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Notizie di Politica

 

Loiero "Io non dispero Udc con sinistra"

21 gen 10 ''Io non dispero che l'Udc in Calabria alla fine possa scegliere il centrosinistra. Almeno questo era e resta il mio auspicio''. Lo ha detto il presidente della Regione Calabria, Agazio Loiero, conversando con alcuni giornalisti a Reggio Calabria dopo l'incontro con il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. ''Certo - ha aggiunto Loiero - gli spazi sono oggi ancor piu' ristretti rispetto ai giorni scorsi, quando abbiamo stoppato le primarie del Pd che mi davano molte chance di vittoria per interloquire con l'Udc. Ma io ritengo che sui programmi e sulle prospettive Pd e centrosinistra abbiano ancora molte frecce al loro arco per indurre l'Udc a un'alleanza di centrosinistra''.

E’ nato il movimento “Aboliamo il listino”, aderiscono 80 sindaci della provincia di Cosenza

21 gen 10 “La riforma della legge elettorale per la elezione del Consiglio regionale calabrese e, in particolare, l’abolizione del “listino” bloccato, costituisce un atto di notevole importanza per la vita democratica della nostra regione. Anche se la legislatura volge ormai al termine, riteniamo che vi siano ancora tutte le condizioni perché venga ripristinata una regola democratica fondamentale ovvero che tutti i Consiglieri regionali siano eletti attraverso la preferenza e, quindi, attraverso la libera scelta degli elettori e non vi siano, come avviene ora, consiglieri eletti direttamente dai cittadini e consiglieri “nominati” da ristrette oligarchie di partito. Sulla base della Legge Elettorale attuale, infatti un quinto di consiglieri regionali (dieci su cinquanta) viene “nominato” attraverso un “listino” bloccato e ciò costituisce una oggettiva alterazione della vita democratica della nostra regione. Il “listino!” è divenuto, in questi anni, strumento di distorsione e di inquinamento del dibattito e delle relazioni tra le forze ed i movimenti politici. Eliminare questo strumento significa consentire anche ai diversi territori di esprimere rappresentanze rispondenti al peso delle popolazioni residenti. Più volte in Consiglio regionale è stata annunciata da diversi gruppi e personalità politiche la volontà di modificare la legge elettorale e abolire il listino. Mantenere questo impegno procedendo subito, entro la fine di questa legislatura all’abolizione del “listino” bloccato è un atto doveroso di rispetto nei confronti dei cittadini calabresi e rappresenta un rafforzamento della vita democratica in Calabria”. Questo appello, lanciato dal presidente della Provincia di Cosenza, on. Mario Oliverio, è stato accolto e sottoscritto da numerosi sindaci della provincia di Cosenza,. di cui riportiamo in calce nomi e cognomi e comuni di appartenenza. Sono state annunciate anche tantissime adesioni di rappresentanti di forze sociali, culturali, economiche e di associazioni di cui sarà data informazione nelle prossime ore. Sono state anche annunciate anche decine di adesioni di amministratori regionali, provinciali e di sindaci ed amministratori delle altre province calabresi L’iniziativa, che si presenta come un grande movimento di cittadini, è stata denominata “Cambiare la legge elettorale e abolire il listino per fare contare i cittadini”, sarà presentata sabato prossimo, alle ore 17, presso l’Auditorium “Giovanni Paolo II” del Brutium di Commenda di Rende. L'elenco:

Acquaformosa Giovanni Manoccio
Acri Elio Coschignano
Aiello Calabro Iacucci Francesco
Alessandria del Carretto Gaudio Vincenzo
Amendolara Mario Melfi
Aprigliano Perri Gabriele
Belmonte Calabro Luigi Provenzano
Bocchigliero Luigi De Vincenti
Bonifati Antonio Goffredi
Calopezzati Gennaro Bianco
Caloveto Francesco Pirillo
Campana Pasquale Manfredi
Canna Alberto Cosentino
Cariati Filippo Giovanni Sero
Casole Bruzio Giulia Barca
Castrolibero Orlandino Greco
Celico Luigi Corrado
Cerchiara di Calabria Carlomagno Antonio
Cetraro Giuseppe Aieta
Cleto Furano Giuseppe
Colosimi Raffaele Rizzuto
Cropalati Fabrizio Grillo
Crosia Aiello Gerardo
Diamante Ernesto Magorno
Dipignano Guzzo Guglielmo
Figline Vigliaturo Fedele Adamo
Francavilla Marittima Paolo Munno
Grimaldi Notarianni Giovanni
Grisolia Antonio Longo
Laino Castello Giovanni Cosenza
Lattarico Antonio Gianfranco Barci
Longobucco Luigi Stasi
Lungro Giuseppino Santoianni
Luzzi Manfredi Tedesco
Malito Mario Guzzo Foliaro
Mandatoriccio Donnici Angelo
Mangone Raffaele Pirillo
Marano Principato Alessandro Tenuta
Mendicino Ugo Piscitelli
Montalto Uffugo Ugo Gravina
Mormanno Guglielmo Armentano
Oriolo Colotta Francesco
Orsomarso Candia Paola Maria
Panettieri Giovanni Bonacci
Paola Roberto Perrotta
Paterno Calabro Carmelino Franco Caputo
Pedace Stanislao Martire
Pianecrati Sacchetta Silvano
Pietrafitta Salvatore Spina
Pietrapaola Giandomenico Ventura
Plataci Francesco Tursi
Rende Bernaudo Umberto
Rocca Imperiale Ferdinando Di Leo
Rogliano Giuseppe Gallo
Roseto Capo Spulico Francesco Durso
Rossano Francesco Filareto
Rota Greca Albano Robero Ermanno
Rovito Gianpaolo Gerbasi
San Fili Ottorino Zuccarelli
San Giovanni in Fiore Antonio Nicoletti
San Lorenzo Bellizzi Pietro Alessandro Scarivaglione
San Lucido Antonio Staffa
San Nicola Arcella Domenico Donadio
Sangineto Gaetano Marinelli
Santa Domenica Talao Lucchesi Alfredo Giuseppe
Santa Maria del Cedro Aulicino Giuseppe
Serra d'Aiello Antonio Cuglietta
Serra Pedace Leo Franco Rizzuti
Spezzano Albanese Cucci Giovanni
Spezzano della Sila Tiziano Giuseppe Gigli
Spezzano Piccolo Eugenio Nudo
Tarsia Francesco Antonio Scaglione
Terravecchia  Mauro Santoro
Torano Castello Cariati Sabatino
Trebisacce Mariano Bianchi
Trenta Ippolito Morrone
Verbicaro Spingola Felice
Villapiana Rizzuto Roberto

 

Callipo “Pd e Pdl s’impegnino ad abolire il listino”

