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Dir.resp. Pippo Gatto |
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Piano casa: scaduti i termini per le Regioni
Piano casa, scadono i termini, regioni al lavoro per approvare la legge 01 lug 09 Scadono oggi i 90 giorni che avevano a disposizione le Regioni per varare leggi sull'edilizia abitativa, sulla base dell'accordo tra governo e regioni sottoscritto il 1 aprile. Leggi sull'edilizia, impropriamente definiti piano-casa, che prevedessero la possibilità di aumentare le cubature degli immobili anche in deroga alle norme in vigore. L'accordo prevedeva per il governo l'approvazione di un decreto legge per semplificare le procedure, decreto però finora non varato. Le Regioni intanto stanno procedendo: l'ultima in ordine di tempo è stato il Veneto, che proprio oggi ha approvato definitivamente la legge. Ieri sera era stata l'Emilia Romagna a dotarsi delle nuove norme, mentre la prima ad aver approvato la legge sul piano-casa è stata la Toscana, già lo scorso 5 maggio. In tutte le altre Regioni stanno per approvare leggi che consentono ristrutturazioni e lavori straordinari nelle case e negli stabilimenti. Non è stato invece ancora varato dal governo il decreto legge sul piano casa, che avrebbe dovuto semplificare le procedure amministrative. La ricerca di un testo condiviso con le Regioni, che hanno la competenza in materia, si è infatti rivelata più impervia del previsto. Il Governo aveva presentato alle regioni un testo, composto da 8 articoli, che prevedeva novità come il divieto di realizzare ampliamenti e ristrutturazioni in mancanza della certificazione di un professionista abilitato sul rispetto delle norme antisismiche. Il pressing delle Regioni si è fatto sentire con una serie corposa di richieste di emendamenti da apportare allo schema del decreto legge. Tra le più importanti: vincoli più stringenti in tema di norme antisismiche, l'assunzione di circa 200 tra ingegneri e architetti per la tutela dei beni paesaggistici; ma anche un programma di interventi, estesi nel tempo, avviato dal Ministero delle Infrastrutture, d'intesa con la Conferenza Unificata, per l'adeguamento strutturale degli edifici pubblici di carattere 'strategico' e soprattutto interventi di adeguamento antisismico per gli edifici privati collocati in zone a rischio, fissando una detrazione di imposta intorno al 55% delle spese documentate. Lo stesso presidente delle Regioni, Vasco Errani, aveva affermato che "dalle Regioni nessun blocco e nessun 'no', ma solo l' invito a cogliere l'occasione per un piano di adeguamento degli edifici pubblici alle norme antisismiche, partendo dalle zone ad alto rischio". Positiva iniziativa di Incarnato. "Era ora che l'assessore Incarnato prendesse iniziativa per il Piano casa regionale". Lo afferma, in una nota, il segretario nazionale del Patto per il Sud per le riforme, Tonino Perrelli. "La Lega - prosegue - ritiene il Sud non meritevole di sviluppo neppure per un problema indiscutibile come il Piano Casa e così ancora una volta i calabresi sono delusi e amareggiati perché tra le varie Regioni si capisce come per volontà della Lega il piano per la Calabria non è stato neppure considerato". "Alla seduta della Giunta regionale di ieri - aggiunge - avremmo preferito che l'intero esecutivo prendesse posizione contro la Lega che ancora una volta denota una mentalità piccina ed interessata per cui il disagio delle popolazioni calabresi non è stato preso in considerazione. Fino a quanto si può sopportare tale atteggiamento che vede ancora una volta la Calabria discriminata?". "Si rende necessario - scrive Perrelli - che l'assessore regionale faccia sentire la voce dei calabresi che non possono sopportare promesse berlusconiane, ma vogliono far vincere i fatti e i valori. Per cui nei giorni 11 e 12 luglio 2009 sarà promossa una raccolta di firme perché si possa dare subito evoluzione al Piano casa" Chiappetta (Pepl) “Dannosa valutazione della Calabria”. "Il protocollo tra Governo ed Enti locali, sottoscritto il 2 aprile scorso e riferito alla concretizzazione di un Piano casa nazionale, rappresentava