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Crisi porto di Gioia, Napoli "Lavoratori in altri scali"Crisi Porto di Gioia, Napoli "Contship sposti lavoratori in altri scali" 23 feb 10 Il deputato Angela Napoli ha presentato un’interpellanza ai ministri delle Infrastrutture e dei trasporti, del Lavoro e delle Politiche sociali per chiedere di non autorizzare la cassa integrazione ordinaria chiesta dalla Contship per circa 400 lavoratori del porto di Gioia Tauro, “ma anzi far mantenere i lavoratori ritenuti in esubero negli altri terminal dove la stessa Contship ha aumentato i flussi di lavoro”. “Il porto di Gioia Tauro - ha sostenuto la parlamentare - sta registrando un preoccupante momento di crisi occupazionale poiché la Mct, dopo anni di successo, avrebbe già chiesto l’applicazione degli ammortizzatori sociali per 400 lavoratori e avrebbe altresì previsto il licenziamento per il personale con contratto a termine. Aquesti si aggiungeranno i lavoratori delle aziende esterne impiegate nel porto. La Mct ha perso lo scorso anno su Gioia Tauro 610 mila teus e tuttavia lo stesso terminalista ha incrementato i flussi di movimentazione a Cagliari con 448 mila teus ed a Tangermed con 578 mila. Appare quindi chiaro che la Mct si sia avvalsa dell’alibi della crisi internazionale per fare altre scelte e posizionare diversamente il traffico, il che non giustifica le sue richieste di licenziamento dei lavoratori, peraltro, anche alla luce del fatto che il terminal di La Spezia, sempre gestito dal gruppo Contship, guadagna movimentazione feeder a dispetto dell’evidente calo dei traffici nel Mediterraneo”. Per Angela Napoli, la richiesta di cassa integrazione “non é assolutamente giustificabile” e la società dovrebbe, invece, “lasciare le aree attrezzate dallo Stato del porto che, pur con il blocco del mercato, pretenderebbe mantenere in concessione monopolistica per i prossimi 30 anni”. Dopo avere definito “immotivata” la proroga della durata in carica del commissario delegato, la Napoli chiede di sapere dai ministri “se non ritengano di imporre alla Contship la restituzione delle corrispondenti proporzionali aree attrezzate dallo Stato nel porto al fine di consentire all’Autorità portuale una seria ed equilibrata azione di marketing; quanti siano i soldi pubblici investiti nel porto dalla sua nascita ad oggi e gli spazi, all’interno dello stesso, utilizzati per la crescita occupazionale; se non ritengano necessario ed urgente considerare la struttura portuale di Gioia Tauro come priorità nazionale e creare quindi un unico tavolo di concertazione tra Governi nazionale e regionale e organizzazioni sindacali; se non ritengano, infine, di dover accelerare l’iter della riforma dei porti nazionali”.
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