21 gen 10 “Scopelliti e Loiero hanno forze cospicue in Consiglio regionale - almeno così dovrebbe essere - per fare una battaglia che tolga di mezzo il listino. Condivido le preoccupazioni di Franco Corbelli, leader del Movimento Diritti Civili. Se sono contrari, come dicono, i due leader del Pdl e del Pd, non hanno che da agire. Perché, altrimenti, dirlo ma non farlo sa di presa in giro”. Lo afferma Pippo Callipo candidato alla presidenza della regione Calabria. “Mi auguro –aggiunge- che oltre ad abolire il listino rendano possibile la reale partecipazione delle donne e il rinnovamento della rappresentanza. E, ora che ci sono, aboliscano l’introduzione scandalosa del Consigliere Regionale supplente, i Sottosegretari e l’aumento, semplicemente impresentabile, dei Consiglieri regionali che da 50 arrivano a 63, 64. Cosi come è il caso di ridare vita alla Consulta Statutaria, al Crel e alla Consulta per l’Ambiente che sono state abrogate e che sono la porta di comunicazione tra la politica e la società civile. A mio avviso, tutta l’impalcatura statutaria andrebbe ridiscussa urgentemente, ma non nelle chiuse stanze della politica, bensì rendendo partecipi, in una vera stagione costituente, i calabresi, il mondo dell’economia e della società. E’ urgente recuperare il valore della partecipazione della società civile alle scelte importanti, anzitutto del sistema autonomistico che, questo regionalismo accentratore, ha quasi distrutto. Rispetto alle previsioni di pari ordinazione costituzionale di Comuni e Province, infatti, la Regione ha finito con l’interpretare una funzione di accentramento, umiliando, istituzionalmente e politicamente, il concorso del pluralismo territoriale voluto dalla Costituzione. Se non si fossero persi mesi e mesi per discutere di primarie e secondarie, tra l’altro poi fallite clamorosamente, a quest’ora forse qualcosa di utile si sarebbe potuto costruire”.

Corbelli “Sul listino silenzio vergognoso”

21 gen 10 Il leader del Movimento Diritti Civili, Franco Corbelli, denuncia “il silenzio inquietante calato sulla preannunciata cancellazione del listino (bloccato) nella nuova legge elettorale regionale”. Corbelli teme “un inciucio tra centrodestra e centrosinistra per mantenere in vita il listino-vergogna, per realizzare operazioni di trasformismo, accordi trasversali e garantire così l’elezione all’Assemblea di Palazzo Campanella a personaggi-nominati privi di alcun consenso elettorale”. Il leader di Diritti Civili si chiede: “perchè tutta l’attenzione è concentrata solo sulle scelte dell’Udc per la candidatura alla Presidenza della Regione e nessuno parla più dell’abolizione del listino? Per mesi tutti i partiti hanno espresso la volontà di cancellare il listino. Da un pò di tempo un inspiegabile e sospetto silenzio è calato sulla cancellazione di questa normaporcata (per usare le parole del Ministro Calderoli) della legge regionale. Il listino sarà cancellato nella nuova legge elettorale? O i partiti hanno sottoscritto tacitamente un accordo ignobile per mantenere questo assurdo e vergognoso privilegio, come merce di scambio per accordi elettorali e candidature alla Presidenza? Corbelli ricorda come “sia rimasto solo il presidente della Provincia di Cosenza, Mario Oliverio, a portare coerentemente avanti questa battaglia per l’abolizione del listino-vergogna”, e sottolinea “l’impegno del presidente della Regione, Agazio Loiero, ribadito pubblicamente, venerdì scorso al Rendano di Cosenza, in occasione della convention del Pd, di cancellare questa norma scandalo. Mi auguro che anche gli altri due candidati alla Presidenza della Regione, Giuseppe Scopelliti e Pippo Callipo, quello in pectore dell’Udc, Roberto Occhiuto, e i diversi partiti si pronuncino in modo netto su questo tema, non irrilevante per evitare il baratto elettorale. I cittadini elettori calabresi hanno il diritto di scegliere liberamente e democraticamente i propri rappresentanti in Consiglio regionale e non invece ritrovarsi dei nominati imposti dalle segreterie dei partiti”.

