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Notizie di Politica

 

A Reggio arriva il ministro Maroni

18 gen 10 Nuova presenza dello Stato martedì 19, a Reggio Calabria, con l'arrivo del ministro dell'Interno Roberto Maroni e del presidente della Commissione antimafia, Giuseppe Pisanu, che parteciperanno alle 10 a un convegno presso l’Auditorium ‘Nicola Calipari’ del Palazzo del Consiglio Regionale su "Convivenza, legalità e sicurezza per una comunità unita" organizzato dai sindacati Siulp e Cisl, e con la riunione del Consiglio dei ministri che si svolgerà a Reggio entro la fine del mese. Riunione in occasione della quale sarà varato il nuovo piano di contrasto alla criminalità organizzata.

Nitto Palma "A Rosarno ritardi in indagini"

18 gen 10 “Mi chiedo se bisognava aspettare i fatti di Rosarno prima di avviare indagini serie sullo sfruttamento del lavoro nero in quell’area”. Lo ha detto il sottosegretario all’Interno, Nitto Palma, rispondendo alle domande dei giornalisti durante la conferenza stampa al termine dell’incontro con i cinque prefetti calabresi a Catanzaro. Il riferimento, esplicitato successivamente da Palma, è alla Procura di Palmi che, ha detto, “avrebbe dovuto avviare prima le indagini”. Rispetto alla rivolta o dei cittadini extracomunitari, avvenuta nei giorni scorsi, e alle conseguenze di quei fatti, Palma ha evidenziato che “dietro lo sfruttamento del lavoro nero degli extracomunitari vi era la mano della criminalità organizzata”. Diversa la posizione sul ruolo che la criminalità organizzata potrebbe avere avuto sulla gestione degli scontri: “Molti formulano questa ipotesi - ha affermato il sottosegretario - ma non mi pare che siano stati portati elementi di fatto tali da avvalorare questa ipotesi. Personalmente, per l’esperienza maturata, ritengo che non vi sia la mano della criminalità dietro la manifestazione di Rosario. Se ci fosse stata avremmo avuto effetti diversi”. Palma ha aggiunto: “Dobbiamo essere molto chiari: i fatti sono stati utilizzati molto dalla stampa per propalare, uno pseudo razzismo calabrese. Questo non è vero ed è offensivo per la Calabria”. Secondo il sottosegretario, “il grave degrado ambientale in cui gli extracomunitari sono stati costretti a vivere ha concorso a fomentare la protesta”. Palma ha, quindi, ripercorso la vicenda di Rosarno partendo dal dicembre del 2008, quando si verificò la prima protesta. “Ad aprile del 2009 abbiamo impegnato 200 mila euro - ha dichiarato Palma - e a luglio del 2009 il commissario di San Ferdinando ha chiuso il sito oggetto di scontri a dicembre e il commissario di Rosarno ha definito il progetto di recupero dell’area della Rognetta. Inoltre tra novembre e dicembre il ministero dell’Interno ha finanziato 900 mila euro per la Rognetta e 1,900 milioni di euro per il recupero della zona”. Palma non ha mancato di lanciare frecciate alla Regione: “Dispiace che i 50 mila euro promessi dalla Regione ad aprile non sono giunti, se non per la parte di 15 mila euro. Dispiace delle polemiche nate per un fatto così drammatico. Dispiace non si sia intervenuto per superare i problemi sanitari esistenti, come per competenza specifica della Regione”.

Portavoce Loiero “A Rosarno Ministero inadempiente”

18 gen 10 “Anche il senatore Francesco Nitto Palma, Sottosegretario all’Interno, solitamente molto prudente e attento, per una sorta di gioco di squadra, si fa trascinare nella polemica contro la Regione per la vicenda di Rosarno. Ma è il ministero dell’Interno a essere inadempiente, perché quello della Regione, lo abbiano dimostrato con atti e non con parole, è stato l’unico intervento per alleviare la situazione dei migranti di Rosarno”. E’ quanto afferma pantaleone Serrgi, portavoce del Presidente della Regione Calabria Agazio Loiero. “Con onestà intellettuale, il senatore Nitto Palma ammette, tuttavia, che il ministero conosceva la realtà di Rosarno dal dicembre del 2008. Ci chiediamo allora – aggiunge il portavoce di Loiero – cosa abbia fatto per rimuovere quella situazione, visto che soltanto la Regione è intervenuta ed è stata sempre presente a Rosarno, con 50 mila euro trasferiti ai comuni fino all’ultimo centesimo e con altri 125 mila euro spesi per massicce vaccinazioni effettuate da una equipe di medici inviati dal Dipartimento regionale della Salute. Nessun intervento, invece, c’è stato da parte del Ministero che è stato a guardare. Né, se ha inviato fondi, questi sono stati ancora spesi”. “L’incredibile ma vera condizione igienico-sanitaria nelle aree in cui trovavano rifugio gli immigrati ha concluso Sergi – avrebbe dovuto essere rimossa è vero dagli enti locali che, guarda caso, essi dipendono dal Ministero dell?interno che li governa tramite propri commissari.

