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Ultimatum del Governo sulla sanità, la replica di Loiero

 

Ultimatum del Governo sulla sanità: Loiero “Governo cerca lo scontro”. Oliverio “Decreto inaccettabile”

27 giu 09 "Un provvedimento ad hoc contro la Calabria fa saltare le regole della democrazia e noi ci opporremo in tutte le sedi, come ho già detto ai calabresi". Giunge meditata - si legge in una nota del portavoce - la reazione del presidente della Regione Calabria, Agazio Loiero, per lo scontro istituzionale che, di fatto, si è aperto con il decreto approvato dal governo con cui o la Calabria presenta il suo piano di rientro per il debito in Sanità entro trenta giorni o si va al commissariamento. "I segni che il governo si sarebbe spinto fino a tanto erano molti - afferma Loiero - e l'approvazione del decreto, così com'é, conferma che il centrodestra intenda utilizzarlo come clava politico-elettorale. Ci sono alcuni passaggi che lo evidenziano e s'intuisce il perché. In una regione a cui non si dà niente, anzi le si sottrae quel poco che ha da investire in opere strutturali essenziali per lo sviluppo, si finisce per assecondare le ambizioni frustrate di tanti ascari che chiedono al Ministro del Welfare Sacconi di avere un po' di spazio, quello che non riescono a ottenere dalle urne". Loiero rileva poi che nell'atteggiamento del ministro e del Governo "nella perentorietà con cui il centrodestra si muove, che non trova riscontri in analoghe e forse più gravi situazioni nel settore sanitario del Paese, si evidenzia la volontà di tenere in ostaggio la regione, cominciando da ciò che nella fantasia degli italiani è indifendibile come il settore sanitario". Ma, secondo Loiero, "la decisione unilaterale del governo mette in discussione l'equilibrio istituzionale, con un tentativo smaccato di comprimere quelli che sono i diritti costituzionali della Calabria direttamente e, indirettamente, di tutte le Regioni italiani. Si difenderà la Calabria e si difenderanno tutte le Regioni". Il presidente Loiero, infine, non ha dubbi che "il problema sia esclusivamente elettorale: in Calabria il centrodestra non sfonda. Per cui, dove non si arriva col metodo democratico, quello delle elezioni, si tenta di ottenerlo per vie diverse, con forme surrettizie. Come si sta tentando di fare in questo momento con il decreto legge e l'ultimatum con cui il governo sceglie la via dello scontro istituzionale".

Presidente Oliverio “Decreto inaccettabile”. "La decisone del Consiglio dei Ministri di intimare alla Giunta regionale, attraverso un vero e proprio ultimatum, la presentazione di un piano di rientro entro 30 giorni per ripianare il dissesto sanitario che prelude al commissariamento, è una decisione assolutamente inaccettabile, perché lede l'autonomia della nostra regione ed è frutto di una logica unilaterale che tende ad utilizzare lo strumento del commissario per logiche ed operazioni esclusivamente strumentali e politiche". E' quanto ha sostenuto il presidente della Provincia di Cosenza, Mario Oliverio. "Il Governo - ha aggiunto - piuttosto che ricorrere a strumenti di questo tipo, lesivi dell'autonomia della nostra regione, avrebbe fatto meglio a promuovere un confronto positivo con le realtà locali, al fine di meglio comprendere, attraverso un esame serio ed approfondito della situazione, le ragioni e l'esatta articolazione di quanto è avvenuto nel tempo, che sono alla base del buco accumulatosi nel settore della sanità in Calabria e concertare con il Governo della Regione ed il Consiglio regionale, che sono gli unici organi legittimati ad assumere con responsabilità il governo di un processo di risanamento, che non può non rappresentare la premessa per la costruzione di un sistema sanitario efficiente e pienamente rispondente ai bisogni dei territori e delle popolazioni di una regione che non può, non vuole e non deve essere vittima di operazioni centralistiche rispondenti solo ad evidenti calcoli ed operazioni finalizzate ad alterare il gioco democratico in vista del 2010". "Il Governo - ha sostenuto Oliverio - deve, pertanto, rispettare la dignità e l'autonomia della Calabria. I calabresi devono reagire, al di là della collocazione e dell'appartenenza politica, ad un tentativo evidente di limitazione della loro autonomia e di mortificazione della loro dignità. Sono sicuro che il Consiglio regionale, in questo passaggio delicatissimo della vita democratica di questa regione, farà sentire la propria voce con forza e determinazione e non accetterà diktat ed imposizioni che ledono i principi basilari dell'autonomia e del regionalismo. Gli organi di governo della Regione (Consiglio e Giunta) mai come in questo momento devono saper assumere un'iniziativa coraggiosa e chiara, attraverso la definizione ed il governo di un piano di risanamento del debito accumulato nel settore della sanità nel corso di un lungo periodo di tempo ed articolare un progetto di costruzione di un sistema sanitario qualificato ed efficiente, proiettato nel futuro. Anche le istituzioni locali e le forze sociali devono sentirsi mobilitate nella costruzione di un progetto positivo, volto alla concreta costruzione di servizi e prestazioni sanitarie qualificate sul nostro territorio in una visione fortemente unitaria e, per questo, dovranno essere coinvolti in modo attivo tutti gli amministratori locali e le forze sociali dell'intera regione, che devono far sentire con forza il loro dissenso rispetto agli evidenti tentativi di commissariare le istituzioni democratiche, per come si evince dai contenuti del Decreto approvato ieri dal Consiglio dei Ministri". "Chi al nord assume il Federalismo come principio irrinunciabile per disegnare il nuovo assetto statuale - ha proseguito il Presidente della Provincia di Cosenza - deve giustificare al Paese come si facciano ad assumere contemporaneamente verso la Calabria ed il Mezzogiorno impostazioni nettamente contrastanti con questo principio, come é stato fatto ieri con l'approvazione del Governo di un Decreto che rappresenta il ritorno al centralismo più bieco, funzionale solo a logiche meschine di utilizzazione dei poteri dello Stato per l'affermazione di ristretti calcoli politici e di potere". Il Presidente Oliverio ha sostenuto, inoltre, che di "questa grave vicenda", sarà investita anche la Presidenza dell'UPI (Unione Province Italiane), perché siano assunte, "così come ha fatto opportunamente e tempestivamente il Presidente della Conferenza Stato-Regioni Errani, iniziative adeguate a contrastare una scelta gravissima che limita le autonomie locali". Un telegramma di protesta, è scritto nella nota, sarà inviato nelle prossime ore dal Presidente della Provincia al Capo dello Stato, al Presidente del Consiglio dei Ministri e ai Presidenti di Camera e Senato contro la scelta compiuta dal Governo con l'approvazione del Decreto. Nei prossimi giorni Oliverio, conclude la nota, convocherà un'assemblea dei sindaci e degli amministratori locali "per la sottoscrizione di un documento i cui capisaldi saranno la difesa delle funzioni delle Autonomie Locali e l'appello alla necessaria mobilitazione unitaria, per contrastare la scelta compiuta dal Governo ed affermare la volontà di concorrere alla definizione di un progetto finalizzato alla costruzione di un sistema sanitario qualificato ed efficiente, che non può non partire dai bisogni reali del territorio ed affermare una visione unitaria del sistema"

