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Sanità e Salute

 

 

Asp Reggio “Per il dodicenne morto, filiera dell’emergenza impeccabile”

05/11 "Davanti ad un episodio grave e triste come quello che ha visto la scomparsa del giovane di Scido, la direzione dell'Azienda sanitaria provinciale di Reggio ha scelto la via del silenzio, nel rispetto del dolore dei familiari e per avere il tempo di accertare i fatti nella loro interezza e verità, acquisendo riscontri oggettivi di quanto occorso, rilevare eventuali responsabilità, ma, soprattutto, ove fossero state riscontrate carenze organizzative, intervenire per eliminarle evitando, così, il ripetersi di casi simili che, certamente, offendono la coscienza umana". E' quanto afferma, in un comunicato, il commissario straordinario dell'Asp di Reggio Calabria, Renato Caruso. "Alla scelta del silenzio - prosegue Caruso - assunta dall'Asp di Reggio Calabria ha fatto, tuttavia, da contraltare il clamore delle dichiarazioni di operatori di altre strutture sanitarie interessate, a vario titolo, negli accadimenti e sfociate in gratuite valutazioni meritocratiche sull'operato del personale intervenuto nell'episodio, senza che quelle stesse dichiarazioni avessero il dovuto conforto documentale, forse con il solo scopo di allontanare da sé eventuali responsabilità". "Dunque - aggiunge - il linciaggio mediatico dell'Azienda sanitaria che si è sviluppato in questi giorni, impone alcune precisazioni, anche, al fine di tutelare tutti gli operatori coinvolti nella vicenda, evitando di assecondare la volontà di fare apparire la struttura sanitaria di Polistena ed il Servizio di emergenza 118 come responsabili di tutti i mali della sanità reggina". "Dalle risultanze - scrive Caruso - delle indagini interne all'uopo effettuate emerge che: la filiera dell'emergenza coordinata dalla centrale operativa del Suem 118 ha operato in modo impeccabile e tempestivo (il soccorso al 12/enne è stato prestato entro cinque minuti dalla prima chiamata ed il suo trasporto all'ospedale di Polistena per l'esecuzione delle dovute indagini diagnostiche è stato effettuato nei modi e nei tempi previsti da ogni normativa); l'assistenza sanitaria presso il summenzionato ospedale si è svolta senza ritardi e con appropriatezza del percorso clinico-diagnostico consumatosi nel naturale arco temporale di circa 50 minuti; l'affannosa ricerca di posto letto dove ricoverare il minore per il successivo percorso terapeutico è iniziata già 30 minuti dopo l'accesso al Pronto soccorso ed è durata ininterrottamente per circa 45 minuti (fino alle ore 18,26, ora in cui, finalmente, si otteneva la disponibilità della Neurochirurgia di Messina)". "Le altre ambulanze idonee - aggiunge Caruso - erano impegnate, tra l'altro, in soccorsi per altri tre minori affetti da patologie potenzialmente altrettanto gravi come quella da cui era stato colto il 12/enne in oggetto; dopo il già menzionato iter, un mezzo mobile di trasporto, adeguatamente attrezzato e medicalizzato, è stato reperito entro un'ora dalla richiesta ed il trasferimento eseguito sino a Reggio Calabria in modi e tempi standard, in relazione alle condizioni di viabilità". "Siamo certi - prosegue - che le inchieste in corso da parte della Regione e soprattutto dalla magistratura possano accertare e ristabilire la verità. La direzione dell'Azienda, nel ribadire la piena fiducia al proprio personale che, operando in condizioni di difficoltà, assicura tuttavia un servizio dignitoso alla comunità, rivolge l'invito ad abbassare i toni della polemica e ad astenersi da linciaggi morali, che certamente non servono al miglioramento dei servizi". "Il commissario straordinario, - conclude il comunicato - senza voler sfuggire alle proprie eventuali responsabilità, è pronto a recepire ogni suggerimento e parere purché volto a migliorare la sanità calabrese"

Al sud mortalità infantile doppia rispetto al nord

18/10 Continua il miglioramento generale del tasso di mortalità infantile in Italia: nel 2006 la mortalità è risultata del 3,85 per mille nati vivi, contro 4,1 del 2001 e una media europea appena superiore al 4. Purtroppo, persiste un importante divario tra Centro-Nord e Sud: il tasso di mortalità neonatale in Puglia, Campania, Calabria è più del doppio rispetto a quello di Friuli Venezia Giulia, Trentino Alto Adige e delle regioni del Nord in generale. Il dato emerge dal 'Rapporto sulla salute del bambino in Italia 2006' della Direzione scientifica dell'Irccs Burlo Garofolo di Trieste. Una parte del rapporto - in corso di pubblicazione - è stato presentato oggi in anteprima al XIX congresso nazionale dell'Associazione culturale pediatri (Acp) in corso a Trani, dove si discute delle azioni politiche e delle priorità di intervento per garantire il diritto alla salute dei bambini. Il rapporto - definito dall'Acp un "essenziale strumento di lavoro" - identifica altre due aree su cui le tendenze sono sfavorevoli, oltre a quelle delle cure perinatali fotografate nel Sud Italia: sovrappeso ed obesità (dove l'aumento nella prevalenza registrata in Italia è tra i più alti in Europa) e salute mentale (dove i dati esistenti sono preoccupanti e, tuttavia, di qualità ancora nettamente insufficiente per avere un quadro preciso della situazione).

Aumentano le anomalie ai genitali dei bimbi: troppi estrogeni

22/09 Un bambino su tre nasce con anomalie all'apparato genitale, i maschi sviluppano tardi e le femmine, invece, in modo precoce, a causa dell'inquinamento da estrogeni. A lanciare l'allarme sono gli andrologi riuniti nel quarto congresso nazionale "Progressi in andrologia" che si sta svolgendo a Villa San Giovanni. Negli ultimi 20 anni, ha rilevato il prof. Andrea Ledda, del Dipartimento di Scienze biomediche dell'Università di Chieti e direttore scientifico del congresso, "la percentuale di bambini che nascono con i testicoli retratti è aumentata di quattro volte. Gli estrogeni sono dei distruttori endocrini che bloccano la produzione del ricettore L3 che si trova nelle cellule fetali-neonatali. Inoltre interferiscono nella produzione del testosterone, fondamentale per la maturazione degli spermatozoi e per il mantenimento delle ghiandole che li producono. E così si spiega il problema dell'infertilità maschile che diventa sempre più importante". Gli spermatozoi prodotti dall'uomo moderno, infatti, sono diversi da quelli che produceva trenta anni fa. "Oggi - ha sostenuto Ledda - sono pochi e di scarsa qualità. L'uomo ne dovrebbe produrre 300 milioni al giorno con un'aspettativa di vita, per quelli eiaculati, di 48 ore. Ma dagli anni '80 la natalita' si è ridotta del 12% e si è accertato un deterioramento della qualità seminale". Gli estrogeni, ha sottolineato Ledda, sono ormai ovunque. "Gli enti preposti - ha concluso - ricercano e controllano per lo più la presenza di tali sostanze a livello della filiera delle carni o del latte trascurando totalmente gli alimenti non animali, i prodotti cosmetici e quelli per l'igiene personale, l'ambiente e soprattutto le acque".

Intesa tra La prefettura di Vibo e l’AS provinciale contro le infiltrazioni antimafia

13/07 Un protocollo d'intesa finalizzato a prevenire i tentativi di infiltrazione della criminalità organizzata nel settore dei contratti pubblici di lavori, servizi e fornitura è stato sottoscritto stamani a Vibo Valentia tra il Prefetto, Vincenzo Greco ed il Direttore Generale dell'Azienda Sanitaria Provinciale, Francesco Talarico. Il contenuto della convenzione - è scritto in una nota - riguarda il monitoraggio preventivo dei bandi di gara, delle imprese e delle anomalie nell'esecuzione degli appalti. Quanto ai bandi di gara viene stabilito che l'Azienda Sanitaria Provinciale di Vibo Valentia si impegna a trasmettere alla Prefettura. prima dell'adozione della determinazione a contrarre concernente i lavori, servizi e forniture, di rilevante importo, lo schema compilato dei bandi di gara al fine di consentirne, prima della pubblicazione, una disamina indirizzata a verificare i presupposti di legalità, trasparenza e libera concorrenza. Per quel che riguarda le imprese - prosegue la nota - a seguito dell'aggiudicazione l'Azienda Sanitaria Provinciale comunicherà alla Prefettura i dati relativi alle società e alle imprese aggiudicatarie al fine di escludere infiltrazioni e condizionamenti da parte della criminalità organizzata.

CISL Medici “Il Piano sanitario è perfettibile con la concertazione”

07/07 "Siamo coscienti che il Piano sanitario regionale sia perfettibile attraverso una concertazione con il sindacato". E' quanto sostiene, in una nota, il segretario generale della Cisl medici Calabria, Mario Marino. "Un sindacato - aggiunge Marino - che prescinda da logiche campanilistiche e localistiche e che sia consapevole che il reale cambiamento sia realizzabile solo attraverso scelte forti ed incisive, talvolta anche impopolari. Noi auspichiamo che tali scelte realizzino, attraverso la razionalizzazione delle risorse ed il contenimento della spesa sanitaria, una scelta di progresso e di innovazione, in linea con gli indirizzi nazionali ed Patto di Stabilità. Una concertazione quindi, aperta al confronto, senza alcuna chiusura pregiudiziale, ed ispirata al raggiungimento di scopi comuni con reciproca e mutua soddisfazione". Secondo Marino, "il nuovo Piano sanitario regionale, che sarà oggetto nei prossimi giorni di concertazione con le organizzazioni sindacali, ci pone di fronte ad un prossimo cambiamento epocale del panorama della sanità calabrese. Sono evidenti due sentimenti contrastanti. Da un lato la consapevolezza che la gestione della sanità calabrese sino ad ora è stata caratterizzata da una serie di criticità strutturali, che l' hanno resa obsoleta e distante dal cittadino. Dall' altro c'é il timore di un 'nuovo' che rischia di incidere radicalmente sulle scelte future, professionali e sociali di ognuno di noi". "E' indubbio - sostiene ancora Marino - che il Piano presenti delle proposte di soluzioni organizzative talvolta innovative ed in linea con una idea di sanità moderna e sostanzialmente diversa. Va elogiato il tentativo di distribuire uniformemente sul territorio regionale i centri di eccellenza, divisi per specialità, la riorganizzazione e l' accorpamento delle Aziende ospedaliere di Catanzaro (Pugliese-Ciaccio, Mater Domini e Fondazione Campanella), la rivalutazione del territorio e dei servizi allo scopo di decongestionare le strutture ospedaliere, fornendo al contempo all' utenza un servizio di qualità e risposte efficienti ai problemi di salute". Marino definisce poi una "priorità il blocco dell' accreditamento delle strutture private sino alla completa attuazione del Piano. E questo non perché siamo contrari all'assistenza privata, ma perché riteniamo che il privato sia sufficientemente presente nella nostra regione sia come strutture, che come numero di posti letto. Riteniamo inoltre che sia assolutamente necessario che le strutture private, se accreditate, siano complementari alle pubbliche. E' quindi necessaria una ristrutturazione e riorganizzazione delle stesse, da effettuare nell' ambito del nuovo Piano sanitario. Solo così, le professionalità delle strutture private accreditate saranno una ulteriore risorsa del Servizio sanitario, non solo una voce di spesa del bilancio regionale". "In questa battaglia - conclude la nota della Cisl medici - siamo concordi con l'assessore Lo Moro sulla necessità di ritoccare la quota del fondo sanitario regionale da destinare al privato accreditato per liberare ulteriori risorse utili al rilancio della sanità pubblica".

Malato di AIDS di Taurianova deve sospendere terapia per mancanza del farmaco

04/07 Ha dovuto sospendere la terapia in atto, con il rischio del fallimento della cura, per il prolungato ritardo nella fornitura di un farmaco antiretrovirale da parte del servizio farmaceutico territoriale di Taurianova. A denunciare la situazione di grave disagio che vede coinvolto un proprio socio, malato di Aids, è la Lega Italiana per la lotta all' Aids (Lila Calabria). "Il nostro socio, a causa del protrarsi di oltre 20 giorni di tale fornitura - afferma il presidente della Lila Calabria, Nicola Emanuele - è stato costretto a sospendere tutta la terapia che prevede in formula combinata l' impiego di tre farmaci, uno dei quali è proprio quello mancante. La sospensione della terapia è un evento molto grave e può concretamente determinare il rischio del fallimento del protocollo terapeutico in atto". L' associazione evidenzia che "la farmacia in questione continua a non dare garanzie su una data certa di fornitura del farmaco. Ci chiediamo come sia possibile che un servizio farmaceutico territoriale non possa garantire la continuità di una terapia farmacologia legata ad una malattia così importante". "Di chi è la responsabilità di tali ritardi? - si domanda il presidente Emanuele - Ricordiamo che l' erogazione dei farmaci antiretrovirali è stata demandata alle farmacie territoriali con un provvedimento dell' Assessorato alla Tutela della Salute e alle Politiche Sanitarie, provvedimento, unico in Italia, legato a logiche economiche regionali. Tale provvedimento solleva gli ospedali dall' onere di distribuire i farmaci direttamente ai propri assistiti, con tutto il carico di disagi che ciò comporta per questi ultimi. Innanzitutto la necessità di doversi recare in farmacie spesso distanti dall' ospedale, anche più volte in un mese. Ad esempio gli utenti di Reggio devono recarsi alla farmacia territoriale di Scilla; quelli che afferiscono al reparto di Vibo, e non sono residenti nella stessa città, come il nostro socio, devono recarsi alla farmacia territoriale del paese di residenza, in questo caso Taurianova". Per la Lila "altro disagio è quello legato alla violazione della privacy. Molti utenti si trovano in difficoltà a doversi interfacciare con dipendenti di farmacie spesso diversi e a trovarsi in ambienti in cui chiunque può intuire e verificare di che tipo di pazienti si tratti". "Quello che chiediamo - conclude Emanuele - è che vengano presi con urgenza i provvedimenti necessari affinché l' erogazione di tali farmaci avvenga nelle modalità più adeguate, nel rispetto del diritto alla cura dei pazienti malati di Aids, e non solo"

Buttiglieri “Serve sorveglianza per la prevenzione delle malattie infettive”

28/06 "La prevenzione delle patologie infettive assume oggi, nell' era globalizzata e soprattutto nei paesi occidentali, una rilevanza fondamentale che non può essere sottovalutata. Il diffondersi lento, silenzioso e inesorabile di alcune malattie infettive, come l' Hiv e l' epatite, per citarne alcune, impone la massima sorveglianza da parte del mondo medico e scientifico italiano, sebbene anche i cittadini calabresi debbano fare la propria parte non esponendosi a rischi inutili". Lo ha detto il direttore generale dell' Azienda Ospedaliera Universitaria "Mater Domini", Anna Rosalba Buttiglieri, intervenendo al convegno sulle Malattie infettive promosso dal professor Vincenzo Guadagnino - docente ordinario nell' Università di Catanzaro e primario infettivologo dell' Unità operativa "Malattie infettive" dell' Azienda e organizzato in collaborazione con la Simit, la Società italiana di malattie infettive e tropicali. "Da una indagine epidemiologica effettuata dall' Unità operativa diretta dal professor Guadagnino - ha rilevato la dottoressa Buttiglieri - emerge come negli ultimi anni ci sia stata una scarsissima attenzione sul fronte delle patologie infettive, seppure queste rappresentino patologie diffuse e molto insidiose. Ciò significa che i rischi di contagio e trasmissione tra i cittadini sono molto elevati e il sistema dei controlli carente". "Se è vero che le prime cause di mortalità oggi sono riconducibili alle malattie cardiovascolari e ai tumori - prosegue Buttiglieri - non bisogna in alcun modo trascurare la pericolosità delle patologie infettive: basti pensare alla sola Hiv che nel giro di pochi anni è diventata una delle prime cause di morte da virus. A fronte di questa emergenza tutta la comunità medico-scientifica calabrese è chiamata a nuovi sforzi capaci nel più breve tempo possibile di produrre risultati efficaci nella lotta alle epidemie. Molti passi in avanti sono stati fatti e tanti altri devono compiersi. Notiamo oggi che il problema delle patologie infettive e del loro corretto approccio terapeutico e diagnostico sta assumendo una sempre maggiore importanza nella moderna medicina. I risultati sono incoraggianti, sebbene non mi stancherò mai di ribadire che prevenzione e controllo sono gli elementi da cui non si può prescindere per una vita sana e priva di rischi". Per il direttore generale della Mater Domini "serve tuttavia un rinnovato impegno nella lotta alle patologie infettive, cosi come una più stretta cooperazione in Calabria tra le professionalità medico scientifiche e le istituzioni, le quali devono fornire una più efficace e corretta informazione ai cittadini che, in ogni caso, non possono più disinteressarsi di un fenomeno che li tocca così da vicino. Questo evento - ha concluso Buttiglieri - rappresenta un esempio di stretta collaborazione e di sinergia tra il territorio e l' ospedale e costituisce un occasione importante per dare risposte alle esigenze di assistenza sanitaria dei cittadini"

Ass. Lo Moro: Intesa con la Libia per il trapianto del midollo

27/06 E' stato approvato dalla Giunta regionale il programma di cooperazione internazionale tra l' azienda ospedaliera "Bianchi-Melacrino-Morelli" di Reggio Calabria e l' African Oncology Institute of Sabratha, l' istituto nazionale per i tumori della Libia. "L' iniziativa - è scritto in un comunicato dell' assessorato regionale alla Salute - è finalizzata alla formazione del personale ed all' effettuazione di trapianti di midollo osseo a pazienti di nazionalità libica. E' stato lo stesso istituto libico, delegato dal governo di Tripoli a varare il programma nazionale di trapianto di midollo osseo a proporre l' accordo di cooperazione con l' azienda reggina, nella quale é operante il centro di trapianto per il midollo osseo, dotato di competenze avanzate, oltre che sul versante clinico assistenziale, anche dal punto di vista scientifico. Con delibera del 18 maggio 2004, inoltre, la Giunta regionale ha individuato il centro trapianto midollo osseo come sede unica per il programma delle attività di trapianto di cellule staminali ematopoietiche e di terapia cellulare in Calabria". "Il programma - afferma l' assessore Lo Moro che ha proposto la delibera - evidenzia la volontà del governo regionale di favorire e sviluppare accordi con i Paesi del Mediterraneo. Vogliamo contribuire all' integrazione dei popoli che si affacciano sul nostro mare ed in questo ci agevola la posizione di Reggio, città che vogliamo attrezzare dei servizi necessari ed offrire ai Paesi dell' area come punto di riferimento. Sono da valutare in questa ottica anche l' istituzione della cardiochirurgia e l' avvio della piattaforma cuore". "Si tratta di elementi - conclude l' assessore - che conferiranno alla città calabrese dello Stretto, nell' ambito delle politiche sanitarie, un ruolo importante in un bacino certamente molto più ampio di quello locale".

Paolini (Aiop) “Non bisogna penalizzare la clinica ‘La Madonnina’”

21/06 "La vicenda che ha portato una delle più prestigiose case di cura di Cosenza, 'La Madonnina', al collasso operativo-gestionale ha dell' assurdo. Ottanta famiglie rischiano di trovarsi senza sostegno economico per le tortuose, pretestuose e arroganti interpretazioni normative degli uffici regionali dell' assessorato alla Sanità". E' quanto afferma, in una nota, il presidente nazionale dell' associazione ospedalità privata (Aiop), Enzo Paolini. "Si assume a pretesto - prosegue Paolini - una capziosa applicazione della recente legge regionale 9/2007 che differisce al 31 dicembre 2007 i termini per l' adeguamento di tutte le strutture, pubbliche e private, ai requisiti previsti per l' accreditamento. Il mancato accreditamento non dà luogo alla proroga del contratto 2006 per il 2007 in quanto il 2006 il contratto non è stato firmato per l' arrogante pretesa di imporre a fine anno un taglio di quasi il 50% su remunerazioni dovute in quanto relative a prestazioni regolarmente rese. Conclusione degli uffici regionali: blocco dei pagamenti a partire dall' ottobre 2006 mentre 'La Madonnina' ha continuato regolarmente ad assistere cittadini bisognosi di cure". Secondo il presidente nazionale dell' Aiop "l' opinione pubblica non conosce l' occhiuta burocrazia degli uffici regionali, a giorni alterni protagonisti, in alcuni delicatissimi settori, di poco edificanti cronache giudiziarie. Qui nessuno vuole sottrarsi agli obblighi di legge, quali che siano, rilevanti o meno, e per certo non lo vogliono i titolari de 'La Madonnina'. Ma la miopia, la pretestuosità, l' ignoranza giuridica mista ad arroganza dei funzionari regionali è una minaccia continua al corretto funzionamento del servizio sanitario regionale. Ormai si registra un clima di prevaricazione che non può essere tollerato oltre". "L' assessore regionale - sostiene ancora Paolini - non si può chiamare fuori, come se si trattasse di un inghippo da lasciare alla responsabilità dell' apparato burocratico, mentre per il resto si tratterebbe di strumentalizzazioni. Da parte di chi? Dei dipendenti senza stipendio da mesi? Dei titolari della struttura che vantano crediti miliardari nei confronti della Regione? Lei che ci tiene tanto alla sua storia politica ed alla sua contiguità col mondo del lavoro e con i diritti dei lavoratori non può derubricare a semplice negligenza l' operato dei suoi uffici. La responsabilità politica di quanto accade è tutta sua. Che lo faccia consapevolmente o meno, sta distruggendo la componente privata del servizio sanitario regionale che,impegnando meno dell' 8 per cento della spesa sanitaria, assicura oltre il 40 per cento del volume globale delle prestazioni erogate". "Se, per paradosso, dovessero chiudere in Calabria tutte le case di cura a gestione privata - sottolinea ancora Paolini - sarebbe la bancarotta sanitaria. Questa è la verità, il resto é incapacità a governare i problemi, inadeguatezza degli uffici, deficit di competenze e l' abuso, tipico delle burocrazie sudamericane, di non pagare il dovuto senza fornire giustificazioni. A questo siamo, di tanto è a conoscenza il presidente e l'intera giunta ma i problemi marciscono. Ormai è chiaro, non si può, o non si vuole, ridurre la spesa sanitaria. Lo spreco nel settore pubblico, che pure vanta eccellenze e qualità, è incontenibile e tollerato. Si vuole coprire questo bubbone con la demagogica foglia di fico del taglio nel settore privato che non spreca, costa di meno e rende qualità".

Il 45% dei calabresi sono ipertesi, ma molti non lo sanno

15/06 I calabresi sono ipertesi e non lo sanno. E molti nemmeno si preoccupano di scoprirlo. nella regione, infatti, hanno la pressione alta 45 uomini e 41 donne su cento. I dati sono stati resi noti nel corso del congresso della Società europea dell' ipertensione, in corso a Milano. Moltissimi sono coloro, è scritto in una nova, che sono ai limiti dell' ipertensione, ma "un' indagine Istat rivela che 22 calabresi su cento non si sono mai misurati la pressione arteriosa". "Calabresi tenetevi 'sotto pressione' - ha sostenuto il professore Giuseppe Mancia, presidente del Congresso della Società Europea dell' Ipertensione - perché se alla pressione alta, o comunque ai limiti, si associano fattori di rischio come il diabete, l' obesità, l' ipercolesterolemia o altre malattie cardiovascolari allora la possibilità di andare incontro a infarto e ictus è molto concreta". Al Congresso di Milano oltre a fotografare la realtà dell' ipertensione, sono state presentate le linee guida: indicazioni per i medici, raccomandazioni per i pazienti. "Quattro - ha sostenuto Mancia - sono le regole più importanti per tenere l' organismo 'sotto pressione': misurarsi con regolarità la pressione ricorrendo anche all' automisurazione che è stata finalmente ritenuta affidabile; ogni volta che si esegue l' esame delle urine chiedere anche di eseguire la microalbuminuria perché la presenza di minime tracce di proteine può significare che i piccolissimi vasi nel rene non funzionano e possono non funzionare anche piccole e grandi arterie di tutto l' organismo e quindi ictus e infarto potrebbero essere in agguato; il livello di tranquillità della pressione arteriosa é sotto 140/90 mmHg e chi supera questi livelli deve cambiare stili di vita e poi seguire una terapia; la terapia deve essere flessibile e con più farmaci anche a piccole dosi". Mancia ha poi sostenuto che "va presa con molta cautela la notizia di un vaccino terapeutico per curare l' ipertensione" visto che "fino a prova contraria, ad oggi, non si conosce ancora cosa produce l' ipertensione, anche se è ampiamente noto che le cause sono quasi sempre molteplici". In Calabra, secondo i dati dell' Istat e dell' Istituto Superiore di Sanità, il 45% degli uomini e il 41% delle donne é iperteso mentre il 15% degli uomini e il 14% delle donne è in una condizione a rischio. "Vale a dire - è scritto nel comunicato - che il 60% degli uomini adulti e il 55% delle donne adulte hanno problemi con l' ipertensione o rischiano di averne se non corrono subito ai ripari intervenendo, in particolar modo, su fattori di rischio correlati primo fra tutti l'obesità". Dall' ultima indagine Istat sullo stato di salute, inoltre, emerge che in Calabria solo 14,3 persone su cento hanno dichiarato di soffrire di ipertensione. Ma non solo sono ipertesi e non lo sanno. Non lo vogliono neanche sapere. Basti pensare, infatti - è sempre l' Istat a rilevarlo - che in Calabria 21,6 adulti su cento dichiarano di non essersi mai misurati la pressione arteriosa. I calabresi, inoltre, si occupano e preoccupano poco della loro pressione arteriosa così come degli altri fattori di rischio per il cuore: il 17% degli uomini e il 25% delle donne ha una ipercolesterolemia; il 44,1% degli uomini e il 30,2% delle donne è in sovrappeso, l' 11,6% degli uomini e il 10,1% delle donne è obeso.

Paolini (Aiop) “Ancora tanti problemi irrisolti”

05/06 ''Il protocollo d' intesa firmato fra l' Associazione italiana ospedalita' privata (Aiop) e il Dipartimento dell' assessorato regionale alla Sanita' e' certamente un elemento di svolta nei rapporti fra ospedalita' privata e assessorato, fino ad oggi conflittuali per i troppi problemi ripetutamente segnalati e a tutt' oggi irrisolti''. A sostenerlo e' stato il presidente nazionale dell' Aiop, Enzo Paolini. ''E' significativa, per esempio - ha aggiunto - l' affermazione fatta recentemente dall' assessore Lo Moro secondo la quale non ci sono risorse sufficienti per la sanita' privata e che molte strutture pubbliche improduttive vanno chiuse o riconvertite. Per la sanita' privata debbo ricordare all' assessore che se non si chiudono i pozzi neri della sanita' pubblica non ci saranno mai risorse sufficienti per assicurare un servizio sanitario decente. Fino ad oggi le aziende sanitarie sono state l' equivalente di collegi elettorali e questo spiega perche' la spesa sanitaria e' arrivata a incidere per oltre il 60% sul bilancio regionale. Pensare di far pagare alle strutture private gli sprechi e le dissipazioni della sanita' pubblica e' da irresponsabili''. ''Siamo in presenza - ha sostenuto Paolini - di una politica sanitaria evidentemente gestita da una burocrazia che opera a livelli quasi di rilevanza penale se si tiene conto che in gioco c' e' la salute del cittadino. Non si tratta soltanto dei crediti che le case di cura hanno maturato e che non vengono pagati, nonostante le reiterate assicurazioni di Loiero e della Lo Moro evidentemente ignorate dagli uffici esecutivi che pur dispongono delle risorse occorrenti per emettere i mandati di pagamento. Il fatto grave e' che si sta giocando sulle liste di attesa. La Regione, con le sue articolazioni burocratiche inefficienti e perniciose, risponde con liste di attesa che vanno da tre a otto mesi, costringendo i calabresi ad andare in ospedali fuori regione. Le case di cura e i laboratori accreditati potrebbero alleggerire di molto le liste ma si preferisce mandare la gente fuori''. ''Vorrei segnalare - ha proseguito il presidente dell' Aiop - un caso molto istruttivo. A Cosenza una struttura privata ha investito notevoli risorse per impiantare il servizio di medicina nucleare che attualmente viene erogato in esclusiva dall' ospedale dell' Annunziata di Cosenza. Per questo servizio esistono liste di attesa lunghissime, ma gli uffici regionali, a distanza di quattro anni dalla richiesta, non hanno ancora reso operativa la struttura privata per cui chi non puo' aspettare 4-5 mesi prende la via del centro-nord con grandi disagi e un conseguente aggravio di costi per le casse regionali. E' un fatto talmente grave da sollevare interrogativi inquietanti. Quale logica puo' accampare la burocrazia regionale per giustificare un comportamento cosi' dannoso per le casse regionali e cosi' irresponsabile nei confronti dei cittadini?''. ''Fino ad oggi - ha concluso Paolini - abbiamo avuto pazienza e rispetto dei ruoli, ma se qualcuno vuol mettere in discussione il diritto alla salute, violando le regole e venendo meno ai suoi doveri di ufficio, apriremo un conflitto senza esclusione di colpi volto soprattutto ad accertare se da questi irresponsabili atteggiamenti qualcuno trae illecitamente vantaggio, in Calabria e fuori dalla Calabria''

Combattere le discriminazioni ai danni dei tossicodipendenti

26/05 ''Bisogna combattere qualsiasi forma di discriminazione ai danni dei tossicodipendenti, attuando nei loro confronti un approccio umano ed umanitario''. Lo ha detto il presidente della Croce rossa, Massimo Barra, intervenendo alla giornata d studio sulla droga promossa dall' istituto tecnico-commerciale di Corigliano Calabro. Barra ha fatto riferimento all' esperienza di Villa Maraini, la comunita' per tossicodipendenti che ha fondato a Roma nel 1976, descrivendola come ''un fatto altamente positivo proprio per l' impostazione del rapporto con le persone con problemi di droga. L' interesse dello Stato - ha aggiunto - e' quello di conoscere realmente i tossicomani in modo da differenziare l' intervento terapeutico secondo le obiettive possibilita' di reazione della persona colpita da questa condizione''. Nel corso del suo intervento Barra ha lanciato un appello alla Croce rossa della Calabria perche' ''moltiplichi i comitati locali, che rappresentano l' occasione - ha detto - per curare le persone piu' vulnerabili, moltiplicare le delegazioni, avere un delegato di Croce rossa in ogni comune. Occorre anche ripristinare l' antica tradizione della Croce rossa italiana giovanile. In ogni scuola vogliamo che ci siano giovani iscritti alla Croce rossa per farne i pionieri della diffusione dell' educazione sanitaria in favore della collettivita'''.

Al Policlinico di Catanzaro in funzione la radiologia digitale

24/05 Si avvale di apparecchiature radiologiche all' avanguardia il Policlinico universitario di Catanzaro. La struttura è dotata di apparecchiatrure radiologiche della Carestream Healt, leader mondiale nei sistemi imaging medico. "Nata in seguito all'acquisizione da parte di Onex Corporation dell'Health Group di Eastman Kodak Company - è detto in un comunicato - Carestream Health Incorporation è una multinazionale leader mondiale nei sistemi di imaging medico, dentale e molecolare, e tra le maggiori aziende fornitrici di soluzioni IT e prodotti per i test non distruttivi. L'Italia, dove la multinazionale è presente con Carestream Health Italia, rappresenta per l'azienda il secondo mercato per redditività, con un fatturato 2006 di 155 milioni di Euro. Con 205 dipendenti, dislocati tra le sedi di Milano, Genova e Roma, Carestream Health Italia serve ASL, Università, ospedali pubblici e privati, centri diagnostici e dentisti, in tutte le regioni". In particolare, nel Polo universitario Magna Grecia di Catanzaro Carestream Health ha avviato il processo di ammodernamento dell'ospedale di Germaneto, con la trasformazione digitale del servizio di radiologia. La soluzione digitale Carestream Health collega in rete la radiologia al resto dell'ospedale, attraverso 35 postazioni monitor distribuite nei reparti di degenza e cinque sale con monitor ad alta definizione per consulti specialistici. In radiologia sono invece presenti nove stazioni di lavoro con monitor ad alta definizione che consento ai medici radiologi di refertare sulle immagini ed archiviare le informazioni. Il servizio di radiologia realizza annualmente 50mila esami diagnostici, attraverso modalità digitali.

Ogni giorno 10 calabresi vengono colpiti da ictus e solo uno su tre da importanza ai sintomi

17/05 Ogni giorno dieci calabresi vengono colpiti da un ictus. E solo uno su tre dà importanza ai sintomi e corre in ospedale. Ma di quanti vanno al pronto soccorso solo uno su cinque arriva nel tempo utile - e cioé entro tre ore - per essere sottoposto alla trombolisi, la terapia salvavita. Uno su due arriva entro le 12 ore. Poiché in Italia i casi di ictus sono 199mila l'anno, vuol dire che 130mila persone colpite da una così terribile malattia rimangono a casa e vanno in ospedale quando è tardi e per loro si riducono le speranze di salvarsi. E' nata e sta crescendo, nonostante le campagne di educazione, "l'epidemia dell'ictus ignorato" di cui sono protagonisti quanti non danno importanza ai primi segni della malattia che possono essere un formicolio ad una mano, un senso di svenimento, un deficit motorio, un disturbo visivo o una bocca "storta". La denuncia è stata fatta, al Congresso in corso a Roma, dagli Internisti Ospedalieri della Fadoi i medici che più degli altri sulla frontiera della corsia si confrontano con l'ictus. "L'ictus viene scoperto in ritardo dalla maggior parte delle persone - dice Michele Stornello, referente nazionale Area Ictus della Fadoi - e questo perché si dà più importanza ai sintomi dell'infarto che a quelli della malattia cerebrovascolare. Eppure, il tempestivo ricorso all'ospedale consente di evitare la morte e anche le conseguenze drammatiche dell'ictus, e cioé l'invalidità con grandi ripercussioni sulla vita di relazione e sociali. C'é, infatti, un trattamento specifico, la trombolisi. Più del 70 per cento delle persone che tempestivamente ricorrono all'ospedale evitano la morte e il rischio di una invalidità. Sono più gli uomini che le donne a ricorrere tempestivamente al pronto soccorso quando avvertono qualche sintomo anche perché i maschi hanno più paura delle malattie. Più sensibili degli altri le persone con cultura più elevata, certamente informati meglio sull'educazione sanitaria". "L'alta incidenza dell'ictus - dice Giovanni Mathieu presidente della Fadoi, Federazione Associazioni Dirigenti Ospedalieri Internisti,- ripropone, in tutta la sua drammaticità, la necessità di campagne mirate all'educazione della prevenzione dei fattori di rischio che, purtroppo, troppo spesso vengono sottovalutati. E noi ne vediamo tutti i giorni le conseguenze in corsia. E si vedono anche sul piano economico con alti costi per la sanità, giornate di lavoro perdute. Per questo la Fadoi sta portando avanti ampi progetti di studio sulle malattie cardiovascolari e cerebrali indirizzate proprio alla popolazione"

Aumentano gli anziani in Calabria ma il 28% dice di stare male

16/05 Aumentano gli anziani in Calabria. E aumentano anche i problemi di salute. E' quanto emerge dal dossier "L'Italia dice 33" della Federazione delle associazioni dei dirigenti ospedalieri (Fadoi) che ha fotografato l' Italia degli ultrasessantacinquenni attraverso le cifre del Rapporto Osservasalute e del Ministero della Salute-Sdo. "Al primo gennaio 2006 - è scritto nel rapporto - l' Istat ha contato in Calabria 366.164 ultrasessantacinquenni, dei quali 207.823 donne. Un maschietto che nasce oggi in Calabria ha una speranza di vita di 78,5 anni, le cose vanno meglio solo nelle Marche, in Toscana, in Umbria, in Puglia, in Veneto e in Emilia Romagna. Non vanno così bene le cose per le bambine che hanno una speranza di vita di 83,7 anni (in tutta Italia è considerevole il divario maschi/femmine), come quelle della Valle d' Aosta , della Basilicata e del Piemonte, meglio solo di quelle del Lazio, della Sicilia e della Campania". "Il 28% degli over 65 anni - riporta il documento della Fadoi - ha dichiarato all' Istat di sentirsi male o addirittura molto male: è la percentuale più alta in Italia. Più le donne (33%) degli uomini (21,4). La Calabria condivide questo triste primato con la Sicilia e la Sardegna che hanno percentuali solo leggermente inferiori. In Calabria ogni cento abitanti, dunque, senza distinzione per età, le malattie allergiche colpiscono 10 calabresi ogni cento; il diabete il 6,3%; l' ipertensione arteriosa il 15,5; l' infarto del miocardio il 2; l' ictus/emorragia cerebrale l'1,4%. E ancora, la bronchite cronica/enfisema colpisce 6,5 calabresi ogni cento; l' asma bronchiale il 3,6 per cento; l' artrosi/artrite il 22,6; l' osteoporosi il 6,3 e l' ulcera gastrica o duodenale quasi il 4 per cento". "Gli anziani calabresi - è scritto ancora nel rapporto - sembrano non aver ancora fatto proprio un messaggio importante di prevenzione: la vaccinazione antinfluenzale. Nel 2005-2006, secondo il Ministero della Salute, infatti, solo il 66,3% degli over 65 calabresi si è vaccinato. Siamo ancora molto lontani da quel 75% indicato come il livello ideale di copertura vaccinale in questa fascia d' età. In Calabria, il 68,6% degli ultrasessantacinquenni fa uso quotidiano di farmaci (più le donne), meno della media italiana. Tra i fattori di rischio, l' obesità: il 14,4% degli ultrasessantacinquenni calabresi ne soffre". "Ad affliggere la salute degli ultrasessantacinquenni, in Calabria - evidenzia ancora il rapporto - non ci sono solo le malattie ma, paradossalmente, c' è anche il Sistema sanitario nazionale. Il problema dei posti letto è, soprattutto per chi ha i capelli bianchi, una difficoltà concreta così come la mancanza di assistenza sul territorio, legata sia alla mancanza di strutture che alla solitudine. Spesso, ad accogliere un anziano dopo la dimissione ospedaliera non c' è nessuno e così, dopo aver faticato per entrare in ospedale da lì non si vorrebbe più uscire perché non si è trovato solo aiuto medico ma anche una 'famiglia'. Nel 2004, in Calabria, le dimissioni ospedaliere per acuti in reparti ordinari sono state 290.466 ed hanno rappresentato il 73% di tutte le dimissioni per acuti tra regime ordinario e day hospital. Nel 2003, le dimissioni in regime ordinario erano state quasi 316 mila e circa un terzo di queste riguardavano proprio anziani oltre i 65 anni (121.077)". "In Calabria, al 2003, - è scritto nel rapporto - si contavano 6.874 posti letto pubblici e 3.167 posti letto in Istituti privati accreditati. La Calabria, insieme alla Campania e alla Basilicata,é tra le regioni con una percentuale d'emigrazione sanitaria superiore alla media. Il 14,05 dei ricoveri per acuti in regime ordinario di abitanti residenti in Calabria è avvenuto fuori dalla regione: la meta prescelta nel 20,65% dei casi è stata il Lazio, seguita immediatamente dopo dalla Lombardia e poi dall' Emilia Romagna e dalla Sicilia"

In Calabria 18 mila persone soffrono di celiachia

15/05 Sono 18 mila in Calabria le persone colpite da celiachia, intolleranza al glutine, ma di questi solo tremila lo sanno. I dati sono stati forniti dall' Associazione italiana celiachia (Aic). "Nella regione - è scritto in una nota ell' Aic - nonostante il numero dei celiaci accertati cresca del 10%, le diagnosi continuano ad avere un' incidenza bassa. Due le principali cause della mancata diagnosi: la scarsa conoscenza della malattia e la difficoltà di riconoscere i soggetti a rischio dovuta alla complessità dei sintomi". "Il caso classico - afferma il presidente di Aic Calabria, Claudio Picarelli - è quello di chi soffre di anemia da carenza di ferro, uno dei segnali più frequenti della celiachia, ma possono essere indizi della malattia anche la sensazione di debolezza, il mal di testa, i gonfiori e dolori addominali e, nei bambini, perdita di peso, vomito, diarrea e arresto dell' accrescimento. E' importante conoscere questi campanelli d' allarme perché la celiachia può manifestarsi a qualunque età e soprattutto perché troppo spesso, trattandosi di sintomi lievi o poco specifici, la diagnosi è tardiva o non arriva affatto". Domenica 20 maggio, per sollecitare attenzione verso la problematica, l' Associazione Italiana Celiachia organizza a Roma una marcia non competitiva a Roma alla quale parteciperanno anche 500 volontari provenienti dalla regione. In Calabria l' 86% dei celiaci dichiara di avere difficoltà nel reperire pasti fuori casa e l' 82% lamenta limitazioni alla propria libertà di viaggiare. Il 67% ritiene che la dieta priva di glutine comporti complicazioni nella vita quotidiana in famiglia e il 41% pensa addirittura che la celiachia possa costituire un ostacolo alla propria carriera lavorativa. Nella regione sono 80 i locali tra ristoranti e gelaterie che offrono prodotti per celiaci.

Dal 2020 calo di incidenza dei tumori da amianto

15/05 "Dal 2020 ci sarà una diminuzione dell' incidenza del mesotelioma pleurico in ragione delle normative che hanno eliminato l' amianto dal procedimento produttivo. Risultati positivi verranno anche dalla messa al bando del benzene, tra i fattori più pericolosi per linfomi e leucemie". Lo ha detto l' oncologo Francesco Cognetti, direttore scientifico dell' Istituto nazionale dei Tumori Regina Elena di Roma, oggi a Catanzaro per partecipare ad un convegno su "Morti e malattie nel lavoro". "Rispetto al passato - ha aggiunto Cognetti - molto è stato fatto, soprattutto per quanto riguarda l' individuazione dei cangerogeni più pericolosi nell' ambito lavorativo e per la promulgazione di leggi che hanno consentito l' abolizione di molti fattori che incidevano sull' insorgenza dei tumori professionali. Certo, dal momento in cui il cancro attiva il processo che lo porterà allo sviluppo vero e proprio della malattia il processo è molto lungo e possono passare decenni". "Oggi - ha concluso Cognetti - c' è da dire comunque che nel mondo del lavoro i controlli sono maggiori e più efficaci. Allo stato poi il trend è positivo anche nel Sud: sono migliorate le tecnologie e anche l' organizzazione sta facendo passi in avanti. Bisogna, però, rafforzare la rete tra le strutture e superare l' idea prevalente che tutti debbano fare tutto".

Settimana per la lotta alla Sclerosi Multipla

12/05 Prende i via oggi anche in Calabria per concludersi domenica prossima, a Catanzaro con un convegno regionale sul tema "Sclerosi Multipla: ricerca scientifica e impegno sociale", cui seguirà lo spettacolo "Per conservare il gusto del bello" in scena al Teatro Politeama, la Settimana nazionale della Sclerosi multipla promossa dall' Aism. La sezione di Cosenza ha organizzato per oggi il convegno scientifico "La Sclerosi Multipla: update" cui segurà stasera lo spettacolo "Ordinaria Ironia familiare...a ciascuno il suo" della compagnia teatrale "I sognatori dell' Aism" al cinema teatro Italia. Domani, l' associazione culturale "A Via Nuova" di San Pietro in Guarano presenta "Non ti pago" di Eduardo De Filippo presso il Teatro Rendano. In Calabria le persone con sclerosi multipla - è scritto in una nota - sono circa 1.500 e sul territorio regionale sono presenti cinque Sezioni Aism a Catanzaro, Cosenza, Crotone, Reggio Calabria e Vibo Valentia. Le sezioni offrono alle persone con sclerosi multipla e ai loro familiari i servizi di segretariato sociale, supporto all' autonomia della persona, attività ricreative e di socializzazione, telefono amico, trasporto, visite specialistiche, fisioterapia ambulatoriale e domiciliare e attività di informazione, sensibilizzazione e raccolta fondi. Nella sezione Aism di Reggio è attivo il Centro socio-sanitario per le persone con sclerosi multipla del territorio. Il Centro offre servizi di terapia riabilitativa, ambulatoriale e domiciliare, supporto medico specialistico, consulenza legale, assistenza fiscale, segretariato sociale, supporto al ricovero ospedaliero e trasporto con mezzi attrezzati. La sezione di Cosenza offre servizi di segretariato sociale e telefono amico, servizi di trasporto, supporto all' autonomia della persona, supporto al ricovero ospedaliero, supporto medico specialistico anche domiciliare e consulenza legale.

Continua la protesta dei precari dell’ASL di Rossano

11/05 Gli ausiliari precari dell'azienda sanitaria di Rossano sono giunti al nono giorno di occupazione della sede della Asl. Gli ausiliari, specializzati ed ultra-quarantenni, svolgono il servizio in quattro presidi ospedalieri (Rossano, Corigliano, Cariati, Trebisacce) e vengono utilizzati con contratti semestrali. Durante la protesta stanno comunque garantendo il servizio, alternandosi nell'occupazione a turni di 50 persone che hanno sistemato letti improvvisati nell'androne dell'Azienda sanitaria. I lavoratori rivendicano da tempo il diritto alla stabilizzazione, da realizzarsi nel più breve tempo possibile e per l'intero bacino. Sono in assemblea permanente i lavoratori della Asl di Paola (da cui dipendono i presidi di Paola, Praia, Cetraro, Amantea) e analoga mobilitazione si sta avviando anche a Castrovillari. "Abbiamo - ha detto il responsabile delle Rdb-Cub, Raffaele Bombino - per ora raggiunto un primo risultato che è una delibera del direttore Generale della Asl 3 che stabilizzerà 100 dipendenti, e mercoledì incontreremo l'Assessore alle Politiche Sanitarie Doris Lo Moro. Certo è che si tratta di coprire posti fissi vacanti di cui non si può fare a meno e che devono essere assicurati comunque e di continuo; altrettanto certo è che noi non abbiamo intenzione di mollare: proseguiremo ad oltranza per ottenere la stabilizzazione di tutti i precari".

In Calabria cresce la cultura delle donazioni

08/05 Cresce la cultura della donazione in Calabria. Nel 2006 si sono registrate 39 segnalazioni rispetto alle 35 dell' anno precedente. Per quanto riguarda il 2007, al 30 aprile sono state già 20. Nello stesso periodo dell'anno in corso i donatori sono stati 9 rispetto ai 15 di tutto il 2006 ed i 13 del 2005. Sono questi alcuni dei dati forniti dall' Assessorato regionale alla Salute in occasione delle giornate nazionali per la donazione e il trapianto avviate il 6 maggio e che si concluderanno domenica 13. "I trapianti di rene - è scritto in un comunicato dell' Assessorato regionale alla Salute - sono stati 28 nel 2005; 27 nel 2006, 14 nel periodo compreso tra il primo gennaio ed il 21 aprile 2007. I trapianti di midollo sono stati 98 nel 2005; 101 nel 2006, 37 fra gennaio ed il 30 aprile 2007. Dati significativi anche per quanto riguarda i trapianti di cornee: sono stati 48 nel 2005, 54 nel 2006, 21 nel periodo primo gennaio-30 aprile 2007. Numeri confortanti anche in merito alla donazione del cordone ombelicale: 480 donazioni registrate nel 2005, 868 nel 2006, 316 dal primo gennaio di quest' anno al 21 aprile 2007". "Il trend - afferma il responsabile del Centro regionale trapianti Pellegrino Mancini - è in aumento. Cresce la sensibilità dei calabresi verso la donazione, come si rileva dalla sempre maggiore disponibilità dei familiari dei donatori a garantire il consenso all' espianto degli organi. Ciò è dovuto alla diffusione del tema della donazione dovuta alle iniziative di sensibilizzazione attivate sempre più di frequente in Calabria ma anche al buon funzionamento di una rete regionale che comincia a dare i primi risultati grazie alla recente riorganizzazione". "Il riferimento - prosegue la nota dell' Assessorato - è alla delibera della Giunta regionale relativa alla riorganizzazione delle attività di coordinamento delle donazioni, dei prelievi e trapianti di organi, di tessuti e cellule in ambito regionale. Il provvedimento prevede, tra l' altro, 'di avviare un rilancio complessivo delle attivita' di donazione e punta alla riorganizzazione dell' attività di trapianto, in Calabria 'al fine di garantire una risposta efficiente ed efficace dell'intero sistema alla domanda dei cittadini calabresi in attesa di trapiantò. Il provvedimento ha disposto la riorganizzazione del centro di Coordinamento Regionale per i Trapianti assegnando all'azienda ospedaliera di Reggio Calabria, sede principale di servizio del coordinatore, 'adeguate risorse' per dotare il Centro di locali idonei allo svolgimento dell'attività". "I programmi di trapianto attualmente attivi in Calabria - riporta ancora il comunicato - riguardano il rene, il midollo osseo e la cornea. Il programma per il trapianto di rene prevede una lista d' attesa unica regionale, con poli chirurgici nelle aziende ospedaliere di Catanzaro, Cosenza e Reggio. Allo stato attuale sono attivi quelli di Reggio e Cosenza, per cui, è scritto nella delibera, 'saranno predisposte tutte le azioni necessarie a soddisfare la domanda esistente'. Il trapianto di midollo osseo è previsto nel centro unico regionale trapianti di cellule staminali e terapie cellulari dell' azienda ospedaliera di Reggio Calabria. Per quanto concerne gli innesti corneali, ne è prevista la realizzazione nelle unità operative di oculistica. I contenuti della delibera hanno ottenuto recentemente l'approvazione della commissione nazionale nominata dal Centro nazionale per i trapianti. Iniziative di sensibilizzazione e diffusione della cultura della donazione sono in corso in diversi centri della Calabria in concomitanza con la campagna nazionale".

Ripresa l’attività nelle sale operatorie dell’Ospedale di Rossano

08/05 E' ripresa l'attività nelle sale operatorie dell'ospedale civile "Giannettasio" di Rossano dopo la sospensione degli interventi decisa il 6 aprile scorso. Lo ha reso noto la Direzione sanitaria del presidio ospedaliero, che ritiene l'intervento di adeguamento alle norme vigenti "esclusivamente a salvaguardia della salute dei pazienti". La sospensione si era avuta lo scorso 6 aprile, quando per la mancanza della seconda condotta d'ossigeno, il primario di Anestesia si era rifiutato di continuare ad effettuare interventi chirurgici. La seconda condotta d'ossigeno nel nosocomio rossanese in realtà non era mai esistita. Successivamente si è deciso d'intervenire per la messa a norma.

