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Notizie di Politica

 

Callipo "Complicità tra Governo e Regione sui conti della sanità"

18 nov 09 ''Quello che dicono i tecnici del Ministero dell'Economia circa il bilancio della Regione e' il contrario di ogni rinnovamento politico e amministrativo sbandierato da piu' parti in Calabria''. E' quanto afferma, in una nota, il candidato alla presidenza della Regione Filippo Callipo. Per Callipo quello che sostengono i tecnici ''dimostra anche che vi e' una complicita' del Governo e delle sue articolazioni, altrimenti perche' mai il Ministero dell'Economia, se asserisce che la Calabria, unica tra le Regioni italiane, non ha un bilancio scritto, ma rappresenta l'unico caso di Regione in cui il bilancio e' orale, non interviene risolutamente al fine di impedire lo sfascio definitivo e tutelare i cittadini? Per mettere una pietra sui sospetti circa il debito sanitario, la Kpmg, che ha incassato 2 milioni di euro dalla Regione per ricostruire il debito della sanita' calabrese, dovrebbe avere la bonta' di emettere una comunicazione ufficiale con cui si da' contezza precisa ai calabresi perlomeno dell'ammontare del debito. Perche' sia esso di 2,1 miliardi o molto di piu', come pare, e se l'organizzazione del Dipartimento dell'Assessorato e' inesistente al pari della rete di manager e burocrati virtuosa su cui fare affidamento per il rilancio del settore, discutere di Piano di rientro e' solo un diversivo''. ''Si tratta di prendere atto - prosegue Callipo - che dinanzi a questo sfacelo si rischia la bancarotta, altro che Piano di rientro, complice lo Stato che da tempo avrebbe dovuto commissariare la Regione. Polemizzare persino sul Piano di rientro, significa prendere in giro i calabresi per consentire alla politica che ha causato il disastro, di andare avanti comunque e di proporsi ancora alla guida della Regione. Occorrerebbe un Piano, ma non di rientro dal debito, visto che i numeri sono cosi' eclatanti. Necessita un Piano straordinario dello Stato per soccorrere una Regione che sta chiudendo per bancarotta''.

Greco (Mpa) "Che fine ha fatto cardiochirurgia a Cosenza?"

18 nov 09 ''Che fine ha fatto il reparto di cardiochirurgia che doveva essere istituito a Cosenza?'' E' la domanda che il vicesegretario dell'Mpa, Orlandino Greco, rivolge, in una nota, al direttore generale dell'Azienda ospedaliera di Cosenza, Pasquale Puzzonia. ''Ognuno di noi ricorda bene - afferma Greco - quando, durante la campagna elettorale per le elezioni del 21 giugno, tutti i massimi esponenti politici locali, dopo infinite diatribe, garantivano al popolo di Cosenza e della provincia, in tempi brevissimi, l'istituzione del reparto di Cardiochirurgia presso l'Azienda ospedaliera di Cosenza. Un'unita' d'intenti raggiunta agevolmente tra le diverse forze politiche perche' chiaramente, quando si tratta della salvaguardia della salute dei cittadini, non c'e' ne' schieramento di destra, ne' schieramento di sinistra. Il tema della Cardiochirurgia a Cosenza diventa pertanto, il cavallo di battaglia dei politici locali durante l'intera campagna elettorale''. Greco ricorda che al concorso espletato per la copertura dei posti della struttura ''hanno partecipato oltre 100 cardiochirurghi, tra i quali professionisti molto conosciuti provenienti da tutta Italia e dall'estero. Nel mese di ottobre si e' appreso dal direttore generale Puzzonia che l'istituzione del reparto di Cardiochirurgia era condizionata alla disponibilita' di 20 milioni di euro. Che figuraccia abbiamo fatto con i cento professionisti cardiochirurghi. A me risulta, pero', che alcuni ospedali nei quali, a brevissimo, saranno operativi i reparti di cardiochirurgia dotati di macchinari all'avanguardia e tra i piu' sofisticati esistenti oggi sul mercato, hanno avuto un impegno finanziario alquanto inferiore rispetto a quello indicato da Puzzonia. Nel totale della spesa, inoltre, e' incluso, perche' a carico della societa' venditrice, anche le opere murarie per l'adattamento delle sale operatorie e di altri locali idonei alla ricezione di tali macchinari''. Secondo Greco, ''la cosa piu' grave e' che Puzzonia ha omesso di comunicare che non e' necessario pagare l'importo della spesa in contanti poiche' le societa' venditrici, leaders del settore, richiedono l'estinzione del debito in ben otto anni. Riguardo al modo di recuperare dei fondi non posso io permettermi di dare dei suggerimenti a Puzzonia perche' il manager e' lui. Quello che mi risulta, a cui va dato atto e merito, e' il grande lavoro che sta svolgendo il manager dell'Azienda sanitaria provinciale, Franco Petramala, per censire tutte le strutture sanitarie che rientrano nella rete ospedaliera e valutare con coscienza e professionalita' cio' che puo' essere eliminato, cio' che necessita di maggiori incentivi e adeguamenti alla funzione al fine di recuperare a medio termine diversi milioni di euro da destinare alla riduzione del deficit sanitario della Regione Calabria. Comunque, dopo questa informativa di Puzzonia, e' opportuno sottolineare che tutti quei politici che avevano sposato la causa della Cardiochirurgia a Cosenza ed avevano cavalcato, durante la campagna elettorale, questo tema che stava a cuore al popolo di Cosenza e della provincia, non hanno manifestato alcuna lagnanza. Tutto, insomma, si e' svolto tra il silenzio assoluto delle istituzioni''. ''A questo punto - dice ancora Orlandino Greco - cio' che chiedo al Direttore generale dell'Ao di Cosenza e' come sia possibile bandire un concorso pubblico per l'assunzione di primario e cardiochirurghi per la realizzazione della Cardiochirurgia a Cosenza senza prima chiedersi se sono disponibili le relative coperture finanziarie? In realta', la verita' e' un'altra. Non vi e' alcuna volonta' politica nel portare a compimento tale progetto perche' l'ospedale di Cosenza, priva della Cardiochirurgia, deve essere subalterno non solo agli Ospedali di Catanzaro ma ora anche a quello di Reggio Calabria. Non ci vuole molto per rendersene conto''.

