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Arrestato l'ass. Pasquale Tripodi

Operazione della DDA di Perugia: 50 arresti di cui 20 in Calabria, tra loro l’ass. Pasquale Tripodi. Tra gli interessi droga ed edilizia. Loiero "si era dimesso". Chieste le dimissioni della Giunta regionale

13/02 L'assessore al Turismo della Regione Calabria, Pasquale Tripodi, dell'Udeur, è stato arrestato stamani nell'ambito dell'inchiesta coordinata dalla Dda di Perugia su un presunto sodalizio di tipo mafioso collegato al clan camorristico dei Casalesi e alla cosca della 'ndrangheta dei Morabito-Palamara-Bruzzaniti. Tripodi e' accusato di associazione mafiosa. L'assessore al Turismo della Regione Calabria, Pasquale Tripodi è stato arrestato in relazione all'approvazione del progetto per la centrale idroelettrica della Vallata dello Stilaro. Al centro dell'indagine del Ros che ha riguardato l'amministratore anche il relativo finanziamento da parte della Regione. Tra gli arresti fatti in Calabria, figurano anche il sindaco di Staiti, Vincenzo Ielo, il vicesindaco di Brancaleone, Gentile Scaramuzzino, ed un tecnico del comune di Brancaleone, Domenico Vitale. Sono 20 in totale gli arresti eseguiti dai carabinieri in Calabria. Quasi tutti gli arresti sono stati eseguiti nel reggino ed in particolare tra Brancaleone, Staiti e Monasterace, sulla fascia ionica. I carabinieri stanno eseguendo in diverse regioni italiane, in particolare in Umbria e Calabria, oltre 50 ordinanze di custodia cautelare per associazione mafiosa finalizzata al traffico di stupefacenti, alle estorsioni e ad altri reati. Le ordinanze sono state emesse su richiesta della Procura distrettuale Antimafia di Perugia. Al centro delle indagini condotte dal Ros, un sodalizio di tipo mafioso collegato al clan camorristico dei Casalesi e alla cosca della 'ndrangheta dei Morabito-Palamara-Bruzzaniti, di cui e' stata documentata anche la diffusa infiltrazione nel settore economico-imprenditoriale, in particolare nell'edilizia e nel mercato immobiliare. Gli inquirenti, nel corso dell'operazione denominata 'Naos', hanno accertato in particolare gli interessi illeciti dell'organizzazione criminale in appalti inerenti centrali idroelettriche ed infrastrutture turistiche calabresi, agevolati dalla collusione con esponenti delle amministrazioni pubbliche comunali e regionali.

Tra le attività droga ed edilizia. Metodologie ritenute tipicamente mafiose, nell'ambito del traffico degli stupefacenti, del reimpiego di capitali in attività edilizie, del traffico di autovetture rubate o "clonate", del riciclaggio di assegni falsificati sono state evidenziate dagli inquirenti nell'ambito dell'operazione Naos eseguita dai carabinieri del Ros coordinati dalla procura di Perugia. Sono 57 le misure cautelari che vengono eseguite tra Umbria, Calabria, Campania, Lazio, Emilia Romagna, Lombardia e Trentino-Alto Adige. Per quanto riguarda il settore della droga, dall'indagine è emerso il coinvolgimento degli indagati in un presunto traffico di cocaina ed hascisc destinati al mercato perugino ed approvvigionati attraverso due canali: uno dal nord Italia e l'altro localmente da un trafficante nigeriano. In Umbria la commercializzazione della droga - secondo gli accertamenti svolti dal Ros - era prevalentemente affidata ad una componente costituita da albanesi e pregiudicati locali, ben inserita negli ambienti dei principali luoghi d'intrattenimento di Perugia.

Dalle società edili prezzi concorrenziali. Venivano reimpiegati nella costituzione di diverse società impegnate nell'edilizia, impostesi nel comparto produttivo in virtù dei prezzi concorrenziali offerti ai committenti, i proventi dell'attività illecita delle presunte organizzazioni criminali al centro dell'indagine Naos dei carabinieri del Ros coordinati dalla Dda di Perugia. Secondo gli inquirenti, tale egemonia era favorita non solo dall'origine dei finanziamenti, ma anche dalla scarsa qualità dei materiali impiegati, nonché dalla sistematica violazione delle normative sulla sicurezza del lavoro e la previdenza della manodopera, composta in buona parte da extracomunitari clandestini. Attraverso tali società, secondo l'accusa il sodalizio era inoltre interessato all'acquisto di lotti di terreno in Sardegna per la realizzazione di strutture turistiche e residenziali.