Ass. Lo Moro “Società a capitale pubblico per il rilancio del Papa Giovanni di Serra d’Aiello”

07/05 Sarà un gruppo di lavoro composto da tecnici di Sviluppo Italia a curare l'attuazione concreta del progetto di rilancio dell'Istituto Papa Giovanni XXIII di Serra d'Aiello, predisponendo la costituzione di una società con capitale interamente pubblico per la gestione della struttura. Lo ha comunicato stamattina ai sindacati l'assessore regionale alla Salute, Doris Lo Moro, che ha riferito circa l'esito dei contatti avuti nei giorni scorsi a Roma sulla vicenda. Alla riunione hanno partecipato anche i rappresentanti della fondazione a cui l'istituto fa capo ed il direttore generale dell'Asl di Paola, Ivan Cavallo. "L'istituto Papa Giovanni - ha detto l'assessore, confermando quanto comunicato in altre occasioni - dovrà diventare una struttura riabilitativa di prim'ordine, puntando alla salvaguardia del maggior numero di posti di lavoro, compresi i lavoratori in cassa integrazione". "Nei prossimi giorni - è detto in un comunicato - il gruppo di tecnici incaricati incontrerà i sindacati. I rappresentanti dei lavoratori hanno affermato di aver apprezzato il lavoro svolto dall'assessore".

La cocaina provoca gravi danni al cuore

03/05 La cocaina è una 'lama affilata' al cuore: non solo può causare ischemia ed infarto, ma anche dilatazione ventricolare che compromette la funzione cardiaca. Lo dimostra il caso di un giovane italiano ricoverato al Dipartimento di Emergenza del Policlinico Le Scotte di Siena nel 2005 per una dilatazione ventricolare grave, poi rivelatasi il risultato dell'abuso di questa pericolosa e sempre più diffusa droga. Nondimeno, come riferito sulla rivista britannica Lancet da Valerio Zacà, smettendo l'assunzione dello stupefacente, il cuore del trentunenne è migliorato molto: la dilatazione si è ridotta e la funzionalità cardiaca è aumentata. I consumi di cocaina hanno raggiunto livelli spaventosi in molti paesi occidentali e l'Italia non fa eccezione. Già in passato i medici hanno allertato sui rischi dell'abuso di cocaina per il cuore, e più casi di infarto e ischemia sono stati registrati tra gli habitué della 'polvere bianca'. Quando il giovane è giunto al dipartimento di emergenza del nosocomio senese, racconta Zacà, presentava sintomi quali dolore toracico, dispnea, fatica. Agli esami eseguiti risulto che il trentunenne aveva una dilatazione del ventricolo sinistro di entità considerevole: 80 millimetri di diametro, con conseguente malfunzionamento cardiaco. Poiché il ragazzo non aveva una storia clinica di alcun tipo il sospetto dei cardiologi, poi confermato dalla stessa 'confessione' del giovane, è ricaduto sul consumo di cocaina. Dopo tutti gli accertamenti il giovane è stato seguito farmacologicamente ed ha smesso di assumere la droga. A distanza di un anno il suo diametro ventricolare si è ridotto a 57 millimetri e il cuore ha ripreso in parte la sua funzionalità. Questa storia, osservano gli esperti, insegna ancora una volta quanto può essere pericoloso assumere cocaina e deve allertare i medici a sospettarne l'abuso di fronte a giovani con cardiopatie ma senza alcun precedente clinico di questo tipo. L'astinenza prolungata dalla droga, concludono i cardiologi, può migliorare le condizioni in cui il cuore versa a causa dell'abuso.

I Sindaci dell’AS4 invitano Regione e Provincia a intervenire sull’AIAS e lo screening dei tumori

30/04 Il Comitato di rappresentanza della Conferenza dei Sindaci dell'Azienda Sanitaria 4 di Cosenza, presieduto da Mario Tortorella, ha invitato la Regione, la Provincia e la stessa As ad intervenire nella vicenda Aias e in relazione allo screening dei tumori femminili. Nel primo caso - e' scritto nella nota - il Comitato di Rappresentanza si richiama alla forte preoccupazione espressa alla fine del 2006 dalla Conferenza dei Sindaci per la vicenda giudiziaria tra la Regione Calabria e l'Aias in vista della procedura di sfratto e della scadenza nel mese di giugno 2007 della sospensiva concordata per il rilascio della struttura di riabilitazione di Serra Spiga. Riaffermando l'importanza della vicenda sia per motivi di ordine sanitario che di ordine pubblico, Tortorella sottolinea l'importanza della struttura come punto di riferimento per la riabilitazione e il reinserimento sociale nell'ambito della intera provincia. L'invito alla Regione, quindi, e' quello di dare una soluzione positiva alla vicenda rassicurando i disabili, le loro famiglie, gli operatori della struttura di Serra Spiga e la stessa Azienda Sanitaria 4. Per quanto riguarda lo screening - prosegue la nota - il Comitato di Rappresentanza della Conferenza dei Sindaci ribadisce l'importanza della prevenzione intesa come tutela della salute e ricorda che nel gennaio 2006 l'Azienda Sanitaria 4 ha aderito alla campagna regionale di screening per la diagnosi precoce e la prevenzione dei tumori femminili. L'iniziativa, sia per capillarita' che per le prestazioni rese con costi contenuti, rappresenta una vera e propria eccellenza per il territorio. Il Comitato, quindi, invita l'As 4 a proseguire nell'attivita', ampliandola con tutte le opportune iniziative di supporto quale l'allestimento di un laboratorio di citologia dedicato e ad accelerare i tempi della stipula della Convenzione con la Provincia per l'acquisizione di un mezzo mobile di mammografia che permettera' di raggiungere anche le donne residenti nei paesi geograficamente piu' svantaggiati.

Intesa Lo Moro-Associazioni per l’assistenza residenziale

24/04 Adeguare le strutture operanti in Calabria nel settore dell'assistenza residenziale agli standard gestionali ed organizzativi nazionali. E' questo l'obiettivo indicato dall'assessore regionale alla Salute, Doris Lo Moro, in occasione di un incontro svoltosi nella sede dell'assessorato con i rappresentanti delle associazioni di categoria al termine della quale è stato sottoscritto un verbale d'intesa. Il documento è stato firmato dal direttore generale, Domenico Crupi; dal dirigente di settore,Bernardo Grande, e, per la parte privata, dai rappresentanti di Anaste, Aris e Foai. L'assessore Lo Moro, che ha introdotto la riunione, poi proseguita in sede tecnica, ha detto che è intenzione dell'assessorato "pervenire in tempi rapidi alla soluzione di tutte le problematiche registrate nel settore dell'assistenza residenziale. Vogliamo quindi addivenire in tempi rapidi ad un documento tecnico che costituisca la base di discussione con la componente privata, alla quale chiediamo la massima collaborazione. L'obiettivo dell'assessorato è l'adeguamento del settore agli standard gestionali ed organizzativi delle strutture registrati sul territorio nazionale. E lo stesso intendiamo fare per i livelli tariffari, da allineare a quelli medi nazionali". L'assessore ha comunque evidenziato l'intenzione della Regione "di remunerare comunque il lavoro svolto dalle strutture fino al completamento del riordino del settore". E' stato poi il direttore generale Crupi a richiamare gli orientamenti dell'assessorato in materia di riordino del settore della residenzialità, che riguarda figure particolari come anziani, disabili e disabili mentali, indicando l'obiettivo della riclassificazione delle strutture attualmente esistenti "in coerenza con il livello di intensità assistenziale erogato e con il reale fabbisogno assistenziale dei cittadini". Con questa impostazione, come è evidenziato nel verbale che é stato sottoscritto, hanno concordato "tutti i presenti". La struttura regionale si è quindi impegnata a predisporre un documento/proposta che regolamenti il settore "accogliendo le istanze più volte rappresentate e secondo criteri di appropriatezza assistenziale da ufficializzare, condividere e sottoscrivere entro e non oltre il 15 giugno prossimo". Dal canto loro i rappresentanti delle associazioni hanno riassunto le loro richieste in sei punti: un intervento presso le aziende sanitarie per la corresponsione delle somme previste dalla delibera di Giunta regionale 331 del 2006; l' estensione dei benefici previsti dalla stessa delibera al periodo gennaio/settembre 2003; sollecitare alle Aziende sanitarie il rispetto dei tempi di remunerazione delle prestazioni rese; la proroga dei termini di adeguamento del requisito organizzativo richiesto dalla delibera 332 del 2006 "compatibilmente con i tempi fissati"; chiarire quali debbano essere i criteri di remunerazione delle prestazioni di riabilitazione ai sensi della delibera 332; adeguamento delle tariffe vigenti, "sulla base degli incrementi contrattualmente previsti per il personale dipendente, relativamente al periodo intercorrente fino alla definizione del nuovo sistema di gestione del settore". Crupi, per quanto riguarda le aziende sanitarie, ha assicurato "tempestivi interventi" in ordine alle richieste delle associazioni. In merito ai termini di adeguamento, il direttore generale ha dato mandato agli uffici di predisporre un provvedimento dirigenziale "per la reiterazione del termine di scadenza ed al fine di fornire i chiarimenti richiesti in ordine ai criteri di remunerazione delle prestazioni di riabilitazione". In merito alla richiesta di adeguamento delle tariffe vigenti, Crupi ha chiesto che la problematica "venga affrontata contestualmente alla definizione del nuovo sistema tariffario"

Accordo integrativo regionale con i medici pediatri

21/04 Adeguamento organizzativo; continuità dell' assistenza; appropriatezza prescrittiva; attività di prevenzione: sono i quattro i punti cardine del nuovo accordo integrativo regionale dei medici specialisti pediatri di libera scelta firmato dall' assessorato regionale alla Salute con i sindacati di categoria ad integrazione di quanto indicato nell' accordo collettivo nazionale. "Si tratta - ha sostenuto l' assessore Doris Lo Moro - di una nuova tappa importante, che segue altri accordi, come quello con i medici di medicina generale e quello, ancora più recente, per i medici delle ex guardie mediche, finalizzato a rendere più efficienti i servizi offerti dal sistema sanitario sul territorio valorizzando la figura del medico". Per quanto riguarda l' aspetto organizzativo, l' assessorato evidenzia, in una nota, che "gran parte dell' impegno economico dell' accordo è destinato all' implementazione delle forme associative secondo le indicazioni della programmazione sanitaria nazionale e regionale. Attualmente circa il 50% dei pediatri lavora in gruppo o in associazione, a seconda delle diverse realtà locali. Il nuovo accordo - prosegue la nota - prevede che a regime tale percentuale arriverà all' 85%. E' previsto, inoltre, il collegamento in rete degli studi dei pediatri associati tra di loro ed anche con le strutture distrettuali ed aziendali. Viene anche incentivato l' utilizzo del collaboratore di studio, sempre nell' ottica di una migliore organizzazione degli ambulatori pediatrici che permetta di elevare la qualità del servizio e la quantità delle prestazioni erogate. L' esecuzione negli ambulatori dei pediatri di alcune prestazioni aggiuntive, oltre a favorire la rapidità diagnostica contribuirà a migliorare gli standard di appropriatezza prescrittiva e, conseguentemente, alla qualità dell'assistenza ed al contenimento della spesa sanitaria". "Nel complesso - prosegue la nota - questi adeguamenti organizzativi hanno l' obiettivo di consentire alla pediatria di libera scelta di dare nel territorio una risposta appropriata alla maggior parte dei bisogni di salute del bambino e dell' adolescente, riservando all' ospedale il ruolo proprio per le situazioni che richiedono ricovero". Per quanto attiene alla continuità assistenziale l' assessorato fa rilevare che "il miglioramento è conseguente all' ottimizzazione della presenza del pediatra di libera scelta durante le ore diurne attraverso la diffusione delle forme associative". L' accordo prevede, inoltre, "un ampliamento dell' orario di apertura coordinata degli ambulatori che può arrivare fino a quattro ore aggiuntive rispetto alle cinque ore già previste dall'accordo nazionale. In ogni ambulatorio dovrà essere esposta la carta dei servizi contenente le informazioni sul corretto utilizzo dei servizi compresi quelli aggiuntivi offerti dalla forma associativa di appartenenza e gli orari di apertura di tutti gli ambulatori dell'associazione". Sempre secondo l' assessorato, "l' aspetto più innovativo dell' accordo è rappresentato dal progetto sull' appropriatezza prescrittiva che si pone l' obiettivo di una razionalizzazione della spesa sia farmaceutica, che specialistica e per ricoveri e che, oltre alla costruzione del budget di spesa, si basa sulla sperimentazione di linee guida diagnostico-terapeutiche utili a raccordare le scelte cliniche quotidiane dei pediatri con le raccomandazioni scientifiche esistenti, indirizzandole verso la 'buona pratica clinica'. In relazione alle patologie di maggior impatto assistenziale, economico e sociale, l' accordo individua già alcune di queste linee guida da adottare a livello aziendale, mentre altre potranno essere introdotte da parte della Commissione Regionale per l' appropriatezza prescrittiva o dalle Asl stesse". Rispetto al tema della prevenzione, l' assessorato evidenzia che "l' attività del pediatra di famiglia nell' ambito della prevenzione si esplica prevalentemente con l' attuazione del progetto salute infanzia, costituito da piani di visite filtro, definite 'bilanci di salute', importanti per l' individuazione precoce dei soggetti affetti da handicap neuro sensoriali e psichici e l' attuazione di interventi di educazione sanitaria nei confronti dei propri assistiti rispetto ai rischi prevalenti per l' età evolutiva. Rispetto all' accordo precedente - rileva l' assessorato - il progetto è implementato con altri due bilanci di salute, rispettivamente in epoca neonatale, al momento della presa in carico del neonato, ed un altro in epoca adolescenziale con la consegna della cartella clinica per un passaggio condiviso al medico di medicina generale. Sono, pertanto, dieci i bilanci di salute da effettuare in tutta l' età pediatrica ed a tutti i bambini residenti in Calabria, con l' aggiunta di uno screening uditivo entro l' anno ed uno screening visivo entro i tre anni". "L' attività dei pediatri sulle vaccinazioni - prosegue la nota - è indirizzata soprattutto alla riuscita del piano regionale per l' eradicazione del morbillo e della rosolia congenita, ai recuperi vaccinali ed alla promozione delle nuove vaccinazioni. Partendo dall' ottima esperienza del progetto vaccinazioni contenuto nel precedente Ar, con il nuovo accordo si vogliono creare i presupposti per portare la nostra regione ai livelli più alti di copertura vaccinale, annullando il divario che ancora esiste con le altre regioni. L' attività di prevenzione è completata dal progetto sullo screening e la prevenzione dell' obesità avviato dal Settore prevenzione del Dipartimento tutela della salute, con la partecipazione attiva dei pediatri già prevista da questo stesso accordo regionale". "L' incremento economico previsto dall' accordo - si afferma ancora nel comunicato - è destinato soprattutto all' implementazione del lavoro in forma associata, al miglioramento degli standard di prestazioni erogate presso gli ambulatori dei medici, riducendo il ricorso alle cure di secondo livello, allo sviluppo della continuità dell' assistenza, all' utilizzo del collaboratore di studio. Il progetto sull' appropriatezza prescrittiva, l' attività di informazione sull' utilizzo dei servizi, il bilancio di salute di salute in età adolescenziale con la compilazione della scheda sanitaria per il medico di medicina generale e la partecipazione al progetto sulla prevenzione dell'obesità infantile, sono finanziati con la quota regionale, rientrante nel fondo sanitario, destinata agli incrementi contrattuali previsti dall' accordo collettivo nazionale". Nella nota dell'assessorato si evidenzia inoltre che il progetto relativo all' appropriatezza prescrittiva, "nel rapporto costo/benefici assume un valore strategico di fondamentale importanza, in quanto se opportunamente implementato, produce vantaggi rilevanti in termini di contenimento della spesa sanitaria. L' ampliamento dell' orario di apertura degli ambulatori, le attività di prevenzione (progetto salute infanzia, vaccinazioni) ed il maggiore coinvolgimento dei pediatri nell' assistenza ai soggetti con patologia cronica al fine di facilitarne la deospedalizzazione e di spostare nel territorio quando possibile la cura di questi pazienti, sono finanziati - conclude la nota - mediante una riallocazione delle risorse già destinate dal precedente accordo regionale".

Serrata ambulatori: corteo e sit-in a Catanzaro

12/04 Un corteo con sit-in davanti alla sede dell' Assessorato regionale alla Salute si terra' domani, a Catanzaro, nell' ambito della vertenza aperta dall' associazione delle strutture ambulatoriali private accreditate (Anisap) contro l' applicazione del tariffario ''Bindi'' che prevede l' abbattimento del 51% dei costi della prestazioni specialistiche. La decisione, riferisce un comunicato dell' Anisap - e' stata assunta dal direttivo regionale dell' associazione. ''Con questa ulteriore forma di protesta - afferma il presidente regionale dell' Anisap, Edoardo Macino - vogliamo far comprendere che non ci fermeremo fino a quando l' assessore Lo Moro non riprendera' in esame le nostre obiezioni in merito all'applicazione del 'Bindi''. Intanto, sempre da domani, - e' scritto in un comunicato dell' associazione - a Cosenza si fermeranno la Tac e la Risonanza magnetica della struttura ''Biocontrol''. Uno stop che accentuera' i gia' enormi disagi che la popolazione del capoluogo bruzio sta affrontando a causa della serrata di laboratori e poliambulatori privati. I partecipanti al corteo si ritroveranno in piazzale Fiorentino nella zona nord della citta' per poi percorrere via Paglia, piazza Martiri Ungheresi, via Greco, viale Pio X e via M. Greco, fino ad arrivare in via Buccarelli per il sit-in che si svolgera' davanti all' assessorato alla Salute.

A Rende il Patto contro il dolore “Parlaconlui”

12/04 Oncologi, farmacisti e capisala dei centri oncologici della provincia di Cosenza e di Crotone hanno stretto un patto contro il dolore nell' ultima fase della vita del paziente oncologico. L' intesa è stata sancita in occasione del corso di formazione "ParlaconLui" sul tema "Dalla terapia del dolore da cancro alla presa in carico del paziente sofferente: un approccio alla complessità". "Coloro che soffrono del dolore da cancro - è scritto in un comunicato degli organizzatori - devono essere informati, ascoltati, 'creduti' e liberi di scegliere e di decidere, accedendo alla terapia del dolore con un' assistenza qualificata e continua e tali diritti devono essere riaffermati in una conferenza annuale dei servizi oncologici da tenersi nella propria Azienda sanitaria od ospedaliera". L' incontro è stato ideato e gestito da Salvatore Palazzo, Direttore della Unità operativa complessa di Oncologia medica dell' ospedale Mariano Santo di Cosenza con il supporto di Grunhental spa. "Molte volte - afferma Palazzo - manca una formazione di base degli operatori sanitari sull' approccio al dolore. Solo il team, confrontando gli ultimi dati italiani con quelli degli Stati Uniti inerenti all' atteggiamento degli operatori sanitari nei confronti dei pazienti sofferenti, può riuscire nell'intento di un cura globale per il dolore totale che spesso viene trascurato".

Campagna di educazione cardiovascolare per i detenuti calabresi

10/04 I circa 1.500 detenuti nelle carceri calabresi necessitano di prevenzione cardiovascolare. E pensando a loro l' Associazione nazionale medici cardiologi ospedalieri (Anmco) ha promosso la prima campagna nazionale di prevenzione ed educazione cardiovascolare negli istituti penitenziari. In Calabria la fase pilota del progetto partirà venerdì prossimo con una giornata di incontri e corsi tenuti dai cardiologi ospedalieri nella Casa circondariale di Catanzaro. Ogni anno, è scritto in una nota, numerosi detenuti muoiono in carcere e alcuni di questi decessi sono dovuti a cause cardiovascolari, ad esempio un arresto cardiaco. "Avere stime precise - ha sostenuto Antonio Butera, presidente regionale dell' Anmco e direttore dell' Unità operativa di cardiologia con Utic di Lamezia Terme - è molto difficile, ma tutte le Unità di terapia intensiva coronarica possono raccontare di aver assistito un detenuto colpito da infarto. La popolazione carceraria è peculiare per il suo rapido mutamento e negli ultimi dieci anni ha visto accrescersi la percentuale di migranti rispetto alla popolazione italiana generale". "In carcere - ha aggiunto Butera - convivono diverse etnie e culture, per questo risulta difficile stimare il rischio cardiovascolare dei detenuti. Negli istituti di pena è arduo correggere lo stile di vita: l' attività fisica non è incoraggiata, la dieta può non essere adeguata, il fumo è diffusissimo. Se a questo aggiungiamo i fattori di rischio individuali, come l' ipertensione arteriosa, le dislipidemie, o il diabete, il carico di stress che i detenuti sostengono ogni giorno e il fatto che in molti casi si tratta di soggetti che provengono da un forte disagio sociale con una condotta di vita disastrata, si comprende quanto sia opportuno intervenire con un progetto educativo per la salute del cuore dei carcerati". L' iniziativa dell' Anmco prevede una stretta collaborazione fra i cardiologi dell' Associazione, l' Amministrazione penitenziaria, i sanitari e il personale che operano nelle carceri. Scopo della campagna è fornire ai detenuti elementi e supporto per prevenire e curare le malattie cardiovascolari ed addestrare il personale di polizia penitenziaria alla gestione delle emergenze cardiovascolari. "La giornata - ha riferito Eliseo Ciccone, coordinatore regionale dell' iniziativa e direttore Suem 118 centrale operativa di Catanzaro - sarà scandita da due momenti distinti. Al mattino, dalle 10 alle 13, i cardiologi tratteranno i temi relativi ai fattori di rischio cardiocircolatorio e illustreranno le manovre di primo soccorso spiegando come attivare il sistema di emergenza in modo corretto. All' incontro parteciperanno i detenuti e il personale di polizia penitenziaria; seguirà una tavola rotonda cui prenderanno parte anche personalità del Ministero della Giustizia, esperti della sanità e associazioni di tutela. Nel pomeriggio istruttori Anmco terranno corsi teorico-pratici di gestione dell' emergenza e uso dei defibrillatori per il personale di polizia penitenziaria che, dopo una valutazione finale, otterrà un certificato di qualificazione". Nei penitenziari i defibrillatori sono già presenti: estendere il più possibile la capacità di utilizzarlo risulta decisivo per ridurre il numero di decessi nelle carceri.

Perplessità della CISL sulla riorganizzazione della sanità cosentina

27/03 "La sanità cosentina sembra essere arrivata ad un punto si svolta e sulla scorta delle linee guida emanate dalla Regione potrebbe essere pesantemente coinvolta in un processo di riorganizzazione che, a giudizio della Cisl cosentina, desta non poche perplessità". A sostenerlo, in una dichiarazione congiunta, sono il segretario generale dell' Ust-Cisl Cosenza, Paolo Tramonti, ed il segretario generale della Fps-Cisl, Ugo De Rose. "I tanti casi che si sono succeduti - proseguono i sindacalisti - culminati con la chiusura del presidio ospedaliero di Rogliano (parallelamente alle tante situazioni di crisi esistenti nel privato), diventano emblematici per capire le difficoltà che si incontrano nel gestire un adeguato e realistico processo di riorganizzazione e non possono far riflettere sul fatto che è ormai diventato necessario e non più rinviabile ripensare un nuovo modello di assistenza sanitaria. Questa convinzione, determinata peraltro dal comportamento della politica che per anni è stata incapace di gestire i processi di cambiamento fino al punto da lasciare quasi inapplicati anche i tanti provvedimenti legislativi emanati, non può però indurre ad assumere iniziative senza tenere conto delle realtà esistenti". Il Coordinamento provinciale sanità della Cisl, riunitosi per un esame di questi problemi "ha discusso sulle linee di indirizzo per il riordino dell' organizzazione e delle attività sanitarie emanate dalla Regione partendo da un' analisi dell' attuale assetto organizzativo. Gli elementi che si ritengono essenziali per condividere qualsiasi tipo di percorso volto alla definizione di un nuovo modello organizzativo - secondo la Cisl di Cosenza - non possono che essere rappresentati dalla garanzia dei servizi ai cittadini, da un equilibrio finanziario del sistema e dal mantenimento dei livelli occupazionali esistenti. Alla luce di questi elementi non può sottacersi la forte preoccupazione che la nostra provincia venga coinvolta in un' operazione di ristrutturazione che potrebbe comportare sacrifici probabilmente più pesanti di quelli che potevano essere realisticamente immaginati in un primo momento". "La Cisl - affermano Tramonti e De Rose - ritiene pertanto che ogni processo debba essere realizzato per fasi graduali e che l' implementazione dei servizi territoriali e distrettuali finalizzati ad un diverso modello di assistenza possa e debba avvenire, parallelamente alla riduzione, con la riconversione e la rimodulazione della rete ospedaliera. Infine la Cisl esprime parere favorevole sull' opportunità che nell' area urbana di Cosenza venga progettato e realizzato un nuovo moderno ospedale finalizzato ad un più efficace modello di assistenza ospedaliera, anche in considerazione dell' ampio bacino di utenza costituito"

"MisuriAmoci", screening della Croce Rossa nelle piazze calabresi

23/03 Saranno 55 in Calabria sabato 24 e domenica 25 marzo le postazioni della Croce rossa italiana nelle quali si potranno effettuare, nell' ambito dell' iniziativa "MisuriAmoci", screening gratuiti per obesità addominale, la pressione arteriosa, l'indice di massa corporea e la misurazione dei trigliceridi. La campagna mirata alla prevenzione della sindrome metabolica é promossa dalla Cri in collaborazione con la Società italiana di medicina generale (Simg), la Federfarma e con il patrocinio del ministero della Salute e dell' Associazione medici diabetologi. "L' obiettivo dell' iniziativa - è scritto in un comunicato - è quello di controllare lo stato di salute e prevenire tre patologie che caratterizzano la sindrome metabolica: obesità, ipertensione e diabete. Ai cittadini verrà consegnato un opuscolo informativo e un metro personalizzato per misurare il proprio girovita. Se dallo screening dovessero emergere 'spie' di sindrome metabolica, i medici e i farmacisti presenti nella postazione formuleranno subito una diagnosi che verrà inoltrata al medico di famiglia. Prevenzione e diagnosi precoce sono infatti ritenute armi imprescindibili per combattere questa patologia".

Istituito un centro regionale di riferimento per la tubercolosi

22/03 E' stato istituito in seno al Dipartimento per la Tutela della salute della Regione il centro regionale di riferimento per il controllo della tubercolosi che si occuperà di predisporre le misure necessarie ai fini della prevenzione della malattia. A darne notizia è l' assessore Doris Lo Moro, in vista del Tb Day, la giornata di sensibilizzazione istituita per sabato 24 marzo con lo scopo di sensibilizzare l' opinione pubblica verso una malattia che ogni anno provoca quasi 9 milioni di casi e 2 milioni di decessi in tutto il mondo. "Questa malattia - sostiene l' assessore Lo Moro in una nota - è tornata ad essere un pericolo. Non siamo certo in una situazione d' allarme, ma è importante attrezzarsi e noi lo stiamo facendo. E' necessario muoversi in via preventiva per non essere impreparati, in attesa che la ricerca scientifica si sviluppi al fine di contrastare i nuovi ceppi, resistenti ai farmaci. Il servizio sanitario non può sottovalutare i rischi connessi ai fenomeni migratori dai Paesi poveri, dove la malattia è molto diffusa, verso quelli più ricchi, dove la scomparsa quasi totale del problema ha determinato negli ultimi anni un decadimento delle misure sanitarie di controllo, o, ancora, alla diffusione di patologie più recenti, come l' Aids, che favoriscono la diffusione della Tbc". "La Giunta regionale, su proposta dell' assessore Lo Moro - é scritto in un comunicato dell' assessorato - ha quindi varato, nel corso di una delle ultime sedute, la delibera di attuazione del piano di prevenzione e sorveglianza della tubercolosi, attivato dal Centro nazionale per la prevenzione ed il controllo delle malattie del ministero della Salute. Obiettivi specifici del provvedimento della Giunta sono la realizzazione del dispensario funzionale delle aziende sanitarie della regione; la riduzione significativa dei casi non computabili per assenza o mancata trasmissione dell' informazione anche attraverso la notifica da parte dei laboratori degli esami indicativi di tubercolosi; il contenimento del trattamento dell' abbandono per cause non cliniche, conferendo maggiore importanza al trattamento sotto diretta sorveglianza specie per gli extracomunitari; consentire il maggior numero possibile di guarigioni; la sorveglianza alla multiresistenza". "Il centro di riferimento istituito con la delibera, pertanto, attuerà - è scritto ancora nel comunicato - la sorveglianza epidemiologica, la diagnosi precoce con trattamento adeguato e tempestivo, il corretto monitoraggio dell' esito del trattamento, la prevenzione attraverso screening sui gruppi a rischio, terapie preventive, vaccinazione, informazione sanitaria. Il centro regionale di riferimento dovrà inoltre elaborare le linee guida tecnico-scientifiche ed organizzative ed attivare corsi di formazione sulla Tbc per operatori socio-sanitari"

Riapre il reparto di Medicina Generale a Rogliano

20/03 Al termine di una serie di lavori di sistemazione sono stati riaperti stamani i nuovi ambienti del reparto di Medicina Generale del Presidio 'Santa Barbara' di Rogliano. Arredati con suppellettili moderne e conformi alle esigenze ospedaliere, i nuovi ambienti sanitari includono dieci posti letto, che consentono al Reparto di garantire complessive trentadue degenze (28 + 4 di day hospital). Alla riapertura ufficiale della nuova corsia del nosocomio hanno partecipato il sindaco Giuseppe Gallo, il direttore generale dell'Azienda ospedaliera di Cosenza, Cesare Pelaia, ed il primario di Reparto, Franco Russo. Presenti, tra gli altri, il vice sindaco Giovanni Altomare, gli assessori Mario Altomare (Sanità) e Fernando Sicilia (Servizi sociali), il direttore sanitario dell'Azienda ospedaliera di Cosenza, Osvaldo Perfetti, dirigenti medici, infermieri e personale amministrativo. Alla cerimonia è intervenuto anche il cappellano dell'Ospedale, don Santo Borrelli, che ha benedetto le diverse stanze della nuova ala. "Finalmente - ha detto il sindaco - dopo alcuni anni il presidio ospedaliero completa la dotazione dei posti della Medicina Generale. Dotazione che rende lo stesso Santa Barbara ancora più produttivo sia dal punto di vista dell'assistenza medica, che da quello della ricettività. Anche la riattivazione delle Sale Operatorie consente di poter parlare di un rilancio effettivo delle attività chirurgiche alla luce della presenza del nuovo primario facente funzione che verrà nominato nelle prossime ore. Adesso però si tratta di vigilare affinché venga rispettato il cronoprogramma sui lavori in corso, che permetteranno di raggiungere gli obiettivi fissati nell'Atto Aziendale". Soddisfazione per l'apertura della nuova area del Reparto di Medicina Generale del Presidio Ospedaliero della valle del Savuto, è stata espressa dal vice sindaco Giovanni Altomare, e dagli assessori Mario Altomare e Fernando Sicilia.

Castagna (UIL) “Le riforme della sanità vanno condivise e non subite”

19/03 Le riforme che "si intendono mettere in campo nel settore della sanità è indubbio che sono eccessivamente rigorose; tuttavia, se necessarie, debbono essere condivise e non subite". A sostenerlo è il segretario generale della Uil Calabria, Roberto Castagna, che ha rivolto un invito all' assessorato regionale alla Salute, ai medici di famiglia ed agli informatori scientifici "a realizzare una intesa capace di superare un braccio di ferro inutile e dannoso". "L' assessore Lo Moro - ha aggiunto Castagna - sa quanto è importante il lavoro dei medici di famiglia e, pertanto, i provvedimenti che si intendono adottare più che punitivi debbono puntare ad abbassare i costi senza ridurre la qualità della prestazione che si deve offrire. In Calabria sono state spese risorse ingenti sul versante informatico senza approdare ad uno straccio di sistema capace di mettere in rete la Regione con i medici". "Basterebbe obbligare tutti i medici - ha sostenuto il segretario della Uil - all' uso del pc con programmi uniformi sul territorio collegati ad un server regionale, gestito da tecnici capaci, e relativamente alla professionalità in Calabria ne abbiamo in abbondanza, per avere: controllo della spesa farmaceutica; controllo della spesa per accertamenti e analisi di laboratorio; studi epidemiologici; studi di incidenza e prevalenza di patologie; collegamento tra ospedali; collegamento con il distretto delle As per gli specialisti ambulatoriali; pianificazione della spesa regionale per i farmaci particolarmente costosi che potrebbero essere acquistati direttamente dalla farmacia interna. Inoltre, si potrebbe organizzare, su base volontaria, i medici in una attività distrettuale negli orari extra studio in modo da permettere ai cittadini un accesso più ampio che limiterebbe i ricorsi ai pronto soccorsi e scoraggerebbe l'accesso ai ricoveri; organizzare il prontuario nazionale in modo da produrre una diminuzione dei prezzi dei farmaci pena la esclusione dal prontuario e, quindi, dalla prescrivibilità; aumentare l' orario degli studi con incentivi a quei medici che erogano prestazioni di particolare impegno professionale aumentando la qualità della prestazione; limitare i ricoveri nelle case di cura private secondo linee guide concordate a livello regionale; potenziare ed incentivare l' assistenza domiciliare per i pazienti terminali, oncologici con l' istituzione di equipe, gestita dai medici di famiglia". "Se venisse dato un supporto di infermieri e personale specializzato - ha proseguito Castagna - sarebbe possibile effettuare prelievi domiciliari, esami strumentali, terapie particolarmente impegnative che eviterebbero ricoveri costosi e inutili, darebbero la possibilità al paziente di rimanere a casa, tra i propri affetti e tutto ciò potrebbe realizzarsi a costo zero; rivisitare il massimale dei medici di famiglia, a fronte dei nuovi compiti; Istituire dei veri poli ospedalieri di eccellenza, trasformando i restanti ospedali in country hospital e day hospital prevedendo anche l' accesso ai medici di famiglia". "n questi mesi - ha sostenuto astagna - è indubbio che l' azione dell' assessore Lo Moro ha prodotto, a torto o a ragione, una situazione incandescente. E' arrivato, però, il momento di tirare le somme dei contrasti che si sono venuti a creare e scegliere la strada di un confronto senza pregiudizi con la categoria dei medici, degli informatori scientifici, delle istituzioni locali e delle organizzazioni aziendali e sociali alfine di trovare, anche all' interno del Piano sanitario, gli elementi di equilibrio di una strategia che abbia al centro l' ammalato e le condizioni necessarie per offrire una sanità la cui qualità sia equivalente all'ammontare delle risorse che si mettono in campo. Tutto ciò, però, richiede tanta, anzi tantissima, umiltà da parte di tutti"

Gallo “Il risanamento dei bilanci della sanità non pesi sui servizi ai disabili”

16/03 Vincenzo Gallo, genitore di un ragazzo disabile, interviene con una nota per sollecitare maggiore attenzione dopo la soppressione o riduzione di servizi pubblici per le persone con gravi patologie, in seguito alle necessità di risanare i conti della pubblica amministrazione. "Tra queste decisioni - afferma Gallo che è stato assessore alla disabilità del Comune di Cosenza - c' è quella recente di sopprimere il servizio di trasporto per la stragrande maggioranza delle persone dializzate da parte dell' Asl 4, che si aggiunge alla proposta regionale di tagliare i posti letto nelle strutture sanitarie anche nell' area di Cosenza. D' altra parte è da ricordare che il Commissario prefettizio aveva già deciso lo scorso anno di ridurre l' offerta del servizio taxi per persone con disabilità nel Comune di Cosenza. Mi risulta, infatti, che il servizio non è più disponibile nelle ore serali e nei giorni festivi, pur essendo stati ottenuti dalla precedente amministrazione comunale finanziamenti pubblici per acquistare tre nuovi mezzi accessibili a tutti". "Mi rendo conto della difficoltà - prosegue Gallo - in cui si trovano ad operare gli amministratori pubblici, costretti a fronteggiare situazioni di bilancio difficilissime e ad attuare, loro malgrado, normative nazionali ed europee che penalizzano gli enti locali e che costringono a prendere decisioni a volte impopolari. Si è molto discusso negli ultimi mesi sull' eutanasia, sul diritto alla vita e alla salute e da più parti é stata sottolineata la necessità di aumentare il sostegno alle persone con gravi patologie e disabilità. Mi auguro, pertanto, - conclude Gallo - che con le maggiori risorse disponibili per le casse dello Stato si possano prendere decisioni coerenti con questo obiettivo e che si possano mantenere e potenziare servizi essenziali per cittadini in stato di disagio estremo"

La Regione investe 24 milioni per la radioterapia oncologica

15/03 Potenziare, in una prima fase, le unità di radioterapia esistenti, ammodernandone le apparecchiature, se possibile, o sostituendo i sistemi di trattamento obsoleti con tecnologie più moderne; prevedere, in una seconda fase, un nuovo sito periferico di radioterapia, satellite di un centro di riferimento già esistente; attivare un unico centro regionale di ipertermia oncologica da localizzare in un centro di radioterapia: sono gli obiettivi stabiliti nel "progetto per il potenziamento della radioterapia oncologica" recentemente approvato dalla Giunta regionale su proposta dell' assessore alla Salute, Doris Lo Moro. Il piano, predisposto dai rappresentanti regionali dell' Associazione italiana di radioterapia oncologica (Airo) e dell' Associazione italiana di fisica medica (Aifm), prevede un investimento di 24 milioni di euro. "In Calabria - è scritto in un comunicato dell' assessorato - l' attivazione di unità operative di radioterapia oncologica é avvenuta tra il 1997 ed il 1998 ed ha consentito di colmare una lacuna presente nell' ambito sanitario calabrese. Dal 1997, data di apertura dei reparti di Catanzaro, Cosenza e Reggio, ad oggi, non sono stati, tuttavia, effettuati investimenti significativi per potenziare e modernizzare le apparecchiature disponibili. Ne è derivato un divario tecnologico tra le radioterapie ospedaliere di riferimento del Centro-Nord e quelle calabresi. Questo ha determinato una nuova migrazione sanitaria o un trattamento non adeguato ai più recenti protocolli di cura". "Ringrazio - ha affermato l' assessore Lo Moro - le società scientifiche che mi hanno messo in condizione di presentare il progetto, che è coerente con gli orientamenti nazionali voluti dal ministro Livia Turco. Dotare di nuove tecnologie i centri di radioterapia ospedalieri della Calabria, nel cui ambito operano professionalità considerevoli è indispensabile. Lo chiedono i pazienti e lo prevedono i nuovi protocolli di cura. I centri di radioterapia, in Calabria, garantiscono un servizio già soddisfacente, ma vogliamo elevarne il livello, anche alla luce dei progressi tecnologici, sotto l' aspetto qualitativo e quantitativo, e questo progetto si propone un forte potenziamento dell' offerta". Secondo Doris Lo Moro "l' incremento del numero delle apparecchiature, da distribuire razionalmente sul territorio regionale, favorirà una riduzione notevole dei disagi e dei tempi di attesa, con la prospettiva di ricondurli a standard ottimali. La tipologia delle nuove attrezzature richieste, inoltre, consentirà di eseguire i trattamenti più avanzati, riportando a livelli fisiologici la mobilità extraregionale".

Campagna della Croce Rossa contro il soprappeso in Calabria

13/03 "Misuriamoci: chi si ama ci segua": è questo lo slogan della campagna, in programma in Calabria il 24 e 25 marzo, promossa dalla Croce rossa con il patrocinio del Ministero della Salute e dell' Associazione medici diabetologi, per spiegare che cos' è la sindrome metabolica (Sm), patologia ancora poco conosciuta che aumenta considerevolmente il rischio di malattie cardiovascolari, prima causa di morte per malattia nel nostro Paese. Il progetto, realizzato dalla Croce rossa in collaborazione con la Simg (Società italiana di medicina generale), Federfarma (Federazione nazionale delle farmacie private) e con il supporto di Takeda Italia Farmaceutici e di FederFarma.Co Pacini, Hospital Pharma Service Spa e Pacini Editore, intende informare sulle principali cause della sindrome metabolica - media o grave obesità, pressione arteriosa elevata, aumento dei grassi e degli zuccheri nel sangue - e, al contempo, effettuare screening di controllo gratuiti in 53 postazioni Cri della Calabria. In queste postazioni, gli operatori della Cri e i medici della Simg saranno a disposizione dei cittadini per un controllo del proprio stato di salute. Tutti i maggiorenni che si presenteranno a digiuno da almeno tre ore potranno effettuare l'auto-misurazione della glicemia, della colesterolemia, della trigliceridemia, oltre ad ottenere la valutazione dell' Indice di massa corporea (Imc), la misurazione del peso, dell' altezza e del girovita da parte degli operatori della Croce Rossa: fattori primari utili per diagnosticare una condizione di "rischio sindrome metabolica". A tutti i partecipanti verrà consegnato un gadget: un metro per un controllo del proprio girovita con indicati i valori "limite" per l'uomo (102 cm) e per la donna (88 cm). In Calabria, è scritto in una nota, le persone adulte obese sono circa il 9,7% e quelle in sovrappeso il 37,3%, mentre i bambini e gli adolescenti obesi o in sovrappeso (età compresa tra i 6 e i 17 anni) risultano essere il 27,2 %. "Imparare ad alimentarsi in modo corretto e praticare una moderata attività fisica, significa - è scritto nella nota - riuscire a contrastare sovrappeso ed obesità combattendo il principale fattore scatenante di questa grave, e in parte ancora sconosciuta, malattia. Per fare ciò risulta fondamentale il ruolo svolto dalla prevenzione: molti studi recenti mostrano infatti che la sindrome metabolica può rimanere silente per oltre 10 anni prima di venire diagnosticata".

In Calabria il Forum nazionale Salute Mentale

13/03 Il Forum Salute Mentale ha scelto di svolgere la sua prossima Assemblea Nazionale in Calabria ed in particolare nelle città di Paola e Di Serra D'Aiello. Il tema del quinto forum nazionale della salute mentale sarà 'Se non ora quando? Liberi dal bisogno. Forti nei diritti'. I lavori si svolgeranno giovedì e venerdì nell'auditorium del Complesso Sant'Agostino, attuale sede del Comune di Paola, e sabato nell'Istituto di Serra d'Aiello.

Il Mariano Santo quarto centro oncologico in Italia

09/03 Il primario del reparto di Oncologia dell'ospedale Mariano Santo di Cosenza, Salvatore Palazzo, ha avuto un incontro stamattina con una delegazione del Tribunale dei diritti del malato di Teramo in relazione all'attribuzione del certificato di eccellenza assegnato alla struttura. "L'incontro, chiesto dal Tdm - è detto in un comunicato - si è sviluppato in modo interattivo con il personale medico per spiegare il percorso verso l'accreditamento all'eccellenza. Grazie a questo riconoscimento l'ospedale Mariano Santo di Cosenza è al primo posto in Calabria ed è quarto in Italia". All'incontro erano presenti, fra gli altri, il direttore sanitario dell'ospedale, Osvaldo Perfetti; la dottoressa Monica Loizzo, responsabile del Servizio qualità ed accreditamento, ed il dott. Rosalbino Biamonte, responsabile Qualità e del servizio Salute della donna. Perfetti si è soffermato sul concetto di percorso di qualità e sul divario tra mondo clinico e mondo politico che è "espressione della cittadinanza che va a rilento e che non ci segue. Ci deve essere una cultura della qualità che deve appartenere a tutti, non solo al direttore generale". Salvatore Palazzo ha sottolineato l'importanza del team e non del singolo sottolineando il ruolo del coinvolgimento, della partecipazione, dell'integrazione e del coordinamento. "E' importante - ha detto Palazzo - avere la capacità di combinare le conoscenza, le abilità e i comportamenti. Bisogna avviare una politica di comunicazione con il pubblico, migliorarla e prevedere anche il coinvolgimento delle associazioni di volontariato del settore. Questo certificato d'eccellenza è un riconoscimento che serve a garantire alle persone malate un riferimento, ovvero una struttura di alta qualità. La cittadinanza deve pretendere una sanità non autoreferenziale".

La CISL chiede una riforma della sanità

09/03 La Calabria ha bisogno di una nuova politica sociale a partire da un serio ed urgente processo di riforma della sanità. Questo è quanto è emerso nel corso di un dibattito promosso dalla Cisl sulle Linee di indirizzo per il riordino dell' organizzazione delle attività sanitarie, durante il quale il sindacato ha rilanciato l' invito alla Giunta regionale di "mettere in campo, con quello che sarà poi il nuovo progetto di Piano sanitario, concrete azioni mirate a migliorare la qualità dei servizi socio-sanitari-assistenziali per dare risposte soprattutto alle fasce più deboli". La riunione, presieduta dal segretario generale della Cisl calabrese, Luigi Sbarra, e da Raffalele Blandino, della segreteria regionale, ha visto la partecipazione delle strutture confederali provinciali e delle federazioni regionali della Fps, della Cisl Medici, Università, dei Pensionati, Fisascat. "Un moderno sistema di servizi socio-sanitari - è scritto in una nota della Cisl - richiede una capacità alta di governo della politica che assicuri a tutti il migliore accesso ai servizi necessari e la piena fruizione dei livelli essenziali di assistenza, evitando di scaricare sui cittadini compartecipazioni aggiuntive, rispetto a una tassazione locale già abbastanza gravosa e tra le più alte del Paese. Se poi si pensa a quella che è la situazione della regione in termini di qualità del servizio, comprendiamo quanta insofferenza vi è da in tema di ticket e di addizionali, sovrimposta regionale Irpef all' 1,40%, bollo auto salatissimo". "E' necessario - prosegue la nota - che il perseguimento dell' equilibrio economico del sistema avvenga scoprendo e mandando via chi concorre ad aumentare il deficit della sanità attraverso i numerosi sprechi più volte denunciati, evitando che gli interessi dei produttori di cure e servizi facciano crescere i consumi, con conseguente aggravio di costi per prestazioni non appropriate. Bisogna investire sul rinnovamento professionale e tecnologico, sulle infrastrutture, innovando e valorizzando maggiormente i presidi ospedalieri pubblici, avendo il coraggio di migliorare il collegamento in rete delle specialità e dei soggetti, siano essi privati o pubblici, razionalizzando ciò che è superfluo e ripetitivo, rendendo poco efficaci le attività di cura. Occorre potenziare la medicina di territorio e la prevenzione che riducono la pressione esercitata sugli ospedali e sui pronti soccorso, sviluppando i presidi territoriali, garantendo continuità assistenziale, allargando la funzionalità e le presenze dei medici di base". "Come Cisl - afferma il sindacato - ribadiamo la richiesta di un sistema sociale e sanitario equo e solidale che garantisce il diritto di cittadinanza attraverso i Lea e i Leas, assicurando i livelli essenziali e universali dalla prevenzione alla cura, alla riabilitazione, all' assistenza, facendo agire insieme i distretti sanitari, le reti ospedaliere e i centri di eccellenza. L' approvazione delle Linee di indirizzo per il riordino dell' organizzazione e delle attività sanitarie da parte della Giunta rappresentano solo il primo passo, seppur importante, dell' auspicata rimodulazione dell' offerta socio-sanitaria, che dovrà concretizzarsi nel nuovo Piano sanitario regionale, con una serie di 'progetti e azioni di sistema'. Solo così si potrà incidere sul Servizio sanitario, con l'obiettivo di rispondere alle emergenze e carenze croniche: non autosufficienza, dipendenze, salute degli immigrati, politica del farmaco, riduzione delle liste di attesa". "In questa direzione - afferma la Cisl - guardiamo con interesse ad un raccordo organico con il piano sanitario nazionale 2006/2008 e i contenuti della Conferenza Stato Regioni del 28 marzo 2006, essenziale per capire come dovrà sintonizzarsi la sanità calabrese per il rinnovamento del servizio-sociosanitario, mirato a superare le difficoltà che purtroppo registriamo nel quotidiano, sottolineando alcuni condizionamenti: autoreferenzialità clientelare del sistema; preoccupazione di attivare modificazioni organizzative e strutturali nella logica della cultura del campanile; utilizzo del sistema per dare risposte al sottobosco politico-clientelare". "Per questo - prosegue la nota - chiediamo con forza alla Giunta, al suo presidente, all'assessore responsabile delle politiche sociosanitarie di tenere alto il confronto con le forze sociali, le amministrazioni locali, le rappresentanze dei diversi soggetti che operano ed erogano servizi, con l' insieme delle forze politiche, perché è tempo di rinnovare questo settore attraverso un progetto compiuto che risponda pienamente ai bisogni dell' utenza, nell' idea fondamentale di un welfare universale. La pratica della concertazione, in una situazione così delicata e complessa, serve non solo per approfondire le vaste problematiche socio-sanitarie, ma anche per pervenire a scelte condivise nell'ambito di una proposta complessiva di 'sistema' che concretizza un reale processo di riforma".

Il reparto di Oncologia del Mariano Santo con il certificato di eccellenza

08/03 Il collegio italiano dei primari oncologi Medici ospedalieri ha rilasciato il certificato di eccellenza per il reparto di Oncologia dell'ospedale 'Mariano Santo' di Cosenza, diretto dal primario Salvatore Palazzo. A tal proposito una delegazione del Tribunale per i Diritti del Malato di Teramo visiterà domani il reparto Oncologico dell'ospedale 'Mariano Santo' per ricevere un contributo al progetto di una nuova organizzazione del servizio oncologico della loro Azienda sanitaria e per prendere visione della realtà cosentina così da poter raggiungere risultati analoghi.

