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Respinta la legge regionale sulla primarie

 

Il Consiglio dei Ministri respinge la legge regionale sulle primarie

02 ott 09 Il Consiglio dei Ministri di oggi ha impugnato, su proposta del Ministro per i Rapporti con le Regioni, Raffaele Fitto, quattro leggi regionali della Regione Calabria, Regione Friuli Venezia Giulia, Regione Lombardi, Regione Basilicata. Della Regione Calabria è stata impugnata la legge Regionale n.25/2009 recante: ''Norme per lo svolgimento di ''elezioni primarie'' per la selezione di candidati all'elezione di Presidente della Giunta regionale''. Con la legge in esame, la Regione Calabria disciplina lo svolgimento di ''elezioni primarie''. La legge risulta illegittima nella parte in cui introduce una sorta di vincolativita' indiretta delle elezioni primarie per i partiti politici. Infatti, la mancata partecipazione alle primarie e la mancata osservanza dei risultati da parte dei partiti nel presentare le liste alle elezioni regionali (con il Presidente ''eletto'' alle primarie) produce la sanzione della mancata restituzione della cauzione e della esclusione dai rimborsi delle spese sostenute. Tale norma comporta l'imposizione ex lege, di un metodo di formazione delle liste, che vulnera l'autonomia organizzativa interna dei partiti politici, in contrasto con l'autonomia costituzionalmente garantita agli stessi dall'articolo 49 Cost. e viola l'art.51 in materia di elettorato passivo. Altra norma censurabile risulta quella che disciplina le modalita' di voto per l'elettore. Infatti, la scelta effettuata dalla regione sulle operazioni elettorali consente di desumere la scelta dell'elettore in base alla scheda della lista richiesta, pregiudicando il diritto alla liberta' e alla segretezza dell'espressione del voto, cosi' violando, oltre all'articolo 48, comma 2, Cost.. ''La scelta di impugnare la legge della Regione Calabria sulle primarie - ha precisato il Ministro per e' determinata dal fatto che le violazioni riscontrate non garantiscono le liberta' costituzionali poste a fondamento dei diritti politici dei cittadini, seppure nella fase delle elezioni primarie. D'altro canto - prosegue il Ministro Fitto - l'analoga normativa della Regione Toscana, non impugnata dal precedente Governo, non conteneva le norme che oggi si ritengono illegittime''.

Tripodi (PdCI) “Da sempre contro le primarie”. “La decisione del governo che ha impugnato la legge sulle primarie non fa che confermare e dare forza alla posizione contraria assunta dal PdCI nel Consiglio Regionale della Calabria”. Lo afferma il segretario del PdCI regionale, Michelangelo Tripodi. “Avevamo fin dall’inizio denunciato –aggiunge Tripodi- i profili di illegittimità e di incostituzionalità della legge e avevamo espresso sia nella Conferenza dei Capigruppo e sia nel dibattito nel Consiglio Regionale tutte le argomentazioni che portavano ad avere una posizione critica e negativa. Il nostro no al mercato delle primarie era stato chiaro fin dal primo momento, per questo non possiamo che essere soddisfatti per la bocciatura che il Governo ha voluto decretare. Del resto i vizi della legge erano innumerevoli: la mancata segretezza del voto; il rimborso illegittimo ai partiti o alle coalizioni; le spese a carico del bilancio regionale; le sanzioni ai partiti che non avrebbero partecipato od organizzato le primarie; ecc. Adesso, sarebbe auspicabile che tutti coloro i quali hanno voluto compiere questo strappo, alla luce di quanto è avvenuto fossero indotti ad una seria riflessione, specie dopo avere esposto la Regione all’ennesima figuraccia. Ma siamo sicuri che neanche stavolta demorderanno e continueranno ad insistere così come hanno fatto nella scorsa legislatura quando senza pudore per fare i primi dalla classe, senza ovviamente esserlo, hanno fatto bocciare per ben tre volte perfino lo statuto regionale. Ma è davvero troppo chiedere un passo indietro a tutti. La Calabria ha ben altri problemi e ben altre priorità a cui pensare. Se le primarie si vogliono fare questa deve essere solo ed esclusivamente una decisione politica affidata ai partiti e alle coalizioni, come avviene normalmente in tutte le regioni italiane”.

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