Padre Fedele in cella di isolamento
nel carcere di via Popilia
23/01 L’arresto di Padre Fedele Bisceglie si annovera in una
nuova vicenda triste della storia di Cosenza. Ancora non si è
spento l’eco del clamore che la notizia ha suscitato dopo l’evento.
Come in tutte le città, di provincia o meno, si schierano da
un lato e dall’altro, colpevolisti e innocentisti. Una dicotomia,
la lotta fra bene e male, il pensare positivo o negativo, che divide
da sempre i modi di pensare. In mezzo accuse gravissime. Stupro di
una suora e di altre tre donne coinvolte non si sa a quale titolo.
Il tutto è ancora avvolto in un mistero che neanche l’avvocato
difensore di padre Bisceglia, il prof. Tommaso Sorrentino, riesce
a svelare. Interpellato ci risponde seccamente che non ha avuto accesso
agli atti. “Domani ci sarà l’interrogatorio di
garanzia e allora potrò conoscere i particolari e parlare con
Padre Fedele. Non ho nient’altro da aggiungere”. Insomma
una vicenda clamorosa che, purtroppo, è rimbalzata su tutti
i TG nazionali e si affaccia tristemente sulle prime pagine dei quotidiani
nazionali. In questo frangente di poche informazioni al merito si
apre il dibattito sul come il mostro, sempre sbattuto in prima pagina,
subisca già un primo processo ed una prima lapidazione mediatica.
Un discorso valido per lui che per la presunta, o presunte, vittime.
Sia chiara la nostra posizione che si attesta su posizioni garantiste.
Prima di tutto un processo equo. E fin quando non sia stata accertata
la verità e non sia stato discusso fino all’ultimo grado
di giudizio non è giusto classificare e dipingere il povero
diavolo, passateci il paragone, più nero di quanto non sia.
Padre Fedele, tra l’altro, non merita assolutamente tutto questo
clamore e queste attenzioni morbose. Il carcere preventivo, come al
solito, diviene devastante. Delle sue attività di carità
e misericordia ne sono piene le nostre pagine e tutti gli articoli
dei giornali. Non ha bisogno del nostro incenso. Ma la sua opera buona
è tale e tanta che ci permette di respingere, senza mezzi termini,
queste accuse infamanti. Ma qui esce fuori la realtà. Un indagine
che dura da tre mesi. Appostamenti. Intercettazioni ambientali. Si
dice. Ancora nulla di ufficiale è dato a sapere. Esistono però,
riferiscono le agenzie, dei riscontri oggettivi come le analisi sulla
lucidità della vittima e sul suo stato sessuale. Il solo scriverlo,
ci fa ribrezzo. Nessuno, conoscendo la persona, riesce a pensare che
un uomo di 70 anni, un monaco tanto attivo nella sua missione, sia
stato capace di arrivare a tanto. Il pensiero della cosa ci fa ribrezzo.
Ma, si sa, un giornalista racconta la cronaca, compone la storia del
giorno, e gli eventi di questa amara giornata ci dicono che Padre
Fedele è rinchiuso nel carcere di via Popilia con accuse gravi
ed infamanti. A suo sostegno i tanti che l’hanno conosciuto
e rifiutano categoricamente questa realtà. In cento rimangono
per oltre due ore sotto le mura del carcere a cantare la sua canzone
preferita allo stadio: “Maracanà”. A fargli sentire
la loro vicinanza, la loro solidarietà. Una situazione incredibile
per come è incredibile l’accusa che gli è stata
rivolta. E le sensazioni si leggono nei volti dei tanti ultimi, in
preda al pianto nella sua creazione: l’Oasi Francescana. Una
specie di miracolo. Una struttura d’accoglienza come non se
ne sono mai viste. Tanti sacrifici per costruirla e tante donazioni
segrete e pubbliche per tirarla su e dimostrare al mondo che la carità
è possibile quando viene gestita da una persona pulita. E’
già. Una persona pulita da sempre fastidio. Non è la
prima volta. Lui, missionario in Africa, a raccogliere gli ultimi
e dargli un desco ed un tetto sotto cui riposare si schernisce “perseguitato
come Gesù” dice con un sorriso devastante, mentre viene
trasferito dalla Questura al carcere di via Popilia. Lo piangono gli
extracomunitari ospitati nella sede dell’Oasi, confortati dal
padre provinciale dei Minori che assicura la gestione della casa da
parte dell’Ordine religioso. “Gestiremo la casa, e l’opera
iniziata da Padre Fedele continuerà senza soste anche con lui
in carcere”. Un esempio di trasparenza e di capacità
che da fastidio a qualcuno. Sicuramente a chi, in questo momento,
pensa che arrestare Padre Fedele significa arrestare la carità.