Magarò “La politica privilegi gli interessi generali non quelli personali”

18 nov 09 “Di recente, ricordando la figura di Maurizio Valenzi, il Presidente della Repubblica ha pronunciato parole che meritano un’attenta riflessione”. Lo afferma in una nota il consigliere regionale Salvatore Magarò. “Ha detto Napolitano: “Peraltro, comunque si giunga alla politica, bisogna sapere che essa richiede qualità specifiche, richiede che si abbiano o si acquisiscano qualità specifiche, perché non può vivere di dilettantismi, e perché è - si potrebbe dire con Benedetto Croce - un'arte a sé stante. Quello che tuttavia più conta - ci si schieri liberamente a sinistra o a destra - è il senso della nobiltà della politica, il senso dei limiti ma anche del ruolo alto e insostituibile della politica; quello che conta è la dedizione all'interesse generale, è la moralità della politica”. Il Presidente ha lucidamente colto il punto centrale. Gli schieramenti nell’arco dei partiti vengono dopo e spesso sono subordinati a valutazioni contingenti. Ma al primo posto deve venire la coerenza etica, il senso di responsabilità, l’aver cura dell’interesse collettivo. Privilegiare l’interesse generale rispetto al proprio personale interesse, considerarsi non un principe ma un esecutore della volontà generale, considerare il proprio ruolo politico come attività di servizio, nell’interesse dei più, per rendere la società più giusta, perché il benessere possa raggiungere il maggior numero possibile di persone senza escludere nessuno. Purtroppo la politica, da molto tempo, ha smarrito questa bussola, questo ordine di priorità. Ma è tempo che lo ritrovi, se non vuole perdere ogni credibilità residua nella considerazione generale. E da questo punto di vista contano poco le sigle partitiche: sono i singoli che contano, nel loro operato quotidiano e nella loro coerenza etica. E loro devono essere giudicati, uno ad uno, dalla cittadinanza, sia nel dibattito quotidiano sia, quando è il momento, attraverso il voto.

