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Inchiesta NOAS: arrestato l'ass. Tripodi

 

Inchiesta Noas: Una intesa per realizzare la centrale di Bivongi e l’elezione del sindaco di Brancaleone nelle accuse della DDA

14/02 Una intesa per la realizzazione della centrale idroelettrica di Bivongi (Reggio Calabria) fu trovata tra gli esponenti delle cosche della 'ndrangheta reggina nel corso di un summit svoltosi a Monasterace. La ricostruzione dell'incontro tra gli esponenti delle cosche è stata fatta dai magistrati della Dda di Perugia nell'ambito dell'inchiesta chiamata 'Naos' che ieri ha portato a numerosi arresti tra i quali quello dell'assessore regionale al turismo della Calabria Pasquale Tripodi. Nelle conversazioni, registrate dai carabinieri del Ros, si fa riferimento ad un incontro tra "gruppi criminali - sostiene il Gip di Perugia - storicamente non alleati che hanno stabilito accordi volti a dirimere le passate controversie". A conclusione del summit i due gruppi contrapposti (Ielo-Vadalà da una parte e Ruga-Metastasio dall'altra) trovarono una "intesa di massima - è scritto nell'ordinanza - sulla realizzazione della centrale idroelettrica di Bivongi". L'esito della trattativa sarebbe da attribuire ad Antonino Vadalà che "godeva - evidenzia il Gip - di intese politico-istituzionali, riuscendo a gestire le trattative con l'appoggio dell'assessore Tripodi"

Gli operai umbri pagavano il pizzo per lavorare. Gli operai che lavoravano in Umbria nelle società riconducibili alle persone arrestate nell'operazione 'Naos' era costretti a pagare il 'pizzo' per mantenere il loro posto di lavoro. E' quanto emerge dall'ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip di Perugia nei confronti di 57 persone. Uno dei destinatari dell'ordinanza, Salvatore Agostino, aveva instaurato - secondo quanto ricostruiscono gli inquirenti - un rapporto di collaborazione con Giuseppe Benincasa. La collaborazione tra i due vedeva Agostino fornire manodopera da impiegare in Umbria percependo da Benincasa una somma di denaro. Nel corso delle indagini però i carabinieri del Ros hanno scoperto che ogni gruppo di operai pagava settecento euro al mese a Benincasa per mantenere il posto di lavoro. Benincasa poi girava il denaro ad Agostino. Nell'ordinanza il Gip riporta una conversazione telefonica tra Benincasa e la moglie e successivamente tra Benincasa ed Agostino nella quale si fa riferimento al denaro pagato dagli operati che è ritenuto, dagli inquirenti, una "imposta sul lavoro"

Gli indagati volevano eleggere il Sindaco di Brancaleone. Luigi Martelli e Giuseppe Benincasa, arrestati nell'ambito dell'operazione 'Naos', nelle elezioni comunali del 2008 volevano fare eleggere Vincenzo Scaramozzino, anch'egli arrestato, alla carica di sindaco di Brancaleone. E' quanto emerge dall'ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip di Perugia, Marina De Robertis. Il Gip sostiene che Martelli e Benincasa sono due persone in grado di "determinare, nelle prossime elezioni amministrative, la nomina a sindaco di Vincenzo Scaramozzino". Per confermare l'ipotesi accusatoria il Gip riporta nella sua ordinanza di custodia cautelare una conversazione telefonica tra Martelli e Benincasa. "Poi - dice Martelli - il vice sindaco (facendo riferimento a Scaramozzino) che sarà sicuramente il nuovo sindaco di Brancaleone è il cugino di Carmelo Gentile che voi avete conosciuto compare Pé. Che fra due anni ci saranno le elezioni politiche a Brancaleone e che al novantanove per cento, noi tutti quanti appoggeremo questa lista, sennonché in questi due anni ci saranno dei cambiamenti radicali no...?".

Moglie di un indagato trova cocaina in casa e la butta. C'é anche una vicenda dai contorni familiari curiosi nell'ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip di Perugia che ha portato ieri all'operazione 'Naos'. Si tratta di una conversazione telefonica tra Giuseppe Benincasa e la moglie nella quale la donna dice di aver trovato "della polvere bianchissima che non è zucchero e l'ho buttata". E' il 19 dicembre del 2006 quando la moglie di Giuseppe Benincasa si reca in un appartamento di loro proprietà nel complesso residenziale di Guantarella, nell'hinterland perugino. La donna sta risistemando casa dopo che nell'abitazione erano state ospitate tre persone giunte dalla Calabria. All'improvviso in un barattolo trova delle polvere bianca e chiama il marito per chiedergli spiegazioni. "Mi stanno tremando le gambe - dice la donna conversando telefonicamente con il marito - perché ho trovato più di mezzo contenitore di polvere bianchissima, che non è zucchero". Benincasa dice alla moglie di non toccare nulla perché sta per raggiungerla ma la donna, infuriata per il ritrovamento, gli risponde "l'ho già buttata"

