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Dibattito sul debito della sanità

 

Dibattito sul debito sanitario, Cicchitto (Pdl) “Nessuna invasione di campo di Berlusconi”. Bruno (PD) “Verrà commissariata anche la Lombardia?”

28 mag 09 "Da parte di Berlusconi non c'é stata nessuna invasione di campo". Lo ha detto il capogruppo del Pdl alla Camera Fabrizio Cicchitto circa l' annuncio del presidente del consiglio Berlusconi sull'imminente commissariamento della sanità calabrese. "C'é - ha aggiunto - un fallimento della giunta regionale calabrese nel settore della sanità. Non dimentichiamo che la sanità in Calabria è segnata anche dall' assassinio di Francesco Fortugno".

Bruno (Pd) “Verrà commissariata la regione Lombardia?”. "Dopo lo scandalo del più grande ospedale italiano, il Niguarda di Milano, vogliamo essere rassicurati sull'imparzialità istituzionale del Governo Berlusconi". E' quanto afferma, in una nota, il senatore del Pd, Franco Bruno che annuncia un'interrogazione sulla vicenda. "Appalti irregolari, nomine illegittime, consulenze elevate in maniera anormale, grave danno patrimoniale alla pubblica amministrazione - prosegue Bruno - oltre cento violazioni contestate. Se risulterà vero quanto denunciato dagli uomini del Ministero delle finanze, la domanda al Ministro Sacconi, sempre solerte quando si tratta dei territori del Mezzogiorno, sorge spontanea: la Lombardia di Formigoni verrà inserita a pieno titolo nel novero delle Regioni canaglia?". "Sarà ipotizzata - sostiene ancora Bruno - una qualche procedura di commissariamento per la sanità della Regione Lombardia? Stiamo parlando di una struttura da 1.285 posti letto e 56.000 ricoveri l'anno,di appalti miliardari,di coinvolgimento in compensi sospetti delle maggiori holding che fanno capo non a una Regione del Sud ma alla prediletta Lombardia. Di sicuro quel che non vorremmo mai scoprire è l'introduzione di fatto, nella nostra vita istituzionale, di una sorta di 'federalismo morale' che consenta di trattare con differente rigore e differenti comportamenti le varie Regioni italiane assumendo comportamenti forti, duri e rigidi con i territori più deboli e maggiore arrendevolezza verso quelli più affini politicamente"

Tallini “Tutto continua come prima”. "Mentre abbiamo ancora davanti a noi la vergogna costituita dalla rappresentazione della sanità calabrese nel servizio su 'Report', tutto continua come prima e peggio di prima senza che intervenga un segno sia pur minimo diretto ad eliminare la cause del catastrofico stato esistente specie sotto il profilo finanziario". Lo afferma in una nota il consigliere regionale Domenico Tallini. "In tali condizioni - aggiunge - la prospettiva del commissariamento (che appare ormai inevitabile) origina una preoccupazione ulteriore: per prassi, dopo lo scioglimento dell'amministrazione sanitaria ordinaria, viene nominato come commissario il Presidente della Regione, ma ciò per la Calabria sarebbe veramente devastante non potendosi affidare la gestione straordinaria a chi impersona la causa del dissesto si è dimostrato (pur avendo assunto in proprio la carica di assessore alla sanità) incapace di risolvere anche i problemi più urgenti. Basterà pensare al fatto che se è vero che alla base del dissesto vi sono i 'buchi' finanziari prodotti dalle singole unità sanitarie ed ospedaliere è anche vero che i dirigenti generali che hanno causato i buchi medesimi sono sempre gli stessi, rimasti al loro posto anche dopo accertati disastri, oppure ruotati per coprire incarichi diversi ma di identico contenuto (per come è stato evidenziato anche con riferimento ad alcuni "personaggi" menzionati in Report)". "Così pure si è indubitabile - prosegue Tallini - che niente è stato fatto dall'Amministrazione in carica quanto alla inagibilità di 36 presidi ospedalieri su 39, è inconcepibile che allo stesso Presidente che ha dato tali prove sia affidato la medesima gestione come commissario. E vi è poi l'esempio emblematico del presidio ospedaliero Pugliese-Ciaccio di Catanzaro al quale il Presidente ha destinato un suo uomo di fiducia (anche elettoralistica), ma che, però, è incompatibile in forza della legge che espressamente sancisce la incompatibilità stessa per il Direttore Generale che sia dipendete della Azienda che è chiamato ad amministrare. Il dott. Ciconte è dirigente dello stesso Presidio Ospedaliero di cui è amministratore, la detta incompatibilità è stata ripetutamente denunciata, è stata dichiarata da un espresso parere della Presidenza del Consiglio dei Ministri, è stata oggetto di interrogazione regionale ed anche parlamentare (essendosi altresì rilevato che è irrilevante lo stato di aspettativa artificiosamente creato). Ma lo stesso dott. Ciconte continua a restare al suo posto ed imperversa conferendo incarichi e zittendo con proposizioni inqualificabili gli oppositori. E vi è ancora di più, il Bilancio aziendale presentato dal dr Ciconte presenta un deficit mostruoso e da ciò discende la decadenza automatica del direttore generale che é prevista appunto allorquando venga realizzato un disavanzo di gestione". Tallini ha evidenziato inoltre che "tale decadenza automatica è comminata da una pluralità di fonti normative concordanti come la norma contenuta nell' Intesa Stato Regioni 23.3.2005, nel patto per la salute, nella legge regionale 11/2005 (la prima legge regionale della nuova amministrazione regionale) ed è specificamente ribadita in ogni contratto sottoscritto con i Direttori generali, ma incredibilmente il dott. Ciconte mantiene la carica ed il Presidente-Assessore ha omesso di dichiarare la detta "decadenza automatica" che, in quanto atto dovuto, non poteva essere né omesso né indebitamente ritardato. A fronte di tale constata omissione di atto di ufficio, si vorrebbe forse ora che lo stesso Presidente continui portando, come commissario, ad ulteriore conseguenza la omissione già realizzata? Sotto ogni aspetto la situazione è pertanto insostenibile ed abbisogna di un radicale cambiamento anche perché, in ultima analisi, il fenomeno dell'affiorare dell'enorme deficit finanziario non può essere altro che il frutto dei bilanci precedenti non veritieri. Se infatti solo ora si cominciano a rilevare i deficit e se per il 2007 tale affiorare è dei giorni passati, ciò vuol dire necessariamente che i precedenti bilanci non erano fedeli poiché se fossero stati veritieri e coerenti alla realtà le poste di deficit di anni precedenti sarebbero stati evidenziati dai bilanci medesimi. Questo va qualificato come sintomo di falso in bilancio? Non sta a me dirlo, ma tutti noi abbiamo il diritto ad una risposta (da parte di un organo terzo ed obbiettivo) e ad un giudizio chiaro e serio come è seria (ed addirittura tragica) la vicenda che travolge la Sanità Calabrese". "Intervistato - ha concluso - in Report il Presidente Loiero ha espressamene affermato che sulla questione della Sanità Calabrese giocava tutta la sua personalità politica restando pronto a trarre le conseguenze di un fallimento anche in termini di dimissioni. Ora il fallimento è dimostrato. Il presidente presterà fede al suo proposito per come dichiarato pubblicamente?"