Corsi di formazione per operatore socio sanitario a Rossano

08/03 Sono iniziati, a Rossano, i corsi di formazione per operatore socio sanitario (Oss) dell' Azienda sanitaria. I partecipanti saranno 114. Il corso prevede l'attivazione di quattro sezioni, una per ogni ambito distrettuale. Sono previste mille ore di formazione, delle quali 450 per la teoria e 550 per la pratica. Ogni sezione prevede una media di 25 partecipanti. Le lezioni si terranno a Rossano, Corigliano, Cariati e Trebisacce. "Il corso di formazione - ha detto il direttore generale, Giuseppe Carbone - consentirà a molti soggetti che, negli anni addietro, hanno svolto, anche occasionalmente, senza specifica qualifica alcune mansioni di assistenza di base nei reparti di diventare Oss, nuova figura abilitata dalla Regione ad intervenire nel campo socio-sanitario.

L’8 marzo giornata del rene con visite gratuite in tutti gli ospedali calabresi

06/03 "Le malattie renali sono molto comuni e non riguardano, come qualcuno potrebbe ritenere, solo un numero ristretto di persone". Lo ha detto Carmine Zoccali, presidente della Società italiana di nefrologia presentando la Giornata Mondiale del Rene che il prossimo 8 marzo vedrà coinvolte le aziende ospedaliere e sanitarie calabresi. La "Giornata", che prevede una mobilitazione con l'allestimento di spazi informativi e visite gratuite per il controllo dell'aterosclerosi, dell'ipertensione arteriosa e del diabete, è promossa dalla Fondazione italiana del rene e dalla Società italiana di nefrologia. In alcune strutture, come l'azienda sanitaria di Catanzaro, le persone cui saranno rilevati livelli suscettibili di ulteriori accertamenti verranno seguite dalle equipe anche successivamente. Alla manifestazione di presentazione dell'iniziativa, che si é svolta nella sede dell'Assessorato regionale alla Salute, hanno partecipato l'assessore Doris Lo Moro, il nuovo direttore generale dell'Assessorato, Domenico Crupi, alla sua prima uscita nel nuovo incarico, il presidente della Società regionale di Nefrologia Giuseppe Enia, numerosi dirigenti generali delle aziende sanitarie e ospedaliere della regione. "Lo sforzo che stiamo facendo per quanto concerne l'elaborazione del piano sanitario - ha detto l'assessore Lo Moro - ci sta portando proprio a discutere per cercare di capire le esigenze dei territori e mettere in rete un sistema sanitario adeguato. In questo senso è essenziale il contributo delle società scientifiche". Il presidente della Sin, Zoccali, dirigente dell'Unità operativa di nefrologia dialisi degli Ospedali riuniti di Reggio, con l'ausilio di grafici e tabelle, ha fornito un quadro dell'incidenza della patologia renale su scala nazionale anche in relazione alla crescita esponenziale che si è registrata negli ultimi decenni. "L'emergenza vera cui dobbiamo fare fronte - ha detto Zoccali - non è rappresentata né dall'Aids né dall'aviaria. A preoccupare sono le patologie cerebrovascolari e l'insufficienza renale, la quale rappresenta un'epidemia silente e ignorata. In Italia, ma la Calabria non fa purtroppo eccezione, ancora oggi sono scarse conoscenze epidemiologiche come dimostra il fatto che l'Istat, nel suo ultimo rapporto sulla salute degli italiani, ha ignorato questa patologia". "Con la 'Giornata del Rene' - ha concluso Zoccali - ci si sforza di colmare questo deficit con messaggi veloci e immediati"
"L'ultimo rapporto Istat sulla salute degli italiani, tra le patologie prese in considerazione, non ha menzionato l'insufficienza renale che sarà pure silente ma purtroppo è molto comune". Lo ha detto Carmine Zoccali, presidente della Società italiana di Nefrologia (Sin), incontrando i giornalisti a Catanzaro per la presentazione della Giornata mondiale del Rene che si svolgerà l'8 marzo prossimo. "Proprio per segnalare questa assenza - ha aggiunto Zoccali - ho scritto una lettera all'istituto nazionale di statistica segnalando la necessità di mettere in evidenza l'importanza della patologia". La Giornata mondiale del Rene prevede l'apertura dei reparti di nefrologia delle strutture ospedaliere aderenti per l'effettuazione di visite gratuite e screening nefrologici
"Non mi impressiono perché ci sono dissensi ed anzi sono fortemente motivata a discutere sul territorio con la politica, con i sindacati e anche con i cittadini, se possibile, le sorti della nostra sanità". Lo ha detto l' assessore regionale alla Salute, Doris Lo Moro, a margine della conferenza stampa di presentazione della Giornata mondiale del rene che si svolgerà anche in Calabria l'8 marzo, rispondendo ad una domanda sui tagli agli ospedali calabresi. "Nella sanità, così come nella politica, - ha aggiunto Lo Moro - non bisogna essere supponenti perché c'é bisogno di collegialità e coralità. Quello che mi anima è che alla fine di questa lunga accorata, partecipata discussione dobbiamo arrivare alle decisioni. Non basta più fare operazioni di denuncia. La politica in questo caso ha un'occasione unica perché siamo alle porte di una riforma. Anche i cittadini, in questo momento, dovrebbero essere protagonisti non solo per lamentarsi ma per pretendere e, soprattutto, per dare fiducia a chi questo processo sta cercando di interpretare".

Critiche alla Regione dai medici gastroenterologi

02/03 "Apprendiamo, sbigottiti, che, la Giunta Regionale ha stabilito che la spesa giornaliera della terapia con farmaci inibitori di pompa protonica (Ipp) non deve superare il costo di 0,90 euro, che corrisponde a quello di una singola compressa di un preciso farmaco Ipp generico". E' quanto affermano, in una lettera inviata al presidente della Regione Agazio Loiero e all'assessore alla Salute, Doris Lo Moro, il presidente della società di gastroenterologia, Francesco Luzza, il presidente dei gastroenterologi ospedalieri, Ferdinando Polimeni e il presidente della società di endoscopia digestiva, Paolo Califano. "Ricordiamo che i pazienti che necessitano di tali farmaci - prosegue la lettera - sono quelli con patologia cosiddetta acido-correlata: malattia da reflusso gastro-esofageo con o senza esofagite, ulcera gastrica e duodenale, infezione da Helicobacter pylori, gastriti da farmaci. Comprendiamo l'improcrastinabile priorità degli organi regionali di razionalizzare la spesa per la salute pubblica, ma sentiamo il dovere, in qualità di specialisti che operano in Calabria e di rappresentanti delle società scientifiche gastroenterologiche, di dissentire fermamente da quanto stabilito. Infatti, la letteratura scientifica internazionale dimostra inequivocabilmente che esistono rilevanti differenze farmacologiche e farmacodinamiche tra i singoli farmaci Ipp: alcuni hanno una maggiore rapidità di azione rispetto ad altri, minore incidenza di effetti avversi in alcune categorie di pazienti per interferenza con altre categorie di farmaci, diverso metabolismo epatico che si traduce in una differente utilizzazione nei pazienti con compromissione funzionale epatica, influenza negativa sulla motilità gastrica che si traduce in controindicazione in pazienti con associati disordini motori gastrici, minore variabilità individuale di risposta farmacodinamica e clinica. Per i responsabili regionali delle società scientifiche grastroenterologiche "risulta anche chiara l'inefficacia e l'inefficienza della nota della delibera regionale che prevede eccezioni per giustificare una diversa scelta terapeutica rispetto a quella stabilita. Infatti, tali eccezioni, tenendo conto dei dati della letteratura, rappresentano la regola, costituendo circa il 70% dei casi. La documentazione scientifica a supporto di quanto esposto potrà essere fornita all'assessorato in qualsiasi momento. Il cittadino calabrese, già sottoposto ad un carico fiscale superiore rispetto a quello di quasi tutte le altre regioni italiane, è, ancora una volta, discriminato negativamente da questa delibera ingiusta e ingiustificabile"

L’influenza colpirà 15.000 calabresi in questa settimana

26/02 Circa 15 mila persone, sui due milioni di abitanti della Calabria, questa settimana saranno a letto con l'influenza, con una crescita di circa 3.000 contagiati rispetto alla settimana precedente. Il dato, della rete di sorveglianza Influnet, emerge in un comunicato nel quale si annuncia il via ad una campagna informativa sull'influenza stagionale nata dalla collaborazione tra Simg (Società Italiana Medicina Generale), Simit (Società Italiana Malattie Infettive e Tropicali) e Agr-Rcs Broadcast. "Temperature fuori stagione - è scritto nella nota - continuano a caratterizzare il clima di un'Italia che attraversa un inverno 'di nome' ma non 'di fatto'. Ma, come previsto, in questo weekend è arrivato il maltempo, con piogge e umidità elevata". "L'evaporazione del sottile velo d'umidità che, in queste condizioni, si deposita sulle parti più esposte del nostro corpo - spiega il metereologo, col. Mario Giuliacci - sottrae calore alla pelle cosicché la temperatura corporea tende ad abbassarsi, fino a sconfinare, nei soggetti più meteosensibili, in sensazioni di freddo, nonostante le temperature restino 1-2 gradi sopra la media del periodo. Una situazione, questa, che può aggravare i disturbi dell'influenza, che proprio in questo periodo dell'anno sta raggiungendo la massima virulenza". Per affrontare al meglio la malattia, Simg, Simit e Agr-Rcs hanno dato vita alla campagna informativa "Passa l'influenza". "L'obiettivo - afferma il presidente della Simg, Claudio Cricelli - è quello di sensibilizzare i cittadini a rivolgersi al medico ai primi sintomi della malattia e a non sottovalutare l'importanza dei rischi collegati alle possibili complicanze, e il giusto approccio alla cura". Tra le varie iniziative della campagna www.passalinfluenza.it, il sito da oggi a disposizione di tutti coloro che desiderano avere accesso ad informazioni sull'influenza stagionale. Nel sito "Dottor I", il medico dell'influenza, fornisce consigli e raccomandazioni, e risponde via e-mail, in modo personalizzato, a richieste e curiosità dei navigatori.

Lamonica (CISL) “La politica esca del sistema di gestione sanitario”

19/02 "I fatti drammatici accaduti di recente hanno svelato fino in fondo lo stato di vera e propria emergenza che attraversa la sanità calabrese. Il sistema pubblico rischia di collassare per effetto dei suoi mali strutturali e di una profonda crisi di fiducia che si è determinata nel rapporto tra servizi e cittadini, tra operatori ed opinione pubblica". Il segretario generale della Cgil della Calabria, Vera Lamonica, in una lunga nota, fa riferimento alle problematiche del settore sanitario ed illustra le sue proposte per risolverle. "Vengono oramai al pettine - sostiene - i nodi irrisolti, rivelando un sistema segnato da scarsa qualità, scarsa efficienza, strutture fatiscenti, tecnologie obsolete, che produce, e non certo da oggi, un tasso elevatissimo di emigrazione sanitaria. In più, dalla relazione sull'Asl di Locri in poi, si è compreso che, non solo in quell'area, esso é pesantemente infiltrato dalla criminalità organizzata e, comunque, occupato da forme varie di malaffare, di clientelismo, di speculazioni. Segnato dunque dall'illegalità, rispetto alla quale da sempre i Governi regionali hanno voltato la testa da un'altra parte quando non sono stati conniventi, anche perché, da sempre, la politica è stata interessata più a gestire che a programmare, più a occupare posizioni di potere che a garantire buona amministrazione e servizi efficaci. L'effetto è che per i cittadini calabresi il diritto alla salute non è concretamente esigibile e che quegli operatori, e sono la maggior parte, che svolgono con competenza e dedizione il proprio lavoro, vivono una condizione di disagio e di rabbia. La risposta a tutto questo - aggiunge Vera Lamonica - non può che essere alta e netta. Nessuno può illudersi che, passate le attenzioni mediatiche, si torni ad una gestione grigia ed ordinaria o che basti qualche iniziativa parziale tesa a tamponare l'emergenza ma che lasci nella sostanza tutto com'é. Serve invece una riforma profonda che incida sull'assetto complessivo del sistema ed abbia in mente un modello non ospedalocentrico, appropriato nelle prestazioni, centrato sul cittadino, orientato alla qualità, economicamente sostenibile e capace di valorizzare la sua più grande risorsa che è il lavoro dei suoi operatori, aperto a forme incisive di controllo sociale". Secondo Vera Lamonica, "la riforma inizia da due precondizioni: la scelta della programmazione come metodo normale di governo, perché solo una buona programmazione regionale può garantire che si guardi al sistema in maniera unitaria, e un necessario passo indietro della politica dalla gestione: le Aziende vanno affidate a manager capaci ed autonomi, i primari vanno scelti perché migliori e non perché fidati, i dirigenti vanno giudicati sulla base dei risultati che producono. Le linee-guida approvate dalla Giunta regionale contengono un approccio interessante e soprattutto dichiarano la volontà di affrontare le questioni più spinose anche se impopolari. Il problema è che sono appunto linee-guida e che, quindi, per essere efficaci, vanno trasformate nel Piano sanitario vero e proprio che, a questo punto, è necessario che sia elaborato al più presto, anche con un processo ampio e partecipato che coinvolga tutte le forze sociali ed i territori, ai quali va reso chiaro e credibile che la necessaria riconversione di strutture ospedaliere non dovrà significare privare le popolazioni dei servizi sanitari, ma differenziarli e potenziarli sul territorio. Tutte le polemiche che prendono un solo punto del problema e non guardano ai dati complessivi, ma che soprattutto propongono alla fine solo la salvaguardia dell'esistente, non aiutano una discussione pacata e di merito, e non fanno che aiutare i vari campanili e i vari equilibri di potere esistenti". Il segretario generale della Cgil elenca poi una serie di "aspetti essenziali delle decisioni da assumere: la definizione immediata della Centrale unica degli acquisti, accompagnata anche da un'Autority per la vigilanza, in grado di sottrarre le Aziende ai condizionamenti e di razionalizzare e rendere trasparenti ogni tipo di appalti e forniture; la piena utilizzazione delle risorse per gli investimenti dell'ex art.20, come potenziate dalla Finanziaria nazionale 2007; un progetto di ricomposizione e di riqualificazione del lavoro che punti sulla formazione del personale e la contrattazione dell'organizzazione del lavoro per combattere le liste d'attesa; la piena applicazione dei Livelli essenziali di assistenza; una rete ospedaliera con almeno un ospedale superattrezzato per ogni territorio; l'integrazione socio-sanitaria come nuova cifra della presa in carico del paziente e nuova risposta ai grandi problemi sociali della solitudine di fronte alla malattia; le riconversioni e le razionalizzazioni, che devono riguardare non solo il pubblico, ma anche il privato accreditato che soffre degli stessi mali di ripetitività dell'offerta e di ridondanza della spesa". Il segretario generale della Cgil chiede, infine, a Cisl e Uil di "valutare la possibilità di un grande momento regionale che porti i lavoratori ed i pensionati a sottolineare le priorità del sindacato ed a farle pesare sul tavolo del confronto che si apre con la Giunta regionale"

AIOP: “Nuove iniziative sulla regione per le case di cura”

05/02 I sindacati dei dipendenti delle case di cura private del cosentino non daranno luogo "ad ulteriori sviluppi dello stato di agitazione, che rimane, in attesa delle risultanze delle nuove iniziative che si assumeranno nei confronti della Regione". Lo rende noto, in un comunicato, l'Aiop (Associazione italiana ospedalità privata) della Calabria dopo un incontro nella Prefettura di Cosenzaal quale hanno partecipato i sindacati ed il presidente dell'Aiop. Al centro dell'incontro i problemi finanziari e gestionali delle case di cura del comprensorio di Cosenza. "Sono mesi ormai - è scritto nella nota - che il personale delle case di cura protesta per i ritardi nel pagamento delle retribuzioni, chiamando in causa i titolari delle case di cura, come diretti interlocutori, ma soprattutto l'Azienda sanitaria cosentina e gli uffici regionali, del tutto indifferenti alle richieste dei lavoratori considerato che, pur se sollecitati, ripetutamente ed autorevolmente, a partecipare agli incontri in Prefettura non hanno nemmeno avuto la sensibilità istituzionale di giustificare la loro assenza". "Da tempo l'Aiop, col presidente nazionale Enzo Paolini - prosegue la nota - insiste per una ristrutturazione generale degli uffici dell'assessorato regionale della Sanità ritenuti responsabili, per inadeguatezza ed incapacità professionale, delle molte disfunzioni organizzative che penalizzano il servizio sanitario regionale e di cui il ritardo nei pagamenti é soltanto un aspetto. All'incontro è intervenuto anche il direttore generale dell'Azienda sanitaria di Cosenza che ha fornito le cifre degli ultimi trasferimenti di risorse dalla Regione all'Azienda per il pagamento dei crediti vantati dalle case di cura, il quale ha dovuto riconoscere le difficoltà delle case di cura ad affrontare le scadenze mensili per via dei ritardi degli uffici regionali". "Da parte dell'Aiop - afferma l'Associazione - è stata illustrata alle rappresentanze sindacali, al di là dei ritardi nei pagamenti, la gravità dei tagli praticati dalla Regione, ormai prossimi al 30%, sul volume delle prestazioni con pesanti ripercussioni sulla gestione delle strutture. Una diminuzione dell'attività di tale portata non può avere come conseguenza che una riduzione del personale e cioé perdita di posti di lavoro. L'Aiop ha inoltre fatto rilevare come, nell'assegnazione dei fondi da parte della Regione, la provincia di Cosenza, la più popolosa e la più estesa per territorio, riceva minori risorse rispetto alle altre province". "Da parte del rappresentante della Cgil - conclude la nota - si è dato atto alle case di cura delle responsabilità della Regione nel ritardo dei pagamenti, trovando punti di contatto con le posizioni dell'Aiop, non rinunciando tuttavia a denunciare atteggiamenti antisindacali in alcune strutture".

Colpito da ictus uomo salvato con trombolisi in ambulanza a Vibo

01/02 Un ottantenne, G.R., di Vibo Valentia, e' stato salvato grazie ad un intervento di trombolisi all' interno di un' ambulanza che lo stava trasferendo da Serra San Bruno, dove era stato sottoposto ad una Tac, a Vibo Valentia. ''Si tratta di un intervento - e' detto in un comunicato dell' Azienda sanitaria di Vibo Valentia - che non registra, secondo statistiche in materia, precedenti quanto meno in Italia''. L' uomo, colpito da emiparesi grave degli arti di destra con associati disturbi del linguaggio a seguito di ictus e destinato al reparto di neurologia, era stato portato in un altro ospedale per l' impossibilita' di essere sottoposto all' esame nel nosocomio di Vibo Valentia, dal momento che il macchinario e' in fase di collaudo. ''Tempestivamente informato dal proprio collaboratore e presa diretta contezza della gravita' ed urgenza della situazione - e' scritto nel comunicato - il primario ha organizzato l'immediato trasferimento del paziente per l'espletamento dell'esame avvalendosi della preziosa assistenza di un medico esperto. Assolta l'indagine e verificata la sussistenza di tutti gli elementi previsti dal protocollo, compreso il consenso informato, e' stata avviata gia' in ambulanza la procedura terapeutica. L'intervento e' avvenuto attraverso il continuo contatto telefonico con l'assistenza del paziente ed il monitoraggio di tutti i parametri previsti e non ultima l'attivazione di uno stand-by neurochirurgico. L'esito e' stato eccellente. Il paziente ha completamente recuperato ogni deficit''. Il direttore generale dell'Azienda sanitaria, Francesco Talarico, ha commentato l'intervento di trombolisi indicandolo come fatto positivo dopo la vicenda di Federica Monteleone, la sedicenne entrata in coma nel corso di un intervento di appendicite nell'ospedale di Vibo Valentia e morta dopo una settimana a Cosenza. ''L'intervento fatto oggi - ha affermato Talarico - contribuisce a risollevare gli animi ed a ripristinare il clima di fiducia che ha sempre caratterizzato l'attivita' ospedaliera''.

Proprietà benefiche del cedro di Diamante contro diabete e Alzheimer

30/01 Una ricerca scientifica sul cedro di Diamante condotta all'interno del dipartimento di scienze farmaceutiche dell'Università della Calabria ha prodotto risultati significativi nel trattamento di alcune patologie come il diabete ed il morbo di Alzheimer. A riferirlo è una nota dell'Università della Calabria secondo la quale i risultati della ricerca sono stati pubblicati sulla rivista internazionale Phytotherapy Research. Nella ricerca è stato evidenziato per la prima volta il potenziale antiossidante, dimostrando attraverso saggi in vitro, l'impiego nel trattamento di patologie quali il diabete e il morbo di Alzheimer. "Il gruppo di ricerca di Fitofarmacia del Dipartimento di Scienze farmaceutiche dell'Università della Calabria, diretto dal Prof. Francesco Menichini - è detto nella nota - è da sempre impegnato nella valutazione degli aspetti farmaceutici di specie vegetali endemiche calabresi attraverso la loro caratterizzazione fitochimica e biologica. La coltivazione del cedro è molto delicata e ha bisogno di un clima molto mite, d'acqua e di protezione dal freddo. Per questo motivo la Calabria è uno dei pochi posti al mondo in cui il cedro ha trovato un habitat ideale nella fascia che va da Tortora a Cetraro, sulla costa tirrenica, e in provincia di Reggio Calabria. Prospettive farmaceutiche hanno riguardato l'impiego di estratti di cedro nel trattamento di malattie neurodegenerative".

In Calabria tre morti al giorno per infarto

30/01 "Tre morti ogni giorno, 5.000 infarti ogni anno di cui solo 3.000 ospedalizzati nonostante la presenza nella regione di 17 unità di terapia intensiva cardiologica". Sono i dati relativi alla Calabria resi noti dall' associazione nazionale medici cardiologi ospedalieri (Anmco) che propone un collegamento, attraverso ambulanze medicalizzate in grado di effettuare un 'trasporto protetto', tra ospedali dotati di emodinamica interventistica e ospedali periferici. Il progetto dell' Anmco che presuppone la creazione di una sorta di "rete" sarà presentato venerdì a Gizzeria Lido nel corso di un incontro sul tema 'Rete Interospedaliera e Linee Guida per le Sindromi Coronariche Acute'' alla presenza dell' assessore regionale alla Salute Doris Lo Moro. "Appena il 60% delle persone colpite da infarto - afferma il presidente dei cardiologi ospedalieri, Antonio Butera - arriva in ospedale vivo e in tempo utile per essere sottoposto a un trattamento adeguato. Inoltre, dei 3.000 pazienti ricoverati ogni anno in Calabria per infarto, meno del 4% è sottoposto ad angioplastica primaria, una procedura in grado di riaprire correttamente le coronarie nel 90% dei casi e meno del 50% è sottoposto a trombolisi, trattamento farmacologico in grado di dissolvere il trombo se eseguito precocemente". In Calabria, spiega il presidente dell' Anmco, sono presenti sei servizi di emodinamica interventistica: tre a Catanzaro, uno a Reggio Calabria, uno a Cosenza, uno a Belvedere Marittima; nessuno di questi è in grado di eseguire angioplastica primaria 24 ore su 24. Il numero delle unità coronariche in grado di eseguire procedure interventistiche 'in sede', è quindi del tutto insufficiente. "In base alle indicazioni delle più recenti Linee guida sul trattamento dei pazienti con infarto acuto - prosegue Butera - ogni anno servirebbero in Calabria circa 1.500 angioplastiche primarie a fronte delle circa 120 eseguite. Mancano dunque all' appello almeno 1.300-1.400 interventi l'anno, tenuto conto che i pazienti che traggono benefici sicuri sono i casi più gravi e che rappresentano oltre il 50% di tutti i pazienti che si ricoverano per un quadro di infarto acuto. Quindi è soprattutto in questi casi che occorre intervenire per abbattere i tempi che precedono il ricovero in ospedale e rendere la terapia più efficace, ponendo una diagnosi corretta e provvedendo al trasporto nel centro cardiologico più attrezzato nel minor tempo possibile"

Bocciato dai sindaci AS 5 l’atto aziendale

29/01 "Era un piano iniquo e fumoso che non teneva conto delle reali esigenze del territorio che non poteva e non doveva essere ridimensionato, per cui la sua bocciatura era inevitabile. Non potevamo essere messi in ginocchio da progetti che pensavano di realizzare una sanità inutile, così per come era stata disegnata". Si pronuncia in questi termini il Sindaco di San Giovanni in Fiore, Antonio Nicoletti, in merito alla bocciatura dell'atto aziendale dell'A.S.L 5 presentato dal Direttore generale dell'azienda, Tomas Schael, e aggiunge: "La conferenza dei Sindaci dei Comuni ricadenti nel territorio dell'A.S.L 5 e il Sindaco di San Giovanni in Fiore, non hanno fatto altro che difendere gli interessi dei cittadini, muovendo delle doverose obiezioni al piano previsto da Schael. Le nostre valutazioni, del resto, sono state rafforzate dalla scelta della giunta regionale che ha espresso parere negativo all'atto aziendale. Non cantiamo vittoria , - precisa il Sindaco di San Giovanni in Fiore - prendiamo solo atto di ciò che è stato, consapevoli che per noi ora arriva la parte più difficile. Bisogna, infatti, programmare e farlo bene. Dobbiamo darci ora degli indirizzi, tenendo conto delle line dettate dalla Regione e dalla politica nazionale". Nell'ambito della programmazione sanitaria a San Giovanni in Fiore proprio in questi giorni in consiglio comunale si è discusso dell'idea di proporre alla Provincia di Cosenza il cambio della destinazione d'uso della nuova struttura del liceo scientifico realizzato in località Olivaro, per trasformarla in Residenza Sanitaria per Anziani. Per mettere in pratica questa proposta e verificarne la concretezza, il sindaco Nicoletti lancia l'idea di una commissione formata da rappresentanti di tutti i gruppi consiliari.. "Poiché la sanità appartiene a tutti ¿ sottolinea Nicoletti - tutti dobbiamo fare un passo indietro per dare un servizio ai cittadini, per creare occasioni di crescita e di sviluppo e per promuovere veri momenti di occupazione. Le strumentalizzazioni non pagano, i censori dalla lingua facile in merito a questo argomento devono operare un scelta di campo netta e sarebbe cosa buona abbassare i toni ed evitare inutili polemiche e scegliere, finalmente, di mettersi al servizio della città.. Abbiamo l'occasione di un impegno corale ¿ conclude Nicoletti - si tratta di realizzare in tempi brevi un' opera pubblica. La politica del sospetto non porta lontano e soprattutto serve solo a far perdere importanti appuntamenti occupazionali alla nostra città".

Tra eutanasia ed accanimento terapeutico, ecco l’ eubiosia

25/01 “Eutanasia, accanimento terapeutico, eubiosia” è stato il tema della coinvolgente conversazione che ieri sera il prof. Bruno Amantea, Direttore di Cattedra e della Scuola di Specializzazione di Anestesia e Rianimazione dell’Università Magna Grecia di Catanzaro, ha tenuto al Rotary Club Cosenza Nord, presieduto da Mariano Iocca.
Casi eclatanti e mediaticamente diffusi in tutto il mondo come quello di Terry Schiavo o di Piergiorgio Welby hanno riacceso i riflettori su di una problematica che ha interessato l’uomo fin dalla notte dei tempi, quella relativa alla opportunità, eticità, liceità della “buona morte”. Quesiti ai quali è difficile dare risposte perentorie, ma che ai medici pongono qualche problema in più, anche di carattere legale, in una nazione come l’Italia dove il dibattito pubblico è appena iniziato, a differenza di altri Paesi, quali Olanda, Svizzera o Cina, che si sono pronunciate da tempo. L’unico appiglio per i professionisti restano il Giuramento d’Ippocrate ed il codice deontologico, prodigo di norme che vanno in direzione della tutela della vita e della qualità di vita del malato.
Limite riconosciuto a questi imperativi è l’accanimento terapeutico, che impone al medico di fermarsi davanti ad interventi ormai non più proporzionati alla gravità del caso e inutili in quanto non passibili di portare benefici o di migliorare le condizioni del malato. Anche qui, però, i distinguo possono essere infiniti e creare gravi casi di coscienza.
Dunque, che fare? Il prof. Amantea ha riportato l’attenzione dell’uditorio sulla necessità di tenere sempre in primo piano la volontà del paziente, che deve essere innanzitutto accuratamente informato delle sue condizioni e messo in grado di autodeterminarsi. Perché questo sia possibile sempre, anche quando l’ammalato non è più in grado di capire o esprimere una volontà, molto utile sarebbe uno strumento legislativo. Bruno Amantea ha auspicato che il Parlamento proceda rapidamente al varo del testamento biologico, che avrebbe il duplice vantaggio di prendere atto preventivamente delle intenzioni del paziente, quando egli è nel pieno delle sue facoltà, e di mettere i medici, al momento del bisogno, in condizioni di lavorare in “scienza, coscienza e solitudine”.
Ma neppure il testamento biologico può autorizzare un uomo a togliere la vita ad un altro uomo. Secondo il prof. Amantea, il paziente ha il diritto di chiedere non di morire, ma di evitare la sofferenza.
Ecco, dunque, che si arriva al concetto di “eubiosia”: dare la “buona vita” piuttosto che la “buona morte” è la strada da perseguire con ogni forza e che induce il professor Amantea a chiedere il sostegno di tutti, cittadini ed istituzioni, per “dare voce a chi soffre e non ha adeguata assistenza”. L’Italia è purtroppo ancora indietro su questo terreno, quello delle strutture e delle leggi che possano consentire un uso appropriato di analgesici e sedativi. Ma non c’è un solo motivo razionale ed accettabile perché un paziente terminale debba essere lasciato in balìa di dolori fisici e psichici che ne menomano gravemente la qualità degli ultimi giorni di vita e gli fanno desiderare la morte. E’ da qui, dunque, che un serio dibattito deve ricominciare.

Rara forma di cardiopatia scoperta all’Annunziata. Solo 5 nel mondo

23/01 Una rara cardiopatia congenita in un neonato, finora descritta nella letteratura scientifica internazionale solo in cinque casi in tutto il mondo, è stata diagnosticata dall'unità operativa complessa di neonatologia dell'ospedale Annunziata di Cosenza, diretta dal dott. Gianfranco Scarpelli. "La cardiopatia diagnosticata - è scritto in una nota - è una variante rarissima della sindrome o pentalogia di Cantrell. La peculiarità del caso è consistita nell' associazione, alla già complessa malformazione cardiaca, di un diverticolo del ventricolo sinistro che raggiunge, attraverso la parete addominale anteriore, il moncone ombelicale". Grazie alla diagnosi precoce è stato possibile effettuare gli approfondimenti diagnostici necessari e mettere in atto le terapie finalizzate a ridurre i possibili esiti infausti. "L' elevata professionalità ed esperienza maturata e sviluppata in cardiologia pediatrica ed in ecografia neonatale dai professionisti dell' unità operativa di neonatologia - ha sostenuto il direttore generale dell'Azienda ospedaliera, Cesare Pelaia - hanno consentito di effettuare la diagnosi di una patologia così grave e così rara". "Il Dipartimento materno infantile, diretto dalla dottoressa Giovanna Riccipetitoni - ha proseguito Pelaia - rappresenta un centro di eccellenza di riferimento per tutta la regione ed anche per utenti provenienti da regioni limitrofe ed ha consentito quasi del tutto l'eliminazione del fenomeno migratorio, per le patologie infantili, che tanto ha pesato sulla nostra comunità non solo in termini di disagio economico".
"Il Dipartimento - ha sostenuto il direttore generale - si avvale della valida collaborazione delle unità operative di alta qualificazione presenti nella nostra Azienda, quali la radiologia e la neuroradiologia". "Sento di esprimere, quale direttore generale - ha concluso Pelaia - un sincero e vivo ringraziamento innanzitutto agli operatori della neonatologia, ma anche più complessivamente a quelli del Dipartimento alla cui competenza, preparazione e capacità unite ad una profonda umanità e disponibilità, sono da ascrivere tali risultati, con la ferma convinzione che tutti i dipendenti di questa Azienda sono in possesso delle qualità necessarie a consentire alla sanità locale di conseguire migliori traguardi. Queste competenze e capacità vanno supportate con i necessari finanziamenti atti a garantire gli essenziali adeguamenti strutturali e tecnologici"

Scoperto il gene dell’Alzheimer. Tra i ricercatori una dottoressa di Lamezia. I complimenti di Speranza

14/01 Un'equipe internazionale di ricercatori che comprende tre gruppi italiani ha scoperto un nuovo gene probabilmente coinvolto nella forma di Alzheimer più comune, quella non ereditaria che insorge quasi sempre dopo i 65 anni. La notizia è resa nota dalla rivista Nature Genetics che pubblica domani il lavoro coordinato da Peter George-Hyslop dell'Università di Toronto insieme alle Università di Firenze, con Sandro Sorbi, Lamezia Terme con Amalia Bruni, Torino con Lorenzo Pinessi e Innocenzo Rainero. Il gene, Sort1, produce una proteina che dirige il traffico cellulare di una molecola implicata nella malattia, la proteina beta-amiloide. Sebbene non sia ancora stata identificata una mutazione a carico di Sort1, spiega Rainero, lo studio su un vasto campione di individui, tra cui molti italiani, permette di legare con buona probabilità il gene alla malattia. Si può supporre che Sort1 sia il secondo importante fattore di rischio genetico dopo ApoE per l'Alzheimer più comune.
"Esprimo la mia soddisfazione per una notizia che ci riempie di orgoglio perché ancora una volta gli sforzi che si fanno a Lamezia trovano un riscontro nel campo scientifico internazionale". Lo ha detto il sindaco di Lamezia Terme, Gianni Speranza, commentando la scoperta nel settore della ricerca sull'Alzheimer fatta da un'equipe scientifica di cui fa parte Amalia Bruni, direttore del Centro regionale di Neurogenetica che ha sede proprio a Lamezia. "La ricercatrice Amalia Bruni - ha aggiunto Speranza - rappresenta un'energia positiva della nostra città che si è sempre contraddistinta nella ricerca medico-scientifica. Attenta e scrupolosa, Amalia Bruni ha ottenuto grandi risultati nello studio della malattia di Alzheimer. Attorno al Centro regionale di neurogenetica sono cresciuti un movimento ed un impegno nel volontariato sociale. Questo è il segnale che c'é una Lamezia positiva, una comunità che fa parlare di sé per le sue potenzialità, intelligenze e capacità".

Ass. Lo Moro “La massima attenzione sull’istituto Papa Giovanni”

12/01 "Verso il 'Papa Giovanni XXIII' non c' è mai stata, da parte delle istituzioni e della Regione in particolare, tanta attenzione come in questo periodo. Paradossalmente, se ne parla più oggi, mentre l' impegno è massimo, di quanto non se ne discutesse in tempi passati". E' quanto afferma l' assessore regionale alla Salute, Doris Lo Moro intervenendo sulla situazione dell' istituto di Serra d' Aiello che, nei giorni scorsi, era stato oggetto di un appello dell' arcivescovo di Cosenza-Bisignano, Salvatore Nunnari. "Monsignor Nunnari è una personalità autorevole ed un osservatore attento. Sulla gestione del Papa Giovanni - sostiene Lo Moro - è in corso un' inchiesta. Non spetta a me esprimere giudizi su situazioni che sono al vaglio della magistratura, ma il vescovo sa che la struttura non è stata amministrata in maniera corretta. Questa situazione si trascina da anni; io me ne occupo dall'agosto 2005. Gli ospiti del Papa Giovanni non sono stati comunque abbandonati. L' Azienda sanitaria di Paola si è fatta carico della vicenda in diversi modi. Per esempio, mettendo a disposizione dell' istituto una psichiatra di grande prestigio affinché i pazienti siano tenuti sotto osservazione". A parere dell' assessore regionale alla Salute "la soluzione definiva del problema passa per una rivisitazione radicale della 'mission' dell' istituto, che dovrà trasformarsi in struttura riabilitativa. Abbiamo affidato a 'Sviluppo Italia' l' elaborazione di uno studio di fattibilità che ci è stato consegnato alla fine di dicembre. Vogliamo introdurre una discontinuità amministrativa totale, che consenta in primo luogo di superare il problema dei debiti, che, va ricordato, sono stati accumulati da una fondazione privata, e che pertanto non possono essere ripianati da un ente pubblico". "Così com' è ora, del resto, il Papa Giovanni - conclude Lo Moro - nessuno è disposto a prenderlo. Vogliamo quindi creare un soggetto misto pubblico-privato che recuperi la struttura prendendosi cura dei pazienti a breve termine, in maniera alternativa rispetto al passato, e, a media scadenza, trasformi l' istituto in una struttura di riabilitazione"

Ass. Lo Moro “In Calabria situazione degli ospedali non preoccupante”

10/01 La situazione degli ospedali calabresi ''non e' complessivamente preoccupante'': a sostenerlo e' l' assessore regionale alla Tutela della Salute, Doris Lo Moro dopo le ispezioni dei Nas. ''In Calabria - afferma Lo Moro - c' e' tanta buona sanita'. Il giudizio negativo, emerso in riferimento al policlinico Umberto I di Roma, non puo' essere generalizzato ed esteso a tutto il Paese. Criticita' anche in Calabria non ne mancano. Ci sono situazioni da valutare con attenzione come quelle degli ospedali di Scilla, Melito Porto Salvo, Taurianova e per alcuni versi Cosenza. Considerato pero' che gli ospedali visitati dai Nas sono complessivamente una ventina, l' esito non e' preoccupante''. ''Attendiamo, comunque un resoconto del ministro - prosegue l' assessore Lo Moro - al fine di approntare un programma di interventi che comunque non deve essere legato alla contingenza dettata dalle denunce degli organi di informazione. Sta emergendo piu' buona che cattiva sanita'. Mi rendo conto che destano allarme piu' le negativita' di quanto non tranquillizzino le positivita'. E' pero' giusto che emergano anche queste ultime. A questo proposito - conclude l' assessore - e' giusto dire che i sopralluoghi hanno dato anche esiti soddisfacenti come nel caso del Policlinico Mater Domini, dell' Azienda Pugliese Ciaccio, dell' Ospedale di Lamezia Terme. Rispetto agli ultimi anni c' e' un netto miglioramento''.

Tumori e infarti le prime cause di morte

04/01 Le malattie cronico-degenerative (tumori e malattie cardiovascolari) rappresentano, come nel resto d'Italia e del mondo occidentale, le prime due cause di morte tra le persone residenti nell'area di competenza nell'Azienda sanitaria 7 di Catanzaro, costituendo, nel 2005, il 68,7% di tutte le morti nei maschi ed il 70,4% nelle femmine. Il dato emerge dall'analisi che la stessa Azienda realizza da alcuni anni. Nel 2004, al Servizio epidemiologico dell'As 7 diretto da Antonella Sutera Sardo, sede del Recam (Registro delle cause di mortalità), sono pervenute 2.074 schede di morte delle quali 1.056 (50,9%) di maschi e 1.018 (49,1%) di femmine; nel 2005 il totale è stato di 2.196 schede, di cui 1.134 (51,6 %) di maschi e 1.062 (48,4%) di femmine. "Il tasso di mortalità generale standardizzato, calcolato per l'anno 2005 - riferisce l'As 7 - è risultato 977,8, pertanto più elevato rispetto a quello calcolato nel 2004 (928,7). I tassi di mortalità specifici per gruppi di cause, nel periodo esaminato, risultano inferiori alle medie nazionali riferite all'anno 2002, fatta eccezione per le patologie dell'apparato digerente. I tumori, le malattie psichiatriche e del sistema nervoso e le malattie dell'apparato digerente, nell'As 7, risultano in eccesso rispetto ai valori calabresi". "Tra le patologie più frequentemente causa di morte nel sesso femminile - evidenzia la dottoressa Sutera Sardo nella sua analisi, pubblicata sul sito aziendale www.as7catanzaro.it - riscontriamo l'ipertensione essenziale, le malattie cerebrovascolari e il diabete; tra i tumori maligni femminili, quelli a carico della mammella causano il tasso di mortalità più elevato. Nel sesso maschile è più frequente il decesso per infarto miocardico acuto, per tumori maligni della trachea, dei bronchi e dei polmoni, per tumori dello stomaco e per tumori del colon-retto e ano". "Tra i giovani - prosegue - resta sempre elevata la mortalità per cause accidentali (tra cui gli incidenti stradali), specie a carico dei maschi, anche se rispetto alla precedente analisi (anni '99-01) la distanza tra i due sessi sembra essere meno evidente. Ancora una lieve prevalenza nel sesso maschile si riscontra nei decessi per tumori nella fascia d'età adulta, inversamente a quanto accade per le malattie del sistema circolatorio negli ultrasessantaquattrenni". Il confronto dei tassi standardizzati, afferma l'analisi dell'As 7, indica che nel 2005 la mortalità per tumori tra le donne (185,2) è stata inferiore a quella maschile (269,4); al contrario di quanto è accaduto per le patologie dell'apparato circolatorio (475,4 donne; 428,9 maschi). Nello stesso periodo, tra i maschi, la mortalità per tumore del polmone costituiva il 20,7% di tutte le morti per tumore, mentre tra le femmine la mortalità per tumore della mammella rappresentava il 19,4% del totale dei tumori. La mortalità per malattie dell'apparato circolatorio nei maschi dimostra un peso pressoché uguale delle due componenti principali: malattie ischemiche del cuore (11,4% del totale) e malattie cerebrovascolari (10,9%), al contrario delle femmine in cui le patologie cerebrovascolari rappresentano il 13,4% del totale, contro il 10,6% della malattie ischemiche del cuore. "La mortalità generale nell'As 7 - conclude l'analisi - non mostra tendenze alla riduzione nel tempo, come avviene nelle regioni del nord, i tassi standardizzati calcolati dal Servizio di Epidemiologia, dall'anno '97 in poi, hanno indicato valori crescenti in entrambi i sessi; fenomeno forse riconducibile al crescente numero degli anziani nella popolazione, ma questa e' solo una ipotesi".

Pierino Amato”Un impegno sul decreto per l’assunzione dei medici”

19/12 "E' ferma intenzione del presidente della Commissione sanità del Consiglio regionale, Pierino Amato, fare tutto quanto è suo potere per realizzare la legittima aspirazione di centinaia dei circa mille medici inseriti nella graduatoria di indoneità di recente pubblicazione ad essere assunti nelle Asl della regione". E' quanto è detto in una nota diffusa dopo l'incontro che il presidente Amato ha avuto con i vertici del Sindacato medici italiani (Smi, ex Cumi-Aiss). Nel corso dell' incontro il segretario regionale dello Smi, Carmine Dell'Isola, coadiuvato dal responsabile regionale della medicina generale Francesco Esposito, ha espresso le "preoccupazioni del sindacato per la mancata applicazione, da parte della aziende sanitarie, del decreto del direttore generale, dott. Faillace n.12611 del 6 ottobre scorso. Da una ricognizione effettuata dal sindacato presso le varie aziende sanitarie, al momento, il decreto risulta inapplicato. Unica eccezione l' Azienda sanitaria di Paola, che ha provveduto ad applicarlo anche se parzialmente". "Lo sconcerto maggiore - si sostiene ancora nel comunicato - nasce dal riscontro che non si è provveduto in nessuna Asl alla ricognizione dei posti, previsti in pianta organica e disponibili, per procedere all' assunzione dei circa 1000 medici inseriti nella graduatoria di idoneità. Dopo anni e anni di attesa non si riesce a dare stabilità e dignità lavorativa a centinaia di medici che operano nell' emergenza, nella medicina dei servizi e della continuità assistenziale. L' assessore Lo Moro e il direttore Faillace avevano dato ampie garanzie alle organizzazioni sindacali sulla puntuale applicazione del decreto 12611. Necessita a questo punto un autorevole intervento del presidente Amato per dare attuazione al decreto".

Sanità privata a Belvedere: protesta di parlamentari e consiglieri regionali

18/12 Parlamentari e consiglieri regionali si sono uniti ai sindaci dell'area di Belvedere Marittimo per protestare contro il mancato pagamento degli stipendi ai lavoratori del settore della sanita' privata. ''E' ingiustificabile - sostiene la senatrice Rosa Calipari - quanto sta accadendo a Belvedere Marittimo. Ognuno di noi e' chiamato ad onorare il ruolo che riveste in sede istituzionale e ad agire di conseguenza. Conosciamo bene la fattivita' e l' operosita' della sanita' privata belvederese, con la piena utilizzazione dei posti letto e la qualita' dei servizi che essa eroga da piu' lustri a concittadini che vengono qui a ricoverarsi da tutta la Calabria ed addirittura da altre regioni d'Italia''. Il consigliere regionale Mario Maiolo ha affermato che ''non possono piu' anticipare alcunche' ne' i titolari delle strutture ne' le banche, neanche per le cessioni dei crediti in quanto non sono stati rinnovati i contratti tra l'azienda sanitaria e le strutture accreditate. A tutto cio' bisogna aggiungere che sono in corso le verifiche da parte dell' As per il rinnovo dei certificati di accreditamento, scaduti da piu' anni''. ''E' tempo - ha detto il consigliere regionale Antonio Acri - di intervenire con forza, subito bisogna mettere le proprieta' nelle condizioni di pagare almeno uno stipendio e la tredicesima in uno stato democratico che si rispetti e che rispetta il lavoro ed i lavoratori. Non chiacchiere ma fatti! Gli operatori delle strutture private non devono essere considerati in alcun modo lavoratori di serie B, ma equamente trattati e considerati rispetto ai lavoratori delle strutture pubbliche; MI rendo conto che la situazione e' ormai divenuta insostenibile. La Regione non puo' in nessun modo far finta di non capire e di non sapere''. Il parlamentare Franco Laratta ha evidenziato che ''e' giunto il momento di richiamare pubblicamente quanti hanno le responsabilita' principali di questo stato di cose. L' Azienda Sanitaria e l' assessorato Regionale alla Sanita' non possono continuare a discriminare la sanita' pubblica da quella privata accreditata, ne' revocare atti e deliberazioni sottoscritti tra le parti in sedi istituzionali. E' giusto che chi lavora e produce deve essere ricompensato in maniera equa e puntuale; Con la consapevolezza che i direttori generali non possono arrogarsi il diritto di proporre contratti capestro ne' tagli che penalizzerebbero il diritto di libera scelta del cittadino''.

In Calabria tre morti al giorno per infarto

15/12 Ogni giorno tre calabresi muoiono per infarto del miocardio più di quanti ne muoiono per tumore. Il dato è stato fornito a Roma in occasione della presentazione del 67/mo congresso della Società italiana di cardiologia. In Calabria, secondo dati Istat, il 4,2% degli abitanti dichiara di soffrire di una malattia del cuore. E le malattie del sistema circolatorio in Calabria sono la prima causa di morte. Nel 2003 hanno causato 8.601 decessi dei quali 1.129 dovuti ad infarto del miocardio (vale a dire tre al giorno) e sono in aumento rispetto al 2001. Nella regione sono morte più donne per malattie cardiovascolari anche se è maggiore il numero dei decessi per infarto del miocardio negli uomini. In Calabria, il 45% degli uomini e il 41% delle donne è iperteso; il 15% degli uomini e il 14% delle donne, sempre in Calabria, è in una condizione a rischio per i valori della pressione. Valori preoccupanti per la colesterolemia: il 17% degli uomini e il 25% delle donne in Calabria ha valori alti di colesterolo e il 36% degli uomini e il 29% delle donne è addirittura in una situazione di rischio. Dalle statistiche emerge che il 41% degli uomini e il 76% delle donne in Calabria non svolge alcuna attività fisica durante il tempo libero; il 30% degli uomini fuma in media 17 sigarette al giorno, e il 16% delle donne ne fuma, in media al giorno, 13. Ma non solo. Il 23% degli uomini in Calabria è obeso, così come il 34% delle donne. A questo si aggiunge che il 6% degli uomini e l' 8% delle donne è diabetico mentre il 6% degli uomini e il 3% donne in Calabria è addirittura in una condizione di rischio. A incidere sono anche gli stili di vita malgrado il tasso di familiarità per le diverse malattie vascolari che è del 24% negli uomini e del 30% delle donne. "Il cuore - ha detto Maria Grazia Modena, presidente della Società italiana di cardiologia - può trasformarsi in un killer spietato. Ma ad armarlo e ad tirare il grilletto sono soprattutto stili di vita sbagliati, sempre più presenti anche in Calabria: fumo, obesità, ipertensione, colesterolo, sedentarietà"

Alla Calabria la maglia nera della spesa pubblica farmaceutica

11/12 Gli italiani si confermano farmaco-dipendenti, grandi consumatori di rimedi cardiovascolari e di medicine per i problemi gastrointestinali. L'identikit emerge dal rapporto Osmed (gennaio-settembre 2006) sull'utilizzo dei farmaci presentato oggi a Roma presso l'Istituto superiore di sanità. Nei primi nove mesi di quest'anno la spesa farmaceutica totale, pubblica e privata, per i farmaci erogati dalle farmacie è aumentato dello 0,4%. Il trend, quindi, si mantiene sui binari degli anni passati mentre la spesa pubblica lorda, in nove mesi, ha fatto rilevare un incremento del 3,3%, mentre quella privata una diminuzione del 5,8%. I costi a carico del Servizio Sanitario nazionale (SSN) hanno registrato un incremento dell'8,2% mentre lo sconto a carico delle farmacie e dell'industria è diminuito del bene 34,7%. Il rapporto Osmed mette, inoltre, in luce il fatto che per effetto dell'abolizione del ticket in alcune regioni la quota di compartecipazione si è ridotta del 22,8%. Tra i farmaci a carico del cittadino si evidenzia una netta flessione dell'acquisto privato degli erogabili a carico della SSN (- 28,3%) mentre si registra una diminuzione più contenuta della spesa per i farmaci di automedicazione. Il rapporto Osmed analizza, quindi, il comportamento delle singole regioni. Dall Alto Adige alla Sicilia: tutte hanno aumentato la spesa pubblica e la spesa totale. La maglia nera spetta alla Calabria (+ 15,4% della spesa netta). L'analisi dei determinanti della spesa mostra come in tutte le regioni vi sia stato un incremento delle quantità di prescritti. Calabria e Lazio rimangono le due regioni in cui questo strumento di contenimento della spesa viene meno utilizzato. In netto aumento le prescrizioni per i così detti equivalenti: la Puglia ha registrato l'incremento più elevato (+24,5% della spesa) mentre la Toscana si conferma prima.In questo settore fanalino di coda è la Campania. Analizzando i consumi per tipologia del farmaco emerge che i cardiovascolari continuano ad essere i più prescritti con una crescita sia in termini di spesa (+ 6,6%) che di quantità (+7,7%). Importanti aumenti si osservano anche per i farmaci gastrointestinali (+10%) e del sistema muscolo scheletrico (+6,1%). In netto calo di spesa, invece, gli antimicrobici (-8,0%), una variazione, questa, dovuta principalmente alla diminuzione dei prezzi. Per gli equivalenti, secondo il rapporto dell'Osmed, rispetto ai primi 9 mesi del 2005 l'uso è aumentato dell'8,5% in termini 'dosi definite die' (DDD) e dell'11,2% in termini di spesa. Su questo dato pesa il fatto che quest'anno hanno perso il brevetto diverse molecole e tutto ciò ha modificato sensibilmente lo scenario del settore. Fra le molecole l'associazione amoxicillina e acido clavulanico risulta essere il principio attivo equivalente con la maggior spesa in questo scorcio di 2006. Per quanto riguarda gli antidepressivi va notato il netto incremento dell'escitalopram (+ 25,6% delle DDD) rispetto al minor incremento nell'uso dei farmaci con brevetto scaduto di questa categoria (paroxetina, citalopram e sertalina). Infine tra i farmaci con nota si registra un aumento complessivo del 4% della spesa e del 10,7% delle quantità prescritte.