Cosche calabresi al centro dell’attenzione. Le cosche calabresi al centro dell'inchiesta della Dda di Perugia erano interessate ad aggiudicarsi l'appalto per l'ammodernamento della centrale idroelettrica della Vallata dello Stilaro, nel comune di Bivongi (Reggio Calabria). E' quanto ipotizzano gli investigatori perugini. L'operazione doveva realizzarsi - secondo l'ipotesi accusatoria - attraverso una delle società umbre riconducibili agli indagati, appositamente finanziata con i proventi delle attività illecite.

Settori bancari implicati nell’operazione. Anche settori bancari sono risultati implicati come "necessario supporto operativo" alle attività delle società coinvolte nell'indagine Naos dei carabinieri del Ros di Perugia. Una delle 57 ordinanze di custodia cautelare ha riguardato il responsabile della dipendenza umbra di un noto istituto di credito.

Interesse per villaggio turistico di Brancaleone. L'interesse del gruppo calabrese all'acquisizione di alcuni lotti di terreno sulla costa dei Gelsomini, nel comune di Brancaleone (Reggio Calabria), per la costruzione di un villaggio turistico e di un centro commerciale, è emerso dall'indagine dei carabinieri del Ros di Perugia. Anche per la realizzazione di questo progetto - secondo gli investigatori - si sono utilizzate società umbre, riconducibili agli indagati, provvedendo alla loro ricapitalizzazione mediante la ripartizione delle quote fra imprenditori controllati dalla cosca calabrese. Gli inquirenti hanno così potuto accertare l'intervento a favore del gruppo criminale volto alla modifica della destinazione di terreni ed al rilascio delle relative autorizzazioni edilizie. Dall'indagine è emerso anche il presunto coinvolgimento di un amministratore di ente pubblico, con competenza sull'operazione. Per questi il vantaggio - secondo l'accusa - è stato rappresentato pure dall'assicurazione, da parte dell'organizzazione criminale, dell'appoggio alla candidatura nelle elezioni amministrative previste per quest'anno.

Imprese delle cosche per realizzare infrastrutture. Sono considerate in grado di gestire direttamente ambiziosi progetti infrastrutturali, attraverso proprie imprese, le cosche della 'ndrangheta della zona jonica reggina colpite dagli arresti eseguiti stamani dai carabinieri del Ros coordinati dalla procura di Perugia. Un vero e proprio ''salto di qualità" di questi gruppi criminali, secondo gli inquirenti umbri. Un'attività, quella legata alle grandi infrastrutture, che si aggiunge - è emerso dall'indagine - ai "tradizionali interessi parassitari" inerenti l'imposizione di subappalti e forniture. Dall'inchiesta è inoltre emersa la conferma della tendenza delle principali cosche ad estendere il proprio controllo alle maggiori iniziative economiche del territorio, ricercando il condizionamento degli enti locali, sia per orientarne l'attività amministrativa, sia per intercettare i flussi dei finanziamenti pubblici, considerati principale volano dell'economia calabrese. Gli inquirenti hanno così riscontrato l'attitudine dei gruppi criminali ad interagire per la realizzazione dei loro progetti di più ampia portata, pur salvaguardando l'autonomia e l'ambito territoriale di ciascun sodalizio.