Minniti “Pregiudizi del Governo”. "La procedura scelta dal Governo in modo unilaterale sui problemi della sanità calabrese provoca preoccupazione e perplessità". A sostenerlo è il deputato del Pd Marco Minniti, segretario calabrese del partito. "E' del tutto evidente - ha aggiunto - che il provvedimento é ispirato da un pregiudizio contro la Calabria ed utilizza in modo occasionale la sanità nel tentativo di raggiungere altri obiettivi". "Non voglio qui discutere - ha sostenuto Minniti - gli aspetti costituzionali di questo gesto e mi limito a sottolineare l'allarme del presidente della Conferenza dei Presidenti delle Regioni, Vasco Errani, che per valutare gli aspetti dell'anomala decisione del Governo, che a suo dire provocano 'tensione e conflitto', ha convocato una riunione per il prossimo 2 luglio. Del resto, anche Presidenti di altre Regioni, e dello stesso orientamento politico del Governo, si sono opposti alle scelte del Governo considerandole prive del necessario rispetto costituzionale. Appare soprattutto incomprensibile che il Governo non tenga conto che la Giunta del presidente Loiero ha già preso provvedimenti per risanare la situazione. Siamo certi che in questo mese da parte della Giunta questo lavoro procederà con ritmo e impegno adeguati, guardando agli interessi dei calabresi e non ai segnali punitivi". "Ma bisogna capire - ha concluso Minniti - se tutto questo servirà o se il Governo, e in questo caso sarebbe gravissimo ed inaccettabile, terrà comunque fermo, e prescindendo dalla concretezza dei fatti, il proprio atteggiamento di inimicizia politica contro questa Giunta regionale e la Calabria, indispettito dal fatto che anche le ultime elezioni europee ed amministrative hanno rivelato un attento e ragionato consenso dei calabresi al centrosinistra".

Commodaro (Prc) “Governo vuole distruggere sanità pubblica”: "Il Governo nazionale, al quale é stato fornito l'assist per mettere le mani sull'intera Calabria, si muoverà, se la Giunta regionale dovesse fallire, nella logica della distruzione del sistema sanitario pubblico, come dimostrano i tagli operati nella sanità con l'ultima finanziaria". Lo afferma, in una nota, Pino Commodari, del Comiato politico nazionale di Rifondazione comunista. "Per questa ragione - aggiunge - vogliamo costruire un movimento ampio di opposizione alle intenzioni del Governo e, contemporaneamente, a partire dai territori, aprire vertenze per potenziare e migliorare la qualità della sanità pubblica, estendere il concetto di universalità e allargare i criteri di accesso al diritto alla salute, per ogni condizione sociale". Secondo Commodari, "il Governo Berlusconi ha, di fatto, reso inutile qualunque lavoro fin qui svolto, compreso quello dell'advisor KPMG profumatamente pagato dai cittadini calabresi, sul debito pregresso e soluzioni per il rientro, mai seriamente proposte dalla Regione. Sta proprio qui la responsabilità ed il limite di questa Giunta regionale, indipendentemente dal limite di costituzionalità che il provvedimento certamente possiede. Questa modalità di intervento non è, però, nuova. Dal 2005 in avanti il Governo centrale, prima quello di centro destra, poi quello di centro sinistra ed oggi di nuovo quello di centro destra, hanno stipulato, in accordo con la Conferenza Stato-Regioni, modalità di intervento risanatorio che prevede piani di rientro concordati e definiti tra il Governo centrale e la Regione in deficit, sino a prevedere il Commissariamento della Regione stessa per le funzioni sanitarie o, in modo più dolce, un 'processo di accompagnamento' per quelle Regioni che stanno dimostrando di procedere al risanamento in termini più autonomi".

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