Incredulità e stupore in
città.
23/01
C’è molta incredulità in città per quanto
avvenuto questa mattina. E’ mai possibile che un uomo anziano
di 70 anni, un religioso che segue le orme della regola della povertà
di San Francesco d’Assisi, si possa essere macchiato di una
colpa così grave? E’ questa la domanda che in molti si
pongono dopo l’arresto avvenuto questa mattina. L'accusa e'
di quelle clamorose: Padre Fedele, il frate francescano per eccellenza,
molto noto in città per le sue opere di carità e per
la sua passione verso il calcio, e' stato arrestato all'alba di oggi
dalla Polizia con l'accusa di avere violentato, singolarmente e insieme
ad altre persone, una suora. Padre Fedele Bisceglia, di 69 anni, appartenente
all'Ordine dei frati minori cappuccini, noto per il suo impegno missionario
e soprattutto come ''monaco ultra''' è nell’occhio dle
ciclone, anzi,per l’esattezza è in una cella di isolamento
del carcere di Cosenza. Con lui e' stato arrestato Antonio Gaudio,
di 39 anni, il collaboratore piu' stretto del sacerdote nella gestione
dell'Oasi francescana, la struttura di accoglienza che padre Fedele
ha fondato, costruito e ampliato a Cosenza alcuni anni fa e in cui
hanno trovato, e continuano a trovare ospitalita' e assistenza centinaia
di immigrati e poveri senza fissa dimora, insomma gli ultimi, abbandonati
da tutti.. Le violenze sessuali di cui sarebbe rimasta vittima la
suora sarebbero avvenute proprio all'interno dell'Oasi francescana
nel periodo in cui (circa un anno) la religiosa ha lavorato nella
struttura. Dopo avere lasciato l'Oasi francescana la suora, che adesso
vive in un convento fuori dalla Calabria, ha presentato alla Polizia
una denuncia contro padre Fedele e Gaudio lanciando nei loro confronti
una serie di gravi accuse che, una volta riscontrate, hanno portato
all'arresto del sacerdote e del suo collaboratore. Nella denuncia
la suora, sottoposta anche ad accertamenti medici per verificarne
le piene facolta' psichiche, ha riferito di violenze sessuali che
avrebbe subito sia singolarmente da parte di padre Fedele, sia di
gruppo. A queste ultime avrebbero partecipato lo stesso sacerdote,
Gaudio e altre persone che la Polizia sta tentando adesso d'identificare.