Covello (CGIL) “A Rosarno responsabilità del Governo”

18 gen 10 “Lasciano davvero sconcertati le dichiarazioni di oggi, del Ministro Maroni, che continua ad insistere sull'estraneità del Governo dalle responsabilità di quanto è accaduto a Rosarno e soprattutto dalle condizioni in cui per tanti anni hanno vissuto in quei luoghi migliaia di immigrati. La verità è ben altra”. Così il segretario regionale della CGIL, Massimo Covello. “Una legislazione nazionale –afferma Covello- ed un pacchetto sicurezza manifestamente fallimentari, hanno consentito e consentono di approcciare ai problemi dell'immigrazione solo dal punto di vista dell'ordine pubblico. Nessuna attenzione il governo ha finora dedicato alla carenza degli organici degli ispettorati del lavoro, alla inadeguatezza degli strumenti di sostegno al reddito degli immigrati, alle azioni di contrasto di quanti caporali o mafiosi gestiscono pezzi significativi del mercato del lavoro con logiche di sfruttamento al limite dello schiavismo. Questi temi in Calabria e nell'intero Mezzogiorno sono parte essenziale dell'economia non solo agricola, ma dell'edilizia dei servizi. Proprio nell'agricoltura le politiche dei flussi hanno certificato ed autorizzato di fatto un doppio regime. Quando, pur sapendo che gli immigrati stagionali che vengono impiegati nell'agricoltura Calabrese sono oltre 20.000, si autorizzano flussi per 7000 scarsi è evidente che si certifica lo sfruttamento ed il lavoro nero. Si considerano gli immigrati utili come produttori, ma clandestini per legge. Rosarno di questo sistema era l'emblema. Le drammatiche vicende di questi giorni, la caccia razzista agli immigrati ed il conseguente trasferimento forzato degli stessi l'hanno rimosso. Ma questo sistema vige purtroppo ancora adesso nelle piane agricole di Lametia e di Sibari. Per questo chiediamo a Maroni ed al suo collega Zaia ministro dell'agricoltura, di affrontare i nodi di una economia agricola che fa leva sugli aiuti comunitari e sullo sfruttamento. Sarebbe diabolico se venisse alimentata una logica di sostituzione della manodopera straniera sulla base della presunta docilità alla accettazione di condizioni inumane di sfruttamento. La qualificazione dei rapporti di lavoro, il giusto riconoscimento contrattuale ai lavoratori tutti, l'introduzione del reato di caporalato, l'applicazione del DURC alle imprese agricole, cosi come l'introduzione degli indici di congruità tra lavorazioni, produttività ed addetti, la decadenza degli incentivi alle imprese che ricorrono al lavoro nero ed al non rispetto dei contratti, sono le misure essenziali per liberare l'economia agricola calabrese e meridionale da ossessioni securitarie e da oppressioni criminali e mafiose. Gli immigrati sono le vittime non la causa dei problemi.

Rete migranti "I fatti di Rosarno non costituiscano precedente"

18 gen 10 “La modalità repressiva con la quale si è intervenuti a Rosarno rischia di diventare un pericoloso precedente per legittimare future “soluzioni con ogni mezzo” del conflitto che potrebbe esplodere in altre zone ad alto rischio”. È quanto si afferma in una nota della Rete migranti reggina a conclusione di una riunione svoltasi a Gioia Tauro. “Quello che è accaduto e che ha portato alla ormai famosa “deportazione degli africani” - prosegue la nota - soluzione dolorosa ma a nostro parere in quel momento necessaria per garantire l’incolumità dei nostri fratelli africani vista la violenta “caccia al negro” scatenatasi a Rosarno e nelle zone limitrofe, non è che l’anticipazione di quello che potrebbe accadere in futuro. La questione dei migranti nel nostro Paese, e non solo in Calabria, diviene oggi ancora più grave e pericolosa, alla luce soprattutto delle ultime prese di posizione del Ministro Maroni che annuncia, senza mezzi termini, vere e proprie deportazioni di massa. Temiamo fortemente il rischio che il “metodo Rosarno” diventi un precedente per consentire, o peggio ancora legittimare, ulteriori derive populiste con altre provocazioni e conseguenti “ripristini della normalità con ogni mezzo”. “In questa fase, perciò - prosegue la nota - è necessario che si continui a lavorare, a Rosarno, in Calabria e in ogni luogo, per costruire un percorso di crescita verso una cultura dell’accoglienza, dell’integrazione e del rispetto dell’altro. Siamo convinti che l’unica via d’uscita sia quella Politica. In pratica, intendiamo tradurre in realtà questo documento adottando le strade praticabili come il presidio regionale che si terrà martedì 19 gennaio davanti al Palazzo della Prefettura di Reggio, per dire no allo sfruttamento, alla ndrangheta ed a tutte le forme di razzismo e xenofobia e la necessità di avviare un percorso di crescita praticabile nei territori limitrofi, promuovendo la cultura dell’accoglienza e dell’integrazione come via d’uscita rispetto alla deriva violenta, ndranghetista e xenofoba (proiezioni, assemblee, dibattiti)”. “In vista della prossima Assemblea nazionale che si terrà a Roma il 24 gennaio - conclude la nota - è necessaria una partecipazione della nostra Rete non solo per portare una lettura chiara e veritiera dei fatti di Rosarno, ma anche per portare in quella sede la piattaforma condivisa”.

Calipari (PD) “Difficile credere ad Alfano”

18 gen 10 “La Calabria aspetta di diventare priorità del governo. Vogliamo credere alle parole che oggi il ministro Alfano ha pronunciato davanti ai vertici giudiziari calabresi, ma quello che è successo fin qui non è confortante”. Lo ha detto Rosa Villecco Calipari, vicepresidente dei deputati PD, intervenendo a You DemTv e commentando le dichiarazioni del ministro della Giustizia. “Non bastano i ‘rinforzi’ arrivati soltanto dopo la bomba davanti alla procura di Reggio Calabria a sanare le carenze di organico e i tagli continui alle risorse delle Forze dell’ordine e della Magistratura. Abbiamo le nostre proposte e siamo pronti a confrontarci con la maggioranza proprio per far diventare la Calabria una priorità del Paese: norme contro l’autoriciclaggio, l’inserimento della ‘ndrangheta tra le associazioni mafiose contemplate nel 416 bis, l’immediata istituzione dell’Agenzia dei beni confiscati, l’assegnazione alle procure dei magistrati di prima nomina per sopperire i vuoti di organico”.

