i direttori generali attraverso metodologie obiettivamente meritocratiche e professionali, quelle che garantiscono ai cittadini servizi adeguati ai bisogni, a quei cittadini che hanno dato il consenso all'attuale governo calabrese, nei confronti del quale cominciano a perdere speranza”.

Allarme per l’aumento della spesa farmaceutica

17/11 In Calabria, dopo l'abolizione dei ticket aumenta la spesa sanitaria. Un dato che preoccupa Giuseppe Mercurio, segretario generale della Fnp - Cisl Calabria, il quale nel richiamare l'attenzione sul fatto che il suo sindacato aveva condiviso e apprezzato ''l'iniziativa assunta qualche mese addietro dalla giunta regionale della Calabria , il provvedimento per l'eliminazione dei ticket sui farmaci e per la mono prescrizione sulle ricette'', ricorda anche che aveva ''manifestato una perplessita' circa la valenza 'erga omnes' del provvedimento, sostenendo che lo stesso avrebbe avuto un sapore di maggiore equita' e giustizia sociale se avesse riguardato solo le fasce economicamente piu' deboli e non anche quelle che il ticket possono tranquillamente pagare perche' rientranti tra i percettori di redditi medio-alti''. Oggi, rispetto a quel provvedimento assunto dalla giunta regionale della Calabria subito dopo il suo insediamento e condiviso da tutte le organizzazioni sindacali, Mercurio pur riconfermando la ''piena condivisione della bonta' e della forte rilevanza politica dell'iniziativa assunta dalla Giunta regionale nella eliminazione del ticket'', richiama ''la preoccupazione manifestata dal momento che in Calabria la spesa farmaceutica si e' impennata del 30% nel mese di settembre 2005 rispetto allo stesso mese dell'anno scorso, cosi' come rilevato sulla stampa locale''. Il sindacato inoltre e' preoccupato ''ancora di piu' per il fatto che, non a caso, nei giorni scorsi sia stata evidenziata una protesta circa l'aumento, deciso dalla Regione, della retta a carico delle famiglie per quanti sono ricoverati nelle strutture protette per anziani e disabili''. Secondo la Fnp-Cisl ''l'ipotesi ventilata di provvedimenti atti a contenere la spesa farmaceutica, che in Calabria e' decisamente fuori controllo ed ormai attestata al 13% di sfondamento rispetto al limite posto a livello nazionale, puo' anche trovare d'accordo la nostra Federazione, purche' gli stessi provvedimenti rientrino in un contesto di politiche concertate e condivise, anche alla luce del protocollo di intesa appena siglato dal Presidente Loiero con i segretari confederali di Cgil, Cisl Ed Uil''. Mercurio si dice infine convinto ''della necessita' di correre ai ripari con manovre di contenimento della spesa farmaceutica, ma siamo altrettanto consapevoli che occorrera' mettere in campo strategie che evitino ai calabresi di dover subire eventuali balzelli fiscali per far fronte al crescente disavanzo della spesa sanitaria nella sua piu' ampia articolazione, anche perche', come abbiamo sostenuto a suo tempo, restiamo fortemente determinati nella reiterazione di una richiesta che l'intera Cisl calabrese ha formulato alla Regione e che riguarda, in buona sostanza, la riduzione dell'Irpef regionale e del bollo auto''. La Fnp auspica dunque l'avvio di un tavolo specifico di concertazione ''che consenta di condividere in modo responsabile ogni provvedimento che va in direzione del risanamento della spesa sanitaria ma anche del rilancio dei servizi sanitari e sociali in Calabria''.

Bianchi (DL) “Contenere la spesa sanitaria coinvolgendo i medici”

17/11 ''La decisione di abolire il ticket da parte del centrosinistra e' stato un impegno assunto con gli elettori per una misura iniqua e priva di efficacia nel contenimento della spesa farmaceutica come dimostrano i dati contenuti nella relazione della corte dei Conti''. E' quanto sostiene in una nota la parlamentare della Margherita, Dorina Bianchi, circa l' abolizione del ticket in Calabria. ''Il centrodestra - ha aggiunto - aveva introdotto in Calabria il ticket quale presunta misura per il contenimento della spesa farmaceutica il tutto con scarsi risultati. Il ticket era di un euro fisso per ogni confezione. Tuttavia la Calabria e' stata la Regione che in base all' ultima relazione della Corte dei Conti ha fatto registrare nel 2004 una delle piu' alte spese farmaceutiche pro capite con 221 euro collocandosi solo dopo Lazio e Sicilia e ben al di sopra della spesa media fissata in 209 euro pro capite''. ''La Calabria - ha proseguito Bianchi - inoltre e' la regione che ha fatto registrare un incremento notevole del numero di ricette farmaceutiche determinato dall' applicazione, dal I settembre 2004, dalla giunta di centrodestra, dell' obbligo per i medici di prescrivere non piu' di una sola confezione di ciascun farmaco per ricetta. Questo ha consentito quindi un aumento delle entrate con un sistema assolutamente iniquo perche' generalizzato e senza suddivisione ne' per patologie ne' per fasce di reddito. Per non parlare delle farmacie di alcune regioni del centro-sud tra cui anche quelle calabresi che continuano a subire da parte delle Asl pesanti ritardi nei pagamenti degli importi dovuti per i farmaci erogati ai cittadini. Questa e' la spesa farmaceutica che ci ha lasciato il centrodestra''. ''Il centrosinistra - ha concluso - invece ha deciso di puntare al contenimento della spesa farmaceutica coinvolgendo i medici di famiglia sulla adeguatezza delle prescrizioni e su un patto di trasparenza tra medici farmacie e cittadini''.

SLF Cobas: “La spesa farmaceutica subordinata ai poteri forti”

17/11 Il Sindacato dei lavoratori dell'Industria Farmaceutica Slf Cobas, attraverso un documento, denuncia all'opinione pubblica e alle istituzioni ''la sconcertante gestione dell'assistenza farmaceutica nella Regione Calabria, che, rifiutando non solo la concertazione ma anche il solo confronto con le parti sociali, procede irresponsabilmente a subordinare le esigenze degli assistiti agli interessi forti dei poteri locali e nazionali''. L'assessorato alla Sanita', secondo il sindacato, ''scopiazzando metodiche di altre Regioni piu' ricche, meglio attrezzate e che dispongono per ragioni inique di maggiori fondi per l'assistenza sanitaria, ha rinviato decisioni che assunte tempestivamente avrebbero impedito che la spesa farmaceutica crescesse in misura eccessiva e preoccupante''. ''Non c'e' chi non veda o non capisca - si legge ancora nella nota - il motivo dei continui rinvii, della cartolarizzazione dei crediti vantati dall'industria farmaceutica (la Calabria e' l'unica Regione ad avere impegnato i fondi dei prossimi anni per pagare cio' che altri hanno rinviato) della piu' volte annunciata volonta' di avviare la distribuzione dei farmaci attraverso gli ospedali''. ''L'erogazione di farmaci attraverso gli ospedali - continua il documento - prevede l'acquisto diretto dei farmaci e solitamente la spesa viene scaricata sulla voce di beni e servizi e non sulla spesa farmaceutica, come invece dovrebbe, e cio' allo scopo di nascondere la spesa farmaceutica vera, dissimulando gestioni virtuose che invece sono disastrose''. Insieme a cio', sempre secondo il sindacato, ''l'Assessorato alla Sanita' sta accumulando, in numerose ASL, altri debiti con le farmacie che gia' manifestano gravi difficolta' che se non saranno risolte tempestivamente saranno motivo di sospensione dell'assistenza farmaceutica. La Regione Calabria, anche per le promesse ripetute in campagna elettorale, deve garantire ai cittadini una assistenza farmaceutica che vada oltre i livelli essenziali di assistenza (Lea) e pertanto l'Assessorato alla Sanita' ha il dovere di attivare tutti gli strumenti di contenimento e di controllo della spesa di cui dispone e di cui ha piena competenza''. Il Sindacato dei lavoratori dell'Industria Farmaceutica SLF Cobas invita le autorita' ''a vigilare affinche' l'Assessorato alla Sanita' promuova l'appropriatezza prescrittiva, impedisca qualsiasi azione di boicottaggio dei farmaci generici ed emani le linee guida che regolamentano l'informazione sui farmaci, evitando ulteriori sperperi e garantendo i livelli occupazionali di quanti operano nel settore''.

Dal 21 torna la settimana di prevenzione andrologica

16/11 Sensibilizzare la popolazione maschile calabrese verso una maggiore cura e attenzione nei confronti dell' apparato riproduttivo e sessuale. E' l' obiettivo della Settimana di Prevenzione Andrologica 2005 che si terra' anche in Calabria dal 21 al 26 di novembre. Giunta alla sua quinta edizione, la ''Settimana'' promossa dalla Societa' italiana di andrologia rendera' possibili visite andrologiche gratuite all' interno di 150 centri specializzati distribuiti sull' intero territorio nazionale. In Calabria, i centri che hanno aderito al progetto sono i reparti di urologia dell' Ospedale di Gioia Tauro e del Pugliese-Ciaccio di Catanzaro. ''Le precedenti quattro edizioni della Settimana della prevenzione andrologica, che hanno visto coinvolti complessivamente 204 centri, 300 specialisti e circa 20.000 pazienti - sottolinea Vincenzo Gentile, presidente della Societa' italiana di andrologia - hanno fatto diagnosticare molte patologie congenite o acquisite dell' apparato genitale maschile fino a quel momento mai diagnosticate in quei soggetti. Non bisogna dimenticare poi che i disturbi andrologici possono anche essere l' indicatore di una serie di patologie organiche quali flogosi, diabete, ipercolesterolemia, ipertensione, insufficienza renale, depressione ed altro ancora. E', quindi, importante sostenere una seria e strutturata attivita' informativa e preventiva, portando l' universo maschile alla consapevolezza di dover affrontare quei problemi che limitano il benessere dell' individuo e della coppia, attraverso la consultazione di specialisti in grado di indicare la strada giusta per risolverli''. Da quest' anno, inoltre, la ''Settimana'' assume una valenza ancor piu' significativa in seguito all' abolizione del servizio di leva obbligatorio e, quindi, della relativa visita medica con la conseguenza che e' venuto meno anche il primo screening utile all' individuazione di eventuali patologie dell' apparato riproduttivo, che se trascurate possono avere conseguenze anche severe. Nelle precedenti edizioni della Settimana sono stati piu' di 20 mila i maschi, tra i 20 e i 70 anni, coinvolti dall' iniziativa. In occasione dell' edizione di quest' anno sara' utilizzato per la prima volta il Italia il nuovo questionario denominato ''Male Sexual Health Questionnaire'', pubblicato negli USA nel 2004 sulla rivista ''Urology'' che ha ricevuto di recente la validazione anche nel nostro Paese.

In Italia si bevono bevande alcoliche già ad 11 anni, media più bassa d'Europa. L'alcol non riduce i rischi al cuore.

12/11 In Italia la soglia di inizio di consumo di bevande alcoliche e' 11 anni, la piu' bassa d' Europa, e l' eta' media di inizio e' 14 anni. Inoltre e' in aumento l' assunzione di alcolici, che non e' piu' concentrata nel fine settimana, ma si sta allargando anche agli altri giorni della settimana. A lanciare l' allarme e' stata la Societa' italiana di alcologia (Sia) che sta celebrando il proprio congresso nazionale a Vibo Valentia. Dai lavori e' emerso che, per quanto riguarda alcol e guida, l' 80% dei giovani bevono e comunque si mettono alla guida dopo aver bevuto; il 20% dei giovani che sono forti bevitori si mettono alla guida; al 4% dei giovani nelle ultime quattro settimane e' capitato di guidare in stato di ebbrezza; la maggior parte degli incidenti e' causata da maschi (9 su 10). Al riguardo la Sia ha patrocinato il progetto nazionale di prevenzione con la Just Media Comunication ''il Pilota'', un reality show finalizzato a sensibilizzare i giovani in discoteca e altri locali di ritrovo su effetti e conseguenze del consumo di alcolici tramite il gioco ed il divertimento. Dalla campagna e' emerso che il 63% di giovani dichiara di consumare bevande alcoliche in discoteca, il restante prima di recarvisi; una giovane su cinque dichiara di tornare a casa sempre ubriaca e una su due spesso, solo una su trentatre non si ubriaca; il 26% dichiara di consumare aperitivi mix alcol e frutta, il 23% rhum e il 15% birra; il 34% conosce il tasso massimo di alcolemia consentito dalla legge. Il problema del consumo di alcol, pero', si fa sentire anche sui luoghi di lavoro. Nel corso del congresso e' stato evidenziato che l' uso di alcol nei luoghi di lavoro e' causa del 4-20% di tutti gli infortuni che corrispondono a 37.000-188.000 eventi all' anno. L' Oms, secondo quanto riferito dalla Sia, stima i costi sociali e sanitari del consumo di alcolici nel 2-5% del Prodotto nazionale lordo di uno Stato. ''Di questa quota - e' scritto in una nota - una parte rilevante e' dovuta a licenziamenti o declassazioni. E' necessario quindi sperimentare interventi di sensibilizzazione ed informazione rispetto ai rischi alcol rivolta a tutti i lavoratori e individuare modelli di intervento per quei lavoratori che presentano un problema alcol correlato in modo da attivare percorsi alternativi a quello del licenziamento, oltre che di cura ed aiuto''
''Le conoscenze attuali non consentono di identificare quantita' di consumo alcolico raccomandabili o sicure per la salute. E' piu' corretto parlare di quantita' a basso rischio, evidenziando che il rischio esiste a qualunque livello di consumo, anche minimo, ed aumenta progressivamente con l' incremento delle quantita' consumate di bevande alcoliche''. A sostenerlo e' stato il presidente nazionale della Societa' italiana di alcologia (Sia), Valentino Patussi, nel corso del congresso nazionale a Vibo Valentia. ''Possono indubbiamente esistere - ha aggiunto Patussi - degli effetti che favoriscono le sensazioni di benessere, di relax, di abbassamento della tensione, sensazioni di gusto e di piacere. Effetti che sono sicuramente utili all' organismo, ma che possono essere comunque raggiunti anche senza l' alcol. Anche quantita' moderate di alcol sono coinvolte nell' aumento del rischio di insorgenza di vari tipi di tumori in diversi organi, sopratutto mammella, cavo orale, faringe e prime vie aeree, stomaco. Lo stesso vale per gli incidenti cerebrovascolari emorragici o la sindrome feto-alcolica. Alla luce di tutto cio', non appare corretto evidenziare o affermare da un punto di vista scientifico, epidemiologico, di salute pubblica ed etico che il vino o la birra o i superalcolici riducano il rischio di malattie, incluse quelle cardiovascolari, se tali affermazioni risultino private o non integrate dell' informazione relativa ai danni che subisce l' organismo a quelli stessi livelli di consumo che si dichiara protettivi''. Patussi ha quindi affermato che esistono condizioni che pongono gli individui in situazioni di vulnerabilita' tale da sconsigliare in assoluto il consumo di alcol. Ed ha citato, tra gli altri, i casi dei ragazzi con meno di 16 anni, di donne in gravidanza o che l' hanno programmata, se si assumono farmaci o si si soffre di una patologia acuta o cronica. Il presidente della Sia ha rilevato che per quanto riguarda il resveratrolo, un' antiossidante, in un litro di vino si registrano mediamente livelli di 0,6-0,8 milligrammi della sostanza. ''Per ottenere gli effetti di protezione e per favorire un ridotto rischio vascolare - ha spiegato Patussi - la quantita' giornaliera assicurata dalla prescrizione medica dei comuni farmaci che contengono principi attivi analoghi al resveratrolo e' pari a 1.000 mg. Per raggiungere tali livelli terapeutici sarebbero necessari 1.660 di litri di vino circa al giorno. La Sia ritiene eticamente corretto suggerire l' assunzione di alimenti che non contengono componenti tossiche; pertanto meglio assumere una dieta equilibrata ricordando che gli antiossidanti si trovano in quantita' superiori al vino nei broccoli, cavoli, fagioli, olio, kiwi e frutta in genere''. Anche per quanto riguarda il presunto effetto sull' Alzheimer, la Sia ha denunciato ''l' uso distorto e manipolativo delle informazioni derivanti dagli studi sperimentali, quali quelli che dimostrano effetti protettivi cellulari, ad esempio nei topi, e che vengono utilizzate in maniera speculativa per formulare alcune conclusioni e relativi battage di stampa assolutamente inappropriati ed inutili per la razza umana''. Al riguardo la Sia ha ricordato che ''il dato in vitro deve essere verificato in vivo, prima in modelli animali poi con studi su pazienti di tipo sperimentale, possibilmente randomizzati controllati. Fino a che una molecola, sia essa naturale che sintetica, non ha superato tale valutazione, il suo uso rimane solo un' ipotesi sperimentale. Ipotesi affascinante, ma sempre un' ipotesi e quindi da non prendere in considerazione sul piano terapeutico, specialmente se la sua assunzione puo' essere associata agli effetti di un tossico come l' alcol''. ''Non ci sono - ha ribadito, infine, Patussi - quantita' sicure di consumo di alcol. E' provato che il 10% di tutte le malattie a livello di popolazione e' attualmente attribuibile, direttamente o indirettamente, al consumo di alcol il che emerge da dati Ossfad, Iss, Sia ed Oms''.

In aumento i donatori di organi in Calabria

11/11 Il numero dei donatori di organi per trapianti in Calabria e' passato dai 4,5 per milione di persone del 2004 ai 6,6 nel 2005. Il dato, diffuso dal Centro nazionale trapianti ed aggiornato al 20 settembre scorso, e' stato reso noto nel corso della conferenza stampa svoltasi a Roma per celebrare il ventennale del primo trapianto di cuore in Italia. La percentuale nazionale e' del 21,1 per cento. Un altro dato significativo e' quello che riguarda la diminuzione delle persone contrarie alla donazione degli organi, che sono passate dal 60 per cento del 2004 al 34,8 del 2005 (la media nazionale e' del 27,8 per cento).

In Calabria oltre 60.000 i casi di diabete conclamato. Sabato e domenica iniziative nella regione.

10/11 Sono sessantamila i diabetici calabresi conclamati, mentre altri ventimila sarebbero coloro che sono affetti dalla malattia senza saperlo. E' quanto emerge dai dati degli organizzatori della Giornata del Diabete che si svolgera' anche in Calabria il 12 e 13 novembre nelle piazze delle principali citta'. Grazie al volontariato di medici, operatori sanitari, infermieri e associazioni di pazienti, tutti i cittadini potranno ricevere materiale informativo sulla malattia, gadget, consulenza medica qualificata e soprattutto potranno effettuare gratuitamente l' esame della glicemia. Con una semplice puntura sul dito e' infatti possibile scoprire il livello degli zuccheri nel sangue. Ai cittadini sara' inoltre fatto compilare un questionario diagnostico per la rilevazione del rischio diabete. ''In Calabria - ha detto il coordinatore regionale della giornata, dott. Gaudenzio Stagno - si stimano 60mila diabetici conclamati e altri 20mila sono malati senza saperlo. Per questo e' importante controllare periodicamente la glicemia e prevenire la malattia facendo attivita' fisica regolare (almeno mezz'ora al giorno) e mantenendo sempre il peso giusto''. In Italia le persone colpite da diabete sono oltre tre milioni ed almeno un milione ne soffre o sta per soffrirne senza saperlo. La Giornata del Diabete si svolgera' in 300 piazze delle principali citta' italiane ed e' organizzata - su incarico diretto del Ministero della Salute - dalle maggiori associazioni di pazienti, Fand, Fdg, Aid, Aniad e Juvenile Diabetes Foundation Italia, con la consulenza scientifica di Diabete Italia (consorzio tra la Societa' Italiana di Diabetologia e l' Associazione Medici Diabetologi). L'edizione 2005, infine, e' dedicata alla prevenzione del piede diabetico, ovvero delle gravi complicanze a carico di gambe e piedi che colpiscono 15 diabetici su 100.

La Giunta regionale dichiara la decadenza del DG Madaffari all'AS di Lamezia

07/11 La Giunta regionale, riunitasi, sotto la presidenza del vicepresidente, Nicola Adamo, ha approvato una delibera con cui ha dichiarato la decadenza di Carmela Madaffari dalla Direzione generale dell' Azienda sanitaria di Lamezia Terme. La decisione e' stata presa su proposta dell' assessore alla Sanita', Doris Lo Moro. L' esecutivo ha cosi' riconfermato il commissario Giuseppe Biamonte fino alla nomina del nuovo Direttore generale. ''La decadenza di Carmela Madaffari - si afferma in un comunicato dell' ufficio stampa della Giunta - e' da attribuirsi ad uno squilibrio di bilancio, riscontrato sia dal Commissario che dal Collegio dei revisori. E' da precisare, tra l'altro, che il giudice del lavoro che si era pronunciato sul ricorso della stessa Madaffari non aveva ordinato il suo reintegro, ma aveva sospeso solo il decreto di nomina di Biamonte. Con il provvedimento di oggi la Giunta ha, quindi, messo fine alla vicenda. In un analoga situazione, il Giudice del lavoro del Tribunale di Castrovillari aveva deciso respingendo il ricorso e condannando alle spese il ricorrente''

Il 10 e l’11 due giornate sull’osteoporosi a a Scalea

Due giornate dedicate allo studio e alla prevenzione dell'osteoporosi. L'iniziativa e' dell'Amministrazione comunale di Scalea in collaborazione con la Caritas locale, i medici di medicina generale e lo specialista reumatologo. `'Le giornate di prevenzione sull'osteoporosi'' si svolgeranno giovedi' 10 e venerdi' 11 nei locali della biblioteca comunale, in piazza Maggiore De Palma, nel centro storico di Scalea. Per giovedi' 10 l'orario fissato e' dalle 15.00 alle 18.00, mentre per venerdi' 11 novembre dalle 9.00 alle 11.30. ''Sara' possibile ¿ ha fatto sapere il dottor Marcello D'Amico, uno degli organizzatori delle giornate ¿ effettuare una densitometria ossea, la Moc, gratuita. Probabilmente ci saranno molte richieste e, per questo motivo, si consiglia di parlare prima con il proprio medico''.

Allarme OMS: Aumenta l’uso di alcol in Italia. Nella prossima settimana congresso a Vibo.

05/11 Al Congresso Nazionale Societa' Italiana di Alcologia che si terra' a Vibo Valentia dal 10 al 12 novembre prossimi saranno portati i dati piu' che mai allarmanti che pervengono dalle maggiori e piu' attendibili organizzazioni scientifiche. Secondo il World Health Report dell'OMS, l'alcol provoca direttamente o indirettamente il 10% di tutte le malattie, il 10% dei tumori, il 63% delle cirrosi epatiche,ma anche il 41% degli omicidi ed il 45% degli incidenti, il 9% delle invalidita' e delle malattie croniche. L'OMS indica inoltre che i costi annuali, sociali e sanitari, sostenuti a causa di problemi collegati all'alcol, sono pari al 2-5% del PIL; la stima elaborata dall' Istituto Superiore di Sanita' sul PIL nazionale del 2003 (1.324 miliardi di euro) indica in circa 40 miliardi di euro anni tali costi. Nell'intera Europa un giovane su quattro tra i 15 e i 29 anni muore a causa dell'alcol che rappresenta, anche in Italia, il primo fattore di rischio di invalidita', mortalita' prematura e malattia cronica tra i giovani. La Societa' Italiana di Alcologia e l'Istituto Superiore di Sanita' lanciano l'allarme. Dalla relazione introduttiva al Congresso di Vibo Valentia Emanuele Scafato,direttore dell'Osservatorio Nazionale Alcol-OssFAD dell'Istituto Superiore di Sanita' si evince che in Italia sono circa 7 milioni gli italiani che consumano quantita' di alcol considerabili a maggior rischio e che eccedono le Linee guida per una sana alimentazione dell'INRAN-Ministero per le Politiche Agricole (1-2 bicchieri al giorno di una qualsiasi bevanda alcolica per le donne, 2-3 bicchieri al giorno per gli uomini); cio' significa che il 19 % circa dei consumatori di bevande alcoliche in Italia costituisce la quota di popolazione italiana a maggior rischio di problemi e patologie alcolcorrelate con una prevalenza maggiore per il sesso femminile, di per se' maggiormente vulnerabile agli effetti dell'alcol. I dati diffusi dall'ISS segnalano inoltre che sono circa 800.000 gli adolescenti italiani al di sotto dei 16 anni (eta' legale per la somministrazione) che consumano alcolici prediligendo birra, aperitivi alcolici e superalcolici consumati secondo modalita' sempre piu' frequenti di uso piu' che di consumo di alcol e certamente difformi rispetto alle tradizioni mediterranee. L'Italia ha in Europa il record dell'iniziazione all'uso di alcol: 11 ed i 12 anni rispetto alla media europea che e' di 14 anni. Secondo i dati ISS sono sempre piu' numerosi gli adolescenti che consumano alcol: nel 2001, l'ISTAT ne ha contati 870.000 di eta' compresa tra i 14 e i 16 anni, 22.000 in piu' rispetto al 2000 e 89.000 in piu' rispetto al 1998 con un lieve decremento registrato nel 2002. Ed e' anche nella fasce piu' giovanili (14-17 anni e 18-24 anni) che si registrano gli unici incrementi nel numero di consumatori e consumatrici di bevande alcoliche fuori pasto. Circa 200 giovani perdono la vita ogni anno a causa di incidenti stradali provocati dall'alcol,responsabile anche del 50% degli incidenti non mortali sulle strade che provocano gravi disabilita'. Dalle informazioni elaborate dall'ISS relative alla Rilevazione 2002 dei dati di attivita' dei Servizi per la cura delle alcoldipendenze (Ministero della Salute) si rileva nel periodo 1996-2002 un incremento del 109 % nel numero degli alcoldipendenti di sesso maschile (dai 16.361 del 1996 ai 34.191 del 2002) e del 100 % per le alcoldipendenti (dai 5.148 ai 10.299). Contestualmente si registra un incremento nel numero dei Servizi dai 280 del 1996 ai 423 del 2002 (+51,1 %) con un incremento consistente nel periodo 2001-2002 (99 Servizi in piu' ) a testimonianza dell'attivazione regionale nei confronti di una domanda crescente ma anche di un crescente squilibrio nel rapporto utenti/servizi. L'alcol sempre di piu' viene utilizzata dai giovani come ''sballo''e come sostanza capace di determinare un rinforzo positivo sull'umore producendo effetti sulle performance personali ovvero viene utilizzata come ''accesso'' o ''ponte'' all'uso di altre sostanze illegali. Commento: C'e' da chiedersi a questo punto come mai l'alcol pur determinando quanto fino ad ora esposto non assurge mai ad attenzione specifica dalla legislazione italiana che non ne limita e regolarizza la commercializzazione e l'accessibilita'; si preferisce porre all' attenzione della opinione pubblica il problema cocaina, assolutamente da non sottovalutare, ma che ancora non ha avuto la espansione massiccia sulla popolazione che invece presenta l'alcol tanto da prevedere la creazione di servizi specifici. I dati supportano la necessita' di agire con importanti interventi di prevenzione e di misure a tutela della salute (in particolare dei giovani) che possano consentire la riduzione dei fenomeni di abuso stimolati da una crescente pressione mediatica (pubblicita') e dall'incremento della disponibilita' di bevande alcoliche garantita da prezzi ''promozionali'' come testimoniato dalle happy hours ormai diffusi su tutto il territorio nazionale. Circa 200 giovani perdono la vita ogni anno a causa di incidenti stradali provocati dall'alcol,responsabile anche del 50% degli incidenti non mortali sulle strade che provocano gravi disabilita'. Dalle informazioni elaborate dall'ISS relative alla Rilevazione 2002 dei dati di attivita' dei Servizi per la cura delle alcoldipendenze (Ministero della Salute) si rileva nel periodo 1996-2002 un incremento del 109 % nel numero degli alcoldipendenti di sesso maschile (dai 16.361 del 1996 ai 34.191 del 2002) e del 100 % per le alcoldipendenti (dai 5.148 ai 10.299). Contestualmente si registra un incremento nel numero dei Servizi dai 280 del 1996 ai 423 del 2002 (+51,1 %) con un incremento consistente nel periodo 2001-2002 (99 Servizi in piu' ) a testimonianza dell'attivazione regionale nei confronti di una domanda crescente ma anche di un crescente squilibrio nel rapporto utenti/servizi. L'alcol sempre di piu' viene utilizzata dai giovani come ''sballo''e come sostanza capace di determinare un rinforzo positivo sull'umore producendo effetti sulle performance personali ovvero viene utilizzata come ''accesso'' o ''ponte'' all'uso di altre sostanze illegali. Commento: C'e' da chiedersi a questo punto come mai l'alcol pur determinando quanto fino ad ora esposto non assurge mai ad attenzione specifica dalla legislazione italiana che non ne limita e regolarizza la commercializzazione e l'accessibilita'; si preferisce porre all' attenzione della opinione pubblica il problema cocaina, assolutamente da non sottovalutare, ma che ancora non ha avuto la espansione massiccia sulla popolazione che invece presenta l'alcol tanto da prevedere la creazione di servizi specifici. I dati supportano la necessita' di agire con importanti interventi di prevenzione e di misure a tutela della salute (in particolare dei giovani) che possano consentire la riduzione dei fenomeni di abuso stimolati da una crescente pressione mediatica (pubblicita') e dall'incremento della disponibilita' di bevande alcoliche garantita da prezzi ''promozionali'' come testimoniato dalle happy hours ormai diffusi su tutto il territorio nazionale.

Accolto il ricorso contro la sospensione del Dg dell’ASL di Lamezia.

04/11 Il giudice del lavoro di Lamezia Terme, Nicola Marrone, ha accolto il ricorso presentato da Carmela Madaffari contro la sua sospensione dal' incarico di direttore generale dell' Azienda sanitaria di Lamezia Terme, decisa dalla Giunta regionale, e di nominare come commissario Giuseppe Biamonte. I difensori di Carmela Madaffari, Domenico De Tommaso e Domenico Sorace, avevano sostenuto l' illegittimita' della sospensione e della nomina di Biamonte ''sia per l' insussistenza del potere di sospensione, sia per l' inesistenza dei presupposti per l' adozione del provvedimento''. Il Giudice del lavoro, nella sua ordinanza, ha sostenuto l' illegittimita' della sospensione del direttore generale dell' Azienda sanitaria per ''l' insussistenza dei motivi e dei presupposti richiesti dalla normativa vigente''. Con la stessa ordinanza il giudice del lavoro ha anche sospeso la nomina di Biamonte a commissario dell' Azienda sanitaria di Lamezia. Il giudice ha sostenuto che ''nella fattispecie puo' ravvisarsi il pericolo di un pregiudizio imminente ed irreparabile dell' immagine professionale della dottoressa Madafferi, per gli inevitabili riflessi negativi determinati dalla modalita' pubblicistiche del procedimento di sospensione che indubbiamente determinano una notevole compromissione della sua immagine pubblica intesa come espressione della sua personalita'''. Il giudice ha rilevato inoltre ''la contraddittorieta' intrinseca dell' operato della Giunta regionale che, costituendo una mera violazione di ordine procedimentale e formale, ha assunto in concreto il carattere di contrarieta' ai principi generali della correttezza e buona fede''.

Virus dei polli: L’AS4 ricorda le disposizioni agli operatori

02/11 Il Servizio delle Attività economiche e produttive, richiamando una nota dell’As4, ricorda a tutti gli operatori interessati le disposizioni dell’ordinanza del Ministero della Salute del 2 settembre scorso circa le carni fresche di volatili da cortile. In particolare, va osservato rigorosamente l’obbligo di apporre sulle carni avicole una nuova etichettatura contenente informazioni complete a garantire la tracciabilità su tutta la filiera commerciale. L’As4 di Cosenza raccomanda a tutti gli operatori del settore interessati di verificare nelle fasi di introduzione di tali alimenti le nuove indicazioni previste dall’ordinanza.

Due allevatori e due veterinari denunciati per il mancato rispetto dell’ordinanza sull’aviaria

02/11 Un allevatore di polli e due veterinari sono stati segnalati all' autorita' giudiziaria dai carabinieri del Nas di Catanzaro per il mancato rispetto dell' ordinanza del ministero della Salute dell' agosto scorso in materia di misure di prevenzione dell' influenza aviaria. Il fatto e' avvenuto a Joppolo, un comune del vibonese. Nel corso dei controlli all' interno dell' impianto di macellazione sono stati sono sequestrati anche 20.000 polli da ingrasso.

Avviate le iscrizioni per corso di specializzazione in Psicoterapie

31/10 Sono aperte in Calabria le iscrizioni per il Corso di Specializzazione in ''Psicoterapie Brevi ad Approccio Strategico'' dell' Istituto per lo Studio delle Psicoterapie (Isp), con sede a Vibo Valentia. La specializzazione ha durata quadriennale, per un totale di 500 ore annue di formazione. Al termine del percorso la scuola, legalmente riconosciuta dal Ministero dell' Universita' e della Ricerca Scientifica e Tecnologica, rilascera' un Diploma che consentira' l' esercizio dell' attivita' psicoterapeutica. ''Dal punto di vista didattico e metodologico - ha detto la responsabile del centro di Viobo Valentia, Valeria Verrastro - le lezioni hanno carattere prevalentemente pratico ed esperienziale ed offrono la possibilita' di completare il quadriennio scegliendo tra differenti ambiti di applicazione, tra i quali, appunto, l' approccio strategico, che si rivolge alle nevrosi e alle psicosi ma consente anche di operare interventi psicologici nelle carceri, nel mondo del lavoro e delle organizzazioni, nel campo della sessuologia ed in quello della devianza, per citare alcune delle applicazioni 'non tradizionali' di un approccio derivante dalla ricerca in campo psicoterapeutico''. Le lezioni inizieranno a febbraio 2006 ed avranno luogo a Lamezia Terme.

L’AS 4 di Cosenza non paga a e l’ASA minaccia licenziamenti

28/10 L' As di Cosenza 4 non paga le strutture specialistiche ambulatoriali accreditate e l' Asa, l' associazione che riunisce una trentina di strutture, minaccia la protesta e i licenziamenti. Dallo scorso aprile, e' scritto in una nota, le strutture specialistiche ambulatoriali accreditate del territorio dell' As 4, non ricevono le spettanze che sono loro dovute e riconosciute da un regolare contratto stipulato con l' Azienda Sanitaria. ''La conseguenza immediata di questo inaccettabile ritardo - afferma il presidente dell' Asa, Fernando Ruffolo - e' stata la difficolta' con la quale sono stati corrisposti gli stipendi al personale dipendente, con conseguente ricorso al credito bancario anche per affrontare le spese di gestione quotidiana. Questa situazione e' diventata sempre piu' gravosa e rischia di riflettersi inevitabilmente sul mantenimento dei posti di lavoro. Diciamola in parole povere: licenziamenti''. ''Ci ritroviamo - continua Ruffolo - nella condizione di attuare i sistemi di protesta gia' sperimentati nel passato per poter ottenere quanto ci spetta e, soprattutto, nei tempi dovuti. Praticamente quanto eravamo riusciti a fare con l' ex direttore generale dell' As 4, Franco Buoncristiano. Il problema e' anche da individuare nel continuo susseguirsi dei cambi al vertice dell' As. I manager, infatti, prima di passare all' erogazione della spesa, devono necessariamente avere consapevolezza del compito che sono stati chiamati ad assolvere. Questo produce un inevitabile ritardo che, pero', si riflette negativamente sul funzionamento delle strutture specialistiche accreditate. Leggiamo sulla stampa di continui travagli e riflessioni da parte degli amministratori regionali per giungere ad un assetto definitivo delle As calabresi. Ci auguriamo che tali riflessioni non durino piu' cosi' a lungo e che i diritti di chi lavora in realta' come la nostra vengano riconosciuti e compensati nei tempi e nei modi dovuti''. ''E' grave - conclude Ruffolo - che dei nostri lavoratori nessuno parli. Non siamo soggetti di spreco, ma assolviamo, al contrario, ad una funzione di pubblico servizio. E' bene precisare che la Regione spende almeno il 20% in meno rispetto alla media nazionale per la specialistica, unico vero strumento di prevenzione, mentre molto di piu' sempre rispetto alla media nazionale, viene speso per i ricoveri e la farmaceutica. In fondo non dovrebbe essere cosi' difficile provvedere nei tempi giusti ai pagamenti se e' vero, com'e' vero, che, ad esempio, le spettanze alle Rsa, cioe' le strutture di residenza e riabilitazione per anziani, vengono corrisposte con estrema puntualita'''

L’Ospedale di Scalea non deve diventare un palazzo degli uffici

28/10 ''L' ospedale di Scalea non deve diventare un palazzo degli Uffici''. E' quanto sostiene Mario Russo, sindaco di Scalea, che sollecita all' Azienda sanitaria di Paola la realizzazione di un protocollo d'intesa sul futuro della struttura costruita da circa trent' anni e mai aperta. ''Ora che c' e' l' idea di utilizzare fino in fondo l' ospedale di contrada Petrosa - afferma Russo - non si pensi di esaurire la funzione di quella struttura ad un luogo destinato ai soli uffici. Bisogna darsi da fare per decidere il futuro di quella realta' e, per questo faccio appello al commissario Alberto De Maio ed anche all' assessore regionale Doris Lo Moro. Posso accettare l' idea di realizzare la sede del distretto nello stesso stabile, ma chiedo, - sottolinea il sindaco di Scalea - innanzitutto e senza mezzi termini, che in quei locali siano riportate tutte le principali attivita' sanitarie che negli anni sono invece state tolte ai cittadini di Scalea e dell' area altotirrenica''.