Le violenze di gruppo che la suora avrebbe subito sarebbero state
due. In un'occasione, tra l'altro, secondo quanto ha riferito la stessa
religiosa, la violenza di gruppo sarebbe stata anche ripresa con una
videocamera. Del filmato di cui ha parlato la suora, comunque, secondo
quanto hanno riferito gli investigatori, almeno per il momento non
e' stata trovata traccia. Padre Fedele ha espresso subito la sua incredulita'
nel momento in cui il dirigente della Squadra mobile di Cosenza, Stefano
Dodaro, si e' presentato all'Oasi francescana per notificargli l'ordinanza
di custodia cautelare in carcere del gip di Cosenza, Giusy Ferrucci,
su richiesta del sostituto procuratore Claudio Curreli. ''Mi sento
perseguitato come Gesu''', ha detto subito il sacerdote aggiungendo:
''Le accuse contro di me sono totalmente inventate. Le dichiarazioni
delle suora che mi accusa non sono vere. Questa donna e' soltanto
una pazza''. Nessun commento da parte del difensore di padre Fedele,
l'avvocato Tommaso Sorrentino, amico personale del sacerdote. ''Non
ho ancora visto gli atti dell'inchiesta - ha detto Sorrentino - e
quindi non posso dire nulla''. Secondo quanto si e' appreso, tra l'altro,
il provvedimento restrittivo emesso dal gip Ferrucci non e' stato
ancora depositato e quindi non ha potuto prenderne visione neppure
il difensore del sacerdote, che domani sara' sottoposto all'interrogatorio
di garanzia, presenti il sostituto procuratore Currelli e lo stesso
difensore. Ma chi e' padre Fedele? Sicuramente un personaggio multiforme,
un monaco che ha fatto dell'aiuto ai piu' poveri e diseredati, che
siano a Cosenza o in Africa non importa, la sua missione; tutto cuore,
grinta e passione, al fianco delle prostitute per toglierle dalla
strada o degli ultras di calcio per ingaggiare - in tempi non sospetti,
oltre 20 anni fa - una battaglia contro la violenza negli stadi. Padre
Fedele e' questo ed altro ancora. Un personaggio non rientrante negli
schemi rigidi, da qualsiasi parte si guardasse la realta' cosentina.
Dalla curva del 'San Vito', quando il Cosenza calcio ancora lottava
nei campionati che contano, alla sua Oasi francescana dopo trovano
ospitalita' i reietti della societa' e dove puntualmente ogni anno
padre Fedele organizza il pranzo di Natale per i poveri, il monaco
francescano ha trovato modo di essere in prima fila. Oggi a Cosenza
le reazioni sul suo arresto erano di stupore, dando per scontato che
padre Fedele non era, appunto, un personaggio catalogabile in rigidi
contorni: dal mondo della politica a quello del sociale, pur nei limiti
dell'ovvia cautela imposta dalle clamorose e gravissime accuse che
gli sono piovute addosso, il dato comune e' infatti quello dello sconcerto
e dell'incredulita'. La sua battaglia piu' difficile comincia, dunque,
da oggi e sara' molto piu' complicata di quelle sostenute in Africa,
dove recentemente era addirittura scampato a un agguato, o a Cosenza,
per tentare di porre un freno alle stragi del sabato sera dei ragazzi.
In serata, nel frattempo gli ultrà hanno indetto una fiaccolata
ed una veglia sotto le mura del carcere. Per domani il Vescovo ha
indetto una conferenza stampa.
Padre Fedele, con te, Cristo tra
i poveri, tutti i poveri cristi che hai salvato
(di Totonno Chiappetta) La mia citta’ delle notizie che si
sovrappongono.
La mia citta’ degli occhi spiritati dei cronisti vinti dalla
tensione.
La mia Cosenza “spiazzata” dalle finte dei radical chic
figli di papa’.
La mia Cosenza oggi,privata dall’unica lusinga di bonta’,privata
di un sogno sociale che si e’ frantumato.
Tutto se ne va senza eredita’ di pensieri:Il calcio,Mancini,
le piazze e le vie,i monumenti,le emittenti laboratorio ,il Centrostorico
rifrequentato.Tutto se ne va…l’appiglio di Padre Fedele
della nonviolenza, accusato di violenza… no!…Fate presto
a scoprire la verita’ su questo obbrobrio di situazione!
Fate presto a dirci quale di queste mostruosita’ e’ la
verita’:Padre Fedele violento o una suora che si prostituisce
alla calunnia?
Fate presto ,per carita’ a darci la verita’.
Intanto ,Fede’,ti dico che,comunque, non avrai solo gli avvocati
a difenderti,ti difendera’ sempre il mio abbraccio e quello
di tanti angeli ribelli e di tanti poveri senza casa che hai salvato.Tutto
cio’ ti dara’ la forza per vincere quest’ennesima
battaglia.
Questa mia citta’ in pochi giorni orfana di bene e male,di male
e bene…Questa mia Cosenza cullata dall’unica superstite:l’indifferenza.