Speziali (Pdl) "Mafie battute da reale presenza stato"

18 gen 10 “La decisione del Ministro della Giustizia, Angelino Alfano, di aumentare gli organici degli uffici giudiziari della Calabria con l’invio di nuovi magistrati, dimostra, qualora ce ne fosse bisogno, la necessità di rafforzare i “presidi di legalità” e di intervenire laddove le maglie del sistema istituzionale presentano pericolose falle”. È quanto afferma, in una nota, il senatore del Pdl, Vincenzo Speziali. “Soltanto con la presenza reale dello Stato - sostiene Speziali - si riuscirà a sconfiggere quella cultura criminale e del malaffare che purtroppo, ancora oggi, permea la quotidianità della società calabrese. La decisione del Guardasigilli di creare un’ “Agenda Calabria” va nella giusta direzione: interventi concreti e risolutivi capaci di rettificare gli ingranaggi della macchina giudiziaria e con essa l’apparato della pubblica amministrazione. In questo contesto appare opportuno accelerare la messa in funzione della Scuola “Superiore della Magistratura” di Catanzaro, la cui importanza é stata colta dallo stesso ministro Alfano”. “Sarebbe un segnale di supporto e di incoraggiamento per la popolazione - sostiene ancora Speziali - e per quanti ogni giorno profondono sforzi nella lotta alle mafie. Per percorrere la via del traguardo bisogna però addivenire ad una fusione tra particolarismo e dimensione nazionale, prendere coscienza che in fondo le problematiche che angustiano le Regioni meridionali sono le stesse che affliggono tutta l’Italia: giustizia, produttività ed infrastrutture sono tre grandi temi nazionali dai quali il nostro Paese non può prescindere. La speranza è che dalla riunione dei vertici dei distretti giudiziari tenutasi oggi a Reggio possa nascere una nuova fase di partecipazione da parte dello Stato in grado di coinvolgere la parte sana, pulita ed onesta della cittadinanza, ossia i calabresi”.

Tripodi (Pdci) “A Reggio Alfano fa passerella”

18 gen 10 “La Calabria è la vera priorità del Governo Berlusconi? Noi calabresi siamo stufi di sentire sciocchezze ogni volta che si avvicinano le campagne elettorali”. A sostenerlo, in una nota, l’assessore regionale Michelangelo Tripodi, nonché segretario calabrese e responsabile del Dipartimento per il mezzogiorno del PdCI, riferendosi a quanto affermato oggi a Reggio Calabria dal ministro della Giustizia Angelino Alfano. “Passerelle nient’altro che passerelle – commenta Tripodi – a cui il governo Berlusconi e i rappresentanti del centrodestra non rinunciano ogni qual volta si affacciano all’orizzonte nuove elezioni. Ci vuole, infatti, una bella faccia tosta nel dichiarare che la Calabria è una delle priorità del governo centrale targato Pdl-Lega Nord dopo aver maltrattato, scippato e impoverito in tutti i sensi e in ogni settore la nostra regione e in generale il sud con politiche connotate da un antimeridionalismo mai visto nella storia della nostra Repubblica”. “Nessuno dimenticherà mai, ricorda Tripodi, che questo è il governo che ha approvato il federalismo fiscale, che affosserà il Mezzogiorno dividendo l’Italia in regioni ricche da una parte e regioni povere dall’altra”. “Ben venga il potenziamento degli organici di magistratura e forze dell’ordine – prosegue Tripodi – ma al ministro Alfano e a quella sorta di banda di Robin Hood alla rovescia, capeggiata da Silvio Berlusconi, che rubano ai poveri per dare a ricchi, ricordiamo che la lotta alla ‘ndrangheta così come qualsiasi altra forma di criminalità organizzata si combatte con lo sviluppo economico, con la cultura, rendendo dignitosa la vita e la convivenza civile. Tutti concetti e prerogative completamente disattese dal governo nazionale che ha tagliato in Calabria e nel Mezzogiorno migliaia e migliaia di posti di lavoro, basti pensare solo alla sciagurata riforma della scuola che ha lasciato e lascerà a casa un numero impressionante tra insegnanti e personale Ata. Un continuo stillicidio di risorse per azzerare l’economia al Sud a vantaggio delle zone più ricche del centro-nord come sta succedendo in questi giorni con la sciagurata decisione di chiudere lo stabilimento Fiat di Termini Imerese”. “Quanto di disastroso è accaduto e sta continuando ad accadere è sotto gli occhi di tutti – afferma ancora Tripodi – ed è quindi vergognoso che autorevoli rappresentati del governo centrale, come il guardasigilli Alfano, vengano a prendere in giro la popolazione calabrese parlando di priorità e di attenzione nei confronti della nostra regione”. “I calabresi, i cittadini del sud – conclude Tripodi - sono stanchi di essere presi in giro dall’arroganza e dalle falsità dei rappresentanti del centrodestra compresi i tanti meridionali che siedono in Parlamento e che tradiscono con provvedimenti antipopolari i loro stessi concittadini e chi, purtroppo, si è lasciato abbindolare da false promesse e li ha votati. Cosa che non succederà sicuramente alle prossime regionali”.