Pronte prime graduatorie piano sviluppo rurale. Soddisfatto ass. Amato

21 gen 10 Il Dipartimento Agricoltura ha approvato le graduatorie definitive di alcune misure inerenti al Programma di sviluppo rurale 2007-2013 della Calabria. Nei prossimi giorni saranno pubblicate sul Bollettino ufficiale della Regione le domande, a valere sul triennio 2007-2009, relative alla misura 122 (accrescimento del valore economico delle foreste), 226 (ricostituzione del potenziale produttivo forestale e interventi preventivi), 227 (sostegno agli investimenti non produttivi), 223 (primo imboschimento di superfici non agricole), 125 (miglioramento e sviluppo delle infrastrutture). “Devo ringraziare il mio Dipartimento – ha affermato l’assessore Piero Amato, soddisfatto per l’avvenuta conclusione dell’iter amministrativo - per l’ottimo lavoro svolto. So peraltro che l’attività sta proseguendo con determinazione, per cui riteniamo che entro la metà del prossimo mese saremo in grado di pubblicare le graduatorie definitive di tutte le misure del programma”. “Sarà un investimento finanziario rilevante – ha concluso Amato – che aiuterà il primo comparto e dunque l’economia della nostra regione, soprattutto in un momento di crisi generale e di tagli consistenti di risorse nazionali verso il Mezzogiorno”.

Bevacqua (ApI) “Zfu inadeguate e senza copertura finanziaria”

21 gen 10 “Dando corpo ad un progetto fortemente voluto dall’allora viceministro Sergio D’Antoni, la legge finanziaria per il 2007 istituì nelle aree metropolitane meridionali a forte degrado socio – economico le cosiddette Zfu, le zone franche urbane nelle quali concedere esenzioni fiscali e contributive per far nascere e consolidare, secondo le intenzioni di quel Governo, piccole imprese e per realizzare interventi di recupero urbano”. Lo afferma Antonio Bevacqua del coordinamento regionale di Alleanza per l’Italia. “Con il decreto legge di fine 2009 –aggiunge Bevacqua- dopo che si era positivamente concluso l’iter autorizzativo in sede europea, il Governo in carica ha di fatto congelato le Zfu. Lo stesso ministro Tremonti, rispondendo ad una nota di Bassolino che chiedeva lumi, ha definito la norma del 2006 come basata su “una logica illusoria e non responsabile”. In realtà si trattava di una norma con un’esigua copertura finanziaria: 50 milioni per il 2008 ed altrettanti per il 2009! Ma v’è di più, si trattava, come ho avuto modo di sottolineare già a suo tempo, criticando per altro verso anche l’efficacia del collegato provvedimento sul cosiddetto cuneo fiscale, dell’ennesima “illusione finanziaria”. Di un’illusione realizzata ai danni del sud che, purtroppo, difficilmente, con tali provvedimenti, riuscirà a dotarsi di un sistema produttivo capace di modificare le condizioni di vita dei meridionali. Il sistema delle Zfu in Italia, così come proposto, ispirato a quello della Francia, non può reggere in in regioni in cui non si ha traccia di sviluppo economico e ciò per la semplice ragione che la funzione delle Zfu è quella di riequilibrare la vita dei quartieri delle aree metropolitane ritenuti sensibili, dove i problemi socio economici si accumulano, per permettere di assicurare l’ordine pubblico, di creare servizi amministrativi, sociali, culturali e scolastici di qualità, rilanciando le attività economiche ed il mercato del lavoro con l’introduzione di un regime di aiuti che prevedono esoneri fiscali e contributivi alle imprese che vi si insediano. E dunque, paradossalmente, la Zfu alla francese, reggerebbe giusto nel nord del nostro Paese, nei quartieri degradati di Milano o Torino o Genova, laddove le imprese troverebbero vantaggioso delocalizzarsi da un quartiere all’altro, piuttosto che nel sud, dove il carattere di depressione economica è esteso sull’intero territorio e non consente delocalizzazioni apprezzabili. Nè vale pensare di poter attrarre investimenti extraregionali con queste misure. L’impresa al sud si scontra con l’inadeguatezza dei sistemi atti ad accoglierle: la sicurezza, i servizi, la burocrazia, il capitale umano ed oggi anche il carico fiscale (non sfugga che l’aliquota Irap calabrese è un punto in più di quella nazionale!). Altra cosa sarebbe stato, al contrario, e penso all’intero territorio calabrese, la creazione di una Free Trade Zone, o semplicemente, zona franca, sull’esempio di quanto fatto, già dal 1980, nell’arcipelago delle isole di Madeira (Portogallo). L’attività della zona franca a Madeira ha prodotto negli anni uno sviluppo delle infrastrutture e delle attività economiche a dir poco sorprendente, grazie ai vantaggi in materia doganale ed alle esenzioni o agevolazioni fiscali. Nella zona franca di Madeira le materie prime e i prodotti semilavorati importati sono esenti da dazi se destinati alla trasformazione in loco in nuovi prodotti che, essendo per questo considerati fin dall’origine comunitari, sono esenti da dazi di importazione al momento della loro immissione nel mercato dell’Unione Europea. Sono inoltre previsti incentivi finanziari, orginariamente a carico del Portogallo ed attualmente concessi dall’Unione Europea, che coprono fino al 50% dei costi sostenuti per la formazione del personale e per gli investimento in tema di salvaguardia ambientale. Ma per una regione così povera come la Calabria, così malmessa e così a rischio, penso che una battaglia in sede comunitaria andrebbe fatta, potendo soprattutto puntare sullo strategico ruolo che nell’istituibile Free trade zone Calabria potrebbero recitare le due grandi strutture del Porto di Gioia Tauro e dell’Aeroporto di Lamezia Terme, porte naturali per l’ingresso in Europa di materie prime da lavorare in Calabria.