Marino (CISL Medici) “Per le nomine dei DG della sanità, riappaiono i vecchi metodi”

26/10 ''La scelta dei nomi dei managers rappresenta, cosi', la ''cartina di tornasole'' attraverso la quale bisogna realizzare il concreto cambiamento, fondato sulla trasparenza, utile a ridare la necessaria fiducia ai calabresi. Dalle indicazioni circolate in questi giorni sembra, pero', che le aspettative saranno ancora una volta disattese, dal momento che riappaiono i vecchi metodi, quelli di scrivere a fianco di ogni cavallo l' indicazione della scuderia''. E' quanto sostiene il segretario generale della Cisl-Medici della Calabria, Mario Marino. ''Il grave lutto - ha aggiunto - che ha colpito la maggiore istituzione calabrese e le conclusioni cui e' pervenuta la Commissione antimafia, hanno messo in primo piano la questione sanita'. Le condivisibili preoccupazioni manifestate dal presidente della commissione, Roberto Centaro, relative al pericolo di incolumita' dell' assessore Lo Moro nell' imminente fase di nomina dei direttori generali delle Aziende sanitarie, pone un problema assai grave, di liberta' e di certezza del diritto. Del resto il ripristino della normalita' nella gestione delle Aziende sanitarie e ospedaliere e' sollecitato da ogni parte. Gli operatori sanitari, i sindacati e le Universita' ricordano ogni giorno tale necessita', unanimemente condivisa e reclamata dalla gente che pretende, a giuste ragioni, riferimenti certi nel godimento della tutela della saluta. Non si riesce, invero, a comprendere come diventino proponibili, alla luce delle belle parole utilizzare all' insegna del cambiamento, nomi di professionisti che, seppur ''illustri'', hanno ormai le mani in pasta nella Sanita' da oltre un decennio''. ''Alcuni di questi - ha proseguito Marino - dopo brevi debutti istituzionali, hanno concretizzato significative consulenze, peraltro di rilevanti importi, con numerose aziende sanitarie calabresi, affidate ai medesimi 'intuitu personae' da quegli stessi direttori generali che la nuova politica ha inteso di commissariare nel segno del rinnovamento. Quanto alle altre indicazioni diventa inaccettabile il riferimento che si fa a gradimenti, ovvero a vicinanze con notabili della nuova e vecchia politica, a quegli stati preferenziali che hanno reso, in passato, possibili, nomine ''non consumate'' effettuate dalla precedente Giunta regionale''. ''Il cambiamento - ha concluso - se lo si vuole fare, l'assessore Lo Moro sapra' certamente come farlo, lo si realizza, di solito, confermando chi ha lavorato bene e sostituendo gli inadempienti con manager di prestigio, non coinvolti in passate gestioni, dirette e indirette, ovvero in consulenze non sempre indispensabili''

A Cassano attivato l’Hospice per le cure palliative

25/10-(M.G.)- Con atto deliberativo, Achille Gentile, direttore generale dell'Azienda Sanitaria n.3 di Rossano, e' stato attivato, con decorrenza immediata, presso il Presidio Ospedaliero di Cassano Ionio, il Centro Residenziale di Cure Palliative (Hospice), dotato di 8 posti letto ordinari e di 2 posti day hospital. La responsabilita' dell'Unita' Operativa dell'Hospice, e' stata affidata al dottor Giovanni Nicotera. Nella prima fase di apertura della struttura sanitaria saranno avviate le attivita' ambulatoriali e successivamente il direttore Nicotera, nell'ambito della sua autonomia professionale ed organizzativa, iniziera' la programmazione dei ricoveri. La Giunta Regionale della Calabria approvo' nel 2000 il programma regionale per la realizzazione dei centri residenziali di cure palliative all'interno della rete di assistenza ai malati terminali. L'Hospice di Cassano e' stato finanziato con fondi statali, con un apposito decreto del Ministero della Salute, per un importo pari a 1 miliardo e 300 milioni delle vecchie lire. Il sindaco di Cassano, Gianluca Gallo, soddisfatto per l'evento, ha rivolto parole di ringraziamento, a nome dell'intera comunita' all'assessore regionale alla Sanita', onorevole Doris Lo Moro, e al direttore generale dell'As n. 3, Achille Gentile. L'Hospice di Cassano, unico riferimento del genere nel Meridione d'Italia, e' dotato di apparecchiature ed attrezzature adeguate.

Allarme AIDS: il Dott. Aiuti spegne gli entusiasmi “Nessuna efficacia dei vaccini sull’uomo”

23/01 Nel concludere il congresso nazionale dell' Anlaids, svoltosi a Vibo Valentia, l'immunologo Fernando Aiuti ha smorzato gli entusiasmi che periodicamente si manifestano sui vaccini contro l'Aids. ''Sono una trentina - ha detto Aiuti - i vaccini contro l'Aids, quelli preventivi e quelli terapeutici, allo studio nei laboratori di tutto il mondo. Ogni tanto leggiamo un annuncio che fa ritenere imminente la realizzazione di un vaccino. Poi tutto ricade nel silenzio. Il fatto e' che ancora non c'e' alcuna evidenza sull'efficacia nell'uomo dei vaccini allo studio. Manca quella che con un termine scientifico si chiama correlazione immunologica di protezione: la presenza di anticorpi nei pazienti nei quali il vaccino e' stato inoculato non significa protezione dalla malattia. Ci vuole ancora tempo''. L'immunologo Aiuti, presidente dell'Anlaids, nella sua lettura sui vaccini, si e' soffermato anche su quello italiano della dottoressa Barbara Ensoli. Aiuti dirige uno dei tre Centri che hanno condotto la sperimentazione in fase I. ''Nel luglio scorso - ha aggiunto - ho presentato un circostanziato documento sulle deviazioni dalle regole della sperimentazione clinica. Ho espresso una serie di interrogativi chiedendo alcune risposte. L'Istituto Superiore di Sanita' ha dato risposte parziali e insoddisfacenti. Tacciono il Ministero della Salute, l'Agenzia internazionale Parexel preposta ai controlli, l'Agenzia Italiana del Farmaco e i Comitati etici locali e quello nazionale. Questo silenzio insospettisce. Ora non rimane che portare il dibattito a livello scientifico internazionale: in quella sede, se non ci saranno valide spiegazioni ai miei interrogativi, la Ricerca scientifica italiana ne uscira' indebolita''. Il 28 ottobre, alla Commissione Nazionale Aids, si discutera' dell'accesso delle donne sieropositive alle tecniche di maternita' assistita. In quella sede ci sara' un'audizione dei professori Fernando Aiuti, Mauro Moroni, Roberto Cauda ed Enrico Ferrazzi. Attualmente, non e' previsto l'accesso alle tecniche della provetta alle donne sieropositive. Su questo tema ha svolto una relazione al Congresso Anlaids a Vibo Valentia il professore Enrico Ferrazzi, Direttore del Dipartimento Materno Infantile dell'Ospedale Sacco, Polo Universitario di Milano. ''I recenti successi della cura farmacologica dell'infezione da Hiv - ha detto Ferrazzi - e le moderne tecniche acquisite negli ultimi anni nell'ambito della procreazione assistita rendono oggi possibile alle coppie sierodiscordanti per infezione da Hiv, di poter soddisfare uno dei desideri fondamentali dell'essere umano: il bisogno di genitorialita', annullando il rischio di contagio sessuale e di conseguenza verticale''. E' discriminatorio, secondo Ferrazzi, negare ad una donna sieropositiva che vive all'interno di una coppia stabile il diritto ad avere un figlio con le tecniche della maternita' assistita evitando cosi' di trasmettere l'infezione al partner. Il professor Ferrazzi, nel suo intervento, ha auspicato la promozione da parte della Commissione Nazionale Aids, di uno studio controllato che coinvolga i Centri specializzati nella maternita' assistita. Il Congresso Anlaids si e' concluso all'insegna dei giovani. Erano tanti gli studenti calabresi seduti insieme agli scienziati ad assistere alla proclamazione dei temi sull'Aids ritenuti meritevoli. L'Anlaids nei giorni scorsi ha invitato gli studenti dell'Istituto d'Istruzione Secondaria di 2 grado ''Vito Capialbi'' di Vibo Valentia a scrivere un tema sull'Aids

Allarme AIDS: La devolution aggraverà la situazione. Divario sulle cure tra nord e sud

22/10 ''La devolution aggravera' la gia' drammatica vita dei malati di Aids, soprattutto di quelli che risiedono nelle regioni del sud e delle isole''. Lo ha detto l' immunologo Fernando Aiuti, presidente dell' Anlaids, intervenendo al congresso dell' associazione, in corso a Vibo Valentia. ''E' gia' in atto - prosegue Aiuti - una pesante migrazione dal sud verso il centro e il nord. Roma, ormai, vede una forte presenza di malati di Aids e di sieropositivi presso i Centri specializzati. Il fatto e' che nel sud e nelle isole c' e' un grande timore che la conoscenza dello stato di sieropositivita' o di malattia conclamata possa diffondersi fra parenti e amici e quindi creare delle difficolta' nei rapporti interpersonali. Ma e' anche un fatto vero che l' organizzazione assistenziale e' carente anche per mancanza di fondi e di personale''. Secondo Aiuti, ''la devolution segnera' una differenziazione ancor piu' marcata fra regioni organizzate e ricche e regioni rimaste indietro. Non per questo i piu' grandi sostenitori della devolution abitano nel nord''.
L' esistenza di un profondo divario fra il nord-centro e il sud, in fatto di cura dell' Aids, emerge da uno studio presentato al congresso nazionale dell' Anlaids, in corso a Vibo Valentia, dal professor Massimo Andreoni, ordinario di Malattie infettive all' Universita' di Tor Vergata. L' indagine svolta con un questionario interattivo fra tutti i Centri Aids in Italia ha evidenziato il grande divario, anche per quanto riguarda l' Aids, fra chi abita nel nord e nel centro e chi invece risiede nel sud e nelle isole. Quando un paziente con Aids conclamata si rivela resistente a un farmaco, e' stato sottolineato, il medico lo sottopone ad un test, chiamato test di resistenza, per individuare un' altra sostanza utile alla cura. In sostanza, e' un po' quello che avviene con gli antibiotici quando un malato si rivela resistente ad uno di questi farmaci. Dallo studio illustrato da Andreoni e' emerso che nel 53% dei casi per quanto riguarda il nord e nel 75% nel centro viene effettuato il test di resistenza. L' indice si riduce di molto, invece, il 10%, nel sud e nelle isole. ''Questo dato dimostra - ha detto l' immunologo Fernando Aiuti - che c' e' una parte d' Italia con grandi carenze organizzative e finanziarie, a tutto danno dei malati. Non ci sono Centri sufficienti di virologia per effettuare i test e non ci sono nemmeno fondi per supportare questo modello terapeutico, peraltro previsto dalle linee guida. In Italia, davanti all' Aids, ci sono malati di serie A e di serie B''. (
Otto clienti su dieci di prostitute a Roma chiedono di non usare il preservativo, proponendo, in caso di accettazione della richiesta, un aumento del prezzo della prestazione. E' quanto ha riferito Laura Spizzichino, psicologa alla ASL RM E di Roma, intervenendo al Congresso nazionale dell'Anlaids in corso a Vibo Valentia. Secondo quanto ha riferito la dottoressa Spizzichino, solo una prostituta su dieci che svolgono la loro attivita' nella capitale e' italiana. La maggior parte proviene dall' est. Seguono africane e sudamericane. E' sempre piu' diffuso, inoltre, il sesso a pagamento praticato da donne ''insospettabil'', giovani signore, impiegate, professioniste e studentesse. I rapporti avvengono sempre in appartamenti presi in affitto singolarmente o da gruppi di donne. L'importante e' non farsi scoprire dalle persone che abitano nel condominio. ''Cresce inoltre - ha riferito ancora Laura Spizzichino - il numero di clienti che chiede a chi si prostituisce, uomo, donna o viados che sia, di avere un rapporto sotto l' effetto della cocaina, ottenendo in tal modo di farlo durare di piu'. Dal rapporto emerge un altro elemento rilevante, la violenza. Non tanto quella gia' nota del protettore sulla protetta, ma quella del cliente sulla donna. Non violenza nel senso di maltrattamenti, ma violenza nel rapporto sessuale. Una situazione che e' in crescita''. L' eta' della maggioranza dei clienti delle prostitute va da 25 a 35 anni. Molti, tra loro, i professionisti e sei su dieci hanno una famiglia o comunque un partner fisso.

“Cardiologie Aperte”. Aperti domenica i 19 reparti di cardiologia calabresi

22/10 Con lo slogan ''cardiologi al contrattacco'' domani resteranno aperti al pubblico i reparti di cardiologia di 19 ospedali della Calabria. Scopo dell' iniziativa e' di spiegare come affrontare un attacco cardiaco e sensibilizzare i cittadini sulla necessita' di chiamare subito il 118. In Calabria, infatti, solo una persona su quattro arriva alle cure entro un' ora dall' esordio dei sintomi. Complessivamente nell' iniziativa sono coinvolti 270 ospedali. Gli specialisti dell' Associazione nazionale medici cardiologi ospedalieri (Anmco) saranno a disposizione dei cittadini dalle 10 alle 18 per fornire informazioni e distribuire materiale illustrativo sui fattori di rischio cardiovascolare, ma soprattutto per creare confidenza con l' emergenza del cuore, spiegando cosa fare e come farlo in caso di attacco cardiaco. Inoltre in alcune cardiologie sara' possibile eseguire alcuni esami. L' obiettivo principale dell' iniziativa, promossa dall' Anmco e dalla sua Fondazione Heart Care Foundation, e' di abbattere il ritardo decisionale, cioe' ridurre l' intervallo di tempo tra l' inizio dei segni di attacco cardiaco e la ricerca di aiuto. ''Solo un paziente su quattro - sottolinea Mario Chiatto, presidente dell' Anmco Calabria - arriva in ospedale entro un' ora dall' esordio dei sintomi, cioe' nel termine in cui e' possibile ottenere il massimo risultato terapeutico. E' di vitale importanza dunque che una persona colpita da attacco cardiaco riconosca subito i segni di allarme e attivi immediatamente il 118. In tal caso, infatti, infatti, si ha il 47% di probabilita' di ridurre i danni dell' infarto se si interviene, percentuale che scende al 26% alla seconda e al 18% alla terza. Dopo sei ore la possibilita' di recupero del muscolo cardiaco senza esiti invalidanti diminuisce considerevolmente anche ricorrendo alla trombolisi o all' angioplastica. Purtroppo, come evidenzia lo studio Blitz dell' Anmco, meno del 50% giunge in ospedale entro due ore dall' esordio dei sintomi e solo il 25% entro 1 ora''. Domani nei reparto di cardiologia sara' a disposizione un filmato per spiegare come comportarsi praticamente in caso di dolore al petto. ''Questa iniziativa - spiega Giuseppe Zampaglione, referente per la Calabria della Heart Care Foundation - e' un'occasione per rinsaldare il legame tra cardiologi ospedalieri e comunita' locale, ma rappresenta soprattutto un momento di educazione per tutti i cittadini e non solo per i pazienti. Il messaggio che lanciamo non e' terrorizzante. Al contrario vogliamo fare sapere a tutti che l' infarto si puo' superare, se preso in tempo. Inoltre dobbiamo insegnare ai cittadini a non aver paura di chiedere aiuto al 118, anche se poi si scopre che non era un attacco cardiaco. Almeno il 50% delle morti per infarto avviene prima di arrivare in ospedale, quindi rivolgersi subito al 118 puo' salvare la vita''.

CGIL: “Inaccettabile la gestione dell’ASL 7 di Palmi”

21/10 ''Lo sciopero generale annunciato dai Direttivi unitari della F.P. Sanita' Cgil-Cisl-Uil- e' un atto dovuto nei confronti di tutti i cittadini del Comprensorio di Gioia Tauro'' E' quanto afferma la Cgil di Gioia. ''E' inaccettabile - dice Pasquale Larosa, segretario Cgil - la situazione gestionale all' Asl 10 di Palmi, dopo tre mesi dal suo insediamento il Commissario straordinario non ha avuto il buon senso di convocare le OO.SS. di categoria. Nel mentre si aggrava il degrado delle strutture sanitarie e i disagi da parte di chi e' costretto a ricorrere ai servizi sanitari e ospedalieri sul territorio. Non esageriamo quando affermiamo che la situazione e' diventata insostenibile e che non trova riscontro in nessun altro territorio della Calabria. Quando si e' insediata nei mesi scorsi L' On. Doris Lo Moro e durante la visita all' Asl 10 di Palmi, avevamo posto l'esigenza di voltare pagina, di rompere gli intrecci e gli interessi che ruotano attorno alle strutture sanitarie e di avviare una seria bonifica nei confronti di coloro che hanno gestito la sanita' pubblica nell' ultimo decennio a Palmi. Dobbiamo constatare che niente di tutto questo e' stato fatto. Neanche la Commissione d' indagine regionale preannunciata dal Vice Presidente della Giunta Regionale On. Nicola Adamo dopo i fatti di malasanita' all' Asl di Palmi, Catanzaro e di Reggio Calabria per quanto riguarda la clinica lager di Pellaro per disabili mentali e' stata attivata. Lo stesso Adamo aveva posto l' esigenza di andare subito all' approvazione di una riforma coraggiosa e radicale della sanita' in Calabria''.

Speciale Allarme Aids: Anlaids rivela anche in Calabria 'inconsapevoli untori’

Allarme AIDS: Un’epidemia dimenticata che fa 4000 infezioni l’anno, una ogni due ore.A Cosenza ci sono stati fino ad oggi 115 casi.

20/10-(G.C.)-Uno dei mali del terzo millennio, l'Aids, sembra non far piu' paura agli italiani. L'attenzione e la guardia verso questa epidemia si stanno abbassando drammaticamente e le conseguenze sono gravi perche' l'Aids sta diventando un'epidemia dimenticata. Proprio per questo il contagio si allarga sempre piu' in modo silenzioso. Il quadro offerto dagli esperti, che hanno divulgato oggi le ultime cifre aggiornata al primo semestre 2005 sull'Aids in Italia, e' allarmante: sarebbero oltre 120 mila i sieropositivi e si infettano ogni anno 4.000 persone, un italiano ogni due ore, 12 al giorno, un'emergenza paragonabile a quella delle vittime da incidenti stradali, 15 morti al giorno. Secondo i dati del Centro operativo Aids (Coa) dell'Istituto Superiore di Sanita', diffusi dall'Anlaids, dal 1982, anno della prima diagnosi in Italia, i casi conclamati sono saliti a 55.286, mentre le vittime hanno sinora raggiunto quota 34.532 (62,5% dei casi). Il dato sui decessi e' tuttavia sottostimato, anche se piu' accurato rispetto agli anni passati, a causa della non obbligatorieta' della notifica di decesso per Aids. A spiegarlo sono Gianni Rezza dell'Iss e il presidente dell'Anlaids Fernando Aiuti, che da venerdi' saranno a Vibo Valentia, per il XIX Congresso Nazionale dell'Anlaids, dedicato quest'anno ai giovani per sottolineare il preoccupante calo di attenzione. ''Si e' repentinamente abbassata la guardia - avverte Aiuti - e dilagano i comportamenti a rischio perche' la gente e' convinta che l'Aids e' stata sconfitta. Ma sempre piu' persone scoprono di aver contratto il virus solo quando, sentendosi male, anche a un decennio dall'infezione, vanno dal medico. C'e' paura per l'influenza aviaria, incubo fortunatamente ancora lontano, e ci si dimentica dell'Aids, un'epidemia in atto''. Sono ancora troppo poche infatti le persone che fanno il test, tanto che oltre il 60% delle diagnosi avvengono quando la malattia e' conclamata e i farmaci sono assai meno efficaci. ''La drammatica conseguenza di cio' - dice Aiuti - e' che per un paziente su tre i farmaci antiretrovirali non consentono il recupero delle difese immunitarie. Per queste persone non resta che sperare in nuove terapie, perche' il recupero immunologico e' assente, benche' ci sia una risposta dal punto di vista virologico. Ecco anche perche' tutti i malati devono vaccinarsi contro l'influenza, lo scorso anno si e' raggiunto solo poco piu' del 20%''. Dai dati del Coa emerge anche un'inversione di tendenza che riguarda le infezioni da Hiv tra gli omosessuali, che tornano a crescere, segnando un +12% rispetto all'anno precedente, e passando dal 16% al 28% delle infezioni. ''Un segnale evidente - commenta Rezza - del preoccupante calo di attenzione per una categoria che aveva conservato sinora una memoria storica dell'epidemia''. Dei 55.286 casi di Aids registrati in Italia, il 77,6% (42.904) sono di sesso maschile, l'1,3% (742) sono bambini al di sotto dei 13 anni (ma nessuno nel primo semestre di quest'anno), 6,6% (3.629) sono stranieri. Tra le regioni a piu' alta incidenza, ci sono Lombardia (16.723) e Lazio (7.217). Ma i dati della mappa dell'Aids in Italia sono spesso falsati, anche perche' la malattia e' ancora motivo di emarginazione sociale. L'auspicio dei presidenti del Congresso Nazionale Anlaids, Vincenzo Guadagnini e Vittoria Lofranco, e' quello di ''far cadere quel velo di indifferenza che e' la piu' alta forma di violenza e perche' si scuotessero piu' coscienze, abbiamo scelto la Calabria per uno dei piu' importanti appuntamenti dell'Anlaids''. Inoltre, secondo le ricerche, si registra un aumento delle infezioni da Hiv tra gli omosessuali.
In Calabria, secondo gli ultimi dati del Centro Operativo Aids dell' Istituto Superiore di Sanita', in un anno, dal luglio 2004 al giugno scorso 2005, si sono avuti 21 casi. Il dato e' stato reso noto a Roma, dove e' stato presentato il congresso nazionale dell' Anlaids che si apre domani a Vibo Valentia. Nel periodo preso in considerazione, a Catanzaro, si sono avuti due casi (erano stati nove tra luglio 2003 e giugno 2004); a Cosenza se ne sono avuti sei (come tra luglio 2003 e giugno 2004); a Reggio Calabria si sono avuti sette casi (non erano stati registrati casi tra luglio 2003 e giugno 2004); a Crotone si sono avuti due casi (erano stati 3); a Vibo Valentia si sono avuti quattro casi (non erano stati registrati casi tra luglio 2003 e giugno 2004). In particolare nei primi sei mesi di quest' anno in Calabria si sono avuti 4 casi di Aids. Salgono cosi' a 549 i casi nella regione dall' inizio dell'epidemia: a Catanzaro sono stati 168; a Cosenza 115; a Crotone 106; a Reggio 122; a Vibo 38. A livello nazionale In Italia dal 1982 al 30 giugno 2005 i casi, in totale, sono stati 55.286 dei quali 443 nel primo semestre del 2005. A livello nazionale, la Calabria si colloca al quindicesimo posto nella graduatoria dell' incidenza dei casi di Aids notificati tra luglio 2004 e giugno 2005 con l'1,1 per centomila abitanti. Nel periodo luglio 2003-giugno 2004 il tasso di incidenza era stato dello 0,9. Al 30 giugno 2005 non e' stato registrato alcun caso pediatrico in Calabria e in Italia. Dall' inizio dell' epidemia al 30 giugno 2005 in Calabria sono stati registrati 11 casi pediatrici (l' ultimo e' stato registrato nel 1999). In Italia, dall'inizio dell' epidemia al 30 giugno 2005, i casi pediatrici sono stati 742. Per la presidente Lofranco e per Vincenzo Guadagnino dell' Universita' di Catanzaro ''tutti gli occhi della ricerca sono puntati sul Congresso di Vibo Valentia da dove si attendono importanti annunci scientifici. Ma si attendono anche decise prese di posizione sulla difesa dei diritti dei malati e dei sieropositivi''. Il congresso di Vibo Valentia si aprira' venerdi' per chiudersi domenica.

Maggiori informazioni sulle malattie rare su Internet

18/10 “Nell’ambito delle iniziative organizzate dalla Federazione UNIAMO finalizzate a sensibilizzare l’opinione pubblica sulle malattie rare, di cui il Comune di Cosenza è stato tra i soggetti patrocinatori, sono state diffuse notizie di estremo interesse per le persone affette da queste patologie, per i medici e gli altri operatori del settore”.
A rilevarlo è l’assessore ai Diritti del cittadino Vincenzo Gallo, che ha partecipato ai lavori. “Tra queste notizie –prosegue l’assessore Gallo- si segnala la diffusione di un libro dal titolo “Associazioni Italiane Malattie rare”, che contiene informazioni sui servizi offerti dalle associazioni di volontariato, ma anche una descrizione di molte delle 5.000 patologie poco comuni, di cui è affetta una persona su meno di 2000. Al riguardo è da sottolineare che le persone con queste patologie sono oltre 1,5 milioni in Italia e 25 milioni in Europa. E’ stato, inoltre, promosso “ORPHANET , un servizio informativo on line con accesso libero sulle malattie rare e i farmaci orfani. L'obiettivo di ORPHANET è di contribuire al miglioramento del trattamento delle malattie rare, sia di quelle genetiche che di quelle autoimmuni o infettive, dei tumori o delle malattie prive di diagnosi precisa. Al servizio si può accedere tramite il sito www.orpahanet-italia.it, mentre la Federazione UNIAMO può essere contattata attraverso il sito www.uniamo.org o telefonando al n. 041 2410886.”
L’assessore Vincenzo Gallo ha espresso apprezzamento per lo sforzo organizzativo compiuto della Federazione Uniamo, che ha permesso di far partecipare ai lavori vari esperti di più regioni italiane. L’assessore ha illustrato ai rappresentanti delle Associazioni, dell’ Istituto Superiore della Sanità, della Regione Calabria e di Farmaindustria il progetto del Comune di Cosenza e di altri partner, finalizzato a realizzare un centro di ricerche biomediche e di servizi integrati, sanitari e sociali, per persone con lesioni midollari, cerebrali ed osteomuscolari.
“Il progetto, il cui studio di fattibilità è stato già elaborato in seguito ad un cofinanziamento ottenuto dal Cipe –ha informato Vincenzo Gallo- se realizzato potrebbe concorrere a dare speranze a molte persone affette da patologie rare che vivono in Calabria”.

Presentato il rapporto sulle dipendenze. Le scuole supermarket di sostanze stupefacenti

14/10 In Calabria un adolescente su quattro ammette di fare uso di droghe. Il dato e' contenuto nel Rapporto sulle dipendenze realizzato dall' Eurispes Calabria per conto dell' Assessorato regionale alla tutela della salute. L' indagine - condotta attraverso la distribuzione di 1.500 questionario ad un campione di giovani dai 14 ai 18 anni - e' stata presentata stamane dall' assessore regionale, Doris Lo Moro, e dal presidente dalla sezione calabrese dell' istituto di studi economici e sociali. Secondo i risultati della ricerca il 24,8% degli intervistati (oltre 32 mila) dichiara di aver assunto delle sostanze stupefacenti almeno una volta nella vita. Nei maschi la percentuale e' del 29,6%, mentre tra le coetanee e' pari al 19,7%. In particolare - e' messo nero su bianco nel rapporto - le percentuali piu' elevate nell' uso di stupefacenti si concentrano fra coloro che lo hanno fatto solo una volta, magari solo per provare (7,9%) e i veri e propri consumatori (9,4%). A preoccupare e l' eta' di assunzione: dopo i 14 anni per l'86,6% dei giovani. In seguito, si assiste ad un calo: dal 23,1% dei 15 anni, al 19,9% dei 16 anni, al 10,8% dei 17 anni, fino allo 0,8% della maggiore eta'. In fatto di tipologia delle sostanze assunte e' la cannabis a fare la parte del leone: 76% dei casi. Seguono la cocaina (15,7%), ecstasy (8%) ed eroina (0,3%). I luoghi di consumo, per marijuana e hashish sono all' aria aperta (43,9%) e a scuola (41,5%). A seguire la casa, propria o quella di amici, (12,2%), ed invece, solo in maniera residuale, si consumano ''droghe leggere'' nelle discoteche (2%) o nei pub (0,4%). Per la cocaina luoghi d' elezione risultano essere, nel 47,1% dei casi, la discoteca; in un terzo dei casi (33,3%) la casa propria o quella degli amici. I risultati dell' indagine dell' Eurispes Calabria, tra l' altro, assegnano alla scuola il ruolo di market della droga. E' fra i banchi che si riscontra, infatti, un uso elevato soprattutto di droghe leggere. Inoltre, alla domanda se ''negli ultimi dodici mesi, qualcuno ti ha offerto, venduto o regalato sostanze a scuola'', il 30,5% dei giovani intervistati ha risposto positivamente. In particolare, sono soprattutto i maschi a dichiarare di essere stati avvicinati da qualche ''spacciatore'' in ambito scolastico nella misura del 33,6% dei casi, a fronte del 27,3% di casi rilevato tra le ragazze. Il monitoraggio sulle dipendenze ha preso in esame anche il livello di diffusione del fumo tra i ragazzi calabresi evidenziando che il 36,1% si dichiara fumatore mentre e' emerso anche che il 14,1% degli under 18 dice di avere viaggiato in auto o moto con guidatori in stato di ebbrezza. ''La ricerca che ha aspetti allarmanti - ha detto l' assessore Lo Moro - e' settoriale ma propone stimoli positivi e input di cui approfitteremo in un lavoro futuro. Anzi - ha aggiunto - questa, per la nostra struttura, e' l' occasione per passare dalla fase di ricognizione e di riassegnazione dei ruoli a quella della programmazione che non dovra' essere localistica ma puntare all' intero territorio regionale''. Parlando dell' esperienza passata di magistrato che si e' occupato del problema, l' assessore Lo Moro ha sottolineato che la ricerca e' utile nella conoscenza del mondo adolescenziale e del suo disagio. ''La qualita' della risposta - ha detto - deve essere adeguata perche' bisogna incidere soprattutto nella fascia giovanile che non e' attrezzata ai disvalori e non ha una lettura chiara del bene e del male. Il mondo dei giovani - ha proseguito - e' a rischio ma in Calabria lo e' ancora di piu' perche' qui circola molta droga e se ne produce tantissima. Il rischio e' maggiore nell' eta' evolutiva perche' in questa fase si forma il cittadino. E se il cittadino si forma con 'non risposte' la dipendenza diventa un fatto sociale. Il nostro lavoro, quindi, deve essere di prevenzione oltre che di cura e recupero''. L' assessore Lo Moro ha preannunciato anche la costituzione di un Osservatorio regionale sulle dipendenze che mantenga un monitoraggio costante sul fenomeno. Raffaele Rio, dopo avere illustrato i risultati dell' indagine, ha parlato dell' indice di rischio dipendenza (Ird), elemento messo a punto da Eurispes (''per la prima volta in Italia'', ha detto) legato ad alcuni indicatori attraverso i quali misurare e valutare la diffusione delle dipendenze tra i giovani''.

Padre Fedele in Congo per un seminario sulla prevenzione dell’AIDS

13/10 Il fondatore dell'Oasi Francescana di Cosenza, padre Fedele Bisceglia, partira' stamane alla volta del Congo dove terra' una serie di conferenze sulla prevenzione per l'Aids. ''In quell'area - ha detto padre Fedele - muoiono un milione di persone all'anno di Aids. C'e' una scarsa informazione sulla malattia e su come evitare il contagio. La conferenza episcopale mi ha infatti chiesto di partecipare a questa iniziativa considerando che oltre ad essere sacerdote sono anche medico''. Il seminario durera' quattro giorni durante i quali padre Fedele avra' modo di illustrare la malattia. ''Questa iniziativa e' un punto di partenza - ha concluso - perche' vogliamo realizzare un vero e proprio programma di prevenzione. Qualcosa di concreto che possa arrestare il diffondersi della malattia tra le popolazioni equatoriali''.

Venerdì 14 presentazione del rapporto sulle dipendenza preparato da Eurispes

12/10 Il fenomeno della droga in Calabria, le cifre della tossicodipendenza, il quadro normativo e le piu' recenti riforme in materia: sono questi alcuni degli aspetti del fenomeno esaminati da un Rapporto sulle dipendenze realizzato dall' Eurispes e che sara' presentato venerdi' prossimo alle 11 nella sede dell' assessorato regionale alla sanita' dall' assessore Doris Lo Moro. Lo studio prende in esame anche domanda e offerta terapeutica, i giovani e il tempo libero, i giovani e la qualita' della vita, la conoscenza sul fenomeno della dipendenza da sostanze psicotrope e percezione del rischio, i giovani e il fumo, i giovani e l' alcool, i giovani e le sostanze stupefacenti, l' indice di rischio di dipendenza. ''Il report dell' Eurispes - ha sostenuto Lo Moro - ci consegna una serie di informazioni dalla cui attenta lettura si evidenzia in tutte le sue sfaccettature il fenomeno delle tossicodipendenze in Calabria. I risultati dei 1.500 questionari sottoposti ai giovani consentono di radiografare l' universo giovani che in eta' adolescenziale riesce spesso a mascherare la reale portata del disagio, la difficolta' latente di interagire con gli adulti ed individuare percorsi autentici non mediati a surrogati''. ''E' unanimemente riconosciuto - ha sostenuto Rio - che, nel settore delle tossicodipendenze, il rapporto tra conoscenza del fenomeno e capacita' di intervento risulta essere determinante all' interno delle politiche di contrasto alla diffusione del fenomeno. In questa direzione, la nostra ricerca offre uno spaccato sufficientemente esaustivo circa l' opinione, l' atteggiamento e la percezione dei giovani sul variegato universo delle dipendenze riuscendo ad offrire un quadro preciso della diffusione del fenomeno della droga e, piu' in generale, dell' abuso di sostanze che provocano dipendenze''.

Convegno sulle malattie rare a Rende

09/10 Tre giorni di dibattito e di solidarieta' per sostenere, informare e sensibilizzare l'opinione pubblica sulle malattie rare. L'iniziativa, promossa dalla Federazione Italiana Malattie Rare (Uniamo) e dall'Associazione Sindrome di Klinefel Ter (Unitask) ed organizzata e patrocinata dal Comune di Rende, sara' presentata alla stampa nell'ambito di un'apposita conferenza prevista per lunedì mattina nel Museo del Presente. All'appuntamento con i giornalisti parteciperanno, tra gli altri, l'Assessore Regionale alla Cultura, Istruzione, Universita', Innovazione Tecnologica, Ricerca Scientifica e Alta Formazione, Sandro Principe, gli Assessori alle Politiche Sociali della Provincia e del Comune di Cosenza, Ferdinando Aiello e Vincenzo Gallo, il Sindaco Facente Funzioni del Comune di Rende, Emilio Chiappetta e l'Assessore alla Sanita' ed allo Sport, Palma Covelli, Stefano De Gaetano, Direttore Artistico della Scuola di ballo ''Isabella Sisca'' e la ballerina Antonella Monaco. Saranno presenti, inoltre, i rappresentanti della societa' sportiva ''Rende Calcio'' ed una delegazione della squadra di calcio del ''Grande Fratello'', il fortunato reality show di Mediaset giunto quest'anno alla sua sesta edizione. Le due squadre di calcio scenderanno in campo il prossimo giovedi' 13 ottobre al ''Marco Lorenzon'' per giocare la partita della ''solidarieta'''. All'incontro con la stampa saranno presenti, infine, i ragazzi del Liceo Classico ''Gioacchino da Fiore'' accompagnati dal loro Dirigente Scolastico ed Assessore alle politiche Sociali del Comune di Rende, Vincenzo Ferraro.

Il 10 ottobre giornata nazionale contro l’obesità

07/10 L'Organizzazione Mondiale della Sanita' l'ha definita ''la piu' comune patologia cronica del mondo occidentale, una malattia sociale con un impatto indiretto per la vita di relazione di quanti ne soffrono''. Per sensibilizzare l'opinione pubblica sul problema dell'obesita' grave, l'Associazione Italiana Obesita' (Aio) promuove la quinta edizione dell'Obesity Day, che si svolgera' il 10 ottobre in tutta Italia. ''Se in Italia ci sono 5 milioni di obesi - sottolinea il presidente dell'Aio, dottor Marcello Lucchese - sembra che circa un milione di questi sia affetto da forme gravi, cioe' con un peso doppio di quello ideale''. L'Aio mette a disposizione la propria rete nazionale di centri specializzati: 11 centri convenzionati e sparsi da Nord a Sud (Brescia, Torino, Genova, Cesana, Firenze, Roma, Avezzano, Napoli, Cosenza, Cagliari e Palermo), a cui chi soffre di obesita' grave puo' rivolgersi, affidandosi a un team di specialisti di garantita competenza. Per avere informazioni sui 'punti Aio', si puo' chiamare il numero verde 800114077 (dal lunedi' al venerdi' dalle 9.30 alle 18.30), o visitare il sito www.associazioneitalianaobeista.it. L'obesita' grave e' una patologia determinata da fattori genetici, ambientali e individuali, che va affrontata con un'equipe composta da esperti di diverse aree disciplinari (psicologi, nutrizionisti, chirurghi). La patologia si accompagna spesso a complicanze cardiovascolari e respiratorie, diabete mellito, ipertensione, calcolosi della colecisti e osteoartrosi.

L’Ass. Lo Moro sabato a Castrovillari all’inaugurazione di Telecardiologia

06/10 L' assessore regionale alla Tutela della Salute, Doris Lo Moro sara' presente sabato 8 ottobre a Castrovillari all' inaugurazione del servizio di Telecardiologia che fa capo all'unita' operativa di cardiologia dell'ospedale di Castrovillari diretta dal dott. Giovanni Bisignani. L' assessore Lo Moro, e' detto in un comunicato del deputato dello Sdi Domenico Pappaterra, visitera' l' ospedale di Castrovillari ed in particolare il nuovo complesso ormai in fase di completamento che ospitera' il Dipartimento di emergenza. Nell' occasione verranno portati a conoscenza degli operatori sanitari, dei sindaci, dei sindacati, dei rappresentanti istituzionali del territorio e della dirigenza della Azienda sanitaria le proposte di riorganizzazione del comparto sanitario calabrese predisposte dalla Giunta regionale e i criteri che presiederanno alla scelta dei nuovi direttori generali delle Aziende sanitarie e ospedaliere calabresi. ''La visita dell' assessore Lo Moro a Castrovillari - ha detto Pappaterra - sara' un altro importante tassello dell' opera di ricognizione avviata in tutta la Calabria e che le sara' utile per definire le future scelte che dovranno essere improntate al massimo rigore ed alla massima efficienza, partendo dalla riorganizzazione della rete ospedaliera per riportare i posti letto nei limiti degli standard previsti dalla legge ed eliminare situazioni di gravi sprechi oggi presenti con il rafforzamento dei servizi territoriali che dovranno rappresentare il primo impatto assistenziale e di governo del servizio socio-sanitario regionale''. Per Pappaterra, inoltre, la presenza dell' assessore regionale alla tutela della Salute potra' ''rappresentare l' occasione per respingere il vento della devolution che soffia pericolosamente sul nostro fragile sistema sanitario ed esaltare al contrario il recente Accordo di Santa Trada sul federalismo fiscale sottoscritto da tutti i Presidenti delle Regioni e voluto fortemente dal Presidente Loiero, dal vice Presidente Adamo e dallo stesso assessore Lo Moro, in forza del quale la nostra regione a partire da quest 'anno potra' usufruire di circa 300 milioni di euro in piu' per ripianare il grave deficit della sanita' calabrese''.