In Calabria famiglie a rischio povertà per la spesa sanitaria

07/12 Cure dentistiche, farmaci, visite specialistiche e cure per anziani e malati cronici: sono queste le spese capaci di mettere economicamente in ginocchio una famiglia. E il fenomeno è di dimensioni tali da essere segnalate con preoccupazione nel quarto rapporto del Ceis, il dentro di studi della facoltà economia di Tor Vergata. In tutto riguarda un milione e 200mila le famiglie italiane. A pagare di più di tasca propria sono i nuclei al cui interno ci sono anziani e le famiglie con 2 bambini. Una situazione che anche l'ultimo rapporto del Pit Salute di Cittadinanzattiva aveva evidenziato: un terzo delle chiamate arrivate all'associazione sono state proprio di famiglie che segnalavano difficoltà a pagare le cure e l'assistenza, tanto da essere costrette ad indebitarsi. Il 31%, secondo i dati di Cittadinanzattiva, ha acquistato farmaci, quasi il 13% materiale sanitario e uno su 4 ha sostenuto spese per avere l'assistenza di una badante. E le spese sostenute sono state di centinaia di euro a seconda dei casi. Gli ultimi dati 2004 dell'Istat dicono che 295.572 famiglie (pari a circa l'1,3% della popolazione) sono scese al di sotto della soglia di povertà a causa delle spese sanitarie sostenute. Mentre le famiglie soggette a spese catastrofiche, sempre per ragioni sanitarie, sono state 967.619 (pari al 4,2% della popolazione). Secondo i calcoli del Ceis, la presenza di un over 65 in famiglia aumenta di circa il 42% la probabilità di impoverimento; la presenza di due o più anziani raddoppia questo rischio. A incidere di più sono la spesa per farmaci e la specialistica, ma anche l'odontoiatria e le cure per i malati cronici care. Colpa dell'attuale regime di compartecipazione ed esenzioni che, secondo lo studio, non è ben tarato. Il meccanismo della quota fissa per ricetta (in coloro che non godono delle esenzione), pesa infatti sull'impoverimento nelle fasce più povere. Esiste infatti una unica soglia di reddito familiare, intorno a 36mila euro annui, che crea disparità fra chi è di poco sopra o sotto del tetto di reddito. Una iniquità che del resto anche il ministro della Salute Livia Turco aveva ammesso tanto da avere annunciato una riforma del sistema delle esenzioni. La distribuzione dei poveri è molto diversa da regione a regione: si va dal 3,4% in Emilia Romagna e dal 3,6% in Lombardia, fino al 27,6% in Basilicata e al 29, 6% in Sicilia. La palma della Regione con la minor presenza di 'impoveriti' va al Friuli Venezia Giulia con solo lo 0,3%. Fanalino di coda è la Calabria, dove la percentuale è del 2,6%. Nella classifica regionale delle famiglie che sostengono spese catastrofiche la minor incidenza si registra nuovamente in Friuli Venezia Giulia (1,9%) e la maggiore in Calabria (10,2%) Nella classifica di coloro che sono più a rischio impoverimento ci sono in testa le famiglie composte da un solo anziano o da nuclei dove ne è presente almeno uno con più di 65 anni (insieme rappresentano il 49,6% delle famiglie impoverite). Subito dopo si posizionano le coppie con 2 figli (15,6% delle famiglie impoverite), seguite dalle coppie con un figlio (8,8%) e da quelle con un solo genitore (7,4%). Fra le spese che hanno gravato con maggiore forza sulle famiglie con figli ci sono le cure odontoiatriche, per gli anziani i costi per l'assistenza.

Il 41% della popolazione non fa attività fisica

30/11 Il 41,1% della popolazione italiana che ha superato i tre anni non svolge attività fisica né sportiva; si continua a fare meno sport al Sud che al Nord (il 45,3% nel Mezzogiorno contro il 68,1% del Nord; il Centro si attesta sul 57,7%); i giovani abbandonano presto le discipline sportive (tra coloro che hanno tra i 18 e i 19 anni il 22,3% non fa sport e il 20% fa solo attività fisica); fanno più sport gli uomini che le donne con un'eccezione che riguarda la fascia di età tra i 3 e i 5 anni dove tra gli sportivi prevalgono le bambine (18,7% contro 16,6% del totale) grazie soprattutto al nuoto. Questa la radiografia dei praticanti sportivi fatta dall'Istat e illustrata in occasione della prima giornata del 31 mo congresso nazionale dei medici sportivi che si è aperto oggi a Napoli. "Quello della sedentarietà - ha commentato il direttore centrale dell'Istat Linda Laura Sabbadini presentando i dati - é un dato preoccupante perché evidenzia un fattore di rischio per la salute". Non mancano tuttavia le note positive che riguardano soprattutto la crescita del numero di donne che fa sport, concentrata tra le giovani, le dirigenti imprenditrici e le libere professioniste, le single, le lavoratrici in coppia senza figli. Venendo ai dati della ricerca nel 2006 i praticanti di sport continuativi sono il 20,5%, i praticanti di sport saltuari si attestano al 10,3%, coloro che svolgono solo attività fisica sono il 27,3%. Gli anziani continuano in assoluto a fare poco sport ma quelli che si cimentano con il moto sono in aumento: almeno il 28,2% fa una qualche attività fisica. La differenza tra lo sport praticato al Nord rispetto a quello fatto al Sud rimane elevata ma anche qui il dato è in diminuzione così come la differenza tra i praticanti maschi e femmine (fa attività fisica il 63,2% degli uomini a fronte del 53,3% tra le donne)

I giovani calabresi disinformati sull’AIDS e sulla prevenzione

29/11 In Calabria un giovane su cinque crede che si possa guarire dall'Aids. E tre ragazzi su dieci ritengono che esiste già un vaccino per l'Aids. Addirittura quasi un giovane su dieci ritiene che si possa riconoscere un sieropositivo dal suo aspetto fisico. E un giovane su dieci è convinto che basti la pillola anticoncezionale per evitare il contagio. E' quanto emerge da un sondaggio, realizzato attraverso un gioco on line "The Safe City", lanciato dall'Anlaids nazionale e dall'Anlaids del Lazio, in collaborazione con le agenzie di comunicazione Art Attack Advertising e Xister. I risultati allarmanti, secondo l' Anlaids, sono stati illustrati in una conferenza stampa nel corso del XX Congresso dell'Anlaids a Roma. "Sono anni - dice il presidente dell'Associazione nazionale Lotta all'Aids, Fernando Aiuti - che lanciamo l'allarme sulla mancata presa di coscienza da parte dei giovani, ma anche degli adulti, dei pericoli dell'Aids. Si è concesso di abbassare la guardia. Il danno provocato è confermato dai risultati emersi dal gioco 'The Safe City''. Secondo il presidente dell' Anlaids Lazio, Massimo Ghenzer "i dati emersi da questo originale gioco, che ha registrato oltre diecimila contatti ed al quale hanno partecipato 1500 giovani, dimostrano che c'é ancora molto da fare. Troppi giovani, sia al di sotto dei 25 anni che al di sopra, sono a rischio contagio perché non prendono le dovute precauzioni nell'errata convinzione che si possa guarire dall'Aids, oppure che basta uno sguardo per riconoscere un partner sieropositivo e quindi evitarlo. E' sconcertante sapere che c'é chi come barriera dal virus non usa il preservativo, ma la pillola anticoncezionale. La valenza del gioco on line acquista un grande significato se si tiene conto che i giovani, che sono entrati in Internet, non avevano la sensazione di partecipare ad un sondaggio e quindi le loro risposte sono state sincere. Quello del gioco on line è una nuova strada che si è rivelata preziosa. C'é ancora molto da fare. Massiccio deve essere l'impegno nella scuola e non solo. Soprattutto con l'aiuto dei volontari". "Non bisogna perdere tempo - spiega il vice presidente Anlaids Lazio, Vincenzo Vullo - ed è necessario mettere in atto immediatamente una massiccia campagna di informazione perché questi ragazzi con le idee confuse non sono solo disinformati, ma sono probabili candidati ad infettarsi nella sciagurata ipotesi che incontrino un partner sieropositivo o addirittura malato". "L'Aids non fa più paura e le persone infette hanno cambiato volto - afferma il presidente dell'Anlaids Lombardia, Mauro Moroni - oggi non sono più solo quelle appartenenti alle categorie cosiddette 'a rischio', ma è alto il numero degli 'insospettabili'. E poi ci sono gli 'ignari', quelli che non si sentono a rischio, che non pensano di aver avuto comportamenti a rischio e che, di conseguenza, scoprono di avere l'Aids solo quando compaiono i sintomi dell'immunodeficienza. Spesso, queste persone scoprono la verità dopo sei-sette anni dal contagio, periodo nel quale hanno continuano a tenere una vita normale ignari della loro sieropositività. Una strada da percorrere è senza dubbio quella del test. Un grande aiuto verrà dall'arrivo, ormai prossimo, di un test dell'Hiv basato sull'analisi della saliva". Il vice presidente dell'Anlaids nazionale, Fiore Crespi sottoinea che "bisogna darsi molto da fare per evitare che le gocce di solidarietà non si prosciugano nei deserti. Ci vogliono determinazione, politiche sanitarie e progetti. Nel 2006 è scaduto un accordo sottoscritto del 2001 nell'ambito dell'Organizzazione mondiale del commercio che consentiva ai paesi in emergenza sanitaria di produrre farmaci anti aids senza l'obbligo di pagare le royalties alle multinazionali farmaceutiche. E così non vengono più prodotti farmaci a prezzi contenuti. E' facile capire le tragiche conseguenze. Ma nel mondo si continua a fare orecchie da mercante".

De Rose e Paolini “Non compromettere le strutture private di qualità”

28/11 "La crisi politica apertasi nello schieramento di maggioranza che sostiene la giunta Loiero non incoraggia ottimismo per quanto attiene alla crisi che ormai da mesi attraversa la sanità in Calabria". E' quanto affermano il presidente di Confindustria Calabria Umberto De Rose e il presidente regionale dell' Aiop Enzo Paolini in una dichiarazione congiunta diffusa al termine di un incontro svoltosi oggi. "L' ospedalità privata - sostengono De Rose e Paolini - ha dimostrato la massima disponibilità per concorrere a riportare negli argini della compatibilità col patto di stabilità la spesa sanitaria, accettando l' adeguamento di budget e tariffe agli obiettivi da perseguire. Ha dato disponibilità per la riconversione dei posti letto, ha richiesto una programmazione triennale delle prestazioni da contrattualizzare, ha sollecitato, e sollecita, un controllo rigoroso, sull' intero sistema, dei requisiti operativi delle strutture e della qualità delle prestazioni. Per rendere tutto più credibile, tempestivo ed efficiente sollecitiamo la costituzione di un ente terzo che sia in grado di sviluppare una azione quotidiana di verifica volta, certo, al contenimento dei costi ma anche alla tutela del diritto dei cittadini, che finanziano il sistema con il prelievo fiscale, ad essere curati con la massima qualità possibile. L'assessore ha dato altresì assicurazione che entro la fine dell' anno saranno pagati i crediti pregressi accertati e sarà varato il nuovo piano sanitario regionale. Con tutta l' incredulità che la situazione autorizza, non rimane che attendere ma le difficoltà create sono insostenibili". "L' ospedalità privata, rappresentata in Calabria da Aiop e Confindustria - sottolineano De Rose e Paolini - resta impegnata a produrre ogni sforzo per un servizio sanitario di alta qualità, sia nel pubblico che nel privato, in cui sia il cittadino,forte del diritto di libera scelta, a decidere presso quale struttura farsi curare. Ma per raggiungere un risultato così ambizioso bisogna adottare misure severe rispetto a sprechi, costi impropri, rendite di posizione, clientelismi elettorali e non. L' ospedalità privata vanta oggi in Calabria punti di eccellenza, realizzati con cospicui investimenti finanziari e l' impiego di alte professionalità. Bisogna allontanare il rischio che quanto nel sistema sanitario è inefficiente e improduttivo finisca per danneggiare e compromettere quanto di efficiente, produttivo e altamente qualificato è stato prodotto in Calabria dalle strutture a gestione imprenditoriale"

Diminuiti i casi di AIDS in Calabria

28/11 Si sono ridotti, nell'ultimo anno, i casi di Aids in Calabria. Nel periodo da dicembre 2005 a novembre di quest'anno i casi individuati sono stati sedici mentre l'anno precedente ne erano stati 19. I dati sono stati diffusi dal centro operativo Aids dell'Istituto superiore di Sanità nell'ambito del congresso dell'Anlaids in corso a Roma. In Italia nel 2006 le nuove infezioni da Hiv sono state 3500-4000, pari ad un caso ogni due ore. La principale fonte di contagio - secondo quanto emerso dai lavori del congresso - sono i rapporti sessuali. Cresce l'esercito di coloro che sono sieropositivi e non lo sanno. Sono tutti coloro che, pur avendo avuto rapporti sessuali a rischio, non fanno il test e scoprono di essere malati solo quando compaiono i primi sintomi di Aids in forma conclamata. E questo avviene dopo sei-sette anni dal contagio. In Italia nei primi 11 mesi di quest'anno (gennaio-novembre) sono stati notificati 1216 nuovi casi di Aids, dei quali 758 si riferiscono a diagnosi effettuate nel 2006 (primi 11 mesi). I morti per Aids in questo periodo sono stati 160. La regione che, nel periodo dicembre 2005- novembre 2006 ha fatto registrare più casi di Aids notificati è stata la Lombardia (289), seguita dal Lazio (138) e dall'Emilia Romagna (121). Seguono: Sicilia (94), Toscana (81), Piemonte (66), Liguria (58), Veneto (51), Campania (50), Puglia (47), Sardegna (35), Marche (26), Umbria (19), Abruzzo e Calabria (16), Friuli Venezia Giulia (8), Provincia Autonoma di Bolzano (6), Provincia Autonoma di Trento (6), Molise (5), Basilicata (3) e Valle d'Aosta (2). "Una doccia fredda - sostiene il presidente nazionale dell'Anlaids, Fernando Aiuti - sui troppo facili entusiasmi che davano come sotto controllo le infezioni da Hiv nel nostro Paese. L'abbassamento della guardia ha avuto drammatiche conseguenze: il numero dei sieropositivi non è calato, anzi ogni anno i nuovi contagi sono tra 3500 e 4000; dopo un calo che aveva lasciato ben sperare c'é una ripresa delle infezioni fra gli omosessuali, in parallelo con la crescita della prostituzione. E sempre più extracomunitari risultano positivi ai test. C'é un altro elemento che preoccupa: la diffusione dell'infezione fra gli "insospettabili" e cioé coloro che non appartengono a categorie a rischio ma contraggono il virus solo perché occasionalmente hanno avuto rapporti non protetti, magari in un viaggio all'estero. Non sospettano minimamente di essersi infettati e scoprono solo dopo sei-sette anni, con i primi sintomi, di essere malati". "Davanti a questo quadro - conclude - c'é un elemento positivo e cioé che l'Aids, per merito dei farmaci, si sta trasformando in una malattia cronica. A proposito di farmaci, sempre più pazienti si rivelano resistenti alle terapie. E' un grande problema per la ricerca. Un contributo alla soluzione lo ha dato uno studio di un mio gruppo all'Università 'La Sapienza' di Roma".

Protesta dei lavoratori delle case di cura. L’ass. Lo Moro istituisce un tavolo tecnico

27/11 I dipendenti della case di cura private della Calabria hanno attuato una manifestazione di protesta a Catanzaro organizzata da Cgil, Cisl e Uil. L'inziativa si articola in due fasi. La prima con un sit-in, cheé ancora in corso, davanti la sede dell'Aiop, l'Associazione dell'ospedalità privata, in relazione allo sciopero nazionale del comparto proclamato per chiedere il rinnovo del contratto nazionale della sanità privata, scaduto da quasi tre anni. In un secondo momento i lavoratori si recheranno davanti la sede dell'assessorato regionale alla Sanità per chiedere la soluzione delle problematiche specifiche che in Calabria riguardano in modo le case di cura per malati neuropsichiastrici: l'aumento delle rette di degenza erogate dalla Regione e del budget fissato per la liquidazione delle spettanze, considerato troppo basso e in ogni caso non sufficiente per consentire la sopravvivenza del settore. Un'altra questione ancora irrisolta riguarda poi la riconversione delle strutture dopo la chiusura dei manicomi e l'obbligo di trasferire i malati di mente che vi erano ricoverati nelle strutture private. Riconversione che viene considerata penalizzante e di difficile attuazione. In Calabria le case di cura neuropsichiatriche sono in tutto cinque, tre a Catanzaro (Villa Puaca, Villa Nuccia e Villa San Vincenzo) e due a Cosenza (Villa degli Oleandri e Villa Verde), per un totale di circa cinquecento degenti. "I problemi che riguardano le case di cura neuropsichiatriche - ha detto Antonio Cristofaro, segretario provinciale di Catanzaro della Cisl - devono essere risolti con la massima urgenza, pena il collasso del settore". (ANSA).
L’ass. Lo moro istituisce tavolo tecnico
L'assessore regionale alla Tutela della Salute, Doris Lo Moro, ha ricevuto stamani una delegazione dei lavoratori della sanità privata che stamattina avevano manifestato a Catanzaro, davanti la sede dell'Aiop, in occasione dello sciopero generale nazionale del settore per il rinnovo del contratto di lavoro. La delegazione era guidata dai segretari regionali e territoriali della Cgil, Luigi Veraldi, Alfredo Iorno e Antonio Meliti, e della Cisl, Domenico Cubello, Antonio Bevacqua e Antonio Cristofaro. I sindacalisti, è detto in un verbale sottoscritto in assessorato, "hanno evidenziato le ragioni dello sciopero generale nazionale che vede le organizzazioni datoriali disattendere la firma del contratto collettivo nazionale di lavoro scaduto da 35 mesi". I sindacati hanno chiesto il sostegno dell'Assessore alla Salute, "così come sta avvenendo in tutte le Regioni, per una rapida conclusione positiva della vertenza". L'assessore Lo Moro, nel dichiarare il suo pieno sostegno alla vertenza sindacale, "che - ha detto - registra ritardi del tutto ingiustificati", ha evidenziato che "la stessa trattativa con le case di cura per la chiusura dei contratti 2006 ha tenuto conto di tale circostanza ". L'assessore ha fatto inoltre presente che la Calabria "ha sostenuto la vertenza anche in sede nazionale, supportando sia in sede di elaborazione che in sede di voto, nell'ambito della Conferenza dei Presidenti, un documento delle Regioni in tale direzione". Doris Lo Moro ha infine annunciato l'istituzione di un tavolo tecnico sul problema dell'adeguamento delle rette corrisposte alle case di cura psichiatriche.

Una dieta ricca di frutta fresca e ortaggi di stagione per combattere l’influenza

27/11 Una dieta corretta ricca di frutta fresca, verdura e ortaggi di stagione è indispensabile per aiutare a prevenire e combattere in modo naturale e rimettere in piedi tra i tre e i cinque milioni di persone che, secondo le previsioni, rischiano di finire a letto. E' quanto afferma la Coldiretti dopo l arrivo dei primi due casi dell influenza stagionale 2006-2007 entrambi causati dal virus del tipo B nel sottolineare che a partire dalle produzioni nazionali di kiwi e arance sono molti i frutti delle campagne in grado di contribuire alla prevenzione della malattia grazie agli elevati contenuti in vitamina C. Uva, peperoncini, peperoni, cavoli, spinaci, broccoli, radicchio, pomodori, sedano, kaki, fichi d India ed anche mele sono solo alcuni esempi di frutta e verdura di stagione che - continua la Coldiretti - possono garantire un apporto rilevante di vitamine di fronte all avanzare dell influenza. L'alimentazione - sottolinea la Coldiretti - può essere un valido contributo per prevenire i sintomi influenzali come mal di gola, febbre, disturbi intestinali, nausea e dolori muscolo-scheletrici. Il cavolo, - rileva la Coldiretti - contiene una buona quantità di ferro, vitamina C e preziosi sali minerali. Cotto a vapore è molto efficace contro le affezioni delle vie respiratorie e alcuni disturbi intestinali. Il suo succo ha proprietà antinfiammatorie e antidolorifiche, può essere utilizzato per fare dei massaggi e le sue foglie riscaldate e applicate sulla parte indolenzita, calmano il dolore. La cipolla - riferisce la Coldiretti - ricca di vitamine e sali minerali, è un antisettico naturale, è espettorante, disinfetta l'intestino e cura i geloni. L'aglio grazie alla notevole quantità di ferro, sali minerali e svariate vitamine (A, B1, B2, PP e C) è molto efficace per combattere catarri bronchiali, febbri, ed è un ottimo antisettico contro le malattie infettive. Inoltre l'aglio - rende noto la Coldiretti - può contrastare fastidiosi dolori alle ossa e ai muscoli, se schiacciato con olio di oliva caldo e limone può essere utilizzato per massaggiare la parte dolorante. Il finocchio, risulta ottimo per combattere la nausea, la digestione difficile e la stitichezza. Le mele e le pere, invece - continua la Coldiretti - aiutano a mantenere sani i nostri polmoni e migliorano sensibilmente le condizioni delle nostre vie respiratorie. In particolare, le pere espellono il catarro dissolvendolo e se bollite e accompagnate dal miele riescono a curare perfettamente sia l'afonia che la raucedine. La carota - suggerisce la Coldiretti - è indicata nella cura delle malattie dell'apparato respiratorio (dal semplice raffreddore alla più impegnativa bronchite cronica fino all'asma) e nella prevenzione delle malattie infettive. Il sedano, grazie alla notevole ricchezza di minerali è un drenante particolare delle vie respiratorie. Il kiwi - prosegue la Coldiretti - è ricco in vitamina C (85mg ogni 100 di prodotto), fosforo (70mg) e potassio (400mg) con un contenuto calorico di circa 44 kcal per 100 grammi ed è particolarmente indicato per stimolare le difese del sistema immunitario, prevenendo i fastidiosi raffreddori autunnali. Le arance made in Italy - conclude la Coldiretti - aiutano il nostro organismo ad assorbire il ferro dai vegetali e stimola le difese del sistema immunitario, prevenendo i fastidiosi raffreddori poiché sono ricchissime di vitamina C (50 mg per ogni 100 gr). Oltre a proteggere dalle forme influenzali, le arance aiutano a prevenire i disturbi cardio-vascolari e a svolgere azione antistress. Ricche anche di calcio (49 mg ogni 100 g) sono utili nella prevenzione di fragilità ossea e osteoporosi.

Federfarma: La spesa della Calabria sui farmacia quasi il 7% in più della media nazionale

27/11 "In Calabria il dato reale della spesa farmaceutica media pro capite, ricalcolata tenendo conto di quanto nelle varie regioni viene contabilizzato nel capitolo 'acquisto di beni e sevizi', nel periodo gennaio-settembre 2006 supera solo del 6,8% la spesa media nazionale (205 euro contro 193 euro) e non del 19%, come diffuso dai principali organi di stampa nello scorso mese di ottobre". E' quanto è emerso da un convegno sul tema "Spesa farmaceutica in Calabria: luci ed ombre" organizzato da Federfarma. "I dati di spesa - è detto in una nota di Federfarma a firma del presidente regionale dell'associazione, Alfonso Misasi - hanno messo in rilievo come tale dato, dovuto al maggior ricorso alle prescrizioni in regime di Servizio sanitario regionale, legato al basso reddito degli assistiti calabresi che sono spesso costretti a ricorrere al medico mutualistico anche quando sono in cura con farmaci che costano pochi euro, vede comunque la Calabria spendere meno di regioni più dotate quali il Lazio, la Sicilia, la Liguria. Questo disavanzo rispetto alla media nazionale va letto anche in funzione del fatto che, finalmente, in Calabria è stato eliminato il ticket che ha gravato sulle tasche dei cittadini calabresi fino al primo settembre del 2005". "Altro dato interessante emerso al convegno - prosegue la nota di Federfarma - è la comparazione dell'andamento della spesa farmaceutica nel periodo 2001-2005 rispetto alle altre spese per la sanità: a fronte di un aumento della spesa farmaceutica pari all'1,7%, nello stesso periodo la spesa sanitaria totale è salita del 26,5% per un importo assoluto pari al doppio dell'intera spesa farmaceutica. Nonostante questo, la Federfarma si è dichiarata disponibile a lavorare di concerto con l'Assessorato regionale alla Sanità e la Farmindustria, l' associazione che riunisce i principali produttori di farmaci, alla realizzazione di 'Patti di stabilita' territorialì finalizzati ad ottenere, oltre ad un notevole risparmio, la necessaria omogeneizzazione della spesa farmaceutica regionale che mostra ancora qualche disallineamento sul territorio".

Parte l’iniziativa “Rianimazioni aperte”

22/11 Si chiama "Rianimazioni aperte" ed è l'iniziativa lanciata dall'assessore regionale alla Salute, Doris Lo Moro, "con l'obiettivo - è detto in una comunicato dell'assessorato - di umanizzare il rapporto fra i pazienti e le strutture ospedaliere". Il senso del progetto, che prevede la possibilità per i familiari di visitare i degenti ricoverati nei reparti di rianimazione, è spiegato in una lettera, a firma dello stesso assessore e del direttore generale Raffaele Faillace, indirizzata ai manager delle aziende sanitarie ed ospedaliere della Calabria. "L'umanizzazione delle cure ed in genere dei rapporti fra operatori, utenti e familiari, - si afferma nella missiva - rappresenta un valore ed un obiettivo del Servizio sanitario nazionale. L'assunzione di tale obiettivo dovrà costituire progressivamente un normale modo di essere nelle pratiche mediche e nelle modalità di offerta dei servizi ai cittadini. Ma a fronte della condivisione generale di tale principio, in concreto, non è consolidata una metodologia operativa e organizzativa conseguente. Ciò, peraltro, contrasta con acclarate evidenze scientifiche che riconoscono un valore terapeutico non secondario, a volte addirittura decisivo, alla partecipazione dei familiari a specifiche fasi dell'intervento sanitario". L'Assessorato alla Tutela della Salute, aggiungono l'assessore ed il direttore generale, "intende promuovere la partecipazione dei familiari e delle loro associazioni nelle attività sanitarie. In tale contesto, verranno sviluppate diverse iniziative tese a realizzare con le famiglie e le loro associazioni, un'alleanza terapeutica forte soprattutto attraverso il loro coinvolgimento attivo nelle cure delle patologie croniche, del disagio psichico e dei malati terminali. Nell'ambito del processo di umanizzazione dell'offerta sanitaria del nostro servizio si ritiene, per l'immediato, necessario promuovere l' iniziativa 'Rianimazioni aperte'". Secondo l'assessorato, "la rigida pratica, assai diffusa, di impedire il rapporto diretto fra malato ricoverato in Rianimazione e familiari, non risponde né a criteri di efficacia delle cure, né a quelli di umanizzazione. Si ritiene, al contrario, che una buona organizzazione e gestione delle attività nelle Rianimazioni possa consentire il rapporto diretto fra malato e persone legate da vincoli affettivi, preservando condizioni di piena sicurezza. Che il raggiungimento di tale obiettivo sia possibile è dimostrato ampiamente nelle strutture di Rianimazione anche calabresi che già hanno adottato tale pratica". I direttori generali delle aziende sanitarie ed ospedaliere sono invitati, pertanto, a promuovere, nei rispettivi ambiti, l'iniziativa responsabilizzando direttamente il Direttore sanitario "per la predisposizione di un adeguato progetto organizzativo che tenga conto delle specificità delle strutture". Il piano dovrà indicare le modalità e i tempi attraverso cui garantire un rapporto quotidiano diretto fra familiari e malato. Gli stessi manager dovranno provvedere al più presto ad inviare all'Assessorato il progetto con l'indicazione della data di avvio dell'iniziativa.

Farmaci senza prescrizione: in Calabria già 17 punti vendita

20/11 In Calabria sono 17 le notifiche di inizio attività per la vendita di farmaci senza prescrizione, già attive a partire dal 15 novembre 2006, nei piccoli punti vendita. Non si registra, invece, nessuna notifica per la vendita dei farmaci nella media e grande distribuzione calabrese. Il dato emerge da un'analisi realizzata dal Ministero della Salute, in collaborazione con Federfarma e Anifa, pubblicata oggi dal Sole 24 Ore. Lo studio effettuato, a livello nazionale, evidenzia che a 100 giorni dalla sua approvazione, il decreto Bersani, che ha liberalizzato la vendita, anche al di fuori delle farmacie, dei medicinali senza obbligo di ricetta, ha già ottenuto grandi risultati. Gli sconti medi per i medicinali nella grande distribuzione sono del 30 per cento, raggiungendo anche il 40-50 per cento. E le farmacie si sono adeguate aumentando la media dei ribassi del 15 per cento. In generale sono aumentati i 'corner'(punti vendita ) nella Grande distribuzione organizzata (Gdo) e anche gli esercizi indipendenti per la vendita dei farmaci da banco. Ma con alcune differenze tra Nord a Sud. Nella Gdo è il Nord a sbancare. L' Emilia Romagna è la prima regione per numero di punti vendita Gdo già aperti; seguita poi dalla Lombardia e dalla Puglia. Punti vendita nella Grande distribuzione sono, invece, quasi inesistenti al Sud. Nessun 'corner' in Calabria, Basilicata, Sardegna e Sicilia. L' approvazione del decreto Bersani ha permesso anche l' applicazione di nuove strategie di vendita. Nei punti vendita già notificati l' assortimento dei farmaci è molto più limitato che nelle farmacie: si vende il prodotto che commercialmente 'tira' di più. Gli sconti dei medicinali variano nella piccola e grande distribuzione; ma anche in farmacia ora iniziano gli sconti per i 'prodotti stagionali'. Nella Grande distribuzione vengono venduti già circa 3 mila confezioni di farmaci senza prescrizione a settimana per singolo punto vendita. Un aumento si registra, anche, nelle assunzioni di nuovi farmacisti. Nei supermercati sono stati già assunti 134 farmacisti. La Gdo prevede tre farmacisti a 'corner' con contratto del commercio. Se nel 2008 i punti vendita nella Grande distribuzione raggiungeranno il numero di 580, i farmacisti assunti saranno 1750.

L’otto per cento dei calabresi soffre di mal di schiena

13/11 Otto calabresi su cento soffrono di lombosciatalgia cronica, e cioé, tutti i giorni hanno a che fare con dolori alla schiena. I dati sul mal di schiena sono stati resi noti nel corso di una conferenza stampa a margine del Congresso della Società Italiana di Ortopedia e Traumatologia (Siot) presieduto da Carlo Logroscino e Michel Oransky e alla presenza del presidente Siot, Alessandro Faldini. In Italia il mal di schiena è la ragione più comune, dopo il raffreddore, di richiesta di una visita del medico di famiglia. Inoltre, rappresenta uno dei motivi principali di assenza dal lavoro. La lombosciatalgia cronica, secondo i dati Istat, colpisce 8 italiani su cento e questo accade più al Nord (8,80) rispetto al Centro (7,70) e al Mezzogiorno (6,60). Dai dati emerge, inoltre, che la Calabria è posizionata al settimo posto nella graduatoria delle regioni italiane con un indice dell'8,50%. Il mal di schiena colpisce chi è troppo sedentario ma anche chi si muove troppo. Giocare a tennis e soprattutto giocare a calcetto - è emerso dalla conferenza stampa del Congresso della Società Italiana di Ortopedia e Traumatologia - può essere causa di insorgenza di mal di schiena perché c'é un'abnorme sollecitazione dell'apparato muscolare e perché si fa attività su terreni pesanti. Uno dei luoghi dove il mal di schiena è in agguato è la palestra. Si sovraccarica l'apparato muscolare in modo esagerato e continuo. A rischiare sono soprattutto coloro che fanno pesi o si esercitano agli attrezzi. Rischia molto chi fa il body building anche perché talvolta si fa aiutare dagli additivi. Gli incidenti stradali in Italia, e in Calabria, sono moltissimi. A rimanerne coinvolti soprattutto i ragazzi ed i giovani adulti. Spesso la strada è l'anticamera della sala operatoria. Nel 2004 in Calabria (ultimi dati disponibili Istat) si sono verificati 3.602 incidenti stradali che hanno provocato 155 morti e 6.196 feriti ed hanno rappresentato il 1.6 per cento di incidenti stradali verificatisi in Italia in quell'anno. La provincia calabra dove si è registrato il maggior numero di incidenti è quella di Cosenza (1.211). Nelle altre province, nel 2004, si sono registrati 268 casi a Crotone, 751 in quella di Catanzaro, 249 in quella di Vibo Valentia, 1.123 in quella di Reggio Calabria. Il mese in cui, nel 2004, si sono registrati più incidenti in Calabria è agosto dove 362 incidenti hanno provocato 15 morti e 625 feriti. Il danno sociale relativo a morti e feriti da incidenti stradali in Calabria nel 2004 ammonta a 387 milioni di euro che corrisponde a 191 euro ad abitante. In Calabria nel 2003 (ultimo dato disponibile del Ministero della Salute) sono state ricoverate 4.261 persone, soprattutto uomini. La fascia più colpita è quella degli adulti: sono stati ricoverati, infatti 1.833 uomini e 939 donne tra i 15 e i 64 anni.

In Calabria 60mila malati di diabete, ma 20mila non lo sanno

08/11 In Calabria ci sono 60mila malati di diabete ed altri 20mila non sanno di esserlo. Domenica, infatti a Catanzaro si svolgerà la giornata della prevenzione durante la quale sarà possibile effettuare gratuitamente un esame della glicemia. Nel corso della giornata, organizzata dall' associazione Diabete Italia, sarà possibile anche avere notizie sulla malattia e sulla prevenzione. A Catanzaro saranno allestiti degli stand presso la Prefettura mentre a Marcellinara la giornata di prevenzione del Diabete si svolgerà nei locali dell'ex scuola materna. Medici, infermieri e volontari saranno a disposizione per distribuire materiale informativo, fornire consulenza medica e soprattutto per sottoporre gratuitamente i cittadini all'esame della glicemia, una semplice puntura sul dito per scoprire il livello degli zuccheri nel sangue. Ai cittadini sarà inoltre fatto compilare un questionario diagnostico per conoscere il proprio rischio diabete da qui a 10 anni. "In Calabria - ha detto il coordinatore regionale della Giornata, dottoressa Titti Irace - si stimano 60mila diabetici conclamati e altri 20mila non sanno di esserlo. Per questo è importante controllare periodicamente la glicemia e prevenire la malattia facendo attività fisica regolare (almeno mezz'ora al giorno) e mantenendo sempre il peso giusto"

Gravi ritardi per l’AS di Paola

08/11 La commissione sanita' e la segreteria territoriale dei Ds del Tirreno cosentino esprimono il proprio rammarico per il forte ritardo con cui si sta procedendo all' adozione di quegli strumenti normativi indispensabili al corretto funzionamento dell' Azienda Sanitaria, come la programmazione del territorio contemplata nel piano di riordino della rete ospedaliera. ''Da mesi - sostiene il coordinatore di zona Battista Maulicino - e' in atto un acceso dibattito che esprime i legittimi diversi punti di vista; ora e' giunto il momento che il confronto, sempre utile se condotto con spirito costruttivo, approdi finalmente alla sede istituzionalmente deputata per la definitiva valutazione degli atti di programmazione aziendale: la Conferenza dei Sindaci del comprensorio. Il ritardo con cui si sta procedendo puo' produrre effetti estremamente negativi decidere e' un doveroso atto democratico nei confronti dei cittadini. A noi preme ancora una volta sottolineare e rimarcare quelle che ci sono sembrate le linee essenziali del piano. Puntare per prima sugli ospedali e' stato importante perche' restano il punto di riferimento principale per medici e pazienti, anche se rappresentano uno dei fattori di spesa piu' rilevanti. Purtroppo tutti i dati ci dicono che siamo i presenza di un sistema insufficiente e improduttivo che ha bisogno immediato di essere ammodernato, razionalizzato e reso efficiente se non vuole implodere su stesso''. ''Aumento dei ricoveri impropri - ha aggiunto Maulicino - bassi tassi di utilizzo, bassa produttivita', trattamento di patologie di scarso peso: elementi che alla lunga fanno del presidio ospedaliero non un luogo dove si coniuga il meglio della tecnologia con il meglio delle professionalita', ma un luogo inefficiente e sempre meno sicuro per lo stesso cittadino''.

Federsif “La Lo Moro mantenga gli impegni o si dimetta”

08/11 "L' assessore regionale alla Salute se non è nelle condizioni di rispettare gli accordi sottoscritti ed approvati dalla Giunta dovrebbe dimettersi e lasciare il campo a chi è disponibile ad assumersi le responsabilità delle azioni che compie e degli impegni che assume". E' quanto afferma Alfonso Sala, presidente nazionale delle Associazioni degli informatori scientifici del farmaco (Federisf). In una lunga nota, il presidente Sala, "rifiuta, con sdegno, le accuse provenienti da gruppi che diffondono false notizie ed attribuiscono strumentalmente ad organismi democraticamente eletti posizioni mai espresse, al solo fine di creare la confusione necessaria per condurre a termine affari poco chiari. Questi signori anonimi - sostiene il presidente di Federisf - parlano per bocca di chi ha interesse a ché vengano messi nuovamente i ticket sui farmaci e che non ci siano regole nell' informazione sui farmaci e hanno deciso, a tavolino, di usare la Calabria come terreno di scontro per ostacolare iniziative sorte, prima che in Calabria in Piemonte, Veneto, Umbria, Basilicata, Sicilia, Sardegna e che sono in corso di discussione in Liguria, Molise, Lazio, Campania e Puglia". "Non risponde a verità - prosegue Sala - che il presidente nazionale uscente abbia attribuito alla mancata applicazione dell' accordo Regione-Sindacato la causa della crescita della spesa farmaceutica in Calabria. E' invece vero che Federisf è stata, al momento, la sola associazione a contestare l' interpretazione dei dati recentemente diffusi, sostenendo, a ragione, che chi avrebbe valutato negativamente la spesa farmaceutica della Calabria non avrebbe, sbagliando, tenuto conto della eliminazione del ticket, oggi a carico della Regione e prima del cittadino. Né avrebbe tenuto conto che in Calabria non viene effettuata la distribuzione diretta dei farmaci attraverso gli ospedali, strumento attraverso il quale nelle altre Regioni si scarica parte della spesa farmaceutica nei capitoli di spesa di beni e servizi, facendo apparire più bassa una spesa farmaceutica invece più alta e meno efficiente". "L' associazione degli informatori scientifici del farmaco e delle associazioni degli informatori scientifici del farmaco (Federisf) - conclude il presidente Sala - pensa che la 'querelle' in corso sia da attribuire a comportamenti istituzionali approssimativi e contraddittori, che in Calabria firmano accordi con i sindacati e poi a Roma li rimettono in discussione in sedi industriali"

Parte la contrattazione decentrata. Accordo Lo Moro-Sindacati

07/11 Via libera alla contrattazione decentrata sull'organizzazione del lavoro per oltre quattromila operatori della dirigenza medica, veterinaria, sanitaria, tecnica, professionale ed amministrativa delle aziende del comparto sanità della Regione Calabria. L'assessore regionale alla Salute, Doris Lo Moro, ha firmato il relativo accordo con i rappresentanti di 24 sigle sindacali di categoria. La firma sul documento, relativo all'articolo 9 del contratto nazionale di lavoro, è stata apposta negli uffici dell'assessorato alla presenza, fra gli altri, del dirigente generale, Raffaele Faillace, e dei dirigenti di settore. "L'articolo 9 del contratto di categoria - è detto in un comunicato - prevede il coordinamento, da parte delle Regioni, delle aziende sanitarie ed ospedaliere mediante l'emanazione, previo confronto con le organizzazioni sindacali firmatarie dei contratti, di linee di indirizzo su materie determinate, genericamente o specificatamente collegate all'attività della dirigenza. Si tratta dell'utilizzo delle risorse regionali aggiuntive e destinate alla contrattazione integrativa anche per il raggiungimento di finalità strategiche; delle metodologie di incremento dei fondi in conseguenza di aumenti o riduzioni stabili della dotazione organica e dell'attuazione della formazione continua. Le linee di indirizzo riguardano inoltre i criteri generali per l'individuazione dei sistemi di valutazione, la definizione di standards prestazionali, la razionalizzazione ed ottimizzazione delle attività connesse alla continuità assistenziale; l'inserimento nei regolamenti aziendali dell'esercizio dell'attività libero professionale intramoenia di criteri idonei a garantirne l'attuazione e modularla coerentemente con le liste d'attesa; l'applicazione delle norme sulla mobilità nei casi di esubero dei dirigenti". Nell'accordo sottoscritto fra sindacati ed assessorato è detto che "il coordinamento regionale non afferma un terzo livello di relazioni sindacali", ma, spiegano negli uffici dell'assessorato, "serve a garantire l'attuazione omogenea degli istituti contrattuali nelle diverse aziende". Per quanto concerne le modalità del confronto fra assessorato e organizzazioni sindacali, le parti, è scritto nel documento, "ritengono opportuno approntare uno schema di relazioni sindacali fondato sulla reciproca conoscenza della sfera d'azione e dell'autonomia propria di ciascuna parte, nell'intendimento di attuare un sistema di relazioni per il positivo sviluppo del dialogo e delle sinergie tra gli attori del sistema". L'assessore Lo Moro, "che ha partecipato attivamente - si afferma nella nota - alla stesura del documento", ha espresso il suo giudizio positivo. "Sono soddisfatta - ha detto - per il contenuto dell'intesa, ma sopratutto per il clima di serenità e di collaborazione registrato al tavolo della trattativa con le organizzazioni sindacali". Il contratto è stato firmato dai segretari regionali di Anaao-Assomed, Aaroi-Umsped, Anpo-Fials, Aupi, Cimo, Civemp (Sivemp-Simet), Cisl-Medici, Medici-Uil, Fesmed, Fp-Cgil Medici, Confedir Sanità, Sidirss, Sinafo, Snabi.

A novembre uno screening di massa per meno giovani sui problemi cardiovascolari

31/10 "La chirurgia cardiovascolare, i suoi progressi e l'importanza della prevenzione" è stato il tema di un incontro tenuto a Cosenza dal direttore dell' Unità di Chirurgia vascolare dell'Azienda ospedaliera dell'Annunziata di Cosenza e docente all'Università "La Sapienza" di Roma, Franco Intrieri. Il dottor Intrieri ha compiuto "un excursus storico, dallo sviluppo delle protesi vascolari a partire dal 1950, fino all'affermarsi, in anni recenti, della chirurgia endovascolare, che prevede la ricostruzione del vaso ostruito e danneggiato non più con un intervento invasivo dall'esterno, ma operando dall'interno, con metodo più dolce, tanto che l'operazione viene spesso effettuata in anestesia locale. Le nuove tecnologie offrono ogni giorno nuove risposte non solo per intervenire efficacemente, ma anche per prevenire, offrendo l'opportunità, ad esempio, di scoprire in tempo utile il temibile aneurisma dell'aorta addominale". Intrieri ha infine preannunciato "una nuova conferenza nel mese di novembre per informare ufficialmente sull'avvio di uno screening di massa tra la popolazione meno giovane. Il paziente potrà avere informazioni preziose attraverso una semplice ecografia"

SLF/Cobas “Poco responsabile il comportamento dell’ass. Lo Moro sui farmaci”

30/10 In una nota a firma del segretario nazionale aggiunto, Angelo Vitale, il Sindacato dei lavoratori dell'industria farmaceutica (Slf cobas) sottolinea "i ritardi dell'assessorato regionale alla Salute nel rendere operativa la delibera di Giunta del 29 giugno scorso con la quale è stato approvato il protocollo d'intesa per la regolamentazione dell'informazione scientifica sui farmaci", esprimendo, al contempo, "grande disappunto per il comportamento poco responsabile di chi ha il compito di gestire la sanità in Calabria". "Il protocollo approvato dalle associazioni culturali degli informatori scientifici del farmaco e da Cgil, Cisl e Uil e condiviso da Slf cobas, e quindi da tutte le rappresentanze degli informatori, fatto mai avvenuto in precedenza, non è gradito a talune industrie, che, oltre a produrre forti pressioni sull'Assessorato alla Salute, sta raccogliendo attraverso dipendenti, forse non sufficientemente indipendenti, firme di protesta da esibire a conforto delle loro posizioni. In buona sostanza si vuole contrapporre alle posizioni espresse dalle parti sociali e dalle associazioni culturali le posizioni di chi ha interesse a che la spesa farmaceutica aumenti indipendentemente dalle reali esigenze di salute dei cittadini e delle risorse disponibili. A questo punto è necessario che l'Assessore alla Salute dica chiaramente da quale parte sta e, più esattamente, se intende applicare gli strumenti di contenimento della spesa farmaceutica identificati insieme alle organizzazioni sindacali ed alle associazioni culturali degli informatori scientifici oppure se intende assecondare le pressioni ricevute da talune industrie che intendono incrementare le vendite dei farmaci in Calabria". "E' necessario inoltre - sostiene ancora il sindacato Slf cobas che l'Assessore chiarisca perché alcune Asl hanno avviato la distribuzione dei farmaci agli assistiti attraverso gli ospedali invece che presso le farmacie private sotto casa o nel loro comune, creando gravi disguidi agli ammalati e alle loro famiglie, senza produrre alcun risparmio documentabile e violando accordi vigenti sottoscritti dal suo predecessore e dalle organizzazioni sindacali e dalle categorie, che hanno prodotto un risparmio di 27 milioni di euro ed un migliore servizio all'utenza. L'Assessore alla Sanità e la Giunta regionale hanno la responsabilità dell'assistenza farmaceutica e dei posti di lavoro di quanti operano nel settore, entrambi messi in discussione da scelte politiche azzardate e da industrie che usano l'occupazione come merce di scambio nei riguardi di governi che intendono ricondurre la vendita dei farmaci entro limiti accettabili. Auspichiamo che la Giunta regionale, invece di assecondare industrie che mirano solo ad accrescere i loro utili, che investono in altre regioni e non in Calabria, tuteli i lavoratori che operano nella farmaceutica, evitando che la Regione stessa continui ad essere trattata solo come un mercato da sfruttare. L'Assessorato alla Sanità badi a garantire l'assistenza farmaceutica agli ammalati ed i posti di lavoro degli informatori scientifici del farmaco (circa 1100), smettendola di scopiazzare soluzioni applicate da chi ha altre esigenze, altre strutture e altre risorse sulle quali contare e rinunci, inoltre, ad accettare le lusinghe di industrie che già affermerebbero che l'Assessorato alla Sanità avrebbe deciso di rompere i rapporti con i sindacati e di disattendere la delibera 445 approvata della Giunta e pubblicata sul Bollettino ufficiale della Regione".

