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Scalzo "Strangio lasci la guida del PD a Reggio"

 

Scalzo "Strangio lasci la guida del PD a Reggio"

15 apr 10 “Di Giuseppe Strangio so che è stato il capo di gabinetto del Presidente del Consiglio regionale Bova. Non penso che abbia altri titoli politici di tale profilo istituzionale da esprimere giudizi sulle elezioni regionali da poco svolte. Un dirigente che lascia una città come Gioia Tauro senza una presenza reale del Pd né alle primarie, né alle Comunali, penso che non possa rimanere un attimo in più alla guida del partito come segretario provinciale. Dovrebbe solo prendere atto delle critiche che gli vengono mosse da dirigenti provinciali e locali. Punto e basta”. Lo ha detto il neoconsigliere regionale Antonio Scalzo primo degli eletti del Pd in Calabria con oltre undici mila preferenze. “A me, le sue dichiarazioni, - aggiunge - la sua presunzione nel distribuire colpe ad alcuni e nel trovare attenuanti ad altri, quelli che invece dovrebbero essere additati come i veri responsabili del disastro elettorale del centrosinistra, sono apparse grottesche - ha continuato Scalzo - e ritengo che abbiano bisogno di un chiarimento immediato. La sua analisi politica, chiamiamola così, non solo è miope. Sa bene che la sconfitta ha padri noti e che fra questi non può includere Loiero. Perchè Strangio, guardando in casa propria, non pensa ai risultati di Reggio ed all’idillio durato per anni tra Scopelliti ed alcune figure istituzionali del centrosinistra? Si chieda invece cosa sarebbe stato il centrosinistra senza questo sistema di liste. Per quanto mi riguarda - prosegue Scalzo - occorre ricostruire, partendo dal territorio, dai circoli e dalla gente, senza autoreferenzialità. Pochi pennacchi, e più lavoro tra le istituzioni, rappresentando degnamente l’elettorato che ha dato ancora fiducia al nostro progetto politico. Occorre dare opportunità ad una nuova classe dirigente che emerge all’orizzonte, piuttosto che continuare a dare credito a rituali e personaggi ormai scaduti. Di questo, Strangio deve fare una attenta riflessione su come il nostro partito sia stato gestito in provincia di Reggio Calabria”. “Sui passi indietro, fatti o non fatti, sarà utile soffermarsi un pò - ha detto Scalzo - perchè resta ancora incomprensibile la richiesta a Loiero di fare un passo indietro. E perchè mai? Ame non risulta che candidati eletti da più legislature l’abbiano fatto. Mi risulta il contrario: hanno chiesto in cambio della candidatura di Loiero una deroga per le loro posizioni, evidentemente non candidabili. E allora diciamolo pure: se il discorso di Strangio si pone rispetto al legittimo desiderio di altri di candidarsi alla presidenza della Regione, desiderio che va avanti dal 1995 ma è stato bloccato dal partito di appartenenza e dagli iscritti, bisogna ricordare che le primarie a cui altri hanno partecipato, e non soltanto Loiero, hanno dato i risultati che hanno dato e che bisognerebbe, soprattutto in provincia di Reggio, analizzare comune per comune, per verificare quanta sovrapponibilità ci sia tra i risultati delle primarie e il consenso al Pd alle regionali. Il problema è che le aspirazioni personali non possono essere confuse con gli interessi del Pd - ha concluso Scalzo - e che è facile, come fa Strangio, scaricare le proprie responsabilità su altri. Il presidente Loiero di colpe ne avrà pure avute, ma nessuno può pensare di dire io non c’ero. Quel che è stato fatto in questi anni, e non è poco, quando si spegneranno i fuochi elettorali e il vento di destra s’infrangerà sui problemi reali verrà politicamente rivalutato. Ed è da lì, dai risultati concreti della giunta Loiero che il Pd dovrà ripartire. Non dalla auto-giustificazione di Strangio che non è riuscito a costruire un partito nella sua provincia”.

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