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Blitz della polizia nell'asilo di Reggio, liberati i bambini

Il momento del blitz

Dopo sei ore liberato con un blitz l’asilo di Reggio. 11 bimbi tenuti in ostaggio. Ancora non se ne conoscono i motivi. L’autore ricoverato in psichiatria "Sono perseguitato da un folletto"

13/02 Una mattinata di un giorno da cani hanno commentato alla fine, con esplicito riferimento al vecchio film con Al Pacino, i poliziotti di Reggio Calabria che solo dopo sei ore sono riusciti a calmare prima e a bloccare poi un uomo, Cristian Familiari, 32 anni, che, nell'asilo 'Il Girotondo', ha tenuto in ostaggio una decina di bambini ed una maestra. Alla fine tutto e' finito bene ma ci sono stati momenti di tensione, di rabbia e paura dentro e fuori l'asilo nido in un quartiere alla periferia sud di Reggio Calabria. Tutto ha avuto inizio poco dopo le 9,30 quando Familiari ha bussato all'asilo e, fingendosi il padre di uno dei bambini, si e' fatto aprire la porta. Una volta all'interno ha estratto un taglierino ed ha iniziato a urlare frasi incomprensibili. Faceva riferimento a documenti, denaro, alla sua dignita' di uomo. Nelle piccole stanze dell'asilo c'e' stato il panico. All'esterno, intanto, sono giunti i primi poliziotti, poco dopo il capo della squadra mobile, Renato Cortese, il poliziotto che ha catturato Bernardo Provenzano, ha avviato un primo dialogo con Familiari. La folla di curiosi si e' fatta sempre piu' fitta e, davanti all'asilo, sono giunti anche il sindaco di Reggio Calabria, Giuseppe Scopelliti, il procuratore della Repubblica, Franco Scuderi, ed il questore, Santi Giuffre'. E' iniziata subito una trattativa, agevolata da una finestra con un vetro rotto attraverso la quale Familiari ha parlato ed ha avanzato le sue prime richieste che consistevano nella somma di cinquecentomila euro. Poi pero' ha precisato che ''non si trattava di soldi. Voglio solo riconquistare la mia dignita' di uomo''. In realta' Familiari e' apparso subito in uno stato di agitazione, probabilmente dovuto a sostanze psicotrope. La tensione si e' ridotta quando davanti all'asilo sono giunti alcuni dei familiari del trentaduenne. E' nato subito un dialogo che poi e' stato proficuo per l'esito della vicenda. E cosi' dopo tre ore di trattative e dialoghi uno zio di Familiari e' riuscito a convincerlo a liberare uno dei bambini, Andrea, di quattro anni. Altri cinque ragazzini sono poi usciti in rapida successione dall'asilo e sono stati affidati ai loro genitori. Ma la trattativa e' proseguita e quando ormai Familiari era visibilmente meno nervoso un gruppo di poliziotti, con una azione fulminea, ha fatto irruzione nell'asilo e lo ha bloccato ed arrestato. All'uomo e' stato subito tolto il taglierino, e' stato fatto salire a bordo di una automobile della polizia ed accompagnato negli uffici della questura di Reggio Calabria. All'uscita dall'asilo pero' non sono mancati attimi di tensione perche' la folla che si era radunata ha tentato di colpire Familiari con calci e pugni. I poliziotti sono riusciti pero' a far allontanare velocemente l'automobile ed a ripristinare la calma tra le persone che affollavano la strada adiacente all'asilo. ''Il percorso di dialogo fatto - ha detto il questore di Reggio Calabria, Santi Giuffre' - e' risultato vincente e determinante per il buon esito della vicenda. E' stata sicuramente utile quella vetrata trasparente dell'asilo che ci ha permesso di poter instaurare con Familiari un dialogo che poi e' stato proficuo''. Il vice ministro all'Interno, Marco Minniti, in un messaggio rivolto al capo della polizia, prefetto Antonio Manganelli, ha un ringraziamento per tutti coloro che hanno partecipato all'azione che ha permesso di bloccare il sequestratore e liberare la maestra e gli altri bambini. Soddisfazione per il buon esito della vicenda e' stata espressa anche dal presidente della Regione Calabria, Agazio Loiero.