Tripodi “Decisione commissariamento becera propaganda”. "Mai come ora è necessario contrapporre un fronte unico ad un Governo, quello del premier Silvio Berlusconi, che vuole separare il Sud e in particolare la Calabria dal resto del paese, annunciando persino come becera propaganda elettorale il commissariamento della sanità calabrese". Lo afferma, in una nota, il segretario regionale del Pdci, Michelangelo Tripodi, candidato alle europee nella lista che vede di nuovo riuniti Comunisti Italiani e Rifondazione Comunista. "Non se ne può più - spiega Tripodi - di fronte ad una crisi economica così devastante. Berlusconi e il centrodestra non fanno altro che mortificare il Mezzogiorno, scippando fondi e risorse e finanziando un'opera assolutamente inutile, ammesso che mai si faccia, come il Ponte sullo Stretto di Messina. La situazione è quindi davvero seria, perché quella che è al governo non è solo una classe dirigente di destra ai limiti del tentativo autoritario, ma è anche una classe dirigente del tutto inadeguata a fronteggiare la crisi". "Una classe politica quella di centrodestra - aggiunge il segretario del Pdci - acerrima nemica delle fasce deboli della popolazione e del cosiddetto ceto medio, sempre più povero e che ormai non riesce più ad arrivare alla fine del mese. Nemica dei tanti precari, di chi il lavoro proprio non ce l'ha, delle tante famiglie che non riescono più a mettere insieme il pranzo con la cena. Per questo mai come ora bisogna costruire un processo di unità della sinistra per ribadire che i comunisti in Italia non scompaiono, non vengono cancellati, che al contrario è sempre più necessaria la loro presenza a garanzia dei diritti, della libertà, affinché l'impegno per l'uguaglianza, per la solidarietà, per la giustizia sociale, abbiano un punto di riferimento". Tripodi si sofferma anche sui risultati sin qui ottenuti in Calabria in merito alla raccolta di firme che vede impegnato in tutte le regioni il Pdci su cinque proposte di legge: dalla difesa della scuola pubblica a quella del salario, dalla lotta alla precarietà a quella del conflitto di interessi e del diritto alla casa. "Non c'é dubbio che abbiamo già ottenuto un ottimo risultato - ha dettp il segretario regionale del Pdci - la risposta dei cittadini calabresi è andata ben oltre le più rosee previsioni e premia il lavoro di tanti giovani, di tanti compagni, di tante ragazze e donne che in questi mesi sono scesi in piazza e tra la gente. Proseguiremo nella raccolta in tutta la regione e sono sicuro che raggiungeremo presto le 10.000 firme che è l'obiettivo che ci siamo posti e che riteniamo alla portata della nostra organizzazione e del nostro impegno capillare sul territorio". Tripodi, nella nota, ribadisce il no forte al Ponte sullo Stretto di Messina. "E' davvero incredibile - sottolinea - è una vergogna pensare che mentre il governo Berlusconi ha dato solo 50 milioni di euro per affrontare il dissesto idrogeologico causato dal maltempo in Calabria, una vera e propria elemosina, si stanzi un miliardo e 300 milioni di euro per fare un'opera di regime, inutile, dannosa, devastante per l'ambiente. Sarebbe stato meglio stanziare questi soldi per la messa in sicurezza del territorio, per le strade, per migliorare la condizione complessiva del sistema viario e infrastrutturale della nostra regione ridotto attualmente ad un colabrodo. Un sistema che non garantisce ai calabresi l'inviolabile diritto alla mobilità come dovrebbe avvenire in tutte le regioni italiane normali. Noi, invece, siamo una regione in cui questo fondamentale diritto è sospeso perché il governo di centrodestra non fa nulla per garantirlo, se non continuando a scippare fondi e risorse alla Calabria e al resto del Mezzogiorno per catapultarle verso il centro-nord del paese o per un ponte che non giova a nessuno se non come ennesimo spot elettorale per Berlusconi. E il tutto avviene sotto il colpevole silenzio dei parlamentari e degli amministratori calabresi del centrodestra e di un Pd asservito, incapace di fare alcuna opposizione costruttiva"

 

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