Documenti e PC al vaglio degli investigatori. Computer, materiale informatico e numerosi documenti sono stati sequestrati dai carabinieri del Ros di Perugia nel corso delle perquisizioni eseguite ieri nell'ambito dell'indagine Naos su un tentativo della criminalità organizzata calabrese e campana di infiltrarsi in Umbria per la quale sono state disposte 57 ordinanze di custodia cautelare (51 in carcere e sei ai domiciliari), quasi tutte già eseguite. Materiale ora al vaglio degli investigatori. Le perquisizioni hanno riguardato le abitazioni degli indagati e di diverse società. Intanto oggi nel carcere di Perugia sono cominciati gli interrogatori di garanzia da parte del gip Marina De Robertis che ha disposto le ordinanze di custodia cautelare chieste dal sostituto procuratore Antonella Duchini.

Borrello “Oscena la presa di distanza da Tripodi”. "Da anni l'Udeur, da un lato, e il presidente Loiero, dall'altro, hanno individuato nelle capacità di Pasquale Tripodi una sintesi d'impegno politico ed amministrativo nella Regione Calabria. Prendere le distanze ora, in questo momento critico per lui, cui personalmente auguro, di cuore, che possa dimostrare la sua estraneità dalle accuse che gli muove la magistratura, è quantomeno osceno sul piano umano". A sostenerlo, in una nota, é il vicepresidente del Consiglio regionale Antonio Borrello. "Nel frastuono generale - prosegue Borrello - si rischia di perdere persino il significato delle parole, ma anche di dare un colpo letale alla nostra democrazia. Credo che, premesso il rispetto per l'attività della magistratura, occorra che non si facciano processi mediatici o si mettano alla gogna le persone prima ancora che si conoscano i fatti e vi siano le relative sentenze giudiziarie, perché comportarsi diversamente significa soltanto minare alle basi lo Stato di diritto. Per evitare processi sommari e spettacolari, è urgente che la magistratura acceleri le procedure e pervenga con rapidità ad un esito". Per Borrello "nel frattempo,però, un minimo di ragionamento é opportuno farlo. Decisamente torto, sul piano politico, hanno tutti coloro i quali dopo tre anni di legislatura prendono le distanze dall'assessore Pasquale Tripodi, quasi non l'avessero mai conosciuto, stimato, scelto come compagno di viaggio affidandogli deleghe regionali importanti e, nel caso dell'Udeur, pronti a proporre l'elezione al Parlamento. Qui oltre alla bugia c'é un cinismo che fa a fette l'umanità di ogni individuo e che ci deve indurre a riflettere su quanto di grave sta accadendo nel mondo politico". "Ma sul piano politico - sostiene ancora il vicepresidente del Consiglio regionale - un comportamento del genere non può passare inosservato, perché tradisce un'irresponsabilità, di chi lo pone in essere, i cui costi si vorrebbero scaricare sulle persone che, per un motivo o per l'altro, finiscono nella rete della magistratura inquirente e che, però, e questo non è mai superfluo ricordarlo, sono innocenti fino a quando non vi sia una sentenza di condanna. Per ciò che riguarda le tante candide sirene che richiedono il voto subito alla Regione, sorprende che le stesse non siano, con altrettanta solerzia, attente anche alle vicende di altre regioni come la Campania per esempio. Anche se il vero problema, a mio avviso, rimane sempre lo stesso: l'esasperazione del profilo giudiziario a causa anche dell'inadeguatezza a dare risposte ai problemi dei cittadini. Credo che i cittadini, piuttosto che andare al voto, richiedano soluzioni sul terreno dei contenuti". "In questo senso, il centrosinistra calabrese - prosegue Borrello - dovrebbe interrogarsi subito, non attraverso parate mediatiche in cui i leader appaiono un attimo e spariscono senza lasciare tracce concrete del loro passaggio, ma attraverso progetti di legge, programmi amministrativi, passione per le questioni che bloccano la crescita economica della Calabria. Se la politica non diventa governo scrupoloso e puntuale del territorio nel pieno rispetto della legalità e della trasparenza, rischia di diventare, nella società di oggi, un'appendice irrilevante del pensiero umano"

