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Il boss Gambazza catturato in ospedale

Il boss Pelle catturato seguendo la moglie. In ospedale sotto falso nome. Voleva fermare la faida prima della strage di Duisburg

12 giu 09 I carabinieri del Ros di Reggio Calabria, sono riusciti ad individuare Antonio Pelle seguendo le mosse della moglie, Giuseppa (rpt Giuseppa) Giampaolo, di 73 anni, che si era mossa da San Luca per stare vicina al marito ricoverato nell'ospedale di Polistena. "La ricerca di Antonio Pelle - ha spiegato il ten.col. Valerio Giardina, comandante del Ros di Reggio - si era infittita da due anni a questa parte. Avevamo proceduto già all'arresto di due suoi efficaci fiancheggiatori, Francesco Vottari e Vincenzo Trimboli, due personaggi di assoluta fedeltà al boss catturato". Individuato dove si trovava il boss latitante, i carabinieri sono entrati in azione nella tarda mattinata, subito dopo che Pelle è stato operato e gli hanno notificato l'ordinanza di custodia cautelare in una stanzetta a due letti, adibita a ricoveri postoperatori. "La cattura di Pelle - ha detto il procuratore di Reggio Calabria Giuseppe Pignatone incontrando i giornalisti insieme al comandante del reparto operativo di Reggio, ten.col. Carlo Pieroni - è stata conseguita anche grazie all'utilizzo di complesse apparecchiature tecnologiche che ci hanno permesso di controllare efficacemente e continuamente la zona di origine del boss e i movimenti del suo nucleo familiare, composto oltre che dalla moglie, dai figli Giuseppe, Sebastiano, Domenico e Maria".

Ricoverato sotto falso nome. Si era ricoverato sotto falso nome, anche se costretto a farlo in via d'urgenza, Giuseppe Pelle, il boss latitante arrestato oggi nell'ospedale di Polistena dai carabinieri del Ros di Reggio Calabria. Il boss, infatti, è stato costretto a sottoporsi ad un intervento chirurgico. Gli investigatori non hanno voluto riferire il tipo di patologia cui è affetto Antonio Pelle, le cui condizioni di salute, comunque, non sarebbero particolarmente gravi. Antonio Pelle ha alle spalle anche una condanna definitiva a 16 anni di reclusione per sequestro di persona, traffico di sostanze stupefacenti ed associazione mafiosa. Al momento dell'irruzione degli uomini dell'Arma era disarmato.

Tentò di fermare la faida prima della strage di Duisburg. I "gambazza", la parte storica della famiglia Pelle di San Luca, divisa in più gruppi, cercarono di compiere un'opera di pacificazione tra le famiglie Nirta-Strangio e Pelle-Vottari per interrompere la faida in corso da anni, ma la voglia di vendetta dei Nirta-Strangio, secondo gli investigatori, fu più forte e si arrivò alla strage di Duisburg del Ferragosto 2007 nella quale furono uccise sei persone. E' quanto è emerso dalle inchieste condotte dalla Dda di Reggio Calabria e che nel corso degli ultimi due anni hanno portato a numerosi arresti. Eloquente, al riguardo, l'intercettazione di un colloquio in carcere tra Francesco Barbaro, ritenuto il capo indiscusso dell'omonima cosca di Platì, detenuto nel carcere di Carinola, ed il genero Giuseppe Pelle, figlio di Antonio, il boss latitante arrestato oggi. Nel corso del colloquio, Barbaro esorta Pelle, quale esponente dei "gambazza" a tessere un'opera di pacificazione coinvolgendo altri capimafia della zona di San Luca, ricevendo assicurazioni in tal senso da Pelle. I Pelle "gambazza", secondo quanto emerge dalle indagini, sono rimasti estranei alla faida che ha coinvolto, invece, i Pelle "vanchelli". Anche i "gambazza", comunque, erano alleati dei Vottari, tanto che una figlia di Antonio Pelle, arrestato oggi, è sposata con uno dei Vottari

Procuratore Grasso “Complimenti ai CC”. ''L'arresto del boss latitante Antonio Pelle, che è un capo storico della 'ndrangheta, e' un successo per investigatori e magistrati, ma è anche un bel regalo al generale Leonardo Gallitelli". Lo dice Pietro Grasso, procuratore nazionale antimafia, complimentandosi con i magistrati della procura distrettuale antimafia di Reggio Calabria, e con i carabinieri del Ros che hanno eseguito l'arresto del latitante. Grasso coglie l'occasione per congratularsi con il nuovo generale comandante dell'Arma Gallitelli, e ricorda i tanti successi, in una settimana, contro l'organizzazione criminale in Calabria, dall'arresto di latitanti, al sequestro di grossi quantitativi di droga.

Loiero “Duro colpo alle cosche”. ''Un altro duro colpo alla 'ndrangheta calabrese che puo' aiutare questo territorio sfortunato e violentato ad affrancarsi definitivamente dal giogo delle cosche". Lo ha detto il presidente della Regione Calabria, Agazio Loiero, complimentandosi con l'Arma dei carabinieri per la cattura del boss di San Luca Antonio Pelle. "Questa operazione dei Ros, ai quali va tutto il nostro plauso - ha aggiunto Loiero - è una buona notizia sul fronte della lotta alla criminalità, un importante segnale per la Calabria, un significativo contributo alla liberazione della regione dall'oppressione dei clan".

Santelli (Pdl) “Calabria spera nel futuro”. ''La Calabria sta riprendendo a sperare nel proprio futuro, libero dalla criminalità organizzata e slegato dall'immagine di 'terra di 'ndranghetà, un limite allo sviluppo della regione e dei suoi abitanti". Lo afferma, in una nota la parlamentare del Pdl Jole Santelli, vice presidente della commissione affari costituzionali. "L'operazione di Reggio Calabria - aggiunge - è una notizia la cui portata non può passare inosservata, in particolare per un rappresentante della Calabria nelle istituzioni. E' di tutta evidenza che la lotta senza quartiere che gli investigatori stanno conducendo contro la criminalità organizzata oggi viene premiata dall'arresto del latitante Antonio Pelle, reggente dell'omonima cosca di San Luca e ricercato da anni". "Ai militari del Ros di Reggio Calabria - conclude Santelli - magistralmente guidati dal colonnello Valerio Giardina e coordinati dal procuratore aggiunto Nicola Gratteri va tutta la riconoscenza per l'impegno profuso nella brillante operazione che ha portato alla cattura della 'primula rossa' della 'ndrangheta''

Precedenti:

12 giu 09 ore 17.30: Arrestato in ospedale a Polistena il boss Antonio Pelle, detto 'gambazza', latitante dal 2000 è tra i 30 ricercati più pericolosi

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