Il Pd chiamama raccolta il centrosinistra a Lamezia

18 gen 10 Il Segretario regionale del Pd calabrese, Carlo Guccione, ha convocato per martedì 19 gennaio alle ore 17. 30, presso la sede regionale del Pd a Lamezia Terme, la riunione dei rappresentanti dei partiti e dei movimenti che si riconoscono nel centrosinistra. All’incontro sono stati invitati segretari ed i responsabili regionali di: Socialisti, Prc, Pdci, Verdi, Pro Calabria e Patto per il Sud per una valutazione comune sulla nuova fase che si è aperta in Calabria e per la costruzione di una nuova, larga alleanza che si oppongono al Governo delle destre

Scopelliti "Vogliamo governare per 10 anni"

18 gen 10 “Noi non illudiamo nessuno, quello che diremo è ciò che ci impegneremo a fare per il territorio; non siamo di passaggio, vogliamo governare 10 anni e vivere una stagione da protagonisti. Questo territorio ha una vocazione e prospettiva seria nel turismo, ma senza infrastrutture, senza servizi non si va da nessuna parte. Com’è possibile che da 40 anni quest’area aspetta ancora la trasversale per le Serre?”. Lo ha detto Giuseppe Scopelliti, coordinatore regionale del Pdl e candidato alla Presidenza della Regione, a Serra san Bruno, dove ha incontrato amministratori, attivisti e simpatizzanti. Tema dell’appuntamento: “Cambiamo la Calabria per un vibonese più forte”. Numerosi gli argomenti trattati da Scopelliti, dalla sanità alle infrastrutture, dall’export ai finanziamenti comunitari “non più a pioggia ed assistenziali, ma mirati”. “State al nostro fianco - ha concluso Scopelliti - voglio delle comunità dinamiche e partecipi, non chiudetevi, siate da stimolo alla nostra attività”.

Schifino (PD) "Serve unità all'interno del partito"

18 gen 10 "Alla luce delle dure contrapposizioni che si vanno manifestando all'interno del Partito Democratico calabrese, vorrei rivolgermi agli amici ed ai compagni perché facciano del loro meglio perchè prevalga il valore dell'unità e le ragioni comuni di appartenenza al partito, in un momento difficilissimo della sua pur breve storia, senza che si imbocchi la pericolosa strada delle scelte individuali o delle aree di appartenenza". Così Ubaldo Schifino, capo gruppo Pd in Consiglio provinciale a Crotone. "Quanto suddetto -afferma Schifino- farebbe implodere il pd e l'intera coalizione di centro sinistra determinandone la sconfitta certa e la vittoria del centro destra alle imminenti elezioni regionali. Ho l'impressione, sempre più netta, che si stia ripetendo a livello regionale quanto si è già verificato durante le elezioni provinciali di Giugno a Crotone. Allora il pd si è frantumato e si è presentato agli elettori con ben 5 candidati, permettendo al centro destra che al primo turno raggiunse il 29,6%, di vincere al ballottaggio per una manciata di voti, per il forte astensionismo degli elettori che si è attestato alla soglia preoccupante del 60%. L'elettorato crotonese, storicamente di sinistra, si è sentito disorientato e tradito. Oltre che fortemente contrariato dallo spettacolo indecoroso di figure e gruppi che, pur di non far vincere il candidato ufficiale hanno invitato, velatamente a volte, spudoratamente altre, gli elettori di centro sinistra a votare per il centro destra. Parlo ed indico in questo mio je accuse, tutti quegli stessi uomini e donne, leader o fintamente tali, che dopo il voto delle provinciali hanno traslocato o stanno traslocando in altri partiti, tradendo così quell'idea della sinistra morale e valoriale che qui da noi rischia di essere dimenticata per sempre. Ahimè ho sperato, oggi lo dico con amarezza, che quella sconfitta avesse aperto gli occhi di quanti hanno visto e vissuto in prima linea quella fallimentare esperienza del trincerarsi dietro egoismi controproducenti, siano essi nati prima del voto di Giugno sia in corsa, durante il turno di ballottaggio. Mi dico, oggi più di sempre, certo che nessuna ragione individuale, anche se legittima, può essere anteposta a quella collettiva di costruire uno schieramento ampio e vincente del centrosinistra, che vada dall'Udc a tutte le forze alternative al Pdl, preservando l'unità e la sovranità degli organismi dirigenti nazionali e regionali, che devono poter decidere strategie politiche ed alleanze in coerenza con le scelte stabilite nei nostri congressi. Un lavoro chiaro e limpido da consegnare ai nostri elettori, che si aspettano dalla politica senso di responsabilità e tensione verso gli interessi collettivi. Le alleanze poi, insieme all'unità dei gruppi dirigenti, sono essenziali per dare credibilità di governo al nostro programma e forza elettorale ai candidati che impegneremo nella prossima tornata elettorale. Oggi riconquistare il governo regionale è il primo passo da compiere per poter mandare a casa il Pdl a livello nazionale. Anche laddove la intesi politica sia difficile, non devono esistere scorciatoie da imboccare. Occorre la generosità individuale e grande rispetto per il lavoro svolto da ognuno, ma soprattutto dimostrare con i propri comportamenti e scelte che vale ancora la pena lavorare, lottare e credere nel progetto del Pd. Io, nonostante l'egoismo, l'opportunismo, il trasversalismo e il pendolarismo partitico che ho visto, con amarezza, manifestarsi durante le provinciali, credo ancora nel progetto del Pd. Auspico che di quanto accaduto nella ex rossa Crotone si faccia tesoro ed esperienza. Tenendo sempre a mente che per i valori del partito bisogna immolarsi e saper cedere nel momento in cui occorre. Il rischio è quello di consegnare una immagine sbiadita destinata al fallimento. Anche questo considero possa essere il mio contributo, da politico di questa regione e da dirigente regionale del Pd.

