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Sta per passare il federalismo: fondi da sud a nord

 

Occhiuto: Sta passano il federalismo con la complicità del PD, fondi da sud a nord. Cesare Marini: dubbi di incostituzionalità. Deboli proteste dalla Calabria

18 mar 09 "E' in corso di approvazione alla Camera dei deputati il federalismo fiscale della Lega con la concreta complicità del Partito Democratico". E' quanto afferma, in una nota, il deputato dell'Udc, Roberto Occhiuto, capogruppo del partito in Commissione Finanze e candidato alla Presidenza della Provincia di Cosenza. "Rispetto i parlamentari calabresi del Pd - prosegue Occhiuto - che probabilmente sul provvedimento in questione hanno tentato di rappresentare timidamente una posizione di dissonanza, ma devo nel contempo registrare la loro chiara impossibilità ad ottenere un, seppur minimo, risultato significativo". "L'unica forza politica - afferma Occhiuto - invece, che ha manifestato il coraggio di contrapporsi ad un federalismo che rischia di determinare uno straordinario trasferimento di risorse dal sud al nord è l'Udc. Non ci provino, dunque, i parlamentari calabresi del centro sinistra a smarcarsi dai loro omologhi del Pdl, poiché tutti insieme hanno badato più agli interessi delle rispettive segreterie nazionali che a quelli sacrosanti dei calabresi"

Cesare Marini “Dubbi di incostituzionalità”. "La mancanza di indicazione sul costo del federalismo è di gravità assoluta, da rendere il provvedimento, una volta approvato, di dubbia legittimità costituzionale". A sostenerlo è il deputato del Pd Cesare Marini in merito al federalismo fiscale. "L'esigenza di disegnare una maggiore autonomia delle assemblee elettive locali - prosege - affidata agli articoli 117, 118 e 119 della Costituzione, attraverso la statuizione di tributi ed entrate proprie, ha ispirato il disegno di legge sul federalismo ora all'esame del Parlamento. I contenuti del disegno di legge in esame, però, suscitano perplessità per come vengono affrontati i temi della compartecipazione dell'Irpef, della perequazione dei livelli essenziali delle prestazioni e per la mancata attuazione di una reale autonomia impositiva". "Ho, purtroppo - afferma Marini - non pochi dubbi per le cose non dette: mi riferisco al silenzio su questioni vitali per il futuro del Paese. Avere la pretesa di riformare il sistema delle entrate prevedendo una nuova architettura della distribuzione delle risorse erariali, senza una visione generale dello sviluppo del Paese, è miope ed ha il fiato corto. Avere voluto tacere l'esistenza di una questione meridionale che merita di essere affrontata e risolta nell'interesse generale del Paese, dimostra la debolezza dell'impianto legislativo che si vuole approvare. Perché rifiutare di sottolineare il principio del superamento del dualismo economico quale interesse primario nazionale? Dietro a questo rifiuto si nasconde forse l'idea di un'Italia strutturalmente e definitivamente duale? La mancanza, poi, di indicazione sul costo del federalismo è di gravità assoluta, da rendere il provvedimento, una volta approvato, di dubbia legittimità costituzionale". "E' utile oggi - prosegue Marini - introdurre una riforma di ampia dimensione e dal costo non quantificabile, in un momento caratterizzato da una grave crisi economica e finanziaria drammatica e dagli esiti imprevedibili? Dinanzi all'insufficienza di risorse finanziarie per fronteggiare la recessione e l'aumento del disagio sociale, la via da seguire era una sola: indirizzare tutte le risorse finanziarie esistenti per contrastare la crisi e di certo non per saldare i debiti contratti nella fase di nascita della coalizione di centro-destra". "Mi scuso con il mio gruppo - afferma il deputato - se nel presente dibattito ho un'opinione diversa, che è in sintonia con tanti elettori meridionali, fortemente critici verso l'impianto della legge. Lo schieramento di sinistra ha avuto antenati nobili lungo la strada del rafforzamento delle autonomie locali e, quindi, dell'indebolimento dello stato centralista, quali, solo per citarne alcuni, Sturzo, Salvemini, lo stesso Matteotti, e altri ancora, il pensiero del decentramento, però, era, è bene ricordarlo, funzionale allo sviluppo della società attraverso processi di liberazione delle risorse locali in un disegno generale solidaristico di formazione dello Stato". "Non ho alcuna preconcetta contrarietà ad aumentare i poteri di Comuni, Province e Regioni - conclude Marini - a condizione che si riaffermi il principio dell'interesse generale dello Stato di superamento del dualismo economico del Paese. Non possiamo cancellare la storia del meridionalismo del dopoguerra, che, pur tra non poche ombre, ha avuto il merito di legare lo sviluppo del Paese al superamento del divario nord-sud"