Gentile (PD) "No a divisioni su lotta a lavoro nero"

21 gen 10 “Non ci si può dividere nella lotta al lavoro nero e allo sfruttamento: si tratta di una che necessita di una forte condivisione politica e sociale. Lo afferma in una nota il senatore Antonio Gentile, vice coordinatore regionale vicario del Pdl Calabria. “Si tratta di una necessità che ci proviene dalla società civile- dice Gentile- e che si incrocia con il bisogno di legalità che emerge nei giovani calabresi. Il lavoro nero è nemico dell’uomo e della sua dignità e l’impegno profuso dal ministro Sacconi va in questa direzione: in questo quadro si inseriscono gli inasprimenti dei controlli. Gentile ritiene “positivo l’impegno della Commissione Regionale presieduta da Benedetto Di Iacovo: va ad incidere sui diritti dei giovani e delle persone ed è certamente importante”. Il senatore invoca “un comportamento lineare da parte delle associazioni categoriali che sanno quanto sia sleale e non concorrenziale il ricorso al lavoro nero: un vulnus per tutti”.

Laratta (PD) “Smantellato il Corpo Forestale di San Giovanni in Fiore”

21 gen 10 Il deputato del PD, on. Franco Laratta, ha denunciato alla Camera la situazione del Corpo Forestale dello Stato in servizio nell'area silana. "E’ stato smantellato il Corpo Forestale di San Giovanni in Fiore. A rischio la sicurezza di buona parte dell'Altopiano silano". " San Giovanni in fiore (Cs): 27.945 ettari di cui circa 15.000 nel Parco nazionale della Sila; -il più grande dei 21 comuni come superficie comunale ricompresa nell'Area protetta. - l'80 per cento del suo territorio è coperto da boschi e foreste con una elevata biodiversità. - all'interno di esso insiste una parte della ZPS (Zona di protezione speciale) del marchesato crotonese, nonchè la ZPS della Sila Grande e 4 SIC (Siti di Importanza Comunitaria), tutte aree della rete europea, denominata "natura 2000". Nonostante tutto ciò, il Corpo Forestale di San Giovanni in Fiore, al momento non risulta attivo; mentre in quello che controlla il Parco nazionale, il Comando stazione Val di Neto, vi operano solo due unità". Secondo il deputato: "la situazione già di per sè grave, è destinata a peggiorare. Il Corpo Forestale dello Stato si vedrà ulteriormente ridurre il personale a disposizione! Possibile la definitiva chiusura della stazione di San Giovanni in Fiore!" L'on. Laratta ha chiesto l'immediato intervento del Ministro delle Politiche agricole. Ed ha poi ricordato come "questo territorio è stato spesso oggetto di numerosi e gravi incendi boschivi che hanno visto nel tempo un non indifferente impoverimento della superficie boschiva. Su questo territorio i reati denunciati contro il patrimonio ambientale sono sempre stati notevoli e hanno riguardato l'inquinamento ambientale, la lotta agli incendi, il bracconaggio, le costruzioni edilizie abusive, il taglio furtivo di alberi etc. etc.".