Cosentino (Udc) “Loiero scimmiotta Vendola”

18 gen 10 Anche la “periferia dell’impero calabrese” si mobilita, “nauseata dai soliti trucchi del mestiere”, cercando orientare “l’ordine delle cose”. Alfonso Cosentino, candidato cariatese dell’Udc nel collegio di Cosenza, ritiene che “lo scontro che si sta consumando in queste ore all’interno e fuori del Pd è l’esempio lampante di come sia difficile, per molti, abbandonare il terreno tranquillo e scontato su cui, fino ad oggi, sono cresciute, e si sono radicate, vecchie logiche di potere e di spartizione”. Per Cosentino la “posizione di Loiero è figlia non della politica, ma del “loierismo” che condiziona il governo della regione”. Il governatore calabrese “non può scimmiottare la posizione legittima e politicamente corretta del suo collega pugliese, Niki Vendola: i “no” di Loiero sono “no” al Partito democratico ove nello stesso egli ricopre ruoli importanti ma, evidentemente, senza il phatos dell’appartenenza”. In realtà, la candidatura del parlamentare Roberto Occhiuto a presidente della regione “è vista da tutti come un allargamento effettivo di colazione e un rinnovamento di metodi politici ed amministrativi necessari alla Calabria,” giacché la “centralità del progetto e la condivisione dei percorsi rappresentano l’humus sul quale possono ergersi nuove costruzioni o agevolmente dissolversi le resistenze di Loiero e di quanti, in queste ore, sono impegnati a consumare tattiche e giochi di maniera, perdendo di vista la pianificazione prioritaria che è quella di dare alla Calabria un futuro possibile”. Loiero non deve rivendicare alcunché a sostegno di una sua riproposizione: “È tempo di un agire corale ed appassionato, al servizio della Calabria e delle sue migliori energie”. Cosentino appassionato: “L’Udc ha tutte le carte in regola per potere interpretare un tracciato comune che non appartiene solo al mio partito, ma che è patrimonio di quanti vogliono concorrere ad una sfida epocale per cambiarla davvero questa regione. Senza tentennamenti, perché troppi treni sono passati e noi siamo rimasti sulle pensiline: appiedati e lontani dall’Europa che corre”.

Adamo (PD) "Alleanza per impedire ritorno del Pdl"

18 gen 10 “Volersi liberare dal “loierismo” è la sindrome che da tempo agita i sonni dell’on. Domenico Tallini ma non è stata certamente la ragione che ha motivato la forza strategica politica e culturale di un progetto di nuova alleanza di governo che possa impedire il ritorno alla guida della Regione del peggiore centrodestra”. Lo afferma il capogruppo regionale del Pd, Nicola Adamo, che aggiunge: “È chiaro che l’on. Tallini con dichiarazioni mendaci si fa portavoce di quanti vedono sfumare persino la possibilità per il centrodestra di competere alle prossime elezioni regionali. Il progetto di una nuova alleanza riformista è una via obbligata per tenere aperta la speranza per una prospettiva di crescita della Calabria. È la vera rottura e discontinuità con quelle sedimentazioni dei vecchi assetti che di volta in volta hanno impaludato il governo e l’amministrazione regionale. Non vi è dubbio che in questo contesto la minaccia e il ricatto che l’on. Loiero pronuncia verso il centrosinistra, i segretari Bersani e Guccione, l’intero PD danno sponda e credibilità a posizioni come quelle espresse dall’on. Tallini. È ormai singolare ma abbastanza esplicito che ad avversare il progetto per il futuro della Calabria sia la convergenza di due PDL, quello del Partito della Libertà e quello del Partito di Loiero. Penso sia arrivato il momento, allora, che ognuno si assuma le proprie responsabilità al fine di fare chiarezza sulle vicende di questi anni che non possono essere cancellate da maldestre posizioni interessate ed opportunistiche, e sulle scelte che vanno fatte in questa fase. La nuova alleanza di governo - conclude - è a portata di mano; sarebbe grave se ad impedirla fossero proprio quelle forze che vorrebbero bloccare, ancora una volta con gli inciuci e i trasversalismi, l’espressione della Calabria migliore”.

Gentile (PDL) "Nostra proposta impregnata da riformismo sociale"

18 gen 10 ”La nostra proposta politica si impregna del riformismo sociale e punta a dare alla Calabria una risposta complessiva e univoca sui grandi temi della sanità, dei servizi e dell’approccio moderno e innovativo al ruolo della Regione, che non può essere quello di fagocitatore di tutto il mercato economico”. Asostenerlo, in una nota, è il vice coordinatore regionale del Pdl Calabria, senatore Antonio Gentile. “C’é un problema di dialogo con le forze imprenditoriali - sostiene Gentile - che deve essere rispettoso della loro autonomia e deve essere di indirizzo: non è pensabile che il potere politico soffochi le iniziative private, ma è doveroso che progetti terreni di sviluppo all’interno dei quali gli imprenditori possano fare sistema Gentile ricorda come le piccole e medie imprese abbiano ricevuto solo promesse dilatorie da parte del Governo regionale uscente, incapace di essere mediatore nei conflitti sociali e di predisporre misure di attenzione dinanzi alla globalità di una forte crisi”. “Una crisi sistemica - aggiunge Gentile - che va superata grazie alla capacità di essere collegialmente presenti come forze politiche e sociali e anche in questo Scopelliti dimostra di avere tutte le carte in regola per rappresentare veramente una novità”. Umberto De Rose

De Gaetano (Prc) "Il Pdl dimentica gli scippi del Governo alla Calabria"