Paolini (Aiop) “Contratto non firmato per carenze dei fondi delle regionI”. Solidarietà della conferenza delle Regioni ai lavoratori

26/10 ''E' ben noto alle parti interessate che, se fino ad oggi non si e' potuto procedere alla firma del nuovo contratto, e' perche' le Regioni non hanno, nonostante gli impegni assunti, dato la copertura ai maggiori costi che vengono a gravare sulle case di cura gia' flagellate dagli abbattimenti dei budget e delle tariffe''. E' quanto afferma in una nota Enzo Paolini, presidente regionale dell' Aiop. ''Come spesso succede - prosegue - le organizzazioni sindacali, in presenza di rivendicazioni legittime, applicano strategie errate quanto fuorvianti, ricorrendo ad informative parziali se non omissive. Come e' il caso dell' incontro avvenuto in sede Aiop per la definizione dell' iter della firma del nuovo contratto che interessa i lavoratori dell' ospedalita' privata. Nonostante l' inadempienza delle Regioni, l' Aiop si e' dichiarata disponibile a riconoscere, con decorrenza immediata, gli aumenti previsti dal nuovo contratto mentre per le annualita' pregresse la compensazione degli aumenti maturati va trattata, Regione per Regione, sulla base della copertura effettivamente corrisposta dai governi regionali alle case di cura. Ne' Aiop, quindi, ne' altri hanno mai affermato 'che si puo' fare il contratto ma senza arretrati, facendo cosi' sparire tre anni di salario dalle tasche dei lavoratori'''. ''Una proposta corretta e leale da dividere - aggiunge Paolini - in due tempi: l' applicazione immediata del nuovo contratto ed il pagamento degli aumenti maturati, per l' ineludibile ruolo che le Regioni sono chiamate a svolgere, viene strumentalmente travisata nella consapevolezza che, riportandola correttamente, venivano a mancare i presupposti per inscenare l' occupazione della sede dell' Aiop. In questo contesto si inserisce la dichiarazione, piu' irresponsabile che provocatoria, dell' assessore regionale alla Sanita' della Toscana, Enrico Rossi, peraltro coordinatore di tutti gli assessori regionali nella conferenza Stato-Regioni''. ''Una sorta - conclude - di ritenuta alla fonte, in pratica, applicata d' imperio e con la deliberata e consapevole violazione degli obblighi contrattuali certamente non modificabili unilateralmente. Piu' opportunamente e in sintonia con le responsabilita' affidategli, l' assessore alla sanita' della Toscana farebbe bene, nella programmata conferenza Stato-Regioni di domani, di chiedere conto ai colleghi delle altre Regioni che fine hanno fatto gli impegni assunti con le case di cura per concorrere alla copertura dei nuovi aumenti contrattuali''.
La Conferenza delle Regioni ha espresso la propria solidarieta' ai lavoratori della spedalita' privata il cui contratto di lavoro e' scaduto da 34 mesi ed ha invitato gli imprenditori ''ad assumersi pienamente la responsabilita' che loro compete e a garantire i diritti fondamentali dei lavoratori''. E' quanto si legge nell'ordine del giorno approvato stamane dalla Conferenza delle Regioni, convocata dal presidente Vasco Errani, a proposito della situazione che si e' creata nel settore privato della sanita'. ''La Conferenza delle Regioni e delle Province autonome e' consapevole - si legge nella nota - della difficile situazione che si e' creata per i lavoratori della spedalita' privata. Oltre ad esprimere la solidarieta' ai lavoratori manifesta anche la propria preoccupazione per il protrarsi di una situazione di tensione che puo' produrre, se non risolta rapidamente, problemi e disagi nell'erogazione e nella fruizione dei servizi sanitari. Il livello delle tariffe, che peraltro in molte Regioni e' stato periodicamente aggiornato, non puo' costituire una ragione per i ritardi della stipula del contratto poiche' le stesse tariffe sono comunque onnicomprensive e in ogni Regione hanno una loro specifica valutazione nel contesto dell'intera programmazione della spesa sanitaria''. La Conferenza delle Regioni e delle Province autonome e' impegnata a valutare le iniziative finalizzate a favorire una positiva conclusione delle trattative e si riserva, in rapporto allo sviluppo della vicenda contrattuale, di verificare la compatibilita' e la congruita' dei comportamenti imprenditoriali con il rispetto dei contratti stipulati

A Reggio e Cosenza la campagna “Apri gli occhi”

24/10 Farà tappa da giovedì anche in Calabria, ed in particolare a Reggio e Cosenza, la campagna di prevenzione "Apri gli occhi" per la conoscenza e la prevenzione dei disturbi della vista dedicata ai bambini. L'iniziativa, che in Calabria sarà ospitata fino a sabato 4 novembre, è promossa dalla sezione italiana dell'Agenzia internazionale per la prevenzione della cecità (Iapb), in collaborazione con il Ministero della Salute. Vista la grande adesione al progetto in occasione deella scorsa edizione la campagna quest'anno porterà il tema della salvaguardia della vista nelle scuole di 30 città in tutta Italia. A Reggio Calabria e Cosenza "Apri gli occhi" farà tappa in numerose scuole elementari. In ogni istituto sarà organizzato uno spettacolo educativo-scientifico della durata di 40 minuti. Gli attori coinvolgeranno direttamente i bambini con dimostrazioni pratiche di alcuni fenomeni legati alla vista. Durante lo spettacolo si farà riferimento ai personaggi di una storia contenuta nel dvd divulgativo, "Il pipistrello Bat", che sarà distribuito a tutti i bambini. Un divertente cartoon della durata di circa 20 minuti, in cui, in un'inusuale cornice boschiva, Bat, un piccolo pipistrello miope, insieme a Mr Gugù, un insegnante-gufo dal caratteristico accento inglese, e a Foxy, una volpe-oculista, tra le dispettose incursioni dei gufetti Gupy, Mugy, Whoopy e Nerino, parleranno della vista, dell'occhio e del modo di conservarli in salute. Il dvd contiene al termine un questionario interattivo che permetterà alla Iapb Italia di fare una mappatura dei problemi più diffusi connessi alla vista e dei comportamenti delle famiglie italiane in fatto di salute visiva. Oltre al dvd sarà distribuito un opuscolo da leggere insieme ai genitori con alcuni consigli per salvaguardare la vista. "Si tratta - è detto in un comunicato - di un'iniziativa che unisce a un alto valore scientifico un forte richiamo sociale: nel mondo vi sono circa 37 milioni di non vedenti (un milione e 500 mila dei quali hanno meno di 15 anni) e 124 milioni di ipovedenti (coloro che hanno un visus inferiore a 3/10). In Italia i non vedenti sono circa 350 mila e gli ipovedenti oltre 1 milione e 500 mila. La Iapb Italia, con questa campagna, coinvolgerà più di 100 mila bambini dai 6 ai 10 anni e, naturalmente, i loro genitori e insegnanti". L'Agenzia internazionale per la prevenzione della cecità è un organismo non governativo riconosciuto dall'Organizzazione Mondiale della Sanità.

I dipendenti delle case di cura di Belvedere pronti ad occupare l’AS

19/10 I circa 400 dipendenti delle case di cura di Belvedere Marittimo lamentano lo stato di crisi che ha colpito le strutture private dove prestano servizio e sono pronti a mettere in atto ogni forma di protesta per vedere tutelati i propri diritti. Qualora fallisse il tentativo dei sindaci di Belvedere Marittimo, Buonvicino, Sangineto, Bonifati, Acquappesa, Fuscaldo, Guardia Piemontese, Maiera', Santa Maria del Cedro e Belmonte Calabro, nella riunione prevista per lunedi' prossimo all'assessorato regionale alla Sanita' con Doris Lo Moro, i dipendenti delle case di cure, sostengono, stanno valutando la possibilita' di occupare la sede dell'Azienda sanitaria di Paola e, successivamente, della sede della Giunta regionale, come e' gia' avvenuto negli anni scorsi.

Ass. Lo Moro “Il Papa Giovanni tra le priorità”

18/10 "Il Papa Giovanni XXIII è tra le priorità alle quali lavoriamo. L'obiettivo principale è tutelare gli ospiti della struttura, sia dal punto di vista sanitario che sotto l'aspetto della loro dignità umana". E' quanto ha detto l'assessore regionale alla Salute, Doris Lo Moro, rispondendo ad una domanda del settimanale "Gente", in edicola oggi, circa la vicenda della struttura sanitaria Papa Giovanni che è stata sequestrata nei giorni scorsi. "La mole di debiti - ha aggiunto - è tale da costituire un serio ostacolo. E' una situazione assai complessa, perché occorre rispondere, oltre che all'interesse dei pazienti, all'esigenza di salvaguardare i 600 posti di lavoro finora garantiti dall'istituto. Ciò che certamente la Regione non può fare, perché non ne ha titolo, è farsi carico della situazione debitoria dell'ente, che è pur sempre un soggetto privato. La Fondazione che gestisce l'istituto ha accantonato l'ipotesi di una cessione ai privati, che non avrebbe garantito il pieno soddisfacimento degli obiettivi. Stiamo quindi lavorando alla costituzione di un soggetto misto pubblico-privato che permetterà di riconvertire l'istituto in una moderna struttura riabilitativa". "L'Asl competente, supportata dalla Regione, - ha concluso l'assessore - ha affidato a Sviluppo Italia lo studio di fattibilità. Sono fiduciosa nell'esito positivo".

In Calabria giovani depressi e malati per colpa delle tecnologie

17/10 In Calabria nove giovani su dieci 'abusano' dei "media elettronici", di internet, chat, blog e cellulare. E il dieci per cento dei ragazzi, fra i 10 e i 14 anni, soffre di depressione, ansia da confronto e fobie da mancanza d'identità. Questi dati sono emersi nel corso del Congresso Nazionale della Società Italiana di Psichiatria. Il 90 per cento degli under 21 usa in modo compulsivo le nuove tecnologie. Di questi oltre 5.200, ogni anno, sviluppano una forma di psicodipendenza più frequente nei maschi. Questa generazione, chiamata "generazione wireless", cioé 'senza fili', è costituita da adolescenti il cui comportamento e stile di vita è caratterizzato dall'utilizzo in modo intensivo e compulsivo dei media digitali. Circa il 5 per cento dei 105 mila ragazzi calabresi di età compresa tra 17 e 21 anni sono in tutto e per tutto dipendenti dal mondo virtuale. Per loro internet, blog, chat e telefonini sono una vera e propria droga. Ma, secondo recenti stime degli esperti, un giovane su cinque fra i 'tecnodipendenti' è anche affetto da un disturbo della personalità intesa come difficoltà di relazione con se stessi e con gli altri o da un'altra patologia mentale. "Si parla di dipendenza - spiega il presidente della Società di Psichiatria della Calabria, Raffaella Violetta - se il ragazzo ha sintomi di astinenza quando è costretto a stare lontano dal computer o dal telefonino e se ci sono segnali che indicano la perdita del contatto con la realtà.I giovani 'intossicati' dalle tecnologie si assentano da scuola per molti giorni senza una reale giustificazione o addirittura l'abbandonano, perdendo contatti con il gruppo degli amici e partecipando sempre meno alle attività familiarì. Il profilo del ragazzo che si rifugia patologicamente nella rete è quello di un soggetto fragile con segni di una depressione, che non riesce a contrastare forse proprio a causa dell'incapacità di regolare le proprie emozioni. Anche per la dipendenza da telefonino tutto fa supporre che giovani e giovanissimi, che non riescono a staccarsi dal cellulare per chiamate o messaggini finiscono con lo sviluppare una dipendenza forte e patologica, associata a disturbi emozionali". Ma oltre nove mila giovani in Calabria soffrono, anche, di depressione, ansia da confronto e fobie da mancanza d'identità. Ma solo il 40 è in contatto con gli specialisti e meno del 30 per cento dei casi di depressione viene diagnosticato. Solo il 15 per cento dei giovani pazienti riceve cure adeguate, anche se solo per brevi periodi. Dopo un anno, solo un adolescente su sei é ancora in trattamento. I problemi più diffusi sono l'ansia del confronto e la fobia della mancanza di identità, cioé l'incapacità di definire la propria identità e quindi di operare delle scelte, che riguarda il 6,5 per cento dei preadolescenti. Ma si avvertono, anche, i disturbi del comportamento (1,2 per cento) e la depressione che, secondo alcune stime, interessa addirittura il 15 per cento degli adolescenti. Questi disagi sono più frequenti nelle ragazzine (60 per cento dei casi). Il sesso femminile può essere considerato un "fattore di rischio" per i disturbi emozionali, come lo sono la convivenza con un solo genitore, avere una madre poco istruita o una famiglia con basso reddito. "Nel caso della depressione - spiega Raffaella Violetta - viene diagnosticato meno del 30 per cento dei casi. Per di più, i ragazzini in cui è stata riconosciuta una depressione vengono difficilmente curati in maniera corretta. Ciò riflette quanto accade anche fra gli adulti. La maggior parte dei pazienti con depressione interrompe il trattamento appena inizia a sentirsi meglio, e quando i sintomi sembrano meno gravi. Purtroppo, cure inadeguate o non protratte abbastanza a lungo non fanno che aumentare il rischio di ricadute". Il 50 per cento dei disturbi dell'umore si manifesta proprio durante la preadolescenza. Il vero obiettivo è 'intercettare' i pazienti prima che sia troppo tardi, in modo da intervenire con le cure più opportune ed evitare le pesanti conseguenze dei disturbi mentali, come il suicidio, l'abuso di sostanze, i disturbi del comportamento alimentare o i problemi di adattamento sociale. "Soprattutto la famiglia e la scuola - aggiunge Violetta - possono e devono accorgersi dei segnali di disagio dei giovani. Purtroppo l'età che va dai 10 ai 18 anni è molto critica per l'insorgenza dei disturbi mentali, rappresenta una specie di "terra di nessuno". I neuropsichiatri infantili si occupano di solito di patologie della prima infanzia, mentre gli psichiatri curano i pazienti dopo i 18 anni; anche se di fatto non esiste una psichiatria preadolescenziale e adolescenziale. Questa situazione, infatti, rende ancora più difficile la prevenzione, il monitoraggio e il trattamento dei disturbi mentali nei giovanissimi"

Il 17% dei calabresi allergici sul posto di lavoro

13/10 In Calabria il 17 per cento degli allergici soffre di questa patologia sul posto di lavoro. Il dato emerge da un' indagine realizzata da Gfk-Eurisko, in collaborazione con la Fondazione Charta e la Scuola superiore Sant'Anna di Pisa per conto di Schering-Plough ed e' stata presentata nel corso di una conferenza stampa a Milano. I malati chiedono di abbattere le ''barriere allergologiche'' e dopo aver reso gli uffici liberi dal fumo chiedono a datori di lavoro di renderli anche ''liberi da allergie''. I medici invitano a non sottovalutare i sintomi e a guardare con fiducia agli antistamicini di seconda generazione, come la desloratadina, che consentono di controllare i sintomi della rinite persistente senza influire sulle attivita' lavorative e sul rendimento scolastico. Il 45 per cento dei calabresi allergici intervistati dice che nel proprio ambiente di lavoro o nell'aula scolastica affronta quotidianamente almeno due-tre condizioni di rischio: la presenza di muffe (15 per cento), la condensa alle finestre (14 per cento), l'impossibilita' di aprire le finestre perche' assenti o sigillate (6 per cento), l'immissione di polveri (9 per cento), la scarsa pulizia (13 per cento), il fatto di trovarsi in un edificio storico con tutto cio' che ne consegue (21 per cento) e l'alta concentrazione di persone per metro quadro (42 per cento). Nel 60 per cento dei casi tutti i sintomi sono riconducibili ad insufficienza respiratoria causata dalla polvere. Le allergie a scuola o al lavoro sono diventate, ormai, un' emergenza sociale. Il 39 per cento degli italiani intervistati si rivela un ''forte sofferente'' perche' questo loro vivere ''senza respiro'' in ufficio o nelle aule ha un fortissimo impatto nella vita quotidiana. Tanto che lamentano un trenta per cento in meno di produttivita' che, per un terzo degli allergici, si traduce in piu' di due giornate di lavoro o di lezioni perse ogni anno. Queste allergie non conoscono stagionalita' e sono presenti, dunque, tutto l'anno. La percentuale piu' alta riguarda proprio la Calabria, con 17 allergici su 100 sul posto di lavoro. Alte percentuali si registrano anche in Liguria, Campania, Emilia Romagna, Sardegna, Sicilia, Lazio e Toscana. Per il 21 per cento degli intervistati su scala nazionale ci sono almeno quattro elementi di rischio. La situazione peggiora molto nel Lazio (si arriva al 30 per cento) e in Calabria e Basilicata (29). ''Purtroppo molti pazienti - spiega il responsabile del Centro di Allergologia pediatrica dell'Universita' di Verona e oridinario di Pediatria, Attilio Boner - non sanno di soffrire di rinite allergica persistente, ovvero di quella forma che secondo le recenti linee guida Aria si manifesta per piu' di quattro giorni la settimana e per piu' di quattro settimane l'anno. Anche perche' la patologia si presenta spesso con la sensazione di naso chiuso, che viene progressivamente considerata normale. Questo quadro va invece affrontato anche per ridurre il rischio che la rinite porti allo sviluppo di asma bronchiale. Oggi disponiamo tra l'altro di antistaminici di seconda generazione, come la desloratadina, che oltre ad essere efficaci sui sintomi non provocano sedazione e non influiscono sull'attivita' lavorativa''. Dall'indagine Gfk-Eurisko emerge anche che gli italiani mostrano scarsa attenzione verso questa patologia. Una persona su cinque non e' mai andata dal medico per questi problemi e il 27 per cento degli intervistati non prende alcuna misura terapeutica nei confronti della patologia e dei sintomi. ''Dobbiamo insegnare ai ragazzi - dice Mauro Calzolari, componente dell'Area respiratoria della Societa' italiana di Medicina generale (Simg) e presidente della sezione di Varese - che l'allergia e' una malattia cronica che ha bisogno di trattamento, sia nell'ambiente di lavoro sia con i farmaci. Il medico ha un ruolo fondamentale sia per riconoscere l'origine dei sintomi e indicare l'eventuale terapia, sia per creare una maggior consapevolezza sul ruolo dell'ambiente nella genesi di queste patologie. Come Simg ci stiamo muovendo in questa direzione''. Secondo il presidente di Federasma, Carlo Filippo Tesi ''e' fondamentale arrivare ad abbattere le 'barriere allergologiche' in modo che i pazienti con allergia respiratoria, gia' penalizzati dalla patologia, non siano trattati anche dallo Stato come cittadini di serie B. Attualmente nessun dispositivo di legge obbliga ad arredare e corredare uffici e scuole evitando l'impiego di moquette, tappeti, tendaggi, poltroncine e divani imbottiti, ovvero di arredi che possono risultare insopportabili per il soggetto allergico''

In Calabria le giornate sulla sclerosi multipla

13/10 Lo scorso anno in Calabria l'iniziativa delle giornate per la sclerosi multipla, in programma sabato e domenica, ha consentito la raccolta di oltre 56.500 euro, fondi che sono stati impiegati per il 50% per l'assistenza alle persone con sclerosi multipla e il sostegno alle loro famiglie, e per la restante parte per il finanziamento della ricerca scientifica. Le persone con sclerosi multipla in Calabria sono circa 1.500. Sul territorio sono presenti 5 Sezioni AISM a Catanzaro, Cosenza, Crotone, Reggio Calabria e Vibo Valentia. In Calabria le Sezioni AISM offrono alle persone con sclerosi multipla e ai loro familiari i seguenti servizi di assistenza: segretariato sociale, supporto all'autonomia della persona, attivita' ricreative e di socializzazione, telefono amico, trasporto, visite specialistiche, fisioterapia ambulatoriale e domiciliare e attivita' di informazione, sensibilizzazione e raccolta fondi. I soci e i sostenitori sui quali l'AISM puo' contare in questa Regione sono circa 18.000. In un anno le ore dedicate dai volontari della Calabria alle persone colpite da sclerosi multipla superano le 86.000. In particolare 1.000 ore sono impegnate nella segreteria sociale, piu' di 4.000 nell'aiuto domiciliare e 8.000 ore nell'attivita' ricreativa e di socializzazione. Nella Sezione AISM di Reggio Calabria e' attivo il Centro sociosanitario per le persone con sclerosi multipla del territorio. Il Centro offre servizi di terapia riabilitativa, ambulatoriale e domiciliare, assistenza medico specialistica, consulenza legale, assistenza fiscale, segretariato sociale, supporto al ricovero ospedaliero e trasporto con mezzi attrezzati. La Sezione AISM di Cosenza offre servizi di segretariato sociale e telefono amico, servizi di trasporto, supporto all'autonomia della persona, supporto al ricovero ospedaliero, assistenza medico specialistica anche domiciliare e, infine, consulenza legale. I fondi, che saranno raccolti con la prossima edizione di ''Una Mela per la Vita'', verranno utilizzati per mantenere e potenziare le attivita' di assistenza alle persone con sclerosi multipla e alle loro famiglie e per finanziare le attivita' di ricerca scientifica. Le citta' della Calabria visitate da ''Una Mela per la Vita'' sono: Catanzaro, Cosenza, Aprigliano, Altomonte, Belsito, Casole Bruzio, Cellara, Cariati, Castiglione, Castrovillari, Celico, Cerzeto, Corigliano Calabro, Dipignano, Domanico, Donnici, Fagnano Castello, Fiumefreddo, Francavilla Marittima, Fuscaldo, Laurignano, Mangone, Mendicino, Marano Principato, Montalto Uffugo, Longo Bucco, Pedace, Pietrapaola, Redipiano, Rende, Rocca Imperiale, Roggiano Gravina, Rogliano, Rose, Rossano, Rovito, San Giovanni In Fiore, San Fili, San Lucido, San Marco Argentano, San Pietro In Guarano, Spezzano Della Sila, Villapiana , Acri, Crotone, Crucoli, Ciro', Ciro' Marina, Torre Melissa, Rocca Di Neto, Belvedere Spinello, Umbriatico, Reggio Calabria, Archi, Bagaladi, Bagnara, Catona, Cinquefrondi, Gioia Tauro, Lazzaro, Pellaro, Polistena, Siderno, Vibo Valentia, Ionadi.

Allarme sociale in Calabria: in aumento la dislessia

12/10 In Calabria, così come nelle altre regioni del sud, su cento bambini che frequentano la scuola elementare, 34 hanno difficoltà di apprendimento. Di questi, in 10 sono dislessici veri e propri; 12 sono bambini con difficoltà scolastiche legate piuttosto ad un disagio ambientale, scolastico o familiare e 12 sono bambini che, alla fine della seconda elementare, riescono da soli a superare e risolvere le difficoltà. Il dato è emerso a Roma in occasione della presentazione del Convegno sui Disturbi dell' Apprendimento organizzato a Roma dall'Istituto di Ortofonologia il 14-15 ottobre. "Spesso si arriva con troppa facilità alla diagnosi di dislessia- hanno spiegato Federico Bianchi di Castelbianco e Magda Di Renzo, psicoterapeuti dell' età evolutiva dell' Istituto di Ortofonologia di Roma - il criterio diagnostico è basato sulle evidenti difficoltà di apprendimento e sulla impossibilità di attribuire questa difficoltà ad una causa. Pertanto se i bambini presentano deficit neurologici, sensoriali o hanno subito traumi psichici non rientrano in questa diagnosi. Ma la grande discordanza oggi è tra chi ipotizza che alla base ci sia una causa genetica o comunque biologica e chi, come noi dell' Istituto di Ortofonologia di Roma, attribuisce fondamentalmente ad una non adeguata maturità affettiva l' insufficiente espansione dell' organizzazione del pensiero complesso".

Per colpa dell’obesità, una inversione di tendenza nella longevità

10/10 Le malattie determinate all’obesità e dal soprappeso che ormai interessa un bambino italiano su tre mettono a rischio il primato nazionale di longevità in Europa, con la piu’ alta aspettativa di vita dopo i 65 anni, conquistato grazie soprattutto ad una alimentazione fondata sui principi della dieta mediterranea. E’ quanto afferma la Coldiretti in occasione dell’Obesity day nel sottolineare la necessità di trasferire alle nuove generazioni i principi di una corretta alimentazione fondata su cibi come la frutta e verdura che assicurano naturalmente l’equilibrio dietetico necessario a rimanere in forma. Pane, pasta, frutta, verdura, extravergine e il tradizionale bicchiere di vino consumati a tavola in pasti regolari garantiscono agli oltre dieci milioni di italiani over 65 una vita media di 77,4 anni per gli uomini e di 83,6 anni per le donne, nettamente superiore alla media europea, che - sottolinea la Coldiretti - potrebbe non essere raggiunta dai giovani. La colpa è - sostiene la Coldiretti - dell’abbandono della tradizionale cultura alimentare fondata sulla dieta mediterranea, con un aumento record dei casi di obesità o soprappeso, che riguardano il 36 per cento dei ragazzi attorno ai dieci anni, il valore più alto tra i Paesi Europei secondo una indagine Merrill Lynch. L’allarme lanciato dal Congresso Internazionale sull’Obesità ha messo infatti in evidenzia il rischio - riferisce la Coldiretti - che i ragazzi di questa generazione per la prima volta nella storia potrebbero essere i primi ad avere una vita piu’ breve dei propri genitori per colpa delle malattie causate dall’obesità e dal soprappeso che interessano nel mondo un miliardo di persone, un numero superiore agli 800 milioni che soffrono di denutrizione. Nella sola Unione Europea si stima che - precisa la Coldiretti - 400mila ragazzi perdano ogni anno la forma fisica con oltre 14 milioni di giovani considerati soprappeso (dei quali tre milioni obesi). Le malattie collegate direttamente all’obesità sono responsabili di ben il 7 per cento dei costi sanitari dell’UE poiché l’aumento di peso è - sottolinea la Coldiretti - un importante fattore di rischio per molte malattie come i problemi cardiocircolatori, il diabete, l’ipertensione, l’infarto e certi tipi di cancro. La preoccupazione che si sta diffondendo in Europa coinvolge direttamente anche l’Italia dove - sottolinea la Coldiretti - su 5 milioni di obesi 800mila sono affetti da obesita' grave secondo i dati divulgati nel Congresso Nazionale di Chirurgia dell'Obesita' dal quale è emerso anche che le spese socio-sanitarie dell'obesita' in Italia sono stimate in circa 23 miliardi di euro annui, per piu' del 60 per cento dovute all'incremento della spesa farmaceutica e ai ricoveri ospedalieri. Per questo - sostiene la Coldiretti - occorre intervenire nelle case e nelle scuole con una maggiore attenzione ai menu’ anche delle mense dove deve essere garantita la presenza di cibi sani come i prodotti tradizionali e la frutta e verdura locale che troppo spesso mancano dalle tavole delle giovani generazioni. Un obiettivo che - continua la Coldiretti - può anche essere incentivato con l'aiuto dei nuovi distributori automatici di frutta e verdura snack che si stanno diffondendo e dove è possibile acquistare frutta fresca, disidratata o spremute senza aggiunte di zuccheri o grassi come alimento rompi-digiuno per una merenda sana alternativa al “cibo spazzatura”. Una strada che - conclude la Coldiretti - sta per essere percorsa anche negli Stati Uniti con l’impegno delle principali industrie multinazionali (Kraft Foods, Mars, Campbell Soup, Danone and PepsiCo) a ridurre il contenuto di grassi, zucchero e sale negli snacks venduti in macchinette, negozi o bar nelle scuole americane assunto dopo la battaglia condotta dalla William J. Clinton Foundation dell’ex Presidente USA

Assemblea dei medici precari il 12

04/10 Il recente accordo di medicina generale – è detto in una nota- pubblicato sul B.UR.C della Regione Calabria del 16/09/2006 prevede la soppressione di numerose postazioni di Guardia Medica. Per tale motivo , i medici precari cosiddetti " trimestrali " indicono una pubblica assemblea per giorno 12 ottobre 2006 alle ore 15,30 che si terrà presso la sede dell'Ordine dei Medici della provincia di Cosenza alla presenza del presidente Dott. Eugenio Concioni, viste le preoccupanti ripercussioni che tale accordo avrà sia sulle popolazioni coinvolte, sia sul futuro occupazionale di tantissimi medici precari

Riunione dei DS sulla sanità regionale

04/10 E' durata fino a notte inoltrata la riunione del gruppo regionale dei Ds, convocato in maniera urgente e straordinaria dal capogruppo Franco Pacenza nella sede regionale del partito a Lamezia Terme, su richiesta dell' assessore alla sanità, Doris Lo Moro. Tutti presenti alla riunione, compresi il presidente del Consiglio Regionale Peppe Bova ed il vicepresidente della Giunta, Nicola Adamo, che era stato impegnato ieri fino a tarda sera a Catanzaro in importanti appuntamenti legati alle nuove deleghe attribuitegli dal presidente Loiero al termine della verifica regionale. Ma l' importanza e delicatezza della riunione è data anche dalla presenza del segretario regionale, Carlo Guccione. Bocche cucite al termine della lunga discussione in cui sarebbero emerse alcune preoccupazioni legate a ritardi o rallentamenti sull' accelerazione di percorsi di riforma ed investimenti strutturali all' interno del sistema sanitario calabrese, tra cui alcuni atti aziendali che la Giunta è chiamata ad approvare domani nel corso della sua riunione ed il gruppo dei Ds nella sua interezza e compatezza si è schierato a fianco dell' assessore Doris Lo Moro. La discussione si è poi spostata anche su altri punti che sono domani all' ordine del giorno dell' esecutivo. "La nuova fase - dice oggi Pacenza in una lunga dichiarazione all' Ansa - per i Ds significa anche questo: un lavoro di squadra tra Giunta, consiglieri e partito che sulle questioni strategiche e di fondo oggetto anche dell' adeguamento programmatico della maggioranza intende svolgere fino in fondo il lavoro di stimolo e di suggerimento. Nei prossimi giorni - prosegue Pacenza - presenterò al gruppo e al partito una vera e propria proposta organica di lavoro, dai fatti di gestione alle proposte legislative, che possa trovare i Ds come punto di riferimento certo e di garanzia. Noi la sfida la vogliamo reggere e svolgere per davvero"

Ass. Lo Moro “Via libera alla stabilizzazione dei medici dell’emergenza territoriale

03/10 Via libera dall'assessorato regionale alla Salute alla soluzione della vertenza dei medici dell'emergenza territoriale, del servizio di guardia medica e della medicina dei servizi, finora operanti in regime di convenzione, per i quali si apre la possibilita' della stabilizzazione. Il direttore generale del Dipartimento, Raffaele Faillace, ha firmato questo pomeriggio, davanti ai rappresentanti delle associazioni sindacali di categoria, il decreto attuativo della legge regionale numero 7 approvata durante lo scorso agosto dal Consiglio regionale, che prevede il passaggio al servizio sanitario regionale. ''I contenuti del decreto, che pone fine ad una vertenza aperta dal 2000 | si legge in una nota diffusa dallo staff dell'assessore Doris Lo Moro - sono stati illustrati dallo stesso Faillace alle organizzazioni sindacali, presenti il capo struttura Carlo Scalfaro, il dirigente di settore Rubens Curia e la dirigente Rosanna Maida. Saranno ora le aziende sanitarie locali a dare concreta attuazione al decreto dirigenziale attingendo alla graduatoria dei medici da inquadrare a tempo indeterminato, secondo le loro esigenze, nelle aree indicate: prevenzione, emergenza territoriale, area sanitaria territoriale, servizi sociali. L'iter conclusivo della vicenda | prosegue la nota - ha avuto un decisivo impulso il 14 marzo scorso con l'accordo siglato fra i sindacati firmatari del contratto dei medici di medicina generale e l'assessore Doris Lo Moro''. Positive le valutazioni dei sindacalisti, che si sono dichiarati d'accordo all'unanimita' con le direttive formulate dall'assessorato. In una nota, Cisl medici, Fimmg, Fp-Cgil, Federazione medici-Uil Fpl esprimono ''viva soddisfazione per la definizione dell'iter procedurale finalizzato all'inquadramento nei ruoli dei dirigenza medica dei medici dell'area delle convenzioni della medicina generale contenute del decreto dirigenziale conclusivo dell'assessorato alla Salute''. I sindacati ''ringraziano l'assessore, il direttore Faillace ed i funzionari del settore di medicina generale per l'impegno profuso nel corso dell'ultimo anno, durante il quale il confronto con i sindacati medici si e' contraddistinto per la fattiva, partecipata e proficua collaborazione dall'inizio dell'attuale legislatura regionale fino alla soluzione della vertenza''. I sindacati auspicano che lo stesso impegno ''venga dedicato all'attivazione delle nuove procedure concorsuali per i medici che nel frattempo abbiano maturato i titoli cosi' come previsto dal decreto legislativo 229/99''. Anche l'assessore Lo Moro esprime la sua soddisfazione. ''Sono felice | afferma - di constatare che l'iter relativo alla stabilizzazione dei medici sia stato completato con il pieno accordo fra l'assessorato ed i sindacati, con soddisfazione reciproca. Il concorso positivo dei sindacati e' stato determinante, ma questo risultato va ascritto anche alla sensibilita' del Consiglio regionale, che ha approvato la legge numero 7 con la quale abbiamo dato una disciplina alla materia''.

I direttori del polo oncologico denunciano “Senza risorse, struttura in paralisi”

02/10 I direttori delle Unità operative del Polo oncologico dell'Università di Catanzaro hanno scritto al presidente della Fondazione Tommaso Campanella, Anselmo Torchia, e per conoscenza,, tra gli altri, al presidente della Regione, Agazio Loiero, per segnalre "lo stato di inerzia e di paralisi" in cui versa la struttura. "Sono trascorsi oltre sette mesi - sostengono direttori nella lettera - dall'avvenuta e tanto desiderata attivazione delle Unità operative afferenti alla Fondazione Campanella, Polo di eccellenza per la Diagnosi e Cura dei Tumori presso il Campus Universitario di Germaneto, ed in tutto questo periodo di tempo il nostro impegno, le nostre intere energie fisiche, mentali e morali sono state completamente e continuativamente assorte dalla volontà superiore di offrire assistenza di alto valore ai nostri pazienti nonostante le evidenti carenze di risorse di ogni genere incontrate quotidianamente nelle nostre corsie, nei nostri ambulatori, servizi e laboratori, nelle nostre sale operatorie. Ci siamo più volte detti che tale situazione fosse temporanea, che ci fosse la volontà di chi 'dirige' di interagire operativamente con le nostre essenziali esigenze, che il temporaneo stato di stallo amministrativo, quel muro di gomma che si scontrava con le nostre continue richieste di aiuto e supporto, potesse dissolversi in breve tempo anche se non in un solo giorno. E questo nostro pensiero, o meglio questa speranza, ci ha permesso di proseguire e di incrementare i nostri sforzi con un evidente e manifestato apprezzamento dei malati che abbiamo avuto in cura. A questo punto crediamo , però, che tale convinzione purtroppo sia stata semplicemente il frutto di una semplice illusione". Secondo i direttori delle Unità operativa, "la paralisi offende e calpesta la dignità e la salute dei pazienti ed è cinicamente indifferente alle sofferenze di chi purtroppo patisce la malattia. Ci sentiamo profondamente delusi a causa di questa cronica mancanza di risposte concrete, di azioni, di decisioni, di deliberazioni, di prese di posizione chiare, attive e positive da parte di chi come lei, avv. Torchia, ha il dovere di agire ed intervenire. Non siamo più disposti a rimanere semplici spettatori di fronte a tale paralisi amministrativa, che usa i bisogni dei pazienti per il raggiungimento di scopi che è evidente non hanno nulla a che fare con la messa a disposizione di servizi di eccellenza al malato oncologico, ma solo di occupazione di spazi di potere e di gestione. E' inutile rifugiarsi in un continuo rinvio di responsabilità ad altri. Quello che conta è la provata incapacità della Fondazione di assicurare il suo funzionamento nel rispetto sia delle regole sia dei pazienti. Noi tutti abbiamo un dovere etico e morale, oltre che medico e legale, nei confronti dei nostri pazienti e la consapevolezza del fatto che non permetteremo ulteriori dilazioni nei tempi di intervento da parte sua e della sua amministrazione". "Per tale motivo - conclusono i direttori nella lettera a Torchia - le chiediamo ufficialmente di agire, operare, assumere responsabilità e responsabilizzare, nel rispetto alle esigenze assistenziali dei nostri malati. Di fronte ad un'ulteriore evidente incapacità di operare (si sottolinea infatti che il Consiglio di amministrazione della Fondazione in ben sette mesi ha deliberato in maniera significativa una sola volta), saremo costretti a fare tutto ciò che è in nostro potere, compresa la sensibilizzazione delle autorità competenti, per interrompere senza indugio tale stato di inerzia e paralisi. Il tutto per evitare che questo immobilismo diventi uno strumento utilizzato per fini che nulla hanno a che fare con la cura del malato oncologico e che inevitabilmente ne determinano un grave ed imperdonabile danno".

I medici dell’AS di Paola ottengono la dirigenza

28/09 "E' stato approvato il provvedimento deliberativo numero 553 del 26 settembre scorso, con il quale i medici dell'emergenza dell'azienda sanitaria di Paola approdano alla tanto sospirata dirigenza medica". A renderlo noto, in un comunicato, è il segretario aziendale della Cisl medici, Gabriele Scolati. "Si corona così - prosegue Scolati - una stagione sindacale di lotte intense che ha visto protagonista questa organizzazione sindacale nelle varie sedi istituzionali regionali e che, alla fine, s'é realizzata con il disposto legislativo del 21 agosto numero 7, articolo 31. Grande merito deve essere riconosciuto al direttore generale, Ivan Cavallo, che, primo fra tutti i direttori generali delle aziende sanitarie calabresi, ha inteso espletare e finalizzare tutte le procedure relative all'inquadramento in ruolo dei medici dell'area dell'emergenze". "La nostra richiesta - conclude Scolati - è che i direttori delle altre aziende sanitarie calabresi si adeguino, prendendo ad esempio la lungimiranza e l'efficenza del direttore generale dell'Asl di Paola, e concretizzino le giuste aspettative dei medici dell'emergenza".

Assistiti fanstama: "Il comportamento di Tesi è legittimo", afferma il suo legale. Tutti i dati

UIL “Avviare un processo di riforma e riorganizzazione della sanità”

27/09 "Sul capitolo sanità, per l'importanza che assume nel contesto regionale, è necessario avviare un processo di riforme e riorganizzazioni, concertate, che puntino alla valorizzazione delle risorse umane e professionali, alla funzionalità e qualità del servizio pubblico, ad una revisione dei centri di accreditamento delle strutture private, premiando le strutture efficienti e regolari nella firma e nella conseguente applicazione dei contratti di lavoro e penalizzando quelle che puntano a lucrare sulle spalle degli ammalati e dei lavoratori". A sostenerlo sono il segretario generale della Uil Calabrese, Roberto Castagna, e il segretario generale della Fpl-Uil regionale, Raffaele Gentile, a conclusione di una Segreteria Regionale convocata sui temi della sanità. Per Castagna e Gentile, "é indispensabile salvaguardare i punti di eccellenza che comunque ci sono e rivisitare le convenzioni con le strutture che non hanno i requisiti per fare una sanità di qualità. In casi del genere, però - aggiungono - vanno salvaguardati i posti di lavoro e le relative professionalità prevedendo il passaggio nelle strutture pubbliche. Una bonifica, quindi, all'insegna di una concreta politica sanitaria che ridimensioni, fino ad eliminarli, i fenomeni speculativi ed incoraggi quanti investono seriamente sul versante privato. Bisogna, altresì, puntare ad una ragionevole riduzione della spesa farmaceutica, anche attraverso un controllo centralizzato della spesa all'interno degli ospedali, garantendo un sistema di pagamento verso il privato più puntuale e corretto". "Infine, sulla denuncia su presunti elenchi di assistiti non aventi diritto - concludono Castagna e Gentile - a parere della Uil calabrese, è necessario una verifica incrociata tra Comuni, Aziende sanitarie e ispettori della Giunta regionale per fare definitiva chiarezza su una questione che diversamente rischia di creare disorientamento, in una opinione pubblica già fortemente provata da continui messaggi di malapolitica e malaffare generalizzato".

La Calabria prima regione nella spesa per i farmaci

27/09 E' del 19% l' incremento segnato in Calabria nella spesa farmaceutica nel primo semestre del 2006. Un dato che, secondo quanto reso noto da Federfarma, colloca la regione al primo posto su scala nazionale nella classifica del consumo di medicinali. Da gennaio a giugno scorsi, secondo l' associazione dei farmacisti titolari, sono le regioni del Sud (Calabria in testa seguita dalla Puglia con 18,1% mentre la Campania ha fatto registrare l' incremento minore 5,6%), a fare registrare una maggiore spesa in medicinali quantificata in un più 13% per un totale di 2.100 milioni di euro rispetto ai 6.542 milioni di euro sborsati complessivamente in tutto il Paese. A fronte dell' aumento considerevole nell' acquisto dei farmaci in Calabria si rileva un calo dell' 1,5% nel numero delle ricette. Nel Meridione e quindi anche in Calabria, sempre secondo le cifre fornite da Federfarma sulla base dei dati dell' Agenzia italiana del farmaco (Aifa), emerge il maggiore scostamento dai tetti fissati per la farmaceutica tanto per quella convenzionata che per quella non convenzionata. Lo sforamento registrato dalla regione è del 18,9% pari a 88,08 milioni rispetto agli scostamenti molto più ampi registrati in Sicilia (323,69 milioni pari al 20,4%); Campania (273,49 milioni pari a 19,4%) e Puglia (273,49 milioni pari al 19,2%). In Calabria e Sicilia, inoltre, si registrano i maggiori ritardi nel rimborso dei medici erogati in regime di convenzione. Ritardi che diventano inevitabilmente fonte di ingiunzioni di pagamento e contenziosi. Che fare? Proprio dalla Calabria arriva una proposta per il controllo della spesa farmaceutica che ha anche una definizione "Budget familiare di spesa sanitaria annuale". A lanciarla ("sottoponendola ai tecnici regionali e a quanti di competenza", dice) è un medico di base cosentino, il dottor Ernesto Paola. "Tutto questo - spiega Paola - si dovrebbe realizzare quantizzando la spesa globale farmaceutica relativa all' anno precedente a quello dell' attuazione, dividendolo per la popolazione residente con l' esclusione delle persone riconosciute invalide. Il 'budget' - prosegue Paola - previa verifica di un' apposita commissione di esperti, dovrà essere congruo per una assistenza di base, tenendo conto delle esigenze medie di una 'famiglia standard', non considerando impreviste invalidità parziali". Nel sistema pensato dal dottor Paola "la famiglia potrà utilizzare l' intera cifra fino al suo esaurimento oppure potrà decidere, considerate le proprie disponibilità o altro, di attingere ad altri fondi o altre forme di assistenza autonome. Esaurite le risorse messe a disposizione dal Servizio sanitario regionale, bisognerà contribuire alla spesa farmaceutica gravando di 2,5 euro a confezione i farmaci di fascia e pagando per intero i farmaci in fascia C". A parere del medico cosentino "il cittadino, avendo a sua disposizione il budget regionale, necessariamente dovrà tenere conto del costo del farmaco; evitare sprechi inutili, sfruttare al massimo i farmaci in suo possesso; aggiornarsi sul prezzo dei prodotti; lavorare in simbiosi con il proprio medico; custodire il capitale residuo e assegnare un valore reale e commerciale ad un bene attualmente non considerato tale". La proposta di Paola prevede anche il riutilizzo della quota eventualmente in carico al "budget" devolvendola in parte ad un fondo comune e in parte ai fondi pensionistici della famiglia. La spesa farmaceutica potrebbe essere scalata acquisto dopo acquisto utilizzando una carta sanitaria magnetica da fornire alla famiglia o a ciascun componente della stessa alla stregua di un "salvadanaio personale"

Revocato lo stato di agitazione della clinica Sacro Cuore

26/09 La Fp-Cisl di Cosenza ha revocato lo stato di agitazione del personale della casa di cura "Sacro Cuore". La decisione è giunta al termine di una riunione svoltasi stamani in Prefettura nel corso della quale, è scritto in un comunicato della stessa Prefettura, il sindacato "ha preso atto delle confortanti notizie comunicate dall' Amministrazione della casa di cura nonché del prossimo pagamento della mensilità avanzata dal personale e dell'imminente avvio del tavolo di confronto per la contrattazione integrativa". All' incontro hanno partecipato il viceprefetto vicario reggente, Carlo Ponte; il viceprefetto e capo di Gabinetto Osvaldo Caccuri; l'amministratore unico della casa di cura, Maria Quintieri, ed il segretario generale aggiunto della Fps-Cisl, Walter Giampà. Nel corso dell' incontro, riferisce la nota della Prefettura, l'organizzazione sindacale, "dando atto della disponibilità al confronto sempre dimostrata dall'azienda, ha ricondotto la proclamazione dello stato d'agitazione principalmente al contenuto di una lettera diramata dall'Amministrazione della casa di cura con cui si preannunciava la sospensione dell'attività e la risoluzione dei rapporti di lavoro a causa delle forti difficoltà finanziarie che la stessa struttura lamenta. L'Amministratore unico - prosegue la nota - ha da parte sua confermato l'esistenza di tale pericolo per la sopravvivenza dell'azienda, riconducendola a crediti da questa vantati nei confronti della Regione Calabria a far data dall'anno 2001, comunicando nel contempo che contatti informali avuti proprio con l'assessorato regionale della Salute hanno, almeno nell'immediato, fatto rientrare il quadro allarmante descritto nella lettera".

Broccolo (Prc) “No ai tagli dei medici della Guardia medica”

25/09 "Esprimo la mia convinta solidarietà ai medici di guardia medica di alcune Asl della nostra provincia che in queste ore stanno manifestando la loro inquetudine rispetto alle possibili ed irricevibili proposte di tagli draconiani delle postazioni che giungono dall'assessorato regionale". Lo afferma, in una nota, il segretario provinciale di Cosenza di Rifondazione comunista, Angelo Broccolo. "Non c'é criterio, né logica aziendale - aggiunge Broccolo - che possono mettere in discussione decine di postazioni spesso arroccate in paesi sperduti nell'entro terra montano. Anzi sarebbe ora che sulla base degli accordi nazionali firmati anche dalla Regione si desse avvio ad una seria inchiesta sulle condizioni logistiche e di agibilità di tanti locali adibiti alla bisogna per il lavoro di professionisti mortificati nella loro umanità. Sarebbe il caso di rivedere quante volte le prestazioni aggiuntive sono state retribuite, quali mezzi hanno a loro disposizione ed altre questioni. Per molti di loro il lavoro di continuità assistenziale rimane l'unica attività, soprattutto per i trimestrali che dovrebbero avere rassicurazioni in merito. Una forte iniziativa dei sindaci dei territori interessati rimene al momento la prima iniziativa da intraprendere. Inoltre, in tema di spese e risparmi, sarebbe opportuno valutare con attenzione le varie consulenze che in tanti enti, comprese le Asl, si aprono annualmente e verificare la loro autentica utilità. Infine lo spirito della riforma sanitaria del 1978 che intendeva gareantire un pezzo importante di stato sociale ai cittadini della Repubblica è stato di recente difeso contro la devolution leghista. Sarebbbe davvero paradossale fare rientrare dalla finestra oggi quanto abbiamo scongiurato ieri".

Lo Moro sugli assistiti “Nessuna scusa da fare. Ci sono dati contrastanti, aperta un inchiesta. Bisogna collaborare”

22/09 "Non credo che ci siano gli estremi perché io chieda scusa e non ho nessuna intenzione di dimettermi: il punto è che, sicuramente, c' è stata l' amplificazione di una notizia rispetto alla quale abbiamo tutti il dovere di collaborare per arrivare a definirla nei suoi esatti contenuti". Lo ha detto l' assessore alla Tutela della Salute della Regione Calabria, Doris Lo Moro, ai giornalisti convocati dopo le polemiche scaturite alla diffusione della notizia sulla presenza di circa 400 mila assistiti inesistenti a carico del servizio sanitario regionale. Un caso che ha spinto ieri la Federazione calabrese dei medici di medicina generale (Fimmg), che ne ha contestato duramente l' entità numerica, a chiedere le dimissioni dell' assessore. "In Calabria - ha aggiunto Lo Moro - non ha chiesto scusa nessuno, nemmeno chi la sanità l' ha messa in queste condizioni. Le responsabilità dello sfascio nel settore sono in capo talmente a tanti soggetti per cui o si chiede scusa tutti in coro oppure per quanto mi riguarda, non se ne fa nulla. Ho aperto un' inchiesta su questi dati e arriveremo fino in fondo e vorrei coinvolgere anche i sindacati per velocizzare il processo. Non posso essere più precisa perché questo incontro é stato convocato all' inizio di un lavoro e non alla sua conclusione. Non si possono pretendere da me dati finali sul numero degli utenti che è stato ipotizzato elevatissimo. Così come non sono nelle condizioni di contraddire con numeri altri numeri che non ci sono. L' ipotesi di lavoro è partita da uno sbilanciamento che è eclatante. Chiediamo e offriamo collaborazione, chiediamo e offriamo rispetto". "Il dato dei 400 mila assistiti 'fantasma' - ha sottolineato ancora l' assessore - emerge da un confronto tra due elenchi ed è un dato reale; il resto è interpretazione e su questo ci dobbiamo confrontare. Non dobbiamo smentire l' evidenza ma dobbiamo cercare di capire se c' è qualcosa che non va, quali sono i danni e cosa fare dopo le tante denunce che ci sono state nel passato circa le somme erogate in più. Responsabilità? Penso che quella maggiore stia nel fatto che la pubblica amministrazione non si è attrezzata in questo percorso. Per questo intendo creare un Centro informatico regionale: intanto alla scadenza del contratto attuale non si farà più nessun appalto per la gestione esterna dei dati informatici". "Sono qui al mio posto - ha detto ancora Lo Moro - e credo che il compito che mi spetta non sia quello di dispiacermi, ma di continuare a offrire e a chiedere collaborazione. Prendo atto che c' è una categoria che pensa che il dato diffuso abbia inciso sulla propria credibilità e di questo mi faccio carico dicendo alla cittadinanza che invece si tratta di una categoria di medici verso la quale esprimo il mio appoggio incondizionato. Dopodiché questo non significa entrare nel merito di singole posizioni o di responsabilità. I medici di base sanno che per me e per noi è essenziale la loro figura. Sanno che questo non significa però fermare i controlli o non recuperare le somme versate in più. Ho escluso responsabilità da parte loro".

