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Dir.resp. Pippo Gatto |
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Blitz della DIA a Reggio
Esponente UDC arrestato a Reggio, era cognato di Princi, interessi sulla centrale elettrica. Morte cerebrale per Princi, donati gli organi 07 mag 08 Pasquale Inzitari, l'esponente dell'Udc arrestato con l'accusa di concorso esterno in associazione mafiosa, si sarebbe anche interessato della realizzazione della centrale elettrica di Rizziconi, i cui lavori sono ancora in corso. L'interesse di Inzitari alla centrale emerge dall'inchiesta Saline della Dda di Reggio Calabria che ha portato all'arresto dell'esponente dell'Udc. Appaltatore responsabile della costruzione della centrale è l'Ansaldo energia del gruppo Finmeccanica, mentre principale conduttore dei lavori è la Rizziconi energia spa, società collegata alla multinazionale svizzera Egl. "In una conversazione telefonica tra Pasquale Inzitari ed Antonino Di Certo, il 13 agosto del 2006 - scrive il gip nell'ordinanza di custodia cautelare - lo stesso Inzitari afferma di essersi fortemente impegnato affinché la centrale venisse realizzata a Rizziconi". Inzitari, inoltre, secondo l'accusa, si è impegnato "affinché ad ottenere l'appalto per la commercializzazione dell'energia prodotta dalla centrale fosse la la Rizziconi spa. Era, infine, sempre Pasquale Inzitari a pianificare con il suo interlocutore i comportamenti da adottare per assicurare a tutti un ruolo: "un ruolo per tutti, senza problemi e senza niente, no che facciamo l'errore di. Stabiliscono, ognuno deve avere un ruolo...". Morte cerebrale di Princi, donati gli organi.
Avviata la procedura per la dichiarazione
di morte cerebrale di Antonino Princi, l'imprenditore ferito nell'attentato
del 26 aprile scorso a Gioia Tauro. Princi è ricoverato nel
reparto di rianimazione degli Ospedali riuniti di Reggio Calabria.
La procedura per la dichiarazione di morte cerebrale è stata
avviata dopo che le condizioni di Princi, già molto gravi,
hanno registrato un ulteriore peggioramento e si concluderà
in serata. L'imprenditore, investito dallo scoppio di un ordigno collocato
sotto il vano motore della sua automobile ed azionato con un radiocomando,
a causa dell'esplosione ha perso braccia, gambe e la vista. Il Boss Crea tradito da Princi. Teodoro Crea, il boss della 'ndrangheta arrestato nel luglio del 2006 nelle campagne di Oppido Mamertina, fu catturato grazie al tradimento di Nino Princi, l'imprenditore ferito nell'attentato fatto il 26 aprile scorso a Gioia Tauro. Princi, secondo quanto viene riportato nell'ordinanza di custodia cautelare, suggerì infatti ad una persona sua referente, Rosario Domenico Vasta, di fornire alla Polizia informazioni sul luogo in cui si nascondeva Crea. Vasta, così, comunicò all'allora dirigente della Squadra mobile reggina che Crea avrebbe partecipato ad una riunione in località Castellace. Vasta, grazie all'indicazione ricevuta da Princi, inviò anche un sms a due funzionari della Squadra mobile reggina "fornendo l'indirizzo preciso - si afferma nell'ordinanza - in cui si sarebbe trovato il latitante". Il comportamento di Princi sarebbe legato allo scopo di escludere Crea dall'affare del centro commerciale "Il porto degli ulivi" e fare entrare la cosca Rugolo nella società Devin proprietaria della struttura. Centro commerciale costruito su area agricola. Il centro commerciale Porto degli ulivi e' stato realizzato a Rizziconi su un terreno che il Comune aveva destinato in un primo tempo ad uso agricolo. Il centro, secondo quanto ha riferito il collaboratore di giustizia Girolamo Bruzzese, avrebbe dovuto essere costruito, in un primo tempo, a Palmi. Successivamente, grazie all'interessamento di Pasquale Inzitari, all'epoca consigliere comunale a Rizziconi, il centro fu realizzato su terreni di proprietà della cosca mafiosa dei Crea. Inzitari, secondo quanto si afferma nell'ordinanza di custodia cautelare, nel 2000 riuscì a farsi approvare dalla Regione Calabria una variante al Piano di fabbricazione per destinare ad usi commerciali i terreni di proprietà dei Crea che avrebbero dovuto essere utilizzati per scopi agricoli. La società Devin, di cui faceva parte lo stesso Pasquale Inzitari, realizzò il centro commerciale, ma successivamente la struttura fu venduta, attraverso la cessione delle quote di proprietà della Devin, al Credit Suisse per un importo di 11,6 milioni di euro. Secondo quanto hanno riferito magistrati ed investigatori, per la vendita delle quote della Devin fu scelta Credit Suisse perché l'istituto di credito svizzero era una delle banche che avevano concesso i finanziamenti per la realizzazione del centro commerciale. Articoli correlati
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