IDV canddia il padre di Gianluca Congiusta

18 nov 09 Italia dei Valori candiderà alle elezioni regionali in Calabria Mario Congiusta, padre di Gianluca, ucciso dalla ‘ndrangheta a Siderno (Reggio Calabria) nel 2005. Ad annunciarlo, con una nota, è il commissario di Idv della Calabria, Ignazio Messina. “La candidatura di Congiusta - sostiene Messina - non nasce per caso, ma a conclusione di un percorso fatto di tanti sacrifici. Lui è il simbolo del riscatto dall’indifferenza. Nel Paese e, in particolar modo in Calabria, la criminalità è il principale ostacolo allo sviluppo, all’occupazione e alla crescita morale, civile e culturale. Perciò abbiamo bisogno di più mezzi, più uomini, più intelligence e di persone perbene che per vivere nel giusto hanno pagato un prezzo caro, il prezzo del coraggio. Non si faranno passi in avanti se la lotta alla delinquenza e il tema di una giustizia certa ed efficiente non diventeranno il convinto obiettivo e l’impegno comune di tutte le istituzioni interessate e di tutte le forze politiche”. Secondo Messina, “é questa la strada per rafforzare la fiducia dei cittadini e di tante donne e uomini che, rischiando la propria vita, sono in prima linea tutti i giorni. Congiusta, lotterà con noi e noi con lui per il raggiungimento di questi obiettivi”.

Pizzini (Pdl) “Vicenda Afor e Arssa ennesimo fallimento della Giunta Loiero”

18 nov 09 “Nella lunga notte del 30 aprile 2007 il Consiglio Regionale della Calabria ha decretato, con i soli voti della maggioranza di centrosinistra che governa da ormai cinque anni la nostra Regione, attraverso due striminziti articoli, inseriti stranamente nella legge finanziaria, la liquidazione dell’ARSSA e dell’AFOR”. E’ quanto afferma il consigliere del PDL, Antonio Pizzini. “Tale soppressione –prosegue- ha da subito mostrato un carattere di commissariamento politico di due Enti che forse per la loro importanza e per il numero dei dipendenti coinvolti erano stati fino ad allora di difficile soluzione. Unico risultato conseguito è stato quello di ingessare l’operatività dei due Enti e di aggravarne le spese di gestione, poiché in regime di gestione liquidatoria non è consentita alcuna attività programmatoria. La difficoltà vera è quella di far capire ai calabresi, ai dipendenti, alle loro famiglie, perché a distanza di oltre due anni dalla ormai famosa decisione di sciogliere l’ARSSA e l’AFOR nulla di nuovo è successo. Infatti, all’ARSSA gli impianti sportivi continuano ad essere gestiti dagli operatori dell’Agenzia, come anche gli acquedotti rurali e gli impianti irrigui. Invece, i Centri Sperimentali, la Divulgazione e i Servizi sono fermi. Non si sa ancora in attesa di cosa. Eppure, proprio per rilanciare le attività di tali Centri di cui l’ARSSA è proprietaria, circa 230 dipendenti precari dell’ARSSA, in particolare quelli dei Centri Sperimentali, sono diventati lavoratori a tempo indeterminato. Singolarmente, da tale stabilizzazione sono stati esclusi solo i precari della gestione impianti irrigui, che pure vantano rapporti di dipendenza ultraventennali, quelli degli impianti a fune e quelli che operano direttamente nell’ARSSA. Tutto questo sconvolgimento non ha apportato alcun risparmio sulle risorse che vengono assegnate all’ARSSA, anzi ha portato un aggravio di spesa. C’è poi una curiosa “novità“: nell’assestamento di bilancio 2008, la Regione ha destinato più di 400mila euro alla stazione sciistica di Gambarie (RC), affidandone, con Legge Regionale n. 7 del 21 agosto 2006, la gestione all’ARSSA, pur non avendo mai avuto l’Agenzia attività su tale impianto. Eppure, tutte le Regioni d’Italia hanno istituito Enti pubblici anche sotto forma di Agenzie che esplicano compiti di ricerca applicata, sperimentazione in agricoltura e certificazione di qualità dei prodotti: tutte attività che accompagnano lo sviluppo delle aziende agricole del territorio. In Calabria, invece, si è scelto di distruggere l’esistente, per affidare ad una Fondazione privata, la Terina, tali importanti compiti, basando il tutto su ipotetici rapporti consolidati della stessa Terina con l’Università Mediterranea di Reggio Calabria e la facoltà di Veterinaria. Peccato che non sia dato sapere quando si sarebbero consolidati i rapporti, visto che la Fondazione è stata partorita appena nel mese di maggio 2008. Siamo all’assurdo. Una Fondazione di cui non sono ancora note effettive capacità operative e proposte innovative, dovrebbe subentrare ad un Ente, l’ARSSA, la cui storia comunque è già stata scritta anche con la penna di chi ne ha voluto decretare la liquidazione. Adesso pare che la “pratica Terina” sia stata accantonata per favorire un passaggio alle Province di personale, strutture, beni patrimoniali, beni dello stralcio riforma, Centri Sperimentali e quant’altro, per come previsto dall’art. 5 della legge finanziaria regionale del 2007. Tutto sembra aggrovigliarsi ancora di più, sconfessando di fatto il già citato art. 5, articolo inserito impropriamente nella legge finanziaria 2007 (L.R. n.19) e con il quale si decretava la liquidazione dell’ARSSA. L'ultimo atto di questa sceneggiata è la sortita del Presidente della Giunta Regionale, Agazio Loiero, che a distanza di tre anni dalla promulgazione della Legge sulle dismissioni di Arssa ed Afor, si accorge che la legge va applicata e conseguentemente le due Agenzie vanno dismesse. Per questo recentemente ha convocato in tutta fretta i Presidenti delle cinque Province calabresi, al fine di dare concreta attuazione al trasferimento dei dipendenti e delle attività agli Enti destinatari della citata legge. Le informazioni, ora di pubblico dominio, ci confermano che anche questo ulteriore, improvvido ed estemporaneo tentativo di "mollare il pacco" alle Province ha registrato un ennesimo fallimento. Anche in questa occasione, infatti, sono emerse le divergenze e le insormontabili criticità. Il voler distruggere a tutti i costi due degli Enti più importanti della Calabria, che hanno alle spalle oltre mezzo secolo di proficua attività, non è il massimo del buon senso. A Loiero e compagni importa ben poco che migliaia di dipendenti e relative famiglie patiscono da oltre tre anni disagi, preoccupazioni e incertezze. In questo breve ed ultimo scorcio di disastrosa legislatura, al Governatore Loiero chiedo se non sia più opportuno finirla con questa farsa, cambiare registro e portare in aula la questione e discutere le proposte legislative presentate in epoca non sospetta. Iniziative giacenti in Commissione consiliare e miranti a rivedere l'intera problematica del comparto agricolo per ricostruire, con chiarezza, trasparenza e senso di responsabilità, uno strumento che sia veramente utile all'agricoltura calabrese. Mi riferisco, in particolare, di voler discutere la proposta legislativa n. 294, presentata dal sottoscritto e giacente in Commissione consiliare dal 12 maggio 2008, che ha per oggetto la costituzione di una nuova Agenzia, l’ASAR, mirante a rivedere l’intera problematica del comparto agricolo".