Medici di famiglia “Lo scandalo sui falsi assistiti è una bufala”. Chieste le dimissioni della Lo Moro che annuncia una conferenza stampa

21/09 Lo scandalo degli assistiti in Calabria "é una bufala": lo ha detto il segretario generale della Calabria della Federazione dei medici di medicina generale, Pasquale Gallucci, che, a nome della sua organizzazione, ha chiesto le dimissioni dell' assessore regionale alla Tutela della Salute, Doris Lo Moro. Il leader dei medici di base calabresi (1.780 iscritti), che si è detto "molto amareggiato per il meccanismo di denigrazione della categoria che si è innescato", ha incontrato i giornalisti a Catanzaro per chiarire la posizione della Fimmg dopo che l' assessore Lo Moro aveva denunciato la presenza nella regione di circa 400 mila assistiti inesistenti che gravavano per circa 30 milioni di euro. Sulla vicenda ha aperto un' inchiesta la Procura della Repubblica di Catanzaro. "Perché parliamo di bufala? - ha detto Gallucci distribuendo una cartellina con i numeri forniti dagli stessi servizi informativi regionali - Perché una cosa è l' archivio globale storico risalente al 1984, nel quale risultano 2.396.875 assistiti, e cosa diversa è l' archivio contabile che a luglio dava conto di 1.938.081 assistiti. Esaminando i numeri non si riesce a capire da dove è venuto fuori il dato sbandierato dei 400 mila perché si evince che mai la Regione Calabria ha effettuato pagamenti ai medici superiori al dato numerico della popolazione. Anzi, i medici di base sono stati retribuiti sempre al di sotto della reale popolazione. La Regione percepisce le quote di ripartizione del fondo sanitario in base alla popolazione residente e le aziende quelle relative ai residenti nel loro territorio. Pertanto un gran numero di assistiti non vengono mai retribuiti ai medici. La domanda è le quote di finanziamento in eccesso, rispetto al realmente corrisposti, che fine fanno?". Secondo Gallucci, inoltre, "ci troviamo di fronte da una parte a funzionari regionali estremamente ignoranti e dall' altra a una voglia, evidentemente da parte dell' assessore, di trovare scoop per sottacere i problemi veri e i veri buchi del bilancio che si verificano in ben altri settori. La nostra categoria si conferma seria ed onesta oltre che libera dal punto di vista politico. Abbiamo seri dubbi - ha detto ancora il segretario della Fimmg calabrese - sulla correttezza dell' assessore Lo Moro e se questi sono i dati chiediamo senza esitazione le sue dimissioni. Abbiamo grande stima, ma pretendiamo le sue scuse se si ha in animo di ripristinare una collaborazione che da parte nostra è stata sempre fattiva". "Non temiamo l' inchiesta della Procura della Repubblica - ha detto ancora Gallucci - ma anzi invitiamo i magistrati a indagare per mettere sotto la lente d' ingrandimento i problemi reali. Così come abbiamo più volte interessato la Corte dei conti a verificare tutti i dati".
Aiello “I comuni diano alel aziende i nomi degli assistiti deceduti”
"Quasi in modo scientifico, ogni determinato periodo di tempo, viene fuori la questione dei morti-assistiti; ed ogni volta, puntualmente, il dito accusatorio viene puntato verso i medici di base che invece sono gli unici a non avere alcuna responsabilità" E' quanto afferma in una nota il consigliere regionale di Forza Italia, Pietro Aiello, circa la vicenda degli 'assistiti fantasma'. "La tematica - ha aggiunto - può essere risolta solamente al livello amministrativo-organizzativo: se i Comuni non trasmettono i decessi e le Aziende sanitarie non hanno, quindi, la possibilità di metabolizzarli ed immetterli, in quanto nuovi dati, nell'anagrafe degli assistiti, come possono venirne a conoscenza i medici di base? Forse si pretenderebbe che i sanitari, ogni mese, telefonino alle famiglie per sapere se hanno avuto qualche lutto al loro interno? Siamo al ridicolo". 00Accanto a ciò, bisogna tenere presente - ha proseguito Aiello - anche il problema dei nuovi nati che, per ironia della sorte, non vengono inseriti nei tabulati per il motivo prima descritto, pur essendo assistiti e curati ugualmente. Alla fine, dunque, a rimetterci è il medico che per tale macchinosa ed obsoleta impostazione amministrativa, non avendo la possibilità di conoscere la reale situazione dei propri assistiti, molte volte, si trova nella impossibilità di accettarne di nuovi subendo un vero e proprio danno".
Venerdì mattina conferenza dell’ass. Lo Moro
Venerdì mattina, nella sede dell'assessorato, l'assessore regionale alla Salute, Doris Lo Moro, terrà una conferenza stampa per comunicazioni in ordine alla vicenda dell'anagrafe degli assistiti. All'appuntamento è stata invitata a partecipare la Federazione dei medici di medicina generale (Fimmg).

L’AIOP respinge le proposte di budget dei direttori generali delle AS

20/09 “Si è riunita a Catanzaro, nella sede regionale dell’AIOP, l’assemblea dei titolari delle case dei cura con la partecipazione del presidente nazionale dell’associazione, avv. Enzo Paolini. All’ordine del giorno la firma dei contratti per le prestazioni 2006 ed il recupero dei crediti pregressi risalenti, in molti casi, al 2001. Per la firma dei contratti l’assemblea ha giudicato irricevibili le proposte di budget formulate dai direttori generali delle AASSLL.”. E’ quanto informa una nota del Direttore dell’AIOP, dr Bernardo Scarpino. “I titolari delle case di cura – aggiunge Scarpino- vedono concretizzarsi nell’abbattimento dei budget, che in alcuni casi arrivano al 40% rispetto al 2005, il disegno preordinato del governo regionale di trasferire risorse finanziarie a vantaggio dell’ospedalità pubblica depotenziando e penalizzando l’ospedalità privata.
Questa procedura viene ritenuta illegittima dai titolari delle case di cura perché oltre a violare il principio di parità fra ospedalità pubblica ed ospedalità privata, di fatto mina nella sua essenzialità il diritto del cittadino a poter scegliere liberamente presso quale struttura ospedaliera, pubblica o privata, farsi curare.
Quanto ai crediti pregressi, per i quali era stata avviata una procedura di verifica finalizzata a liquidare i crediti certi ed a risolvere i contenziosi in atto, si è ancora di fronte ad un nulla di fatto anche per la intervenuta verifica politica appena conclusasi e che ha dato vita ad un nuovo assetto del governo regionale.
Le condizioni finanziarie in cui versano le case di cura restano drammatiche e ne sono un inevitabile riflesso le agitazioni dei dipendenti che lavorano nelle case di cura che subiscono gravi ritardi nel pagamento degli stipendi.
Di fronte ad una situazione così penalizzante, l’assemblea AIOP ha deliberato, in mancanza di un immediato accordo con il governo regionale sulla corretta applicazione di principi e norme, di respingere le proposte di contratto formulate dalle AASSLL e di impugnare giudiziariamente i piani attuativi da cui discendono i contratti, manifestamente e deliberatamente concepiti in aperta violazione delle norme che regolano le prestazioni ospedaliere sia da parte delle strutture pubbliche che da quelle private nell’ambito del servizio sanitario regionale.
Le case di cura restano, invece, disponibili a firmare subito i contratti che rispondono, nella condivisa strategia di razionalizzazione della spesa sanitaria, a criteri di equità nell’utilizzo delle risorse finanziarie disponibili.
La confusione del quadro politico regionale, la discontinuità intervenuta nei nuovi assetti del governo regionale, il fatto di essere ormai a tre mesi dalla fine dell’anno con prestazioni già erogate all’ 80% suggerirebbero realisticamente la proroga per il 2006 dei contratti 2005.
L’assemblea si è conclusa con un ordine del giorno, votato all’unanimità, che esprime la forte determinazione delle case di cura a contrastare il depotenziamento dell’ospedalità privata per coprire gli sprechi e le gestioni passive dell’ospedalità pubblica.

Domenica in Calabria visite gratis al cuore

20/09 Domenica, in Calabria, specialisti di Catanzaro e Palmi e numerosi ospedali terrano aperte le porte delle loro strutture non solo per dare ai cittadini informazioni sulle malattie cardiovascolari e sulla loro prevenzione, ma anche per visitare la salute del loro cuore gratuitamente attraverso la misurazione della pressione, l'elettrocardiogramma ed il controllo del colesterolo. Nel corso della giornata sarà trasmesso un filmato della Società italiana di cardiologia dedicato all'infarto. Infatti, per il presidente della Sic, Maria Grazia Modena, si tratta di "un'iniziativa, quella di tenere aperte le porte delle università, voluta dalla Società italiana di cardiologia, molto importante anche perché sono tante le persone che spesso ignorano il proprio livello di rischio cardiovascolare. Domenica vorremmo proprio che i calabresi si prendano un po' più cura del loro cuore". "Quella delle università e degli ospedali 'aperti' al servizio del cuore dei cittadini - prosegue il comunicato - si inquadra nell'ambito delle iniziative organizzate dalla Federazione italiana di cardiologia insieme alla Sic e all' Associazione medici cardiologi ospedalieri per la giornata mondiale del cuore che si terrà proprio domenica con lo slogan 'Mantieni giovane il tuo cuore'. In Calabria le strutture messe a disposizione gratuita dei cittadini, dalle 9 alle 17, saranno l'università di Catanzaro; l'Istituto di cardiologia, Utic-Asl 10, di Palmi e la Fondazione Betania Onlus di Catanzaro. Saranno aperti ai cittadini per visite ed esami anche le cardiologie degli ospedali di Cariati, Cetraro, Cosenza, Paola, Rogliano, Rossano, Trebisacce, Catanzaro (azienda ospedaliera Mater Domini e ospedale Ciaccio), Lamezia Terme, Soveria Mannelli, Melito Porto Salvo, Palmi, Scilla, Soriano Calabro e Vibo Valentia.

Insediata la commissione oncologica regionale

20/09 "Intorno all'oncologia si raccolgono molte speranze dei calabresi. Ci sono campi di intervento in cui, d'intesa con il ministro, il nostro assessorato intende realizzare qualcosa in più e questo settore, insieme con quello della psichiatria, è una delle priorità sulle quali stiamo lavorando". Lo ha detto l'assessore regionale alla Salute, Doris Lo Moro, presiedendo a Catanzaro la seduta d'insediamento della commissione oncologica regionale. Si è trattato della prima riunione della Commissione dopo dieci anni. La ricostituzione dell'organismo, composto da 22 persone, era stata formalizzata dalla Giunta regionale il 30 gennaio scorso. Della commissione fanno parte rappresentanti delle aziende sanitarie ed ospedaliere, di enti ed istituzioni sanitarie, di ordini professionali ed esperti nominati dall'assessore. Tra questi, il direttore dell'unità operativa di endoscopia dell'Istituto nazionale per la cura e lo studio dei tumori di Milano, Pasquale Spinelli, ed il direttore scientifico dell'istituto Regina Elena di Roma, Francesco Cognetti, entrambi presenti alla riunione in assessorato. "La Giunta regionale - ha detto l'assessore Lo Moro - attribuisce grande importanza alla commissione. Vorrei che fosse un luogo di discussione non soltanto formale, ma capace di determinare un avanzamento della Calabria. La sanità calabrese, pur fra problemi e ritardi può contare su molte professionalità, anche sparse per il mondo, che spesso costituiscono una rete di relazioni umane alla quale vogliamo affiancare una rete di relazioni istituzionali. Possiamo vantare la presenza nella commissione di professionalità il cui prestigio è riconosciuto a livello nazionale. Si tratta di professionisti calabresi validi che hanno accettato di lavorare per la loro terra". Dalla commissione, ha poi detto l'assessore, "dovrà scaturire una linea di programma che determinerà gli orientamenti che la sanità calabrese seguirà nel settore dell'oncologia. Da qui la partecipazione attiva delle aziende sanitarie ed ospedaliere al lavoro dell'organismo i cui suggerimenti arricchiranno anche il nuovo piano sanitario. Quello che vogliamo realizzare - ha proseguito l'assessore - è un progetto che garantisca ai calabresi una possibilità di curarsi nella loro regione. C'é infatti un'emigrazione alla quale guardiamo con fastidio ed è quella che induce a curarsi altrove anche per delle sciocchezze, ma c'é un'emigrazione che guardiamo con preoccupazione per cui bisogna mettere a disposizione di chi vive in Calabria gli stessi servizi esistenti altrove". E' stato poi il dirigente generale del dipartimento, Raffaele Faillace, ad illustrare le iniziative avviate dall'assessorato in questi mesi di lavoro. "L'oncologia - ha detto - è uno dei punti d'impegno principali dal primo giorno del nostro insediamento. Abbiamo avviato un'attività sistematica finora mai attuata in Calabria, partendo dalla raccolta dei dati epidemiologici che ci offrono un quadro dettagliato della situazione. Ma soprattutto è stato dato avvio agli screening sui tumori. Le 50 mila lettere inviate alle donne calabresi perché si sottopongano a visita diventeranno presto 150 mila. Ma soprattutto - ha aggiunto Faillace - è stato varato il progetto per l'assistenza domiciliare, che dà priorità proprio alla cura dei pazienti oncologici. All'origine di tutto questo c'é un filo logico che collega i vari interventi nell'ambito di una strategia complessiva". La commissione sarà articolata in gruppi di lavoro, ciascuno dei quali elaborerà proposte specifiche da inserire nel piano sanitario.
"Nel porgere le mie congratulazioni al dottor Cognetti per il suo nuovo incarico ho soltanto una perplessità: non vorrei che questo nuovo impegno calabrese lo distraesse dal suo ruolo di direttore scientifico dell'Istituto Regina Elena di Roma, ruolo che con tanta passione e determinazione ha rivendicato nei giorni scorsi". Lo ha detto il capogruppo della Margherita alla Regione Lazio, Mario Di Carlo, a proposito della nomina di Cognetti a consulente della giunta Loiero-bis. "Credo ha concluso Di Carlo che la direzione scientifica del Regina Elena sia troppo importante per entrare a far parte di una collezione di incarichi e ruoli. La Regione Lazio e i poli di eccellenza hanno bisogno di impegno esclusivo e a tempo pieno".

I sindacati chiedono controlli sulle strutture private

19/09 Le segreterie regionali della Fp-Cgil, Fps-Cisl e Uil-Fpl hanno indetto per dopodomani, a Catanzaro, una conferenza stampa sulla vertenza della sanità privata gestita dalle associazioni datoriali Aiop, Aris e Fdc Gnocchi. "La sanità privata - è detto in un comunicato dei sindacati - eroga prestazioni sanitarie ai cittadini, a seguito di finanziamenti provenienti dal servizio sanitario pubblico. Tali soldi sono pagati da tutti i cittadini con la tassazione del lavoro dipendente, delle pensioni, con l' Irap delle aziende, con l'addizionale regionale Irpef, con l' Iva, con il bollo auto e con altro". "Se le strutture sanitarie private sono finanziate dalla Regione in base agli accreditamenti - si domandano Cgil Cisl e Uil - e se i cittadini, con le loro tasse pagano il Servizio sanitario regionale, dove fanno a finire i soldi pagati da tutti i cittadini, avuto riguardo al fatto che la spesa per il pagamento dei lavoratori della sanità privata incide per circa il 70% sui bilanci delle strutture private? Come mai non viene rinnovato il contratto scaduto da 33 mesi ai lavoratori della sanità privata?". "Queste domande - concludono i sindacati - le facciamo al presidente della Giunta regionale e all' Assessore alla Sanità per far capire a tutti i cittadini che ruolo fondamentale ha la Regione per la verifica e controllo in questo settore così importante".

Assistiti inesistenti in Calabria, la Procura apre un inchiesta

18/09 La Procura della Repubblica di Catanzaro ha avviato un'inchiesta in merito a quanto riferito venerdì scorso, in un comunicato, dall'assessore alla Salute della Regione Calabria, Doris Lo Moro, secondo la quale la stessa Regione ha corrisposto per anni ai medici di base la quota per l'assistenza di circa 400 mila assistiti del Servizio sanitario nazionale che erano in realtà inesistenti. E questo perché, secondo quanto riferito dallo stesso assessore Lo Moro, gli stessi assistiti o erano deceduti, o si erano trasferiti in altre regioni o erano stati conteggiati più volte nella rendicontazione. A detta dello stesso assessore Lo Moro, a causa del pagamento delle quote che non avrebbero dovuto essere liquidate, c'é stato uno spreco di risorse per circa 30 milioni di euro l'anno. Il relativo fascicolo, che al momento è contro ignoti, è stato aperto dal procuratore della Repubblica vicario, Salvatore Murone, che ha anche disposto l'acquisizione presso l'assessorato regionale alla Sanità di tutto il materiale utile per lo svolgimento dell'inchiesta. La delega per l'acquisizione é stata affidata alla sezione di pg della Polizia di Stato presso la Procura. Secondo lo stesso assessore Lo Moro, inoltre, fino alla verifica fatta dagli uffici dell'assessorato regionale alla Salute, in base alla nuova anagrafe introdotta su iniziativa della stessa Lo Moro, il totale delle persone per le quali la Regione pagava l'assistenza medica superava quello degli stessi abitanti della regione, pari a poco più di due milioni.

A Catanzaro workshop sulle staminali per combattere i tumori

18/09 Un workshop internazionale sulle cellule staminali tumorali promosso e organizzato dall' Università Magna Grecia sul tema "Stemness: the bright and the dark side. Normal and Cancer Stem Cells" si terrà dal 20 al 22 settembre a Montepaone Lido. L' iniziativa, è detto in un comunicato, è stata indetta in collaborazione con l' European Molecular Biology Organization e l'istituto di Ricerche di Biologia Molecolare "P. Angeletti" di Roma. L'evento è stato possibile anche grazie al supporto dell'Assessorato regionale all' Università e alla Ricerca e al patrocinio della Regione, della Provincia e del Comune di Catanzaro. "Saranno più di 100 - è detto in un comunicato - i partecipanti al simposio provenienti da ogni parte del mondo e 30 i relatori, tra i più famosi studiosi della materia a livello internazionale. "L'esistenza di cellule staminali tumorali - ha sostenuto il prof. Morrone, delegato del Rettore Venuta per la Ricerca - é stata postulata per decadi, sulla base di varie evidenze in vitro ed in vivo. Tuttavia, solo nel recente passato la disponibilità di tecnologie adeguate ha permesso di verificare sperimentalmente l' ipotesi che la maggior parte dei tumori possiedono una struttura gerarchica nella quale una piccola popolazione di cellule staminali è responsabile dello sviluppo e mantenimento della neoplasia, e della generazione di metastasi. Queste cellule, dunque, rappresentano il bersaglio ultimo di ogni approccio terapeutico volto ad eradicare i tumori". "E' evidente che un forum dedicato alla biologia delle cellule staminali neoplastiche ed al confronto con la loro controparte normale - ha aggiunto Morrone - è di interesse primario sia per i ricercatori impegnati nella ricerca oncologica di base che per gli investigatori clinici impegnati nello sviluppo di strategie innovative di prevenzione e terapia dei tumori".

Gli assistiti più numerosi degli abitanti della Regione

16/09 Superava il numero degli abitanti della Calabria, pari a poco più di 2 milioni, quello delle persone per cui la Regione pagava l' assistenza medica fino alla verifica compiuta dagli uffici dell' Assessorato alla Salute in base ai dati della nuova anagrafe introdotta su iniziativa dell' assessore alla Salute Doris Lo Moro. E' quanto si afferma in un comunicato dello staff dell' assessore. Ieri, nel corso di una manifestazione pubblica, Lo Moro aveva reso noto che la Regione aveva corrisposto per diversi anni i rimborsi ai medici di base per circa 400 mila persone inesistenti, perché decedute, non più residenti in Calabria o erroneamente conteggiate più volte, con un aggravio per le casse regionali di circa 30 milioni euro annui, considerato che il costo di ogni assistito è di 30-60 euro all' anno. I numeri ora in possesso dell'assessorato, prosegue la nota, evidenziano che gli assistiti a carico del servizio sanitario regionale erano 2.396.875 (rispetto ad una popolazione di 2 milioni), mentre le verifiche effettuate in base al nuovo sistema informatizzato hanno consentito di quantificare il dato reale in 1.982.045, con una decurtazione del 17,31%. "In pratica - afferma l' assessore Lo Moro - la vecchia anagrafe, risalente al 1984 e dunque meno efficiente di quella da noi introdotta, non registrava i decessi, i trasferimenti, le revoche della scelta del medico di base. La nuova anagrafe, che coinvolge nella raccolta dei dati i 34 distretti sanitari di base della Calabria, che abbiamo dotato di linea Adsl e computer, fa leva su riferimenti importanti come il codice fiscale, che mette al riparo dal rischio di conteggiare più volte la stessa persona, e gli uffici anagrafe dei Comuni, per quanto riguarda i trasferimenti dei cittadini ed i decessi". Per Doris Lo Moro "il risultato è rilevante ai fini del contenimento della spesa entro i limiti del patto di stabilità, ma lo è anche in termini di ripristino della legalità e della correttezza amministrativa. Non si tratta di colpire una singola categoria, in questo caso quella dei medici di famiglia, perché sono in atto verifiche contabili in ogni singolo ramo della spesa sanitaria. Per quanto concerne l'assistenza di base, vogliamo coinvolgere le associazioni di categoria anche ai fini del recupero delle somme non dovute. Intendiamo procedere di concerto con la categoria, con la quale, del resto, è stata avviata una proficua collaborazione con la firma del nuovo contratto, per esempio in direzione dell'abbattimento delle liste d'attesa e dell'appropriatezza prescrittiva dei farmaci. Emerge, in questa operazione di verifica complessiva, anche il ruolo degli uffici dell'assessorato, rimotivati in base alle direttive politiche ricevute". "La Calabria - prosegue l' assessore alla Salute - intende allinearsi alle Regioni più virtuose, attraverso un impiego appropriato dei fondi a sua disposizione: vogliamo sapere con esattezza su quante e quali risorse possiamo fare affidamento ai fini del miglioramento qualitativo dei servizi che i cittadini invocano. Non intendiamo tenere i finanziamenti nel cassetto né tantomeno sprecarli. Vogliamo invece investirli sul territorio come abbiamo fatto per quanto riguarda la prevenzione, dove abbiamo recuperato oltre 8 milioni di euro inutilizzati. Un impegno, questo, che ha consentito alla Calabria di superare a Roma l'esame del tavolo Massicci".

La Lo Moro denuncia “In Calabria assistite 400 mila persone inesistenti. Uno spreco da 30 milioni l’anno”

15/09 La Regione Calabria ha corrisposto per anni il rimborso ai medici di base per l'assistenza a circa 400.000 persone inesistenti ai fini del servizio sanitario regionale, perche' decedute, non piu' residenti sul territorio calabrese o conteggiate piu' volte nella rendicontazione, con uno spreco di risorse pari a 30 milioni di euro all'anno. Lo ha reso noto questa sera, secondo quanto riferito in un comunicato, l'assessore regionale alla Salute, Doris Lo Moro, intervenendo a Lamezia Terme all'assemblea generale dell'Anisap, l' associazione nazionale delle istituzioni sanitarie ambulatoriali private. ''Il dato - ha spiegato l'assessore - e' emerso da una verifica effettuata dagli uffici del dipartimento alla Tutela della Salute grazie alla nuova anagrafe informatizzata degli assistiti. Le cifre in nostro possesso consentiranno gia' nei prossimi mesi una scrematura grazie alla quale realizzeremo consistenti risparmi. Occorre un'inversione di tendenza nell'impiego delle risorse disponibili e dunque la conoscenza dei dati reali e' fondamentale. Negli ultimi 24 anni non si era mai proceduto ad un aggiornamento della situazione e questo ha contribuito ad un aumento abnorme della spesa. Occorre liberare risorse da investire sul territorio, per esempio nella prevenzione, il cavallo di battaglia che ci ha consentito di superare le verifiche contabili a livello nazionale''. ''Fino a quando saro' assessore alla Salute della Regione Calabria, e conto di rimanervi ancora a lungo - ha proseguito la Lo Moro secondo quanto riferito - i dati su cui lavoreremo dovranno essere veritieri e non basati su numeri presunti''. Un criterio che l'assessore intende applicare nella ripartizione delle risorse destinate ai laboratori privati, ma anche di quelle canalizzate sulle strutture pubbliche. ''Questa amministrazione regionale - ha detto a tal proposito - ha avuto il coraggio di affermare che il pubblico avra' fondi proporzionati a cio' che produce, abbandonando il criterio della ripartizione basata su dati non oggettivi''. Ai titolari dei laboratori privati ha quindi spiegato le ragioni della scelta di procedere a contratti annuali e non piu' triennali: ''Occorrono dati certi per evitare sprechi e contratti esorbitanti. Prima di impiegare i soldi dobbiamo sapere dove prenderli. Vogliamo conti in equilibrio per rispettare il patto di stabilita'. Per questo motivo non possiamo procedere alla stipula di contratti pluriennali senza sapere quali fondi abbiamo a disposizione in sede di ripartizione a livello nazionale''. In merito ad una serie di problemi sollevati dall'Anisap, su richiesta dell'associazione, e' stato concordato di aprire un tavolo tecnico che avra' luogo lunedi' a Catanzaro, nella sede dell'assessorato.

Metà dei giovani calabresi ha problemi con l’apparato sessuale

15/09 La metà dei giovani calabresi ha problemi all'apparato sessuale che, se non curati, potrebbero causare l'infertilità. E' quanto emerge dai dati di una ricerca effettuata di comune accordo dall'Asl e dal distretto scolastico di Castrovillari, resi durante i lavori del III terzo congresso nazionale di Andrologia, in corso a Villa San Giovanni, al Castello Altafiumara. Su un campione di oltre 500 giovani maschi, studenti dell'ultimo anno delle scuole superiori che vivono nel territorio della Asl di Castrovillari, in provincia di Cosenza, la metà ha disturbi legati all'apparato genitale. Di questi, il 60% soffre di varicocele. Il resto, secondo i dati, fa i conti con patologie infiammatorie o con disagio sessuale in genere dovuto a difficoltà di vario tipo nel relazionarsi, mentre molti si dicono insoddisfatti dell'estetica del proprio pene. "Questi giovani rischiano sul serio di compromettere la loro capacità di concepire", spiega il dott. Nicola Ilacqua, andrologo, presidente del Congresso e direttore dell'unico centro pubblico andrologico presente in Calabria, il Centro Andros di Palmi. "Basta considerare - aggiunge - che se il varicocele, dilatazione anomala di vene nell'organo genitale maschile, non viene trattato con intervento chirurgico porta all'infertilità. E proprio il varicocele non curato è il primo responsabile dell'impossibilità di concepire negli uomini. Altri fattori, in ordine di frequenza, che rendono difficile la vita di chi vuole avere figli sono l'ipertermia, aumento della temperatura (quasi sempre provocata dal varicocele) che danneggia gli spermatozoi, patologie degenerative, esposizione a sostanze inquinanti, età, patologie infiammatorie dell'apparato genitale, fattori genetici. C'é bisogno di informare i giovani sui rischi che corrono". "Il dato emerso dallo studio effettuato nella Asl di Castrovillari - continua Ilacqua - è confermabile in scala regionale. E purtroppo in Calabria non esistono molti centri pubblici per la cura delle patologie dell'uomo che dovrebbero essere un po' come i consultori per le donne. Il Centro Andros di Palmi è l'unica Unità Operativa Multidisciplinare presente nella regione e uno dei pochi in Italia. Più volte abbiamo proposto all'Assessorato alla Sanità della Regione Calabria l'organizzazione di uno screening nelle scuole per individuare le malattie dell'apparato genitale degli uomini. Ma abbiamo avuto solo promesse".

Cittadinanzaattiva “Nessun segno di discontinuità negli atti aziendali”

15/09 "Possiamo dire che con gli Atti aziendali si sta scrivendo il nuovo Piano sanitario regionale". E' quanto si afferma in un comunicato diffuso a conclusione dell' attivo regionale di Cittadinanzattiva, convocato dal presidente Ludovico Criserà e al quale hanno partecipato i responsabili delle assemblee territoriali e delle sezioni del Tribunale per i diritti del malato. "L' incontro è stato indetto - riporta un comunicato dell' associazione - al fine di fare il punto della situazione sanitaria regionale, dopo l' emanazione degli Atti aziendali da parte delle aziende sanitarie ed ospedaliere della regione. Nel corso dei lavori è emerso un diffuso senso si insoddisfazione perché non sarebbero stati registrati i tanto attesi segnali di discontinuità col passato, unitamente alla considerazione unanime della scarsa considerazione in cui il ruolo dei cittadini organizzati è stato tenuto, salvo che in enunciazioni formali e prive di contenuto alcuno. Nello specifico a Crotone, ad esempio, i rappresentanti locali del Tribunale per i diritti del malato definiscono generico l' atto aziendale, ricco di contraddizioni, con il quale viene realizzata una sorta di programmazione senza dati certi, laddove non sarebbero state individuate ancora le sedi dei distretti. Tra l' altro i limiti all'interno dei quali i direttori generali si sono mossi sarebbero, a detta dei rappresentanti del Tdm,gli stessi fissati nelle Linee guida dettate dall'Assessorato alla salute, per cui i margini di manovra sono risultati essere notevolmente ristretti". "Gli atti aziendali - è detto nel comunicato - sarebbero inoltre illegittimi per una serie di rilevanti motivi che interessano i comuni ricadenti nei territori delle Aziende sanitarie. Infatti, l' organizzazione e il funzionamento interno delle varie strutture sanitarie devono essere disciplinati da appositi regolamenti, che devono costituire parte integrante dell'atto aziendale. Le Aziende sanitarie invece non avrebbero adottato tali regolamenti a corredo degli atti aziendali, esponendo questi al rischio di invalidazione non avendo, peraltro, alcuna rilevanza giuridica il proposito espresso nelle norme finali dei direttori, che si riservano di adottare tali regolamenti quando gli atti aziendali diventeranno esecutivi". "Gli atti aziendali - si sottolinea nella nota di Cittadinanza attiva - non potranno mai essere approvati dagli organismi regionali anche perché i regolamenti non possono prescindere dalla concertazione, contestuale sempre a quella dell' atto aziendale, con le rappresentanze istituzionali e con le organizzazioni sindacali. Ragioni queste che legittimano le amministrazioni comunali ad impugnare gli atti aziendali presso l' Autorità giudiziaria,in quanto produrrebbe effetti pregiudizievoli per le comunità locali".

Cresce l’offerta di prestazioni al poliambulatorio di Montalto Uffugo

15/09 Da oggi, nel poliambulatorio di Montalto Uffugo dell' Azienda sanitaria di Cosenza, sarà possibile effettuare l' esame anoproctologico. Lo rende noto un comunicato dell' Azienda sanitaria n.4 nel quale si precisa che "le prestazioni verranno effettuate dietro la presentazione di un' impegnativa con sospetto diagnostico". L' ampliamento dell' offerta diagnostica del poliambulatorio di Montalto Uffugo, è precisato nella nota, rientra "nell' ambito del potenziamento dell' attività ambulatoriale di chirurgia"

Il 24 settembre cardiologie aperte in 16 ospedali

15/09 "Mantieni giovane il tuo cuore" è lo slogan coniato per la terza edizione della giornata nazionale di "Cardiologie Aperte", un' iniziativa ideata da Heart Care Foundation (Hcf), fondazione promossa dall' Associazione nazionale medici cardiologi ospedalieri (Anmco) che si terrà domenica 24 settembre. L' iniziativa, dedicata alla promozione della salute e alla prevenzione delle malattie cardiovascolari, coinvolgerà 16 ospedali della regione. I cardiologi dell' Anmco saranno a disposizione dei cittadini dalle 10 alle 18 per fornire informazioni, distribuire materiale illustrativo, calcolare il rischio cardiovascolare e soprattutto spiegare ai cittadini come mantenere un cuore giovane più a lungo, riducendo il rischio di malattie cardiovascolari. Inoltre in alcune cardiologie sarà possibile eseguire alcuni esami per valutare la salute del cuore. "Un cuore anziano - afferma Antonio Butera, presidente dell' Anmco Calabria - è meno elastico, poco pronto a reagire agli sforzi e agli stimoli esterni e quindi anche più fragile se vi sono elementi di rischio cardiovascolare. Il processo di invecchiamento è fisiologico, ma può essere rallentato: il cuore è un muscolo e come tale, se ben allenato, può mantenersi sano e in forma molto a lungo. Per questo la nostra campagna si rivolge anche e soprattutto a giovani e giovanissimi si mantiene il cuore in forma con il passare degli anni se si è attenti alla prevenzione fin dall'adolescenza, adottando uno stile di vita salutare. Ad esempio, evitando la sedentarietà: il 40% dei calabresi non fa abbastanza movimento, invece un'attività fisica regolare è un toccasana per contrastare l'invecchiamento di cuore e vasi".

Audia (Pdm) “preoccupati per l’ospedale di San Giovanni”

14/09 "Le preoccupazioni circa il futuro dell'Ospedale di San Giovanni in Fiore, e più in generale della tutela della salute dei cittadini del nostro distretto, impongono alle forze politiche e sociali un atteggiamento di massima allerta per prevenire possibili attacchi alle nostre strutture sanitarie". E' quanto scritto in una lettera che il segretario del Partito Democratico Meridionale di San Giovanni in Fiore, Salvatore Audia, ha inviato ai rappresentanti sindacali Cgil,Cisl, Uil e Fis-Sanità, ai quali ha chiesto un incontro per un esame approfondito della questione. "Comprendiamo naturalmente - è scritto ancora nella lettera - anche le difficoltà finanziarie regionali nonché l'esigenza non più procrastinabile di una razionalizzazione del servizio sanitario regionale"

Le strutture ambulatoriali incontrano la Lo Moro

14/09 La mancata attribuzione alla specialistica ambulatoriale pubblica e privata del 13% del fondo sanitario regionale sarà al centro venerdì, a Lamezia Terme, di un incontro che l' Associazione nazionale istituzioni sanitarie accreditate private (Anisap) avrà con l' assessore regionale alla Salute Doris Lo Moro. "L' Anisap - è detto in un comunicato - raccoglie in tutta la regione ben 392 strutture con 3.400 dipendenti ed ha stipulato contratti con gli Enti per 95 milioni di euro ogni anno". "Alla riunione - riporta ancora la nota - parteciperanno i consiglieri regionali Naccari Carlizzi e Gianni Nucera. Potrebbe essere presente anche il presidente della Giunta regionale, Agazio Loiero".

Grazie alla campagna di prevenzione per le donne scoperti cinque casi di tumori

12/09 Grazie all'attività di prevenzione condotta nel primo semestre 2006 è stato possibile individuare 18 tumori mammari e 2 tumori del collo dell'utero in donne che non sapevano di essere affette da tali patologie e che si ritenevano in perfetta salute. Ad esse è stato offerto un percorso assistenziale dedicato che in gran parte hanno scelto di seguire presso le strutture sanitarie dell'Azienda sanitaria locale di Crotone. Lo rende noto, in un comunicato, il direttore dell'Asl 5, Thomas Schael, che domani mattina terrà una conferenza stampa. Lo screening per la prevenzione dei tumori del collo dell'utero e della mammella in corso nell'Azienda Sanitaria di Crotone si rivolge a tutte le donne residenti che vengono invitate ad effettuare un Pap-test gratuito ogni 3 anni, per persone di età compresa fra 25 e 64 anni e una mammografia gratuita ogni 2 anni, per persone di età compresa tra i 50 e 69 anni e, quando l'esame evidenzi qualche lesione, ad eseguire tutti gli approfondimenti successivi fino alla diagnosi e all'eventuale trattamento. Nell'Asl di Crotone sono interessate alla campagna di screening del tumore della mammella 20.708 donne, mentre per la campagna di screening del tumore del collo dell'utero 50.980. L'obiettivo del programma di screening, informa la direzione generale dell'Asl, è l'individuazione dei tumori in fase precoce (stadio iniziale) e, per quanto riguarda il collo dell'utero, anche l'individuazione ed il trattamento delle lesioni precancerose in modo da prevenire l'insorgenza dei tumori al fine di poter realizzare una terapia efficace migliorando la prognosi e la qualità della vita. In tutti i 17 Comuni nei quali si è recato l'Ambulatorio Mobile, l'inizio delle attività di screening è stato preceduto dalla realizzazione di un incontro pubblico finalizzato a presentare l'iniziativa e sensibilizzare tutti i cittadini. Nei comuni di Crotone, Cirò Marina e S.Giovanni in Fiore sono state attivate le campagne di prevenzione che si realizzano presso le strutture ambulatoriali locali. Dall'inizio dell'attività sono state invitate ad eseguire la mammografia 3546 donne, di queste se ne sono presentate 1.398 con una adesione del 41,2 %. Sono state invitate ad eseguire il Pap-test 13.523 donne, hanno aderito al nostro invito 5.559 donne con una percentuale del 42,9%. "Questi risultati, che potranno e dovranno essere migliorati, pongono la nostra Azienda - sostiene la direzione generale dell'Asl 5 - di gran lunga al primo posto tra le Aziende Sanitarie che hanno attivato gli Screening in Calabria". Dal 18 settembre, partendo dal Comune di Cutro, riprenderà l'attività di prevenzione che ci vedrà completare la prima annualità, coinvolgendo anche le donne di Isola Capo Rizzuto, Rocca di Neto, Belvedere Spinello, Cirò, Crucoli, Roccabernarda e Petilia Policastro. Per le donne del Comune di Mesoraca le due campagne di prevenzione saranno invece attivate non appena terminati i lavori di adeguamento della struttura sanitaria di Campizzi.

ASL Rossano, Caputo (AN) “Carbone si dimetta”

07/09 "Se le notizie, gravissime, riportate dalla stampa fossero confermate dagli interessati e non altrimenti smentite, l'unico atto dignitoso che il Direttore dell'Azienda sanitaria di Rossano, Carbone, dovrebbe porre in essere sarebbero le dimissioni immediate dall'incarico ricoperto". E' quanto afferma in una nota il coordinatore provinciale di Alleanza nazionale di Cosenza, Giuseppe Caputo. "Le indiscrezioni riportate in questi giorni - ha aggiunto - stanno infatti accreditando, così come da tempo andiamo sostenendo, l'ipotesi di una gestione politicizzata dell'As 3 di Rossano da parte del Direttore Giuseppe Carbone. Da ultimo, abbiamo appreso della gravissima 'richiesta' che Carbone avrebbe destinato all'attuale Direttore della Divisione di Ginecologia dell'Ospedale di Rossano, Pino Sacco. Secondo quanto riportato, a Pino Sacco sarebbe stato proposto il mantenimento della Direzione di Dipartimento, subordinandolo tuttavia al trasferimento dello stesso nell'Ospedale di Corigliano. In questo modo, si lascerebbe libera la Direzione della Ginecologia di Rossano e si potrebbe "piazzare" nella stessa un altro Primario, militante nell'Udeur. L'Udeur, partito del Centro Sinistra, visto l'andazzo generale, "giustamente" reclamerebbe, per se e per i suoi uomini, adeguate fette di gestione al Direttore Generale. Sempre secondo le indiscrezioni trapelate, se il Dott.Sacco dovesse dimostrarsi contrario alla "proposta" del vertice AS, potrebbe certo rimanere a Rossano, ma senza direzione di dipartimento". "E' mai possibile - ha proseguito Caputo - che un Direttore Generale, chiamato a gestire la sanità territoriale, invece di dare risposte adeguate agli utenti, si faccia carico delle richieste dell'Udeur o di altri partiti? E' possibile che un Primario, come il Dott. Sacco, possa essere umiliato a tal punto, per far posto a qualche sedicente allievo. Sarebbe una vergogna infinita ed al Direttore Generale non resterebbe altro che rassegnare le dimissioni immediate. La gestione della sanità, conclude Caputo, non può passare attraverso la contrattazione clientelare e la spartizione dei posti tra partiti o suoi rappresentanti o referenti". "La confusione generalizzata - ha concluso - che regna oggi sulla sanità locale, le critiche trasversali all'atto aziendale che provengono da ogni comune del bacino As, il silenzio di Carbone sulla vicenda, confusa ed equivoca, dell'Ospedale Unico e sul Dea, confermano tutte le nostre perplessità ed avvalorano le nostre censure. Restiamo in attesa di avere conferme o smentite sul gravissimo caso di Sacco".

Riparte la campagna di prevenzione sui disturbi della vista dei bambini

29/08 Riparte la campagna nazionale per la conoscenza e la prevenzione dei disturbi della vista dedicata ai bambini 'Apri gli occhi 2006'. La seconda edizione, promossa dalla Sezione italiana dell'Agenzia internazionale per la prevenzione della cecita' (Iapb) in collaborazione con il ministero della Salute, avra' inizio a ottobre e proseguira' fino alla fine di marzo 2007. Nel mondo ci sono circa 37 milioni di non vedenti, di cui 1 milione e 500 mila sono bambini sotto i 15 anni. Sono invece 124 milioni gli ipovedenti. In Italia i non vedenti sono circa 350mila e gli ipovedenti oltre 1 milione e 500 mila. Quest'anno 'Apri gli occhi' portera' il tema della salvaguardia della vista nei teatri e nei cinema di 30 citta' in tutta Italia (Ravenna, Sassari, Cagliari, Trapani, Agrigento, Caltagirone, Ragusa, Reggio Calabria, Cosenza, Potenza, Matera, Bari, Lecce, Roma, Isernia, Caserta, Avellino, Viterbo, Terni, Pescara, Ancona, Firenze, Siena,Genova, Torino, Novara, Pavia, Brescia, Trento, Padova e Gorizia). In ognuna verra' organizzato uno spettacolo educativo-scientifico e gli attori coinvolgeranno direttamente i bambini con dimostrazioni pratiche di alcuni fenomeni legati alla vista. Durante lo rappresentazione si fara' riferimento ai personaggi di una storia contenuta nel Dvd divulgativo che verra' distribuito a tutti i piccoli spettatori. Il Dvd contiene anche un questionario interattivo che permettera' alla Iapb di fare una mappatura dei problemi piu' diffusi legati alla vista e dei comportamenti delle famiglie italiane in fatto di salute degli occhi.

Rocco Trento “No allo smantellamento dell’Ospedale di Cariati”

25/08 "Le notizie relative all' approvazione dell' Atto aziendale dell' Azienda sanitaria di Rossano, con uno smantellamento dell' attuale offerta sanitaria del Presidio ospedaliero di Cariati e riconversione a semplice ospedale di lungodegenza e riabilitazione, hanno destato allarme nelle popolazioni". E' quanto afferma il presidente del Consiglio comunale di Cariati, Rocco Trento, nel testo di un telegramma inviato all' assessore regionale alla Tutela della salute, Doris Lo Moro. In particolare Trento, che è anche consigliere provinciale, chiede all' assessore Lo Moro di incontrare una delegazione di sindaci e amministratori del territorio del basso Ionio cosentino e dell' Alto crotonese. Per Trento "le decisioni dei responsabili dell'Azienda sanitaria di Rossano disattendono in modo grave la concertazione avviata nei mesi scorsi da istituzioni locali ed Azienda sanitaria di Rossano. In particolare, in più occasioni ufficiali, compreso il Consiglio comunale di Cariati del 5 luglio 2006, allargato a sindaci e del territorio e ai vertici dell'As, il direttore generale Giuseppe Carbone ha sempre rassicurato sul mantenimento del presidio ospedaliero di Cariati nella rete regionale e su una sua riconversione, con migliormaento e potenziamento dell' offerta sanitaria, da avviarsi con il coinvolgimento delle istituzioni locali".

Falbo (AN) denuncia “L’Ospedale di Rogliano abbandonato a se stesso”

25/08 “L’Ospedale Santa Barbara di Rogliano è abbandonato a sé stesso”. E’ quanto afferma in una dichiarazione il Commissario An e Consigliere comunale di Rogliano Ferdinando Falbo. “L’Amministrazione comunale – prosegue Falbo- ha fatto calare il silenzio su una vertenza di vitale importanza per il territorio, salvo qualche uscita mediatica priva di reali contenuti di novità ad opera del sindaco, mirata più a promuovere giornalisticamente i suoi incontri con la dirigenza della Azienda Ospedaliera di Cosenza che non ad imporre le ragioni della riqualificazione e del potenziamento della struttura. Qualcuno spieghi ai nostri illuminati amministratori dell’Unione che, mentre loro sono tutti presi dallo “Scialo d’agosto”, nelle stanze che contano stanno programmando la progressiva distruzione del presidio ospedaliero locale; qualcuno dica loro che il direttore dell’A.O. di Cosenza, dr. Cesare Pelaia, dopo aver lasciato scappare un professionista eccellente come il dr. Ermes Giuzio, indebolendo in misura rilevantissima il nostro nosocomio, sta meditando di infliggere nuovi colpi alla sanità roglianese. Forse il sindaco Gallo, in questa vicenda, ha deciso di recitare la parte della bella addormentata, ma vogliamo ricordargli che ha il dovere di presidiare il Santa Barbara con qualsiasi mezzo, anche se sarà necessario andare contro i manager politicamente a lui affini, poiché le istanze del territorio hanno la priorità su qualsiasi bandiera politica.
L’obiettivo politico dell’A.O. è ormai chiaro a tutti, ed è cioè quello di depotenziare l’ospedale roglianese, perché una realtà forte e produttiva nel Savuto nuoce agli interessi di Cosenza. Mentre i nostri amministratori si godono l’estate, i maggiorenti della sanità e della politica cosentina lavorano sottotraccia per indebolire il Savuto e Rogliano, nel silenzio più totale dei politici del centrosinistra che governa oramai dappertutto.
Al sindaco chiediamo: che fine ha fatto il Comitato tecnico creato per consentire a lavoratori e sindacati di supportare l’impegno dell’Amministrazione in difesa del Santa Barbara?
Più di un mese fa, insieme agli altri consiglieri di minoranza Mario Canino e Leonardo Citino di Forza Italia, e Pietro Oliveti, indipendente, abbiamo chiesto un Consiglio comunale straordinario e aperto alla partecipazione di forze politiche, sindacali, lavoratori, dirigenti dell’A.O. e cittadini per discutere del problema e pianificare le iniziative comuni da intraprendere per scongiurare il rischio di ridimensionamento dell’ospedale. Eppure l’Amministrazione Gallo non si è peritata di ignorare la nostra richiesta violando anche il regolamento comunale che, all’articolo 19 comma 3, prescrive l’obbligo per il sindaco di riunire il Consiglio “in un termine non superiore a 20 giorni dalla data in cui è pervenuta la richiesta”. Non è la prima scorrettezza di cui si rendono protagonisti gli amici dell’Unione nonostante non siano ancora passati nemmeno cento giorni dall’inizio della nuova consiliatura. Eppure, di fronte a una problematica così importante per il territorio, di fronte alle esigenze di tanti lavoratori e cittadini, non ci aspettavamo un’ottusità tanto barbara. Invitiamo il sindaco e la sua maggioranza a rimboccarsi le maniche e promuovere le opportune iniziative per salvare il nosocomio, mentre al direttore generale dell’Azienda Ospedaliera chiediamo un incontro urgente a Rogliano con tutti gli attori coinvolti per fare il punto sulla situazione e uscire dagli equivoci una volta per tutte.

La Fondazione Betania annuncia un nuovo centro di recupero a Catanzaro

19/08 Sorgerà a Catanzaro, su una superficie di oltre 30 mila metri quadri, un nuovo Centro di riabilitazione della Fondazione Betania Onlus, che è proprietaria del terreno. Il progetto - è detto in un comunicato - è stato già preannunciato al sindaco Rosario Olivo dal presidente della Fondazione, don Biagio Amato, nel corso di una visita compiuta lo scorso 2 agosto. "La struttura - è detto nel comunicato - avrà 120 posti letto, con un day hospital ed un'attività di tipo ambulatoriale e domiciliare. Ci saranno anche spazi dedicati alla ricerca e alla formazione perché la Fondazione intende offrire alla Calabria un centro di eccellenza nella riabilitazione anche per poter concorrere a contenere la mobilità sanitaria di calabresi che si spostano in altre regioni anche per prestazioni riabilitative, ma soprattutto per poter garantire alta qualità che possa portare pazienti di altre regioni del mezzogiorno e dell' area del mediterraneo a utilizzare i dei servizi del Centro". Al lavoro per l' elaborazione del progetto sono già alcuni tecnici della Fondazione, consulenti scientifici ed un architetto. Il Centro dovrebbe essere pronto entro il 2008. Sono stati già avviati i necessari e dovuti rapporti anche con le Università calabresi e con altre strutture a livello nazionale.

Papalia (CGIL) “Positivo l’accordo integrativo per i medici”

12/08 ''Finalmente s'intravede un disegno di sanita' piu' giusta''. E' quanto afferma Teresa Papalia, segretaria aziendale della Cgil medici dell'ospedale dell'Annunziata di Cosenza, facendo riferimento all'approvazione da parte della Giunta regionale, su proposta dell'assessore alla Salute, Doris Lo Moro, dell'accordo integrativo dei medici di medicina generale. ''Diamo atto all'assessore Lo Moro ¿ afferma Teresa Papalia ¿ di avere assunto alcuni provvedimenti che, pur tra mille polemiche e difficolta', dimostrano che ha a cuore il cambiamento della sanita' di casa nostra e ci auguriamo che la risposta delle aziende sanitarie e ospedaliere sia adeguata. In un quadro di sanita' regionale frammentata e scomposta, qual e' quella calabrese, cominciare a dotare realmente il territorio delle necessarie risorse assistenziali, diverse dall'ospedale, e in grado di dare risposte 24 ore su 24 ai cittadini con la costituzione delle unita' territoriali di assistenza primaria, e' un atteso atto di civilta' e rispetto del diritto alle cure da parte dei cittadini, per anni, invocata dagli operatori sanitari, sindacati e dagli stessi utenti''. ''Potrebbe essere questo - sostiene ancora la dirigente della Cgil cosentina - l'inizio della vera svolta in tema di riordino della sanita' perche' solo cosi potranno venire meno tanti alibi e potranno realmente emergere i ruoli delle varie strutture di assistenza presenti a livello regionale. Gli ospedali dovranno riprendere la loro funzione di dispensatori naturali di cure solo per le emergenze, le alte specialita' e le patologie acute, mentre il territorio dovra' essere messo in grado di garantire in qualsiasi momento l'assistenza ordinaria e di supporto per le patologie croniche, l'assistenza domiciliare, nonche' i famosi programmi prevenzione, non piu' differibili. C'e' naturalmente anche da augurarsi che di questo progetto di riordino tengano conto realisticamente anche i direttori generali delle Aziende nell' elaborazione e stesura degli atti aziendali che saranno presentati in questi giorni alla Regione''. Papalia sostiene infine che ''e' necessario che l'assessore Lo Moro non dimentichi l'importante contributo che la classe medica, che quotidianamente vive da anni i piccoli e grandi problemi legati alla non efficienza del sistema, puo' continuare a dare per l'ulteriore perfezionamento e la messa in opera della nuova rete di assistenza''.

Napoli (AN) “Insano il piano di riordino dell’AS di Palmi”

12/08 ''Pur di soddisfare le istanze provenienti da precise aree politiche, ma incurante dell'utenza sanitaria di questo territorio, lei sta continuando ad attuare l'insano piano di riordino sanitario''. E' quanto scrive Angela Napoli, deputato di An, in una lettera inviata al direttore generale dell' Azienda sanitaria 10 di Palmi, Giuseppe Putorti'. La lettera e' stata inviata dalla parlamentare di An, per conoscenza, anche al prefetto di Reggio Calabria, Luigi De Sena, ed al procuratore della Repubblica di Palmi, Vincenzo Lombardo. ''E' chiaro - aggiunge Angela Napoli - che non accettero' supinamente una simile 'imposizione' e che, pertanto, nei prossimi giorni assumero' iniziative consequenziali. Nel frattempo, pero', considerate le voci insistenti che si rincorrono nella Piana di Gioia Tauro, le chiedo se la nomina a Direttore sanitario dell' Azienda sanitaria di Palmi del dott. Rosario Bellantonio e' dettata dai corrispondenti requisiti previsti dalla normativa vigente in materia''.