Mozione dei deputati PD calabresi contro squilibri. "Prima del federalismo fiscale, superare gli squilibri fra Nord e Sud del Paese. E' il riconoscimento dell'attualità della questione meridionale". Esprimono piena soddisfazione, in una nota, i parlamentari del Pd Marco Minniti, Cesare Marini, Rosa Villecco Calipari, Mariagrazia Laganà, Franco Laratta, Nicodemo Oliverio, per l'approvazione da parte di tutta l'Aula di una mozione firmata dagli stessi parlamentari calabresi nel corso della discussione sul federalismo fiscale. "L'emendamento dei deputati calabresi del Pd - è scritto nella nota - introduce tra i principi del federalismo fiscale, l'obiettivo del riequilibrio economico tra le regioni avanzate e le aree a ritardo di sviluppo. L'emendamento era stato dapprima bocciato in Commissione, per poi essere approvato nel corso dei lavori dell'aula dopo una nuova riproposizione dei parlamentari del Pd. L'emendamento approvato rappresenta un elemento di grande importanza in quanto riconosce la centralità della 'questione meridionale' che finora è sempre stata ignorata dall'attuale governo". "Il punto - è scritto nel comunicato - non è secondario. Infatti ribadisce in un testo legislativo la visione dello sviluppo del Paese che non può prescindere dal superamento dell'arretratezza delle aree sotto-utilizzate. In sostanza, non vi può essere sviluppo nel Paese se prima non si superano le condizioni di squilibrio fra nord e sud del Paese".

Misiti (Idv) “Soddisfatto dell'area metropolitana dello Stretto”. "Sono pienamente soddisfatto della scelta dell'assemblea dei deputati e senatori di IdV a favore della legge delega sul federalismo e quindi sull'Area metropolitana della città dello Stretto". Lo ha dichiarato il deputato di Italia dei Valori Aurelio Misiti che ha aggiunto: "E' passata la linea giusta della responsabilità e della trasparenza, che vede la legge delega come contenitore di temi relativi al federalismo totale. IdV si batterà in Aula per inserire quei contenuti che realizzino obiettivi di superamento delle differenze tra nord e sud". "In tale quadro - ha evidenziato - va fatto un immediato confronto con la regione Sicilia perché si superino tutti gli ostacoli per istituire la città metropolitana dello Stretto. "Resta il rammarico - conclude Misiti - per l'atteggiamento del Partito Democratico che si asterrà sulla legge e quindi anche sull'Area metropolitana della città dello Stretto"

Nicolò (Pdl) “Grande consenso su Reggio metropoli”. "Il largo consenso politico realizzatosi in Parlamento a sostegno di Reggio città metropolitana è certamente motivo di grande soddisfazione e speranza". E' quanto afferma, in una nota, il consigliere regionale di Forza Italia, Alessandro Nicolò. "La forte disponibilità dimostrata nei confronti della nostra città dal governo e dalla sua maggioranza, insieme alla positiva azione della minoranza - prosegue Nicolò - rappresenta un segnale di comprensione delle ragioni più profonde che inducono la politica nazionale a recuperare il terreno perduto degli impegni verso Reggio, spesso sacrificata e messa da parte da 'giochi' politici non sempre nitidi che, purtroppo, hanno talvolta trovato anche sponda nella sua rappresentanza istituzionale". Per Nicolò "lavorare, finalmente, in concordia e proficuamente per rafforzare ed estendere la trama positiva avviata in Parlamento è un obiettivo cui non possono sottrarsi le forze politiche locali e nazionali. La scommessa è alta: la città metropolitana è un'opportunità di crescita per sviluppare, finalmente, tutte le potenzialità di Reggio e della sua provincia con occhio attento ai temi dell'integrazione dell'Area dello Stretto". "Certamente - prosegue Nicolò - non sarà solo la politica a lavorare per un nuovo volto del nostro territorio. Imprenditori, forze sociali, associazioni professionali saranno chiamati a contribuire ad edificare i nuovi servizi e le nuove prospettive. Un lavoro che impone scelte valoriali di interesse collettivo capaci di sollevare Reggio e la sua gente a nuovi livelli di sviluppo dell'economia e della società"

Amendola “Serve attenzione per il catanzarese”. "E' quanto meno inopportuno, per il futuro della Calabria, che scelte destinate ad incidere in maniera profonda sul suo assetto istituzionale - territoriale non siano state concordate con i più alti organismi regionali di rappresentanza: Consiglio e Giunta regionale". A sostenerlo, in una nota, è il consigliere regionale del Pd, Franco Amendola. "L'approvazione - prosegue Amendola - nelle specifiche commissioni parlamentari, infatti, dell'emendamento che inserisce tra le città metropolitane italiane anche quella dello Stretto rischia di entrare in forte contrasto con la programmazione regionale e con lo stesso piano strategico. In una terra difficile e delicata come la nostra tale provvedimento, a questo punto, impone decisioni istituzionali che comportino maggiore attenzione verso l'area centrale della Calabria che annovera tutte le caratteristiche per rappresentare il volano per lo sviluppo più complessivo regionale". "Già in fase di discussione dello Statuto regionale - sostiene il consigliere regionale - ho avuto modo di evidenziare come fosse inopportuno sancire, già in quel documento, l'istituzione della città metropolitana dello Stretto. Non lo feci allora, né tanto meno in questa fase, per ragioni di campanile, ma nella stessa forte convinzione odierna che scelte di tale portata rappresentano l'apice di una programmazione strategica complessiva basata su un serio approfondimento scientifico e sull'uso equilibrato e virtuoso di risorse finanziarie e progetti di sviluppo". Per Amendola "con una discussione affrettata sulle modifiche allo Statuto regionale, o magari attraverso scorciatoie parlamentari, non si persegue il bene dell'intera Calabria. L'emendamento comunque è passato, e nonostante l'iter sia ancora molto tortuoso, bisogna tenerne conto. Allo stesso modo, però, l'esecutivo Loiero dovrà vedere di ragionare assieme al Consiglio regionale su quali provvedimenti adottare per l'area centrale della Calabria"..

 

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