Agorà: I Consiglieri della Regione si dimettano spontaneamente. "Tra le opzioni di scioglimento del Consiglio regionale non v'é soltanto quella delle dimissioni del presidente ma anche quella delle dimissioni della metà più uno dei consiglieri". E' quanto afferma, in una nota, l'associazione Agorà. "Se ciò finora non è avvenuto - prosegue la nota - significa che tutto il Consiglio, per il 70% inquisito a vario titolo, più che ai veri interessi dei calabresi presta attenzione a non perdere la propria poltrona. E' sterile la posizione di quanti oggi chiedono a grancassa le dimissioni del presidente Loiero, guardandosi bene però dall'assumere iniziative autonome che porterebbero allo stesso risultato". "Preso atto che il governatore, dopo le numerose incursioni giudiziarie che hanno minato la credibilità politica della sua giunta - è scritto nel comunicato - non ha inteso e, a quanto pare, non intende rassegnare le proprie dimissioni, non rimane che una sola strada per ridare la parola ai cittadini: quella delle dimissioni volontarie della meta più uno dei consiglieri. Perciò quanti vogliono le dimissioni di Loiero, abbiano un po' di coraggio e procedano all'autoscioglimento dimettendosi. Ma è naturale che non lo facciano per le ragioni sopra citate". Per l'associazione Agorà "é del tutto evidente che chiedendo le dimissioni del presidente, costoro intendono, in modo maldestro, far passare il messaggio che tutta la responsabilità del degrado politico e morale della Calabria sia imputabile ad Agazio Loiero, dimenticando però di dire che, eccetto pochi, anch'essi sono coinvolti in indagini giudiziarie in quanto protagonisti di una stagione di profonda degenerazione. Fosse anche la stessa opposizione che in due anni e mezzo non ha speso un solo giorno, ben retribuito dai cittadini, a esercitare questo ruolo. Probabilmente perché impegnati nelle anticamere di palazzo a chiedere favori per i propri 'clienti'". "Del resto non scopriamo noi la pratica degli inciuci tra maggioranza e opposizione - sostiene ancora l'associazione - Loiero ha molte responsabilità politiche della degenerazione in cui vive la Calabria. Ma non meno dei consiglieri silenti dell'opposizione, a proposito, dov'é è stato in questo tempo il "leader" silurato del centrodestra?, che dovevano vigilare e non l'hanno fatto. Gli stessi che fino a due anni fa hanno governato senza lasciar traccia né alcun ricordo positivo, anzi"

Tassi (SD) “Tutte le tragedie finiscono in farsa”, "La dichiarazione del presidente Loiero circa il ritiro della delega di assessore regionale a Pasquale Tripodi il giorno prima del suo arresto ci rassicura perché ci fa sperare che tutti i reati ascritti a Tripodi siano stati compiuti nelle 24 ore successive e scaturiscano dalla disperazione della perdita del posto". Lo afferma, in una nota, Pino Tassi, del coordinamento regionale di Sinistra democratica. "Riguardo poi la volontà - aggiunge Tassi - di ascoltare il Consiglio regionale prima di prendere una decisione sul futuro della consiliatura è come se un giudice facesse decidere la condanna agli stessi imputati. Siamo certi che i consiglieri regionali manifesteranno il desiderio di dimettersi ma anche soprassiederanno a questa decisione per senso di responsabilità e 'attaccamento' alle istituzioni. E il Consiglio regionale annuncerà un grande sacrifico per il nostro bene". "E proprio vero - conclude l'esponente di Sd - che tutte le tragedie finiscono sempre in farsa".

Tassone (Udc) “In Calabria situazione drammatica”. Mario Tassone, Vice presidente della commissione antimafia, e vice segretario dell'Udc, durante una riunione dei vertici calabresi, a margine della direzione dell'Udc, ha definito ''drammatica'' la situazione in Calabria, riferendosi al ''susseguirsi delle iniziative della magistratura antimafia''. ''Ormai - ha aggiunto Tassone - la Calabria e' una delle regioni d'Italia che sono maggiormente al centro di molteplici vicende criminose che si diramano non solo su tutto il territorio nazionale, ma anche oltralpe''. ''Il dato piu' inquietante - ha concluso - e' il silenzio diffuso fra tutte le forze politiche della maggioranza della regione che non avvertono alcuna sensibilita' nel chiudere una vicenda regionale che non ha piu' storia''.

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Accordo tra ndrangheta e camorra per controllare gli appalti in Umbra: 57 arresti, 20 in Calabria, tra di loro l’ass. P. Tripodi, sindaci, vicesindaci e dirigenti. Intercettazioni. Mondo civile indignato

Loiero "Non si può andare avanti così". Gen. Ganzer "Una Joint-venture camorra-ndrangheta"

Operazione della DDA di Perugia: 50 arresti di cui 20 in Calabria, tra loro l’ass. regionale Pasquale Tripodi. Tra gli interessi droga ed edilizia. Loiero "si era dimesso". Chieste le dimissioni della Giunta regionale

 

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