Belcastro espulso dal MPA si schiera con Scopelliti

21 gen 10 "Sta nascendo una nuova realta' politica che intende rimanere a fianco del presidente Berlusconi". Lo ha detto il deputato Elio Belcastro, dopo essere stato espulso dall’Mpa assieme ad altri tre suoi colleghi, confermando la divisione maturata in seno al gruppo della Camera del movimento che fa capo a Raffaele Lombardo ed alla conseguente richiesta di espulsione a suo carico dal movimento autonomista. Il parlamentare evidenziato che "le divergenze sono sorte sulla linea politica che ha portato il governatore siciliano e leder del movimento, raffaele Lombardo, eletto col sostegno del centro destra ad ottenere l'appoggio del Pd, "per cui la Sicilia e' rimasta isolata". Belcastro, eletto in Calabria, ha annunciato che domani sara' presentato, in una conferenza stampa in programma a Roma, un nuovo movimento al quale aderiranno i quattro deputati del Mpa eletti in Calabria, Puglia e Campania, "mentre resteranno con Lombardo solo i quattro eletti in Sicilia". Rispetto alle prossime elezioni regionali Belcastro aggiunge: "Abbiamo un accordo con il centrodestra in tutte le regioni. A noi piace fare gioco di squadra. Siamo stati eletti e abbiamo preso un impegno con gli elettori e la linea restera' uguale: siamo contro i ribaltoni". Per quanto riguarda la Calabria, in particolare, confermando l'adesione al centrodestra, il deputato conferma che sara' sostenuta la candidatura di Giuseppe Scopelliti, attuale sindaco di Reggio Calabria in corsa per la presidenza della Giunta regionale.

Tripodi (PdCi) “Un piano per scongiurare licenziamenti al porto di Gioia”