Il racconto dei bimbi. Il primo a uscire dall'asilo del terrore e' Andrea, poco dopo Simone, poi Sadi, Alessia, Federica. I ragazzini sequestrati per alcune ore da Cristian Familiari nell'asilo 'Il Girotondo' di Reggio Calabria raggiungono velocemente i loro genitori e, una volta stretti tra le loro braccia, sussurrano, con una voce tremula, che ''urlava tanto, ma non ci ha toccato''. La tensione e la paura vissuta dai genitori e' visibile dai loro occhi, dai loro volti tirati e dalle lacrime che le madri versano in attesa di poter riabbracciare i figli. ''L'importante - ha detto la mamma di uno dei bambini - e' che tutti siano usciti sani e salvi. E' stata un'esperienza bruttissima, ho pianto per tutto il tempo e ho avuto le palpitazioni fino a quando non ho potuto stringere tra le braccia mio figlio''. Tra la folla accorsa vicino all'asilo c'era anche qualcuno che si e' raccolto in preghiera, sperando che tutto si concludesse in breve tempo e nel miglior modo possibile. ''In questi casi serve pregare - ha detto - e ci auguriamo che tutto si concluda bene. I bambini sono come gli angeli e nessuno mai dovrebbe toccarli o farli spaventare''. E mentre all'esterno c'e' l'attesa dei genitori di poter riabbracciare i propri figli, all'interno dell'asilo i ragazzini continuano a giocare, quasi come se nulla stesse accadendo. La maestra, Lorenza Mangiola, con fare discreto e' riuscita infatti a mantenere la calma tra i bambini e li ha guidati passo dopo passo in uno dei loro giochi preferiti. L'insegnante e' riuscita in questo modo a evitare che ci fossero crisi di paura, che avrebbero potuto scatenare reazioni inattese da parte dell'uomo. ''La maestra - ha detto il questore di Reggio Calabria, Santi Giuffre' - ha avuto un ruolo importante, perche' e' riuscita a distrarre i bambini mentre noi continuavamo a dialogare con Familiari''. Allo scadere della quinta ora, la polizia decide di fare irruzione nell'asilo e di bloccare l'uomo. Subito dopo la paura si trasforma in rabbia, la tensione sale e la folla quasi inferocita cerca di colpire l'automobile con la quale la polizia porta via il sequestratore. ''Questa gente - gridano - dovrebbe stare rinchiusa in ospedale e non libera per strada. Far spaventare dei poveri bambini proprio non e' giusto. Ora bisognerebbe tenerlo richiuso per parecchio tempo, cosi' impara la lezione''.

La maestra: mi ha detto di chiamare il 113. ''Quando e' entrato nell'asilo ed ha tirato fuori il taglierino io gli ho chiesto che dovevo fare e lui mi ha detto di chiamare il 113''. E' quanto ha detto Lorenza Mangiola, la maestra dell'asilo 'Il Girotondo' di Reggio Calabria che e' stata sequestrata per alcune ore con una decina di bambini da Cristian Familiari. ''Dopo che ho chiamato la polizia - ha aggiunto - ho radunato i bambini e li ho portati nella sala giochi dove hanno proseguito la normale attivita'. Quando poi sono iniziate le urla sono stata vicina ai bambini per evitare che potesse accadere qualcosa di brutto. Ho cercato di tranquillizzare i bimbi in tutti i modi possibili. Poi e' tutto finito e siamo usciti dall'asilo sani e salvi''.

Importante il ruolo della maestra che ha distratto i bambini. E' stato determinante il ruolo della maestra dell'asilo 'Il Girotondo' di Reggio Calabria, Lorenza Mangiola, che durante il sequestro è riuscita a far giocare i bambini. L'insegnante, nonostante le urla di Cristian Familiari, è riuscita a distrarre i bambini facendoli giocare e tenendoli sempre sotto stretto controllo in modo da evitare crisi di paura tra i ragazzini ed eventuali reazioni da parte dell'uomo. Quando Familiari è stato bloccato dai poliziotti l'insegnante ha abbracciato i bambini rimasti nell'asilo e li ha accompagnati all'esterno in compagnia dei genitori. Mangiola, che era visibilmente stressata, è stata poi visitata da alcuni medici. Il ruolo determinante dell'insegnante è stato rilevato anche da alcuni agenti della polizia di Stato i quali non hanno esitato ad evidenziare che "la maestra è stata particolarmente brava perché è riuscita a distrarre i bimbi continuando a farli giocare ed evitando che la loro attenzione si focalizzasse su quanto stava accadendo"

Il cugino chiede scusa ai genitori dei bimbi. ''Mio cugino Cristian non e' cosi' come lo avete visto oggi. Voglio scusarmi a nome di tutta la nostra famiglia con i genitori dei bambini dell'asilo''. E' quanto ha detto il cugino di Alberto Familiari, l'uomo che stamani ha sequestrato per alcune ore una decina di bambini e la maestra di un asilo a Reggio Calabria. ''Non so spiegarmi - ha aggiunto il parente - perche' abbia deciso di fare un gesto del genere. Voglio scusarmi con tutta la citta' di Reggio Calabria per quanto e' accaduto. Siamo veramente dispiaciuti. Cristian e' una persona buona e non ci saremmo mai aspettati che potesse accadere tutto cio'. Sono sicuro che a questo gesto si e' giunti a causa di una serie di cose che si sono assommate''.