Paolini (AIOP) “Ancora da firmare i contratti 2005 per la sanità privata”

05/10 “Con i cittadini bisogna parlare chiaro, ognuno per le responsabilita’ che si assume.Il servizio sanitario regionale e’ affidato all’ospedalita’ pubblica ed all’ospedalita’ privata, cioe’ le Case di Cura, che garantiscono il 40 per cento circa delle prestazioni erogate ai cittadini che hanno bisogno di cure”. E’ quanto afferma l’avv. Enzo Paolini, Presidente dell’AIOP, in una sua dichiarazione. “Il rapporto fra le ASL territoriali, che rappresentano il governo regionale, e le Case di Cura e’ regolato da un contratto di prestazioni per le quali sono previste delle tariffe da applicare. Il contratto ddovrebbe essere firmato dalle parti, ASL e Case di Cura, ovviamente prima dell’anno di riferimento.
Accade ,invece, che le ASL non ottemperano a tale adempimento ed e’ prassi costante arrivare alla firma dei contratti sul finire dell’anno. Cioe’ a prestazioni avvenute. Una tale anomalia e’ sufficiente di per se’ a dare la misura della solerzia e della professionalita’ dei manager nominati dal governo regionale al vertice delle ASL.
Anche quest’anno, siamo ad ottobre, ed ancora i contratti non sono stati firmati ma rispetto agli anni passati c’e’ da registrare un’alzata di ingegno dei commissari incaricati di gestire la fase di transizione delle ASL in attesa delle nomine dei direttori generali.
In assenza dei piani annuali, a tutt’oggi non definiti dalle parti, le ASL hanno unilateralmente proceduto ad elaborare ed a proporre ipotesi di contratto che violano, deliberatamente e arrogantemente, le leggi nazionali e regionali che regolano la materia. Il tutto affidato ad una lettera con la quale i titolari delle Case di Cura vengono minacciati, se non firmano, di revoca dell’accreditamento da cui deriva l’obbligo delle ASL di pagare le prestazioni erogate dalle Case di Cura.
Siamo, come si puo’ constatare, a metodi molto spicci, mutuati non sappiamo da quali raffinati ambienti finanziari che,pero’, danno la misura di quanto necessario sia ristabilire legalita’ e rispetto delle regole nelle dependances del governo regionale.
Dobbiamo dare atto all’assessore regionale Doris Lo Moro di avere recepito, in occasione del settimo congresso nazionale della Societa’ Italiana dei Chirurghi dell’Ospedalita’ Privata (SICOP), svoltosi a Cosenza, l’assurdita’ della situazione che si e’ venuta a creare e della necessita’ di procedere ad una programmazione che, realisticamente, ormai puo’ riguardare soltanto il 2006 e gli anni a seguire.
Per il 2005 si puo’ attivare la clausola che prevede la possibilita’ di fare riferimento ai contratti 2004, applicando gli adeguamenti previsti dalla legge regionale numero due del 2005.
Diversamente, di fronte all’ arroganza delle ASL, non resta che andare ad un contenzioso e ad un conflitto aspro e diretto con le ASL territoriali e con il governo regionale, mettendo in campo i diritti lesi delle Case di Cura ed i diritti dei lavoratori delle Case di Cura che attendono da mesi l’applicazione del nuovo contratto nazionale di categoria ,per il quale la Regione ha assunto impegni precisi e definiti”.

Sono 18 mila i calabresi ammalati di celiachia. Ma solo tremila lo sanno

04/10 Sono 18 mila in Calabria le persone affette da celiachia, ma solo tremila lo sanno. Il dato e' emerso da una ricerca dell' Associazione italiana celiachia, che ha chiesto una maggiore attenzione nei confronti della malattia ed ha promosso per sabato e domenica prossimi un' iniziativa di sensibilizzazione. Solo un intervistato su 5 sa che la celiachia e' un'intolleranza alimentare. E proprio per combattere ignoranza e luoghi comuni che sabato e domenica nelle principali piazze italiane, i volontari dell' Aic distribuiranno materiale informativo, sacchetti di legumi e ricette per cucinarli il ricavato della vendita dei quali sara' devoluto per finanziare progetti di ricerca sulla celiachia e le attivita' dell' Associazione. Madrina della manifestazione sara' Claudia Koll. ''I dati emersi dalla ricerca - ha detto Claudio Picarelli, presidente della sezione calabresi dell' Associazione italiana celiachia - devono farci riflettere su quanto ancora dobbiamo lavorare per informare e far conoscere la celiachia. Una cosa pero' e' certa: se 20 anni fa l'impegno era quello di spiegare alla gente l'esistenza della malattia, oggi e' quello di farla conoscere meglio poiche' molti non sanno di essere celiaci. La celiachia colpisce un italiano su cento, ma le diagnosi in Calabria sono ancora troppo poche, appena una su 10. Una malattia che e' come un iceberg: tremila diagnosi certe a fronte di 18 mila persone che non sanno di essere malate. Sono moltissimi, quindi, i celiaci che continuano ad assumere glutine esponendosi a rischi gravissimi e complicanze''. Le manifestazioni in Calabria, in occasione dell' iniziativa promossa dall' Aic contro la celiachia, si svolgeranno a Cosenza, Reggio Calabria, Catanzaro, Crotone, Paola e Vibo Valentia. Saranno allestiti anche dei punti ai quali ci si potra' rivolgere per effettuare i test diagnostici.

L’AOSP Cosenza chiede la nomina immediata dei DG della sanità

03/10 ''E' necessaria la nomina in tempi brevissimi di un direttore generale che abbia esperienza e competenze comprovate, specifiche ed adeguate alle dimensioni della nostra azienda e dei suoi problemi''. E' quanto afferma un gruppo di medici dell' Azienda ospedaliera di Cosenza in un appello al presidente della Giunta regionale, Agazio Loiero, pubblicato a pagamento sul Quotidiano della Calabria, . ''Siamo tutti preoccupati - si afferma ancora nell' appello, sottoscritto da 64 medici - per le sorti dell' azienda cui abbiamo dedicato il nostro impegno: un' azienda che conta duemila dipendenti ed ha un bilancio di 110 milioni di euro. Una scelta del nuovo direttore generale operata con cirteri diversi, e che non crei discontinuita' con quelli usati dalla precedente Giunta regionaLe, sarebbe vissuta come l' ennesima umiliazione ai danni dell' utenza e degli operatori. Ci auguriamo che la Giunta regionale, alla quale con un voto assai ampio sono state affidate speranze e compiti di rinnovamento, sappia dare risposte giuste''.

Il dipartimento di Scienze Giuridiche dell’Unical chiede di intervenire sulla normativa sanitaria

02/10 La Giunta del Dipartimento di Scienze Giuridiche dell' Universita' della Calabria in un documento sulle questioni giuridiche della sanita' calabrese sottolinea, tra l' altro, come l'obiettivo e' ''un'organizzazione sanitaria piu' agile e meno aggregata ai vecchi fenomeni di campanile che promuova le eccellenze assistenziali senza indugiare alle demagogie. La cronaca giudiziaria di questi giorni accentua la crisi di credibilita' delle istituzioni salutari. Un rapporto, quello tra paziente e istituzioni, che richiede atteggiamenti di governo concreti e funzionali alla ricerca delle soluzioni. L'attenzione sociale e' massima, anche perche' gli appuntamenti istituzionali sono notevoli e cosi' precisi da non consentire distrazioni. Privilegiare la rivisitazione del Piano Regionale per la Salute e' un impegno, giuridico prima che politico, per la nostra Regione, la quale dovra' affrontare a breve il problema della copertura finanziaria del funzionamento del proprio servizio sanitario''. ''Si preannunciano - prosegue la nota - scelte difficili, dal momento che - in difetto di una puntuale attivita' legislativa e amministrativa - potrebbe venire a mancare alle casse regionali il cosiddetto finanziamento integrativo, indispensabile per assicurare l'erogazione di una parte consistente delle prestazioni costituzionalmente dovute ai cittadini. necessario adeguare l'organizzazione e riqualificare l'offerta salutare, si' da renderle piu' flessibili e piu' capaci di soddisfare i nuovi bisogni. Occorre, quindi, che il Governo regionale eviti di intervenire in modo frammentario e disorganico e di mantenere l'attuale normativa insufficiente, inadeguata ed obsoleta. Ogni ulteriore ritardo sarebbe dannoso soprattutto quando dagli adempimenti dipende la disponibilita' finanziaria essenziale alla erogazione delle prestazioni, altrettanto essenziali all'utenza''.

L’ex commissario Martina sul caso Operazione Ricatto: “Un contesto che non mi appartiene”

30/09 “Apprendo con soddisfazione, ma anche con qualche nota di apprensione, la notizia che, in relazione al procedimento penale a mio carico nell’ambito della c.d. “operazione ricatto” e riguardante fatti connessi alla attività da me svolta presso l’azienda sanitaria di Vibo Valentia, il pubblico Ministro non ha proposto appello nei miei confronti avverso il provvedimento del GIP che ha rigettato l’originaria richiesta dello stesso inquirente di sottoposizione a misura cautelare”. Questò è quanto informa in una dichiarazione il Dott. Mario Martina ex commissario della AO di Cosenza. “Soddisfazione, duplice, per le determinazioni del GIP – prosegue Martina nella sua dichiarazione- che per i fatti che mi riguardano ha escluso la sussistenza e la gravità indiziaria con riferimento ad ogni singola ipotesi di reato contestatami; ancora per la non ostinazione del PM, evidentemente convinto dalle e delle motivazioni del GIP. Apprensione, cionostante, per la originaria impostazione del PM che non solo aveva inteso coinvolgermi in un contesto, fondato o meno, che non mi apparteneva e non mi appartiene, ma che soprattutto, aveva indotto il suo ufficio a richiedere persino una misura cautelare in mio danno, per fatti, si ripete, ritenuti addirittura insussistenti dal Giudice delle indagini preliminari. Ora, la mancata proposizione dell’appello del PM avverso le determinazioni del GIP diventa un vero e proprio giudicato, seppure incidentale, del quale lo stesso Pubblico Ministero dovrà tenere conto, anche alla luce della richiesta di stralcio delle mia posizione e di archiviazione degli atti che il mio difensore avv. Franco Sammarco ha inteso già inoltrare. Se si è, in sostanza, acclarata fin da questa prima fase la mia estraneità ad ogni ipotesi di reato e soprattutto la mia estraneità alla c.d. tangentopoli sanitaria vibonese. A fronte di tale situazione, non nascondo di attendermi, da parte di tutti gli organi giudiziari ed istituzionali, determinazioni segnate dalla stessa lealtà che mi ha indotto, al momento dell’informazione di garanzia, a mettere a disposizione degli enti competenti mandati ed incarichi conferitimi”.

Entro la metà di ottobre i nuovi manager della sanità

28/09 Il ciclone della presunta sanitopoli vibonese ha impresso una nuova accelerazione all' attivita' della Giunta Regionale per la nomina dei nuovi manager nelle aziende sanitarie e in quelle ospedaliere. Entro meta' ottobre ci saranno, infatti, i nuovi manager, ottemperando alla scadenza del mandato dei commissari che erano stati nominati prima della pausa estiva, il 10 agosto, dall' esecutivo, con un contratto di 60 giorni. Ma non si esclude che per Vibo e Cosenza, dove i commissari nominati sono stati coinvolti a vario titolo nell' inchiesta della Procura di Vibo, la decisione di un assetto stabile possa giungere prima, in una prossima riunione della Giunta. A Cosenza, tra l' altro, il commissario nominato al posto del commissario Martina, Giuseppe Biamonte, e' anche commissario a Lamezia Terme. Se ne sapra' di piu' in questo fine settimana: quasi sicuramente se ne discutera' nel seminario a porte chiuse che l' Unione terra' a Santa Trada, con introduzione del presidente Agazio Loiero e conclusioni di Marco Minniti. Ma cosa succedera' nel procedimento di nomina dei manager e' difficile da dirsi. L' orientamento e' quello di andare ad un rinnovamento totale, ma le perplessita' di settori del mondo politico al riguardo non sono poche. All' avviso pubblico della Regione per l' incarico di manager hanno, in ogni caso, risposto in quasi 500 e da questo serbatoio dovranno venire fuori le nuove professionalita' in campo sanitario.

Presentazione del Progetto “Ospedale senza dolore” il 28 all’Istituto "Monaco" di Cosenza

26/09 Presentata a Palermo una ricerca sul Progetto Ospedale senza dolore realizzato presso l’Azienda Ospedaliera di Cosenza e indagato da un gruppo di ricercatori dell’Università della Calabria. Il Progetto sarà presentato mercoledì 28 settembre nel corso di una conferenza stampa, che avrà luogo alle ore 10,00, presso l’Istituto Tecnico Industriale “A. Monaco”, ubicato a Cosenza in Via San Martino.La ricerca, denominata: “Il progetto Ospedale Senza Dolore come strumento per il miglioramento della qualità percepita dai pazienti: il caso dell’Ospedale di Cosenza”, è stata presentata a Palermo nel corso del convegno internazionale “Qualità in Services: Higher Education, Health Care, Local Govemment”.
Il progetto Ospedale Senza Dolore è un’iniziativa internazionale di grande rilevanza, finalizzata al miglioramento della qualità dei servizi offerti ai pazienti, attraverso il controllo e la gestione del dolore nelle strutture ospedaliere.Il progetto, oggi recepito dalla normativa italiana ed in fase di realizzazione in varie strutture ospedaliere, ha assunto a Cosenza una valenza particolare in quanto è stato coinvolto l’intero ospedale.L’indagine è stata curata da un gruppo di ricercatori dell’Università della Calabria, guidata dalla prof.ssa Sonia Ferrari, e da vari responsabili dell’Azienda Ospedaliera.
Alla Conferenza Stampa per l’Azienda Ospedaliera vi partecipano: Francesco Amato, responsabile Unità Semplice di Terapia Antalgica e Cure Palliative; Bruno Carenzi, direttore struttura complessa di Anestesia e Rianimazione; Monica Loizzo, responsabile Unità Semplice per la Qualità e l’Accreditamento; Osvaldo Perfetti, direttore sanitario Ospedale Mariano Santo; nonché il nuovo commissario straordinario dell’Azienda Ospedaliera.
Per l’Università della Calabria interverranno: Giuseppe De Bartolo, preside della Facoltà di Economia; Sonia Ferrari, Associato di Economia e Gestione delle Imprese; Anna Rita Veltri, docente di economia e gestione delle imprese di servizi.

Istat: Duemila morti di tumore in meno in Italia

26/09 Presentato oggi, 26 settembre 2005, al Ministero della Salute l’ultimo rapporto sulle nuove tendenze della mortalità tumorale in Italia. Diminuisce la mortalità per quasi tutti i tipi di tumore grazie ai progressi diagnostici e terapeutici tanto che il nostro Paese ha la sopravvivenza più alta rispetto alla media europea. Si azzerano le differenze tra Nord e Sud. Sono le donne a pagare di più per i cambiamenti negli stili di vita, ma anche il Sud perde punti in salute per l’abbandono della dieta mediterranea
La mortalità per tumore diminuisce in Italia al ritmo di circa il 2% l’anno. Vale a dire che ogni anno le statistiche registrano circa 2.300 decessi in meno (1.300 per gli uomini e 930 per le donne) dovuti a neoplasie. La diminuzione della mortalità tumorale è più marcata al Nord e tra i giovani, ma le differenze tra Nord, Centro e Sud si sono pressoché azzerate, lasciando il posto ad una sostanziale omogeneità su tutto il territorio nazionale. Merito dei progressi nelle diagnosi, nelle terapie e nella prevenzione, ma colpa anche, oggi più che nel passato, degli stili di vita. È quanto emerge dal rapporto ISTAT “Nuove evidenze nell’evoluzione della mortalità per tumori in Italia”, elaborato dall’Istituto Superiore di Sanità, l’ISTAT e l’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano, e presentato oggi, al Ministero della Salute, alla presenza del Ministro Francesco Storace. La ricerca, che aggiorna i trend di mortalità tumorale nel nostro Paese a 10 anni dall’ultimo rapporto, presenta i risultati osservati in 30 anni, dal 1970 al 1999, relativi a tutti i tumori maligni, per un totale di 20 tipi di cancro, che rappresentano nel loro insieme la causa dell’84% dei decessi per tumore maligno registrati nel 1999.
“Questi ottimi risultati, per la prima volta ufficiali dopo dieci anni dall’ultimo monitoraggio della mortalità per tumore del nostro Paese, ci dicono che la ricerca scientifica e la promozione dei corretti stili di vita nel nostro Paese sono la chiave di volta per sconfiggere il cancro” – afferma Enrico Garaci, Presidente dell’Istituto Superiore di Sanità – “L’avanzamento delle conoscenze permette diagnosi più precoci e terapie più efficaci capaci di ridurre la mortalità in termini significativi. Ed è lungo questa linea – prosegue Garaci – che l’ISS, insieme agli IRCCS, nell’ambito della collaborazione con gli Stati Uniti – ha varato un progetto, per il quale sono già stati investiti dieci milioni di euro, finalizzato a determinare nuovi marcatori biologici che consentano diagnosi più precoci e nuove molecole più mirate nell’attività antitumorale. Per questo, l’impegno del ministro Storace nella promozione dei fondi per la ricerca scientifica appare essenziale per continuare e intensificare questi studi che mirano direttamente ad aumentare la sopravvivenza e a migliorare la qualità della vita dei pazienti oncologici”.
Il valore di questo lavoro è rappresentato dall’interazione delle diverse competenze frutto della collaborazione tra l’ISTAT, l’Istituto Superiore di Sanità e l’Istituto Nazionale Tumori di Milano, come sottolinea Vittoria Buratta, Capo Dipartimento per la produzione statistica e il coordinamento tecnico-scientifico dell’ISTAT: “gli importanti risultati emersi da questo studio sono il frutto di una fattiva collaborazione tra ricercatori con competenze diverse in campo demografico, epidemiologico e sanitario. I risultati testimoniano l’importanza del dato di mortalità per il monitoraggio e la valutazione del carico dei tumori per la popolazione e il sistema sanitario. Dimostrano inoltre la necessità di perseguire un’ottica di integrazione nell’osservazione dei fenomeni, utilizzando anche altre fonti come le indagini campionarie sulle famiglie condotte dall’ISTAT e i Registri Tumori Italiani”.
A commentare i risultati della ricerca sugli esiti della mortalità è intervenuto anche l’oncologo Francesco Cognetti, Direttore scientifico dell’Istituto Regina Elena di Roma, che ha sottolineato in particolare come questi dati confermino il valore dell’oncologia italiana: “La registrazione della mortalità in forte calo negli ultimi anni mostra chiaramente il valore degli interventi effettuati negli ultimi anni sul Servizio Sanitario Nazionale sia sulla prevenzione primaria che secondaria in campo oncologico. Si tratta di sforzi da implementare soprattutto in direzione degli screening pubblici dei tre tumori da cui i pazienti hanno tratto maggiori vantaggi: il cancro alla mammella, alla cervice uterina e quello al colon retto. Inoltre – aggiunge Cognetti – vorrei ricordare come ai successi della lotta contro questa malattia abbia contribuito la diffusione delle terapie adiuvanti, soprattutto nei casi a rischio di recidiva. Un successo anche italiano se si pensa che, oltre ad essere tra i Paesi evoluti più avanzati nel campo delle cure oncologiche siamo stati classificati dall’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC), al secondo posto per il valore scientifico delle pubblicazioni oncologiche”.
Sul versante della promozione dei corretti stili di vita, uno degli altri fattori fondamentali che hanno contribuito a determinare i risultati ottenuti oggi sulla sopravvivenza è intervenuto Arduino Verdecchia, curatore del volume e Direttore del reparto epidemiologia dei tumori dell’Istituto Superiore di Sanità. “Il fenomeno” – afferma Verdecchia – “è evidente nel caso delle neoplasie correlate all’abitudine al fumo: infatti, parallelamente alla diminuzione del numero dei fumatori, passati dal 55% nel 1970 al 33% nel 1999, è diminuita anche la mortalità dei tumori dei polmoni, del cavo orale, dell’esofago, della laringe, del rene e della vescica. Non così per le donne e specificatamente per le giovani per le quali si registra un aumento dell’incidenza degli stessi tumori; nello stesso periodo le fumatrici sono passate dal 12 al 18%”.
Un discorso analogo può essere fatto in relazione alle neoplasie associate alle abitudini alimentari. “Se da un lato, l’omogeneità territoriale del trend di mortalità è spiegata con il fatto che al Nord si è verificata una riduzione della mortalità per di tumore, dall’altro è pur vero che il Sud, a causa dell’introduzione e della diffusione di cibi industriali ricchi di zuccheri e grassi, ha perso quel vantaggio di salute che gli derivava dalla “dieta mediterranea”, considerata preventiva per diversi tipi di tumore”. Da qui, l’importanza della prevenzione. “La prevenzione” – va avanti il ricercatore – “si conferma, almeno per quanto dipende dai comportamenti e dagli stili di vita, l’unica vera strada da valorizzare”.
Nel complesso, il rapporto illustra come a diminuire in maniera sistematica, ovvero secondo un trend deciso e consolidato negli anni, sia la mortalità dei tumori dello stomaco del testicolo, del linfoma di Hodgkin e dell’utero. Quasi tutti gli altri tumori fanno registrare una diminuzione della mortalità a partire dagli anni recenti pari, nel complesso, all’1.5% l’anno. Nello specifico, i livelli di mortalità del tumore del cavo orale sono diminuiti del 3% per gli uomini e del 4,5% per gli ultrasettantacinquenni; la mortalità per cancro all’esofago del 2.5% per gli uomini e un po’ meno, dell’1.5%, per le donne; per la laringe la diminuzione è del 4% per gli uomini e del 2,3% per le donne; per il polmone e il fegato il decremento riguarda solo gli uomini ed è pari rispettivamente all’1,8% e al 2,6%; per l’intestino all’1,6% solo le donne ; per la mammella al 2%; per l’ovaio allo 0,4%; per la vescica al 2%; per il rene allo 0,3%; per l’encefalo e le leucemie all’1% ciascuno.
Per altri tipi di neoplasie, invece, la diminuzione della mortalità è iniziata da poco e solo nei giovani: -0,5% nel caso del tumore al pancreas per chi ha meno di 55 anni; -1,5% per il cancro alla prostata. Vi sono, invece, tumori per i quali si osserva un incremento della mortalità generalizzato: è il caso del cancro ai polmoni e di quello al cavo orale nelle donne, tra cui i decessi aumentano, rispettivamente, dell’1% e dell’1,8%, del melanoma della pelle, per il quale la mortalità cresce dell’1,5% e dei linfomi non Hodgkin (associati spesso all’infezione da HIV), per i quali l’aumento di mortalità è quasi del 2%.

Tassone (UDC) “Siamo in attesa di capire cosa è avvenuto a Vibo”

25/09 ''Siamo in attesa di capire che cosa e' avvenuto, visto e considerato che c' e' un riferimento a vicende che riguardano l' Udc nazionale''. A sostenerlo e' stato il vice segretario dell' Udc e vice ministro alle Infrastrutture, Mario Tassone, parlando con i giornalisti dell' inchiesta della Procura di Vibo Valentia su un presunto giro di tangenti per la costruzione dell' ospedale vibonese. Secondo quanto emerso dalle indagini, parte di una tangente sarebbe stata versata a esponenti politici nazionali riconducibili all' Udc. ''Vorremmo capire - ha sostenuto Tassone - quali sono questi dati e questi elementi che, certamente, sono preoccupanti, avendo fiducia, in tutto questo, nel lavoro degli inquirenti''.

Calabria Civica: “Contro il saccheggio della sanità, riportare tutto in mano ai cittadini”

24/09 “Rimettiamo tutto nelle mani del legittimo sovrano! Non sappiamo quanto sia intenzionale, ma suona così il titolo del convegno dei DS “la sanità è dei cittadini” svoltosi negli scorsi giorni a Rende, quasi un campanello d’allarme, un grido di riscatto. E’ ciò che, da calabresi, vorremmo tutti vedere finalmente terminato.”.A d affermarlo in una nota sono Lello Cirone e Peppino Curcio di Calabria Civica. “Riportare tutto nelle mani dei cittadini è l’unica risposta credibile al saccheggio della sanità perpetrato in questi anni e che in questi giorni sta venendo a galla” aggiungono i due componenti Calabri Civica che proseguono: “L’affermazione che la sanità è stata invasa dalla politica è insufficiente a descrivere quel che è successo nell’ultimo decennio, in cui non di invasione si è trattato, ma di saccheggio sistematico delle risorse. E non solo con mezzi illegittimi, come appare dalle numerose vicende giudiziarie recenti (che attendono, comunque, conferma), ma soprattutto – ed è questa la tragedia - nell’ambito del rispetto formale della legalità. Vittime di questo saccheggio sistematico, di questa rapina delle risorse pubbliche a vantaggio di singoli gruppi o individui, sono stati (e sono ancora) i calabresi. Comprendiamo e condividiamo in pieno questo allarme. Tuttavia l’affermazione “La sanità è dei cittadini” può rappresentare tanto l’inizio di un nuovo stile di governo, quanto un ultimo sussulto retorico dietro il quale si nascondono la partitocrazia e la nomenklatura che l’uso privato delle risorse di tutti ha garantito e sostenuto. E la differenza sta proprio nel ruolo che si vuol dare ai cittadini. Ancora sudditi o finalmente veri padroni di casa delle istituzioni?
Ma chi sono i cittadini e chi li rappresenta in un’epoca in cui più volte si è decretata la morte della rappresentanza e di ogni forma di delega in bianco?
Rendere i cittadini protagonisti significa interpretarne un mandato specifico, mentre oggi per la sanità ci si è avvalsi spesso di un mandato generico per fare di tutto e il suo contrario. Troppi rappresentanti del popolo non hanno mai ascoltato i cittadini, li hanno visti solo nella veste di questuanti (chi ricorda i famosi viaggi nella sanità calabrese in cui si incontravano solo i primari e, qualche volta, i sindacati?), a volte li hanno derisi, nel migliore dei casi hanno rubato loro qualche idea. Troppo spesso le amministrazioni comunali sono state palesemente insufficienti nel rappresentarne gli interessi – tutti ricorderanno lunghissime Conferenze dei Sindaci inutili, litigiose e inconcludenti, che, una volta eletto il Presidente, non hanno saputo più cosa fare e quale fosse il loro mestiere. Il Sindacato ha parlato spesso in nome e per conto dei cittadini, talora quando tutti tacevano. Ma il compito del sindacato, portatore di interessi sacrosanti e tuttavia diversi, è un altro: tutelare i lavoratori; ci auguriamo che riesca a farlo sempre meglio, nell’interesse dei lavoratori onesti e meritevoli. Non graviamolo di compiti impropri. E allora chi ha titolo di parlare in nome e per conto dei cittadini su fatti specifici e in settori particolari, come quello della sanità? E’ un tema che si riallaccia alla questione stessa della democrazia nel nostro Paese. Una democrazia che, da italiani, pretendiamo di insegnare agli altri, ma che proprio in Italia resta incompiuta, anzi in Calabria mostra preoccupanti segnali di involuzione (si pensi ad es. al nuovo Statuto) proprio quando sono sempre più alte le richieste di partecipazione delle comunità locali. I cittadini rappresentano, in realtà, un punto di vista, espresso ai vari livelli da soggetti diversi e in forme diverse; un punto di vista comprensibile e accessibile solo a chi è capace di leggere la dimensione civica della nostra regione, una dimensione che non è assente - come ad alcuni farebbe comodo - anzi è articolata e si esprime in una grande ricchezza di forme che vanno dai comitati civici, alle associazioni dei malati, alle organizzazioni di volontariato, alla coscienza critica di ogni abitante di questa regione e alla capacità di osservazione di ogni utente dei pubblici servizi. Occorrono nuove visioni, nuove capacità, nuovi strumenti per far tesoro di suggerimenti e opinioni dei calabresi, sentiamo il bisogno di ulteriori luoghi della democrazia e della partecipazione, oltre a quelli tradizionali, per raccogliere questo punto di vista e farne strumento di partecipazione collegiale e condivisa, di “governance” per dirla con un termine più in voga. Ed è questo punto di vista che può costituire il “potere forte” che ci piace, il grande alleato di un nuovo governo della sanità, che l’assessore Lo Moro ha tutta la credibilità di poter rappresentare. Un punto di vista che va raccolto e ricomposto ad ogni occasione, un punto di vista che nella sanità della nostra regione ha avuto in passato alti momenti di espressione, ma che oggi - dopo un’era di chiusura e di esclusione sociale – richiede di essere espresso in modi ancora più efficaci. Un punto di vista che sia riferimento per amministratori attenti al conseguimento dei risultati, che sia esso stesso criterio del raggiungimento di risultati, un punto di vista che sia bussola per le politiche sanitarie e indichi la direzione del cambiamento e del miglioramento della qualità servizi, che fornisca le coordinate di lavoro per i professionisti capaci e di talento, e sulla base del quale identificare le strade sbagliate e le rotte da abbandonare. Un punto di vista che sia il parametro con cui si confronta un sistema sanitario regionale dei meriti e delle responsabilità.Pensate un pò a immaginare l’offerta dei servizi dal punto di vista dei malati cronici, l’accessibilità ai servizi dal punto di vista degli anziani; provate un po’ a pensare come sarebbe chiaro il significato di Serra D’Aiello se soltanto lo guardassimo dal punto di vista dei portatori di handicap!”

Loiero: apprezzo la decisone di dimettersi, del commissario Martina

23/09 ''Mario Martina, unico commissario da noi nominato come Giunta, ha gia' presentato le dimissioni e l' esecutivo ha apprezzato molto questo gesto''. Lo ha detto il presidente della Regione Calabria, Agazio Loiero, commentando la decisione presa dal commissario straordinario dell' Azienda ospedaliera di Cosenza. Martina e' indagato nell' ambito dell' inchiesta su un presunto giro di tangenti per la costruzione del nuovo ospedale di Vibo Valentia.
''Accetto pienamente la decisione della Giunta regionale e ne condivido pienamente le motivazioni''. Lo ha detto Mario Martina commentando la decisione della Giunta regionale di accogliere le sue dimissioni da commissario dell' Azienda ospedaliera di Cosenza. ''Resta il problema - ha aggiunto - di essere stato inserito in un procedimento penale, riguardante ipotesi di reato di concussione, corruzione, estorsione e turbativa d' asta, laddove il sottoscritto risulta indagato solamente per abuso di potere per l' acquisto di beni e servizi per poche migliaia di euro''.

AS Vibo: Crupi, dopo il reintegro, si dimette dall’incarico

23/09 ''Rassegno le mie dimissioni nella certezza che esse potranno contribuire a rasserenare l' ambiente, peraltro scosso dalle recenti vicende, evitando, in tal senso, di dare adito a illazioni o strumentalizzazioni sulla mia permanenza di Direttore generale''. E' questo un passo della lettera con il quale Armando Crupi, sospeso da direttore generale dell' As 8 di Vibo Valentia dalla Giunta regionale e poi reintegrato dal giudice del lavoro, ha rassegnato le dimissioni dall' incarico. Crupi, che reso noto la sua decisione in una lettera al presidente della Regione, Agazio Loiero, e all' assessore regionale, Doris Lo Moro, e' una delle persone indagate nell' ambito dell' inchiesta ''Ricatto'' della Procura vibonese sulla sanita'. ''L' inderogabile necessita' - ha sostenuto Crupi - di dovere percorrere, tutti insieme, un cammino comune per assicurare alla sanita' calabrese il massimo contributo di idee e di contenuti, come cittadini prima e professionisti dopo, per attivare il suo non piu' procrastinabile rilancio, mi aiuta a capire meglio perche' in questo momento avverto il bisogno di rassegnare le dimissioni da Direttore generale dell' Azienda Sanitaria 8 di Vibo Valentia. La sospensione dalle funzioni, disposta dalla Giunta da lei presieduta, successivamente annullata dal giudice del lavoro, mi ha procurato un certo senso di amarezza che oggi sento di dover superare, per cui pensando al superiore bene comune e alla opportunita' di non ostacolare ogni tipo di progetto avviato dalla nuova Giunta regionale e soprattutto dal nuovo taglio sulla sanita', tracciato dall' assessore alla Sanita', Doris Lo Moro, rassegno le mie dimissioni''. ''Mi consideri a sua disposizione - ha concluso Crupi - e sappia che ritrovero' nuovi stimoli d' impegno per proseguire la mia attivita' al servizio della collettivita' vibonese per la quale ho prestato servizio per oltre trent' anni prima di assumere il delicato e prestigioso incarico regionale, che ritengo di avere esercitato, correttamente, in modo trasparente e nell' unico interesse del cittadino ammalato e bisognoso di servizi sanitari nella nostra provincia''.

Fisascat CISL: “Situazione gravissima a Villa Torano. Le istituzioni avviino un tavolo di concertazione”

22/09 In una nota a firma del segretario generale della Calabria, Rosetta Raso, e del segretario generale di Cosenza, Gianluca Campolongo, la Fisascat-Cisl sottolinea ''la gravissima e alquanto delicata situazione che si e' venuta a creare nella struttura sanitaria assistenziale e riabilitativa denominata Villa Torano ed il disagio che stanno subendo i lavoratori''. “E’ da più di un anno - affermano Raso e Campolongo- che questa azienda vive sul filo del rasoio che grazie alla buona volontà e alla grande disponibilità dei lavoratori dipendenti della struttura stessa, che hanno cercato e cercano di tenere in vita questa realtà, che tra l’altro ha dimostrato ampiamente di saper lavorare, con professionalità, coscienza e senza l’uso dell’approssimazione e, dando risposte giuste alle domande.Stiamo parlando di una struttura sanitaria assistenziale e riabilitativa accreditata per l’erogazione di prestazioni di assistenza extraospedaliera riabilitativa in regime residenziale, semiresidenziale ed ambulatoriale con provvedimento regionale, iscritta nell’elenco delle strutture accreditate, istituito presso il Dipartimento di Sanità della Regione Calabria,in forza della Deliberazione di G.R. Infatti, a causa, della non disponibilità da parte dell’ASL di Cosenza che ha provveduto in modo unilaterale a sospendere ai fini della remunerazione per le prestazioni erogate ai pazienti, per lo più anziani, ricoverati nel reparto di riabilitazione estensiva extraospedaliera a ciclo continuo, non solo, è impossibilitata a pagare gli stipendi, ma addirittura, rischia di chiudere e quindi di licenziare le 100 unità lavorative in forza presso la struttura di Villa Torano.
E’ da sottolineare, che il disagio si estende anche sui pazienti, infatti, a causa delle problematiche insorte, la struttura ha difficoltà, a portare avanti le emergenze”. Inoltre, Campilongo e Raso, evidenziano “i frustranti disagi che continuano ad avere in Calabria i lavoratori che, per chi è alle prese con i molteplici problemi del quotidiano, il non percepire lo stipendio e lavorare sempre con questa spada di Damocle sulla testa, genera rabbia, indignazione e mortificazioni che molto spesso logorano e umiliano l’essere sia come uomo che come lavoratore, portando lo stesso a comportamenti non legittimi e non consentiti. Ma al dì là di quelli che sono le reali difficoltà dei lavoratori che sicuramente è il principale dei problemi, dobbiamo però, tenere conto che questa vicenda ha molti lati oscuri che andrebbero chiariti in modo esaustivo. Infatti, questa malagevolezza è riconducibile alla poca sensibilità da parte dell’ASL che con delibera del Direttore Generale, fa richiesta di una nota di credito per le fatture emesse nell’anno 2004, inclusa la somma per le fatture già liquidate. Ma perché questa richiesta improvvisa, considerato che comunque esiste un accordo tra le parti?
A ragione di ciò e considerato la delicatezza della questione, che mette a rischio, non solo il posto di lavoro delle cento unità della struttura e la probabile chiusura della stessa, ma colpisce ancora una volta la già precaria sanità specie nella nostra provincia, che in questo caso si identifica in Villa Torano. E ancora, riappare il fantasma della precarietà e della disoccupazione, facendo così abbassare ancora di più i livelli occupazionali nella nostra provincia.
Pertanto, considerata la problematica esistente e vista la non disponibilità dell’Azienda Sanitaria al dialogo, chiediamo al Sig. Sindaco del Comune di Torano Castello, nonché all’Assessore Alla Sanità Dott.ssa Lo Moro, di farsi carico di questa situazione possibilmente, instaurando un tavolo di concertazione e confronto tra l’ASL n° 4, Villa Torano, Comune di Torano Castello, le l’OO.SS. Confederali e l’Assessorato alla Sanità al fine di aprire un percorso e dare inizio ad una fase costruttiva, risolvendo i disagi e garantire le emergenze.
Inoltre questa Federazione ricorda all’opinione pubblica ed agli organi preposti al controllo delle leggi, che devono essere esperite tutte le azioni possibili, atte a risolvere il problema, e che questo oltre ad essere un problema di carattere lavorativo e di gestione e anche di carattere umano, e che l’aggravarsi progressivo delle problematiche insorte in questa struttura, penalizza in primis gli anziani che a cause di malattie spesso molto gravi, sono costretti a rivolgersi a tali strutture per alleviare in qualche modo le loro sofferenze.
Altresì, come più volte la Fisascat Cisl ha evidenziato, questa è una piaga che è in continua evoluzione e che questo dramma interessa tutti senza esclusione alcuna.
Pertanto ci rivolgiamo agli organi preposti e alle maggiori autorità interessate, che si adoperino, affinché la situazione venga gestita con buon senso e grande responsabilità senza mai scordare che l’indifferenza rischia spesso di uccidere più di ogni altra cosa”.

Sabato e domenica prevenzione oculare gratuita a Castrovillari

22/09 L' assessorato alle Politiche per la solidarieta' sociale del Comune di Castrovillari, l' assessorato provinciale e l' Unione italiana ciechi, hanno programmato per sabato e domenica prossimi un nuovo momento di prevenzione oculare gratuito e diretto alle persone con oltre sessant' anni che si inserisce nella Campagna ''Occhio alla macchia''. La degenerazione maculare senile e' una delle malattie che piu' frequentemente portano alla cecita'. I Servizi sociali del Comune avevano gia' promosso un' iniziativa analoga in passato. ''La particolare occasione - ha sostenuto l' assessore Eugenio Salerno - e' data dal fatto che tra qualche giorno sara' presente in citta' un laboratorio mobile oftalmico che sostera' dinanzi al Municipio. Tale impegno e' un modo per ribadire che la salute e' un diritto che necessita di essere erogato e che costituisce uno dei fondamenti per progettare la qualita' della vita''.

