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Loiero sbotta "Non c'entro con lo schifo emerso da Why Not"
Inchiesta Why Not, Loiero sbotta “non c’entro niente con quello schifo”. In attuazione la legge per la ricollocazione degli ex 02 lug 09 "Ancora una volta non si capisce come per me possa essere richiesto il rinvio a giudizio per una legge approvata dal Consiglio regionale completamente diversa da quella per ben due volte licenziata dalla giunta". Lo afferma il presidente della Regione Calabria, Agazio Loiero, in merito alla richiesta di rinvio a giudizio fatta nei suoi confronti dalla Procura generale di Catanzaro per l'inchiesta Why not. "Ho già detto, al momento in cui sono stato coinvolto, anzi trascinato proditoriamente in questa storia - aggiunge Loiero - che questo schifo che emerge dall'inchiesta cosiddetta Why Not, non ha niente a che vedere con la mia visione della vita e della politica. Ritenevo, con la logica dei fatti, di avere ampiamente dimostrato ai procuratori che mi hanno sentito la mia estraneità totale alla vicenda che mi viene contestata e che per l'ennesima volta viene ricicciata e riproposta sui giornali". "Anzi - dice ancora Loiero - lo ripeto per il rispetto che debbo ai calabresi, sono uscito dall'interrogatorio che io stesso avevo sollecitato senza neppure leggere le carte dell'inchiesta in quanto non ne avevo bisogno, con la convinzione nettissima, condivisa dai miei difensori, che la Procura non poteva che chiedere subito il mio proscioglimento, visto che il teorema di partenza era indimostrabile perché privo di elementi reali. Con la firma del procuratore generale rientrato a Catanzaro il giorno prima dopo una lunga assenza, invece, è avvenuto il contrario". "Noto - afferma Loiero - che la formulazione delle accuse nei miei confronti è stata rimodulata e riverniciata nel tentativo di dare spessore a una storia inesistente. In questi anni sono stato un bersaglio, ho dovuto sopportare per mesi e mesi il martellamento di notizie che davano conto delle tesi accusatorie. Ricordo che quando si è pronunciato un giudice terzo sono stato prosciolto da ogni accusa. Il proscioglimento disposto dal Gup, su richiesta dello stesso pm d'udienza, nella vicenda degli appalti in sanità, è una dimostrazione plastica di quanto affermo. Non dubito che anche questa volta il mio nome ne uscirà immacolato". In attuazione la legge per ricollocare gli ex WhyNot. Alla presenza degli assessori al Lavoro e dei Lavori pubblici, rispettivamente Mario Maiolo e Luigi Incarnato, la Conferenza dei capigruppo, convocata dal presidente Giuseppe Bova su esplicita richiesta del capogruppo di An Alberto Sarra, ha preso atto dello stato di attuazione della legge '28' (realizzazione dei progetti di politica attiva del lavoro per la ricollocazione degli ex Why Not), riconoscendo ai due esponenti dell'Esecutivo regionale "capacità, impegno e grande attenzione". La Conferenza dei capigruppo ha sollecitato la Giunta regionale "ad accelerare i tempi, per consentire a tutti i lavoratori di essere impegnati nei progetti". Inoltre, ha accolto la richiesta di alcuni capigruppo (tra cui Adamo e Chiappetta), sintetizzata dal presidente Bova, "di impegnare la Giunta regionale a predisporre proposte organiche, sia legislative che gestionali, per l'organizzazione strutturale di servizi (sorveglianza idraulica, gestione del territorio) in grado di fornire risposte durature alle esigenze occupazionali"
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