18 gen 10 “C’è una circostanza interessante nella cascata di dichiarazioni tronfalistiche in cui è impegnato giornalmente il Pdl regionale: siamo finalmente riusciti a sentire la voce del centrodestra calabrese, finora rigorosamente tenuta a riposo anche quando i frangenti avrebbero richiesto una difesa compatta dei diritti della nostra terra. Quelli che oggi, senza averne i titoli, sventolano in lungo e in largo per la regione la patente di salvatori della Patria, non siamo proprio riusciti a sentirli quando il Governo di Silvio Berlusconi sottraeva alla Calabria risorse e posti di lavoro. Erano troppo impegnati a restare sull’attenti”. Lo afferma Nino De Gaetano, segretario regionale di Rifondazione comunista, che aggiunge: “Adesso che la campagna elettorale li ha scongelati, invece, provano a far dimenticare i tanti “regali” elargiti dal governo nazionale alla Calabria, indicando nel centrosinistra calabrese l’origine di ogni male di questa terra. L’operazione ha del comico. Appoggiano il Governo che ha prelevato fondi destinati alla viabilità e allo sviluppo della Calabria e del Sud per trasferirli alle regioni settentrionali; che ha cancellato dalla scuola pubblica 1500 lavoratori nella sola provincia di Reggio Calabria; che rispolvera l’idea delle gabbie salariali ipotizzando che per ragioni “etniche” un preside o un operaio al Sud percepiscano il 30% in meno dei loro omologhi di Vicenza o Bergamo. E loro cosa fanno? Semplice. A Roma votano la Riforma Gelmini e in Calabria scendono in piazza con i precari. A Roma stanno con chi depreda la Calabria e in Calabria si atteggiano a “uomini del destino”. Un’operazione indegna - continua - che la dice lunga sul reale pericolo che il centrodestra rappresenta per la tutela degli interessi dei calabresi. Un pericolo che il centrosinistra è chiamato a scongiurare lavorando alla formazione di un’ampia coalizione, capace di rappresentare una forte alternativa alla nefasta prospettiva di un Governo regionale del Pdl”.

Santoianni (Psdi) “Sosteniamo il centrosinistra”

18 gen 10 Francesco Santoianni Commissario Regionale del Psdi e Responsabile del settore Enti Locali ha precisato riguardo le elezioni regionali " Il PSDI rimane fedele alla sua linea tradizionale e storica collocata in una sinistra moderata e riformista, ieri, con forza e passione abbiamo appoggiato il candidato Presidente del centro-sinistra alla provincia di Cosenza, oggi, il PSDI è pronto ad essere al fianco e a sostegno del Centro- sinistra alla Regione Calabria".

Associazione "Barbato non spaventa Callipo"

18 gen 10 'Callipo non s'e' lasciato intimidire da cose piu' pesanti, figurarsi se lo spaventano le stupidaggini fatte dire all'inconsapevole sig. Franco Barbato da suggeritori il cui destino politico oggi e' in declino irreversibile e senza orizzonte''. A sostenerlo e' ''Io resto in Calabria'', l'associazione fondata dallo stesso Callipo. ''Contavano - e' scritto in una nota - su un carro sul quale avevano puntato ogni loro speranza, ma ora si accorgono che deraglia a vista. Il bello e' che da quel carro, che pure ha premiato la loro 'fedelta'' beneficiandoli anche di recente, si ha l'impressione che stiano scendendo e in tutta fretta''. ''Qualsivoglia progetto di rinnovamento politico - conclude la nota - siamo certi che sapra' fare a meno di certi professionisti della 'chiara fama'''.

Amici Fondazione Craxi: Anniversario Craxi snobbato da PS e PD

18 gen 10 “Le chiare posizioni dei socialisti di Nencini – Incarnato, e del PD sono meramente strumentali nel definirsi socialisti riformisti. Lo testimonia il fatto chiaro e senza nessun dubbio alcuno, l’assenza ad Hammamet di esponenti PD e PS è chiaro contributo sulle posizioni politiche”. Così il coordinatore della associazione amici della Fondazione Craxi di Csoenza, Mimmo Bilotta. “Per la discussa sinistra italiana, -aggiunge- un'altra sconfitta. l'assenza ad Hammamet, per la sua base e per mano del suo maggior rappresentante di rilievo, e' stata un'altra occasione mancata... Bersani ha ceduto al ricatto politico di Antonio di Pietro riportando la sinistra indietro di 17 anni.. La riabilitazione di Craxi cosi’ accelera,va avanti piu’ spedita inesorabilmente. PD Bersani - D'Alema, resta partito giustizialista e antisocialista. Piccolo partito Nencini-Incarnato tenta mestamente di tenere piede in due scarpe rimanendo incollato nel PD nell' alleanza di governo che ha affossato la Calabria , pubblicando le tradizioni del riformismo sui manifesti e sul sito internet. Troppo poco, troppo comodo, compagni socialisti. Gli amici della fondazione dei craxiani veri, invitano ad una seria riflessione e votano PDL”.

Nicolò (Pdl) "Quali i motivi dei ritardi sui fondi Por Calabria?"