Familiari “Perseguitato da un folletto”. Era molto conosciuto nel quartiere Gebbione, Cristian Familiari, 32 anni, nella foto a sinistra, l'uomo che ha sequestrato per alcune ore stamattina undici bambini e una maestra in un asilo a Reggio Calabria. Figlio di un commerciante di laterizi e di un'insegnante elementare che ha prestato servizio per quasi trent'anni in una scuola del quartiere, Cristian Familiari negli ultimi tempi aveva avuto problemi economici a causa di alcuni insuccessi commerciali. Gestiva con un fratello un gruppo di negozi per la vendita di prodotti musicali e un'impresa per la realizzazione di tabelloni destinati alla pubblicita'. Gli inquirenti, inoltre, non escludono che Familiari, nel compiere il suo gesto, fosse in uno stato di forte agitazione e che possa avere assunto sostanze psicotrope. Agli inquirenti, in maniera confusa, l'uomo ha detto di ''sentirsi perseguitato da un folletto'', ma alla base del gesto odierno vi sarebbero le difficolta' economiche. Cristian Familiari, dopo le formalita' di rito, e' stato ricoverato e piantonato presso il reparto di psichiatria dei ''Riuniti'', in attesa dell'interrogatorio di garanzia che si svolgera' entro tre giorni. Recentemente, secondo quanto si e' appreso, l'uomo soffriva di una forma di depressione bipolare.

Questore Giuffrè “Il dialogo fondamentale”. "Il percorso di dialogo fatto con Cristian Familiari è risultato vincente e determinante per il buon esito della vicenda". E' quanto ha detto il questore di Reggio Calabria, Santi Giuffré, circa la vicenda del sequestro dei bambini e di una maestra nell'asilo 'Il Girotondo'. "E' stata sicuramente utile - ha aggiunto Giuffré - quella vetrata trasparente dell'asilo che ci ha permesso di poter instaurare con Familiari un dialogo che poi è stato proficuo. Abbiamo avuto modo di poter verificare momento per momento che i bambini stavano bene"

Il blitz della polizia. E' stata fulminea l'azione di un gruppo di poliziotti che ha fatto irruzione nell'asilo di Reggio Calabria ed ha bloccato Cristian Familiari, di 32 anni, che da stamani teneva in ostaggio alcuni bambini ed una maestra. Mentre era in corso la trattativa tra Familiari ed alcuni suoi congiunti i poliziotti hanno allontanato la folla dall'asilo ed hanno parcheggiato una automobile vicino alla porta d'ingresso. Gli agenti hanno recuperato la chiave di una delle porte laterali dell'asilo e, in un momento di calma apparente, hanno fatto irruzione. L'azione degli agenti è durata pochissimo e Familiari, al quale è stato subito tolto il taglierino, è stato portato all'esterno e fatto salire a bordo dell'automobile parcheggiata vicino all'asilo. Nonostante la tensione tra la folla il mezzo della polizia con a bordo l'uomo, dopo pochi minuti, si è allontanato ed ha raggiunto gli uffici della questura di Reggio Calabria. Quando l'automobile della polizia si stava allontanando alcune persone hanno pronunciato urla contro Familiari cercando anche di avvicinarsi all'automobile (nella foto). La situazione è stata riportata subito alla calma dagli agenti della polizia. L'uomo, secondo quanto si è appreso, è stato trasferito nell'ospedale di Reggio Calabria per essere sottoposto a cure mediche. "Non ci ha fatto niente, non ci ha fatto male". Sono queste alcune delle frasi pronunciate da una delle bambine tenute in ostaggio subito dopo la conclusione del sequestro. La bambina è stata affidata ai genitori che si sono allontanati frettolosamente dalla zona dell'asilo. La maestra, Lorenza Mangiola, visibilmente agitata è salita a bordo di una ambulanza ed è stata accompagna nell'ospedale di Reggio Calabria.