21 gen 10 “Un piano ad hoc per scongiurare la scure dei licenziamenti che per l’ennesima volta si sta abbattendo sui lavoratori portuali di Gioia Tauro a seguito dell’annuncio della società Medcenter Container Terminal sulla necessità di attivare la procedura di consultazione per l’utilizzo degli ammortizzatori sociali a decorrere già da questo mese di gennaio 2010”. A sostenerlo, in una nota, il segretario regionale e responsabile Mezzogiorno del Pdci-Federazione della sinistra, Michelangelo Tripodi. “Si tratta di 360 operai e 40 impiegati che la società che gestisce il terminal hub di Gioia Tauro sostiene essere in esubero – sostiene Tripodi – per il persistente andamento negativo dei traffici. Un soluzione inaccettabile che ha creato una nuova forte preoccupazione e disperazione nelle famiglie dei lavoratori la stragrande maggioranza delle quali sono monoreddito e vivono una situazione di assoluta incertezza”. “La verità – prosegue Tripodi – è che l’azienda terminalista ha deciso già da tempo di ridisegnare la mappa del traffico commerciale di navi container in altri lidi penalizzando pesantemente il porto di Gioia Tauro, il più grande scalo del Mediterraneo, invece di preoccuparsi di improntare un piano industriale capace di traghettare l’azienda fuori dalla crisi. “Basti pensare – sottolinea Tripodi – alle condizioni di lavoro all’interno del porto di Gioia Tauro – che fotografano una situazione di sfruttamento d’altri tempi. Il contratto Mct, come hanno denunciato ripetutamente lavoratori e sindacati, prevede infatti sei notti fisse, turni di sei ore al giorno con possibilità dell’azienda di chiedere fino a sei ore di straordinario e un giorno di riposo a scalare che però può essere revocato unilateralmente a discrezione dell’azienda. Inoltre, è prevista la concessione di un compenso per lo straordinario di 20 euro al giorno per chiunque riesce a superare la media porto di 23 container all’ora scaricati, attenendosi comunque sotto la soglia dell’8% di assenteismo in tre mesi perché se si supera questa percentuale il premio di produzione di euro 700 non viene concesso. Infine non è previsto né congedo parentale, né malattia”. “A tutto questo si aggiunge – afferma ancora Tripodi – il menefreghismo assoluto del governo Berlusconi che invece di preoccuparsi di garantire proprio in questo periodo di crisi, lavoro e sviluppo nelle regioni economicamente più deboli penalizza il sud a vantaggio del centro-nord. Un governo che mentre nel Mezzogiorno sono a rischio migliaia di posti di lavoro e il futuro di attività produttive di enorme importanza per l’intera nazione come il porto di Gioia Tauro ha il barbaro coraggio di investire risorse pubbliche per la realizzazione del Ponte sullo Stretto che, tra l’altro, può rappresentare l’affossamento del porto di Gioia Tauro”. “Insomma la misura è veramente colma – conclude Tripodi –. Mentre la classe operaia è sottoposta ad un sempre più intenso sfruttamento, la delocalizzazione, così come nelle intenzioni dell’azienda terminalista del porto di Gioia Tauro, è divenuta una delle principali uscite di sicurezza imboccate dal sistema capitalistico per sopravvivere e continuare a garantirsi lauti guadagni anche in questo periodo di crisi. Tutto questo non può essere accettato passivamente. Come Comunisti Italiani e Federazione della Sinistra chiediamo quindi a tutte le istituzioni preposte di avviare subito un confronto per salvaguardare l’attività produttiva del porto di Gioia Tauro e scongiurare il rischio di licenziamenti dei tanti lavoratori che per anni hanno operato tra mille difficoltà e devozione all’interno del porto”. In particolare si tratta di affrontare una discussione nazionale per porre al centro la questione dell’abolizione della tassa di ancoraggio che aumenta i costi per le aziende e le società e indebolisce la capacità competitiva dei porti italiani a partire da quello di Gioia Tauro. Una risposta di questo tipo potrebbe garantire una nuova fase per i porti di transhipment e consentirebbe di rilanciare le attività del porto di Gioia Tauro. Su questo punto specifico chiediamo una risposta al governo nazionale ed più specificatamente al ministro Matteoli che finora si è dimostrato totalmente insensibile e privo delle necessarie conoscenze per affrontare adeguatamente ed in modo strutturale la crisi grave e pesante che colpisce il porto di Gioia Tauro e che rischia di portare centinaia e centinaia di lavoratori in cassa integrazione ed in mobilità e mettendoli sull’orlo del licenziamento.

Chiarella "Incarnato riferisca in Consiglio sulle mareggiate"

21 gen 10 “Chiederò all’assessore ai Lavori pubblici della Regione, persona sensibile ai problemi del territorio, di riferire in Consiglio regionale sullo “stato dell’arte” relativo alle mareggiate che hanno interessato la costa tirrenica”. È quanto afferma, in una nota, il consigliere regionale Egidio Chiarella. “C’é da osservare - prosegue Chiarella - che soprattutto in provincia di Catanzaro, in particolar modo nella zona di Falerna Marina, alcuni lidi sono stati completamente distrutti. Sono andati in fumo anni di lavoro e di sacrifici di imprenditori coraggiosi, che hanno offerto alle zone interessate servizi di eccellenza, investendo con fondi propri. Gli interessati vogliono sapere dove sono i soldi dello Stato per le mareggiate e cosa si sta facendo con i fondi regionali visto che, dal novembre 2008, pur avendo inoltrato le domande agli organismi preposti, tramite il comune di appartenenza, non hanno avuto alcun tipo di risposta, lasciando alcuni di essi nella disperazione più completa”. “Mi auguro che nel prossimo Consiglio regionale - conclude Chiarella - si trovi il modo per dare risposte concrete alla disperazione di chi ha subito danni irreparabili, senza dimenticare che l’inverno è ancora lungo”.