18 gen 10 “La vera realtà sullo stato dell’arte inerente l’attuazione del Por Calabria 2000-2006, e cioè il rischio di un totale fallimento, l’ha chiarita un esponente del centrosinistra come l’ex assessore all’Agricoltura Mario Pirillo”. È quanto afferma in una nota il consigliere regionale del Pdl, Alessandro Nicolò. In una interrogazione al Presidente della Giunta regionale, Nicolò ribadisce la “necessità di conoscere i motivi dei ritardi sulla gestione dei Fondi europei, peraltro sanciti dalla recentissima ‘Relazione annuale sull’esercizio finanziario 2008’della Corte dei Conti europea, pubblicata lo scorso 10 novembre. Verifiche, controlli sull’erogazione dei fondi, la scelta dei progetti da finanziare vanno posti in essere celermente poiché il Por 2000/2006 ha un percorso che si riverbera anche sulla Programmazione comunitaria 2007/2013, con immaginabili conseguente nefaste in presenza di incoerenti iniziative di sviluppo. Finora, dalla Giunta regionale e dal Dipartimento preposto non è stata data alcuna comunicazione di chiarimento, né su una mia precedente interrogazione sull’argomento, né, tanto meno, alla nota dell’on. Pirillo”. “Siamo dinanzi - aggiunge - ad un più che ‘legittimo sospettò che ancora una volta la Giunta Loiero non sia riuscita a districarsi efficacemente nella gestione del Por 2000/2006, provocando di conseguenza una perdita secca di ingenti risorse finanziarie comunitarie, con scarse possibilità che vengano in futuro recuperate. Un atteggiamento, questo della Giunta regionale, che comporterà ulteriori conseguenze negative al già debole tessuto produttivo e sociale calabrese su cui riverberano i bagliori di una crisi senza precedenti. Onestà intellettuale vorrebbe che il Presidente Loiero e la sua maggioranza fornissero una spiegazione ufficiale e plausibile in Consiglio regionale su tematiche così importanti, fornendo un quadro chiaro e leggibile su quanto rimane ancora disponibile e certo in termini di finanziamenti del quadro comunitario”. “Peraltro, mentre in Calabria - evidenzia Nicolò - ancora si discute del 2000, nel resto d’Italia d’Europa, sistemi istituzionali ed economici nostri concorrenti si stanno misurando sulle cose da fare da oggi al 2020. L’incapacità politica, dunque, di questo centrosinistra danneggia ulteriormente la Calabria. Da qui, la necessità di un profondo cambiamento e di imprimere una forte inversione di tendenza per recuperare il tempo perduto”.

Dima (Pdl) “Polemiche strumentali del sindaco Aiello sulla ss106”

18 gen 10 Sulle dichiarazioni al vetriolo del sindaco di Crosia, Gerardo Aiello, il quale sul “Quotidiano” aveva avanzato asprissime critiche sullo stato pietoso della statale 106 (5 vittime dall’inizio dell’anno), inchiodando alle proprie responsabilità i governi nazionali di destra e di sinistra succedutosi nel tempo e rei di avere dispensato le “solite promesse mai mantenute”, interviene il deputato al Parlamento del Pdl Giovanni Dima, coriglianese doc e, da ultimo, impegnato in prima persona sulla “madre di tutte le battaglie”. A parere dell’onorevole Dima, la “discussione sull’ammodernamento e la messa in sicurezza della S.S. 106 deve partire da alcuni dati di fatto che non potranno mai essere oggettivamente messi in discussione: Se vogliamo fornire al territorio un’informazione veritiera sullo stato di avanzamento dei lavori della statale ionica, dobbiamo necessariamente partire da quanto fino ad ora è stato fatto e da quanto verrà fatto in futuro: tutto il resto è polemica strumentale e fine a sé stessa che divide il territorio e le sue rappresentanze istituzionali”. Il riferimento è al primo cittadino crosiota, il quale, “in un profluvio di dichiarazioni insensate, ha dimostrato di non conoscere i fatti e, cosa ben più grave, ha tentato di cavalcare le giuste attenzioni che i cittadini riversano sul futuro di questa importante arteria stradale con il logoro ritornello della disattenzione delle istituzioni e dell’inutilità degli interventi parlamentari”. Ecco i fatti per Dima: “Il 23 settembre 2009, l’Anas ha consegnato i lavori per il nuovo ponte sul fiume Trionto (un milione e 800 mila Euro) la cui ultimazione è prevista per il 17 novembre 2010. L’impresa aggiudicataria, la Cisaf di Reggio Calabria, ha predisposto l’area di cantiere, effettuati i carotaggi e le indagini idrogeologiche ed a breve saranno realizzati i pali di fondazione. Quindi, un cantiere aperto ed attualmente in funzione”. Il parlamentare di Berlusconi assicura un diluvio di Euro: “Sugli interventi di messa in sicurezza degli svincoli di Cutro, Le Castella, Crotone, Cirò, Cariati, Mandatoriccio, Mirto Crosia e Rossano, il 30 dicembre 2008 è stata pubblicata la gara d’appalto per il primo stralcio per un importo di 14.800.000,00 Euro, mentre il 30 dicembre 2009 è stata pubblicata la gara d’appalto per il secondo stralcio per un importo di 34.300.000,00 euro. Il terzo stralcio, infine, è già dotato di progettazione definitiva ed avrà un importo di 26.200.000,00 Euro”. L’investimento, per l’aritmetica, è di 77 milioni e 100 mila Euro. Ergo, è il ragionamento di Giovanni Dima,”solo tenendo conto di questi dati possiamo avviare un legittimo e giusto ragionamento sui tempi di realizzazione di questa importante arteria stradale, senza smarrire le difficoltà di realizzazione della stessa e la necessità di reperire su ogni singolo lotto i relativi finanziamenti”. Cercare di comprendere cosa significhi la “necessità di reperire su ogni singolo lotto i relativi finanziamenti” è arduo, ma il parlamentare calabrese del Pdl assicura che la sua interrogazione sull’installazione dei “tutor” andava nella direzione di aumentare la sicurezza, giacché siamo dinanzi a dati che certificano “l’attenzione istituzionale e politica che il governo Berlusconi mostra nei confronti di questo territorio, frutto di atti parlamentari prodotti da rappresentanti calabresi con la consapevolezza e la volontà di lavorare per questo territorio e nel suo esclusivo interesse, senza padroni politici e con grande dignità e senso di appartenenza”. Un consiglio al sindaco Gerardo Aiello: “Dovrebbe mostrare di avere senso di responsabilità istituzionale; di essere più informato ed evitare di gridare alla mobilitazione popolare paventando chissà quali rischi di ordine pubblico”.