Cosenza scende in piazza, manifestazione
davanti al carcere
Cosenza questa sera scende in piazza a sostegno di Padre Fedele.
Infatti gruppi di tifosi del Cosenza calcio, insieme ai volontari
dell'Oasi Francescana e comuni cittadini si ritroveranno davanti al
carcere di via Popilia, dove da questa mattina si trova rinchiuso
Padre Fedele Bisceglia, arrestato con l'accusa di violenza sessuale.
L'appuntamento e' per le 20 davanti all'ingresso del carcere per protestare
contro quello che loro definiscono un provvedimento ingiusto nei confronti
di Padre Fedele arrestato assieme al suo collaboratore Antonio Gaudio,
che pero' ha ottenuto il beneficio della detenzione domiciliare. Un
sit in con una fiaccolata , per esprimere solidarieta' a cui partecipano,
tra gli altri, operatori e ospiti dell'Oasi Francescana e alcuni ultra'
del Cosenza.
In cento davanti al carcere a manifestare
la solidarietà a padre Fedele
23/01 Un centinaio di persone, secondo una stima della Polizia di
Stato, si sono radunate in serata davanti al carcere di Cosenza per
esprimere la loro solidarieta' a padre Fedele Bisceglia, rinchiuso
nella casa circondariale dopo essere stato arrestato stamattina con
l' accusa di violenza sessuale ai danni di una suora. I manifestanti
hanno scandito slogan in favore di padre Fedele, gridando in coro
frasi come ''Ti vogliamo bene'' e ''Padre Fedele libero'' e cantando
l’inno a lui più caro, “Maracanà”.
Sono stati innalzati anche alcuni striscioni con frasi in cui sono
stati espressi affetto e vicinanza nei confronti del sacerdote. Su
uno campeggiava la scritta: ''Il verme della calunnia mangera' chi
lo nutre''. Il gruppo di manifestanti ha stazionato per circa un'
ora davanti il carcere, sotto il controllo di agenti di polizia e
carabinieri.
Il Provinciale dei Frati Minori:
“I suoi meriti sono noti”
''Esprimo sconcerto per quanto e' successo a padre Fedele Bisceglia.
Non si conoscono i fatti ne' i reati ascritti e ipotizzati. Si esprime,
comunque, massima fiducia nella magistratura, chiamata a far luce
su questa incresciosa vicenda che ha colpito un frate i cui meriti
sono sotto gli occhi di tutti''. E' quanto afferma, in un comunicato,
Rocco Timpano, Padre provinciale dei frati minori di Cosenza. Nel
comunicato, che e' stato letto ai giornalisti dall'avv. Oreste Via,
legale dell'Ordine dei cappuccini, si aggiunge che ''il padre provinciale,
a nome di tutti i confratelli, resta vicino a padre Fedele, con l'augurio
che sulla vicenda si faccia al piu' presto piena luce. Intanto l'Oasi
continuera' a svolgere la sua attivita' a favore dei piu' deboli e
dei bisognosi''.
La pornostar Borgia. “Lo conosco
e non ci credo”
''Conosco padre Fedele da oltre dieci anni e ha dimostrato sempre
un grande rispetto nei confronti delle donne''. Cosi' la pornostar
Luana Borgia, intervistata durante il tg serale della tv Canale Italia,
si e' espressa sull'arresto del padre francescano Francesco Bisceglia.
''E' una persona carinissima - ha aggiunto Borgia - ed e' diventato
nel tempo il mio padre spirituale: le accuse che gli vengono mosse
mi sembrano una cosa assurda. Non mi sembra ancora vero: padre Fedele
e' troppo pulito per aver fatto quello che gli contestano''. ''Ci
siamo conosciuti - ha spiegato la pornostar - nell'ambito di una iniziativa
portata avanti anni fa negli stadi italiani. Nell'aprile del 2001
sono stata ospite del convento di Palmi per tre settimane dove proprio
padre Fedele mi accompagno' per un periodo di riflessione''. ''E'
stato - ha ricordato Luana Borgia - un periodo meraviglioso e non
mi ha dato mai nemmeno lontanamente l'idea di poter essere diverso
da una persona rispettosa e leale, la nostra e' una bella amicizia.