Limido (La Destra) "Zone della Calabria sotto controllo mafioso"

21 gen 10 ‘‘Noi de la Destra sosteniamo che il contrasto alla ‘ndrangheta e il controllo del territorio passano non solo dalla cattura dei capi mafia, ma da una legislazione più dura, sia da un punto di vista penale che finanziaria, da un contrasto militare adeguato e mettendo in primo piano la questione morale”. È quanto afferma, in una nota, il consigliere regionale de la Destra, Gabriele Limido. Ricordiamo - aggiunge - che, nonostante le attenzioni di queste ultime settimane, alcune considerevoli zone del territorio calabrese continuano ad essere sotto il pieno controllo delle cosche mafiose e, malgrado lo sforzo coraggioso di tutte le forze dell’ordine e della magistratura, il fenomeno ‘ndranghetista persiste e continuerà ad esistere se non si imbocca la strada della fermezza e del pugno di ferro”. Secondo Limido, “la legalità nella nostra terra si ristabilisce anche usando le maniere forti. Proprio per questo chiediamo di più alle istituzioni dello Stato. Come calabresi ci siamo stancati di assistere al consueto balletto di dichiarazioni ‘indignatè solo all’indomani di emergenze legate alla criminalità organizzata, mentre il giorno dopo ci si dimentica di tutto. La lotta alla ‘ndrangheta deve essere prioritaria, quotidiana e non estemporanea dettata solo dalle emergenze. I calabresi sono desiderosi di riscatto e la lotta alle cosche passa anche e, soprattutto, dalla questione morale, divenuta ormai in Calabria più un accessorio che un valore da mantenere e perseguire”.

Sabato De Magistris a Reggio per presentare il libro "Giustizia e potere"

21 gen 10 Il prossimo sabato 23 gennaio l'on. Luigi de Magistris (Idv), presidente della Commissione controllo bilanci del Parlamento europeo, parteciperà a due incontri - a Reggio Calabria e Polistena (Rc) - per la presentazione del libro-intervista "Giustizia e potere". Il primo appuntamento con l'on. de Magistris è in programma alle ore 11.30, presso il salone delle feste del Comune di Polistena. L'incontro, moderato dal giornalista Nicola Orso, sarà introdotto da Giovanna La Terra, portavoce di Idv in provincia di Reggio Calabria, e vedrà l'intervento di Domenico Ceravolo, sindaco di Laureana di Borrello. Nel pomeriggio, alle ore 17.30, l'on. de Magistris parteciperà all'iniziativa organizzata dall'associazione "Ethos" presso la sala della Biblioteca comunale di Reggio Calabria, in via Demetrio Tripepi. L'incontro, moderato dal giornalista Francesco Chindemi, sarà introdotto da Giuseppe Musarella, presidente dell'associazione "Ethos". Il libro-intervista a Luigi de Magistris, "Giustizia e potere", a cura di Sergio Nazzaro, edito da Editori Riuniti, è una testimonianza sulla realtà del potere in Italia, vissuta prima nella magistratura e poi nel mondo politico e istituzionale. Nell’intervista de Magistris fornisce il proprio punto di vista e lancia una serie di spunti di riflessione sulle tematiche più attuali, tracciando così i punti fondamentali di una sorta di “manifesto politico”, un appello per una rivoluzione culturale e civile basata sulla difesa della Costituzione.

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