Sono trentamila i calabresi affetti da Alzheimer

20/09 Sono circa 30 mila, in Calabria, le persone con demenza di vario tipo e, tra queste, il 50% hanno a che fare con la malattia di Alzheimer. A Lamezia Terme, nella lotta contro questa malattia opera da anni l' Unita' di valutazione Alzheimer formata dalla dottoressa Amalia Bruni e dai suoi collaboratori del Centro regionale di Neurogenetica. Il gruppo di lavoro, in particolare, e' impegnato quotidianamente nell' attività clinico-assistenziale e di ricerca nel settore della malattia di Alzheimer e delle malattie neurodegenerative. Il Centro e' parte di un importante progetto Ministeriale che vede come capofila l' Istituto S. Giovanni di Dio - Fatebenefratelli di Brescia, finalizzato a standardizzare percorsi comuni per una Rete nazionale di eccellenza nell' approccio alla malattia di Alzheimer. ''Il lavoro da svolgere e sicuramente di grande portata e puo' avere importanti ricadute - afferma la dottoressa Bruni-. importanti acquisizioni sono state fatte nella comprensione dei meccanismi patogenetici propri della malattia. Molto ancora si dovra' fare per assicurare interventi sanitari di cura, di prevenzione e di riabilitazione''. ''Confidiamo - conclude la ricercatrice - nella sensibilita' e nella disponibilità degli organismi regionali che stanno lavorando alacremente per predisporre programmi mirati che aiuteranno gli operatori sanitari ad assicurare risposte più adeguate ai pazienti ed alle famiglie''.

Ledda (Legacoop): “La Regione liquidi le spettanze alle cooperative”

20/09 Quirino Ledda, responsabile del settore servizi sociali della Lega delle cooperative, ha scritto agli assessori regionali alla Sanita' ed alle Politiche sociali chiedendo ''l' attivazione della delibera che dispone il pagamento delle spettanze dovute alle cooperative Futura di Maropati e Humanitas di Polistena. Sollecitazione gia' rivolta nei giorni scorsi, ma che non ha ancora ricevuto alcuna risposta''. ''La delibera - afferma Ledda - dispone che l'onere della retta di 77 euro, stabilita, quale corrispettivo giornaliero, per ricoveri di soggetti affetti da patologie psichiatriche e nelle strutture a minore intensita' assistenziale funzionanti nella regione, gestite dalle cooperative sociali, convenzionate con le aziende sanitarie, sia posta per il 40% a carico del Fondo sanitario ed il restante 60% da gravare sul Fondo sociale regionale nelle more del perfezionamento delle attivita' dirette a trasferire ai Comuni la materia relativa alla gestione dei servizi socio-assistenziali. Siamo convinti che il settore della psichiatria necessiti di un riordino serio affinche' il malato di mente abbia non solo l'assistenza dovuta, ma soprattutto viva dentro una logica dell' inclusione e non dell' abbandono, come le cronache di questi mesi hanno evidenziato. Chi governa la nostra Regione deve avere maggior coraggio nel rafforzare, le case famiglia, centri diurni e le comunita' in modo da far vivere il disabile mentale con la dignita' di un cittadino. Le cooperative sociali aderenti alla Legacoop rappresentano un esempio positivo contro le logiche di nuove forme di abbandono e' piu' raffinate pratiche di emarginazione''. ''Ci auguriamo - conclude Ledda - di non essere costretti ad adottare forme di lotta che, nel passato recente, siamo stati costretti ad attuare''.

Sindacati: Sui debiti delle AS e AO la procedura non è chiara

20/09 La Federazione Unitaria Lavoratori Chimici Filcea-CGIL Femca-CISL e Uilcem- UIL, che rappresenta gli addetti all'Informazione scientifica sui farmaci ( operano in Calabria circa 1000 unita') , esaminate le condizioni attraverso le quali e' stata avviata la procedura di cartolarizzazione dei debiti contratti dalle Aziende Sanitarie Locali e dalle Aziende Ospedaliere nei confronti delle aziende farmaceutiche, valuta ''non sufficientemente chiare le condizioni, il costo della procedura in corso e, soprattutto, i motivi per i quali la Regione Calabria farebbe uso di uno strumento estremo e tanto impegnativo per pagare debiti''. ''Il pagamento dilazionato - e' detto in una nota - negli anni delle forniture effettuate dalle aziende farmaceutiche alle ASL e alle AO fino al 31 maggio 2005 (pare in rate semestrali) , utilizzando la Delibera 884/04 della Giunta Chiaravalloti , non avverrebbe attraverso un rifinanziamento della spesa sanitaria regionale operata dalla Giunta Regionale, ma attingendo, per espressa previsione inserita nei contratti di transazione, dalle ''complessive risorse destinate al Servizio Sanitario Regionale''. Tale iniziativa, se realizzata, sottrarra' nei prossimi anni risorse a tutti i settori della Sanita' privilegiando un intermediario finanziario che non ha diritti di precedenza, non rappresenta settore strategico per l'assistenza sanitaria e tale trattamento di miglior favore non garantirebbe alcun miglioramento dei servizi offerti ai cittadini. Peraltro, non e' nemmeno facilmente comprensibile quali saranno i costi di tale operazione, quante intermediazioni saranno necessarie e quali sono realmente le parti contraenti. Infatti, mentre Farmindustria risulta essere di fatto la parte contraente e che accetta la transazione non risulta poi firmataria della transazione medesima''.

CISL: “Preoccupa la dufficoltà economica di Villa Serafina a Camigliatello”

19/09 ''E' molto preoccupante la situazione di grave difficolta' economica che riguarda i dipendenti della casa protetta Villa Serafina di Camigliatello Silano''. A sostenerlo, in una nota, e' Ugo De Rose, segretario generale della Fps-Cisl di Cosenza. ''Quanto sta avvenendo a Villa Serafina - sostiene De Rose - ci lascia molto preoccupati per il futuro dei 30 dipendenti della struttura e delle relative famiglie che, mediamente, non ricevono 18 mensilita' e sistematicamente ottengono in ritardo il versamento dello stipendio maturato. Solo lo scorso 10 agosto le maestranze avevano avuto rassicurazioni dalla proprieta' la quale, in un tentativo di conciliazione, fra l' altro verbalizzato alla presenza del Capo di Gabinetto della Prefettura, si assumeva l' impegno di pagare 2/3 mensilita' entro il 15 settembre 2005 e di predisporre un piano d' ammortamento per le successive mensilita' non riscosse, assumendo, tra l' altro, formale dovere di pagare le mensilita' maturate entro il 15 del mese successivo''. Per De Rose, ''grazie a queste rassicurazioni, il sindacato sospese lo stato di agitazione dei dipendenti convinto che il valore del confronto fosse stato percepito dalla societa'. Oggi, purtroppo dobbiamo registrare con sommo rammarico che la proprieta' non si e' curata minimamente di rispettare gli impegni assunti con ulteriore danno economico per i lavoratori i quali temono che anche l' impegno del pagamento mensile al 15 del mese successivo possa subire la stessa sorte. La Cisl - conclude il segretario generale della Fps di Cosenza - chiede alla proprieta' la piena esigibilita' degli impegni assunti, il pagamento delle mensilita' arretrate e la puntuale erogazione delle mensilita' maturate, per riprendere qualsiasi tipo di confronto costruttivo e di merito''.

Codacons: “Necessari i corsi di aggiornamento sul virus dei polli per i medici di famiglia”

19/09 Per fronteggiare l' influenza aviaria sono necessari corsi specifici rivolti ai medici di famiglia. A sostenerlo e' il Codacons Calabria che rivolge un appello in tal senso all' assessore alla Sanita' Doris Lo Moro. ''Nonostante arrivino rassicurazioni da piu' parti - e' detto in un comunicato - la minaccia e' concreta: l' influenza aviaria spaventa e richiede provvedimenti su piu' fronti. Senza fare allarmismi, senza creare panico tra i cittadini, il Codacons richiede alcuni interventi, tesi a scongiurare possibili epidemie anche in considerazione dei provvedimenti adottati dal governo, che ha deciso di puntare sull' etichettatura obbligatoria per risalire alla provenienza dei prodotti; inoltre sono stati incrementati i controlli e gli interventi dei Nas dei carabinieri ed infine, si provvede all' acquisto di farmaci specifici''. ''Contro l' emergenza influenza aviaria - sottolinea Francesco di Lieto, presidente del Codacons Calabria - la prima cosa da fare e' istruire i medici di famiglia, in modo da consentire loro di riconoscere subito i sintomi di questa influenza sui propri pazienti''.

Convegno dei DS a Rende su “La sanità è dei cittadini” con Adamo, Pacenza e Lo Moro

19/09 Promosso dal gruppo regionale dei Ds, si terrà domani, martedì 20 settembre, alle 16, 30, all’Hotel San Francesco di Rende, un convegno dal tema “La sanità è dei cittadini”. Sono previsti gli interventi del capogruppo alla Regione, Franco Pacenza, del segretario regionale e vice presidente della Giunta, Nicola Adamo e dell’assessore regionale alla Salute, Doris Lo Moro. “Partendo da una ricognizione sullo stato del sistema sanitario regionale- spiega Pacenza- l’obiettivo è di avviare un grande confronto politico e sociale su un progetto d’urto e di totale rinnovazione e cambiamento della sanità calabrese. I Ds sono consapevoli- sottolinea ancora Pacenza- che, nella esperienza di governo del Centrosinistra calabrese, la sanità è il punto più dolente, ma al tempo stesso può diventare l’elemento di svolta vero del governo calabrese”. Pacenza continua così: “Negli anni, il sistema sanitario calabrese è stato letteralmente occupato da scorribande partitiche o gruppi di essi con soli scopi clientelari e di saccheggio delle risorse finanziarie. Sono state mortificate competenze professionali e legittime aspettative. Sono stati fatti primari senza posti letto mentre insistono tante Divisioni con posti letto e senza primari. Lo stesso Piano sanitario è stato un appuntamento mancato, nei fatti, poi, messo nel cassetto dallo stesso governo che lo ha approvato. Non sono state date direttive sugli atti fondamentali da parte della Regione, mentre il deficit del sistema sanitario, nonostante le ingenti risorse spese per il suo accertamento, continua a rimanere un dato senza certezze. Certo, le direzioni generali, i commissari straordinari sono un problema, ma nessuno pensi che tutto si possa ridurre a questo. C’è bisogno di mettere in campo politiche rigorose e coerenti, assumendo la qualità come discriminante. Tutto ciò è possibile solo se riusciamo a costruire, attorno ad un grande progetto di cambiamento del sistema sanitario calabrese, consapevolezza politica, sociale ed istituzionale che sostengono tale progetto. Razionalizzazione della rete ospedaliera, cooperazione tra ospedalità e territorio, distretti e medicina di base, prevenzione e assistenza domiciliare, devono trovare tutti organicità sistemica. C’è bisogno, infine, che ognuno faccia la sua parte”.

Le donne calabresi le più longeve ma fanno meno figli e spesso ricorrono al cesareo

19/09 Le donne costituiscono la maggioranza della popolazione calabrese e sono piu' longeve rispetto agli uomini: una donna vive in media 82,9 anni; un uomo 77,5 anni. E' questo uno dei dati che emerge alla vigilia dell' 81/mo Congresso della Societa' italiana di ginecologia e ostetricia che si tiene a Bologna da domani al 24 settembre sul tema ''Eva contro Eva''. Dalla ricerca emerge anche che si e' abbassata l' eta' del primo rapporto sessuale, adesso intorno ai 16 anni, e che sempre piu' frequentemente viene posticipata la nascita del primo figlio. Nel 1991, infatti, in Calabria l' eta' media delle madri era tra 25 e 26 anni; quattro anni piu' tardi si e' spostata tra i 27 e i 28 anni ed ha raggiunto, nel 2003, un valore compreso tra 30 e 31 anni. Per quanto riguarda i parti, la proporzione del cesareo sul totale e' stata del 39,1% nel 2002 con un incremento del 5,9% rispetto al 1998 (la media nazionale e' di 35,8%). Inoltre si fanno meno figli: nel 2004 sono nati 9,3 bambini ogni mille abitanti con una lieve flessione pari a 0,1 per mille rispetto all' anno precedente. Il tasso di natalita' rimane, comunque, superiore alla media regionale a Crotone (11,1 per mille); Reggio Calabria (9,7 per mille); Vibo Valentia (9,5 per mille). Risulta inferiore a Catanzaro (9 per mille) e Cosenza (8,7 per mille). La media italiana e' 9,7. Nel 2004 sono nati 18.712 bambini, 97 in meno del 2003. Dallo studio emerge pure che il 37% delle donne calabresi fa uso di un metodo contraccettivo, dalla pillola al coito interrotto; il 25% ha smesso; il 38% non ha mai fatto uso. Nel 2002 in Calabria il 10,9% delle donne ha assunto la pillola. Calano, infine, gli aborti volontari, con una riduzione del 9,2% nel 2003 rispetto a un anno prima. ''Ci sono due aspetti delle donne calabresi che sono preoccupanti - ha sostenuto Pier Francesco Tropea, primario ostetrico-ginecologo emerito di Reggio Calabria - da una parte la scarsa informazione delle ragazze sulla contraccezione che le porta ad effettuare aborti anche da giovanissime e dall' altra la crescente richiesta di partorire con taglio cesareo per salvaguardare la salute del nascituro anche quando non ce ne sono i presupposti medici. Due comportamenti sconsiderati che, se non fermati, possono provocare seri danni''. ''In Calabria i costumi sono cambiati - ha spiegato Tropea - rispetto al passato. Oggi il primo rapporto sessuale e' intorno ai 16 anni. Non adottano precauzioni. Si affidano al coito interrotto o semplicemente 'al destino'. Temono le gravidanze ma non chiedono aiuto ai contraccettivi. Ignorano il pericolo delle malattie sessualmente trasmesse. Le ragazze al consultorio si rivolgono solo per chiedere la pillola del giorno dopo. E sono tante quelle che il sabato sera o la domenica, quando i consultori sono chiusi, bussano alla porta degli ospedali per avere la pillola del giorno dopo. Stessa richiesta viene fatta al ginecologo dal quale vanno da sole o al massimo accompagnate da una amica. Mai dalla madre. Troppe le interruzioni di gravidanza tra le giovanissime, adottate quasi come metodo contraccettivo''. ''E quando l'adolescente diventa donna - aggiunge Tropea - il suo rapporto con la contraccezione non cambia. C'e' una bassa utilizzazione della pillola nelle coppie che si alza leggermente dopo il primo figlio. Si sposano relativamente tardi, dopo i 30 anni, e piu' e' alto il ceto sociale e piu' tardi avvengono le nozze. L' assenza di gravidanza non e' piu' vissuta come mortificazione o stato di inferiorita'. L' infertilita' e' giustamente intesa come malattia. E persino la sterilita' maschile oggi e' manifestata e affrontata. Un figlio arriva intorno ai 31-32 anni ma non sono rari i casi in cui la prima maternita' si affaccia dopo i 36 anni. Un figlio, al massimo un altro, e poi basta. E' finito il tempo in cui le coppie calabresi facevano del numero dei figli un vanto''.

Reintegrato dal giudice del lavoro il DG dell’AS di Vibo

15/09 L'ex commissario generale dell'Azienda sanitaria di Vibo Valentia, Armando Crupi, dovra' essere reintegrato nelle sue funzioni. Lo ha deciso il giudice della sezione lavoro del tribunale di Vibo Valentia al quale Crupi si era rivolto dopo il commissariamento dell'Azienda Sanitaria decisa dalla Regione. Il provvedimento, che e' immediatamente esecutivo, e' stato notificato all'Azienda Sanitaria dal difensore di Crupi, l'avvocato Domenico Sorace. ''Non ho mai nutrito dubbi - ha detto Crupi - sul fatto che il giudice del lavoro avrebbe accolto il mio ricorso. Nell'ultima intervista rilasciata avevo parlato di decisione politica della giunta regionale, priva di fondamento giuridico. Oggi constato con sollievo che c'e' ancora un 'giudice a Berlino', un giudice che decide in base alle norme vigenti e non delle esigenze contingenti della politica. La sentenza del giudice del lavoro e' importante soprattutto per il messaggio che sottende verso l'opinione pubblica, allarmata e scoraggiata dalla forte presenza criminale in questo nostro comprensorio: un messaggio di legalita' contro la sopraffazione''. ''Pur in mezzo a difficolta' di ogni genere - ha concluso - abbiamo avviato un lavoro che qualche risultato lo ha conseguito. Ora siamo nuovamente nelle condizioni di proseguire quel lavoro e, almeno fin quando potremo farlo, continueremo ad operare tenendo presente quella che, anche per la nostra professione di medico, e' stata sempre la nostra stella polare: i bisogni della gente, soprattutto di quella meno abbiente, di coloro cioe' che non hanno i mezzi per farsi curare altrove e che reclamano da noi la possibilita' di avere una sanita' efficiente e dignitosa''.

I sindacati che rappresentano gli informatori scientifici chiedono un incontro con la Lo Moro

15/09 La Filcea-Cgil, la Femca-Cisl e la Uilcem-Uil, che rappresentano gli addetti all' informazione scientifica sui farmaci che operano in Calabria, hanno chiesto un incontro urgente all'assessore regionale alla Sanita', Doris Lo Moro, per discutere del protocollo d' intesa Regione - Federfarma - Fulc circa il regolamento regionale dell' informazione scientifica sul farmaco. ''Il protocollo d'intesa - e' scritto nel telegramma inviato dai sindacati all'assessore Lo Moro - e' finalizzato a realizzare una reale appropriatezza di impiego dei farmaci, il contenimento della spesa farmaceutica e garanzie occupazionali per quanti svolgono informazione scientifica sui farmaci ad uso umano nella Regione Calabria''.

Del Sal: “La proteina P53 blocca il proliferare delle cellule tumorali”

14/09 ''La proteina p53 e' mutata in oltre il 50 % di tutti i tumori umani e risulta essere un importante freno che serve a bloccare la proliferazione delle cellule quando queste rispondono a messaggi di stress cellulare''.E' quanto ha detto il responsabile dell'Unita' di oncologia molecolare presso il Laboratorio Nazionale del Consorzio Interuniversitario per le Biotecnologie, e ordinario di biologia cellulare all' Universita' di Trieste, Giannino Del Sal, oggi a Catanzaro, circa il ruolo del gene oncosoppressore p53. Del Sal e' intervenuto nel corso di un seminario al campus universitario di Germaneto nel corso del quale si e' discusso delle attivita' scientifiche dei Dottorati di ricerca dell' Universita' Magna Grecia in Oncologia molecolare, Immunologia Sperimentale e Biotecnologie mediche. ''Abbiamo identificato - ha aggiunto - che la proteina p53, il guardiano del nostro genoma, richiede il contributo di un altro enzima, che la riconosce e la fa funzionare solo in determinate condizioni, quando cioe' p53 riceve un segnale che le indica di attivarsi. Questo piccolo enzima, pin1 il suo nome, si lega alla proteina p53, le fa cambiare conformazione, come se la facesse ripiegare, e questo ripiegamento permette il funzionamento di p53. L'enzima Pin1, anche in maniera deregolata, quindi potrebbe contribuire alla funzione delle forme di p53 che si ritrovano nei tumori, quindi alle forme mutate. Pertanto da una parte questo piccolo enzima pin1 controlla le normali funzioni di p53, dall' altra puo' controllare le funzioni aberranti di p53 che si riscontrano nei tumori, bloccando efficacemente lo sviluppo della malattia''. ''Il ruolo di pin1 e il controllo di p53 - ha proseguito Del Sal - non era ancora mai stato identificato. Ora sara' importante individuare altre piccole molecole in grado di inibire le funzioni delle forme mutate di p53, rallentando cosi' da vari punti la crescita di un tumore''. Nei giorni della sua permanenza a Catanzaro il professor Del Sal ha avuto modo di conoscere piu' da vicino gli innovativi programmi di ricerca avviati dall' Universita' di Catanzaro nel settore dell' Oncologia molecolare, della Proteomica, delle Biotecnologie, attraverso le presentazioni realizzate dai gruppi di ricerca impegnati nelle diverse attivita' di studio. ''Sono rimasto positivamente impressionato - ha concluso - dalle attivita' di ricerca che vengono svolte in questi laboratori. Chi arriva da lontano e scopre queste strutture ha la possibilita' di capire la ricchezza, la complessita', le enormi potenzialita' scientifiche di tutto questo grande progetto che e' stato realizzato''.

La dieta ottimizza il controllo glicemico dei diabetici

14/09 ''La terapia dietetica deve contribuire ad ottimizzare il controllo glicemico, soprattutto per la prevenzione ed il trattamento delle complicanze microangiopatiche e la riduzione del rischio cardiovascolare nel paziente diabetico''. E' quanto ha detto il direttore dell'Unita' Operativa di diabetologia e dietologia del presidio ospedaliero di Soverato dell'As 7, Giuseppe Pipicelli, partecipando a Bologna ad un convegno sul tema ''Raccomandazioni dietetiche nel diabete mellito''. Il convegno ha affrontato il tema del legame fra alimentazione e salute, esaminando alcune patologie che richiedono una dieta specifica (celiachia, diabete, malattie metaboliche, nefropatie, colesterolemie) e analizzando l'influenza dell'alimentazione sulla patologia e le tematiche connesse ai prodotti destinati ad una alimentazione particolare, dalla loro produzione alla comunicazione e ai costi. Argomenti sui quali il gruppo di lavoro dell' Azienda sanitaria 7 lavora da anni con ottimi risultati, ampiamente riconosciuti anche a livello regionale. ''L'obiettivo - ha aggiunto - del mantenimento della migliore qualita' di vita possibile del paziente deve sempre essere tenuto presente nella compilazione di qualunque programma alimentare e questo deve comunque essere sempre adattato ai fabbisogni specifici dell'individuo che possono anche cambiare nel tempo. La riduzione del peso corporeo porta inoltre ad un miglioramento di tutti i fattori di rischio cardiovascolare presenti nei pazienti diabetici in particolare iperlipidemia ed ipertensione arteriosa, e ad una significativa riduzione del fabbisogno di farmaci ipoglicemizzanti. Un target ragionevole per riuscire ad avere significativi effetti metabolici, puo' essere la perdita di peso di circa il 5-10 % del peso corporeo iniziale nell'arco di 4-6 mesi''. ''Al fine di aumentare l'adesione - ha concluso Pipicelli - a queste linee guida questo tipo di alimentazione dovrebbe essere seguita da tutta la famiglia. D'altra parte queste raccomandazioni possono produrre un tipo di alimentazione tale da permettere un'ottima vita sociale. Nel rispetto della qualita' di vita del paziente vanno evitati atteggiamenti estremamente restrittivi e condizionanti''.

G. Mancini: “La sanità, un importante frontiera per la valle del Savuto”

12/09 "Il settore della sanità è un'altra importante frontiera per tutta la comunità ed in particolare per l'area della Valle del Savuto". Lo ha detto Giacomo Mancini, deputato dell'Unione, intervenendo questa sera a Grimaldi al convegno-dibattito "Sanità e Territorio - Ospedale Santa Barbara: presidio riqualificato al Servizio dell'hinterland Cosentino", organizzato dalla locale amministrazione comunale. "Nei giorni scorsi - ha aggiunto Mancini - insieme ai sindaci dei comuni della Valle del Savuto, abbiamo affrontato un'emergenza riguardante le infrastrutture e insieme abbiamo progettato un piano di interventi per il futuro. Oggi siamo a Grimaldi per discutere di sanità. Negli anni passati, insieme ai cittadini dei comuni della Valle del Savuto abbiamo lottato per scongiurare la chiusura dell'importante presidio ospedaliero di Rogliano. Oggi con la vittoria del centrosinistra al governo della Regione, siamo impegnati a lavorare per riempire di contenuti questa struttura e per fare in modo che possa essere dotata delle migliori intelligenze del settore medico e di quello paramedico. Io ritengo che questa sia la sfida che dobbiamo affrontare e sono convinto che con l'impegno di tutte le istituzioni presenti a questa iniziativa, la potremo vincere". Alla manifestazione, coordinata dal sindaco di Grimaldi Giuseppe Albo, e introdotta dal presidente del Consiglio Comunale Alessandra Medaglia, sono intervenuti il senatore Antonio Gentile, il consigliere regionale Salvatore Magarò, il Commissario dell'Asl n. 4 di Cosenza, l'assessore provinciale Ferdinando Aiello, i consiglieri provinciali Ruffolo e Filice. Hanno partecipato inoltre Lucio Aiello, primario del reparto di chirurgia dell'Ospedale Santa Barbara di Rogliano, il dott. Eugenio Corcione, presidente dell'ordine dei medici della Provincia di Cosenza, Pietro Oliveti e Gianfranco D'Angelo, rispettivamente vice-presidente e consigliere del Comitato di Rappresentaza dell'Asl n. 4 di Cosenza. Le conclusioni sono state tratte dal presidente del Comitato di Rappresentaza dell'Asl n. 4 di Cosenza Roberto D'Alessandro. Da sottolineare la presenza di numerosi sindaci e amministratori del comprensorio, tra i quali Emilio Chiappetta, sindaco facente funzioni di Rende, e Ugo Piscitelli, primo cittadino di Mendicino.

L’ass. Lo Moro incontra i sindacati confederali. Superate le polemiche. Con la Cisal ci sarà un altro incontro

Paolini (Aiop) “Preoccupazione per la revisione del Piano Sanitario”

12/09 “Le dure critiche mosse dai sindacati all’assessore Lo Moro potranno sembrare anche severe, atteso che l’assessore alla Sanità, tutto sommato, ha avuto appena il tempo di rendersi conto della situazione che ha ereditato. Ciò non toglie che mancano indicazioni sia sulla direttrice che sulla tabella di marcia.Quattro mesi saranno pochi, dall’insediamento della Giunta, ma sono sufficienti per dichiarare come si intende procedere. Non siamo all’anno zero e non bisogna di nuovo inventare la penicillina.” Ad affermarlo è il Presidente di Aiop Calabria, avv. Enzo Paolini. “Quale che sia, sotto il profilo politico, la situazione ereditata dalla giunta precedente – prosegue Paolini - il governatore Loiero ha il dovere istituzionale di non perdere altro tempo, mettendo fine alle lamentazioni.L’annuncio che, come primo adempimento , la Giunta intende rivedere il Piano Sanitario semina preoccupazione fra tutti gli operatori del settore sanitario.Torna alla mente il tormentato iter della stesura del Piano faticosamente approvato, continuamente rivisto, corretto e mai idoneo a soddisfare gli interessi di tutti e gli egoismi dei singoli. Fummo di fronte ad una telenovela penosa e squallida il cui finale fu continuamente cambiato, fino all’ultimo giorno del governo in carica.
Ora si profila la minaccia che quel tormentone si ripeta muovendo da altre angolazioni politiche per soddisfare nuovi interessi e antiche clientele. Spetta al presidente Loiero bloccare sul nascere una così dissennata prospettiva, necessariamente vincolata a tempi lunghi mentre la sanità in Calabria, pubblica e privata è in ginocchio.
Per quella pubblica i problemi sono noti e, per ragioni di opportunità e di stile, non entro nel merito limitandomi a confermare che il cattivo funzionamento delle strutture sanitarie a gestione pubblica danneggia la sanità privata che, per la quota di mercato che rappresenta, ha bisogno di poter operare su livelli qualitativi alti anche per arginare l’emigrazione sanitaria fuori regione. La sanità privata è l’altra gamba sulla quale cammina il servizio sanitario nazionale e regionale e soltanto chi è miope politicamente e inadeguato rispetto alla complessità dei problemi della sanità può ritenere che i problemi del pubblico si possono risolvere penalizzando la sanità privata.
E’ di questi giorni la comunicazione degli uffici regionali pervenuta ai titolari delle case di cura ai quali viene richiesto, in pratica, di sottoscrivere i contratti per il 2005 che prevedono quote di abbattimento su budget e prestazioni che sfiorano il 40 per cento. Una follia che farebbe inevitabilmente aumentare l’emigrazione sanitaria fuori regioni con relativo aggravio di costi e dissesto irreversibile della spesa regionale.
Siamo al Far West politico e amministrativo, atteso che il passato consiglio regionale ha deliberato, analogamente ad altre regioni, un aumento del 5 per cento sul budget 2004 per far fronte ai maggiori costi del nuovo contratto nazionale che riguarda i dipendenti delle case di cura. Anzicchè un aumento, dunque, un abbattimento e senza fornire spiegazioni se non nascondersi dietro una delibera di giunta, adottata nell’ultimo giorno utile del precedente governo regionale, con la quale si assegnano i budget per il 2005 fuori da ogni logica programmatoria e da una realistica compatibilità con la domanda di cure e di assistenza dei cittadini calabresi.
A questo punto, se è la legge del Far West che orienta le decisioni del nuovo governo regionale, se si pretende di governare violando deliberatamente la legge, imponendo condizioni leonine a imprenditori che dalla loro hanno soltanto le regole ed i meccanismi del mercato, allora si va ad uno scontro duro e senza esclusioni di colpi e sarà l'occasione per accendere i riflettori sulle zone buie della politica sanitaria regionale, sugli interessi in campo, sui parassitismi e gli sprechi che la politica impone alle strutture ospedaliere, sulle assunzioni di comodo e sulla gestione, cifre alla mano, della gestione della spesa sanitaria.
Per intanto siamo in grado di poter affermare che non era questo che ci si aspettava da Loiero e dalla sua Giunta dopo gli impegni presi in campagna elettorale sull’emergenza sanità. Brutto segno.

Speciale: Polemica sulla sanità: Ass. Lo Moro: “Incomprensibile l’attacco dei sindacati. I commissari rimangono solo fino a metà ottobre. Stiamo lavorando per aprire Germaneto”. Interventi di Paolino, Sbarra, Sindacati

Secondo uno studio della Cierre, Calabria e Valle D’Aosta regioni inefficienti sulla sanità. L’USL Valle D’Aosta replica: “I dati non corrispondono a realtà”

09/09 Calabria e Valle d' Aosta sono le regioni dove si registra la minore efficienza nel sistema sanitario, mentre Emilia Romagna e Lombardia risultano essere le piu' virtuose. Il dato emerge dall' Indice di performance sanitaria (Ips) realizzato dal centro demoscopico Cierre Ricerche. Lo studio ha preso in considerazione cinque indicatori: il disavanzo/avanzo economico; durata in carica dei direttori generali di aziende ospedaliere e aziende sanitarie locali; indice comparativo di performance; indice di attrazione e indice di fuga. I risultati della ricerca vedono in testa l' Emilia Romagna che ottiene un Ips pari a 376,7 punti, seguita da Lombardia (358,1), Umbria (354), Toscana (348,2) e Puglia (339). In coda alla classifica si pone la Valle d' Aosta (92 punti), preceduta dalla Calabria (220,3), dalla Basilicata (229,4), dal Lazio (240,6) e dal Trentino Alto Adige. ''L' affermazione di un unico schema in grado di offrire un indicatore di sintesi capace di analizzare in maniera concreta le interrelazioni esistenti fra i tanti ruoli e compiti delle aziende sanitarie con precisi e ben definiti fattori di economicita' - affermano i ricercatori dell' istituto demoscopico - non e' semplice, non esistendo ad oggi alcun modello consolidato''. Per quanto riguarda l' equilibrio finanziario, secondo la ricerca, e' la Puglia la regione piu' virtuosa con un avanzo di 22,5 euro pro-capite; solo altre due regioni registrano un avanzo: la Lombardia e la Toscana (rispettivamente con 3,8 euro e 2,4 euro). Tra le altre regioni registrano disavanzi che vanno dai 6,7 euro pro-capite dell' Emilia Romagna agli 8,3 della Calabria e ai 13,4 dell' Umbria. Fanalino di coda della graduatoria risulta il Trentino Alto Adige, con 495,2 euro pro-capite ottenuto dalla media fra i risultati gestionali delle due Province Autonome di Bolzano e di Trento (rispettivamente con 599,4 e 394,4 euro). E' proprio al Trentino Alto Adige, che va il primato della piu' elevata durata media in carica dei direttori generali 5,7 anni, seguito a distanza dall' Emilia Romagna e dall' Abruzzo, entrambe con un valore pari a 3,8 anni. La palma per la durata media inferiore va a Valle d' Aosta (1,8 anni) e Calabria (1,6 anni). Sul podio per l' indice comparativo di performance salgono tre regioni: Umbria, Sicilia e Campania, con un indice pari a 0,93. Con uno scarto risicato seguono Puglia ed Emilia Romagna, entrambe con 0,96. Ultime in graduatoria Valle d'Aosta e Lazio, con un indice rispettivamente di 1,14 e 1,10, precedute da Molise e Veneto entrambe con valore pari a 1,09. La ricerca ha preso in esame anche l' indice di attrazione (dato dalla percentuale di ricoveri di pazienti provenienti da altre regioni sul totale dei ricoveri della regione in esame) che vede primeggiare il Molise, seguito da Umbria e Emilia Romagna e l' indice di fuga dato dalla percentuale di ricoveri di pazienti in altre regioni diverse da quella di residenza: il valore piu' contenuto spetta alla Lombardia (3,8%). Seguono nella graduatoria la Sardegna (4%), il Veneto (4,7%), la Toscana (5,5%) e la Sicilia (5,8%). A diffidare delle strutture sanitarie presenti nella propria regione sono soprattutto i calabresi (13,2%), i lucani (24,2%), i valdostani (20,8%). In particolare, per la Calabria, su un totale di 355.812 ricoveri ben 46.796 sono quelli effettuati in altre regioni.
USL Valle D’Aosta: “Dati non corrispondono ala realtà”
''Siamo curiosi di conoscere le fonti utilizzate per effettuare la ricerca che per quanto ci e' dato a sapere non risponde in alcun modo alla realta'''. I vertici dell' Usl della Valle d'Aosta commentano cosi' lo studio relativo all' Indice di performance sanitaria (Ips), realizzato dal centro demoscopico Cierre Ricerche, che colloca la gestione della sanita' valdostana agli ultimi posti. L' Ufficio stampa sottolinea che ''da tre anni il bilancio chiude in attivo e l' attuale direttore e' in carica da oltre 5 anni'', aggiunge contestando la media di 1,8 anni la durata in carica dei direttori generali indicata dal Cierre. L' Ufficio stampa precisa infine che ''le lista di attesa all' Usl della Valle d'Aosta sono molto corte, cosi' come il grado di soddisfazione degli utenti e' fra i migliori in Italia''. Infine e' definito ''irreale il dato delle fughe per le cure''.

Speciale: Polemica sulla sanità, Loiero replica “Critiche strumentali e gratuite, noi siamo interessati al confronto”. Interventi di Adamo, LoMoro, Fedele, Occhiuto.

Sindacati: “Basta proclami sulla sanità, servono atti concreti”, Abramo: “Non può esserci improvvisazione”

07/09 ''La discontinuita' necessaria nel Servizio Sanitario Calabrese passi non da proclami ma dagli atti concreti che si vorranno mettere in campo''. E' quanto sostengono in una nota congiunta i segretari regionali della Fp-Cgil, Luigi Veraldi, della Fps-Cisl, Domenico Cubello, e della Fpl-Uil, Francesco Caparello, circa la situazione della sanita' in Calabria. ''Avevamo apprezzato - prosegue la nota - il metodo di lavoro proposto nell' incontro con le organizzazioni sindacali dall' Assessore Lo Moro di relazioni sindacali improntate sulla centralita' della concertazione, elemento irrinunciabile per creare il consenso necessario per scelte di inversione di rotta necessarie nel Servizio Sanitario Regionale per rispondere agli interessi veri che istituzionalmente detiene, di servizi ai cittadini e non soddisfare gli interessi della politica, delle lobbies economiche e degli addetti. Questa proposizione e' rimasta ad oggi solo enunciazione, nel mentre a fronte delle molteplice emergenze e disfunzioni e' seguito il presenzialismo ed il peregrinare rassicurante gli interessi di singoli, di territori e di caste''. ''A tal proposito - proseguono i segretari regionali delle organizzazioni sindacali - si chiede se nelle more della approvazione del nuovo Piano sanitario regionale, quello vigente possa rimanere inapplicato. Siamo convinti, che per rilanciare il sistema sanitario calabrese serve un coinvolgimento di tutti rispetto ad un progetto di salute con al centro il cittadino, un progetto impegnativo ed a medio termine; nel frattempo va gestita la quotidianita' di una macchina sanitaria che spende e spreca e non ha nessuna indicazione ed idea di governo delle proprie attivita'''. Per i segretari regionali delle tre categorie di Cgil, Cisl e Uil, i primi atti ''del nuovo governo regionale, ed abbiamo atteso i cento giorni, non ci sembrano vadano nella direzione indicata dal programma di Governo presentato all' elettorato che lo ha premiato con un consenso oltremodo rilevante. Oltre alla eliminazione dei Ticket va rimodulata la fiscalita' regionale (Bollo Auto, Addizionale Irpef) legata in precedenza al ripiano pregresso del disavanzo sanitario che speriamo non riemerga mettendo in discussione le premialita' guadagnate dalla regione negli ultimi anni''. ''Non basta ''Santa Trada'' - concludono le organizzazioni sindacali - per rimettere in piedi ed in equilibrio finanziario e funzionale il Servizio Sanitario Regionale. Serve l'impegno di tutti a dire i giusti si' e i giusti no''
.Alle dichiarazioni dei sindacati si è accodato in una nota il consigliere regionale del gruppo Misto-Per la Calabria, Sergio Abramo: ''La dura presa di posizione delle organizzazioni sindacali della sanita' dimostra la fondatezza di cio' che ho sempre sostenuto e cioe' che il governo di settori strategici e fondamentali per la vita dei calabresi, com'e' appunto quello della sanita', non puo' fondarsi sulla improvvisazione, sulle dichiarazioni d' intenti o, peggio ancora, sul sottile gioco degli equilibri politici''. ''Bene hanno fatto i sindacati - ha aggiunto - a richiamare ai propri doveri e agli impegni assunti il Governo regionale, dimostrando in questo coraggio e coerenza rispetto agli interessi generali dei cittadini, di cui gli stessi sindacati sono tradizionalmente portatori. Alcune vicende emblematiche come la frettolosa riscrittura del Piano Regionale della Salute, relativamente alla cardiochirurgia, nell'ambito di una legge di bilancio o lo scontro aperto con l'ateneo Magna Grecia sulla direzione generale del policlinico universitario di Catanzaro, sono segnali assai negativi perche' lasciano intendere che una problematica complessa e delicata non viene affrontata con la sistematicita' che invece si impone''. ''Insomma, non vi e' finora traccia - ha proseguito Abramo - di un progetto complessivo di governo della sanita', nel quale si affrontino con decisione gli aspetti della spesa, quelli organizzativi e quelli della qualita' delle prestazioni da offrire infine ai calabresi. In queste tematiche, non possono trovare cittadinanza gli interessi di campanile, le conflittualita' politiche o le esigenze di occupazione di grandi e piccoli spazi di potere perche', in ultima analisi, si gioca con la salute delle persone, con i disagi o i drammi di chi per necessita' deve rivolgersi al servizio sanitario regionale''. ''Purtroppo, finora, l' impressione - ha concluso - e' che invece solo di questo si sia trattato e la reazione sindacale, con tutto il peso della sua autorevolezza e rappresentativita', e' li' a dimostrarlo''.