La UIL approva l’atto aziendale della Azienda Sanitaria di Castrovillari

12/08 La segreteria aziendale della Uil, dopo un confronto tra gli iscritti, ha approvato l'atto aziendale adottato dalla direzione sanitaria della azienda sanitaria di Castrovillari. ''La Uil, con grande responsabilita', - si scritto in un comunicato diffuso da Vincenzo Cirigliano, segretario aziendale della Uil-Fpl - ha condiviso le strategie e la riorganizzazione dei servizi attraverso l' atto aziendale di cui l'azienda Sanitaria di si vuole dotare. Un lavoro al servizio dei cittadini e dei dipendenti che viene compiuto in sordina e senza proclami nell'esclusivo interesse di offrire servizi sempre piu' efficaci ed efficienti al servizio degli utenti. Percio', pur rispettando la strategia della Cgil e della Cisl, apprendiamo, con soddisfazione, che anche loro sono venuti sulle nostre posizioni, gia' da tempo noi avevamo espresso parere favorevole all'atto aziendale''. Cirigliano, a nome della Uil, non comprende ''come abbia fatto la Cgil a modificare il giudizio nei confronti della Direzione Aziendale dell'As di Castrovillari se fino a ieri era estremamente negativo e senza, peraltro, che ci sia stato variazione al documento proposto dalla direzione generale''. ''La Uil - ha concluso - spera che le buone intenzioni si traducano in fatti concreti per offrire servizi sempre piu' qualificati e tempestivi, soprattutto per eliminare le lunge liste d'attesa e i viaggi della speranza''.

Approvato dalla Regione il contratto integrativo per 3500 medici

11/08 Riguarda circa 3500 persone, fra medici di base, delle guardie mediche, dell’emergenza e della medicina dei servizi, l’accordo integrativo regionale dei medici di medicina generale, approvato dalla Giunta su proposta dell’assessore alla Salute, Doris Lo Moro. L’approvazione dell’accordo - si legge in una nota dell’assessorato diffusa dall’ufficio stampa della Giunta - segna una svolta, in Calabria, nel tipo di assistenza erogata ai cittadini ed è il punto di snodo di una politica mirata a dare risposte esaustive ai tradizionali e ai nuovi bisogni di salute. I profondi mutamenti dei profili demografici ed epidemiologici della popolazione intervenuti negli anni e caratterizzati dalla bassa natalità, dall’aumento della vita media e dall’incremento delle malattie croniche e degenerative impongono la necessità di adottare modelli assistenziali che garantiscano il superamento del modello a centralità ospedaliera e, contestualmente, il potenziamento del sistema di servizi sul territorio.
L’accordo mira a una serie di obiettivi: riorganizza le cure primarie attraverso l’adozione di iniziative che consentono di orientare il cittadino lungo un percorso diagnostico-terapeutico programmato; elimina la domanda impropria, contribuendo a ridurre le liste d’attesa ed il ricorso inappropriato al pronto soccorso ed al ricovero ospedaliero; attua i programmi regionali di educazione e prevenzione sanitaria; introduce nuovi modelli associativi; incrementa l’informatizzazione degli studi dei medici di medicina generale, garantendo, nell’arco di un biennio, il collegamento con i centri di prenotazione unici aziendali.
In particolare l’accordo siglato, mira a realizzare il piano regionale della prevenzione. Il medico di medicina generale rappresenta uno dei nodi fondamentali della rete territoriale che dovrà attuare, in sinergia con gli operatori sanitari attivi nei distretti, la prevenzione del rischio cardiovascolare, del carcinoma del colon retto, delle complicanze del diabete, degli screening dei tumori femminili e aumentare l’adesione della popolazione alle vaccinazioni con particolare riferimento agli anziani e ai soggetti a rischio”.
L’accordo prevede la creazione di un sistema efficiente di continuità assistenziale garantendo, grazie alla previsione della costituzione delle Unità territoriali di assistenza primaria, l’assistenza al cittadino 24 ore su 24 , sviluppando l’integrazione con gli altri operatori del servizio sanitario regionale (specialisti ambulatoriali, medici dei distretti, pediatri di libera scelta). Interagendo con il nuovo modello organizzativo di assistenza domiciliare integrata, approvato dalla Giunta regionale i 31 luglio scorso, inoltre, il medico di medicina generale, in collaborazione con l’Unità di valutazione territoriale potrà definire i piani assistenziali personalizzati per il proprio paziente, garantendo anche in equipe le cure palliative, come previsto dal piano varato 2 maggio 2006.
“L’accordo, che riguarda un numero considerevole di professionisti - ha affermato l’assessore Lo Moro - realizza un altro tassello della riforma del servizio sanitario avviata in questo primo anno d’attività. Il ruolo del medico di medicina generale, al di là del riconoscimento economico, che ha il suo valore indiscutibile, viene esaltato e si inquadra nella progettualità dell’assessorato, per esempio per quanto riguarda il contributo all’abbattimento delle liste d’attesa o, ancora, nell’ambito della costruzione di un sistema di assistenza domiciliare integrata, che consideriamo due dei capisaldi della nostra programmazione”.

La conferenza dei Sindaci dell’AS4 approva l’atto di programmazione sanitaria

11/08 La conferenza dei sindaci dell'As 4 ha approvato all'unanimita', stamani, l'atto aziendale di programmazione della politica sanitaria sul territorio. Lo rendo noto il comune di Cosenza. ''La politica che mira ad instaurare rapporti collaborativi costanti tra istituzioni, concretamente messa in atto dal sindaco Salvatore Perugini gia' in queste prime settimane di lavoro - e' scritto in un comunicato - ha trovato una nuova sponda nei vertici dell'Azienda sanitaria di Cosenza. L'occasione per reciproci impegni di collaborazione fattiva e' stata la conferenza dei sindaci dell'As''. La riunione si e' tenuta a Palazzo dei Bruzi sotto la presidenza di Perugini e con la partecipazione dei vertici dell'Azienda sanitaria, il direttore generale Battista Aquino e il direttore sanitario Antonello Scalzo, i quali hanno illustrato il documento e, a fine assemblea, hanno espresso ''grande soddisfazione per aver trovato nei sindaci interlocutori attenti, con i quali si sono creati i presupposti di una positiva concertazione inter-istituzionale''. Perugini, che era affiancato dall'assessore comunale alla Salute, Alessandra La Valle, e' scritto nella nota, ha inizialmente ribadito come il ruolo della conferenza dei sindaci sia fondamentale per le funzioni di indirizzo e di controllo sulla politica sanitaria territoriale, come previsto dalla legge. Perugini si e' rammaricato che in questa occasione sia mancato un preventivo coinvolgimento della Conferenza, riconoscendo pero' che il tempo a disposizione del Direttore generale e' stato obiettivamente ristretto. Sono state, infatti, approvate solo a maggio le linee guida della Regione, propedeutiche all'atto stesso. Il Presidente dell'assemblea ha quindi auspicato che questa volonta' di partecipazione alla programmazione sia tenuta presente per il futuro. ''I sindaci, in particolare - e' scritto nella nota - ci tengono ad offrire un loro contributo alla redazione del Piano sanitario regionale che dovra' concretizzarsi entro il 31 dicembre prossimo''. Il Direttore generale ed il Direttore sanitario hanno poi illustrato il documento, che traccia l'organizzazione sanitaria e l'offerta di servizi sul territorio. L'atto di programmazione verra' ulteriormente riempito con le indicazioni che proverranno dalla Regione quando avra' approvato il Piano sanitario, per il quale e' gia' stata costituita un'apposita Commissione. Pieno accordo, infine, sulla opportunita' che siano rafforzati i rapporti di collaborazione tra Azienda e istituzioni locali e gli organismi specifici come la Conferenza dei sindaci. Dopo un ampio dibattito, la votazione ha registrato l'unanimita'. Il direttore generale Aquino si e' dichiarato molto lieto per questo esito, ''che costituisce per noi - ha detto - un ulteriore stimolo a promuovere momenti di concertazione nella difficile gestione della sanita' nella nostra provincia''. Soddisfatto anche Perugini che ha trovato nell'esposizione dei due manager le risposte che cercava. ''L'approvazione dell'atto - ha detto il Sindaco - e' da leggere quale apprezzamento verso i vertici dell'Asl i quali hanno espresso la volonta' di aprire un nuovo percorso di collaborazione istituzionale nell'interesse dei cittadini, riconoscendo un ruolo centrale alla Conferenza dei sindaci''.

La conferenza dei capogruppo di Cariati boccia l’atto aziendale dell’AS3

11/08 ''La Conferenza dei capigruppo consiliari di Cariati, in un documento condiviso e firmato all'unanimita', boccia categoricamente l'atto aziendale unico cosi' come reso noto dal direttore generale dell'Azienda sanitaria 3 di Rossano, Giuseppe Carbone''. Lo ha reso noto, in un comunicato, l'ufficio stampa del capogruppo consiliare Alfonso Cosentino. ''Alla base della ferma e ribadita contrarieta' rispetto all'atto aziendale - e' scritto nella nota - vi e' l'equivoco strumentalmente creato circa il presidio ospedaliero unico. A tutt'oggi, constatato il prolungato silenzio di Carbone, non e' stata fatta la necessaria ed indispensabile chiarezza su quale sia e su cosa effettivamente sia questo propagandato progetto. Non e' piu' possibile tentare di difendere l'esistente cosi' com'e', aggravando peraltro la situazione con il progetto di un ennesimo ospedale, destinato ad essere ne' piu' ne' meno che fotocopia degli esistenti e destinato a danneggiare l'utenza, le professionalita' e le strutture gia' esistenti''.

L’ass. Lo Moro incontra il Presidente dell’Inail per un eventuale investimento in Calabria

10/08 L'assessore regionale alla Salute, Doris Lo Moro, ha ricevuto stamani la visita del presidente dell'Inail, Vincenzo Mungari. Il colloquio, al quale hanno preso parte, oltre al direttore generale del dipartimento, Raffaele Faillace, il presidente della commissione bilancio dell'Inail, Enzo Damiano, ed il vice direttore regionale per la Calabria, Giovanni Asaro, e' stato dedicato alle possibilita' di investimento dell'istituto nella regione. ''In particolare, Mungari e la delegazione dell'Inail - e' detto in un comunicato dell'assessorato - hanno aggiornato l'assessore Lo Moro in merito ad alcuni progetti gia' programmati dall'istituto e per i quali esiste una cospicua disponibilita' finanziaria''. Tra gli argomenti affrontati, le possibili forme di collaborazione fra la Regione e l'Inail in ordine al nuovo piano sanitario ed ai progetti per il contenimento delle liste d'attesa. ''Le parti - si afferma ancora nel comunicato - hanno concordato che a questo primo incontro dedicato ad una ricognizione generale delle possibilita' d'intesa fra le parti seguiranno riunioni a livello tecnico al fine di elaborare forme d'intesa specifica''. Il presidente Mungari, che e' originario di Crotone, ha sottolineato ''l'attenzione che l'Inail intende riservare alla Calabria'', auspicando ''sviluppi proficui dell'incontro di oggi''. L'assessore Lo Moro, dal canto suo, ha manifestato l'interesse della Regione verso le proposte dell'Inail, garantendo ''la massima collaborazione degli uffici del dipartimento alla Salute''.

Aumenta lo screening del seno ma il sud rimane indietro

09/08 Sono circa sei su dieci le italiane che effettuano con regolarità una mammografia per la prevenzione del tumore al seno. Un dato positivo, che segna lo sviluppo dei sistemi di screening in Italia, ma che allo stesso tempo registra una discrepanza tra il Nord e il Sud del Paese: nel meridione solo a tre donne su dieci è data la possibilità di effettuare una mammografia preventiva, mentre nel settentrione questa offerta è rivolta ad oltre otto italiane su dieci. Le cifre arrivano dallo studio PASSI (Progressi delle Aziende Sanitarie per la Salute in Italia), appena pubblicato sul Bollettino Epidemiologico Nazionale dell'Istituto Superiore di Sanità, dove gli esperti hanno intervistato telefonicamente 15.483 persone tra i 18 e i 69 anni: di queste, 2.902 erano donne tra i 50 e i 69 anni, la stessa fascia di età per cui le linee guida italiane ed europee raccomandano una mammografia preventiva ogni due anni. I dati del PASSI, spiega Marco Zappa, dell'Osservatorio Nazionale Screening (ONS) di Firenze, contribuiscono a tracciare l' identikit della donna attenta alla salute del proprio seno: é relativamente giovane, coniugata e con un livello di studio elevato. Ma "la distanza fra il Centro-Nord e Sud permane, anche se si registrano significativi miglioramenti nelle Regioni Meridionali". In particolare i dati più aggiornati dell'ONS (relativi al 2004) paragonano l'estensione dei programmi di screening nelle diverse Regioni italiane, dove per 'estensione', si legge nel rapporto ONS, "si indica generalmente la percentuale di donne interessate da progetti di screening mammografico rispetto alla popolazione femminile italiana nella fascia di età 50-69 anni". Mentre al Centro l'estensione arriva al 98,2% e al Nord all'82,3%, il Sud rimane 'solo' al 30%. Più nel dettaglio, sono parecchie le Regioni del Centro-Nord che registrano un'estensione teorica (che rappresenta cioé la quota di popolazione residente in zone in cui è attivo un programma di screening organizzato) pari al 100%, come Val d'Aosta, Piemonte, Trentino Alto Adige, Emilia Romagna, Toscana e Lazio. Al Sud, nonostante una estensione totale per Basilicata e Molise, si registra per la Campania un 78%, mentre la Sicilia segna il valore più basso di tutti (8,3%), e la Calabria e la Puglia non presentano alcun programma di screening organizzato (oppure i dati relativi a queste Regioni non sono pervenuti all'ONS). La questione della diffusione degli screening organizzati sul territorio non è da poco: tanto che, commenta Zappa, "l'importanza della presenza di screening organizzati è confermata dal fatto che, se si confrontano le coperture delle regioni dove un programma di screening è attivo e quelle in cui non lo è, vediamo che un'alta copertura si raggiunge soltanto laddove un programma organizzato è presente". Senza contare che, più diffuso è il programma di screening, più efficace può essere la prevenzione del tumore del seno. Tra gli altri dati dello studio PASSI, relativi all'intero territorio nazionale, si legge che il 75% delle donne tra i 50 e i 69 anni ha eseguito almeno una mammografia a scopo preventivo nel corso della vita; il 57% delle intervistate ha invece riferito di aver effettuato una mammografia negli ultimi due anni, "in linea con le indicazioni del Piano Sanitario Nazionale - si legge nel Bollettino ISS - che raccomandano la mammografia con periodicità biennale". Il tumore alla mammella rappresenta la neoplasia più frequente e la principale causa di morte per tumore nelle donne: in Italia si contano infatti 32 mila nuovi casi ogni anno, con ben 11 mila decessi.

Una ricerca non conferma i dati sull’obesità dell’Istat

08/08 ''Dallo studio sull'obesita' infantile condotto dall' unita' operativa di 'Pediatria di Comunita'' dell'Azienda sanitaria di Catanzaro, diretta da Rossella Anfosso, con la collaborazione della cattedra di pediatria dell'universita' Magna Grecia, emergono dati che sono in contrasto con i dati riferiti dall'Istat nel mese di luglio''. E' quanto riferisce una nota dell'Azienda sanitaria. ''I bambini calabresi, secondo la nostra ricerca - e' detto nel comunicato - non sono 'i piu' obesi d'Italia', come indica lo studio dell'Istat. Infatti, la percentuale di obesita' in Calabria e' pari al 5,8 per cento, dato al di sotto della media nazionale, indicata dall'Istituto nazionale di statistica''. ''L'attendibilita' delle nostre percentuali - ha detto Rossella Anfosso - e' documentata dalla metodologia utilizzata, basata sulle rilevazioni (peso, altezza, stile di vita, ecc.) effettuate, da personale specializzato, su 954 alunni di numerose scuole elementari e medie. Lo studio e' una testimonianza dell'attivita' che a Catanzaro, nell'Azienda sanitaria 7, si svolge da tempo ed i cui risultati sono validi, soprattutto se si pensa che nel resto della Calabria la prevalenza dell'obesita', dai dati in nostro possesso, risulta essere molto piu' alta''. ''L'Azienda Sanitaria 7 - si afferma ancora nel comunicato - affronta da tempo la tematica obesita' con il progetto 'Cibo, piacere di conoscerti', elaborato dall' unita' operativa pediatria di comunita': un servizio finalizzato a promuovere la prevenzione all'obesita' nelle scuole. Nel precedente triennio scolastico, il progetto di educazione alimentare e' stato realizzato in 64 classi, con circa 1500 studenti. Gli interventi sono avvenuti nelle singole aule dove specialisti hanno lavorato con gli alunni alla presenza degli insegnanti, che hanno condiviso il progetto in ogni sua fase in modo collaborativo''.

Ass. Lo Moro: “Un fatto di civiltà la riduzione dei tempi d’attesa”

07/08 ''Mi sembra un fatto di civilta' che in una societa' moderna i pazienti, soprattutto quando sono affetti da patologie gravi, non debbano sopportare il disagio ulteriore di dover attendere, talvolta indefinitamente, la disponibilita' delle strutture sanitarie per essere adeguatamente assistiti''. L'assessore Doris Lo Moro commenta cosi' l'approvazione, da parte della Giunta regionale, del piano per il contenimento dei tempi di attesa, elaborato dal dipartimento per la Tutela della Salute e da lei stessa portato all'attenzione dell'esecutivo. L'introduzione di un termine massimo di attesa per una serie di prestazioni prioritarie; il potenziamento dei centri unici di prenotazione a livello aziendale e regionale; il coinvolgimento dei medici di base in un sistema ''a rete'' per la prenotazione diretta delle prestazioni sono i capisaldi del progetto. ''Vogliamo stravolgere l'attuale rapporto tra il servizio sanitario ed i cittadini a tutto vantaggio di questi ultimi - afferma l'assessore in un comunicato - e questa e' una riforma destinata ad incidere profondamente su uno dei punti piu' critici del sistema: le lunghe attese alle quali gli utenti sono costretti per poter fruire dei servizi. So che le liste d'attesa rappresentano uno dei punti critici della sanita' calabrese, tanto piu' considerando che il problema riguarda in particolare chi ha minori possibilita' economiche e non puo' sopportare le spese che consentono a chi ha piu' risorse di ottenere rapidamente le prestazioni rivolgendosi allo specialista privato. E sappiamo bene quanto una diagnosi tempestiva possa aumentare le possibilita' di sopravvivenza. A tal fine - fa rilevare l'assessore - la Giunta regionale ha gia' provveduto, con diversi provvedimenti, a dare le disposizioni opportune alle aziende sanitarie. In primo luogo, indicando obiettivi specifici per la riduzione delle liste d'attesa nei contratti dei direttori generali, poi con l'adozione della delibera di riparto dei fondi, che prevede la formulazione dei piani attuativi aziendali nei quali dovranno essere comprese attivita' specifiche in ordine alle prestazioni di ricovero e specialistica ambulatoriale ed allo sviluppo della massima capacita' produttiva in regime di massima appropriatezza per le attivita' di ricovero e di assistenza specialistica ambulatoriale, residenziale e semi residenziale delle strutture aziendali a gestione diretta''. Il piano, previsto dall'intesa Stato-Regioni del 28 marzo 2006, ha dunque l'obiettivo generale di soddisfare la richiesta di prestazioni, garantendo risposte adeguate ai bisogni di salute dei cittadini. ''Per questo motivo - spiega Doris Lo Moro - occorre governare la domanda degli utenti, garantendo un ricorso appropriato alle attivita' del servizio sanitario regionale, anche attraverso criteri di priorita' nell'accesso''. All'origine del piano, e' scritto in una nota, c'e' l'esigenza di gestire razionalmente il sistema degli accessi, tramite una riorganizzazione del sistema delle prenotazioni (Cup) che consenta di collegare in maniera ottimale l'offerta e la richiesta di prestazioni, differenziando queste ultime per tipologia e criticita' al fine di individuare i percorsi diagnostico-terapeutici prioritari e definire le modalita' di gestione. I tempi massimi di attesa previsti sono: 20 giorni per la prima visita specialistica; 60 per le prestazioni diagnostiche, 15 giorni per la prima visita oncologica. ''Le aziende che non saranno in grado di rispettare i tempi indicati - spiega la nota dell'assessorato - dovranno motivare adeguatamente le ragioni, indicando le misure che intendono adottare per il loro rispetto. Lo stesso piano comprende un primo programma con i tempi massimi di attesa relativi a 33 prestazioni, cosi' come concordato con la Commissione Nazionale Salute (il cui elenco ne include in tutto 100), rinviando alla conclusione di un'attivita' di monitoraggio coordinata a livello nazionale con l'Agenzia per i servizi sanitari regionali l'inserimento delle altre nel piano attuativo regionale. Con il piano, inoltre, tutte le Aziende sanitarie della Calabria dovranno attivare un Centro unico di prenotazione (Cup) nel caso ne fossero sprovviste, o dovranno riorganizzarli se gia' attivati, in modo da comprendervi le liste di prenotazione relative sia all'utenza che si rivolge alle strutture pubbliche sia a quelle che si rivolgono alle strutture private accreditate. La Regione promuovera', inoltre, l'attivazione di un Cup integrato allo scopo di realizzare un sistema di prenotazione regionale coordinato. Per la realizzazione del progetto la Regione ha anche promosso un progetto specifico: la 'Rete dei medici di medicina generale e dei pediatri di libera scelta' che comporta un investimento pari a 6 milioni di euro la cui gara e' in fase di espletamento. L'obiettivo e' realizzare sperimentalmente in sei aziende il collegamento fra i medici di medicina generale e i pediatri di libera scelta ed i Cup aziendali per garantire la prenotazione diretta delle prestazioni''.

Loiero e Gentile “Il Ministro Bindi ci ripensi su Cognetti”

04/08 "Mi auguro che il ministro Turco ci ripensi e torni sulla sua decisione di rimuovere Franco Cognetti dalla guida dell'Istituto italiano dei tumori Regina Elena". Lo afferma, in una dichiarazione, il presidente della Regione Calabria, Agazio Loiero. "Qui lo spoil system - aggiunge Loiero - non c'entra niente. Parliamo di salute, parliamo di cancro. E poi chi l'ha detto che Franco Cognetti dev'essere per forza attribuito alla destra? Per avviare il centro di eccellenza regionale di terapia contro i tumori io l'ho nominato mio consulente. Perché Cognetti è uno scienziato, un medico coscienzioso e un oncologo capace. E solo per questo deve essere valutato. In casi come questo non ci si può nascondere dietro il paravento dello spoil system, che è giusto e necessario per governare ma non per altro. La terapia e la ricerca non sono attività di governo. E Franco Cognetti ha dato e continua a dare lustro alla ricerca e alla cura dei tumori. Se devo essere sincero fino in fondo la rimozione di Cognetti dal Regina Elena non solo azzoppa la struttura alla quale aveva dato dignità internazionale, ma costituisce un brutto segnale in un settore così delicato, quello che riguarda la salute dei cittadini, che non ha niente a che fare con gli schieramenti politici".
''Diamo atto al presidente Loiero di avere espresso con grande serieta' politica e correttezza la grave questione dell'esautoramento del prof. Cognetti, illustre oncologo, rimosso dalla Turco perche' ritenuto vicino al centrodestra. Le osservazioni del presidente Loiero sono ineccepibili''. Ad affermarlo e' il sen. Antonio Gentile, di Forza Italia. ''Loiero - aggiunge Gentile - dice bene quando parla di spoil system selvaggio, fatto sul cancro, addirittura, dalla Turco. Si apre una voragine non sanabile perche' un medico di valore viene cacciato perche' ritenuto parte politica, quando invece la scienza e' imparziale e preziosa e come tale da difendere''.

L’Ass. Lo Moro illustra il programma dell’assistenza domiciliare regionale

03/08 Prestare aiuto in casa ad almeno 10.800 persone, di cui l'80% anziani, in tutta la Calabria, nel volgere di un triennio. E' l'ambizioso obiettivo del programma di assistenza domiciliare approvato dalla Giunta regionale su proposta dell'assessore alla Salute, Doris Lo Moro. "Siamo consapevoli del fatto - ha detto l'assessore Lo Moro - che, con l'aumento delle aspettative di vita, gli anziani tendono a costituire una fascia sempre più significativa della popolazione. Gli ultrasessantacinquenni sono oggi circa il 18% della popolazione residente nella nostra regione, che supera di poco i due milioni di unità. Un servizio sanitario efficiente deve garantire assistenza fin dalla nascita al cittadino che non può essere abbandonato in età avanzata. Il potenziamento dell'assistenza domiciliare è uno dei capisaldi delle politiche dell'assessorato. L'obiettivo è deospedalizzare il più possibile ed offrire, allo stesso tempo, il massimo sostegno alle persone ed alle famiglie attraverso l'assistenza domiciliare integrata nelle loro abitazioni, laddove si intraveda questa necessità. Vogliamo ridurre al minimo il disagio che la presenza di una persona non autosufficiente può, in alcune circostanze, comportare per i congiunti, garantendo la migliore assistenza a chi ne ha particolarmente bisogno". Non è questo però l'unico scopo del programma. L'assessore aggiunge che "l'assistenza domiciliare non può limitarsi alla presa in carico delle persone non autosufficienti, obiettivo che resta prioritario, ma deve essere finalizzata pure al miglioramento delle condizioni di vita degli anziani con ancora un buon grado di autonomia, consentendo loro di restare a casa con la consapevolezza di essere un po' meno soli soli. E' una scelta politica impegnativa quella di impegnare al meglio le risorse disponibili ai fini del potenziamento dei servizi di interesse sociale". Con la delibera approvata dalla Giunta regionale, è scritto in una nota diffusa dallo staff dell'assessore, "s'intende attivare un modello organizzativo omogeneo su tutto il territorio regionale che, nell'arco di un triennio, consentirà di raggiungere come obiettivo l'allineamento della Calabria alla media nazionale dell'assistenza domiciliare che è stata nel 2003 pari al 23,9 per 1.000 assistiti, contro il 5,8 di assistiti in assistenza domiciliare integrata (Adi) nella regione". Il modello organizzativo proposto prevede l'attivazione un ogni singolo distretto di un punto Adi che, spiega l'assessorato, "rappresenta la porta d'ingresso al sistema di offerta distrettuale e costituisce per il cittadino il riferimento nelle situazioni di bisogno in cui verranno gestiti tutti gli adempimenti burocratici connessi. E' prevista inoltre l istituzione in ogni distretto dell'unità di valutazione territoriale (Uvt). Si tratta di un'equipe polispecialistica transdisciplinare, composta dal responsabile medico del punto Adi, dal medico di medicina generale del paziente interessato, da un infermiere professionale, da un assistente sociale. L'Uvt si integra con componenti "a chiamata", in coerenza con il fabbisogno assistenziale dei singoli utenti: medico specialista (o geriatra per i pazienti ultrasessantacinquenni), terapista della riabilitazione, ostetrica, rappresentante della componente socio - assistenziale. Attraverso l'elaborazione, da parte delle aziende sanitarie, di piani assistenziali che saranno valutati dal Dipartimento alla Tutela della salute, dovranno essere garantite l'assistenza domiciliare integrata; l'assistenza domiciliare programmata nei confronti dei pazienti non ambulabili e l'assistenza domiciliare nei confronti di pazienti ospiti in residenze protette e collettività. L'assistenza domiciliare dovrà consentire, secondo gli orientamenti dell'assessorato, "di garantire un intervento qualificato e coerente con i bisogni di salute del cittadino; migliorare la qualità della vita del paziente, fornendo risposte globali e continuative basate sull'integrazione dei servizi sanitari e socio-assistenziali da realizzarsi con il supporto degli operatori socio-sanitari del distretto, dei medici di medicina generale e dei pediatri di libera scelta cui rimane ascritta la responsabilità clinica dei singoli pazienti, dei medici specialisti e del volontariato; mantenere, per quanto è possibile il paziente nel suo ambiente familiare e sociale, evitandone o ritardandone il ricovero in strutture specializzate; evitare o ridurre i rischi di emarginazione sociale; favorire la deospedalizzazione evitando i ricoveri inappropriati; assicurare continuità terapeutica nel momento delle dimissioni ospedaliere, favorendo inoltre le dimissioni protette; promuovere l'istituzione della figura del tutor per l'anziano solo autosufficiente". Il progetto dell'assessorato alla Salute ha fra i suoi pilastri organizzativi lo sviluppo dell'integrazione socio sanitaria. Sono infatti previste sinergie "di responsabilità e di risorse umane ed economiche a diversi livelli con l'obiettivo di ottimizzarne l'impiego e garantire una risposta efficace ai bisogni di salute". Gli strumenti giuridici individuati per l'integrazione istituzionale sono le convenzioni e gli accordi di programma. La struttura operativa indicata al fine di governare i processi integrati fra istituzioni è il distretto, che dovrà anche assicurare l'integrazione istituzionale concertata dei servizi socio sanitari nell'ambito della quale il comitato dei sindaci approva il programma delle attività territoriali. "Nel distretto, pertanto, - si afferma nella delibera di Giunta - dovrà essere previsto uno sportello sanitario-socio-assistenziale che costituisce il punto d'arrivo di un processo di integrazione e di raccordo fra servizi, enti, agenzie pubbliche e private che forniscono risposte unitarie ai pazienti".

Parte il nuovo piano sanitario regionale

01/08 Parte formalmente l'iter del nuovo piano sanitario della Calabria. La Giunta regionale, nel corso della seduta di ieri, ha approvato la costituzione del gruppo di lavoro preposto allo studio ed alla predisposizione dell'ipotesi di piano per il triennio 2007-2009. Dell'organismo fanno parte quattro esperti esterni di comprovata esperienza: Ennio Apicella, avvocato dello Stato, esperto giuridico e docente universitario, che ne sarà il coordinatore; Pier Natale Mengozzi, vice presidente vicario di Federsanità-Anci nazionale; Mario Romeri, commissario dell'agenzia regionale di sanità della Toscana, ed Emilio Rocca, medico chirurgo. Le proposte di Piano sanitario e delle relative leggi dovranno essere elaborate entro il 31 dicembre, "salvo proroga da stabilirsi con specifico provvedimento". Nella delibera adottata dalla Giunta si fa riferimento all'esigenza di promuovere, nella fase di predisposizione della proposta di piano, "un vasto processo di partecipazione delle istituzioni locali, degli operatori delle diverse specialità, delle organizzazioni sindacali, delle organizzazioni si rappresentanza dei cittadini". "L'approvazione del nuovo piano sanitario - è detto in un comunicato dell'assessorato - è uno degli atti più qualificanti previsti dal programma di governo regionale e rientra fra gli impegni assunti dall'assessore alla Salute, Doris Lo Moro, soddisfatta anche per il gran numero di provvedimenti varati su sua proposta dal governo regionale". "Il piano sanitario ¿ spiega l'assessore Lo Moro - sarà il compendio dell'attività di programmazione svolta in questo primo anno e mezzo di lavoro. Molte scelte sono già delineate negli obiettivi consegnati ai manager e nelle linee guida dell'atto aziendale. Il servizio sanitario regionale ¿ continua Doris Lo Moro - necessita di cambiamenti profondi, sul piano strutturale ed organizzativo. Sprechi, inefficienze ed inappropriatezze rischiano di vanificare il raggiungimento del nostro obiettivo, che è quello di garantire l'equità e la qualità nell'offerta dei servizi, contestualmente alla salvaguardia dell'equilibrio economico complessivo". Il servizio sanitario regionale, secondo l'assessore regionale alla Salute, "dovrà garantire il maggior numero possibile di prestazioni. Occorre in primo luogo qualificare quelle ordinarie. Troppo spesso, infatti, i calabresi si spingono fuori dai confini regionali per curarsi, fruendo in altre regioni di servizi e cure che la Calabria può già garantire". In merito alla filosofia che dovrà ispirare il nuovo piano sanitario, l'assessore parla dell'esigenza di "scelte coraggiose. Sarà il gruppo di esperti a individuare le soluzioni tecniche più appropriate anche alla luce del lavoro di analisi svolto in questi mesi sulle carenze, ma anche sui punti di qualità della sanità calabrese, ma alcune linee di fondo sono già tracciate. Indubbiamente ¿ spiega ancora l'assessore Lo Moro ¿ si rende necessario un maggiore coordinamento fra i diversi presidii aziendali ed anche a livello interaziendale, come del resto già stabilito con le linee guida dell'atto aziendale. I calabresi dovranno avere a loro disposizione tutte le prestazioni previste dal servizio sanitario regionale ma sulla base del principio che occorre eliminare duplicazioni e sovrapposizioni che sottraggono risorse senza portare vantaggi sul piano qualitativo". Tra le aspettative legate al nuovo piano, c'é l'abbattimento delle liste d'attesa. "Anche in questo caso ¿ commenta l'assessore - il piano è in qualche modo anticipato dal piano regionale per il contenimento dei tempi di attesa, varato dalla Giunta, che introduce le misure necessarie ed indica tempi certi per l'erogazione delle prestazioni a beneficio dei pazienti, prevedendo un'organizzazione più appropriata e funzionale di quella attuale".

AIOP: Avviata la procedura per la cassa integrazione ai dipendenti delle case di cura

31/07 Si è riunita a Catanzaro l'Assemblea regionale dei titolari delle case di cura aderenti all'Associazione italiana ospedalità privata (Aiop) alla quale ha partecipato anche il Presidente nazionale, avv. Enzo Paolini. "L'assemblea - è detto in una nota a firma del direttore regionale dell'Aiop, Bernardino Scarpino - ha affrontato i problemi che attraversa in Calabria il settore sanità in generale e, più in particolare, lo stato di crisi finanziaria e gestionale che ormai da mesi tiene in difficoltà l'ospedalità privata. L'analisi e la discussione hanno fatto riferimento allo scenario nazionale, nella consapevolezza che lo stato in cui versano i conti pubblici impongono restrizioni al Sistema sanitario, e cioé ad una delle quattro aree di spesa che incidono maggiormente sul bilancio dello Stato e delle singole Regioni. Dal Governo centrale il problema si trasferisce automaticamente alle realtà regionali e la Calabria, pur non rientrando fra le sei Regioni maggiormente esposte per i disavanzi accumulati nella spesa sanitaria, si trova in un contesto di difficoltà politiche e finanziarie che ricadono sull'ospedalità pubblica e privata. Per le case di cura il mancato rispetto degli obblighi contrattuali e del pagamento dei crediti maturati ha reso la situazione ormai insostenibile. A tutt'oggi le Asl non hanno ancora provveduto a liquidare crediti per prestazioni erogate a partire dal 2001 né, al riguardo, indicano soluzioni credibili. Per le prestazioni erogate nel 2006 le case di cura hanno avuto soltanto degli acconti insignificanti e, comunque, non sufficienti per coprire spese primarie, come le retribuzioni dei dipendenti. Anche il processo di ridefinizione e razionalizzazione della spesa sanitaria regionale, avviato dall'assessorato alla Sanità, si è bloccato in conseguenza della crisi politica apertasi all'interno della maggioranza che governa la Regione. L'Aiop - prosegue la nota - ha già denunciato che il diritto alla salute del cittadino non può essere messo in discussione da manovre politiche che nascono nei partiti e che si proiettano sugli assetti di potere all'interno del governo regionale. La lottizzazione politica delle nomine dei Direttori generali non giustifica di per sé il blocco in Commissione Sanità del Progetto di legge di iniziativa del Governo che ha il merito di offrire una soluzione ai tanti problemi lasciati per tanti anni irrisolti". "L'assemblea dei titolari delle case di cura aderenti all'Aiop - prosegue la nota -, preso atto della situazione venutasi a creare a livello di governo regionale e con il venir meno di ogni fondata speranza di soluzioni concrete per le urgenze incombenti, ha deliberato di ufficializzare lo stato di crisi in cui versano le case di cura determinandosi conseguentemente a chiedere, così come avvenuto nella Regione Campania, il ricorso alla Cassa integrazione per i dipendenti delle nei confronti dei quali si è costretti ad attivare le procedure di licenziamento. In tal senso nei prossimi giorni i dipendenti delle case di cura riceveranno la comunicazione di rito. Di tale grave determinazione l'Aiop informerà anche i sindacati confederali per concordare, di fronte a decisioni così gravi quanto ineludibili, eventuali iniziative in difesa del posto di lavoro. Di fronte ad una situazione così drammatica l'auspicio dell'Aiop è che partiti politici, maggioranza di governo e forze di opposizione avvertano la gravità del momento e facciano prevalere il diritto alla salute dei cittadini sui conflitti che, determinando un quadro politico instabile, impediscono - di fatto - qualsiasi seria decisione che affronti in termini risolutivi i grandi e gravi problemi della sanità calabrese".

Ass. lo Moro “A breve una verifica sulle relazioni delle Aziende Sanitarie”

31/07 L' assessorato regionale alla Salute procederà in tempi rapidi ad un monitoraggio sullo stato delle relazioni sindacali nelle aziende sanitarie ed ospedaliere. Lo ha reso noto l' assessore regionale alla Salute, Doris Lo Moro, rivolgendosi ai sindacati che "avevano lamentato situazioni di profonda sofferenza in merito al rispetto del criterio della concertazione, riaffermato nel protocollo sulle relazioni sindacali firmato di recente. "In particolare - è scritto in un comunicato dell' assessorato - i sindacati hanno fatto rilevare che, nella fase della redazione degli atti aziendali nelle singole aziende calabresi, è assente o del tutto inadeguato il confronto con i sindacati sulle istanze ed i contributi che le rappresentanze dei lavoratori possono apportare per lo strumento, che disegna l'organizzazione e la funzionalità dell' ente territoriale". "Ho più volte ribadito - ha detto l' assessore Lo Moro - che considero rilevante il confronto con i rappresentanti dei lavoratori. Se ci sono situazioni in cui il sistema della concertazione non ha funzionato voglio conoscerne le ragioni. Procederò ad una rapida verifica della situazione, chiedendo ai direttori generali di allegare i verbali relativi al confronto con i sindacati all'atto aziendale. Il rispetto della concertazione è uno degli elementi di valutazione in sede di verifica dell' attività dei manager".

L’assessorato alla sanità replica all’Avis “Interlocuzione costante”

31/07 "L' interlocuzione con l'Avis é stata costante. Stupisce quanto dichiarato alla stampa dal presidente regionale dell' Associazione, Salvatore Barbieri, che proprio oggi ha avuto un incontro in assessorato con il dirigente di settore, fissato prima della pubblicazione delle sue dichiarazioni, sulle questioni che stanno a cuore all' Avis". Lo rende noto la segreteria dell' assessore regionale alla Salute in riferimento ad alcune riflessioni del responsabile regionale dell'Avis su presunte difficoltà di comunicazione con l'assessorato. "Il 20 luglio scorso - è scritto in un comunicato - la segreteria ha ricevuto un promemoria relativo all'attività svolta dall'associazione in ambito regionale, che è stato opportunamente valutato. Su sollecitazione della segreteria dell'assessore, proprio per affrontare le tematiche esposte nel documento, il dirigente di settore ha convocato il presidente Barbieri. Ad ulteriore conferma della sensibilità che l'assessorato regionale alla Salute riserva alle tematiche trattate dall'Avis e dalle altre associazioni di settore, il 15 giugno scorso si è provveduto ad impegnare la somma di 250 mila euro per l'assegnazione di contributi per il 2005 alle associazioni ed alle federazioni dei donatori volontari di sangue. Sempre su sollecitazione della segreteria dell' assessore l'azienda ospedaliera di Cosenza ha provveduto alla liquidazione 17.602 euro in favore dell' Avis provinciale come compenso dell' attività svolta".

Il Sindaco Mundo contrario a nuovi ospedali

31/07 Il sindaco di Trebisacce, Antonio Mundo, è intervenuto al direttivo regionale dello Sdi per esprimere la propria contrarietà alla costruzione dei nuovi ospedali allo studio delle varie aziende sanitarie. Mundo si è detto convinto che "c'é già - è scritto in una nota - chi pensa di potersi aggiudicare le ricche convenzioni all'orizzonte. Ma questi ospedali hanno un unico scopo: chiudere quelli di minore dimensioni presenti sul territorio. E' lecito chiedersi dove si dovrebbero prendere i soldi per tali opere faraoniche"

Greco (Sdi/RNP) “Non chiudere il Mariano Santo”

31/07 A margine del direttivo regionale dello Sdi, Saverio Greco, Presidente del Gruppo della Grande Alleanza al Comune di Cosenza, ha dichiarato: "Ascoltando l'intervento di Antonio Mundo sull'ospedale dello Jonio, mi viene il dubbio che il nuovo ospedale di Cosenza nasca dalla volontà di chiudere quelli di Acri e San Marco, e magari pure il Mariano Santo. Spero che l'Amministrazione comunale di Cosenza non si presti ad un disegno tanto azzardato, che creerebbe gravi incomprensioni con aree territoriali tradizionalmente vicine alla nostra città."

Magarò (RNP) “Prima di iniziare un nuovo ospedale serve finire i lavori all’Annunziata”

27/07 “In queste ultime settimane si discute a Cosenza intorno alla proposta di costruzione di un nuovo ospedale cittadino. Ritengo che prima di affrontare il tema della realizzazione di un altro nosocomio, dalle non meglio specificate finalità, sia urgente completare i lavori di ampliamento da tempo avviati dall'Azienda Ospedaliera di Cosenza sia all'interno dell'area nella quale sorge storicamente il presidio dell'Annunziata, sia nelle immediate adiacenze della zona, in cui l'Azienda Ospedaliera ha costruito un altro edificio collegato con un sottopassaggio al gruppo principale, sia presso i presidi ospedalieri del Mariano Santo e del Santa Barbara di Rogliano”. Ad affermarlo è il consigliere regionale della ros nel Pugno, Salvatore Magarò. “Si tratta di interventi strutturali di rilievo, che hanno comportato l'investimento di ingenti risorse finanziarie, finalizzati ad aumentare e migliorare in maniera sensibile l'offerta dei servizi sanitari sul territorio e a mettere il personale medico e parasanitario nelle condizioni di poter esprimere con maggiore efficacia le proprie professionalità. Relativamente alle strutture pertinenti all'Ospedale dell'Annunziata, ci sembra che i tempi di consegna previsti nel capitolato d'appalto siano ormai abbondantemente trascorsi. Ritengo che il completamento dell'ospedale dell'Annunziata di Cosenza debba rappresentare una priorità dell'agenda politica del Governo Regionale. Ed è per questo che ho chiesto all'Assessore regionale alla Sanità di attivare ogni iniziativa utile e opportuna, di concerto con il direttore generale dell'Azienda Ospedaliera di Cosenza, volta a superare ogni ostacolo di tipo burocratico e finanziario che impedisce la prosecuzione ed il completamento dell'opera e di fissare un crono programma dei lavori così da garantire tempi certi nella ultimazione e apertura dei nuovi spazi alla fruizione dei cittadini”.

Sindacati “L’AS di Palmi la più disastrata”

21/07 "Abbiamo letto in questi giorni sui giornali locali e dalle dichiarazioni della Direzione Strategica dell' Asl n.10, nonché da parte di qualche interessato Sindaco, di strombazzanti elogi alla nuova gestione dell' As di Palmi, di accordi maturati con la stragrande maggioranza delle organizzazioni sindacali e delle Rsu. As di Palmi, la più disastrata d' Italia, le cose non solo non cambiano, ma vanno di male in peggio, perdurando in piena continuità con il passato pressapochismi, clientele politiche, lobbie e, soprattutto, mancanza di considerazione per il ruolo propositivo del sindacato e delle Rsu che rappresentano gli interessi dei 2.000 lavoratori e dell' utenza". A sostenerlo, in una nota congiunta, sono i sindacati Cisl Fp, Uil Fpl, Fials, Ugl, Fsi, Anpo. "Il direttore generale Putortì - prosegue la nota - ha partorito un Piano per affrontare l' emergenza estiva presentandolo alla discussione dei sindacati e delle Rsu quando già una buona parte era stato eseguito. Abbiamo proposto di affrontare immediatamente l' organizzazione complessiva dell' Azienda, in quanto la direzione aveva l' obbligo di presentare entro la metà di agosto il Piano aziendale alla Regione e quindi di non sprecare tempo con provvedimenti tampone. La consultazione-burla si è conclusa con qualche sigla sindacale ballerina e compiacente dichiaratasi favorevole ed estasiata dal nuovo corso e con il parere negativo delle altre e della Rsu. Successivamente, il 15 luglio, la Rsu, nella totalità delle sue componenti ha presentato un pesante documento di critica al Piano di emergenza chiedendo un urgente incontro prima del 20 luglio. Il documento porta le firme di tutte le componenti sindacali all' interno delle Rsu: Ugl (Chemi), Fsi (Legato), Fials (Tripodi), Uil (Coluccio), Cisl Fp (Politane) e la 'ballerina' Cgil (Gentile). Putortì invece di rispondere alla richiesta di convocazione di sindacati e Rsu oggi ci ha convocato per una pre-informazione sul Piano aziendale. Siamo a 23 giorni dalla scadenza per la presentazione dei Piani alla Regione, in ottemperanza alle linee guida dell' Assessorato e Lui ci convoca per una pre-informazione. Ribadiamo al direttore generale che alle pastette non ci stiamo, alle soluzioni provvisorie siamo abituati e non ci stiamo, della mancanza di programmazione sanitaria sia per la rete ospedaliera, sia per la territorialità, sia per la domiciliare siamo arcistufi". "Il risanamento della sanità - conclude la nota - può riuscire solo con la concorrenza di due fattori: il consenso e la pace sociale e il coraggio, anche di scontentare qualche potentato politico e campanilista. Se non si ha il coraggio, si abbia il buon senso di ammetterlo e dimettersi".

La Calabria regione con la più alta percentuale di bimbi obesi

18/07 La Calabria è la regione italiana in cui l' obesità è più diffusa ed in cui si registra la più alta percentuale di bambini obesi o in sovrappeso, con un dato pari al 27,2 per cento rispetto alla media nazionale del 24,2 per cento. Lo rende noto un comunicato dell' assessorato regionale alla Sanità. Allo stesso tempo, è scritto nel comunicato, si registra la più bassa percentuale di persone che svolgono attività sportive in modo sistematico. Parte da questi dati il Progetto regionale per la prevenzione del sovrappeso e dell' obesità infantile, approvato dalla Giunta regionale su proposta dell' assessore alla Salute, Doris Lo Moro. Il progetto si svilupperà in un triennio e si pone come obiettivo prioritario la riduzione del sovrappeso e dell'obesità dei bambini, promuovendo, nelle famiglie, stili di vita più adeguati ed orientati alla prevenzione delle patologie correlate. Ma l' iniziativa si rivolge anche agli operatori della Sanità. L' intento, prosegue il comunicato, è contribuire a diffondere nei medici di medicina generale, nei pediatri, negli operatori dei servizi e nutrizione (Sian), negli operatori dei consultori e negli specialisti, le conoscenze delle problematiche sull' obesità, al fine di attivare iniziative finalizzate a favorire il rischio di sovrappeso e di obesità nella popolazione in generale ed in particolare nelle donne in età fertile e nella popolazione in età pediatrica. Il piano della Regione si propone di intervenire in particolare nelle fasi della gravidanza e nei primi anni di vita del bambino che costituiscono, per la famiglia, un momento di particolare sensibilità per la promozione di stili di vita corretti. Verranno sviluppati momenti di sensibilizzazione sull' argomento attraverso la promozione di un'alimentazione sana ed un incremento delle attività motorie; la formazione degli operatori sanitari relativamente alla loro capacità di promozione di programmi specifici per la corretta alimentazione; l' attuazione di programmi di formazione da condurre insieme alle istituzioni scolastiche, agli imprenditori sui luoghi di lavoro, all' industria agroalimentare ed al settore commerciale. Si provvederà, anche, all' attivazione di un sistema di sorveglianza sul sovrappeso e l' obesità; alla promozione dell' allattamento al seno, all' avvio di forme di collaborazione con le autorità scolastiche nei percorsi formativi al fine di fornire informazioni relative alla nutrizione, con particolare attenzione ai cibi consumati nelle mense scolastiche e sviluppando le attività motorie. "Il progetto - sostiene l' assessorato regionale alla Sanità - privilegia due tipi di strategie: una individuale e l' altra rivolta alla popolazione. Nella prima un ruolo fondamentale è svolto dai medici e dai pediatri che sono in grado di classificare lo stato nutrizionale dei loro assistiti, nei vari contesti professionali, dalla medicina di attesa a quella di opportunità ed a quella attiva. La Regione Calabria vuole aggregare il maggior numero di medici convenzionati, del servizio sanitario e di ostetriche, per un' azione sinergica e concordata di valutazione dello stato nutrizionale della popolazione di età pediatrica ed adulta, seguita da interventi di correzione negli apporti nutrizionali. Nella strategia di popolazione un ruolo importante sarà svolto dal personale dei servizi e nutrizione delle Aziende sanitarie che potrà agire in collaborazione con il volontariato e gli operatori degli enti locali". "Una corretta alimentazione - afferma l' assessore Lo Moro - é il fondamento della prevenzione. Il fatto che la Calabria sia la regione più esposta al problema dell'obesità, che non è solo un fattore di disturbo estetico, ma causa potenziale di gravi patologie, impone correttivi sulle abitudini alimentari.La nostra regione, abbandonando la cultura gastronomica lasciata in eredità dalla civiltà contadina, ha assimilato stili di vita che hanno determinato riflessi da non trascurare sulle scelte nutrizionali. Si tratta di un problema di salute pubblica, emergente ormai in gran parte dei paesi del mondo industrializzato e a cui la Calabria non sfugge. Con questo progetto vogliamo sensibilizzare la popolazione calabrese su tale aspetto fino a questo momento un po' trascurato. E vogliamo farlo partendo dalla famiglia, senza dimenticare la scuola ed i medici che seguono il bambino nel suo percorso evolutivo e gli adulti nella fase successiva"

CGIL “Positivo il progetto regionale sulla medicina regionale”

18/07 "Nella scorsa settimana sono riprese positivamente le trattative per il rinnovo dell' accordo integrativo regionale della medicina generale, con la firma della pre-intesa sull' assistenza primaria (medicina di base o di famiglia) da parte di tutte le organizzazioni sindacali di categoria alla diretta presenza dell' assessore alla Sanità, Doris Lo Moro. Condividiamo il metodo d' aver trattato la medicina generale partendo da un progetto regionale complessivo che coinvolgerà unitariamente tutte le figure professionali in essa presenti". A sostenerlo sono stati Piero Piersante, Francesco Masotti e Valerio Formisani, dell' esecutivo regionale della Fp Cgil Medici. "Aspetto particolarmente qualificante - è scritto in un comunicato congiunto - è l' attivazione delle Utap (unità territoriali di assistenza primaria) in tutte le As calabresi, con modalità organizzative da definire entro tre mesi dalla pubblicazione dell' accordo e con fondi aggiuntivi rispetto a quelli previsti per la sola medicina generale. A questo proposito noi abbiamo avanzato una proposta sulla loro organizzazione territoriale, formalizzata nell' ambito del comitato consultivo regionale per la medicina generale, compatibile con un nuovo modello del sistema territoriale delle cure primarie. Secondo questo modello, l' Utap è il luogo fisico dove centralizzare le attività sanitarie di primo livello, generaliste e specialistiche, collocate in un ambulatorio di distretto a gestione esclusivamente di parte pubblica. Superato questo scoglio, ci auguriamo che sia rilanciata la proposta di legge regionale predisposta dall' assessore Lo Moro 'Disposizioni in materia sanitaria e di servizi alla persona' che ha subito varie valutazioni, ed altre ne subirà, dentro e fuori le commissioni consiliari". "A nessuno - prosegue la nota - sfugge la complessità delle diverse materie in essa trattate e la delicatezza dei provvedimenti adottati. Non vogliamo invadere il campo della politica, ma siamo costretti ad intervenire per l' ennesima volta a proposito della questione relativa al passaggio alla dirigenza di centinaia di medici convenzionati calabresi. Questi medici svolgono da tempo un lavoro che di fatto ha tutte le caratteristiche del rapporto di dipendenza e, per effetto di una previsione legislativa nazionale degli anni '90, oggi aspettano ancora di essere inquadrati a tutti gli effetti nei 'limiti delle dotazioni organiché. A questo punto confidiamo in un rapido iter legislativo da parte dell' aula consiliare che ponga fine a quello che è ormai diventato il calvario dei medici convenzionati calabresi, anche ricorrendo allo stralcio della parte che li interessa. Ricordiamo che il 14 marzo scorso nelle stanze dell' assessorato regionale alla Sanità fu firmata un' intesa su questo specifico punto con le organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative della medicina generale fra cui la Fp Cgil medici, alla presenza dell' assessore Lo Moro e del presidente della terza commissione consiliare Amato. Se quella intesa non venisse rispettata dalla parte pubblica saremo costretti a trarne le dovute conseguenze". "Sempre sul terreno dell' assistenza territoriale - conclude la nota - abbiamo accolto con favore l' ennesimo intervento della Corte dei Conti, a proposito dello stato di finanziamento, di realizzazione e di utilizzazione delle strutture sanitarie pubbliche. Chiederemo all' assessore di conoscere direttamente il lavoro di ricognizione svolto dall' organo di controllo contabile, ma in attesa la invitiamo a impartire precise indicazioni ai manager sanitari perché sappiano fare buon uso delle strutture già consegnate e portino a buon fine quelle in itinere. Si tratta di presidi indispensabili per la popolazione anziana e disabile, anche in presenza di una forte offerta del privato imprenditoriale in questo settore, che potranno orientare meglio la cosiddetta 'libera scelta del cittadino'".