il punto di partenza di un percorso che avrebbe dovuto concludersi entro il 30 giugno". Lo afferma, in una nota, il capogruppo in Consiglio regionale dei Popolari europei per le Libertà, Gianpaolo Chiappetta. "Pur con tutti i distinguo del caso - aggiunge - pochi per la verità, il provvedimento adottato dal governo ha registrato un generale plauso per essere stato individuato, nei fatti, come un valido strumento di stimolo relativamente ad un settore, l'edilizia, che viene unanimemente ritenuto centrale per la capacità di generare ripresa economica". "La concretizzazione di questa scelta di valenza generale - prosegue Chiappetta - dipende però, in larga misura, dalla volontà e dalla capacità delle autonomie regionali di darle attuazione rientrando la materia tra quelle oggetto di legislazione concorrente. Da questo punto di vista, come al solito, la Calabria si segnala per una singolare e dannosa valutazione; la giunta regionale ha ritenuto infatti, e diversamente dagli altri, di assumere una posizione pregiudizialmente ed incomprensibilmente ostile con il presidente Loiero che, sin dall'inizio, non ha perso tempo nel manifestare la propria contrarietà". "E mentre le altre regioni - afferma - si affrettano nel dare attuazione ad un piano nazionale che tra il 2009 ed il 2012 é in grado di generare un indotto di circa 60 miliardi di euro ed una crescita del settore edilizia pari al 30%, la nostra Giunta regionale non intende cogliere questa opportunità ritenendo gli investimenti previsti potenzialmente devastanti in termini di impatto sul territorio. Questo presunto impatto devastante, spauracchio moderno di una politica che nei decenni passati ha effettivamente determinato disastri urbanistici ed ambientali, è solo ed unicamente la foglia di fico dietro la quale si nasconde la necessità del presidente Loiero di cedere al ricatto della sinistra antagonista e di un ambientalismo di maniera". "A nulla vale infatti osservare - dichiara Chiappetta - che il contesto calabrese rappresenta un unicum e che in Calabria dare sfogo all'edilizia potrebbe causare ulteriori danni paesaggistici e ambientali; basta semplicemente sottolineare le scelte già compiute da altre regioni dove, con consapevolezza amministrativa, queste situazioni sono state affrontate con la previsione di rigidi limiti in merito ai luoghi, alle cubature, agli edifici, ai contesti urbanistici. Il problema vero riguarda semmai il coraggio di fare una scelta a beneficio delle imprese e dei cittadini e dimostrare finalmente la capacità di far osservare questi limiti. La verità è che le elezioni sono ormai alle porte ed il presidente della giunta regionale ne è preoccupato sino al punto che invece di dare attuazione, come le altre regioni, al 'Piano casa nazionale' preferisce attardarsi nell'elaborazione di un 'piano in difesa di Palazzo Alemanni', una strategia nella quale evidentemente, e nella sua personalissima logica di auto preservazione del ruolo, assumono importanza centrale quei partiti e quegli esponenti politici che hanno fatto del 'noo ad ogni cosa l'unica ragione di impegno". "E veramente a nulla - aggiunge - vale l'ormai stereotipata liturgia degli incontri, delle convocazioni, di un apparente coinvolgimento ed ascolto del partneriato sociale. Si convoca un tavolo, quello di ieri con i sindacati, e già si annuncia un ulteriore raduno allargato, incontri il cui malcelato obiettivo riguarda solo ed unicamente l'intenzione di soffocare, in un torrente di parole, il vuoto amministrativo. E per farlo si sventolano, ed in alcuni casi si brandiscono, milioni e milioni di euro, cifre impressionanti che però, da quattro anni, rimangono solo annotate nei comunicati stampa che, puntualmente, seguono agli incontri e mai precedono risultati concreti". "Ora la questione è molto semplice - conclude Chiappetta - c'é un piano casa nazionale utilizzato al volo dalla quasi totalità delle Regioni ed in Calabria invece non si va al di là di ragionamenti sui massimi sistemi" La situazione regione per regione delle leggi sul cosiddetto "piano casa".
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