Per l’Inail 821 casi di tumore di origine professionale nel 2005. Secondo la procura di Torino molti non sono denunciati

06/09 Sono 821 i casi di tumore di sospetta origine professionale rilevati dall' Inail in tutta Italia nel 2005. Il dato, aggiornato al 31 agosto 2005, e' stato acquisito dalla procura di Torino nel quadro di un procedimento giudiziario. La regione in cui si e' avuto il maggior numero di segnalazioni e' il Piemonte (166), dove a far la parte del leone c' e' la provincia di Torino con 134 casi. Questa circostanza, secondo la task force di magistrati e consulenti che si occupa della questione, dimostra che nel resto d' Italia le denunce non si riescono a raccogliere in modo sistematico come nel capoluogo piemontese, dove da dieci anni, su iniziativa del procuratore aggiunto Raffaele Guariniello, e' attivo un ''Osservatorio tumori professionali'' che opera di concerto con medici e funzionari dell' Inail. Ecco il dettaglio dei casi, regione per regione, raccolti a partire dal 1/o gennaio di quest' anno: Abruzzo 14, Calabria 8, Campania 16, Emilia Romagna 79, Friuli Venezia Giulia 52, Lazio 23, Liguria 114, Lombardia 91, Marche 21, Molise 2, Puglia 65, Sardegna 13, Toscana 51, Trentino Alto Adige 3, Umbria 5, Valle d' Aosta 1, Veneto 57. Quanto al Piemonte, Torino svetta sulle altre province: Alessandria 11, Asti 3, Biella 1, Cuneo 8, Novara 4, Verbania 2, Vercelli 3. L' ''Osservatorio'' subalpino ha censito 17 mila e 800 casi sospetti solo a Torino e nel circondario, inoltrati direttamente da Asl e medici ospedalieri. Quando le indagini successive hanno accertato con chiarezza l' origine professionale della malattia sono scattati i processi, le condanne dei responsabili e i risarcimenti. ''Ma paradossalmente - commenta Guariniello - e' una situazione iniqua perche' c' e' una sproporzione gigantesca tra quanto avviene da noi rispetto al resto d' Italia, dove a mio avviso i numeri sono cosi' esigui da non essere ragionevoli. E' probabile che i casi, altrove, rimangano chiusi negli archivi degli ospedali. Credo, dunque, che sarebbe bene allestire un 'Osservatorio' a livello nazionale, ripetendo l' esperienza che tanto bene sta funzionando a Torino''.

Gentile: “La Regione indichi una soluzione per la cardiochirurgia a Cosenza”

06/09 ''Non sono intervenuto sino sulla questione cardiochirurgia, posta intelligentemente dal consigliere regionale dell' Udc, Michele Trematerra, per evitare strumentalizzazioni: sono sempre stato accusato nel passato di essermi occupato troppo dell' argomento, ma e' giusto ristabilire la verita'''. Ad affermarlo e' stato il sen. Antonio Gentile. ''Nel 2003 - ha aggiunto - posi io, fortemente, la questione, prendendomi gli strali di alcuni medici locali ed insistetti molto con i consiglieri regionali dell' epoca di Forza Italia. Volevamo la sezione autonoma, ma riuscimmo ad ottenere 22 posti letto sotto la direzione della Clinica Sant' Anna. Fu una decisione di Luzzo che era supportata dalla grande competenza cardiochirurgica della clinica. Noi volevamo l' autonomia, ma comunque era un grande risultato per Cosenza. I 22 posti diventarono 11 perche' fu deciso di dividere le competenze con Reggio Calabria. C' erano solo due assessori di Cosenza in quella Giunta e non era facile lottare per la nostra provincia. Devo aggiungere che Cosenza, da un anno e mezzo, ha la cardiologia interventistica, grazie alla quale sono stati compiute oltre 150 angioplastiche e quasi mille coronografie''. ''Si puo' anche decidere di non seguire la strada indicata dal Piano della salute - ha proseguito Gentile - ma nel contempo si devono trovare subito soluzioni alternative. L' ingente finanziamento assegnato a Reggio Calabria doveva essere contestuale ad analoga decisione per Cosenza, visto che entrambe le citta' erano segnate dallo stesso progetto in materia. Cosenza aveva ed ha di piu' un background di competenze che rischia di non essere valorizzato da decisioni, queste si', campanilistiche. C' e' una cosentinita' medica e clinica di alto livello e ci sono bisogni che non possono essere elusi. Ricordo che io venivo contestato e mi si accusava di dire il falso, perche' affermavo che Cosenza aveva avuto i posti letto di cardiochirurgia. Tutto e' invece scritto nel Piano della Salute e tutti i cittadini possono leggerlo''. ''La Giunta regionale - ha concluso Gentile - deve subito indicare una soluzione e le istituzioni devono difendere la cosentinita' anche e soprattutto in questa circostanza. Dividersi sarebbe un altro errore grave''.

Cisal: “La sanità in Calabria è al collasso”

06/09 ''Caro Governatore la salute o sanita' in Calabria, come preferisci definirla, e' al collasso. Intorno al suo capezzale non si coglie un benche' minimo momento di sensibilita'. C' e' ancora chi come gli iscritti della Cisal crede in una risalita della china. Attenzione, prima che non sia troppo tardi''. E' quanto afferma, in una dichiarazione, Nicola Maria Cavallaro, segretario regionale della Cisal, che definisce ''ancora assente'' il governo regionale su temi come Piano sanitario regionale, esenzione ticket, tempi di attesa e ricoveri impropri. Cavallaro, rivolgendosi a Loiero, ricorda che ''subito dopo la nomina dell' assessore alla Salute Doris Lo Moro avevi promesso che avresti avviato una indagine conoscitiva per propiziare l' avvio di una immediata revisione del Piano sanitario regionale peraltro non piu' rispondente alle reali necessita' degli utenti della salute, bensi' a superate logiche politiche che hanno determinato l' affossamento della salute pubblica calabrese. Che il pianeta salute Calabria non vada per il giusto verso e' un fatto ormai scontato da decenni - prosegue il segretario della Cisal - ma che addirittura si distanzi sempre di piu' dai bisogni della gente che soffre trovando difficolta' ad offrire risposte concrete e' ormai insopportabile''. A parere di Cavallaro, inoltre, ''Vibo Valentia e' tra le popolazioni che piu' pagano per i disservizi, i disagi e le difficolta'. Il grave fenomeno dell' emigrazione dell' ammalato, infatti, continua a toccare le tasche dei piu' disagiati e dell' Assessorato alla Salute, facendoci tornare ai tempi in cui l' obiettivo 'assistenza' rappresentava il meglio delle risposte ai problemi. Molte cose non vanno: diciamo la verita' e nessuno pensa a programmare una salute seria. E' apprezzabile ed eccellente - conclude il segretario regionale dall Cisal - quanto sta facendo a Vibo Valentia il Commissario straordinario Giustino Ranieri che e' alle prese per garantire un minimo di dignita' all' ammalato''.

FMP-CISL “Bene l’eliminazione dei ticket da parte della Regione”

05/09 ''Bene ha fatto la Giunta Loiero a deliberare l' eliminazione dei ticket sui farmaci: lo abbiamo detto e scritto, evidenziando che tale provvedimento si caratterizza come un forte segnale di buona volonta' e come primo di una serie di atti che nel campo della Sanita' e del Welfare in Calabria, la Giunta Regionale, superata la fase di collaudo gestionale, dovra' porre in essere attraverso una seria e puntuale concertazione con il Sindacato e le rappresentanze sociali ed istituzionali''. E' quanto sostiene in una nota il segretario generale regionale della Fnp-Cisl, Giuseppe Mercurio. ''Con le altre organizzazioni sindacali - ha aggiunto - condividiamo il percorso di miglioramento delle politiche per una Sanita' piu' rispondente alle attese dei cittadini calabresi e, soprattutto, quello riferito ai tanto attesi provvedimenti attuativi del Piano Sociale Regionale che, finalmente, renda operativa la Legge Regionale 23 sulle politiche sociali. D' altro canto, e' sempre piu' forte in noi il convincimento che la Regione Calabria dovra' porre mano anche a provvedimenti per la eliminazione degli odiosi balzelli attivati contestaulmente ai ticket sui farmaci e che riguardano l' addizionale regionale Irpef ed il bollo auto, cosi' come dovra' rendersi promotrice di iniziative mirate nei confronti dei Comuni per un perentorio invito a ridurre il carico fiscale di pertinenza e le tariffe per i servizi a domanda: solo in questo modo si potranno tutelare i miseri redditi da pensione e le fasce piu' deboli, ovviamente non in modo generalizzato, ma sempre con il criterio della graduazione contributiva in rapporto al reddito delle famiglie''. ''Perche' non rendere operativi - ha proseguito Mercurio - in ogni centro erogatore di servizi, sia esso la Regione, il Comune o altro Ente, gli indicatori economici sulla capacita' reddituale di ogni nucleo familiare attivando ed incentivando l'uso dei modelli Isee come unico e valido strumento del welfare? Solo in questo modo si evitera' di fare parti uguali fra diseguali! La ripresa autunnale delle attivita', dopo la pausa delle vacanze, ci fa ben sperare, memori della promessa dell'Assessore Regionale Lo Moro nel primo incontro del 19 luglio scorso, per l'avvio di un tavolo specifico di concertazione sui problemi socio - sanitari, per cui riproponiamo con forza , a costo di apparire ridondanti e noiosi, la nostra piattaforma, ovvero: la costituzione di un fondo integrativo regionale per la non autosufficienza, la razionalizzazione del Sistema Sanitario Regionale con la ottimizzazione della rete ospedaliera, l'eliminazione delle liste di attesa e l'avvio concreto della distrettualizzazione per una valida attivita' sanitaria di prevenzione, di diagnosi e di cura sul territorio, l'entrata a regime della Legge regionale 23 sulle Politiche Sociali, l'attuazione dei Piani Sociali di Zona, l'adozione di provvedimenti a sostegno delle politiche abitative per i meno abbienti''. ''Da parte nostra - ha concluso - la massima disponibilita' a concorrere con chiunque abbia a cuore la Calabria ed il riscatto di tutti i Calabresi, ancor di piu' per quelli che non hanno voce e che con dignita' e nel silenzio sopportano in modo rassegnato il disagio e la poverta'''.

Osservatorio sulla sanità: “La Cardiochirurgia a Cosenza è possibile. No a sterili polemiche. Solidarietà al commissario Martina”

05/09 A proposito di ripetuti interventi sull’istituzione del reparto di Cardiochirurgia nell’Ospedale dell’Annunziata a Cosenza, l’Osservatorio sulla Salute della Margherita fa notare che non esiste alcun atto del Consiglio regionale della Calabria teso ad impedirne la realizzazione. Questa è la lettura corretta dei fatti, poiché il piano sanitario approvato nella precedente consiliatura ne prevede l’istituzione. È una delibera della Giunta Chiaravalloti, invece, che penalizza l’Ospedale cosentino, prevedendo una degenza satellite della Cardiochirurgia di Catanzaro, peraltro approvando una convenzione con una struttura privata del capoluogo regionale. Dunque, è un atto della precedente Giunta calabrese che tende ad espropriare Cosenza del reparto di Cardiochirurgia. L’Azienda Ospedaliera di Cosenza, con l’attuale piano sanitario e con la disponibilità della nuova Giunta regionale, può procedere alla realizzazione di un reparto di Cardiochirurgia. La questione della Cardiochirurgia a Reggio Calabria non interferisce con l’apertura del reparto a Cosenza, anzi avvalora il principio di istituire nella regione tre Cardiochirurgie negli ospedali pubblici. L’unico vero problema per la Cardiochirurgia all’Annunziata, dunque, potrebbe nascere, per l’Azienda Ospedaliera cosentina, dal fatto che questa è sommersa dai debiti creati dalla gestione dissennata e clientelare degli ultimi anni. Al Commissario Mario Martina va perciò la solidarietà della Margherita per il difficile compito cui è stato chiamato. Quei Consiglieri regionali del centrodestra, che riconoscono i danni creati dalla gestione del loro stesso schieramento, dovrebbero avere il buon senso di tacere e semmai di collaborare per il bene comune, senza tentare di spostare l’attenzione dell’opinione pubblica su una sterile polemica di tipo campanilistico fra Cosenza e Reggio Calabria, perché tutti i cittadini calabresi hanno il diritto di fruire, nell’ampio territorio regionale, i servizi essenziali della Sanità.

Nucera (Sdi) “Interrompere la migrazione per motivi di salute. Il polo oncologico progetto giusto”

03/09 ''La sanita' calabrese fa acqua da tutte le parti. Ci sono debiti per 1.240 miliardi di vecchie lire e c'e' da pagare piu' di 35 milioni di euro di prestazioni all' anno fuori regione perche' molti malati sono costretti a emigrare verso il nord per ottenere le adeguate cure. Noi socialisti diciamo basta all' emigrazione forzata dei calabresi per motivi di salute''. E' quanto sostiene il segretario regionale dello Sdi-Unita' Socialista, Ercole Nucera, circa la situazione della sanita'. ''Noi socialisti democratici di sinistra - ha aggiunto - chiediamo una svolta totale nel campo sanitario, tale, da garantire tutta l' assistenza sanitaria necessaria alla popolazione calabrese. Servono una serie di progetti che migliorino i servizi erogati da tutte le aziende sanitarie calabresi, ponendo attenzione in particolare ai giovani medici valorizzandoli e professionalizzandoli ulteriormente utilizzando le stesse strutture esistenti. Intanto, e' ormai ora di avviare a soluzione il progetto del Polo Oncologico di Germaneto. Per lo Sdi-Unita' Socialista questo tema e' diventato una farsa plautina dove i vari ''attori'' stanno esclusivamente ritardando il decollo del polo Oncologico riducendo o quasi annullando la possibilita' ai pazienti calabresi di farsi curare in una struttura potenzialmente all' avanguardia ed equiparabile per presenza di biostrutture mediche ad altri centri di eccellenza nazionali e internazionali per la ricerca e la cura delle malattie oncologiche''. ''La struttura di Germaneto - ha proseguito Nucera - se fatta decollare e coordinata in modo appropriato ed equo, potra' rappresentare un modello per la crescita della Calabria, capace di invertire il fenomeno della migrazione dei giovani calamitando anche soggetti del Nord verso il Sud, verso la Calabria, regione finora tanto bistrattata dai governanti e ritardata nello slancio tecnologico che dovrebbe essere alla base della produttivita' e dell' occupazione giovanile. Noi socialisti siamo stati sempre impegnati nella politica sanitaria ed abbiamo sempre profuso il principio della modernizzazione dei presidi ospedalieri regionali, del potenziamento dei pronto-intervento sanitari sul territorio per la cura di malattie mortali molto frequenti quali quelle cardiocerebrovascolari e tumorali. Pertanto, noi socialisti diciamo che dovra' essere prioritaria per l' attuale governo regionale l' attuazione di politiche sanitarie focalizzate sull' arricchimento tecnologico e culturale delle numerose Asl calabresi al fine di prevenire le malattie umane e i tumori, considerando le moderne strutture di Germaneto quali epicentro terminale per la gestione multidisciplinare del paziente neoplastico''. ''Il polo oncologico di Germaneto - ha concluso - e' il progetto giusto per dare le risposte giuste ai mille quesiti sulla '' malasanita''' calabrese''.

Commissario Martina: “L’Azienda Ospedaliera non ha mai assunto Campanella. Lo sciopero della fame un ricatto psicologico”

02/09 “Questo sciopero della fame del giornalista Mario Campanella che continua a parlare di licenziamento da parte dell’Azienda Ospedaliera, licenziamento che non c’è e non ci poteva essere in quanto egli stesso afferma di non essere mai stato assunto, vorrebbe essere una sorta di ricatto psicologico. Ma non capisco nei confronti di chi e per arrivare a quale obiettivo”. Lo afferma Mario Martina, commissario dell’Azienda Ospedaliera di Cosenza presso cui il giornalista Campanella ha prestato la sua collaborazione in regime di convenzione fino al 31 dicembre dell’anno scorso a proposito dello sciopero della fame indetto dallo stesso giornalista. “Non può essere indirizzato all’azienda ospedaliera, per conto della quale, nei giorni scorsi, ho spiegato con dovizia di particolari e di argomentazioni le motivazioni per cui il signor Campanella non può essere assunto, e a maggior ragione non può essere indirizzato al presidente della Giunta regionale Agazio Loiero, il quale, bisogna dargliene atto, mi aveva sollecitato una attenzione positiva sulla questione, avendo a cuore la situazione del giornalista. Cosa può fare il presidente Loiero? Non può certo fare pressioni per commettere una illegalità. Anche se volesse e se potesse non potrebbe tentare alcuna forzatura, visto com’è messa la questione. Né, mi permetto di aggiungere, si può pensare a leggi ad hoc. Se Loiero lo facesse c’è da immaginarsi quante categorie, a diritto o a torto, chiederebbero una legislazione mirata a risolvere casi magari impossibili. Come quello di cui parliamo”. Il commissario dell’Asl ha quindi concluso: “Mi spiace di non poter fare nulla e mi spiace che altri non possano fare nulla. Mi auguro che Campanella desista da questo atteggiamento di vittima sacrificale per motivi ideologici che non esistono e rinunci allo sciopero della fame perché, mi duole dirlo, per quel che mi riguarda come commissario di questa Azienda non porta da
nessuna parte”.

Morrone (Fiamma) “La sanità cosentina campo di conquista politica”

02/09 “E' arrivato finalmente il giorno della "liberazione" per l'Ospedale civile dell'Annunziata di Cosenza . E' questo quanto ha dichiarato il consigliere comunale Antonio Ciacco che ha proseguito dicendo di sentirsi "un partigiano". Ha combattuto evidentemente una battaglia di cui egli è oggi orgoglioso per averne conquistato la vittoria”. Ad affermarlo in una nota è Marcello Morrone della zezione cittadina della Fiamma. “Ma se il suo essere partigiano vuole dire essere come coloro che hanno " liberato" l'Italia dal Fascismo non c'è , per i malati cosentini , da stare molto tranquilli (diciamo noi)! Quanto "sangue dei vinti" scorrerà, allora, da oggi in poi ? La Sanità non è purtroppo trattata in Calabria, e forse anche in Italia, come un campo per la conquista medica ma solo per quella politica . E non da ora . E non solo dal centrodestra ! Proclamare una Liberazione non vuole dire che si è ottenuto giustizia e libertà per un popolo ...Fin quando la politica la farà da padrone , la meritocrazia non emergerà mai e ci sarà sempre chi remerà contro ai miglioramenti anche per interessi personali e partitici. Che questa sinistra dimostri di sapere ben amministrare ! Solo questo conta ! Che la Sanità funzioni e che ai cosentini ed ai meridionali in genere, vengano risparmiati i viaggi della speranza in strutture del Nord . Amministrare bene però vuol dire anche non aggirare le leggi e creando sottosegretariati regionali non si è fatto altro che prendere in giro i calabresi . Anche alla Regione siamo stati "liberati" e quanti partigiani si sono accomodati sulla confortevole poltrona creata dal noto mobilificio "centrosinistra ".”

Sbarra (CISL) “L’abolizione del ticket sui farmaci è un segnale importante”

01/09 Per Luigi Sbarra, Segretario Generale Cisl Calabria, ''le disposizioni della Giunta Regionale della Calabria in materia di assistenza farmaceutica deliberati a fine Luglio sono entrati con il primo settembre nella fase di piena operativita'. Il provvedimento infatti prevede la eliminazione del ticket sulle medicine nonche' la abolizione della monoprescrizione sulle ricette.Un segnale importante che testimonia non solo il desiderio e la volonta' di mettere in campo un Nuovo Patto di Solidarieta' per la Salute in Calabria come giustamente evidenzia il Presidente Loiero e l'Assessore Regionale alla Sanita' Lo Moro''. La Cisl Calabrese ''condivide il provvedimento di abolizione dei ticket considerati una tassa odiosa caricata sui redditi dei cittadini , una sorta di limitazione sul diritto alla salute dei calabresi che mal avevano digerito le scelte precedenti del centrodestra che proprio tre anni fa con una ''manovrina d'agosto'' , deliberata a maggioranza nel Consiglio Regionale della Calabria e senza alcun confronto con le rappresentanze sociali , aveva introdotto non solo l'iniquo balzello sui medicinali e sulle ricette ma anche l' aumento dell'addizionale regionale Irpef portata dallo 0,90% all'1,40 % e del bollo auto con un piu' 10% . Tale provvedimento ha collocato la Calabria tra le Regioni a piu' alta tassazione fiscale pur in presenza di indicatori economici e sociali negativi quali l'alto tasso disoccupazione , l'elevato numero di famiglie povere , il basso livello di pil e reddito pro-capite. L'unica osservazione che ci permettiamo di rivolgere alla disposizione di abolizione generalizzata dei ticket sanitari , per ragioni di giustizia sociale e ricordando il motto di Don Milani che raccomandava sempre di evitare di fare parti uguali fra diseguali se si vogliono eliminare le diseguaglianze , consiste nel fatto che si poteva agire piu' sul versante della rimodulazione della esenzione per fasce di reddito bassi destinando benefici e sostegni alle categorie meno abbienti ed alle famiglie povere continuando , invece , a far pagare il ticket ai calabresi che hanno redditi alti , anche per ragioni di compatibilita' finanziarie legate alle esigue risorse del Bilancio Regionale. In ogni caso continuiamo a ritenere come Cisl il provvedimento in questione una prima parziale risposta di una Politica Sociale e Fiscale in Calabria che deve sempre piu' coniugarsi con i livelli di poverta' e di marginalita' sociale che investono drammaticamente lavoratori , pensionati , incapienti , disoccupati , immigrati''. Per tali ragioni ''rilanciamo - dice Sbarra - la proposta che la Cisl Calabrese sostiene da mesi affinche' la Giunta Regionale decida urgentemente con il prossimo Bilancio Regionale di adottare provvedimenti di riduzione , almeno per le fasce meno abbienti che giustamente il nuovo Governo Regionale afferma di dover prioritariamente rappresentare , dell'Irpef Regionale e del Bollo Auto e di assicurare al tempo stesso un'intervento presso gli Enti Locali affinche' riducano , anch'essi , Addizionale Irpef Comunale , Ici , Tributi Locali ( Acqua , Rifiuti , ecc.) per dare concretamente risposte al bisogno di alleggerimento della pressione fiscale sui redditi delle famiglie pesantemente e negativamente tagliate da un costo della vita che si sta paurosamente alzando anche per effetto della eccessiva pressione fiscale regionale e locale. E' necessario che su tali questioni , per esaminare e valutare le posizioni e le proposte del Sindacato ed anche per rilanciare una nuova e moderna strategia di Politica Sociale in Calabria , il Presidente Loiero e l'Assessore Regionale Lo Moro attivino un tavolo di confronto e di concertazione con il Sindacato e l'insieme delle rappresentanze sociali ed istituzionali''.

Incontro del commissario Martina sulla sanità all’Annunziata

31/08 Si è svolta a Cosenza, nell’Ospedale dell’Annunziata, una riunione sulla sanità cosentina. Alla presenza del neo commissario straordinario, Mario Martina, c’erano il Sindaco di Cosenza Eva Catizone, il Presidente della Provincia Mario Oliverio, l’assessore all’Università Sandro Principe, i consiglieri regionali Antonio Acri e Salvatore Magarò, altri politici locali, tecnici e competenti del settore. Al centro le strategia di rilancio della sanità “L’Annunziata è un grande cantoere di opere incompiute, ci sono ritardi da recuperare – ha detto Martina- e va costruita la solidarietà tra gli operatori e ricreare l’entusiamo, Ci sono reparti pietosi e le risorse regionali, che non sono state utilizzate e che sono disponibili, ammontano a 39 milioni di euro. Mancano otto primari e tre stanno andando in pensione”. Tra i nodi da sciogliere la questione del personale e della tecnologia e dei nuovi reparti da potenziare. Tra gli altri, quelli di chirurgia vascolare, procreazione assistita e radioterapia. Serve potenziare il Pronto soccorso ed il centro trapianti. Sulla polemica del reparto di cardiochirurgia a Reggio è stato detto che non ci sono disaccordi, però è importante che quella di Cosenza non venga abbandonata. Insomma l’ospedale di Cosenza deve uscire dalla precarietà e dalla marginalità in cui è stato relegato fino ad oggi. Infine il commissario Martina ha riferito che “per l’immediato provvederò ad attivare il reparto di malattie infettive , utilizzare gli ambulatori del DEA, indirò subito le gare d’appalto, e fatti i lavori procederemo al trasferimento del pronto soccorso, medicina e chirurgia d’urgenza perché gli attuali si trovano in ambienti non dignitosi.”

In Calabria la più alta percentuale di diabetici

26/08 La Calabria e' la regione dove risulta esserci la piu' alta percentuale di diabetici in Italia, pari al 5,9% rispetto ad una media nazionale del 3,5% (indagine Istat). La Calabria risulta, altresi', essere la regione che, dopo la Sicilia, ha il piu' alto tasso di ricovero per diabete. E' quanto emerso da uno studio realizzato dall'Istituto superiore di Sanita' in collaborazione con le societa' scientifiche dei diabetologi e dei medici di medicina generale. Un ulteriore dato emerso dallo studio - e' scritto in una nota dell'As 7 di Catanzaro - e' l' assoluta mancanza in Calabria di un registro informatizzato degli esenti ticket per diabete, come invece hanno quasi tutte le altre regioni, e cio' ha reso estremamente difficoltoso portare avanti lo studio che si basava proprio sugli esenti ticket. A breve in Calabria le Asl di Catanzaro e Reggio Calabria attiveranno il 'Progetto per la prevenzione delle complicanze da diabete', che prevede una spesa complessiva di 2 milioni e 600 mila euro. Per il primo anno il progetto interessera' solo i pazienti delle Asl di Reggio Calabria e Catanzaro, ma a partire dal secondo anno sara' allargato a tutte le altre aziende sanitarie della Calabria. ''Si stima che in Calabria ci siano - ha detto il direttore dell'Unita' operativa di Diabetologia del presidio ospedaliero di Soverato, Giuseppe Pipicelli - circa 80.000 diabetici tra i 18 e i 64 anni. Gli iscritti della stessa fascia d'eta' nelle liste di esenzione ticket, alla fine del 2003, erano 63.344. Nel 34% dei casi la diagnosi di diabete e' stata effettuata prima dei 40 anni e nel 76% di questi la malattia dura da cinque anni o piu'. Per la maggioranza (62%) il principale erogatore di cure e' il centro diabetologico, seguito dal medico di medicina generale (31%). Il 34% dei pazienti ha sofferto almeno di una complicanza; le piu' frequenti sono state la retinopatia diabetica (24%) e la cardiopatia ischemica (13%)''. ''Uno su cinque pazienti - ha concluso Pipicelli - riferisce di essere stato ricoverato nell' ultimo anno e questo dato colloca la nostra regione tra quelle con il piu' alto tasso di ricovero per diabete''. Lo studio realizzato dall'Istituto superiore di Sanita' e' stato inserito nel Piano sanitario regionale per la Salute 2004-2006, come base per la programmazione in materia di diabete.

Il Sindacato dei medici denuncia: ridimensionato il servizio di pronto soccorso negli aeroporti

25/08 ''Il servizio sanitario di pronto soccorso negli aeroporti viene ridimensionato con una convenzione capestro tra l'Enac e le societa' che gestiscono gli aeroporti''. E' quanto sostiene in una nota il segretario nazionale del Sindacato dei medici civili aeroportuali (Simeca), Domenico Miceli. ''La sicurezza sanitaria - ha aggiunto - negli aeroporti a gestione statale e' precaria ed ho piu' volte denunciato la necessita' di creare una struttura di pronto soccorso negli aeroporti adeguata agli anni attuali tenendo conto che il trasporto aereo e' il mezzo di trasporto del 2000 proponendo anche ai presidenti Camera e Senato una proposta di legge. Gli incidenti aerei che si sono verificati nel mese di agosto pongono in evidenza una situazione drammatica anche nel settore sanitario aeroportuale, da circa due anni medici con anni di provata esperienza nella medicina di pronto intervento negli aeroporti vengono allontanati e sostituiti in maniera inadeguata con medici non adeguati. Una categoria medica eliminata senza che nessuno intervenga. Il servizio di pronto soccorso aeroportuale viene ridimensionato mentre invece come piu' volte denunciato dal simeca sarebbe stato opportuno affiancare ai medici gia operanti personale medico e materiale sanitario di pronto emergenza per i grandi eventi di disastro e d'intesa con la medicina territoriale di emergenza (118)''. ''Il servizio sanitario di pronto soccorso - ha concluso Miceli - come normative Icao deve essere assicurato in aeroporto 24 ore su 24 in quanto e' essenziale. Le problematiche organizzative aeroportuali devono prevedere naturalmente una operativita' completa ed avere le finalita' di ottenere sia un trattamento iniziale adeguato che una cura definitiva qualificata per eventuali feriti''.

Rischio di epidemia aviaria (virus dei polli) anche in Calabria

24/08-(G.C.)- ''Anche la Calabria rischia l' epidemia di influenza aviaria e la colpa e' anche degli animali cosiddetti da ripopolamento liberati come prede per i cacciatori. Il pericolo si avvicina ancor più direttamente alle nostre case, tramite i passeri importati dalla Cina''. A dichiararlo e' Emilio Quintieri, responsabile del Nucleo di vigilanza ambientale dell' Associazione verdi ambiente e società Onlus della Calabria ed esponente dei Verdi sul Tirreno Cosentino. Dobbiamo evitare - ha aggiunto - che un divertimento sanguinoso e stupido di pochi come la caccia metta a rischio vite umane. E' ormai scientificamente confermato, infatti, il salto intraspecie, del virus ed il rischio e' quello di una pandemia, come la 'spagnola' che uccise, negli anni '20, milioni di cittadini europei''. Per l' Associazione Vas Calabria, inoltre, sono ''inutili i provvedimenti annunciati dal Ministro della Salute, Francesco Storace, se non saranno attuati provvedimenti immediati di blocco delle importazioni di animali selvatici vivi e morti di origine selvatica da tutto l' est europeo e dalla Cina''. Quintieri ha poi criticato la Giunta regionale ''per aver approvato il calendario venatorio 2005-2006 cosi' come lo aveva approvato la precedente Giunta Chiaravalloti. Il calendario venatorio calabrese - ha aggiunto - cosi' come e' stato approvato e' illegittimo e incostituzionale proprio perche' la Regione non ha nessun potere per farlo''. Quintieri ha concluso chiedendo al Presidente della Provincia di Cosenza, Mario Oliverio, di ''vietare la liberazione di fauna importata dall' est europeo.

Speciale: La Procura di Palmi apre un inchiesta sugli ospedali della Piana. L'ass. Lo Moro "Non ci sono più alibi". PdCI: "Fare chiarezza". Fedele "Nella piana ospedale unico"

Caruso (AN) “Cosenza merita la cardiochirurgia”

23/08 ''Ho letto la bella e composta lettera del consigliere regionale Michele Trematerra al sindaco Eva Catizone ed al presidente della Provincia, Mario Oliverio: Trematerra pone un problema di grande portata, forse piu' importante dell' elisoccorso, eppure non riceve risposta: Cosenza deve rassegnarsi all'ennesimo ruolo di secondo piano?''. E' quanto sostiene in una nota il parlamentare di An Roberto Caruso. ''A Reggio Calabria - ha aggiunto - sono arrivati 40 miliardi delle vecchie lire per la sezione autonoma di cardiochirurgia, mentre non sono bastate 120 angioplastiche e 900 coronografie a Cosenza per avere cio' che e' previsto dal Piano sanitario. Reggio ha come riferimento il policlinico di Messina, mentre Cosenza non ha nelle vicinanze un centro di cardiochirurgia. Si fa tanto clamore per l'elisoccorso e non si spende una parola per difendere Cosenza che ancora una volta viene spogliata dalle sue prerogative. Catizone ed Oliverio hanno il dovere di rispondere e di fare propria una battaglia di civilta', nell'interesse dei cosentini, dimostrando di non essere subalterni alla logica di partito''. ''Ma una risposta - ha concluso Caruso - deve darla l'on. Nicola Adamo, capo delegazione Ds in Giunta e Vicepresidente dell'esecutivo regionale: non puo' tacere su un'operazione che mortifica la sua citta' e la storia della sanita' cosentina''.

Il Sindaco di Rosarno chiede di evitare la chiusura dell’Ospedale di Gioia. Replica del Commissario As “L’ospedale è aperto”

23/08-(G.C.)- Il sindaco di Rosarno, Giacomo Saccomanno, ha scritto al presidente della Giunta regionale, Agazio Loiero, ed all' assessore alla Sanità, Doris Lo Moro, per esprimere ''profondo sdegno - e' scritto nel testo - per l' assurda, irragionevole ed incomprensibile chiusura del presidio ospedaliero di Gioia Tauro, struttura indispensabile a servizio dell'intera Piana e del Porto''. ''Si tratta - e' spiegato nella lettera - di un atto che comporta un ulteriore gravissimo danno all' utenza già gravemente penalizzata da una situazione di forte degrado dei servizi sanitari nell' intero comprensorio per macroscopiche inadempienze degli organismi decisionali. Non e' tollerabile che l' incapacità gestionale nei vari livelli venga pagata dai cittadini impossibilitati ad ottenere servizi sanitari efficienti e funzionali''. Nella lettera, inviata anche al commissario straordinario dell' As 10 Carlo Mazzu' e al sindaco di Gioia Tauro Giorgio Del Torrione, si chiede ''in linea con la determinata e tempestiva azione dispiegata dal sindaco di Gioia Tauro, l' immediata riapertura della struttura pubblica, con riserva, qualora ciò non dovesse verificarsi, di investire l' Autorità Giudiziaria per interruzione di pubblico servizio, con richiesta punizione e risarcimento danni per tutti coloro i quali ne hanno responsabilità''.
La replica del Commissario Mazzù
Il commissario dell' Azienda sanitaria di Palmi, Carlo Mazzu', in una dichiarazione, ha smentito ''categoricamente le notizie allarmistiche - ha detto - ed irresponsabilmente diffuse da amministratori pubblici circa la chiusura dell' ospedale di Gioia Tauro''. ''La struttura ospedaliera - ha detto Mazzu' - seppure in condizioni difficili per la carenza di personale, in realta' sta assicurando ricoveri e cure agli assistiti. Ho dato disposizione perche' vengano rafforzati i servizi di emergenza, stanando le unita' di personale che sono imboscate e cercando di richiamare in servizio il personale attualmente in ferie o che beneficia di agevolazioni di legge. In settimana, inoltre, mi faro' promotore di una proposta organica di riorganizzazione dei servizi ospedalieri nella Piana, ma intanto mi preme ribadire che l' ospedale di Gioia Tauro e' regolarmente aperto e funzionante''. L' assessore Doris Lo Moro, che sta trascorrendo un periodo di ferie, si e' tenuta costantemente in contatto nella giornata odierna col presidente Loiero, informandolo dell' evolversi della situazione.

Il Sindaco di Limbadi chiede di mantenere il 118 a Nicotera

22/08 Il sindaco di Limbadi, Pantaleone Sergi, ha scritto al Commissario dell' Azienda sanitaria di Vibo, Giustino Ranieri, per sollecitargli il mantenimento della postazione di 118 a Nicotera, attivata alla fine di luglio con un progetto che dovrebbe terminare nella prima decade di settembre. ''Affido alla sua sensibilita' ed esperienza - afferma Sergi - la richiesta di prosecuzione del progetto. Penso, cosi', di interpretare il pensiero di altri amministratori della zona e soprattutto le sollecitazioni dei cittadini del mio comune che hanno giudicato molto positiva l' azione del Suem 118, anche se non medicalizzato''. Secondo Sergi, ''gli interventi di emergenza sono stati frequenti e l' alta professionalita' degli infermieri e degli autisti ha garantito, comunque, un servizio di qualita' in un periodo molto difficile come quello estivo. Purtroppo il progetto sta per giungere a termine e cio' mette in allarme la popolazione locale, soprattutto le fasce deboli e anziane, che ha visto nel 118, finalmente, un presidio di emergenza essenziale. Ritengo che l' esperienza possa e debba continuare per tutelare i cittadini e dare loro sicurezza in un' area quella di Nicotera, Joppolo, Limbadi e San Calogero, marginalizzata da ottuse politiche sanitarie attuate in passato''. Nella lettera il sindaco di Limbadi invita dunque il commissario Ranieri ''a valutare la possibilita' di mantenere a Nicotera la postazione di Suem 118 esistente e possibilmente di medicalizzarla''.