Un tentativo di colonizzare le altre regioni. Ha confermato il tentativo di colonizzazione criminale di altre Regioni, Umbria compresa, da parte di alcune cosche calabresi l'indagine Naos. Operazione che - secondo la procura di Perugia - si è esplicitata attraverso l'infiltrazione nell'economia locale, che si accompagna ad un diffuso impegno nei settori illeciti, tra questi anche il narcotraffico. Rappresenta un "significativo, se pur temporaneo e parziale, baluardo a garanzia di un ordinato e legittimo sviluppo economico e sociale dell'Umbria e di altre Regioni" l'operazione Naos condotta stamani dai carabinieri del Ros coordinati dalla Dda di Perugia. Lo ha sottolineato il procuratore del capoluogo umbro Nicola Miriano in un comunicato. Nella nota si sottolinea che l'indagine, come già altre, "ha dimostrato il raggiungimento di proficui risultati attraverso l'armonica sinergia tra soggetti della procura, magistrati e loro collaboratori amministrativi, con un ente investigativo, come il Ros, la cui professionalità e preparazione organizzativa è stata ancora una volta vincente".

Chi è Pasquale Tripodi/Scheda. Pasquale Maria Tripodi è nato a Montebello Ionico il 10 maggio 1957. E' sposato, ha due figlie. Medico, specialista di otorinolaringoiatria nell'ospedale di Melito Porto Salvo. E' stato segretario della sezione dell'allora Dc di Bova Marina e membro del comitato provinciale giovanile dello stesso partito. Nel 1997, capeggiando una lista civica, è stato eletto sindaco di Bova Marina, incarico che ha espletato fino ad aprile del 2000. Nel 1998 si è iscritto allo Sdi. Nel novembre del 2000 è diventato capogruppo del Centro Popolare Calabrese. Nel luglio 2002 ha costituito un nuovo gruppo: Democratici Popolari per l'Europa. Componente del direttivo dell'associazione dei Comuni dello Ionio meridionale, presiede l'istituto regionale di studi ellenocalabri di Bova Marina. Nella passata legislatura è stato vicepresidente della terza Commissione 'Politica Sociale'. Dal 2 maggio 2005 al 18 settembre 2006, nella prima Giunta Loiero, è stato assessore ai trasporti. Dal 19 settembre 2006 è stato Assessore alle Attività Produttive fino al 29 novembre 2007. Poi la delega al Turismo, ai beni ed alle attività culturali La delega comprende le seguenti materie: turismo, beni culturali, patrimonio storico, artistico ed architettonico, promozione ed organizzazione delle attività connesse, terme (eccetto gli aspetti sanitari), portualità (aspetti turistici), culture locali e minoranze linguistiche, enti e consorzi turistici, spettacolo, industria alberghiera e strutture ricettive (esclusi gli agriturismi), sport, associazioni culturali, promozione dell'arte e della cultura, musei, biblioteche, archivi, teatri ed attività teatrali, tempo libero, piano regionale dei trasporti e trasporto pubblico locale (le ultime due materie, previa intesa con l'Assessore al bilancio e patrimonio). La pesca sportiva - segnala la sua biografia sul sito della Regione - è il suo hobby preferito, i saggi politici le sue letture predilette.

Grasso (Antimafia) “Tentativo di colonizzazione criminale” "E' un'operazione con parecchi risvolti investigativi. Ci troviamo di fronte ad un tentativo di colonizzazione criminale in una regione come l'Umbria dove si nota un'infiltrazione nell'economia locale sia di elementi della criminalità campana che di quella calabrese". Così in un'intervista al Giornale Radio di Gr Parlamento, il Procuratore Nazionale Antimafia, Piero Grasso. "Ci sono tutti gli ingredienti - aggiunge Grasso - per far venir fuori uno spaccato del sistema mafioso che cerca di fare soldi e di spacciare stupefacenti in una zona tutto sommato vergine per poi investire i capitali in infrastrutture, acquisizioni di centrali idroelettriche in Calabria che rappresenta l'investimento del futuro o nello sfruttamento della Costa dei Gelsomini, sempre in Calabria, con la previsione di costruire un villaggio turistico o un centro commerciale. Il tutto corredato - prosegue il Procuratore Nazionale - da appalti, subappalti, guardianie. Tutto garantito dall'accordo tra le cosche della n'drangheta da una parte e dagli amministratori locali dall'altra che garantivano i finanziamenti ai progetti".Grasso, poi, evidenzia l'interesse sempre maggiore della 'ndrangheta agli appalti pubblici. ''Le famiglie mafiose - sottolinea - per poter entrare nel sistema degli appalti pubblici utilizzano tecnici comunali compiacenti e politici locali. Lo scopo è quello di conoscere ed avere approvati i progetti di finanziamento. In sostanza, la riflessione è che non si può entrare nella imprenditoria criminale senza l'appoggio di questi altri contesti. E in Calabria - specifica Grasso - questo sistema è particolarmente pregnante". Grasso, infine, parla dell'operazione Naos come di un esempio di cosa alla lotta alla criminalità organizzata significa. "Per debellare la 'ndrangheta occorre la collaborazione di tutti. Questa operazione e' emblematica perché è stata possibile grazie all'unione di più sinergie. Un plauso, quindi, alla dottoressa Duchini della DDA di Perugia, ai Carabinieri del Ros ed alla DDA di Reggio Calabria".