Questa storia non e' da padre Fedele, non ci credero' mai''
La solidarietà dell’AS
Cosenza CAlcio
Il Presidente dell’A.S. Cosenza Calcio, Gaetano Intrieri, toccato
dallo spiacevole episodio riguardante Padre Fedele Bisceglia esprime
- in una nota diffusa alla stampa - la propria solidarietà
e quella di tutta la società ad un uomo che tanto vicino è
stato alle sorti della Cosenza.
Nel 92 venne pubblicato un libro
su di lui
Si chiama ''La sciarpa sul saio'' il libro scritto su padre Fedele,
nel 1992, dal giornalista cosentino Paride Leporace (Edizioni Missionaria
Italiana) e narra la vita e le opere ''di un frate calabrese del ventesimo
secolo''. Leporace cosi' avvia il suo lavoro: ''Questa storia ha inizio
nell' immediato dopoguerra e racconta di un uomo un po' particolare
che ha avuto l' onore e l' onere di vivere esperienze che escono dalla
'normalita'''. A partire dalla nascita, dalle asprezze conosciute
da padre Fedele fin da piccolo, dalla perdita della madre a cinque
anni, lui primogenito di quattro fratelli che trova la sua prima palestra
di vita nelle campagne di Laurignano, dove conosce l' arte di arrangiarsi
e non in senso negativo. ''Tra i giochi preferiti - scrive Leporace
- naturalmente quello del calcio''. Poi quello che viene definito
un ''monello'' va in convento, dai frati cappuccini, nel seminario
di Acri dove padre Fedele (in realta' lui si chiama Francesco ed e'
nato il 6 novembre 1937) consuma le ore di ricreazione con la sua
passione per il football. Negli anni '50 il bivio, le scelte obbligate,
le letture di San Paolo, Sant' Agostino, delle Sacre Scritture, il
noviziato, gli studi di teologia e le esperienze del futuro missionario
a Napoli. Dopo Napoli, Roma. Ricevuta l' ordinazione sacerdotale,
padre Fedele e' all' universita' del Laterano per la laurea in sacra
teologia. Ma quegli sono gli anni del 68, anni di incredibile sconvolgimento,
nota ancora Leporace. A Milano padre Fedele si dedica agli approfondimenti
culturali nelle biblioteche ma poi gli arriva, inaspettatamente, l'
ordine di ritornare in Calabria e viene mandato in una frazione del
comune di Acri, alla Montagnola, dove non c' e' nemmeno la chiesa,
molte abitazioni sono prive di servizi essenziali quali l' acqua e
l' energia elettrica. Fedele celebra messa nelle aule scolastiche
e conquista i giovani con la sua vecchia passione calcistica. Diventa
un centravanti di sfondamento: il parroco fonda una squadra di giovani
dilettanti nella quale gioca da attaccante e grazie ai suoi gol la
squadra ottiene la promozione in seconda categoria.
La denuncia della suora risale a
tre mesi fa
La suora che avrebbe subito violenze sessuali da parte di padre Fedele
Bisceglia aveva presentato tre mesi fa una denuncia-querela contro
il sacerdote e contro Antonio Gaudio, suo collaboratore nella gestione
dell' Oasi francescana. Secondo quanto si e' appreso, la suora che
avrebbe subito le violenze ha lavorato nell' Oasi francescana di Cosenza,
fondata da padre Fedele, per circa un anno, periodo nel corso del
quale sarebbero avvenute le violenze sessuali ai suoi danni. Qualche
mese dopo che ha lasciato l' Oasi francescana, la religiosa si e'
presentata alla Polizia di Stato ed ha presentato la denuncia contro
padre Fedele ed Antonio Gaudio da cui e' scaturita l' inchiesta che
ha portato agli arresti di stamattina. La religiosa si troverebbe
attualmente in un convento fuori dalla Calabria.