Allerta dei ricercatori per lo squilibrio tra nord e sud sulla mortalità infantile

17/08 Nascere nel Meridione non e' uguale a nascere al Nord. Sono infatti piu' elevati al Sud i tassi di mortalita' infantile e abbandono scolastico e piu' bassi quelli della copertura vaccinale, dell'accesso agli asili nido, dell'assistenza sanitaria in genere. Di piu': se si considera il Sud Italia come una nazione indipendente dell'Europa, sarebbe la nazione europea con il piu' elevato tasso di poverta'. E' quanto emerge da uno studio di due ricercatori italiani in un articolo pubblicato questo mese sulla rivista medica PLoS Medicine. Ed e' proprio l'elevato tasso di poverta' nelle regioni meridionali, una delle ragioni per cui la salute, le condizioni sociali e la scolarita' dei bambini nel Meridione sono peggiori dei loro coetanei che vivono al Settentrione. I risultati dello studio condotto da Maurizio Bonati e Rita Campi, del Laboratorio per la Salute Materno Infantile dell'Istituto di Ricerche Mario Negri di Milano, dimostrano che in alcune regioni del sud i tassi di mortalita' (il numero di neonati che muoiono rispetto al numero dei nati) nel primo mese di vita sono 4 volte maggiori che al nord e questo e' riconducibile al minor numero di servizi e alla qualita' dell'assistenza. Sin dalla nascita i bambini del Sud hanno una minor probabilita' di poter accedere ad asili nido, sono a maggior rischio di abbandono scolastico, di vivere in famiglie in difficolta' (basso livello educativo, povere, con lavoro precario). Se poi necessitano di assistenza ospedaliera specialistica sono spesso costretti a emigrare al Nord. Anche per quanto riguarda gli interventi preventivi al Sud i bambini sono svantaggiati. In Calabria, per esempio, le coperture vaccinali arrivano solo al 54,9% al compimento dei due anni, mentre e' vaccinato l'89,6% dei bambini toscani. Secondo gli autori della ricerca, confrontato con il resto d'Europa, quanto si sta facendo in Italia per ridurre queste disuguaglianze regionali sulla salute dei bambini non e' incoraggiante. La ragione e' che non ci sarebbero specifici programmi di salute pubblica volti a promuovere, monitorare e migliorare le condizioni dello 'star bene' complessivo dei bambini italiani e in particolare di quelli che vivono nelle regioni meridionali, che invece dovrebbe rappresentare una sfida e un impegno sociale basilare per una nazione.

Vicepresidente Adamo: “Servono DG che non hanno mai avuto incarico”

13/08 ''Il governo della sanita' in Calabria e' il vero banco di prova della capacita' di innovazione e discontinuita' della Giunta Loiero''. A sostenerlo e' stato il vice presidente della Giunta regionale, Nicola Adamo. ''E' un settore, quello della sanita' - ha proseguito Adamo - in cui si registra un' ipersensibilita' di ogni cittadino, al di la' di differenze di ceto e di classe, per l' attenzione dovuta alla cura della propria salute. Al tempo stesso e' un settore strategico per l' ottimizzazione e la razionalizzazione della spesa regionale dal momento che nella sanita' si concentrano quasi i due terzi della finanza regionale. Per queste ragioni dobbiamo procedere con gradualita' e coerenza. Gli obiettivi sono chiari: innanzitutto una riforma del piano sanitario legato coerentemente alla vera domanda epidemiologica; riduzione dell' emigrazione sanitaria; promozione di una sanita' forte di centri di ricerche di eccellenza; regolare un rapporto veramente competitivo tra pubblico e privato; accentuare l' opera di prevenzione e di assistenza socio-sanitaria sul territorio per favorire processi di deospedalizzazione''. ''Le misure adottate dall' attuale Giunta finora - ha sostenuto Adamo - debbono essere lette in questo contesto di obiettivi. La stessa nomina dei commissari va in questa direzione; temporaneita' di direzione non vuole significare precarieta' ed instabilita'. E' una transizione necessaria perche' si effettuino le verifiche gestionali ed al tempo stesso si esplichi il bando pubblico per gli aspiranti manager''. ''La nomina dei direttori generali - ha sottolineato il vice presidente della Giunta - e' il vero momento della verifica. L' orientamento e' quello di nominare manager che non abbiano mai svolto questo incarico nel passato. Una scelta di vera discontinuita'. Oggi, intanto, la scelta di essere pervenuti alla nomina in grande parte di dirigenti regionali come commissari va letta come scelta tecnica che ci consente di risparmiare, perche' a loro sara' corrisposta una sola indennita', e di non precostituire il dopo. Non va trascurato il fatto che non era scontato che ognuno di loro accettasse l' incarico conferito dall' amministrazione; infatti nel passato c' e' stato chi, come ad esempio il dott. Mario Martina, oggi commissario dell' Azienda ospedaliera di Cosenza, che seppur nominato dalla precedente Giunta regionale come commissario aveva declinato l' incarico''.

Barile (CDL) “A rischio la cardiochirurgia di Cosenza”

13/08 ''La Giunta Loiero-Adamo rischia di cancellare la cardiochirurgia cosentina, inserita nel piano della salute, secondo una logica di compensazione campanilistica che potrebbe essere il leit motiv di questo esecutivo, cosi' pieno di rappresentanti della citta' di Cosenza, ma cosi' lontani dalla realta' locale''. E' quanto afferma il coordinatore della Cdl alla Provincia di Cosenza, Mimmo Barile. ''La giunta Loiero-Adamo - prosegue Barile - riconosce alla cardiochirurgia reggina un' autonomia gestionale, stanziando 40 miliardi delle vecchie lire che corrispondono, praticamente, alla stessa somma impiegata per l'abolizione dei ticket. Cosenza viene ignorata nonostante il Piano della salute parli espressamente di 11 posti letto cardiochirurgici per l' Annunziata e nonostante si svolgano da oltre un anno interventi di angioplastica e di cardiologia interventistica''. ''C' e' il rischio - conclude Barile - che Cosenza venga ancora una volta privata di un suo diritto e che questo esecutivo sia la Giunta dei cosentini al servizio delle altre citta'''.

Caruso (AN) invita Buoncristiano, ex DG commissariato, a fare ricorso

13/08 ''Lei ha il dovere di fare il ricorso d' urgenza per il nome di onesta' e di correttezza che si porta dietro: questa verifica all' amatriciana, fatta solo per impossessarsi della sanita', deve essere bocciata dal giudice cosi' com' e' successo a Roma, per la Giunta Marrazzo''. Lo ha chiesto il deputato di An, Roberto Caruso, a Francesco Buoncristiano, direttore dell' As di Cosenza, prima del commissariamento deciso dalla Giunta regionale. ''Il ricorso - ha aggiunto Caruso - va fatto subito e deve riportarla al suo posto, perche' il Tar del Lazio ha stabilito che le As non sono alle dipendenze della Regione e che non sono sedi di partiti politici. C' e' chi e' stato cacciato come il direttore dell' azienda ospedaliera di Cosenza, Belcastro, ed ha ringraziato i suoi carnefici. Penso che non si tratti di sindrome di Stoccolma, ma di umane seppur poco dignitose ragioni di calcolo''. ''Lei - ha concluso Caruso rivolgendosi a Buoncristiano - ha invece reagito con dignita', ma ha l' obbligo di fare ricorso per ripristinare una legalita' ferita da decisioni assunte senza alcun criterio''.
M. Trematerra: “Se gli ex dg ricorreranno saranno reintegrati”
''Se gli amministratori rimossi delle Asl cosentine adiranno il Tar in via d' urgenza e' molto presumibile, se non certo, che saranno reintegrati: le sconfitte subite dalla Giunta del Lazio sono significative''. A sostenerlo e' stato il consigliere regionale dell' Udc, Michele Trematerra. ''In realta' - ha aggiunto Trematerra - le rimozioni deliberative potrebbero essere, a nostro avviso, cancellate d' urgenza anche dal giudice del lavoro, atteso che c' e' un contratto di lavoro privatistico che viene eluso, ma comunque sia se i direttori generali agiranno tempestivamente potranno essere subito reintegrati''.

Per i dializzati in vacanza molte mete sono inaccessibili

11/08 Percorso a ostacoli per gli italiani in dialisi che desiderano andare in vacanza. Solo uno su dieci riesce a partire. Ed anche i costi possono essere piuttosto alti se non si riesce a trovare un centro pubblico disponibile. Quasi una caccia al tesoro considerando la carenza di personale specializzato che durante i mesi estivi viene aggravata dalle turnazioni delle ferie. Ed alcune regioni come la Calabria e la Liguria sono quasi off-limits per i pazienti che vengono da fuori. ''Sono pochissimi quelli che riescono a partire rispetto a quanti ne fanno richiesta'' afferma Franca Pellini, presidente dell'Aned (associazione nazionale emodializzati). Non risulta per niente facile per una persona, che mediamente tre volte a settimana si sottopone ad una terapia che va dalle 3 alle 4 ore, e nei casi piu' gravi arriva a 5 ore, godersi una vacanza, pure di una sola settimana, al mare, al lago o in montagna. Eppure le domande sono tante: su 46 mila dializzati, oltre il 50 per cento, circa 24 mila persone, presenta la richiesta. ''Ma di questi - dice rammaricata Franca Pellini - riusciamo a soddisfare solo il 20%''. In totale, partono circa 4.800 dializzati. Senza considerare che molti, pur volendo, rinunciano alla vacanza prima di informarsi. L'ostacolo maggiore deriva dal numero limitato dei macchinari per dialisi, che solitamente sono gia' occupati dai dializzati del luogo. ''In Calabria e in Liguria, fatta eccezione per alcune zone - dice Pellini - e' quasi impossibile trovare un posto''. E, purtroppo anche quando e' stata data disponibilita' al paziente, puo' capitare che la vacanza salti all'ultimo momento. ''Dopo aver prenotato anche l'albergo - afferma Pellini - puo' arrivare la telefonata dal centro dialisi che informa che e' subentrata un'emergenza per un altro paziente del posto. In quel caso, si da' priorita' alla vita e non alla vacanza''. Se non c'e' disponibilita' nelle strutture pubbliche, la spesa della vacanza per un dializzato, che decide di sottoporsi a terapia in un centro privato, sale di molto. ''A seconda del tipo di trattamento da fare - dice Pellini - un dializzato spende da 170 a 250 euro, tutti a suo carico''. Nel periodo estivo si avverte di piu' la carenza del personale specializzato. ''L'estate e' il periodo di ferie di tutti i lavoratori - riflette Pellini - compresi gli infermieri addetti alla dialisi. Puo' capitare anche che in una struttura siano disponibili i macchinari, ma non ci sia personale per formare un altro turno di terapia''. Le mete preferite seguono il trend generale delle partenze degli italiani: mare, lago, montagna. Molti scelgono di ritornare nei luoghi di origine. Sono diverse le regioni che hanno attivato un progetto d'intesa con le Asl per favorire le vacanze agli emodializzati. ''E' il caso delle Marche, ma anche dell'Emilia Romagna, della zona delle Cinque Terre in Liguria, del Lazio'' afferma Pellini. ''Nel caso dell'Emilia Romagna, pero', e' vero che i posti disponibili sono molti, ma e' piu' alta anche la richiesta. Un po' come accade a Stresa, sul Lago Maggiore o a Ischia e nelle localita' normalmente piu' affollate''. Per chi vuol fare vacanza in un altro Paese dell'Unione Europea, basta il modello 111 che deve essere autorizzato dalla Asl. Francia e Spagna sono le nazioni dove la vacanza per un emodializzato sembra piu' facile. Una volta partiti, resta da fare la terapia. La soluzione migliore per il malato, consiglia l'associazione (numero diretto 02/875666 - e.mail anedfranca@libero.it), sarebbe di sera, come molti normalmente fanno dopo il lavoro, ma non sempre e' possibile. Infine dal punto di vista piu' strettamente medico, Salvatore Di Giulio, primario del dipartimento di nefrologia, dialisi e urologia del San Camillo Forlanini, fa luce su un altro problema. Alcune strutture non vogliono fornire ai pazienti l'Epo, l'eritropoietina, indispensabile ma costoso, che comporta problemi di conguagli contabili alle aziende che forniscono il medicinale ai pazienti vacanzieri. ''Chi vuole, spesso, se lo deve portare da casa propria in borsa-frigo, con tutti i problemi che ne conseguono'' ha spiegato il medico.

L’on Caruso, ricoverato all’Annunziata, elogia le strutture sanitarie

07/08 ''Voglio ringraziare tutti per il grande affetto e sottolineo l'assistenza erogata dai medici e dal personale dell' ospedale dell' Annunziata: non solo nei miei confronti, ma in quelli di tutti i pazienti. La sanita' a Cosenza funziona''. E' quanto sostiene in una nota il parlamentare di Alleanza Nazionale, Roberto Caruso, ricoverato da alcuni giorni nell'unita' operativa di terapia intensiva della divisione di cardiologia dell'ospedale di Cosenza perche' colpito da infarto. Le condizioni di Caruso, secondo quanto si e' appreso, continuano a migliorare e domani dovrebbe lasciare il reparto intensivo. Il parlamentare rimarra' ancora in ospedale per curare l'affezione bronchiale e dovrebbe tornare a casa entro ferragosto.

Ass. Lo Moro: “Gli ospedali dovranno garantire i ricoveri d’emergenza”

06/08 Gli ospedali calabresi dovranno garantire, anche in carenza di posti letto, il ricovero di pazienti critici in situazioni d' emergenza. E' quanto disposto da una circolare inviata dall' assessore regionale alla Tutela della Salute, Doris Lo Moro, alle aziende sanitarie ed ospedaliere della Calabria. Il documento dell' assessore Lo Moro, che riporta le linee guida per la gestione dei casi di emergenza e per il riferimento dei pazienti ai dipartimento emergenza accettazione di secondo livello, e' stato diramato - e' scritto in una nota dell'assessore Lo Moro - allo scopo di assicurare comunque il ricovero di pazienti critici in situazioni di emergenza che a volte sono stati costretti a dover trovare un ospedale che li accogliesse a causa della mancanza di posti letto nelle strutture di riferimento. ''Il ricovero - e scritto nelle linee guida dell'assessore regionale- dovra' avvenire anche utilizzando in prima istanza posti letto disponibili in reparti non omogenei con la patologia posseduta dal paziente essendo necessario privilegiare prioritariamente la tutela del paziente critico rispetto alla normale organizzazione ospedaliera. Nel nostro sistema di urgenza, emergenza e trasporto si sono verificati casi di non ottimale erogazione del servizio, con particolare riferimento alla difficolta' di garantire il ricovero di pazienti particolarmente critici per assenza di posti letto negli specifici reparti. Pertanto e' necessario evitare il ripetersi di tali situazioni. Occorre garantire anche ai pazienti con un alto tasso di criticita', e che non richiedono un ricovero di terapia intensiva e rianimazione, un percorso tutelato rispetto a patologie clinicamente meno critiche''. L'assessore dispone, tra l'altro, che ''la decisione sul livello di cura appropriato per ogni condizione di emergenza viene assunta dal medico che effettua la valutazione del paziente. I casi che non potranno trovare risposta nei pronto soccorso e Dea di primo livello, dovranno confluire esclusivamente nei rispettivi Dea di II livello competenti per territorio (attivi nelle aziende ospedaliere di Catanzaro, Cosenza e Reggio Calabria) e secondo percorsi clinici condivisi che saranno predisposti con la collaborazione di tutti i soggetti interessati''. Le linee guida, si legge ancora nella circolare, ''sono da considerarsi sperimentali e propedeutiche ad un piu' compiuto riassetto del sistema di emergenza e trasporto e pertanto entro 90 giorni verranno sottoposte a specifica verifica da parte della Regione''.

Intesa tra Regione Calabria e Case Farmaceutiche sull’azzeramento dei crediti

04/08 La Regione Calabria ed una parte delle industrie farmaceutiche hanno firmato un accordo finalizzato all'azzeramento dei crediti maturati dalle case produttrici di farmaci nei confronti delle aziende sanitarie ed ospedaliere della regione, con la contestuale riduzione del 75% degli interessi. Lo si e' appreso da una nota dell'assessore regionale alla Tutela della salute, Doris Lo Moro. L' intesa - e' scritto nella nota - ha lo scopo di ''governare la situazione debitoria delle aziende sanitarie ed ospedaliere della regione, dovuta in gran parte alla mancata erogazione da parte dello Stato di somme pari a 800 milioni di euro''. Il contratto e' relativo ad un importo di 81 milioni di euro e ''sancisce il pagamento - prosegue la nota - tramite intervento di un istituto bancario, di tutti i debiti pregressi dietro la corresponsione del 25% degli interessi maturati con la rinuncia da parte delle aziende firmatarie ad ulteriori interessi, rivalutazioni e contenziosi legali''. Le case farmaceutiche riceveranno le somme loro dovute direttamente dall'istituto bancario. Il contratto prevede, inoltre, che nel momento in cui lo Stato fornisse i finanziamenti di cassa, la Regione provvederebbe a pagare l'istituto di credito, evitando cosi' di corrispondere anche una parte della quota del 25% sugli interessi pattuita. ''Si tratta, in sintesi - conclude la nota - di un intervento teso a garantire la buona amministrazione delle aziende in attesa che il governo provveda ad erogare quanto dovuto alla Regione Calabria''.

Caruso (AN): “La Giunta vuole commissariale la Asl con una procedura irregolare”

04/08 La Giunta regionale della Calabria vuole commissariare le Aziende sanitarie ed ospedaliere seguendo una procedura irregolare. A sostenerlo, in un' interrogazione presentata al ministro della Salute, Francesco Storace, e' Roberto Caruso, deputato di An. Secondo Caruso, ''la Regione vuole procedere al commissariamento delle aziende senza avere avviato la verifica di legge prevista dalla normativa vigente. I direttori hanno contratto triennale e la verifica non puo' essere fatta prima del diciottesimo mese dalla nomina, che coincide con la meta' di ottobre. Alcuni hanno, inoltre, avuto approvato il bilancio dalla Regione ed un commissariamento significherebbe aprire un contenzioso lungo, con spese miliardarie per l' erario. Lo stesso presidente di Federsanita' Anci, Varacalli ha inviato una lettera al presidente della Giunta regionale, Loiero, ed all' assessore alla Sanita', Lo Moro, ricordando come sarebbe sbagliato procedere illegittimamente a commissariamenti''.

Il Sindaco di Scalea chiede un centro di riabilitazione nel suo comprensorio

03/08 ''Un centro di riabilitazione nella struttura ospedaliera di Scalea e' la scelta migliore''. E' quanto ha ribadito il sindaco di Scalea, Mario Russo, che oggi e' tornato sull' argomento alla luce delle recenti ricognizioni dell' assessore regionale alla Salute Doris Lo Moro. ''All' assessore Lo Moro - ha aggiunto Russo - chiedo di venire a visitare la struttura sanitaria e di restituire l' opera, funzionante, ai cittadini che in tanti anni, piu' di 30, l' hanno sempre vista come un simbolo della buona sanita' che manca. Ora e' il tempo che la politica faccia la sua parte, non tenendo conto delle ideologie e delle posizioni, ma pensando al bene dei cittadini, cercando di non far finire in polvere i miliardi spesi negli anni per il tristemente famoso 'Ospedale' di Scalea. Non ho dubbi sulla sensibilita' di donna e di politica del nuovo assessore che, certamente, sapra' valorizzare la politica dell' ascolto ed i cui primi atti sono stati caratterizzati da impegno e buoni proponimenti in un campo, quale quello sanitario, che nella nostra regione attende interventi radicali e coraggiosi''. ''Lo stesso Commissario dell' As 1, Alberto De Maio - ha ricordato il Sindaco - recentemente ha visitato la struttura di Scalea offrendo la propria disponibilita' per la ricerca di una soluzione che possa finalmente far vedere la luce a questa eterna incompiuta. E' inutile ricordare che nella stessa citta' sorge l' aviosuperficie prezioso punto di appoggio per una qualsiasi struttura sanitaria. E' proprio, alla luce della perdita nella nostra provincia dell' elisoccorso, colgo l' occasione per ribadire quanto ho gia' affermato nelle settimana scorse, e cioe' la disponibilita' della infrastruttura scaleota come sito per accogliere il servizio di urgenza-emergenza rappresentato dall' elisoccorso, sia per l' alta densita' abitativa nel periodo estivo che per gli standard ottimali che la struttura puo' offrire. Solo le lentezze burocratiche penalizzano un' area che, invece, ha grande voglia di emergere per mettere a disposizione dei cittadini le competenze e le professionalita'''. ''Sono certo - ha proseguito Russo - che l' assessore Lo Moro sapra' valorizzare tutto cio' che sorge sulla collinetta di localita' Petrosa. La nostra Amministrazione sara' a completa disposizione per qualsiasi intervento e per dare il fatidico giro di chiave a quel portone chiuso da troppo tempo''.

La CGIL a Loiero: “All’Ospedale di Palmi non c’è discontinuità”

03/05-(G.C.)- La ferità della sanità in Calabria è sempre aperta. In una lettera al presidente della Regione, Agazio Loiero, il segretario comprensoriale della Fp-Cgil, Giuseppe Gentile, ed il segretario comprensoriale dello stesso sindacato, Pasquale Larosa reclamano maggiore attenzione dal governo regionale. ''Avremmo desiderato che il centrosinistra, premiato anche nella Piana di Gioia Tauro, tradizionalmente vicina al centrodestra, avesse scelto di avviare, finalmente, un' opera di moralizzazione a partire dalla scelta degli uomini a cui affidare responsabilità di rilievo, specie in un settore strategico e delicato come quello della sanità pubblica. Purtroppo, dobbiamo constatare , che non e' così ''. ''Speravamo - affermano i due sindacalisti - che la vittoria del centrosinistra avesse portato una netta discontinuita' sulla gestione passata delle problematiche del territorio che e' stata deleteria, irrazionale, offensiva, arrogante ed inaccettabile e che ha portato al completo disastro delle condizioni di vita di una realtà come quella del comprensorio della Piana. Non c' e' dubbio che sulla Piana si sono concentrati variegati interessi lobbistici, affaristici, malavitosi e pseudoimprenditoriali che condizionano pesantemente non solo il normale e democratico confronto, ma anche ogni tentativo di privilegiare gli interessi generali di tutti i cittadini''. I due sindacalisti puntano molto sulle “battaglie” politiche che in passato hanno combattuto, senza mai avere l’ attenzione dovuta. Molti gli attentati subiti, tra questi spicca quello subito dal dirigente del settore medici della Fp-Cgil, Andrea Riso, raggiunto da numerosi colpi di arma da fuoco all' interno di una struttura sanitaria pubblica a Gioia Tauro mentre svolgeva il suo normale servizio. L’ auspicio, continua la lettera, era quello di iniziare una nuova “stagione” che avesse portato “una nuova metodologia nella scelta di dirigenti regionali o di manager delle As con il preciso compito di risanare la sanita' pubblica di Palmi, pesantemente impoverita da gestioni e da gruppi di potere che hanno portato al collasso economico-finanziario dell' ente. Personaggi vicini a noti ambienti del centrodestra
calabrese che hanno avviato e concretizzato un preciso disegno di indebolimento delle strutture sanitarie pubblica a vantaggio di potentati privati. Una di queste persone e' stato l' ex direttore generale, Claudio Pieri, la cui azione e' stata improntata soprattutto verso consulenze amicali, gare per la privatizzazione di servizi che invece potevano essere garantiti dal pubblico, appalti che sono finiti in inchieste della magistratura. Si e' trattato di una gestione conflittuale che ha, tra l' altro, favorito l' azione di un gruppo di legali, la
cui azione e' costata parecchi miliardi di vecchie lire con la compromissione del patrimonio aziendale. Questo contesto ha visto come consulente legale anche il nuovo commissario straordinario dell' Asl 10 di Palmi. Carlo Mazzu', infatti e' stato piu' volte legale di fiducia di Pieri, anche in una vertenza che vedeva coinvolta la nostra organizzazione in un procedimento per attivita' antisindacale da noi vinto e costato all' Asl parecchi milioni di lire. Mazzu' e' stato per anni assessore comunale e provinciale del partito di Berlusconi a Messina, e essendo di origini calabresi e della Piana in particolare, legato ad un circuito politico di centrodestra che ha governato negli ultimi dieci anni la Calabria. Al di la' della sue riconosciute competenze professionali, abbiamo ritenuto e riteniamo, che il territorio della Piana avrebbe potuto esprimere , personalita' forti ed autorevoli, sicuramente lontani dagli ambienti che in passato hanno gestito l' Asl con i risultati sin qui prodotti''. Dopo aver esposto i problemi che affliggono la Asl di Palmi, i sindacalisti, plaudono la scelta dell' azzeramento dei ticket sanitari ma auspicano una scelta di uomini a cui affidare la gestione della sanita' pubblica che abbiamo caratteristiche riformatrici e rispetto della democrazia. Il pericolo che la Calabria corre insieme ai calabresi è quello del trasformismo, tutte le forme che snaturano e offendono la nostra cultura sono inaccettabili.

FNP-CISL “Dopo l’abolizione dei ticket ora serve una politica sociale”

02/08 ''Bene l' abolizione dei ticket, ma occorre una nuova politica sociale e la riduzione di addizionale regionale Irpef e bollo auto almeno per le fasce meno abbienti''. E' quanto sostiene il segretario generale Fnp-Cisl Calabria, Giuseppe Mercurio, circa l'abolizione dei ticket. La Segreteria regionale della Fnp - Cisl Calabria (Sindacato dei Pensionati), convocata per una valutazione politica sulla delibera della Giunta Regionale della Calabria con la quale ha deciso di abolire il ticket sui farmaci e la monoprescrizione, nel ''prendere atto - e' scritto nella nota - con soddisfazione di questo primo segnale, positivo ed importante, mirato ad alleviare uno dei tanti disagi sociali che penalizzano i cittadini calabresi, specie quelli appartenenti alle fasce piu' deboli, ritiene di dover rimarcare la propria posizione, rilanciando la proposta che da mesi va sostenendo la Cisl calabrese e che si sostanzia nella inderogabile necessita' per l' adozione, da parte della Giunta Loiero, di provvedimenti piu' complessivi ed organici''. Il Segretario Generale della Federazione calabrese dei pensionati Cisl, Giuseppe Mercurio, ha manifestato ''cauto ottimismo - prosegue la nota - ed auspicando che l' azione del Governo regionale vada oltre il gesto simbolico seppure apprezzabile, e' fermamente convinto che la Giunta Regionale dovra' procedere con urgenza nell' adozione di tutti quei provvedimenti mirati a ridurre l' addizionale Irpef ed il bollo auto, che sono balzelli applicati contestualmente all' introduzione del ticket sui farmaci, e che si caratterizzano come odiosi ed intollerabili elementi di una pressione fiscale regionale molto pesante specie per gli anziani ed i pensionati''. ''La Fnp - Cisl - conclude - e' preoccupata inoltre per le condizioni disastrose in cui versa la Sanita' calabrese, a cui urge un' opera di bonifica razionalizzante, una riorganizzazione che privilegi la distrettualizzazione e che renda il sistema ospedaliero piu' efficace e rispondente alle istanze che provengono dai cittadini, stanchi di emigrare per motivi di salute ed ancor piu' stremati per le lunghe liste di attesa''.

Presidente Federazione Medici, “Aboliti i ticket, ora andare oltre”

02/08 ''Il recente e lodevole provvedimento di abolizione del ticket sulle prescrizioni dei farmaci adottato dalla Giunta regionale risponde, al di la' degli impegni assunti dalla nuova maggioranza in campagna elettorale, al principio di equita' che consente al cittadino e alle fasce piu' deboli, di recuperare la propria dignita' di cittadino malato, sia sul piano della economia familiare che su quello del diritto a curarsi senza essere soggetto ad alcuna tassazione''. Ad affermarlo e' Vincenzo Morelli, presidente regionale della Federazione Medici. ''Non pensiamo, comunque - ha aggiunto - che la Giunta e segnatamente l' accorto responsabile del Bilancio, Nicola Adamo, abbiano deliberato l' atto non sapendo, o non prevedendo, da quale voce prelevare o recuperare i 28 milioni di euro necessari. E' superfluo affermare che la spesa sanitaria ha costantemente necessita' di essere monitorata e, conseguentemente, ulteriormente razionalizzata, cercando di individuare e neutralizzare gli sprechi nella gestione delle nostre Aziende e nel privato''. Per il Presidente della Federazione Regionale dei Medici l' attenzione della Giunta regionale deve allargare ancora lo sguardo e andare oltre. ''Noi riteniamo - ha sostenuto Morelli - che oltre alle norme e alle circolari debbano venire esercitati, rigidamente e costantemente, i controlli e le verifiche sul campo operativo, laddove spesso originano l' inutilita' di indagini diagnostiche, anche molto onerose, di costi notevoli per impianti di protesi nel settore ortopedico e nell' utilizzo di farmaci il cui uso e la cui razionalita' delle richieste e' affidata alla responsabilita' professionale e morale dei dirigenti medici che, purtroppo, ancora non sono dotati di autonomia di gestione e di budget''. Morelli ha poi ricordato che nel passato la Federazione ha piu' volte sollecitati, in tal senso, gli organi gestionali della Sanita' regionale, ''perche' venga adottata un' altra misura di risparmio attraverso la riduzione e, quindi, l' abbattimento graduale della spesa sulle prestazioni extraregionali le quali incidono notevolmente sul bilancio regionale e su quello delle famiglie costrette a seguire il proprio congiunto bisognevole di cure. Questa operazione di risparmio e' possibile attraverso consulenze condizionate anche nel tempo, affidate a professionisti di altissimo livello, che debbano prestare la loro opera presso le nostre Aziende; si otterrebbero in tal senso tre obiettivi: riduzione dell' emigrazione, riduzione della spesa sanitaria regionale e, soprattutto, la formazione in loco delle professionalita' esistenti. Bene ha fatto, altresi', l' assessore Lo Moro a consentire la riduzione della spesa farmaceutica a carico delle famiglie mediante l' accordo con Federfarm, ed anche noi vogliamo ricordare ai gestori delle farmacie che lo sconto del 20% sul prezzo dei prodotti di banco deve essere praticato e non invece considerato come una discriminazione''. ''Una politica sanitaria che coniughi economicita' ed efficienza - ha concluso Morelli - va al di la' dell' adozione di provvedimenti in particolari settori della sanita' per assumere una visione piu' ampia e coraggiosa: accorpamenti di U.O. e di strutture fotocopia, migliore e razionale organizzazione interna delle strutture ospedaliere e delle Asl sul territorio, consentiranno il recupero di risorse umane, strutturali e tecnologiche incidendo sulla riduzione dei posti letto e sui servizi, senza sofferenze sulla qualita' delle prestazioni. Il nodo centrale resta comunque la chiusura o la riconversione di quelle strutture ospedaliere fatiscenti. Forse dalla rivisitazione del Piano sanitario regionale scaturira' qualcosa di nuovo''.

Chiarella (Patto) “Regione e As rilancino l’Ospedale di Lamezia”

02/08 Il consigliere regionale dei Liberaldemocratici, Egidio Chiarella, insieme ad alcuni componenti della commissione sanita' del partito, ha visitato stamane l'ospedale di Lamezia Terme per verificare la realta' dei disagi denunciati dagli infermieri del pronto soccorso. Dal colloquio con il dirigente Marsico e con alcuni pazienti, e' emersa ''la necessita' - e' scritto in una nota - di una riorganizzazione del pronto soccorso, spostando soprattutto il punto di accettazione, per evitare che sia collocato all'ingresso degli ambulatori attrezzati per i pronti interventi. Altro punto di debolezza, vista la numerosa utenza specie durante i mesi estivi, sta nell'organico del personale, insufficiente rispetto al lavoro del pronto soccorso, presso il quale non mancano momenti rissosi e di violenze verbali, causati dalla disperazione prodotta dalle lunghe attese''. Il consigliere Chiarella ha incontrato inoltre il direttore generale dell'Asl di Lamezia, Carmela Madafferi, alla quale ha manifestato il suo personale ''turbamento'' per quanto accertato. Il direttore generale ha disposto immediatamente una vigilanza 24 ore su 24 ore all'ingresso del pronto soccorso, riservandosi un intervento ad hoc, in vista di una piu' organica riorganizzazione, da attuare in tempi brevi. Il consigliere Chiarella soddisfatto per questo immediato interessamento del direttore generale, ha gia' chiesto in mattinata all'assessore alla sanita' Doris Lo Moro l'apertura di un tavolo organizzativo con i vari livelli dell'AS 6 e dell'assessorato alla sanita', per rafforzare e rilanciare l'ospedale di Lamezia Terme.

Soddisfazione del sindacato pensionati sull’abolizione del ticket farmaceutico

01/08 Soddisfazione per la decisione della Giunta regionale di abolire il ticket sui farmaci, ''misura iniqua che ha pesato sino ad oggi sui bilanci delle famiglie gia' provate dalla crisi economica e dal carovita'', viene espressa, in una nota, dalle segreterie regionali dei sindacati confederali dei pensionati, Spi-Cgil, Fnp-Cisl e Uilp-Uil. ''Fin dall' introduzione dei ticket - affermano i sindacati nel comunicato - abbiamo denunciato l' iniquita' di una misura lesiva del diritto universalistico alla salute ma anche beffarda in quanto alla sua applicazione non ha corrisposto ne' un contenimento della spesa sanitaria ne', tanto meno, una migliore qualita' e quantita' di servizi erogati. Una denuncia, quella nostra, che si e' sempre scontrata con una visione sanitaria del precedente governo Chiaravalloti i cui effetti sono noti ai cittadini della regione in termini di imposizione fiscale, di debito sanitario e di dequalificazione del Servizio sanitario regionale nel suo complesso. La richiesta di abolizione del ticket e' stata per i sindacati Spi, Fnp e Uilp il punto fermo di una battaglia dei pensionati sul diritto alla salute, che ha trovato sin dal confronto preelettorale con il candidato presidente del centrosinistra, una condivisione convinta, nella quale ha avuto ragione di esprimersi un consenso politico ampio e diffuso di cambiamento. L' abolizione dei ticket e' percio' salutata da noi come scelta programmatica coerente del presidente e dell' intera Giunta ed, in particolare, degli assessori Lo Moro e Adamo, segno evidente che esiste la possibilita' di contraddistinguere l' operato di un governo, anche in condizioni difficili di bilancio per l' eredita' ricevuta dal centro destra, coniugando scelte di rigore della spesa a principi di equita' sociale''. Secondo i sindacati confederali dei pensionati, ''l' abolizione del ticket costituisce, dunque, il punto positivo per aprire, nelle prossime settimane, un confronto proficuo, che affronti altre priorita' sanitarie, a cominciare dall' elaborazione di un vero e proprio Progetto anziani, che contenga quali misure principali il servizio di Assistenza domiciliare integrata e che assuma i problemi della non autosufficienza, le azioni di prevenzione per le patologie legate alla vecchiaia e l' avvio della medicina di distretto. Quest' ultima, in particolare, e' necessaria per agire concretamente sulle liste d' attesa, sui ricoveri impropri, sulla migrazione sanitaria e per guardare al territorio ed alla domiciliarita' come nuova dimensione in cui rilanciare la centralita' e la qualita' del Servizio sanitario pubblico ed affermare il diritto alla salute integrato al resto delle politiche sociali che necessitano al pari di urgenti atti programmatori regionali''.

Pignataro (CGIL) “Andare oltre l’abolizone del ticket”

01/08 “La Cgil ritiene un primo risultato importante la decisione della Giunta regionale per l' abolizione dei ticket e per la possibilita' che hanno i medici di prescrivere piu' di un medicinale a ricetta''. A sostenerlo e' stato il segretario generale della Cgil, Fernando Pignataro. ''La Cgil - ha aggiunto Pignataro - si e' sempre dichiarata contraria all' istituzione dei ticket chiedendone l' abolizione perche' considerava ingiusta e iniqua l' imposizione di questa gabella che penalizzava pesantemente i ceti meno abbienti e non affrontava i veri problemi della sanita' calabrese. E' adesso necessario andare oltre quest' importante decisione per l'abolizione dei ticket e modificare il Piano sanitario regionale. E' fondamentale riorganizzare il sistema sanitario regionale per renderlo efficiente ed in grado di offrire servizi di qualita' ai cittadini Calabresi. Occorre puntare alla specializzazione delle strutture della sanita' per evitare sprechi di risorse pubbliche con doppioni di servizi che fra l' altro limitano la qualita'''. ''Le strutture sanitarie pubbliche - ha proseguito Pignataro - dovranno essere l' asse portante del sistema sanitario calabrese che necessita d' adeguate integrazioni con il privato. Al centro degli interessi del sistema sanitario regionale dovra' esserci la persona e non altro. Inoltre, occorre monitorare la spesa sanitaria e farmaceutica che occupano oltre il 60% del bilancio regionale e per garantire un buon funzionamento del sistema e quindi il diritto alla salute ai cittadini calabresi''. ''La Cgil - ha concluso Pignataro - considera il diritto alla salute 'universale' che dovra' essere esigibile da tutti i cittadini di la' dalla condizione sociale che occupano. I cittadini Calabresi dovranno avere tutte le condizioni per curarsi nella loro terra, evitando l' emigrazione sanitaria e quindi ridurre costi e disagi''.

La società di farmacologia difende i farmaci generci

01/08 La Societa' Italiana di Farmacologia difende i farmaci generici dalle accuse di minore efficacia: funzionano nello stesso modo e hanno sicurezza equivalente a quelli dei farmaci ''griffati''. Quindi i pazienti che li utilizzano possono in assoluta tranquillita' e sicurezza continuare ad assumerli, spiega Giovambattista De Sarro, Responsabile regionale della Sezione Calabrese della Societa' Italiana di Farmacologia (SIF) e Professore Ordinario di Farmacologia della Facolta' di Medicina e Chirurgia dell'Universita' degli Studi di Catanzaro, in una nota da indirizzare al Presidente della Regione Calabria Agazio Loiero, all'Assessore alla Sanita' della Regione Calabria Dott.ssa Doris Lo Moro, al Presidente della FNOMCeO, al segretario della FIMMG calabrese. Una risposta che arriva dopo le dichiarazioni di Pasquale Gallucci, Segretario Regionale della FIMMG della Calabria, sulla presunta inefficacia dei farmaci generici. I Farmaci generici, spiega De Sarro, ''come ormai risaputo, sono quei medicinali che poiche' non sono piu' coperti da brevetto hanno un costo inferiore rispetto ad altri ma cio' non equivale a minore efficacia. I farmaci generici devono rispondere ad una stretta normativa nazionale ed internazionale e per legge rispettare criteri di bioequivalenza chimica devono cioe' avere le stessa quantita' di principio attivo presente nella forma farmaceutica della specialita' medicinale registrata''. E le Agenzie nazionali di controllo dei Farmaci impongono poi, conclude l'esperto, che il farmaco generico debba avere caratteristiche farmacologiche ''terapeuticamente equivalenti'' a quelle del farmaco gia' registrato e che debbano essere garantiti standard di qualita' equivalenti sia nella produzione di farmaci griffati che di quelli generici.

