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Governo delegittima Regioni, è nuova spaccatura

 

Decreto anti crisi del governo delegittima regioni, Cersosimo “La Regione impugnerà tutte le norme incostituzionali”

29 lug 09 "Quel che c'é nel decreto anti-crisi tende a delegittimare le competenze delle Regioni. Cominceremo a impugnare tutti i provvedimenti con elementi di incostituzionalità ". Lo ha detto il vice presidente della giunta regionale della Calabria, Domenico Cersosimo, dopo la Conferenza delle Regioni. Al di là delle questioni formali, Cersosimo si è detto preoccupato per "sanità, scuola, fondi Fas, che incidono sulla vita delle persone e su cui è a rischio la tenuta sociale". In particolare sulla Sanità, "temo che si punti a mettere in discussione il sistema sanitario, per ricentralizzare la sanità ", ha detto. Forti perplessità anche sul piano-Sud: "Un piano fantasmagorico - ha detto -. Ma non è il piano che manca, sono i fondi che sono bloccati e non ci autorizzano a utilizzarli. I Fas nazionali sono scomparsi, sono rimasti solo i Par regionali: non vorrei che li si volesse usare per fare politiche settoriali, anziché di territorio. E per far questo si continua a dire che il Sud non spende i fondi e fa interventi polverizzati"

E’ scontro, sempre più lontani da Governo. "Totale adesione della Calabria alla dura risposta di tutte le Regioni italiane per l'arroganza e l'impreparazione del Governo Berlusconi ad affrontare i principali nodi della crisi economica e sociale che investe il paese". E' quanto si afferma in un comunicato dell'Ufficio stampa della Giunta regionale. "Con il decreto anticrisi - ha sostenuto il vicepresidente Domenico Cersosimo - la situazione sta precipitando e alcuni ministri tentano lo scaricabarile delle responsabilità, per questo oggi abbiamo detto basta alla politica di impoverimento delle istituzioni locali e al tentativo di strumentalizzare contro di noi lo scontento dei cittadini. Se il Governo continuerà su questa strada arriveremo presto al punto di non ritorno dello scontro istituzionale e non su problemi formali di competenza, ma su questioni ben più gravi per la vita quotidiana di tutti noi, che riguardano il funzionamento di scuola, sanità, attività produttive e sviluppo economico". Per Cersosimo "il Mezzogiorno paga già costi salatissimi ad una crisi sociale sempre più preoccupante. Il Governo, invece di trovare assieme alle Regioni le soluzioni per le emergenze, pensa di dividerci. Ad oltre un mese dalla richiesta di chiarimento con il presidente Berlusconi tutte le Regioni continuano a sollecitare il confronto e si oppongono ai provvedimenti portati in Parlamento. Siamo allo scollamento totale e non trovando risposta alle nostre richieste l'unica scelta che abbiamo è il ricorso alla Corte Costituzionale". "Il vicepresidente della Regione - è detto nella nota - durante la Conferenza delle Regioni, ha fatto presente i temi irrinunciabili per la Regione: scuola, sanità, investimenti economici.'Sulla scuola - ha detto - è intervenuta la sentenza della Consulta che ha bocciato i criteri di riorganizzazione, della rete scolastica e dei plessi, voluti dal ministro Mariastella Gelmini ed a meno di due mesi dall'apertura dell'anno scolastico 2009-2010 il Governo non prevede una nuova procedura. Sarà il caos per alunni, famiglie ed insegnati che non avranno certezza per sedi e classi. In Calabria, in particolare, avremo un taglio di 2.600 insegnanti e 700 amministrativi, con una chiara impossibilità di dare efficienti risposté". "Il 2010 sarà anche a crescita zero sia per il Fondo Sanitario Nazionale - ha aggiunto Cersosimo - che per quello del sostegno ai non autosufficienti. Tutte le Regioni sono contrarie sia al taglio delle risorse perché porterà ad un deficit generalizzato o alla riduzione drastica dell'offerta dei servizi essenziali ai cittadini, sia alla procedura differenziata per il commissariamento della Calabria. Esso crea un precedente pericolosissimo in quanto invece di collaborare per dare efficienza al sistema sanitario punta al controllo ragionieristico dei conti ed indebolisce gli istituti democraticamente eletti dai cittadini". "Infine, non ci sono le risorse per gli investimenti anticrisi - ha concluso - mentre la parte nazionale dei Fas è scomparsa. Il fantomatico piano per il Mezzogiorno, adesso annunciato da Berlusconi, potrebbe essere la trovata geniale per mettere le mani anche su quello che resta dei Fas regionali. Insomma questo è un Governo con molta fantasia economico-finanziaria e nessuna capacità di programmazione ed intervento a favore dei territori meno fortunati e del Sud"