Convegno della Regione sulla campagna antincendio boschivo il 19 a Lamezia

18 nov 09 Si svolgerà giovedì 19 novembre, nella sala congressi del Centro agroalimentare di Lamezia Terme, la manifestazione “Regione Calabria. Campagna antincendio boschivo 2009, statistiche e considerazioni”. I lavori – informa una nota dell’ufficio stampa della Giunta regionale - inizieranno alle ore 12 con l'introduzione del Prefetto di Catanzaro, Sandro Callosa. Proseguiranno con le relazioni di: Eugenio Ripepe, coordinatore del servizio AIB (Anti Incendio Boschivo) della Regione Calabria, che presenterà i dati 2009; Vincenzo Caracciolo,comandante regionale del Corpo forestale dello Stato; Guido Parsi, direttore regionale dei Vigili del fuoco, che illustrerà le attività del corpo negli incendi d'interfaccia. Alla manifestazione interverrà il Presidente della Regione Calabria, Agazio Loiero. L’incontro, moderato dal presidente dell'Ordine regionale dei Giornalisti, Giuseppe Soluri, sarà preceduto dalla firma del protocollo d'intesa tra Regione Calabria, Ministero dell'Istruzione Ufficio regionale scolastico della Calabria e Dipartimento nazionale dei vigili del fuoco sulla sicurezza nella scuola. In chiusura è prevista la cerimonia di consegna e di benedizione degli automezzi assegnati ai posti di vigilanza volontaria.