La Regione vara il piano per la sicurezza alimentare

17/07 Ridurre l' incidenza delle malattie causate da alimenti contaminati "attraverso una programmazione coordinata in tutte le aziende sanitarie" finalizzata ad una "sorveglianza continua ed attiva". E' l' obiettivo del piano per la sicurezza alimentare 2006, approvato dalla Giunta regionale su proposta dell' assessore alla Salute, Doris Lo Moro. "Il Piano - è scritto in un comunicato dell' assessorato - prevede una serie di controlli su campioni di matrici alimentari, già previste da norme o piani di monitoraggio nazionali, da raccomandazioni e regolamenti dell' Ue, integrati da altre attività di interesse regionale". Il dipartimento tutela della Salute, in particolare, "al fine di garantire la salubrità degli alimenti rispetto alla possibile presenza di contaminanti di varia natura, impegna i servizi delle aziende sanitarie ad attivare una sorveglianza attiva e continua tramite il prelievo e l'analisi di un numero di campioni superiori a quelli richiesti dalle normative nazionali e comunitarie". Il piano indica una serie di obiettivi: ricerca dei residui di sostanze attive dei presidi sanitari tollerate su e nei prodotti; ricerca della presenza di antiparassitari nei cereali ed in alcuni prodotti di origine vegetale; ricerca sulla presenza di Listeria monocytegenes per la sicurezza batteriologica di insalate miste; ricerca su Nitrato a Patulina per la sicurezza di alimenti destinati a lattanti e bambini; ricerca relativa a Sudan I, II , III e IV e coloranti non consentiti in vari prodotti alimentari derivanti dal peperoncino, curcuma, curry, olio vergine di palma; tenore di benzo(a) pirene nelle derrate alimentari. E' inoltre prevista una serie di verifiche sull' etichettatura degli integratori alimentari e delle acque minerali; sulle acque potabili, su campioni di alimenti di origine "etnica" nei ristorante negli esercizi della pasticceria. Controlli microbiologici, biologici e chimici sono disposti su campioni di paste alimentari e nei prodotti di pasticceria e biscotteria, oltre che su campioni di preparazioni gastronomiche alla vendita, al dettaglio ed alla somministrazione nell'ambito di mense, self-service, snack-bar, rosticcerie e similari. Il dipartimento, secondo quanto riferito, ha già coordinato riunioni specifiche con i responsabili dei Sian (Servizi igiene alimenti e nutrizione) dei dipartimenti di prevenzionale aziendali, specificando le necessità ritenute prioritarie e concordando un piano di interventi e di controlli in grado di essere avviato subito sul territorio regionale, riservandosi la realizzazione di un piano più ampiamente delineato per il periodo 2007-2009". L'assessore Doris Lo Moro sottolinea che l' attuazione del piano per il 2006 "era un atto non più procrastinabile. Il livello di controllo, in questo settore, era estremamente carente ed alcuni tipi di controllo non erano mai stati attivati. Questa delibera - aggiunge - risponde, oltre che alla necessità di adempiere disposizioni nazionali ed europee, all' esigenza primaria di tutelare la salute della popolazione mediante la prevenzione, un' attività a cui l' assessorato sta dedicando grande attenzione. La garanzia di prodotti alimentari garantiti da fattori di contaminazione credo sia una delle esigenze più avvertite dalle famiglie. A questo bisogno - conclude l' assessore - la sanità calabrese risponde attivando una costante ed estesa attività di controllo su tutta la filiera alimentare".

Il Comune di Cassano chiede il ritorno della guardia medica estiva a Marina di SIbari

14/07 L' Amministrazione comunale di Cassano allo Ionio chiede il ritorno del servizio di guardia medica estiva nel villaggio turistico di Marina di Sibari. "L' Amministrazione comunale - è scritto in una nota - vuole rendere più sicura e serena la vacanza di migliaia di turisti, tra cui molti anziani e bambini, che annualmente scelgono la costa sibarita per le loro vacanze". Per il sindaco di Cassano, Gianluca Gallo e per l' assessore comunale alla Sanità, Cecilia Renne "un'area come quella di Sibari che, con le sue strutture turistiche di eccellenza, nel periodo estivo fa registrare la presenza di migliaia di vacanzieri, non può essere abbandonata". Il sindaco Gallo e l'assessore Renne, invitano la dirigenza dell'Azienda sanitaria di Rossano "affinché, nell'ambito della propria competenza, provveda a ripristinare il servizio di Guardia medica a Marina di Sibari".

Sottoscritto l’accordo integrativo che riguarda 1.700 medici di base. Lo Moro: "Raggiunti gli obiettivi"

13/07 E' stato sottoscritto tra l' assessore regionale alla Tutela della Salute e le organizzazioni sindacali di categoria dei medici l' accordo regionale, ad integrazione dell' accordo collettivo nazionale, per la medicina generale che riguarda 1.700 medici di base. L' intesa ha come obiettivo l' assistenza agli utenti 24 ore su 24 attraverso l'incentivazione di forme associative fra medici; l' appropriatezza prescrittiva dei farmaci, con l' introduzione dei budget, come contributo al contenimento della spesa sanitaria; lo sviluppo della prevenzione e dell' assistenza domiciliare; la riduzione delle liste d' attesa anche attraverso l'impiego di nuove tecnologie; la riduzione dei ricoveri e del ricorso al pronto soccorso per alcuni tipi di patologie. "Il contratto - è scritto in una nota dell' assessorato - é stato firmato dall'assessore Doris Lo Moro e dal dirigente generale Raffaele Faillace con i rappresentanti della Federazione dei Medici, del Simet Sumai Cisl, della Fp-Cgil e della Fimmg e comporterà un onere di oltre 7 milioni di euro per la Regione, rispetto ai circa 5, 6 milioni previsti dall'accordo precedente ad integrazione del contratto nazionale, il cui valore è pari a 109 milioni". "Mi riconosco pienamente in questo contratto - ha sostenuto l' assessore Lo Moro - non soltanto perché configura un accordo economico equilibrato, ma anche perché coincide nelle sue linee con obiettivi di politica sanitaria. Non è un contratto qualsiasi, in quanto sposa una progettualità che non è tipicamente contrattualistica ma attiene a scelte di governo. Non è un libro dei sogni, ma punta su cose possibili, come la scelta di privilegiare l' aspetto della prevenzione rispetto alla quale i medici di base sono i nostri principali alleati. Credo, insomma, che accanto al riconoscimento economico del lavoro, che è già un valore, ci sia l' obiettivo più alto di rispondere a esigenze della collettività. C' è stata una convergenza a vantaggio della sanità pubblica, sempre nel rispetto della diversità dei ruoli". Di "grande disponibilità a fare gioco di squadra" da parte delle organizzazioni dei medici ha parlato il direttore generale Raffaele Faillace. "C' è stata - ha spiegato Faillace - una consapevolezza delle difficoltà che ha portato le parti a introdurre elementi di novità all' avanguardia attraverso la sperimentazione di modelli nuovi. La prenotazione in rete con i Cup è un' opportunità unica che apre scenari futuri come quelli legati alla telemedicina".
"I contenuti dell' intesa - riporta il comunicato - sono stati illustrati dal dirigente di settore Rubens Curia e dalla dirigente Rosanna Maida. Tra le principali innovazioni determinate dalla firma dell' accordo, risalta la volontà delle parti di ricorrere a forme associative: dalla costituzione delle equipes territoriali alla sperimentazione delle Unità territoriali di assistenza primaria (Utap), indicate nel contratto come 'strutture territoriali ad alta integrazione multidisciplinare ed interprofessionale in grado di dare risposte complesse al bisogno di salute delle persone' che garantiscono al cittadino 'l' assistenza H/24 sul territorio e perseguono, in forma integrata, il conseguimento degli obiettivi e dei programmi aziendali e distrettuali di tutela della saluté". "Per quanto riguarda l' aspetto dell' appropriatezza prescrittiva - è scritto ancora nella nota - 'uno degli obiettivi principali dell' accordo è migliorare la qualità degli interventi e delle prestazioni erogate dal servizio sanitario regionale e ottimizzare l' utilizzo delle risorse disponibilì. A tal fine si conviene di individuare 'percorsi necessari per raggiungere progressivamente livelli adeguati di appropriatezza prescrittiva nell' ambito delle attività dei medici di medicina generale ma anche di tutti i soggetti prescrittorì. A questo scopo sono previste, fra le altre cose, l' istituzione della commissione regionale per l' appropriatezza prescrittiva e l' istituzione o il potenziamento dell' ufficio di coordinamento delle attività distrettuali, insieme con percorsi formativi mirati e con l' emanazione di linee guida regionali. Completa il quadro l' adozione del budget come 'strumento operativo di programmazione e controllo per i centri di responsabilita' a cui sono assegnati obiettivi quali-quantitativi e le correlate risorse sia correnti che di investimentì". "In sostanza - è detto ancora nella nota - dovrà essere indicata la quota di spesa per singole voci da attribuire ai medici di medicina generale. Incentivi sono previsti per i medici che si inseriscano nel sistema di teleprenotazione delle prestazioni ambulatoriali od ospedaliere, collegandosi in rete ai Cup, i centri di prenotazione unica, con l' obiettivo di ridurre i tempi d' attesa dei pazienti, mentre sul fronte della prevenzione si fa riferimento a programmi specifici oltre che di educazione sanitaria. L' obiettivo della deospedalizzazione di alcune prestazioni è stabilito nell' affermazione del principio che 'l' emergenza sanitaria e la continuità assistenziale dovranno, insieme all' assistenza primaria, costituire un valido elemento di filtro per la gestione di patologie che, al momento, per assenza di strutture, afferiscono impropriamente al pronto soccorso con conseguenti prestazioni e ricoveri ospedalieri inappropriatì". 'Si tratta - ha detto Francesco Esposito, del Cumi - Federazione dei Medici - del primo contratto che premia il medico che vuole fare. E' un salto culturale da parte del sindacato. Ottiene meno chi vuol fare meno e di più chi vuol fare di più. Per esempio, la copertura h/12 del servizio - ha aggiunto - non è un obbligo, ma una scelta e chi la compie viene incentivato". Per Pasquale Gallucci, presidente regionale della Fimmg, la federazione dei medici di medicina generale, "questo accordo è il fiore all' occhiello dell' Assessorato alla salute. C' è la possibilità di attuarlo senza grandi problemi se a livello aziendale emerge una volontà in tal senso".

Parere favorevole della Conferenza Stato-Regioni per il decreto sulla ricerca sanitaria.

La Conferenza Stato-Regioni ha espresso parere favorevole al Decreto del ministro della Salute Livia Turco con il quale vengono stanziati 100 milioni di euro per finanziare progetti di ricerca nel campo della prevenzione, diagnosi, cura e riabilitazione dell' innovazione tecnologica, con particolare riferimento all' oncologia e alle patologie al centro di interventi riabilitativi complessi. Con questo Decreto è stato revocato il precedente provvedimento emanato dal ministro Storace nel febbraio scorso, avviando nuovo modalità agli stanziamenti attraverso appositi bandi pubblici per l' erogazione di 70 milioni di euro cui potranno partecipare enti ed istituti di ricerca pubblici e privati e riservando i rimanenti 30 milioni di euro all' 'alleanza contro il cancro', con il coordinamento dell' istituto Superiore di Sanità, sempre attraverso una selezione per bando pubblico. "Abbiamo scelto la via della trasparenza e del confronto con le Regioni - ha affermato il ministro della Salute Livia Turco - superando logiche di assegnazione non concordate che avevano caratterizzato il precedente decreto. Con questo provvedimento sarà possibile ad un più vasto concerto di istituti di ricerca concorrere al finanziamento pubblico con propri progetti, anche in collaborazione con istituti internazionali e con grande attenzione alle realtà del Mezzogiorno. E' un primo significativo passo verso quella logica di rete e di programmazione nazionale che intendiamo intraprendere nel delineare le nuove strategie di ricerca scientifica nel Paese, fino alla definizione di un grande Piano nazionale triennale per la ricerca capace di offrire risposte alle esigenze di innovazione legate anche all' evoluzione dei bisogni sanitari della popolazione".

Cuore: calabresi a rischio. Il 45% degli uomini e il 41% delle donne è iperteso

06/07 In Calabria il 45 per cento degli uomini e il 41 per cento delle donne è iperteso; il 15 per cento degli uomini e il 14 per cento delle donne è in una condizione di rischio per i valori della pressione. E' quanto emerge dal "Progetto Cuore" dell' Istituto Superiore di Sanità. Sabato 8 luglio i cardiologi di Calabria, Basilicata e Puglia, si ritroveranno al Campus del' Università di Catanzaro su invito della società italiana di cardiologia con il patrocinio del Ministero della Salute per discutere di interventistica coronarica ipercutanea, una metodica che con l' uso di un pallone speciale salva dall' infarto e dall' angina pectoris. Secondo l' indagine "valori preoccupanti si registrano anche per quanto riguarda la colesterolemia e cioé alti livelli di colesterolo: il 17% degli uomini e il 25% delle donne in Calabria ha un' ipercolesterolemia e il 36% degli uomini e il 29% delle donne è addirittura in una situazione di rischio. Il quadro peggiora se si cercano le motivazioni di questi fattori di rischio. Il 41% degli uomini e il 76% delle donne in Calabria non svolge alcuna attività fisica durante il tempo libero; il 30% degli uomini fuma in media 17 sigarette al giorno e il 16% delle donne ne fuma, in media al giorno, 13. Ma non solo. Il 23% degli uomini in Calabria è obeso, così come il 34% delle donne. A questo si aggiunge che il 6% degli uomini e l' 8% delle donne è diabetico mentre il 6% degli uomini e il 3% donne in Calabria è addirittura in una condizione di rischio. Fattori di rischio spesso innescati, o comunque aggravati, da cattivi stili di vita portati avanti a volte a dispetto persino di un tasso di familiarità per le diverse malattie cardiovascolari che, nel Sud e nelle Isole, è del 24% negli uomini e del 30% nelle donne. Dai fattori di rischio alla comparsa delle malattie cardiovascolari il passo è molto più breve di quanto gli stessi italiani - e i calabresi - non pensino. Nel Sud, e quindi anche in Calabria, sempre secondo il "Progetto Cuore" dell' Istituto Superiore di Sanità, la prevalenza di infarto è dell' 1,7% negli uomini e dello 0,6% nelle donne; dell' 1,4 per cento negli uomini per quanto riguarda l'ictus e dello 0,9 per cento nelle donne. La prevalenza di angina pectoris è del 3,2% negli uomini e del 4,5% nelle donne. Per limitarsi a queste tre diffusissime malattie cardiovascolari. A Catanzaro il 47% degli uomini è iperteso e il 12% in una condizione di rischio; il 18% ha un'ipercolesterolemia e il 34% é in una condizione di rischio. E' diabetico il 5% degli uomini e 10% sono in una condizione di rischio. Non pratica alcuna attività fisica il 30% degli uomini e il 25% è obeso. Sono 14 le sigarette che, in media, accende il 25 per cento degli uomini Sempre nel capoluogo, sono ipertese 35 donne su cento e 14 su cento sono in una condizione di rischio. L' ipercolesterolemia interessa il 23% delle donne mentre il 28% è in una condizione di rischio. Soffrono di diabete 6 donne su cento e il 2% è in una situazione di rischio. Non pratica alcuna attività fisica nel tempo libero il 57% delle donne di Catanzaro e l'obesità colpisce il 31%. Poco sport ma tante sigarette visto che il 15% delle donne ne fuma, in media, ogni giorno 13. A Reggio, il 40% degli uomini e il 38% delle donne a Reggio Calabria - secondo il "Progetto Cuore" dell'Istituto Superiore di Sanità - è iperteso mentre il 12 per cento degli uomini e il 15 per cento delle donne è in una condizione di rischio. Per quanto riguarda la colesterolemia, il 18% degli uomini di Reggio e il 24% delle donne ha una ipercolesterolemia mentre il 39% degli uomini e il 34% delle donne è in una condizione di rischio. Il 50% degli uomini fa una vita troppo sedentaria e ancora di più le donne che per l' 81% non svolge alcuna attività fisica durante il tempo libero. Sedentarietà ed obesità sono figlie delle stesse cattive abitudini: e così il 16 per cento degli uomini e il 36 per cento delle donne di Reggio sono obesi. Troppe le sigarette accese: in media 17 al giorno per il 32% degli uomini e 17 per il 16 per cento delle donne. Ma a far preoccupare è anche il diabete: l' 8% degli uomini e il 13% delle donne è diabetico e, addirittura, il 3% degli uomini e il 5% delle donne è in una condizione di rischio.

L’Anaste proclama lo stato di agitazione

26/06 L'Anaste Calabria, l'Associazione che rappresenta la quasi totalita' delle Residenze Sanitarie Assistenziali, delle Case Protette, nonche' delle strutture che erogano prestazioni di riabilitazione estensiva a ciclo continuativo, ha proclamato lo stato di agitazione del settore. Le strutture in Calabria ospitano oltre 3000 malati e danno lavoro stabile ad oltre 3500 persone. Lo stato di agitazione e' stato annunciato stamane dal presidente dell'Anaste Calabria Michele Garo nel corso di una conferenza che si e' svolta a Lamezia. La prima azione di protesta verra' effettuata venerdi' 30 giugno in occasione del Consiglio regionale, dove tutti i rappresentanti delle strutture sanitarie calabresi saranno presenti con i loro dipendenti per manifestare contro i gravi problemi che stanno minando l'esistenza stessa delle strutture. ''Lo stato di agitazione - e' scritto in una nota dell'Anaste - riguarda, in particolare, le rette corrisposte alle strutture sanitarie per l'erogazione delle prestazioni, assolutamente inadeguate a coprire i costi di gestione e ferme in alcuni casi (Case Protette) all'anno 1997 senza che sia stato loro riconosciuto neppure l'adeguamento Istat, per non parlare dei ritardi (circa 10-15 mesi) con i quali avvengono i pagamenti delle stesse. Addirittura, per quanto riguarda le strutture di riabilitazione estensiva si e' arrivati all'assurdo: e' stata emanata recentemente la delibera della Giunta regionale n. 332/06 che determina la retta da corrispondere tenendo in considerazione i vecchi e non piu' vigenti Ccnl di categoria valevoli fino all'anno 2001 e, addirittura, non prevede la figura di un responsabile amministrativo e quella di almeno un medico. In tali condizioni - prosegue la nota - appare difficile garantire un servizio efficiente e d'alta qualita', eppure, il Piano sanitario regionale obbliga le strutture ad avere la rigorosa certificazione di qualita' Iso 9000. Se la linea politica perseguita dall'on.le Lo Moro prevede la chiusura delle suddette strutture, appare necessario che lo stesso assessore lo dica in maniera chiara ai gestori delle stesse e, sopra tutto, ai migliaia di lavoratori e le famiglie che quotidianamente si rivolgono a queste strutture sanitarie''. ''Piu' volte - ha detto il presidente dell'Anaste, Michele Garo - si e' cercato il dialogo con l'assessore alla Sanita' Doris Lo Moro. abbiamo chiesto l'istituzione di un tavolo tecnico per valutare tutte le problematiche, ma non siamo mai stati ascoltati. Addirittura l'assessorato ha promosso l'emanazione di delibere poi giudicate illegittime dal competente Tar di Catanzaro. Quello che non si vuole capire e' che il servizio di queste strutture sanitarie e' in alternativa a quello pubblico, in quanto erogano prestazioni per conto del servizio sanitario regionale garantendo, non solo occupazione stabile a circa 3500 unita', ma operando in aree periferiche della Calabria, mettendo in condizione la Regione di trasformare un costo di un servizio ricevuto in investimento pubblico''. ''Infatti, esso permette all'Ente, non solo di dare - ha concluso Garo - assistenza ai cittadini calabresi necessitati tramite le strutture stesse, ma di raggiungere altri risultati istituzionali: dare certezze occupazionali a quei residenti, frenando l'esodo demografico che rode da tempo quelle zone e che fa registrare quello spopolamento causa, soprattutto, di cedimenti e di bradisismi che determinano a valle ulteriori costi per le casse regionali''.

Incontro congiunto tra i DG di Cosenza, Catanzaro e Reggio

23/06 I direttori generali delle Aziende ospedaliere di Reggio Calabria, Leone Pangallo, di Catanzaro, Antonio Palumbo e di Cosenza, Cesare Pelaia, si sono incontrati a Lamezia Terme per "confrontare le reciproche esperienze e creare le necessarie sinergie sui più urgenti problemi di gestione delle aziende". "I recenti atti di programmazione regionale - è scritto in un comunicato - e quelli in fase di emanazione devono essere letti come un impulso decisivo alle scelte di innovazione nella gestione del sistema sanitario calabrese.Alle Aziende ospedaliere, in stretto rapporto con le aziende territoriali, spetta un ruolo decisivo nel potenziare e qualificare l' offerta sanitaria e ridurre le liste di attesa". I tre direttori hanno deciso di "coordinare ed uniformare alcuni indirizzi e metodi di gestione, rendendo efficienti le strutture amministrative ed i dipartimenti sanitari; di individuare i criteri per garantire l' appropriatezza delle prestazioni in rapporto con la funzione strategica dei medici di base, delle strutture territoriali e delle attività di urgenza ed accettazione, e le politiche per il personale da assumere al fine di potenziare la produttività; soprattutto realizzando una gestione consorziata di alcuni servizi per abbattere i costi e razionalizzare la spesa. E' opportuno approfondire queste linee guida e promuovere periodici incontri nelle tre sedi ospedaliere, anche alla presenza dei propri collaboratori".

Il 12% della popolazione calabrese soffre di cefalea

23/06 "La cefalea: patologia d' impatto sociale in Calabria" è il tema di un incontro promosso per domani dal Coordinamento regionale della Società italiana studio cefalea (Sisc) in collaborazione con l'Università "Magna Graecia" di Catanzaro e Pfizer Italia. L' iniziativa, è detto in un comunicato, si pone l' obiettivo di fotografare lo stato dell' arte sulla gestione della cefalea, una patologia che in Calabria colpisce il 12% della popolazione. La cefalea primaria non è pericolosa per la vita ma ne compromette la qualità. E' questa la connotazione meglio indicata a descrivere la sindrome cefalalgica, una malattia il cui profilo epidemiologico lascia intuire che i casi diagnosticati correttamente sono soltanto la punta di un iceberg. Un dato ampiamente confermato da un lavoro scientifico, realizzato in Calabria e pubblicato sulla rivista internazionale Cephalalgia. Il gruppo di ricerca calabrese, composto da medici ricercatori ospedalieri e ricercatori della cattedra d' Igiene dell' Università Magna Graecia di Catanzaro, ha evidenziato come il 36% della popolazione calabrese di età compresa tra 18-65 anni segnala di avere più di 3 attacchi emicranici nell' arco di un anno, con una durata che varia da qualche ora fino a tre giorni. Spesso d' intensità talmente elevata da generare un impatto devastante in termini di disabilità sociale temporanea e cronica. Nonostante l' incidenza elevata, solo una minoranza dei pazienti (26%) consulta uno specialista nella nostra regione, circa il 70% si rivolge al medico di medicina generale, mentre il 21% chiede aiuto alle strutture sanitarie specialistiche fuori regione, con un conseguente incremento della spesa sanitaria regionale. "Per far fronte a queste criticità - sottolinea Rosario Iannacchero, coordinatore regionale della Società italiana studio cefalea - il coordinamento regionale della Sisc ha elaborato un progetto per migliorare l' assistenza al malato cefalalgico calabrese, attraverso un' azione mirata e qualificata sul territorio. Le varie fasi del progetto prevedono il potenziamento di un centro di ricerca, la formazione e l'aggiornamento sulle cefalee presso l'Azienda Ospedaliera Pugliese-Ciaccio di Catanzaro, la realizzazione di una rete ambulatoriale nelle varie aziende sanitarie calabresi, la creazione di un network di centri per la cura delle cefalee".

Premio al centro Neurogenica di Lamezia

16/06 Incassa un altro importante premio il Centro regionale di Neurogenica di Lamezia Terme. La dottoressa Maura Gallo, biologa contrattista al laboratorio di genetica formale e molecolare del Crn lametino, è andato infatti il "Premio Bracco al migliore Abstract" nell’ambito della sessione poster promosso dall’Italian Interdisciplinary Network on Alzheimer Disease ovvero il primo network italiano multidisciplinare sulla malattia d'Alzheimer. La giovane biologa, appena 26 anni, è stata premiata in occasione della decima edizione del congresso, che si è svolta a Roma dall’8 all’11 giugno, ed il suo lavoro è stato scelto tra oltre 30 poster concorrenti provenienti da tutto il mondo. E anche in questa occasione il Centro Regionale di Neurogenetica ha dato il suo contributo con la presentazione di due importanti lavori. In particolare, la giovane biologa ha presentato una nuova e sconosciuta mutazione (alterazione del Dna) responsabile probabilmente della demenza frontotemporale, una patologia neurodegenerativa seconda per frequenza alla malattia di Alzheimer. La novità assoluta di questo lavoro risiede nel fatto che la mutazione identificata si trova su un gene che è quello candidato per antonomasia nello sviluppo della malattia di Alzheimer familiare. “Come sia possibile che un gene candidato nella malattia di Alzheimer, se mutato, sia anche responsabile di un’altra patologia diversa sul profilo clinico, è tuttora oggetto di discussione e studio – ha spiegato la giovane ricercatrice – la risposta molecolare non è stata ancora identificata, quello che si può dire a tutt’oggi è che le malattie neurodegenerative come l’Alzheimer e la demenza frontotemporale sono malattie multifattoriali, per le quali l’identificazione di una sola causa (genetica e/o ambientale) non è sufficiente e quindi lo stesso meccanismo neurodegenerativo (o parte di questo) potrebbe essere condiviso da più patologie. Tutto ciò apre interessanti prospettive per gli studi e le ricerche future”.
Ogni anno, in occasione del meeting Itinad, i giovani ricercatori hanno un'importante possibilità di scambio e di confronto sulle varie iniziative scientifiche: si tratta di momenti fondamentali per la vita del Network, perché segnano le tappe decisive del suo cammino scientifico. Durante le riunioni dei gruppi di studio, i coordinatori offrono ai membri del loro gruppo lo stato dell'arte dei vari progetti in atto ed insieme ricevono dai rappresentanti dei vari Centri un aggiornamento sulla situazione locale. Ogni anno inoltre tutti gli iscritti sono invitati a partecipare al Congresso istituzionale del network, ulteriore occasione d'incontro tra i membri di Itinad ed ottimo pretesto per assistere a simposi e letture di ospiti anche stranieri sui più recenti risultati della ricerca nazionale e internazionale.

Servizio scolastico nell’Ospedale di Cetraro

13/06 Istituire il servizio scolastico all' interno delle strutture ospedaliere per garantire il diritto allo studio del bambino con patologie gravi croniche e acute, assolvendo ad una funzione di sostegno rispetto al suo percorso di vita, favorendo una sensazione non preminente della malattia e dell' ospedalizzazione. E' questo il tema della conferenza stampa sul progetto "Scuola in ospedale" che si svolgerà domani nella direzione generale dell' Ufficio scolastico regionale a Catanzaro Lido. L' attuazione del progetto partirà da Cetraro ed a tale proposito domani, a Catanzaro, è prevista la conferenza stampa che sarà tenuta dal direttore regionale dell' Ufficio scolastico, Francesco Mercurio; dalla dirigente scolastica della direzione didattica del centro del cosentino e dal rappresentante dell' Azienda ospedaliera ed in occasione della quale sarà siglato un protocollo d' intesa che istituisce il servizio scolastico all' interno della struttura ospedaliera di Cetraro. "Particolare attenzione - spiega Mercurio - viene diretta all' attuazione di un lavoro interistituzionale, finalizzato a rendere migliori le condizioni per lo sviluppo di competenze e capacità del minore ospedalizzato in modo da aiutare e consentire il superamento della sua condizione di rischio senza soccombere ad essa. Questo intervento accresce la rete già operativa a livello regionale, che coinvolge sette Istituzioni operanti all' interno di ospedali calabresi". "Si tratta - sostiene il dirigente alle politiche giovanili dell' Ufficio scolastico regionale, Giacomo Cartella - di un ulteriore passo in avanti, per migliorare continuamente nei metodi e nei contenuti. E' l' unico strumento per garantire e accrescere il livello di qualità della scuola calabrese".

Progetto regionale triennale sulla prevenzione cardio-cerebrovascolare

08/06 Avrà una durata di tre anni e comporterà una spesa di un milione e 210 mila euro il "Progetto regionale per la prevenzione attiva delle recidive degli eventi cardio e cerebrovascolari", approvato dalla Giunta regionale, nel corso di una delle ultime sedute, su proposta dell' assessore alla Salute, Doris Lo Moro. Scopo del progetto, da inquadrare fra gli obiettivi indicati dal Piano nazionale della prevenzione 2005-2007 e nell' intesa scaturita dalla conferenza Stato-Regioni del 23 marzo 2005, secondo quanto comunica l' assessorato regionale alla Salute, è la riduzione dei tassi di mortalità dovuti alla cardiopatia ischemica ed all' ictus, che costituiscono le più importanti manifestazioni delle malattie cardiovascolari e sono le due principali cause di morte in Italia. "La riduzione dei tassi di mortalità per queste malattie osservata negli anni '80 - e' scritto nella nota - è attribuibile soltanto per un terzo al miglioramento delle terapie, mentre per due terzi è dovuta alle misure di prevenzione, sia primarie, cioé rivolte a soggetti che non hanno malattie cardiovascolari, che secondarie, cioé destinate a pazienti che hanno già avuto un evento cardiovascolare. In questi ultimi l' obiettivo della prevenzione è la riduzione della progressione della malattia e la prevenzione delle recidive. Queste ultime - fa sapere il dipartimento regionale per la Tutela della Salute - infatti sono eventi frequenti che contribuiscono notevolmente alla mortalità". Le finalità generali del progetto regionale di prevenzione attiva delle recidive, indicate nella delibera approvata dalla giunta, sono: "Stratificare il rischio cardiovascolare nel post infarto nei residenti di età dai 35 ai 74 anni ricoverati per la patologia di interesse; diffondere presso il personale sanitario dell' assistenza primaria e della specialistica di riferimento per il rischio cardiovascolare le competenze per la gestione del rischio cardiovascolare nel post-infarto in termini di terapia educazionale per gli stili di vita e l'aderenza alla terapia farmacologica e il monitoraggio del rischio nel tempo". Più nello specifico il progetto indica come obiettivi la conoscenza del rischio cardiovascolare nel post-infarto "nei residenti di età dai 35 ai 74 anni ricoverati per la patologia di interesse"; il coinvolgimento del maggior numero di medici di medicina generale e di specialisti collegati alla valutazione del rischio cardiovascolare in programma di formazione "per la valutazione del rischio cardiovascolare nel post-infarto e la terapia educazionale che la sua gestione comporta". Un ruolo fondamentale è assegnato ai medici di medicina generale "che possono attivare nei confronti dei loro assistiti interventi adeguati di correzione del rischio, laddove necessari, sia di tipo farmacologico che attraverso la terapia educazionale degli stili di vita". Ogni paziente infartuato, inoltre, riceverà, nel momento della dimissione, una "valutazione del rischio di recidive" indirizzata al medico curante. Vi saranno segnalati il rischio di recidive, indicazioni sulla correzione dei fattori di rischio, indicazioni sulla terapia, indicazioni sulla riabilitazione, indicazioni sui controlli periodici da eseguire. Il progetto prevede la nomina di un comitato di coordinamento per lo sviluppo ed il monitoraggio del piano. Ne faranno parte dirigenti e funzionari regionali del settore della prevenzione, dell' epidemiologia, del sistema informativo sanitario, della promozione della salute e della formazione, oltre che un referente per ognuna delle 11 As e delle 4 aziende ospedaliere della Calabria, con l' eventuale supporto di esperti su argomenti specifici. Il comitato, attraverso riunioni periodiche, dovrà "predisporre, monitorare e valutare le fasi attuative del piano". Tra gli adempimenti previsti, l' attivazione di un registro degli eventi cardio e cerebrovascolari mediante l' identificazione dei ricoveri ospedalieri di residenti d' età compresa fra i 35 ed i 74 anni. Per l' attuazione del piano, è stato dato mandato alle aziende sanitarie di predisporre i conseguenti "Progetti aziendali".

Gallo “Convocare la conferenza dei sindaci ASL di Rossano”

08/06 Una riunione urgente della conferenza dei sindaci dell'Azienda sanitaria 3 di Rossano è stata chiesta dal sindaco di Cassano allo Ionio, Gianluca Gallo. Il sindaco, nella richiesta inoltrata al presidente della conferenza Luigi Bria, ha evidenziato che in un recente incontro avuto con il direttore generale dell'Azienda sanitaria rossanese, Giuseppe Carbone, è emersa "la volontà della azienda, al fine di migliorare l'offerta sanitaria nel vasto territorio della piana di Sibari, di realizzare un ospedale unico regionale nel comprensorio della Sibaritide". Gallo dopo aver informato il presidente Bria che il progetto della struttura sanitaria "é stato già fatto elaborare dall'As e che la regione Calabria ha manifestato la volontà di finanziare l'elaborato tecnico dell'opera", ha posto l'esigenza di esaminare, in via preliminare, in un'apposita conferenza dei sindaci l'ipotesi dello ospedale unico regionale della Sibaritide.

A Soveria Mannelli mancano i medici e l’ASL chiude l’Ospedale

07/06 Il personale va in ferie, e nel frattempo l'intero reparto chiude: succede a Soveria Mannelli, centro presilano del catanzarese, dove da alcuni giorni e' stato chiuso il reparto di Ginecologia e ostetricia, uno dei reparti piu' all'avanguardia e attivi dell'intera Calabria, per il semplice fatto che per il periodo estivo il servizio non poteva essere garantito. Un vero e proprio disservizio, soprattutto per chi da mesi si trova in cura dai medici dell'ospedale montano che serve un territorio vasto che va anche oltre quello dell'Asl lametina. La carenza di medici, che non puo' garantire il funzionamento del presidio 24 ore su 24, ha portato la direzione generale a sospendere momentaneamente la struttura. Cosi' come e' stato chiuso il centralino dello stesso ospedale di Soveria per carenza di personale. La decisione ha sollevato una vera e propria rivolta tra i cittadini dei comuni del Reventino, tant'e' che il presidente del comitato di rappresentanza della conferenza dei sindaci dell'azienda sanitaria n.6, Gianni Speranza, ha indetto per domani alle 16 il comitato di rappresentanza della conferenza dei sindaci, allargato ai sindaci dei comuni ricadenti nel distretto del Reventino, con all'ordine del giorno la situazione dell'ospedale di Soveria Mannelli. Intanto, il Consiglio comunale di Soveria ha votato all'unanimita' un ordine del giorno in merito all'improvvisa sospensione del servizio di ginecologia e ostetricia nel locale ospedale, nel quale sono espresse forti critiche nei confronti della direzione dell'Asl di Lamezia. "L'accaduto - ha detto il sindaco Leonardo Sirianni - costituisce un serio pericolo per la vasta popolazione assistita, tanto da legittimare il sospetto che si possano creare tra la collettivita' amministrata serie turbative per l'ordine pubblico, delle quali il civico consesso ha ritenuto informare i Prefetti di Catanzaro e Cosenza, atteso il fatto che l'utenza che accede al nosocomio, per la grande qualita' dei servizi resi, proviene da entrambe le province. Proprio nell'interruzione di un servizio pubblico a cosi' elevata domanda risiedono le grandi responsabilita' del management della competente Asl, a proposito delle quali si chiede un accertamento". L'ospedale di Soveria Mannelli e' comunque tutelato dal Piano regionale per la salute proprio perche' posto in zona montana. "Finche' questo Piano restera' in vigore - ha sottolineato Sirianni - l'ospedale, che non e' affatto inefficiente ne' ridondante, che eroga anzi servizi essenziali alcuni dei quali di grande qualita', e che presenta bilanci annuali sempre in pareggio, rappresentando un punto di forza per l'economia dell'intera Azienda sanitaria 6, deve godere della salvaguardia in esso prevista". È stato creato anche un comitato di agitazione permanente, composto di cittadini, associazioni e sindacati, che ha il compito di monitorare l'evoluzione del problema.

Giovedì 8 giornata nazionale della lotta alla sordità

06/06 Sono cinque gli ospedali calabresi che parteciperanno l' 8 giugno prossimo alla Giornata per la lotta alla sordità promossa dall' Associazione italiana per la ricerca sulla sordità (Airs). Le strutture sanitarie che metteranno a disposizione il personale medico e paramedico per una valutazione clinica gratuita dell' udito sono quelle di Catanzaro (Policlinico universitario); Cosenza (Ospedale civile dell' Annunziata); Crotone (Ospedale San Giovanni di Dio); Lamezia Terme (Ospedale civile) e Reggio (Ospedali Riuniti). Secondo i dati forniti dall' Airs, "il 12% degli italiani, circa sette milioni di persone, sono colpiti da disturbi uditivi mentre le invalidità civili da sordità sono al secondo posto dopo le disabilità motorie. "La Giornata nazionale Airs - è detto in una nota - è stata organizzata per aumentare il livello di conoscenza delle opportunità di prevenzione e per sensibilizzare l' opinione pubblica. L' iniziativa ha coinvolto 200 ospedali distribuiti su tutto il territorio nazionale".

CISL “Dopo 30 mesi nuovo contratto di lavoro per la sanità”

05/06 ''Dopo 30 mesi, a quadriennio contrattuale gia' scaduto, e' stato sottoscritto in via definitiva il Ccnl del personale del comparto Sanita'. Anche questo rinnovo e' stato difficile e complicato, ma e' un risultato che e' stato raggiunto grazie all' impegno di tutti i lavoratori della Sanita' che hanno sostenuto e partecipato alle innumerevoli azioni di lotta, scioperi e presidi programmati dal sindacato per superare i continui ostacoli''. A sostenerlo sono stati Domenico Cubello, segretario generale della Cisl Fp Calabria, e Rosario Portulesi, segretario regionale della Cisl Fp Calabria. ''Le ultime resistenze messe in atto dalle Regioni e dal Comitato di Settore - hanno aggiunto i due sindacalisti - sono state contrastate dalla forte azione messa in campo dalle organizzazioni sindacali confederali che, come a dicembre 2005, si sono mobilitate per rimuovere le azioni dilatorie dei tempi del rinnovo contrattuale e trattare sulla pelle dei lavoratori una partita politico-finanziaria con il Governo. In tale logica la messa in discussione del Contratto nazionale e della garanzia dei Lea in tutto il territorio nazionale erano gli obiettivi nascosti che con l' azione pressante di mantenimento degli elementi unificanti (Ccnl e Lea) il Servizio sanitario nazionale il sindacato confederale unitario ha raggiunto con il risultato odierno. Il contratto sottoscritto da risposte non solo economiche rispetto all' inflazione e al mantenimento del potere di acquisto degli stipendi, ma anche e soprattutto alle alte professionalita' degli operatori del settore che e' possibile apprezzare rispetto all' impegno, alla qualita' e produttivita' delle prestazioni erogate attraverso strumenti economici e di riconoscimento di carriera ottenibili con la Contrattazione Decentrata Aziendale. Questo della contrattazione decentrata aziendale e' l' altro elemento fondamentale da utilizzare per le giuste, corrette, trasparenti e premianti risposte ai lavoratori ma, anche e soprattutto per attivare le necessarie flessiblita' nella stessa organizzazione del lavoro e nelle scelte di natura organizzatoria diverse ed adeguate alla peculiarita' delle Aziende sanitarie e ospedaliere''. ''Oggi quindi - hanno concluso Cubello e Portulesi - rispetto alla esigibilita' del Ccnl, chiederemo l' impegno puntuale dell' assessore regionale alla Salute perche' in ogni Azienda si liquidino le spettanze economiche arretrate con la mensilita' del mese di giugno 2006. Come organizzazione sindacale nei prossimi giorni saremo mobilitati con assemblee sui posti di lavoro per dare la corretta ed esaustiva informazione sul rinnovo contrattuale e sulle scelte di programmazione sanitaria regionale che e' ormai tempo di portare al dibattito politico dopo l'anno sabbatico che la nuova Giunta Regionale ha avuto a disposizione per l' esame dello stato della sanita' calabrese''.

Revocato lo sciopero delle farmacie

01/06 Non ci sara' la serrata delle farmacie indetta per lunedi' prossimo dalla Federfarma. L' assessorato regionale alla Salute, quello al Bilancio e l' associazione dei farmacisti hanno raggiunto, nella serata di oggi, un accordo che definisce le modalita' di pagamento, in tempi certi, delle somme dovute dalle aziende sanitarie alle farmacie calabresi. ''L' intesa ¿ e' scritto in un comunicato dell' assessorato alla Salute ¿ e' stata sottoscritta dal dirigente regionale del dipartimento alla Sanita', Raffaele Faillace, coadiuvato dal dirigente di settore Giuseppe Biamonte; dal dirigente generale del dipartimento Bilancio, Mauro Pantaleo e, per la Federfarma, dal segretario regionale, Alfonso Misasi. Conseguentemente all' accordo, la Federfarma ha comunicato che l' agitazione in programma per lunedi' prossimo, 5 giugno, e' revocata''. ''L' intesa raggiunta questa sera ¿ prosegue il comunicato dell' assessorato alla Salute - e' il frutto del lavoro svolto in queste settimane con l' obiettivo di risolvere il problema sopperendo alla carenza di liquidita' delle aziende sanitaria''.

Filcem/CGIL “Errata la notizia sullo sperpero nella spesa dei farmaci”

01/06 La Filcem-Cgil e la Uilcem-Uil della Regione Calabria, che rappresentano gli addetti all' informazione scientifica sui farmaci denunciano all' opinione pubblica e alle istituzioni la diffusione di notizie scandalistiche di ipotetici sperperi nell' assistenza farmaceutica, derivanti dall' incuria e dalla mancata applicazione della legge regionale 29 del 2002, effettuata attraverso notizie errate provenienti da quanti hanno interesse a gestire l' assistenza farmaceutica ed il flusso dei farmaci in Calabria. Lo rendono noto la Filcem-Cgil e la Uilcem-Uil. ''Non e' vero - e' scritto in una comunicato - che quando le aziende sanitarie acquistano direttamente i farmaci dalle industrie farmaceutiche, per procedere poi ad una distribuzione diretta agli assistiti, godono di uno sconto minimo previsto per legge tra il 40 ed il 50 % rispetto al prezzo al pubblico. Solo una parte dei farmaci, peraltro i meno costosi, devono praticare all' ospedale uno sconto di almeno il 50% rispetto al prezzo riportato sulla confezione, mentre la quasi totalita' dei farmaci innovativi e piu' costosi con registrazione ex factory non sono soggetti allo sconto obbligatorio del 50% e pertanto vengono ceduti dalle aziende agli ospedali senza alcuno sconto. Non e' assolutamente vero che i medicinali che non vengono distribuiti direttamente costano alle aziende sanitarie, e quindi alla Regione, almeno il doppio di quelli dati dalle strutture pubbliche.Non e' vero che la Regione Calabria sia, relativamente alla spesa farmaceutica, tra le 'Regioni meno virtuose d' Italia'.Se dalla spesa farmaceutica della Calabria viene correttamente sottratta la spesa dei farmaci che le altre Regioni escludono dalla loro spesa avremo una spesa inferiore alle Regioni proposte come 'virtuose'. Non e' vero che non e' stato fatto nulla dal 2002 ad oggi per contenere la spesa farmaceutica. L' assessorato regionale alla Sanita' ha effettuato nel mese di settembre 2002 un' analisi approfondita dalla quale e' emerso che i presidi ospedalieri regionali non sarebbero stati in grado di effettuare la distribuzione diretta dei farmaci, perche' non provvisti di strutture e professionalita' numericamente adeguate''. ''La Filcem-Cgil e la Uilcem-Uil - prosegue il comunicato - informano i cittadini e le istituzioni che l' erogazione dei farmaci effettuata dagli ospedali ha un costo piu' elevato per le Aziende sanitarie e comporta gravi disagi per gli ammalati che devono recarsi alle farmacie degli ospedali per ritirare i farmaci di cui hanno bisogno. La Filcem-Cgil e la Uilcem-Uil sostengono da anni e con la nuova Giunta dal suo insediamento che la riduzione della spesa sanitaria debba iniziare con l' abbattimento dei ricoveri impropri o a rischio di inappropriatezza e dei viaggi della salute o della emigrazione sanitaria. I sindacati hanno presentato insieme ad altre rappresentanze sindacali delle proposte di contenimento della spesa farmaceutica sin dal mese di giugno 2005, del quale ancora si attende il parere delle parti ed hanno sottoscritto un protocollo di intesa di regolamentazione dell' informazione scientifica del farmaco, che ha come principale finalita' il controllo ed il contenimento della spesa farmaceutica''.

Scienza e Vita ribadisce il suo no all’uso delle staminali embrionali

01/06 L' associazione ''Scienza e vita'' ribadisce il suo 'no' all' utilizzo delle cellule staminali da embrioni, in qualsiasi modo prodotti, anche se soprannumerari rispetto a pratiche di fecondazione assistita e in stato di abbandono''. Cosi' l' associazione ''Scienza e vita'' di Lamezia Terme attraverso il il presidente,Vincenzo Massara, risponde all' annuncio, dato a Bruxelles, ''del ritiro della firma italiana dalla 'Dichiarazione etica' che sanciva la contrarieta' dell' Italia all' uso delle staminali embrionali nel quadro del programma di ricerca europeo FP7''. ''La nostra posizione - spiega l' associazione - e' dovuta al fatto che il prelievo delle staminali distrugge l' embrione. Inoltre non si vede per quale ragione si debba continuare il filone di ricerca sulle staminali embrionali, quando gli unici risultati attendibili sono venuti dall' utilizzo di quelle adulte o da sangue di cordone ombelicale. Si tratta di risultati terapeutici sperimentati ogni anno su decine di migliaia di casi''. ''La riduzione delle tutele etiche - conclude il presidente di Scienza e vita - non e' indubbiamente un fattore di civilta' e progresso.E' possibile che dopo una legge costata anni di lavoro parlamentare, un referendum fallito e autorevoli pareri del comitato di bioetica, si debba sempre tornare sulla questione e non si trovino problemi piu' urgenti da risolvere per il Paese?''

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