Magarò: “Sono incredulo”
Salvatore Magaro', consigliere regionale della Rosa del Pugno, ha
rilasciato la seguente dichiarazione: ''Ho appreso con incredulita'
dell'arresto di Padre Fedele Bisceglia che conosco personalmente e
del quale ho avuto modo di apprezzare l'impegno disinteressato verso
le persone indigenti e bisognose. Con sacrificio e spirito di solidarieta'
ha speso la propria vita al servizio della comunita'. Un percorso
che si e' concretizzato con la costruzione dell'Oasi Francescana,
struttura unica in Italia. Ed e' per questo che intendo esprimere
i miei sentimenti di vicinanza a Padre Fedele Bisceglia, auspicando
che la giustizia possa fare al piu' presto il proprio corso, dimostrando
la sua estraneita' ai fatti''
Corbelli: “Sono sgomento e
addolorato”
Il leader del Movimento Diritti Civili, Franco Corbelli, si dice
sgomento e addolorato per l'arresto di padre Fedele, chiede che valga
per il frate missionario il principio di presunzione di innocenza
e auspica la immediata concessione degli arresti domiciliari, per
''risparmiargli l'onta e l'umiliazione del carcere''! ''Conosco e
sono amico di padre Fedele da oltre 20 anni. Alla vigilia di Natale
del 1985 abbiamo insieme lanciato la prima campagna ''Natale for Africa'',
raccogliendo aiuti per i paesi poveri. Lo scorso anno ¿ afferma
Corbelli - sempre insieme, Padre Fedele e Diritti Civili, abbiamo
raccolto la somma necessaria per pagare i costi di trasporto per far
ritornare in patria, in Marocco, e in Polonia, le salme di due immigrati
morti tragicamente a Luzzi e Paola (in provincia di Cosenza), e i
cui corpi erano rimasti per 10 giorni nell'obitorio degli ospedali
di Cosenza e di Cetraro, perche' i loro familiari, poverissimi, non
avevano i soldi necessari per coprire le spese. Oggi la notizia dell'arresto
di padre Fedele mi ha profondamente colpito, addolorato e riempito
di tristezza. Sono stato in questi anni garantista con tutti, lo sono
oggi a maggiore ragione con padre Fedele, un missionario che stimo
per tutto quello che ha saputo costruire in questi anni a favore delle
persone piu' povere, deboli e indifese. Aspetto e chiedo che la giustizia
faccia subito piena luce su questa brutta vicenda. Intanto chiedo
al Gip e al Pm di Cosenza di concedere subito gli arresti domiciliari
al frate francescano per evitargli la vergogna e l'umiliazione della
cella''.
Fiamma Tricolore “Cosenza
a luci rosse”
“Cosenza città europea ? Da qualche anno a questa parte
sembra che più che a città europea Cosenza possa ambire
a diventare "città a luci rosse" Così almeno
dicono le cronache!” Lo afferma in una nota la sezione cittadina
della Fiamma Tricolore. “L'arresto di Padre Fedele Bisceglia
–prosegue la nota - ha fatto velocissimamente il giro della
città ,della Provincia e dell'Italia tutta . Credere o non
credere ? Consentiteci di essere come San Tommaso ! Non crediamo Padre
Fedele colpevole del reato ascrittogli però non possiamo neanche
non credere a quanto afferma la suora che lo ha denunciato . A Padre
Fedele (da come ha riferito un TG nazionale ) ha espresso solidarietà
il Vescovo di Cosenza ,Salvatore Nunnari . Per noi non è tanto
semplice fare lo stesso :a chi inviare la nostra solidarietà
?Al missionario Francescano o alla suora che ha denunciato la violenza
? Noi ci auguriamo che la suora abbia problemi psichici momentanei
e che possa rinsavire presto dal suo stato mentale e scagionare completamente
Padre Fedele. Comunque vada a finire è un'altra ulteriore brutta
storia per la nostra Città !”
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Arrestato
per violenze, padre Fedele: “Accuse inventate.
Questa donna è una pazza. Perseguitato come Gesù”
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I volontari dell'Oasi: "Ci ha sempre insegnato
il bene". Nessun commento dal legale "Non
ho ancora visto gli atti"