Loiero “Tripodi si era dimesso ieri”. Pasquale Maria Tripodi proprio da ieri non era più assessore al Turismo della Regione Calabria. Il presidente Agazio Loiero lo aveva revocato per la sua incompatibilità politica determinata dal fatto che aveva scelto di restare nell'Udeur e quindi di andare col centrodestra. "In questo momento gli auguro e mi auguro che sia in grado di dimostrare la sua estraneità alle accuse che gli vengono contestate", ha detto il presidente della Regione Calabria Agazio Loiero, in una nota del portavoce, riferendosi a Tripodi. "Capisco che al punto in cui siamo arrivati l'appartenenza al Consiglio o alla Giunta è una frontiera labile - ha aggiunto Loiero - ma devo dire che, sul piano formale, da ieri Tripodi non faceva parte né del governo regionale né della maggioranza di centrosinistra avendo fatto una scelta diversa seguendo Mastella nel centrodestra". "Proprio sabato scorso - ha proseguito il presidente Loiero - avevo discusso con lui della sua posizione politica e gli avevo anche chiesto informazioni su alcune voci insistenti negli ultimi giorni di un suo coinvolgimento in una delicata inchiesta giudiziari. Gli avevo, quindi, esplicitamente chiesto di dimettersi, anche perché la sua presenza ad Arpaise, alla convention di Mastella, era in contrasto con la sua permanenza in giunta. Mi aveva assicurato che entro lunedì avrebbe rassegnato le dimissioni, come qualche giornale calabrese ha pure scritto. Non lo ha fatto e ieri ho provveduto a firmare il decreto di revoca, regolarmente protocollato".

Santelli (FI) “Loiero prenda atto del duro colpo”. "La rettifica fatta da Loiero é totalmente inadeguata al contesto calabrese. Loiero deve prendere atto dell'ennesimo duro colpo alla sua giunta e del disastro causato all'immagine della regione ed assumere comportamenti conseguenti". E' quanto afferma in una nota la responsabile sicurezza di Forza Italia e componente della commissione antimafia, Jole Santelli, circa le dichiarazioni fatte dal presidente della Regione Calabria, Agazio Loiero, dopo gli arresti compiuti stamani dai carabinieri del Ros. "Non è il momento - ha aggiunto - delle furbizie ma è necessaria una lettura di insieme che, purtroppo, in Calabria è desolante. Tutto quello che sta succedendo in Calabria richiede oggi un'estrema attenzione verso questa regione da parte dei partiti nazionali e grande senso di responsabilità nella scelta delle persone che devono rappresentarli".

Donnici “Loiero, dimissioni subito”. "Non possiamo non definire sconcertanti le dichiarazioni rilasciate dal Presidente Loiero dopo l'ennesima gravissima vicenda giudiziaria che ha coinvolto un altro esponente della sua giunta, in un quadro che si fa sempre più inquietante e pervasivo di commistione tra politica, affari e criminalità." Questo il commento dell'eurodeputato Beniamino Donnici alla notizia dell'arresto per associazione mafiosa dell'assessore Pasquale Tripodi. "Capisco che in certi momenti anche le menti più lucide possano andare in confusione, ma è del tutto evidente - aggiunge Donnici - che il Presidente non si renda conto in quale drammatica situazione si trovi la Calabria, quanto devastante sia la sfiducia dei cittadini nelle istituzioni e degradata l'immagine percepita in Italia e in Europa." "Se Tripodi fosse ancora formalmente assessore da ieri o da stanotte - conclude Donnici - oppure se, in quanto fedele a Mastella, debba essere iscritto nel cartello di centrosinistra o di centrodestra ai calabresi non gliene può fregare di meno. Quello che i calabresi si attendono dal Presidente è un gesto di responsabilità. Prenda atto che la situazione è ormai insostenibile e si dimetta subito. Eviterà alla Calabria l'onta dello scioglimento del Consiglio regionale d'autorità".