Sullo sfondo possibilità d’incontro. Sullo sfondo c'é la possibilità di un incontro nei prossimi giorni tra i rappresentanti delle Regioni e il premier. E questo potrebbe rappresentare una svolta nei rapporti tra le parti. Ma per ora non ci sono date. Né impegni ufficiali. Stando ad oggi, quel che si registra è un ulteriore irrigidimento nei rapporti tra governo centrale e governi regionali. I fronti aperti rispondo al nome di: sanità, fondi Fas, scuola. Con la prospettiva che le Regioni possano avviare una fase di confitti di fronte alla Corte costituzionale impugnando i provvedimenti che ritengono in conflitto rispetto alle loro competenze. A cominciare dallo stesso decreto anticrisi e da alcune misure contenute nel pacchetto. Se si tratta solo di un gioco al rialzo o di un tentativo di forzare la mano, questo si vedrà. Per ora dalla conferenza delle Regioni, che rappresenta i governatori, è arrivato un nuovo appello al premier perché fissi un incontro, di cui si è fatto portavoce il presidente Vasco Errani. A seguire, la conferenza unificata e la Stato-Regioni - sedi istituzionali di confronto tra governo centrale e locale - si sono chiuse lasciando intravedere la possibilità di un incontro tra Errani e Berlusconi. "Accogliendo la richiesta, avanzata da molto tempo, del presidente Errani, si può ipotizzare in questi giorni un incontro con il presidente del Consiglio", ha detto il ministro per gli Affari Regionali Raffaele Fitto, auspicando che si torni al più presto ai momenti di "proficua collaborazione avuti nei mesi scorsi e che ha prodotto risultati molto positivi". "Rilancio l'appello - ha dichiarato da parte sua Errani - e attendo informazioni formali. Do atto a Fitto di aver riconosciuto il nostro senso di responsabilità, ma il governo mantiene un atteggiamento unilaterale". Le Regioni vogliono un'operazione verità sui fondi Fas, quanto mai in evidenza anche il relazione al piano per il Sud, per "capire come è messa la cassa", ha detto Errani. Vogliono assicurazioni sulla sanità. Occhio ai tagli, dicono in sostanza, perché le dotazioni sono già sottostimate. E "non si usi la Sanità per fare una campagna contro di noi". Timori circolano regionali anche sulla scuola e su possibili tagli dei docenti. Mal digerita, poi, la scelta di istituire il ministero del Turismo. Se non si arriverà a una ricomposizione, il rischio è che si alzi livello dello scontro istituzionale. "In questi mesi - ha detto Errani - abbiamo lavorato per ridurre al minimo i ricorsi alla Consulta. Ma se il governo dovesse continuare con atteggiamenti unilaterali, si riaprirebbe un conflitto anche di fronte alla Corte Costituzionale di cui, è bene dirlo, non saremo responsabili noi. E' un appello, non un atteggiamento pregiudiziale", assicura. Quanto alla possibilità che vengano impugnate misure del dl anticrisi, la decisione spetta alle singole Regioni, "ma questo clima non può portare che a questo". Anche perché "il provvedimento - rileva Errani - contiene parti invasive delle competenze delle Regioni".

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