L’ass. Lo Moro visita gli ospedali dell’Alto Ionio e annuncia altri nuovi quattro commissari

Commissariata, dalla Regione, l’AS di Palmi

29/07 La Giunta regionale della Calabria ha commissariato l' Azienda sanitaria di Palmi. Al posto del direttore generale Domenico Minicucci, e' stato nominato commissario Carlo Mazzu', docente all' Universita' di Messina. Nei giorni scorsi, l' ospedale di Palmi era stato sottoposto a sequestro preventivo da parte dei carabinieri del Nas, con esclusione delle aree adibite ad attivita' ambulatoriali e dialisi, per le precarie condizioni di agibilita'.

Buoncristiano: “Nessuna privatizzazione del servizio Cup”

29/07 ''Questa azienda non ha adottato alcuna delibera concernente la cosiddetta privatizzazione del servizio Cup''. E' quanto sostiene in una nota il direttore generale dell'azienda sanitaria di Cosenza, Francesco Buoncristiano. ''L'azienda vuole potenziare il Cup - ha aggiunto - e lo fara' certamente con il concorso delle organizzazioni sindacali e delle forze istituzionali. La delibera di giugno indicata come propedeutica alla privatizzazione del Cup riguarda altri aspetti e non decreta cio' che viene riportato nell'articolo. Diamo atto all'assessore D'Alessandro, del Comune di Cosenza, di avere chiarito bene i termini della vicenda dell' elisoccorso: nessun declassamento e' previsto e l'unica variazione, vorrei ricordarlo, rispetto al passato e' l'impossibilita' di permanenza nell'area dell'Ospedale, a seguito dei rilievi dell'Enac''.

La Filcea-CGIL sconcerto sulle dichiarazioni della Fimmg a proposito dei farmaci generici

29/07 I sindacati di categoria degli informatori scientifici del farmaco, Filcea-Cgil e Uilcem-Uil, in una nota congiunta, esprimono ''vivo sconcerto in seguito alle dichiarazione del segretario generale regionale della Fimmg, secondo cui i farmaci generici avrebbero una efficacia minore di quella dichiarata e attesa''. ''La comunicazione - prosegue il comunicato - tempestivamente fornita agli organi di stampa dall' Agenzia sui farmaci del Ministero della Salute nella quale perentoriamente si afferma che non e' pervenuta all' ufficio di farmacovigilanza alcuna segnalazione proveniente dalla Calabria che riporti una 'mancanza di efficienza riferibile all' impiego di farmaci generici', lascia intendere che la comunicazione del segretario della Fimmg calabrese dovra' essere approfondita fino in fondo per capire chi ha ragione, chi ha effettuato false affermazioni e perche' ha fatto cio'''. ''Filcea Cgil e Uilcem Uil - prosegue la nota - ritengono inopportuna, inesatta e volutamente fuorviante la risposta fornita dall' Assessorato alla Sanita' della Regione che, nel comunicare che la spesa farmaceutica in Calabria sarebbe abnorme, dimostrando cosi' di non conoscere i dati di spesa regionali e nazionali, pretende poi di risolvere il problema ricorrendo agli stessi soggetti che sono poi i responsabili principali della crescita della spesa sanitaria nella nostra Regione e che contestano l' uso dei farmaci generici, sulla base di dati al momento ancora sconosciuti''. ''Chiediamo di conoscere - concludono Filcea e Uilcem - i criteri e i risultati scientifici dello studio condotto dai medici di famiglia della Calabria iscritti alla Fimmg, richiesta alla quale si e' associato anche il presidente nazionale dell'ordine dei medici Giuseppe Del Barone e di capire, nell' interesse degli ammalati e di chi opera nel settore da quale parte stia la verita'''.

Aifa: Farmaci generici veramente equivalenti ai “griffati”. La Regione chiarisce "nessuna inefficacia". Del Barone: “falsi allarmismi pericolosi”.

Rari i controlli sulla radioattività nel sud

27/07 Il centro ricerche Enea Trisaia a Rotondella (Matera) con l'impianto Itrec, la centrale nucleare del Garigliano, nell'area posta tra i fiumi Volturno e Garigliano e che si estende tra le province di Latina e quella di Caserta e l'Abruzzo. La centrale nucleare di Latina, nel basso Lazio e ancora il centro ricerche Casaccia, a pochi chilometri da Roma. E' un bel concentrato di impianti nucleari, dismessi dai tempi del referendum: certo, non abbandonati, ma curati dalla Sogin, ma pur sempre quasi tutti (Casaccia a parte) reliquia di quelli che furono i progetti atomici italiani. Impianti sotto controllo, s'e' detto, ma si sa: un guaio puo' sempre accadere e a sentire gli abitanti delle zone interessate, certo e' un'eventualita' di cui volenti o nolenti si tiene conto. Ma proprio a sud, a leggere l'annuario Apat presentato oggi a Roma, sono piu' scarsi i controlli sull'inquinamento radioattivo. Anzi, non ci sono, a parte quelli legati direttamente alle centrali e agli impianti (dette "source related") "I dati relativi alle misure raccolte a intervalli mensili sul particolato atmosferico evidenziano una certa disomogeneita' nella copertura territoriale- si legge nell'annuario- in particolare il sud Italia non risulta 'coperto' da alcuna stazione di monitoraggio". Stessa storia per quel che riguarda le misure di deposizione al suolo, mentre non si cita la "disomogeneita'" per le analisi sul latte vaccino, indicatore classico di contaminazione. In Basilicata, secondo lo specchietto prodotto nell'annuario, non c'e' rete regionale di sorveglianza sulla rdioattivita', ne' risultano dati forniti alla rete nazionale. Quasi la stesa cosa in Calabria, eccezion fatta per i campioni di latte forniti alla rete nazionale. Un po' meglio in Puglia, dove pur non avendosi rete regionale, oltre al latte si forniscono alla rete nazionale campioni di deposizioni umide e secche.

La Filcea chiede la sospensione della vendita dei farmaci generici. L’Aduc non è d’accordo e chiede chiarimenti al Ministero, così come l’on. Bianchi

27/07 La Filcea-Cgil e la Uilcem-Uil, che rappresentano gli addetti all' informazione scientifica sui farmaci che operano in Calabria, hanno chiesto all' Assessorato regionale alla Sanita' ed al Ministero della Salute di ''rendere noti tutti i dati inerenti l' importante risultato scientifico annunciato dai medici generici della Calabria'' secondo i quali i farmaci generici hanno un' insufficiente efficacia. I sindacati chiedono anche che ''venga immediatamente sospesa la commercializzazione dei farmaci generici sull' intero territorio nazionale perche' non sarebbe in alcun modo giustificabile la somministrazione di farmaci che secondo la valutazione dei medici di medicina generale della Calabria non possiedono l' efficacia richiesta''. In una lettera inviata all' assessore alla Sanita' della Regione Calabria, Doris Lo Moro, ed al ministro della salute, Francesco Storace, i due sindacati evidenziano che il segretario generale della Fimmg Calabria, avrebbe dichiarato alla stampa che ''la nostra categoria ha potuto constatare che, sara' forse per gli eccipienti che presentano i farmaci griffati, ma quelli generici non hanno la stessa efficacia''. ''Poiche' a tali rivelazioni scientifiche - afferma la lettera - non ha fatto seguito alcun elemento aggiuntivo, Filcea-Cgil e Uilcem-Uil, per meglio comprendere i risultati della sperimentazione clinica effettuata dai medici Fimmg, chiedono di conoscere dal Ministero della Salute e dall' assessorato regionale tutte le notizie inerenti lo studio effettuato dai medici Fimmg e le segnalazioni di inefficacia dei farmaci generici che i medici di medicina generale avranno certamente inviato ai servizi di farmacovigilanza delle Aziende sanitarie ed al servizio di farmacovigilanza del Ministero della Salute. La denuncia rappresenta un fatto di estrema gravita' inspiegabilmente sottovalutato dall' assessore che alla luce di quanto dichiarato dal segretario della Fimmg avrebbe dovuto non incentivare l' uso dei farmaci generici e informare la cittadinanza dei risultati della ricerca condotta dai medici di base. Inoltre, tale dichiarazione della Fimmg smentisce clamorosamente la legge Storace di recente approvazione, che si e' affannata ad attribuire ai farmaci generici, che costano molto di meno e che risultano essere poco venduti solo in Italia, un nome che ne evidenzi l' efficacia, ridefinendoli, 'medicinali equivalenti'''. ''Il Ministero della Salute e l' Assessorato regionale - proseguono i sindacati - non possono promuovere un farmaco che non funziona solo perche' costa di meno, perche' cio' produrrebbe danno alla salute dei cittadini e perche' se il farmaco non possiede l' efficacia attesa e dichiarata si tratterebbe di una vera e propria truffa a danno del sistema sanitario nazionale commesso dal sistema medesimo''. Filcea-Cgil e Uilcem-Uil invitano pertanto l' Assessore regionale ''a volere intervenire per tranquillizzare gli ammalati fino ad oggi tratti in inganno dal Sistema sanitario nazionale, invitando i sanitari a sospenderne la prescrizione e l' erogazione fino a quando gli stessi non saranno ritirati dal commercio'' e invitano la Giunta regionale ''ad intervenire per arginare la disoccupazione che tale risultato produrra' sull' attivita' di informazione scientifica sui farmaci tra quanti operano in Calabria alle dipendenze delle industrie farmaceutiche che commercializzano farmaci generici''.
L’Aduc chiede chiarimenti al Ministero
L'Aduc (Associazione per i diritti degli utenti e dei consumatori) prende le distanze dai sindacati calabresi Filcea-Cgil e Uilcem-Uil, che sostengono una maggiore efficacia dei farmaci griffati rispetto a quelli generici, a tal punto da chiedere al Ministero della Salute di vietare la vendita dei generici in tutt'Italia. L'Aduc, dal canto suo, fa appello allo stesso Ministero, ma solo per fare chiarezza sull'intera questione. Secondo i sindacati i farmaci griffati conterrebbero degli eccipienti che li rendono piu' efficaci. Ma, controbatte l'Aduc, ''l'eccipiente e' solo una sostanza priva di qualsiasi attivita' farmacologica, che si mescola ad una sostanza attiva per poterla usare nella forma voluta facilitandone la somministrazione''. Dunque,conclude l'Aduc, ''siamo portati a credere che i problemi siano altri e solo economici. Ci risulta - si legge in una nota dell'Aduc - che i generici costano meno solo perche' riguardano quei medicinali che non sono piu' coperti da brevetto e, per essere sul mercato, il generico deve essere per legge, 'bioequivalente' alla specialita' medicinale registrata, deve cioe' avere lo stesso principio attivo presente nella medesima dose e la stessa forma farmaceutica''. L'Aduc specifica che l'intervento del Ministero potrebbe contribuire ad evitare danni: ''non vorremmo che dopo questi allarmi, chi assume i generici, se non ben informato, a causa dell'effetto placebo abbia effetti diversi da quelli reali''.
La Bianca (DL) “Chiede chiarezza”
''Le polemiche sorte intorno ad una presunta inefficacia dei farmaci generici sono inquietanti ed e' opportuno che l' Ordine dei medici, l' Assessorato alla Sanita' della Regione Calabria, i sindacati degli addetti all' informazione scientifica facciano chiarezza urgentemente sulla ricerca che avrebbe dimostrato che i farmaci generici non producono gli stessi risultati di quelli ''griffati''. E' quanto sostiene in una nota la parlamentare e responsabile Terzo Settore della Margherita, Dorina Bianchi. ''Quando c'e' in gioco - ha proseguito - la salute di milioni di persone bisogna pesare le parole ed essere assolutamente certi di cio' che si afferma. Come medico mi sento in dovere di ricordare che in questa professione non si possono tollerare leggerezze, ma si deve procedere con cautela e senso di responsabilita', perche' alcune informazioni, amplificate dai media, posso creare illusioni e falsi speranze a categorie deboli''. ''Attendiamo - ha concluso Dorina Bianchi - dagli organi competenti risposte chiare in tempi brevi sui farmaci che molti malati sono costretti ad assumere e garanzie sufficienti sulla loro efficacia''.

Aumentano i casi di Alzheimer. Il 21, anche a Cosenza, giornata con test preventivi

27/07 Fino ad oggi sono 600 mila i malati di Alzheimer, ma tra dieci anni in Italia se ne conteranno oltre un milione. E' in aumento la malattia che genera un deterioramento irreversibile e permanente del cervello, portando i soggetti che ne sono affetti alla demenza. Lo afferma l'Aima (Associazione Italiana Malattia di Alzheimer), anticipando i temi della Giornata Mondiale del Malato di Alzheimer, il prossimo 21 settembre, quando, in varie citta' italiane (Milano, Alessandria, Cagliari, Cosenza, Novara, Termoli) sara' possibile effettuare il test Minimental, che serve a evidenziare eventuali situazioni di rischio. Il test Mmse (Mini Mental State Examination)consiste in una serie di domande che permettono di valutare le funzioni cognitive e di identificare eventuali problemi di memoria, linguaggio, orientamento spazio-temporale, apprendimento e ragionamento. Dei 600 mila italiani affetti da questa patologia, 420 mila hanno piu' di 65 anni e 131 mila pazienti (30%) sono gia' ad uno stadio grave della malattia. Il numero di persone colpite da Alzheimer risulta raddoppiato o addirittura triplicato se si considerano i 'caregivers', coloro che si prendono totalmente in carico il paziente per tutta la durata della malattia, che in media dura dagli 8 ai 14 anni. Inoltre, si prevede che nei prossimi anni diminuiranno i potenziali caregivers: ad oggi si considera un rapporto di 12,32 cittadini tra i 20 e i 60 ogni ultraottantenne - stando a dati Istat - nel 2025 tale proporzione passera' a 6,25 a uno, e nel 2055 addirittura a 3,17 a uno. La previsione dell'aumento dei casi di Alzheimer, pero', non e' l'unico dato preoccupante. In Italia, fatta eccezione per la Lombardia, la condizione degli affetti dal morbo e' indietro rispetto a quella degli altri Paesi europei. ''I farmaci innovativi - si legge in una nota dell'Aima - arrivano con una media di 2-3 anni di ritardo rispetto al resto d'Europa, e a differenza degli altri Paesi sono totalmente a carico del paziente. Emblematico in questo senso il caso della memantina, unico farmaco indicato per gli stadi da moderati a severi della malattia, che da noi e' arrivato solo a ottobre e non e' rimborsato, pur rappresentando una significativa conquista in campo terapeutico''. Solo in Lombardia dal febbraio 2005 - fa notare l'Aima - la regione si fa carico del costo della memantina, per quei pazienti che hanno iniziato il trattamento.

La lotta all’AIDS in Calabria, dal 1985

26/07 In Calabria la lotta all'Aids ha avuto inizio nel 1985 quando si verificarono i primi quattro casi: uno a Catanzaro e tre a Crotone. Con il passare degli anni e' diventata piu' incisiva tanto che nel 1994 e' nata l'associazione Anlaids Calabria. In Campidoglio, alla solenne celebrazione per i venti anni dell'Anlaids - Associazione Nazionale per la Lotta all'Aids - il professor Fernando Aiuti, al vertice dell'Associazione, e la dottoressa Vittoria Lofranco, presidente dell'Anlaids Calabria, hanno ricordato il grande impegno contro una malattia che ha cambiato e sta cambiando il mondo. ''E' stata proprio una scommessa - ha detto il presidente Anlaids Calabria, Vittoria Lofranco - quella di aprire una Sezione dell'Anlaids in una regione certamente ''difficile'' e in anni cosi' difficili per l'Aids. Era il 2 giugno del 1994. Gia' un anno prima di costituirci era iniziata la nostra azione come volontari. Erano anni difficili in cui si lavorava davvero tanto. E cosi' pur essendo distanti da un Polo universitario specializzato, con una delibera particolare, Fernando Aiuti ci aiuto' a costituirci in una Sezione. Da allora e' stato tanto il nostro impegno nelle scuole, per il messaggio di prevenzione e per la Campagna Bonsai. Un aggettivo per la nostra Sezione? Umanizzata. Perche' siamo una Sezione piccola che trova il suo punto di forza proprio nelle persone. Lavoriamo con pochissimi fondi ma siamo ricchi di idee e di entusiasmo''. ''E per noi e' stata - ha concluso - una grande soddisfazione quando, nel 2000, con il Congresso di Castrovillari abbiamo visto la partecipazione di tutti i rappresentanti istituzionali della Regione Calabria e dell'Anlaids. Una scommessa vinta che, mi auguro, si rinnovi anche con il Congresso di quest'anno che si svolge a Vibo Valentia dal 21 al 23 ottobre''. I primi quattro casi di Aids in Calabria, secondo i dati del Centro Operativo Aids (COA) dell'Istituto Superiore di Sanita' diffusi in occasione dei vent'anni dell'Anlaids, sono stati registrati nel 1985: uno a Catanzaro e 3 a Crotone. Nel 1986 e' stato registrato il primo caso di Aids a Reggio Calabria e il primo a Vibo Valentia. A Cosenza i primi due casi nel 1987. Dal 1985 al 2004 i casi di Aids in Calabria sono stati 541 di cui 12 nell'ultimo anno: 4 a Cosenza; uno a Catanzaro; 3 a Reggio Calabria; 2 a Crotone e 2 a Vibo Valentia. Il picco nel 1996 con 59 casi. Catanzaro detiene il primato regionale dei casi di Aids con 167 casi dall'inizio dell'epidemia al 2004; seguono Reggio Calabria con 120 casi; Cosenza con 114 casi; Crotone con 104 casi e Vibo Valentia con 36 casi. I casi pediatrici, in totale, sono stati 11: l'ultimo risale al 1999. Il primo decesso per Aids in Calabria e' stato registrato nel 1985 a Crotone. Nel 1986 il primo decesso a Reggio Calabria; il primo a Vibo Valentia e i primi due a Catanzaro. I primi due decessi a Cosenza nel 1987. Dal 1985 al 2004 in Calabria si sono verificati 347 decessi per Aids di cui 3 nel 2004: uno a Cosenza; uno a Reggio Calabria e uno a Crotone. Per la precisione dall'inizio dell'epidemia al 2004 si sono verificati 67 decessi per Aids a Cosenza; 117 a Catanzaro; 76 a Reggio Calabria; 66 a Crotone e 21 a Vibo Valentia. Il picco dei decessi per Aids in Calabria si e' avuto nel 1994 con 52 morti.

Teruzzi : “I farmaci generici hanno la stessa efficacia dei farmaci ‘griffati’”

26/07 ''I farmaci generici o equivalenti sono altrettanto efficaci di quelli di marca o cosiddetti 'griffati' e sono controllati e certificati dall'Agenzia italiana del Farmaco (Aifa)'': lo afferma il presidente nazionale di Assogenerici, associazione storica dei produttori di farmaci generici, Roberto Teruzzi. Il presidente interviene sull'argomento dopo le dichiarazioni del presidente di Fimmg, la Federazione dei medici di medicina generale, della Calabria, Pasquale Gallucci, il quale ha affermato, fra l' altro, che ''i farmaci generici non hanno la stessa efficacia dei farmaci 'griffati'''. Teruzzi, che parla di ''demagogia', ha replicato, in un comunicato diffuso a Milano, alla posizione di Gallucci, espressa a margine della conferenza stampa, che si e' svolta ieri, dell'assessorato regionale della sanita' calabrese, sul corretto uso dei farmaci. ''Quanta demagogia nelle affermazioni sull'efficacia dei farmaci generici - sostiene Teruzzi - e' davvero da irresponsabili continuare ad insinuare che i farmaci generi siano meno efficaci dei farmaci di marca, anche perche' voglio ricordare al Presidente Fimmg della Calabria che le sue dichiarazioni non mi risultano esser suffragate da ricerche scientifiche e che inoltre l'immissione in commercio di un farmaco generico e' controllata scrupolosamente dell'Agenzia Italiana del Farmaco, autorita' quest' ultima, che certifica ed autorizza l'immissione in commercio di tutti i farmaci, pertanto anche dei farmaci di marca o cosiddetti 'griffati'. E inoltre non risultano segnalazioni su farmaci generici, perlomeno alla nostra associazione, all'ufficio di farmacovigilanza''. ''Fa sorridere - conclude il presidente di Assogenerici - questa continua presa di posizione di alcuni medici, che basandosi su chissa' quale assunto scientifico, mettono in discussione l'efficacia dei farmaci generici che al contrario nei Paesi economicamente sviluppati hanno un utilizzo di gran superiore a quello italiano; sarebbe come dire che gli inglesi, i tedeschi, i francesi, gli spagnoli per restare vicini ai nostri confini, siano meno furbi di noi perché utilizzano molto questa tipologia di farmaci''.

Presentato dal sen. Gentile un DDL sulla regolamentazione del rapporto tra medici e INPS

26/07 Un disegno di legge che prevede la regolamentazione dei rapporti tra Inps e Medici e attraverso il quale prevedere criteri pensionistici e retribuzioni adeguate e' stato presentato dal segretario della commissione finanze e tesoro del senato, Antonio Gentile. Nel Ddl il senatore Gentile evidenzia che ''si vuole risolvere definitivamente un problema che si trascina ormai dal 1986; a oggi in Italia sono circa 1600 i medici che non hanno un rapporto con l' Inps regolato da presupposti giuridici reali che permetta loro di poter svolgere la loro professione con una retribuzione adeguata e con criteri pensionistici propri della loro attivita'. Il rapporto con l' Inps non permette, infatti, ai medici di svolgere qualsiasi altra attivita' lavorativa anche di collaborazione coordinata e continuativa con altro datore di lavoro pubblico o privato. Ne consegue che il medico che svolge la propria attivita' presso l' Inps non ha la possibilita' di un impegno nella libera professione. Di contro, il medico e' retribuito ''a prestazione'', e ha l' obbligo di reperibilita' e di disponibilita' nei giorni feriali e festivi senza alcuna retribuzione''. ''Oltre a cio' - prosegue Gentile- tale medico non ha alcun trattamento integrativo e deve sopportare una serie di costi aggiuntivi, quali l' assicurazione per infortuni sul lavoro, l' assicurazione per la responsabilita' civile verso terzi lesi durante l' espletamento della prestazione e la contribuzione pensionistica. Nella presente proposta di legge, si e' scelto come punto di riferimento il contratto di lavoro in convenzione che i medici del Servizio sanitario nazionale stipulano con le aziende sanitarie locali, perche' per alcuni aspetti risulta simile al rapporto di lavoro previsto per i medici dell' Inps''. ''Infatti - ha concluso - una serie di requisiti, quali il collegamento dell' attivita' svolta con i fini istituzionali dell' ente, l' esclusivita' del rapporto di lavoro, il carattere continuativo e non episodico della prestazione e la collocazione in subordine nell' organizzazione dell' ente, nonche' il controllo che l' Istituto esercita sui medici, rendono il rapporto di lavoro dei medici convenzionati con il Ssn assimilabile a quello dei medici fiscali dell' Inps''.

Sindacati: “Perché non tolti i ticket sui farmaci?”

25/07 La Filcea-CGIL e la Uilcem- UIL, che rappresentano gli addetti all'Informazione scientifica sui farmaci che operano in Calabria (circa 1000 unita') sottopone ''all'attenzione della cittadinanza che la giunta che governa la Regione Calabria ha tolto i ticket sui farmaci, ma solo dai propri obiettivi''. ''Non e' accettabile - dicono i sindacati - che Segretari Regionali di partiti della maggioranza non sappiano che ''proporre eventualmente l'abolizione del ticket sui medicinali solo per alcune fasce sociali'' e' gia' previsto dalla legge regionale 29 dell'agosto del 2002, la cui non integrale applicazione e' stata oggetto di numerose contestazioni poste solo dalle OOSS, che sono riuscite a strappare l'esenzione dal Ticket per i pazienti oncologici, un sostanzioso contributo mensile per l'acquisto degli alimenti a proteici necessari ai pazienti nefropatici e condizioni di accesso piu' favorevoli per gli ammalati e le loro famiglie e meno costose per la Regione riguardo alla erogazione dei presidi per diabetici. Ancor meno accettabile risulta essere l'alibi dell'enorme disavanzo di bilancio ereditato dalla Giunta uscente perche' era noto a tutti che la Regione Calabria, cosi' come numerose altre Regioni d'Italia, presentava pesanti deficit di bilancio. Peraltro, sembra veramente pretestuoso e inopportuno disquisire sulla opportunita' di eliminare la tassa sulla salute imposta dalla precedente Giunta perche' cio' non risponderebbe a presunte regole di etica della spesa. Tutto cio' e' inaccettabile e , soprattutto, non e' ammissibile che la Giunta si prenda gioco dei cittadini forte del successo elettorale che gli stessi gli hanno concesso sperando nel cambiamento promesso e fino ad oggi interamente disatteso''.

In sette mesi 30 interventi di varicocele mininvasiva all’Annuziata

23/07 Sono 30 dall' inizio dell' anno gli interventi di varicocele mininvasiva portati a termine dall'unita' operativa semplice di radiologia interventistica vascolare dell' Ospedale Civile dell' Annunziata di Cosenza, diretta da Giampiero Guido e che fa parte del Dipartimento per Immagini diretto da Francesco d'Agostino. ''Il varicocele - e' detto in un comunicato - e' la dilatazione varicosa delle vene nello scroto. I testicoli ricevono il sangue dall' arteria che e' situata all' interno dell' addome e da qui il sangue refluisce nella vena spermatica interna che a sua volta trasporta il sangue indietro sino al cuore. In alcuni uomini le vene intorno al testicolo possono allargarsi o dilatarsi e sono definite varicocele. Ma anche le donne possono essere vittima di varicocele pelvico, che causa un dolore cronico''. ''La radiologia interventistica - ha detto il direttore generale Antonio Belcastro - e' un altro dei fiori all'occhiello di quest' Azienda che grazie al lavoro straordinario delle persone che la compongono riesce a conseguire risultati di questo genere. L'unita' operativa di radiologia interventistica e' inserita nel sito www.sirm.org che raggruppa i migliori centri specialistici pubblici italiani''.

Parte il progetto di prevenzione sanitaria “Altomonte 2000”

22/07 Verra' presentato lunedi' 25 luglio a Castrovillari il progetto sperimentale sulla prevenzione denominato ''Altomonte 2000'' che vedra' impegnati il Comune, l' Azienda Sanitaria locale, la Scuola, gli istruttori delle palestre, i commercianti e i ristoratori. ''Il progetto sperimentale innovativo - e' detto in un comunicato - interessa un' intera popolazione che verra' seguita nel tempo, implementando una metodologia d' intervento sui vari fattori di rischio che ha suscitato l' interesse dell' istituto Mario Negri che ha dato la propria disponibilita' a validare i dati scientifici raccolti dalla medicina di famiglia di Altomonte''. ''Le cause piu' comuni di mortalita', in Italia ed in Calabria - e' detto nel comunicato - sono le malattie cardiovascolari, intese come infarto del miocardio e ictus cerebrale. La Calabria ha un tasso di mortalita', per tali malattie, piu' elevato della media nazionale, come si legge dal primo rapporto Osservasalute dell' Istituto d' Igiene dell' Universita' Cattolica di Roma, pubblicato nel 2003. Troppi ipertesi e obesi, nella nostra regione, e scarsa copertura vaccinale (emblematica l' epidemia di morbillo verificatasi negli anni passati)''.

All’Annunziata applicata una tecnica invasiva ridotta per rimuovere una neoplasia alla laringe

21/07 Un intervento chirurgico sul collo, ad un paziente affetto da tumore maligno della laringe, e' stato eseguito nella divisione di otorinolaringoiatria dell'Ospedale Civile di Cosenza, diretta dal dott. Massimo Romanelli, con una tecnica attraverso la quale e' stata ridotta l'invasivita' dell'operazione. ''La tecnica chirurgica - e' scritto in una nota - messa in opera dal dott. Fernando Guzzo, ha permesso di rimuovere radicalmente il tumore con un'invasivita' ridotta, risparmiando parti essenziali come le corde vocali e garantendo al paziente l'uso della parola e della respirazione autosufficiente. L'intervento e' frutto dell'esperienza formativa attuata dia medici della divisione cosentina presso la scuola del Fatebenefratelli di Roma, diretta dal prof. Enrico de Campora. Una formazione fortemente voluta dall'allora primario , Antonino Raggio''. Soddisfazione e' stata espressa dal direttore generale dell'azienda ospedaliera di Cosenza, Antonio Belcastro, che ha esaltato la '' grande professionalita' dei medici cosentini, che oggi riescono a garantire prestazioni in linea con i grandi centri nazionali. A loro dico grazie a nome della popolazione amministrata''.

PSE: “Per un buon governo della sanità regionale, non solo la scelta dei manager”

20/07 I problemi della sanita' hanno avuto un peso non irrilevante nel decidere le sorti della competizione elettorale regionale ed i temi generali e specifici legati al Welfare e alle politiche sanitarie riemergeranno con prepotenza nel corso dell'anno che ancora ci separa dalle prossime elezioni politiche”. E' quanto scritto in una nota del consigliere regionale del Pse-Lista Mancini, Salvatore Magaro, e Luciano Di Leone dell'Officina delle Nuove Idee. “I Risultati delle elezioni regionali –prosegue la nota - hanno segnato una pesante sconfitta della proposta di attuare nel paese una spaccatura "devoluzionista" che come e' noto, comprendeva anche una inevitabile marcata diversa distribuzione delle risorse necessarie al funzionamento del sistema sanitario universilastico. In particolare in Calabria hanno generato un'aspettativa in tutti gli strati della popolazione che il centrosinisinistra garantendo il principio di universalita'e di uguaglianza nell'accesso ai servizi sanitari sappia introdurre modifiche opportune nel senso del buon governo di un compartimento fin qui segnato da forti note d'inefficienza, di disorganizzazione, di sprechi e di migrazione sanitaria extraregionale.
L'Intesa Stato-Regioni del 23 marzo 2005 fissa gia dei paletti di riferimento entro cui collocare la nostra azione governativa. Il primo paletto e' costituito dalla responsabilita' attribuito alle regioni nel controllo della spesa sanitaria,di cui sono chiamate a rendere conto attraverso monitoraggi da trasmettere ogni 3 mesi al nuovo sistema informativo(NSIS)istituito presso il ministero della Salute. Il conferimento dei dati al NSIS e l'equilibrio economico finanziario costituiranno le condizioni necessarie per l'accesso a maggiori finanziamenti. L'individuazione delle responsabilita'e' un punto importante dell'intesa che assegna il controllo degli obblighi ai direttori generali,prevedendo anche la loro decadenza in caso di mancata presentazione dei dati di verifica trimestrale alla Regione,al ministero dell'economia e al ministero della Salute.
Il secondo paletto riguarda la Rete Ospedaliera ove l'Intesa stabilisce il tetto di 4,5 posti letto x 1000 abitanti comprensivi della riabilitazione e lungodegenza post-acuzie con una variazione del 5% al massimo. Inoltre le regioni dovranno adottare entro il Settembre 2005 uno specifico provvedimento con le quali vengono aggiornate le modalita' che disciplinano i rapporti tra le aziende sanitarie locali e le aziende ospedaliere. In tali documenti si definiranno anche i rapporti tra l'ospedale e il territorio in un' ottica di integrazione tra cure primarie e cure ospedaliere. Il terzo paletto e' l'aggiornamento del personale sanitario per elevare la qualita' e l'eccellenza delle proprie strutture. In sintesi cosi come individuato dall'Intesa Stato-Regioni la gestione e controllo del sistema sanitario regionale,la rete ospedaliera,l'aggiornamento professionale costituiscono i punti principali su cui dovra' imperniarsi l'azione governativa del centrosinistra.
Riteniamo, pertanto, che l'azione governativa futura non si esaurisca solo nella scelta dei nuovi manager (importante sicuramente e che da piu' parti viene invocata nel segno della discontinuita')ma dovra' essere articolata puntando concettualmente non al governo clientelare dei singoli manager, che poi tali non si sono rivelati, ma al governo clinico come equilibrio o meglio integrazione delle competenze e dei poteri,quello politico-manageriale e quello tecnico-professionale. Il governo clinico e' in buona sostanza l'espressione consapevole di un sistema reticolare e pluriprofessionale di indirizzo e governo delle attivita' tecnico-sanitarie finalizzato all'efficacia, appropriatezza e sicurezza delle prestazioni nell'ambito delle risorse definite.Bisognera'inoltre istituire l'Agenzia Regionale per i Servizi Sanitari quale ente di supporto tenico-scientifico e metodologico all'Assessorato alla Sanita' ed alle Aziende Sanitarie regionali in materia di programmazione,valutazione dell'impatto economico dei servizi;verifica e revisione della qualita' delle prestazioni e dei servizi sanitari.
Altro strumento importante di cui le regioni piu' avanzate sono gia dotate e' il bilancio di missione che rappresenta lo strumento con cui le Aziende Sanitarie rendono conto dei risultati raggiunti in rapporto agli obiettivi assegnati dalla Regione e dalla Conferenza territoriale sociale e sanitaria.Sono queste le prime proposte che avanziamo per cercare di provocare una discussione di merito su un tema in cui le competenze e le professionalita' non difettano nel centrosinistra e su cui esso e' atteso alla prova dei fatti nel segno della qualita' e della discontinuita'.”

Sequestrato l’Ospedale di Palmi. Loiero: "Situazione ereditata". Lo Moro: "Non ci ha colti di sorpresa"

Ass. Lo Moro e Presidente Loiero inaugurano nuovo reparto del Pugliese: “Avremo un occhio attento sulla sanità”

19/07 Il Presidente della Regione, Agazio Loiero, l' assessore regionale alla salute, Doris Lo Moro, ed il presidente della commissione Sanita', Piero Amato, sono intervenuti all' inaugurazione della nuova sala operativa di emodinamica e cardiologia interventistica dell' Azienda ospedaliera ''Pugliese-Ciaccio'' di Catanzaro, avvenuta con la benedizione di mons. Rimedio, vescovo emerito di Lamezia Terme. ''So l' importanza - ha affermato l' assessore Lo Moro - che riveste questa struttura sanitaria per la citta' e per tutto il territorio regionale e per questo mi riservo di ritornare. Voglio continuare il mio viaggio nelle strutture ospedaliere della Calabria gia' iniziato nelle realta' piu' difficili, in quelle realta', cioe', dove la presenza istituzionale puo' essere rassicurante''. Per Loiero ''la sanita' calabrese ha problemi finanziari seri da fronteggiare. Percio' - ha ribadito - insieme all' assessore Lo Moro, avremo un occhio vigile e penetrante in un universo che ha bisogno di vigilanza, ma anche di vicinanza. Oggi abbiamo inaugurato un reparto che contiene gli strumenti necessari per lenire le sofferenze e l' opera dell' equipe sanitaria ha un valore di apostolato in piu'''. Un' inaugurazione ''informale''. Cosi' e' stata definita dal direttore generale dell' azienda Pugliese-Ciaccio Riccardo Fatarella ''perche' - ha sottolineato - di fatto e' una presa d' atto di un lavoro gia' iniziato da qualche giorno, avendo gia' effettuato quattro coronografie e due angiografie''. L' apertura di questa sala operatoria e', per il direttore Vincenzo Ciconte ''il coronamento di un sogno''. Una scommessa portata avanti per tanti anni e, finalmente, vinta''. Subito dopo, il Presidente Loiero e l' assessore Lo Moro si sono ritrovati nella sala convegni dell' ospedale Ciaccio per la presentazione del volume ''La leucemia linfatica cronica'' elaborato da un' equipe medica e curato dal dott. Stefano Molica dell' Azienda ospedaliera Pugliese Ciaccio. Doris Lo Moro, e' scritto in una nota dell' ufficio stampa della Giunta, partendo dalla situazione drammatica del pronto soccorso del presidio Pugliese, che ha aumentato l' utenza rispetto all' anno scorso del 31% creando attese per i pazienti anche di sei e sette ore, ha messo in evidenza che ''quello che succede al Pugliese e' emblematico di quello che succede in Calabria. A noi il compito - ha continuato l' Assessore - di dare segnali positivi per ribaltare la considerazione che la cittadinanza ha di questo ospedale. Ho l' impressione che su questo nosocomio le attese sono molte. C' e' un segnale forte di unita' e una volonta' del personale che ci aiutera' a creare un sistema che faccia rete su tutto il territorio calabrese''. ''Se c'e' un posto in Italia - ha sostenuto Loiero - in cui la professione medica ha avuto scampoli di apostolato questo e' il Pugliese. Una professione che si e' sempre piu' qualificata attraverso la vicinanza al malato. Ho curato mio padre in questo ospedale e posso dirlo per esperienza diretta''. ''Questa azienda - ha continuato il Presidente dopo essersi ripreso dalla commozione per il ricordo del genitore scomparso - non e' una struttura universitaria, ma qui sono andati avanti esimi professori in materia sanitaria. E questo reparto va rafforzato e intrecciato con l' Universita' perche' tutto quello che va nella direzione della ricerca e dell' innovazione va verso il benessere sociale del territorio. Noi faremo in modo che l' Universita' si intrecci in maniera feconda con le altre presenze esistenti e faremo in modo di suturare le ferite di una struttura che e' stata negli ultimi anni demonizzata''.

Il Presidente Loiero e l’ass. Lo Moro in visita al Pugliese

18/07 Il presidente della Regione, Agazio Loiero, e l' assessore alla sanita', Doris Lo Moro, visiteranno martedì 19 l' azienda Ospedaliera Pugliese Ciaccio di Catanzaro. La delegazione regionale, che vede anche la presenza del presidente della commissione Sanita', Pietro Amato, sara' ricevuta dal direttore generale, Riccardo Fatarella, e dai direttori sanitari e amministrativi, nel presidio Pugliese dove sara' inaugurata la nuova attrezzatura per l' Emodinamica presso l' Utic, che, e' scritto in una nota, potenzia il parco tecnologico del reparto di cardiologia, dando ai cittadini un ulteriore e qualificata possibilita' diagnostica ed interventistica nella nostra Regione. La visita proseguira' in alcuni reparti e terminera' al Ciaccio, i cui lavori di ristrutturazione sono ormai al termine, dove, nella sala convegni, verra' presentato dal prof. Francesco Cognetti, direttore scientifico dell' Istituto Regina Elena di Roma, il volume ''la Leucemia linfatica cronica'' a cura del dr. Stefano Molica con la prefazione del prof. Roderto Foa', direttore della Cattedra di Ematologia dell' Universita' ''la Sapienza'', pubblicato da Il Pensiero Scientifico Editore. ''L' occasione - e' scritto in un comunicato dell' Azienda ospedaliera - consentira', per il livello dei partecipanti, di puntualizzare e presentare i nuovi scenari terapeutici che si presentano nell' ambito delle leucemie linfatica cronica che rappresenta la forma di leucemia di piu' frequente riscontro nei paesi occidentali''.