Vigilante (SD) “Subito alle urne”: "L'arresto dell'assessore calabrese Tripodi con la gravissima imputazione di associazione mafiosa, rende ancora più drammatica l'emergenza democratico istituzionale che si è creata in quella regione". A sostenerlo, in una nota, è Gianni Vigilante, responsabile nazionale enti locali di Sinistra Democratica. "Chiediamo alle altre forze politiche del centrosinistra - prosegue Vigilante - e in particolare al Partito Democratico, nelle cui file milita il presidente della Giunta regionale Loiero, se non sia giunto il momento di compiere l'unico atto di coraggio e di responsabilità ormai possibile: cioé quello di ridare nel più breve tempo possibile la parola alle cittadine e ai cittadini calabresi affinché attraverso il voto possano scegliere una nuova politica e una nuova classe dirigente". "Nei prossimi giorni - prosegue Vigilante - Sinistra Democratica promuoverà una grande iniziativa pubblica a Lamezia Terme, aperta a tutte le forze della società calabrese che vogliono liberarsi della cappa opprimente della malapolitica, con al centro la questione morale, dalla cui risoluzione dipende lo sviluppo economico e sociale e la stessa vita democratica della Calabria"

Gentile (FI) “Loiero tragicomico, se ne vada”. "E' tragicomico che un Presidente della Giunta commenti l'arresto di un suo assessore dicendo che da ieri gli aveva tolto le deleghe: forse era stato informato che sarebbe stato arrestato". Lo afferma il sen Antonio Gentile, segretario della Commissione Parlamentare Antimafia. "Le dichiarazioni diplomatiche non servono a niente, Loiero deve andarsene subito. Un presidente coraggioso difende un suo assessore- dice Gentile - e se ne assume la responsabilità di fatti gravissimi, mentre Loiero tenta con tante scappatoie di giustificare una deresponsabilizzazione ridicola. Siamo ormai al tragicomico, ma Loiero se ne deve andare, ora e subito, senza giustificazioni"

Napoli (AN) “Loiero ricorre al trasformismo”. "Non è più possibile che il mondo politico, in particolare quello che sta amministrando la Regione Calabria, non prenda consapevolezza di questo perverso sistema politico - affaristico - criminale e non assuma le decisioni consequenziali". E' quanto afferma, in una nota, il deputato di An Angela Napoli, componente della Commissione parlamentare antimafia. "L'operazione 'Naos' - prosegue Napoli - che ha coinvolto esponenti politici calabresi, tra i quali l'assessore regionale Pasquale Tripodi, revocato nel suo incarico, guarda caso, solo nella giornata di ieri, conferma il sodalizio esistente tra criminalità organizzata e politica, laddove emergono interessi economici legati ai flussi di finanziamenti pubblici e alle attività illecite". "Mi appaiono assurde - sostiene Napoli - le dichiarazioni del Presidente Loiero, il quale, ad ogni pié sospinto, fa ricorso all'alibi del trasformismo politico, per tirarsi fuori dalle responsabilità. Anche il coinvolgimento dell'assessore Tripodi, non può essere assolto con la revoca della delega, avvenuta soltanto ieri, dopo che lo stesso è stato parte integrante della Giunta Loiero, rimanendo al suo posto nonostante i quattro rimpasti dell'esecutivo. Ritengo che Loiero non possa più allontanare la valutazione su quanto sta accadendo in Calabria dal giorno successivo all'omicidio Fortugno e soprattutto non possa rinnegare che i suffragi elettorali di Enzo Sculco, Domenico Crea e Pasquale Tripodi (e auguriamoci che la lista finisca qui) gli hanno consentito di diventare Governatore della Calabria"

 

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