Il viceministro Minniti ringrazia la polizia. Il Vice Ministro dell'Interno, on. Marco Minniti, in un messaggio al Capo della polizia, prefetto Antonio Manganelli, ha ringraziato le donne e gli uomini della polizia di Reggio Calabria, il questore della città, dottor Santi Giuffrè e il capo della squadra mobile, dottor Renato Cortese. Minniti parla di "straordinario equilibrio,intelligenza e alta professionalità con cui hanno affrontato, dai primissimi istanti alla conclusione, la delicatissima vicenda del sequestro dei bambini dell'asilo 'Il Girotondo' di Reggio Calabria riuscendo a concluderla felicemente e senza mai rischiare alcun danno per i bambini e per i loro insegnanti". Minniti ha approfittato dell'occasione per esprimere grande apprezzamento e ringraziamento al Procuratore della Repubblica Franco Scuderi, al prefetto di Reggio Franco Musolino e al sindaco della città, Giuseppe Scopelliti, che si sono intensamente prodigati per una soluzione positiva della drammatica vicenda.

Loiero ringrazia polizia e istituzioni. "Ho seguito con apprensione la vicenda del sequestro dei bambini nell'asilo di Reggio Calabria e il suo buon esito ci rallegra". Lo ha detto il presidente della Regione Calabria, Agazio Loiero, che ha seguito passo passo l'evolversi della situazione. "Bisogna ringraziare - ha aggiunto Loiero - tutti coloro che si sono adoperati per questo lieto fine, uomini della polizia e delle istituzioni. Grazie al loro impegno tutto si è risolto per il meglio"

Marziale: Gli asili un obiettivo per la loro debolezza. "La percezione che l'opinione pubblica ha della scuola è di estrema debolezza ed ecco perché un malintenzionato, alterato psichicamente o psicotropicamente, individua in essa l'obiettivo più idoneo per mettere in atto un disegno criminoso". E' quanto afferma il sociologo Antonio Marziale, presidente dell'Osservatorio sui Diritti dei Minori, commentando l'episodio dell'uomo che ha tenuto ostaggio, oggi a Reggio Calabria, una maestra e un gruppo di bambini in un asilo. "Oltre alle carenze strutturali dei plessi scolastici - prosegue Marziale - occorre focalizzare l'attenzione sulla scarsa affezione genitoriale verso il quotidiano agire della scuola. Nonostante i problemi che li attanagliano i dirigenti scolastici seguitano inesorabilmente a stimolare occasioni di confronto ignorate, però, da quella stragrande maggioranza di genitori che ai problemi dei figli antepongono l'interesse per la visione di partite di calcio o grandi fratelli". Marziale, nella nota, si dice "certo che solo la sinergia tra operatori scolastici e genitori possa fortificare in tutti i sensi la percezione che l'opinione pubblica ha del sistema scolastico ed incentivare politiche di miglioramento dei sistemi strutturali e di sicurezza, soprattutto in città che godono. Mi consta personalmente di amministratori come il sindaco Scopelliti, sensibile ai problemi dell'infanzia e del sociale in senso lato"

I precedenti in Italia. Sono pochi, in Italia, i precedenti di casi simili all'episodio di oggi a Reggio Calabria:
1956, TERRAZZANO (MI) - Il 10 ottobre i fratelli Egidio e Arturo Santato, armati di pistola, irrompono nella scuola elementare e sequestrano 92 bambini e due maestre, chiedendo 200 milioni. Dopo sei ore la polizia fa irruzione, arrestando i due fratelli e liberando la scolaresca. Nel corso dell'operazione, l'operaio Sante Zennaro, che da una scala appoggiata alla finestra cercava di entrare nell'aula, viene colpito per errore e ucciso da alcuni proiettili sparati contro Arturo Santato che tentava di fuggire.
1984, ROMA - Il 13 marzo, Maurizio Nobile, 32 anni, entra in una scuola media del quartiere Nuovo Salario, uccide con un colpo di fucile a pompa un bidello che cerca di fermarlo, spara altri colpi contro bidelli e professori senza colpirli, e prende in ostaggio una quindicina di bambini. Arriva subito il sindaco, Ugo Vetere, che si offre inutilmente come ostaggio al posto dei bambini e comincia una lunga trattativa. Nel pomeriggio Nobile accetta di consegnare l'arma nelle mani del sindaco. Il sequestratore sarà processato e dichiarato non punibile per infermità mentale e i giudici ne disporranno il ricovero, per 10 anni, in una casa di cura specializzata.
1989, SUTRI (VT) - Il 9 giugno, Domenico Curti, 58 anni, armato di una pistola e di una bomba a mano finte, entra in un asilo e sequestra un bambino di quattro anni, la nonna, una pediatra e l'autista dello scuolabus. L'uomo si arrende dopo sei ore e i carabinieri devono proteggerlo dalla folla inferocita. Per la sua impresa, Curti sarà condannato a due anni e sei mesi.

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