L’ass. Lo Moro convoca i vertici dell’As8 di Vibo per il progetto “Dalla sorgente alla foce”

18/07 L' assessore regionale alla Salute, Doris Lo Moro, ha convocato per domattina, alle 11, il direttore generale dell' Azienda sanitaria 8 di Vibo Valentia Armando Crupi, il direttore sanitario, Francesco Miceli ed il direttore del dipartimento di salute mentale, Angelo Bruno Carchidi. Al centro dell' incontro, e' scritto in una nota dell' Azienda, il problema riguardante la posizione dei 24 lavoratori del progetto psichiatrico ''Dalla Sorgente alla Foce'', di recente licenziati in seguito all' esaurimento dei fondi stanziati per portare avanti l' iniziativa. Della situazione venutasi a creare si e' fatto carico Crupi e l' interno management, impegnati nella ricerca di una soluzione capace di assicurare la prosecuzione dell' attivita' contenuta nel progetto. Anche Cgil, Cisl e Uil, prosegue la nota, si sono subito affrettati a difendere la posizione dei 24 lavoratori, ''motivando il sostegno alla legittima rivendicazione dei 24 operatori sociali - ha sostenuto, tra l' altro, Sergio Pititto, segretario generale della Cisl - da oltre due anni impegnati ad assicurare un servizio, come quello svolto in favore di moltissimi pazienti, alle prese con gravi patologie psichiatriche''. Stamani Crupi ha ricevuto una delegazione sindacale guidata dallo stesso Pititto e da Gianfranco Pugliese della Cgil, assente Luciano Prestia, segretario generale della Uil, a Reggio Calabria per una manifestazione alla quale ha partecipato il segretario generale della Uil, Luigi Angeletti. Crupi ha ribadito la sua disponibilita' e quella dell' Azienda per ''venire incontro al grave stato di bisogno dei lavoratori fino a ieri impegnati in un settore di grande utilita' come quello della psichiatria''. ''L' incontro con il massimo responsabile della salute calabrese - e' scritto nel comunicato - e' molto atteso anche perche' servira' a chiarire la situazione, ma soprattutto a decidere se vi sono ancora o meno speranze per mantenere in vita un' attivita' che ha messo in mostra la notevole professionalita' di quanti fino ad oggi si sono cimentati in un settore cosi' importante dell'attiva socio sanitaria dell' As 8.Pititto e Pugliese, fiduciosi sull' esito dell' incontro di qualche giorno prima con il direttore generale dell' assessorato, dott. Faillace e la dott. Scalise, sperano che la volonta' dell' assessore Lo Moro tesa a risolvere la controversia, proponendo la prosecuzione del progetto, non venga meno. L' obiettivo per gli interessati, il sindacato ed il vertice dell' As resta quello di poter proseguire nell' attuazione completa del progetto dalla 'Sorgente alla foce'''.

I Direttori generali ed i commissari delle Aziende Sanitarie dovranno chiarire come avviene lo smaltimento dei rifiuti

18/07 ''I direttori generali ed i commissari delle aziende sanitarie locali ed ospedaliere dovranno attivarsi al fine di fornire, nel piu' breve tempo possibile, all'assessorato regionale alla tutela della Salute, un quadro dettagliato in ordine alle procedure di smaltimento di rifiuti speciali seguite negli ospedali ed i tutti i presidii sanitari della Calabria''. E' quanto previsto da una circolare diramata dal direttore generale dell' assessorato regionale alla sanita', Raffaele Faillace, in seguito ai casi di abbandono di rifiuti di origine sanitaria verificatisi nel territorio calabrese. Recependo - e' scritto in una nota - le indicazioni dell' assessore Doris Lo Moro, Faillace ha chiesto ai manager una dettagliata ricognizione sulla materia. Nella circolare, in particolare, il dirigente dell' assessorato sollecita notizie in ordine alle procedure di tenuta ed aggiornamento del registro di carico e scarico dei rifiuti speciali di origine sanitaria ''nelle strutture pubbliche ed accreditate''. Dovranno inoltre essere specificate le tipologie dei contratti finalizzati allo smaltimento dei rifiuti, con l' indicazione delle ditte autorizzate. Faillace sollecita anche una mappatura delle discariche esistenti nella regione comprendente l' indicazione dei siti e dei termovalorizzatori autorizzati allo smaltimento, accompagnata da un piano di monitoraggio di eventuali siti non autorizzati. Ai manager delle aziende sanitarie - prosegue la nota - sono, inoltre, richieste notizie sulle procedure di controllo da parte del servizio di igiene e sanita' pubblica sulla regolarita' delle procedure di stoccaggio e smaltimento di rifiuti speciali. Contemporaneamente, dovra' essere attivato un piano di controllo ''sulla corretta tenuta dei registri, delle bolle di consegna e sulle procedure di autorizzazione da parte delle cliniche, dei laboratori, degli ambulatori medici e di medicina generale, degli studi odontoiatrici e di altri studi specializzati, sia pubblici che accreditati'' nei territori di competenza delle aziende sanitarie.

Commodari (PRC) “I ticket sulla salute vanno aboliti”

17/07 ''Da sempre sosteniamo che il ticket, qualsiasi esso sia, va abolito. Va abolito per un ragione molto semplice, perche' rappresenta una ingiusta tassa sulla malattia''. E' quanto sostiene in una nota il componente del collegio nazionale di Garanzia del Partito della Rifondazione Comunista, Pino Commodari, circa l'abolizione dei Ticket. ''Ritengo - ha aggiunto - che ragioni etiche impongono di non colpire i malati, ma di finanziare il Servizio Sanitario attraverso il normale prelievo fiscale, in primo luogo facendo pagare le tasse agli evasori, e nel rispetto rigoroso del dettato Costituzionale che impone la progressivita' della contribuzione di ogni singolo cittadino. Per l'abolizione dei ticket vi sono poi ragioni di natura finanziaria e di giustizia sociale, in quanto e' facilmente dimostrato come essi non contribuiscono a risanare il bilancio della sanita' calabrese, ma al contrario pesano in modo negativo sui bilanci, gia' in crisi, delle famiglie calabresi ed in modo particolare di quelle piu' deboli. Nel corso della conferenza stampa di qualche giorno fa, abbiamo dimostrato dal punto di vista finanziario ed organizzativo come recuperare le minori entrate derivanti dall'abolizione dei ticket''. ''In Calabria, infatti, l'incidenza - ha proseguito Commodari - sulle entrate della sanita' dei ticket e' pari a 28 milioni di uro, mentre la spesa farmaceutica viene stimata in 430 milioni di uro. Il 70% di essa, cioe' 300 milioni di uro, e' rappresentata dai cosiddetti farmaci costosi, che costituiscono il 30% dei farmaci totali. Se ci fosse la volonta' politica, perche' solo di questo si tratta, di fornire direttamente tramite le farmacie dei presidi ospedalieri questi farmaci si otterrebbe un risparmio, come ci confermano autorevoli dirigenti pubblici del settore, pari al 50%, che equivale a 150 milioni euro. Altro che entrata vessatoria dovuta ai ticket''. ''Come dicevo prima - ha concluso - e' solamente questione di volonta' politica e questa Giunta regionale deve dare questo segnale di svolta e di rottura con le politiche seguite dal centro destra in Calabria, che sono state quelle di avere la maggiore addizionale Irpef, la piu' alta tassa automobilistica ed, appunto, i ticket sulla salute''.

Bruno (DL) “Abolizione del ticket sui medicinali solo per alcune fasce sociali”

16/07 Intervenendo nel dibattito sull’abolizione del ticket sui medicinali, il Coordinatore regionale della Margherita in Calabria, Franco Bruno, ha dichiarato quanto segue.«Da tempo la Sanità ha assunto un rilievo particolarmente importante nel dibattito politico regionale. Proprio per questo, alcuni aspetti finiscono con l’assumere una forte valenza simbolica che va oltre la stessa necessità di dare inizio in Calabria ad una fase più moderna ed avanzata anche in questo settore, decisivo per la vita dei cittadini. Ad esempio, la proposta di abolire completamente il ticket sui medicinali ha finito con l’assumere una funzione di bandiera, una sorta di start up del modo di interpretare il governo della Sanità da parte della nuova Giunta. Anche per questo, a prescindere dalla reale economia che l’abolizione del ticket potrebbe comportare, la proposta ha un consenso diffuso tra le forze politiche dell’Unione.
Tuttavia, pur sapendo di rappresentare una posizione tendenzialmente minoritaria, riteniamo utile provare a ragionare anche rispetto ai “simboli”.
Sull’imposizione fiscale si sono da sempre confrontate visioni politiche profondamente diverse: ad un’impostazione all’insegna del “meno tasse per tutti” tipica del liberalismo – e male interpretata in Italia da Berlusconi –, si è sempre contrapposto un uso della fiscalità tendente anche a ridistribuire il reddito, che ha caratterizzato il filone che potremmo definire “solidaristico”. Ecco perché non rinunciamo a dire a tutta la coalizione che sarebbe probabilmente più di “centrosinistra”, più “riformista”, proporre l’abolizione del ticket sui medicinali solo per alcune fasce sociali, magari includendo anche quelle appartenenti al medio reddito, che vivono una situazione nuova di difficoltà, ipotizzando simultaneamente di ridurre il ticket diagnostico per i ceti più deboli, piuttosto che insistere sull’abolizione totale del ticket sui farmaci, come sta avvenendo in questi giorni».

Primo innesto pace-maker gastrico in Calabria

15/07 Un pace-maker gastrico e' stato impiantato per via laparoscopica, dall' equipe diretta dal dottor Marco Maria Lirici, ad un paziente ricoverato nell' Azienda ospedaliera di Reggio Calabria. L' intervento, primo ad essere realizzato in Calabria ed eseguito nel reparto di Chirurgia generale, e' il secondo del genere in Italia. Il paziente operato a Reggio Calabria si chiama R.B. ed era affetto da polineuropatia diabetica, seguito da un' equipe di neurologi degli Ospedali Riuniti. I sintomi erano vomito incoercibile e non rispondente ai normali trattamenti medici ed era dimagrito di dieci chili. La decisione di operare laparoscopicamente, secondo quanto riferito dalle autorita' sanitarie, e' stata presa dallo stesso Lirici viste le condizioni generali del paziente. Dopo l' innesto degli elettrodi nella parete gastrica, fatto seguendo una tecnica particolare e misurando millimetricamente la loro distanza dal piloro, questi sono stati collegati al pace-maker a sua volta impiantato in una tasca sottocutanea sul fianco del paziente. Il pace-maker e' stato subito attivato e attualmente, in attesa che gli effetti si facciano avvertire (sono necessari 15-20 giorni), il paziente non presenta piu' vomito e ha iniziato ad alimentarsi seguendo una dieta semiliquida.

Due farmacie su tre non praticano gli sconti

15/07 Due farmacie su tre non praticano sconti e soprattutto molte 'fingono' di aver tagliato i prezzi, con riduzioni inferiori all1%, in particolare nel Sud e nelle isole: il 57,2% delle farmacie ha ridotto i prezzi al massimo fino al 4,8% e nel 44,9% dei casi gli sconti riguardano soltanto un numero di farmaci compreso tra 1 e 3. Poche le farmacie che effettuano sconti degni di nota (solo nel 14,3% di quelle monitorate le riduzioni di prezzo sono comprese tra il 9 e il 12,5%). A poco piu' di un mese dallentrata in vigore del decreto legge che prevede la facolta' per i farmacisti di applicare sconti fino al 20% sui farmaci a totale carico del cittadino (classe C, senza obbligo di prescrizione), Cittadinanzattiva ha monitorato lapplicazione del stesso decreto sul territorio nazionale, attraverso il suo Osservatorio Prezzi e tariffe (nellambito del progetto 'Cittadini che contano' cofinanziato dal Ministero delle Attivita' produttive). Ecco alcuni dati sulla ricerca pubblicata oggi.
MASSIMI SCONTI: Secondo l'indagine Tachipirina e Levolac sono i farmaci sui quali si registrano sconti medi piu' elevati, ma in un numero esiguo di farmacie e cio' e' particolarmente grave considerato il ricorso piuttosto frequente a queste due specialita';
POSITIVO IMPEGNO DELLE COMUNALI: limpegno positivo delle farmacie comunali, da anni impegnate in campagne di informazione e tutela con il Tribunale per i diritti del malato, che stanno praticando sconti a tappeto, sin dai primi giorni di attuazione del decreto.
LO STUDIO: I rilevatori civici hanno preso in esame 41 citta' e 162 farmacie, distribuite equamente fra Centro Nord (47,6% delle farmacie monitorate) e Sud ed isole (52,4%). Il monitoraggio e' stato effettuato, nei primi giorni di attuazione del decreto, fra il 1 e il 20 giugno, su 10 farmaci di classe C (senza obbligo di ricetta medica e da banco), scelti fra quelli a maggior e volume di vendita. Riva del Garda (TN) e' lunica citta' su tutto il territorio nazionale in cui le 4 farmacie esaminate da Cittadinanzattiva praticano sconti del 20% su tutti i 10 farmaci considerati. Una situazione positiva anche a Benevento, dove una farmacia applica sconti fra il 9 e il 16% su 9 dei 10 farmaci considerati. A San Donato Milanese, le farmacie comunali applicano sconti del 20%. A Macerata tutte le farmacie comunali applicano sconti del 10% su tutti i farmaci. A San Vito al Tagliamento (PN) una farmacia applica sconti del 10% su tutti i farmaci e a Cagliari in una farmacia sono 5 i farmaci scontati del 10%.
DOVE MENO SCONTI
Le dieci farmacie monitorate nella citta' di Milano non applicano alcun sconto sui farmaci indicati. La stessa situazione nelle 4 farmacie di Parma, 4 di Torino, 4 di Chioggia, 2 di Invorio (NO) e 2 di Oleggio Castello (NO).A Roma, su tredici farmacie, solo due effettuano sconti: una di esse applica uno sconto del 12.5% sullenterogermina e unaltra del 5% sullaspirina. La situazione non e' diversa a Lucca dove lo sconto e' effettuato solo da due farmacie su due farmaci. A Palermo, su 12 farmacie monitorate, soltanto una di esse applica uno sconto inferiore al 3.5% su soli tre farmaci e unaltra uno sconto del 2.4% su un farmaco. La situazione non cambia di molto a Siracusa dove tre farmacie praticano uno sconto tra il 4 e il 9% su un solo farmaco.
AL SUD SCONTI VIRTUALI: Due farmacie di Napoli tagliano i prezzi su alcuni farmaci ma con sconti non superiori al 2%. Anche peggio a Pagani (SA) dove le 4 farmacie prese in esame effettuano sconti compresi fra lo 0,4 e il 3,4%.Male in Calabria, dove le 4 farmacie di Reggio Calabria e di Villa San Giovanni hanno ridotto i prezzi di 4 farmaci con percentuali inferiori all1%. A Palermo, una farmacia sconta tre farmaci dello 0,4-0,6%. A Olbia (SS) le quattro farmacie contattate dai rilevatori applicano uno sconto del 2,4% solo sul Voltaren.

Medici eritrei saranno formati nell’As di Paola

15/07 Il presidente della Regione, Agazio Loiero, ha incontrato una delegazione dell'Associazione Medici Volontari (Asmev) di Messina che sono appena tornati dall'Eritrea. Nel corso dell'incontro Loiero ha dato ''ampia disponibilita' - e' scritto in una nota - anche a nome dell'assessore regionale alla sanita' e dell'assessore al lavoro e formazione, per quanto riguarda l'acquisto di reni artificiali e per quanto concerne la formazione di personale eritreo che avverra' nei centri di emodialisi dell'As 1 di Paola''. La delegazione dei medici era composta da Francesco Romeo, medico chirurgo che da anni gia' opera in Eritrea in un programma di missioni umanitarie e il dott. Roberto Pititto, nefrologo, dirigente del Centro Emodialisi di Amantea, prescelto per avviare il nuovo Centro di Emodialisi di Asmara. Al Presidente Loiero e' stata consegnata anche una lettera inviatagli dal Ministro della Salute eritreo, Saleh Meky. I medici, che sono appena tornati dall'Eritrea, dove hanno compiuto un sopraluogo tecnico per risolvere i problemi del caso, hanno illustrato al Presidente Loiero il progetto che dovra' essere realizzato relativo al centro di emodialisi di Asmara di cui la regione Calabria e' sponsor.

Il Sindaco di Taverna si oppone alla chiusura della guardia estiva in Sila

15/07 Il sindaco di Taverna, Sebastiano Angotti ha scritto al Presidente della Regione, all' Assessore regionale alla Sanita' e al Commissario dell' Azienda sanitaria di Catanzaro, per sollecitare l' immediato ripristino della postazione di Guardia medica estiva a servizio dei villaggi della Sila Catanzarese e di una vasta area ricadente nel Parco nazionale della Sila. Nella lettera, che per conoscenza e' stata inviata anche al prefetto del capoluogo, Angotti critica duramente la decisione presa dall' Azienda sanitaria di Catanzaro che dispone la chiusura del presidio di primo soccorso nei villaggi Mancuso, Racise, Monaco e Cutura, meta nella stagione di migliaia di turisti. ''Dopo decenni di funzionalita' ¿ scrive Angotti nella lettera - ritengo assurde ed inaccettabili le garanzie di assistenza che s' intendono proporre. Ferma restando tale deleteria decisione, e' evidente che si mettera' a serio rischio, in caso di necessita' di primo intervento sanitario, la vita stessa di ogni persona temporaneamente residente nel predetto territorio, oltretutto, in gran parte popolato da anziani affetti da patologie croniche e da nuclei famigliari con bambini''. Per il sindaco di Taverna, in mancanza di una revoca della decisione, ''il rischio e' che si renda incivile ed insicuro dal punto di vista sanitario il territorio silano, visitabile a proprio rischio e pericolo da parte di migliaia di visitatori. Tutto cio' a discapito di ogni logica di miglioramento e valorizzazione turistica della Sila Catanzarese ed in particolar modo del Comune di Taverna, gia' fortemente penalizzato dall' assoluta mancanza di infrastrutture nonostante le sue riconosciute valenze culturali ed ambientali''.

Settimo caso della rara sindrome SEU a Caserta.

15/07 Diagnosticato un nuovo caso di Seu, la sindrome emolitica eulemica che da un mese continua a propagarsi. Sette i bambini colpiti fino ad oggi dal batterio escherichia coli. Il bimbo ricoverato oggi all'ospedale pediatrico Santobono di Napoli, ha 13 mesi e proviene da Caserta. Non e' in condizioni critiche e, come per il piccolo di 2 anni e mezzo arrivato ieri da Poggiomarino (Napoli) all'ospedale napoletano, non e' stato necessario iniziare la dialisi. ''Il bambino aveva un'anemia importante - ha spiegato il primario del reparto di Nefrologia e Dialisi del Santobono, Carmine Pecoraro - Ed e' stato per questo sottoposto a trasfusioni. L'insufficienza renale da cui e' affetto, pero', e' lieve: non c'e' necessita', per il momento, di sottoporlo a dialisi''. Dalle analisi epidemiologiche, i bambini sono risultati infettati da una particolare tossina del batterio escherichia coli: ''Le indagini, inoltre - ha aggiunto Pecoraro - hanno evidenziato la necessita' di una predisposizione genetica: la tossina colpisce solo i soggetti predisposti, negli altri casi si manifesta come una normale infezione intestinale''. L'assessore alla Sanita' della Regione Campania, Angelo Montemarano, garantisce, per evitare allarmi ingiustificati, che ''la situazione e' costantemente monitorata dai competenti Uffici e dai Dipartimenti di prevenzione dell'intera regione che sono stati debitamente allertati''. Negli ultimi due mesi sono sette, compreso quello calabrese, i bambini colpiti dalla patologia. Precisamente, i primi quattro casi diagnosticati provengono per residenza o per soggiorno dal Cilento; il quinto dalla provincia di Cosenza; mentre gli ultimi due, ricoverati tra ieri ed oggi, provengono da Poggiomarino, in provincia di Napoli, e Caserta. ''In assenza, per ora, di riscontri analitici - hanno riferito dall'assessorato - sulla base delle informazioni raccolte, non sembrano esserci collegamenti evidenti ne' tra i primi casi della Asl Sa 3 e gli ultimi provenienti da Poggiomarino e Caserta, ne' tra questi ultimi due''. Dall'assessorato fanno sapere, inoltre, che i primi tre casi del Cilento sono positivi sierologicamente all'escherichia coli O26, il caso calabrese e' positivo, invece, all'escherichia coli O111, mentre per gli altri tre casi si e' in attesa dei risultati analitici. ''Attualmente, quindi, - ha detto Montemarano - ci troviamo in una situazione di forte attenzione, ma non di allarme. Infatti i 7 casi recentemente diagnosticati rientrano ancora in un numero compatibile con quanto osservato in alcuni degli anni passati, anche in considerazione, come gia' ricordato, che essi si concentrano nel periodo estivo''. ''Inoltre come conseguenza della forte attenzione posta dagli organi istituzionali e dai mass media - ha concluso Montemarano - si osserva una maggiore sensibilita' clinica nel formulare questa diagnosi e nel concentrare il trattamento di questi casi in ospedali specializzati. E' quindi verosimile che questa maggiore attenzione porti a un aumento dei casi segnalati senza che questo significhi necessariamente un aumento della frequenza di malattia''.

Ass. Lo Moro: “Si alla sanità, ma quando è di qualità”

14/07 ''La sanita' e' un servizio pubblico chiunque lo svolga. Quando si fa buona sanita', dunque, si rende un beneficio a tutti i cittadini''. Lo ha detto Doris Lo Moro, assessore regionale alla Tutela della Salute incontrando i giornalisti dopo una visita al Sant' Anna Hospital di Catanzaro. All' incontro hanno partecipato il cardiochirurgo Mauro Cassese; il rappresentante della proprieta' del Sant' AAnna Hospital, Franco Frontera, e il direttore generale del Dipartimento regionale, Raffaele Faillace. In funzione dal 1999, la struttura ospedaliera catanzarese accreditata ha al suo attivo 850 interventi a cuore aperto (che diventano 1.100 in Calabria se si aggiunge l' attivita' svolta dal Policlinico Mater Domini); duemila angioplastiche e, ancora, cinquemila coronarografie assieme alla struttura universitaria e all' ospedale di Cosenza. In circa cinque anni, secondo quanto reso noto, sei pazienti su dieci hanno potuto avere la possibilita' di effettuare interventi in Calabria evitando di doversi recare altrove. L' assessore Lo Moro,dopo avere preso visione della struttura e delle professionalita' presenti ha rivolto parole di apprezzamento. ''Questo - ha detto - e' un luogo importante per la sanita' calabrese come dimostrano i fatti e le statistiche, dove si e' fatta dell' ottima sanita' con lungimiranza e con l' ausilio di professionalita' di primo piano. Dobbiamo metterci nelle condizioni, pero', - ha aggiunto l' assessore - di capire cosa fare per garantire la qualita'. Anche per questo abbiamo attivato un percorso sulla prevenzione che riguarda anche le malattie cardiovascolari''. Secondo l' assessore ''la strada da seguire per il futuro va disegnata assieme e il concetto che deve prevalere, anche in questa circostanza, e' quello della 'rete' regionale. Per quanto mi riguarda voglio essere l' assessore della normalita' calabrese ma cio' non toglie che non servono le eccellenze''. ''In questo ospedale - ha detto Cassese - si lavora dal '99 a tempo pieno 365 giorni all' anno nell' ambito della cardiologia e della chirurgia cardiovascolare. Tra pubblico e privato, nella regione, e' attivo ormai un centro cardiochirurgico integrato che ci vede assieme al Policlinico Mater Domini e agli ospedali di Cosenza e Reggio. Non dobbiamo pensare pero' che essendo nati per ultimi siamo condannati ad essere per sempre tali. Il nostro centro, su 130 valutati in Italia, si e' classificato al settimo posto''. Cassese, illustrando ai giornalisti i risultati dei sei anni di attivita', si e' soffermato, tra l' altro, sulla sperimentazione in atto con cellule staminali adulte su 32 pazienti in collaborazione con il Centro trapianti di midollo osseo di Reggio. ''In mancanza di condizioni che possano portare alla realizzazione di un centro trapianti cardiochirurgici - ha sostenuto - si puo' lavorare per la creazione di una struttura dedicata alla grande chirurgia dell' aorta''. ''Dal 1999, nella cardiochirurgia, - ha sostenuto Frontera - si e' ottenuto un abbattimento delle percentuali di emigrazione sanitaria. Pensiamo di costituire una risorsa per la Calabria anche se la sensazione e' che non tutti sembrano avere consapevolezza del ruolo. Sovente - ha aggiunto Frontera - siamo costretti a misurarci con una burocrazia regionale complessa e talvolta ostile''.

Caruso (AN) “Positivi gli screening di prevenzione oncologica”

14/07 ''Registriamo un passo in avanti, merito senza dubbio della sensibilita' dell' assessore Lo Moro, in materia di prevenzione oncologica: gli screening gratuiti, specie se indirizzati a quelle categorie meno abbienti e socialmente disagiate, possono dare risultati importanti''. Lo afferma, in una dichiarazione, Roberto Caruso, deputato di An. Secondo Caruso, ''la prevenzione del tumore e' la cosa piu' importante poiche' la cura interviene spesso quando non c'e' molta possibilita'. Le patologie alla prostrata, alla mammella ed all' utero sono situazioni facilmente individuabili e ben curabili, ma molte donne e molti uomini non hanno gli strumenti culturali e le possibilita' economiche per una prevenzione adeguata. Grazie all' impegno dell' assessore Lo Moro si colma, dunque, una lacuna importante''.

Rara sindrome letale nel Cilento forse proveniente dalla mortella. 5 casi di infezione, uno proviene da Cosenza.

13/07 ''Entro 24 ore, quindi entro domani, l'Istituto Superiore di Sanita' ha garantito che dara' i risultati degli alimenti analizzati''. Lo ha detto l'assessore alla Sanita' della Regione Campania, Angelo Montemarano, intervenendo, a margine dei lavori della Commissione permanente Sanita' e Sicurezza, sulla Seu, sulla sindrome emolitica-uremica che, nell'ultimo mese, ha colpito quattro bambini nel territorio cilentano, in un caso provocando la morte di una piccola paziente. ''Aspettiamo - ribadisce Montemarano - la risposta dell'Istituto Superiore di Sanita' ai quesiti che abbiamo posto sugli alimenti recuperati. Ci sono dei tempi tecnici, ma ci hanno garantito che li avremo entro domani''. L'assessore ha rassicurato, poi, i cittadini del Cilento: ''Ci sentiamo di escludere l'inquinamento del mare, della sabbia e dell'ambiente: questo circuito e' categoricamente escluso'', e invita la popolazione a seguire alcuni consigli per interrompere la catena infettiva: ''Mangiare carni ben cotte e bere latte pastorizzato''. L'ipotesi piu' probabile sull'origine dell'infezione, secondo Montemarano, resta quella oro-fecale: cibi inquinati che hanno determinato in alcuni bambini, quelli dotati di particolari recettori a livello intestinale, l'infezione batterica. ''I casi accertati sono 5, 4 in Cilento e uno proveniente da Cosenza. Due bambini su tre, ammalatisi in Campania - spiega Montemarano - hanno mangiato la mortella: l'erba del mirto utilizzata nel Cilento per avvolgere la mozzarella. E' un'ipotesi che l'infezione batterica sia collegata a quest'erba aromatica, e forse e' anche la piu' probabile''. Montemarano parla, infine, delle terapie: ''L'infezione, grazie al cielo, e' facilmente aggredibile: basta sottoporre a dialisi i bambini e la guarigione e' totale e assoluta senza esiti negativi''.

Sindaco Blaiotta: “Il servizio di onclogia dell’Ospedale di Castrovillari è riferimento per la zona”

12/07 ''Il servizio di oncologia attualmente, organizzato presso l' ospedale di Castrovillari, svolge una funzione e ruolo importanti anche nell' ambito comprensoriale, tanto da costituire un punto di riferimento per la zona''. E' quanto sostiene in una nota il sindaco di Castrovillari e presidente della conferenza dei sindaci di Asl 2, Franco Blaiotta, circa l'ipotesi che il servizio oncologico venga spostato nella struttura di San Marco Argentano. ''Il dipartimento - ha aggiunto - si muove anche in sintonia con diverse associazioni di volontariato che offrono il loro impegno a sostegno della struttura che merita di essere rafforzata e migliorata. Il piano sanitario Regionale prevede un significativo potenziamento dell' ospedale di Castrovillari e una adeguata qualificazione delle altre strutture esistenti sul territorio n modo da offrire il miglior servizio possibile all' utenza tanto da risolvere il problema della emigrazione verso altri poli sanitari. E' indispensabile, quindi, che l' attuazione del piano sanitario regionale trovi una adeguata concertazione con il Comitato di Rappresentanza e con la Conferenza dei sindaci per programmare interventi che non penalizzino le diverse realta' territoriali siano in grado di rispondere alle richieste delle popolazioni''. ''Da parte nostra - ha concluso Blaiotta - ci sara' massima attenzione nel favorire un piano sanitario che non sia frutto di una logica puramente territoriale e fine a se stessa , ma che individui, partendo anche dall' esperienza maturata, le scelte capaci di qualificare le diverse realta' ospedaliere presenti nell' Asl. Su queste problematiche saremo particolarmente vigili ed attenti''.

Zuccherini (PRC) “Prioritaria l’abolizone dei ticket”

11/07 Abolizione dei ticket sui medicinali (''che rappresentano una vessazione per i cittadini senza apportare benefici''); nomina dei direttori generali delle Aziende sanitarie locali (''evitando di alimentare il trasformismo della burocrazia'') e abbattimento delle liste d' attesa ''simbolo negativo del disservizio e sistema che alimenta l' emigrazione sanitaria''). Sono alcune delle principali richieste avanzate, stamane, a Catanzaro, dal Partito della Rifondazione comunista. All' incontro, assieme al commissario regionale, Stefano Zuccherini, hanno preso parte anche l' assessore Egidio Masella, l' ex consigliere regionale Rosa Tavella e il consigliere provinciale di Catanzaro Giuseppe Commodari. I vertici del Prc calabrese, nell' occasione, hanno illustrato un documento contenente le proposte per una nuova politica sanitaria nella regione che sara' inviato all' assessore regionale alla Tutela della Salute, Doris Lo Moro. ''Ci aspettavamo da subito - ha detto Zuccherini - un atto simbolicamente significativo come l' abolizione dei ticket, per cancellare un' autentica vessazione cui sono sottoposti i cittadini. Senza, peraltro, che le casse pubbliche ne abbiano alcun beneficio. A fronte di un introito di 28 milioni di euro, secondo le nostre elaborazioni, - ha aggiunto Zuccherini - si potrebbero ottenere 100 milioni di euro di risparmio solo sul versante dei farmaci attivando la distribuzione ospedaliera''. Per Rifondazione comunista ''bisogna rilanciare il legame tra salute e ambiente investendo di piu' sulla prevenzione. Inoltre, e' necessario invertire la rotta delle forti privatizzazioni che ha portato alla riduzione del bene salute da diritto a merce''. ''Registriamo - ha detto ancora Zuccherini - una volonta' di egemonia sul governo allargato della Regione, come e' emerso anche attraverso le nomine rilevanti nella sanita'. E tuttavia crediamo che attraverso le nomine non si possa favorire il trasformismo della burocrazia. Un direttore generale che ha servito la politica del centrodestra non e' buono per servire quella del centrosinistra. Non c' e' un tecnico paragonabile all' Arlecchino servitore di due padroni''. ''Le nostre aspettative circa l' attivita' della Giunta di sinistra sono molto alte - ha sottolineato Rosa Tavella - e speriamo in un' azione che restituisca pienamente il diritto alla salute, spezzando il connubio tra sanita' e affari. Quello che si impone - ha aggiunto - sono programmi di svolta per le aziende sanitarie aprendo al controllo democratico sull' azione dei vertici''. Per l' ex consigliere regionale ''non si puo' fare lo spoil system in tutti gli altri settori lasciando gli organigrammi della sanita' cosi' come sono. E' anche necessario bloccare le autorizzazioni facili alle strutture private di assistenza attuando una moratoria sugli accreditamenti e potenziare il personale nel pubblico''. ''Il Piano regionale della salute - ha sostenuto Commodari - va completamente rivisto e sostanzialmente modificato perche' e' fortemente squilibrato verso il privato. Il nuovo strumento, a differenza di quanto e' accaduto in passato, deve basarsi su dati epidemiologici''.

Un nuovo trapianto di rene all’Annunziata

11/07 E' stato effettuato un altro trapianto di rene all'ospedale civile di Cosenza. L'organo e' stato prelevato da una paziente morta a Paola, sabato scorso, a seguito di emorragia cerebrale. L'equipe multidisciplinare di Cosenza si e' messa all'opera, dopo aver ricevuto l'assenso dei dmailiari della signora, prelevando gli orgnai disponibili. Il rene e' stato trapiantato su una signora di Santa Sofia d'Epiro, nefropatica. L'intervento e' perfettamente riuscito e la paziente ha escretato le urine. Il trapianto arriva proprio nel momento in cui la Commissione Naizonale Trapianti ha assegnato al centro cosentino il grado di eccellenza , giudicando ottima l'organizzaizone. Un giudizio che parte proprio dalla complessa machcina di preparazione e dall'alta efficienza dell'unita' operativa di nefrologia.

Rinviata la presentazione del libro di Rosy Bindi a Cosenza

10/07 E' stata rinviata a data da destinarsi la presentazione del libro di Rosy Bindi 'La salute impaziente', prevista per lunedi' sera al Cinema Italia a Cosenza. Lo si e' appreso da una nota del Comune di Cosenza E' stata la stessa Bindi a comunicare nel pomeriggio di oggi all' Amministrazione comunale la necessita' di rinviare la manifestazione per motivi familiari.

L’ass. Lo Moro incontra i DG della Aziende sanitarie su assistenza domiciliare, guardie mediche e dialisi

08/07 Assistenza domiciliare, guardie mediche turistiche, potenziamento del servizio di dialisi. Sono stati questi alcuni degli argomenti al centro di un incontro che il direttore generale dell' Assessorato regionale alla Tutela della Salute, Raffaele Faillace, ha avuto con i responsabili delle aziende sanitarie calabresi. ''Sono soddisfatta - ha detto l' assessore Lo Moro - perche' e' emersa una linea comune. L' assessorato si e' fortemente mobilitato in questi giorni al fine di fornire risposte immediate a problemi di grande impatto sulla popolazione ed in particolare su alcune particolari categorie. A questa fase seguira' quella della verifica degli obiettivi concordati che devono rispondere all' esigenza di fornire il miglior servizio al minor costo economico per la collettivita'''. In merito all' assistenza domiciliare - e' detto in un comunicato - si e' convenuto con le Aziende sanitarie che saranno queste ultime a garantire direttamente il servizio, senza ricorso a soggetti terzi. Le stesse aziende dovranno ampliare il servizio in modo da raggiungere il maggior numero possibile di pazienti, privilegiando i malati terminali e gli ultrasettantenni. ''Cio' - ha sottolineato Faillace - anche in concomitanza con la stagione estiva ed i disagi causati dall' innalzamento delle temperature''. Dall' incontro, secondo quanto riporta la nota, e' emerso che ''le Aziende sanitarie elaboreranno dei 'piani di zona' d' intesa con i Comuni, al fine di impiegare, oltre al personale infermieristico e medico, anche dipendenti comunali nell' intento di ottimizzare l' impiego delle risorse, con il coinvolgimento delle associazioni di volontariato. In merito al problema delle guardie mediche turistiche, e' stato concordato che siano le Aziende sanitarie a garantire direttamente la presenza del servizio nei centri interessati, rimandando ad un successivo approfondimento le innovazioni introdotte dalla Convenzione unica della medicina generale, firmata nei mesi scorsi. Ogni azienda sanitaria dovra', pertanto, provvedere ad attrezzare nelle localita' interessate dalla presenza dei turisti le postazioni di guardia medica al fine di accogliere nel miglior modo possibile quanti scelgono la Calabria come meta per le vacanze. Per quanto attiene al servizio di dialisi, le Aziende sanitarie garantiranno un incremento delle prestazioni, attuando piu' turni di lavoro''.

L’ass. Lo Moro presenterà martedì 13 i piani per gli screening oncologici

08/07 Saranno illustrati martedì 13 luglio dall' assessore alla Tutela della Salute, Doris Lo Moro, i contenuti del piano regionale per gli screening oncologici, recentemente approvato dalla Giunta regionale su proposta dell' assessore Lo Moro. ''L' attuazione di un' efficace prevenzione attiva nella nostra Regione - ha detto l' assessore Lo Moro - e' uno degli obiettivi che il Dipartimento regionale Tutela della Salute Politiche Sanitarie e Sociali intende perseguire al fine di dare risposte esaurienti ai bisogni di salute dei calabresi. Ritengo prioritaria, a tal proposito, la diffusione omogenea su tutto il territorio degli screening a chiamata del cancro della cervice uterina e della mammella che si fondano sulla partecipazione delle donne, su una chiara indicazione del tipo di prestazione e delle sedi di erogazione e percorsi clinici certi che sostengano e accompagnino la persona interessata''. ''Per attuare questo progetto - ha aggiunto l' assessore - era necessario che la Regione si dotasse di una pianificazione che individuasse non solo le risorse finanziarie e strumentali ma soprattutto facesse leva, in modo sinergico, sulle molte professionalita' operanti nel Servizio Sanitario regionale, nelle Universita', nel mondo dell' associazionismo di cui la Calabria e' ricca''.

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