Nitto Palma a Vibo, amministratori "prioritaria lotta ai clan"

18 gen 10 In occasione della visita del sottosegretario agli Interni, Nitto Palma, a Vibo, il presidente della Provincia, Francesco De Nisi, si è fatto interprete e portavoce di una pressante istanza diretta al Governo, “affinché consideri l’emergenza criminalità nel Vibonese come una priorità” Aquesto scopo - spiega una nota - , d’intesa con la Prefettura, De Nisi ha consegnato a Palma una lettera sottoscritta anche dai sindaci dei Comuni presenti sul territorio. “L’escalation criminale che ha segnato l’anno appena concluso - si legge - ha fatto registrare nel territorio vibonese uno stillicidio pressoché quotidiano di attentati e intimidazioni di stampo mafioso ai danni di amministratori pubblici, dirigenti e imprenditori, segno di un tentativo sempre più pernicioso e invasivo di condizionare il sistema politico e sociale di questa provincia, che già detiene il ben poco invidiabile record italiano di amministrazioni comunali sciolte per mafia. Una situazione insostenibile che mina le basi stesse della convivenza civile e dello Stato di diritto, frutto di problemi endemici legati al sottosviluppo del Mezzogiorno, ma anche alla perversa deriva culturale di una società che non ha ancora trovato il coraggio e la forza di un rigetto definitivo ed inequivocabile della ‘ndrangheta. Aciò - è ancora scritto - si aggiunga la vicinanza del nostro territorio alla Piana di Gioia Tauro, regno incontrastato dei clan più sanguinari e potenti d’Europa, che finisce inevitabilmente per esprimere una contiguità criminale con le ‘ndrine della provincia vibonese. Un pericoloso sodalizio che si consolida intorno ad enormi interessi economici, che spaziano dal traffico internazionale di stupefacenti al racket, dal riciclo del denaro sporco in grandi attività imprenditoriali allo smaltimento abusivo dei rifiuti”. “Eppure - scrivono i sindaci - nonostante un contesto così compromesso dalla violenza e dall’arroganza della criminalità organizzata, si assiste da alcuni anni ad una forte presa di coscienza da parte della società civile e della politica sana, grazie anche agli enormi sforzi fatti da magistratura e forze dell’ordine, che con mezzi insufficienti sono comunque riusciti a segnare importanti vittorie. Cresce, insomma, la consapevolezza che la mafia si può sconfiggere, ma soltanto se si riesce a opporre a essa un fronte compatto che non le consenta di fare breccia. Per ottenere questo risultato epocale, però, non bastano la volontà e il coraggio di pochi, occorre soprattutto che lo Stato centrale si faccia garante di questo ambizioso e irrinunciabile obiettivo, mettendo a disposizione i mezzi e le risorse per combattere e vincere questa battaglia di libertà. Premessa imprescindibile, dunque, è il potenziamento delle forze dell’ordine e degli uffici giudiziari che operano sul territorio, la creazione di presidi di polizia nelle zone attualmente scoperte e l’avvio di una massiccia campagna a favore della legalità che punti soprattutto alla formazione dei più giovani. La reazione decisa e ferma dello Stato ai recenti fatti di Reggio Calabria, con la mobilitazione diretta dei ministri dell’Interno e della Giustizia, che hanno deciso un immediato rafforzamento degli apparati giudiziari e di pubblica sicurezza, ci conforta sulla volontà del Governo di agire in maniera efficace per contrastare la criminalità organizzata. Alla stregua di quanto fatto per Reggio, dunque, - si legge infine - chiediamo che anche la situazione nella provincia vibonese sia percepita da Palazzo Chigi come una priorità e come tale sia affrontata, senza attendere l’ennesimo attentato o intimidazione prima di intervenire”.

L’Associazione di Callipo a Vibo per la fiaccolata antimafia

18 gen 10 L’associazione “Io resto in Calabria”, fondata dall’imprenditore Pippo Callipo, è stata presente oggi al corteo silenzioso organizzato dall’associazione antimafia “Libera” a Vibo Valentia. Nel condannare la recrudescenza degli atti intimidatori registrati nell’ultimo periodo nel territorio vibonese e calabrese, che hanno toccato il loro apice con la grave intimidazione ai danni della procura generale di Reggio Calabria, l’associazione “Io resto in Calabria” condivide le preoccupazioni più volte espresse da “Libera” Vibo Valentia e si associa volentieri all’odierna iniziativa di sensibilizzazione e denuncia. “Un’opera concreta e meritoria quella svolta da “Libera” - ha dichiarato il presidente dell’associazione Pippo Callipo - così come importante e condivisibile è il documento elaborato dall’organizzazione di don Ciotti, egregiamente rappresentata da don Fiorillo e da don Vattiata, contenente proposte serie ed efficaci che il ministro Maroni, cui il documento verrà inviato, non potrà non tenere nella dovuta considerazione. Oggi è quanto mai necessario ed auspicabile che all’azione di chi si batte quotidianamente e coraggiosamente contro la ‘ndrangheta si associ un’altrettanto decisa e concreta risposta civile dalla parte della società calabrese, che trovi finalmente il coraggio di denunciare intimidazioni, soprusi e violenze e soprattutto non ceda alla logica del compromesso o peggio della connivenza che per troppo tempo ha condannato la nostra regione al sottosviluppo”.

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