Nicolò (Pdl) “Grave situazione dell’Hospice Via delle stelle”

18 nov 09 “La gravissima situazione in cui versa l’Hospice ‘Via delle Stelle’ è la cartina di tornasole dell’incapacità della Giunta regionale di rimuovere ogni ostacolo amministrativo per restituire dignità e speranza ai pazienti terminali, alle loro famiglie ed al personale tutto dell’unica struttura regionale deputata a somministrare cure palliative”. E’ quanto afferma in una nota il consigliere regionale del Pdl Alessandro Nicolò. “Quanto sta accadendo in questo ore all’Hospice è di una gravità inusitata, emblema dell’immobilismo più deteriore del presidente Loiero e della sua maggioranza che non riescono a fare un passo in direzione della chiarezza dei rapporti con l’Hospice e inviare un messaggio di serenità alle numerose famiglie che gravitano sulla struttura. Dipendenti senza stipendio, fornitori che da mesi attendono le loro legittime spettanze, assistenza domiciliare quasi dimezzata. Il cinico atteggiamento della Giunta regionale e del dipartimento sanità sta facendo agonizzare una struttura che nei mesi si era conquistata stima e fiducia di pazienti, utenti e famiglie per il grande spirito umanitario messo in campo a protezione di drammatiche situazione patologiche che coinvolgono interi nuclei familiari oltrechè i pazienti direttamente interessati. Da Palazzo Alemanni - continua l’onorevole Nicolò - tutto però tace, mentre assistiamo quotidianamente all’ignobile scaricabarile di responsabilità tra Asp e Regione, senza che un solo euro arrivi all’Hospice. Se dovessimo porre su un piano prioritario le esigenze della sanità, cosa si dovrebbe anteporre ad un efficace funzionamento dell’Hospice? Mentre assistiamo al solito balletto delle cifre, alla chiamata a difendere la ‘linea del Piave’ del presidente Loiero, le cose concrete, come i servizi offerti dall’Hospice marciscono per mancanza di sensibilità politica e umana, prima ancora che per mancanza di fondi. Siamo ormai al capolinea di una legislatura segnata dalla pervicacia politico-amministrativa - conclude Alessandro Nicolò – fondata esclusivamente sul puro esercizio del potere. I calabresi capiscono e sapranno scegliere al momento opportuno”.

La Regione approva il Piar della Provincia di Catanzaro

18 nov 09 La Regione ha approvato il Piar (Piani integrati per le aree Rurali) predisposto dall’assessorato provinciale all’agricoltura e che vede la Provincia di Catanzaro capofila. Lo comunica la stessa Provincia. Al Piar - spiega una nota - predisposto lo corso anno al termine di un incontro promosso dall’assessore provinciale all’agricoltura, Nicola Montepaone, aderirono ben dodici comuni: Fossato Serralta; Magisano; Sellia; Soveria Simeri; Caraffa; Sellia Marina; Botricello; Andali; Simeri Crichi; Sorbo san Basile; Belcastro Marcedusa. Con l’approvazione del Piar alla provincia di Catanzaro verranno assegnati per l’attuazione del progetto 2.360.808 euro. Il Piar che riguarda i progetti integrati per le arre rurali rappresentano una specifica modalità di attuazione del Por Calabria 2007-2013. Viva soddisfazione per l’approvazione del Piar è stata espressa dall’assessore Nicola Montepaone: “I progetti integrati - dice - sono strumenti operativi e metodologici attraverso i quali si attua una strategia di sviluppo, capace di coinvolgere intorno ad un’unica idea progettuale un insieme di attori locali che condividano obiettivi e strategie, promuovano lo sviluppo integrato del comparto/territorio e più in generale del contesto locale”. Ecco, perché, aggiunge l’assessore provinciale all’agricoltura il nostro progetto capofila, approvato dalla Regione Calabria, “rappresenta interessi economico-sociali collettivi di realtà produttive agricole e/o di un’area rurale”. . Per Montepaone l’approvazione del Piar “è di estrema importanza per il territorio provinciale, in considerazione del fatto, che quasi tutto il distretto è ad alta densità rurale e quindi la realizzazione o il ripristino delle infrastrutture, quali la viabilità, l’elettrificazione e gli acquedotti rurali ad uso potabile, determineranno il miglioramento della qualità della vita delle popolazioni che insistono nei comuni che fanno parte del progetto approvato”.

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