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Elezioni

 

Elezioni, ultimi appelli. Le curiosità, i dati, dove votano i big, le principali sfide

05 giu 08 Si apriranno domani, dalle ore 15 alle 22, e domenica 7 giugno, dalle 7 alle 22, le urne per le operazioni di voto per le elezioni dei 72 membri del Parlamento europeo spettanti all'Italia, dei presidenti e consigli di 62 province e dei sindaci e consigli di 4.281 comuni (di cui 30 capoluoghi di provincia). Lo scrutinio dei voti per il Parlamento europeo comincerà alle ore 22 di domenica 7 giugno. Il conteggio dei voti delle amministrative inizierà invece alle 14 di lunedì 8 giugno.
CORPO ELETTORALE PER ELEZIONI EUROPEE - Sul territorio nazionale saranno 49 milioni e 140.046 gli elettori, di cui oltre 23,5 milioni di sesso maschile e più di 25,5 milioni di sesso femminile; all'estero voteranno 1 milione e 216.045 elettori italiani. Le sezioni elettorali predisposte sul territorio nazionale sono 61.428; 580 quelle istituite per il voto degli elettori italiani all'estero.
CORPO ELETTORALE PER ELEZIONI PROVINCIALI - Sono 29 milioni e 499.635 gli elettori (di cui 14,2 milioni maschi); le sezioni predisposte sono 36.271
CORPO ELETTORALE PER ELEZIONI COMUNALI - I cittadini interessati sono 17,5 milioni (di cui più di 8,4 milioni maschi); le sezioni predisposte sono 21.993.
Elezioni Europee: COLORI DELLE SCHEDE - Al momento del voto l'elettore riceverà un'unica scheda di colore diverso a seconda della circoscrizione elettorale in cui è iscritto: grigio per l'Italia nord-occidentale (Piemonte, Valle d'Aosta, Liguria, Lombardia); marrone per l'Italia Nord-orientale (Veneto, Trentino Alto Adige, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna); rosso per l'Italia centrale (Toscana, Umbria, Marche, Lazio); arancione per l'Italia meridionale (Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria); rosa per l'Italia insulare (Sicilia, Sardegna).
COME SI VOTA - Il voto di lista si esprime tracciando sulla scheda un segno sul contrassegno corrispondente alla lista prescelta; i voti di preferenza - per un massimo di tre, tranne che per le liste di minoranza linguistica collegate ad altra lista per le quali può esprimersi una sola preferenza - si esprimono scrivendo nelle apposite righe, tracciate a fianco e nel rettangolo contenente il contrassegno della lista votata, il nome e cognome o solo il cognome dei candidati preferiti, compresi nella stessa lista.
VOTO PER ELEZIONI PROVINCIALI - Ogni elettore potrà votare uno dei candidati tracciando un segno sul relativo contrassegno: così facendo il voto si intende attribuito sia al candidato alla carica di consigliere provinciale, sia al candidato alla carica di presidente della provincia collegato. Per votare un candidato alla carica di presidente della provincia si dovrà invece tracciare un segno sul relativo rettangolo. Non è ammesso il 'voto disgiunto'. La scheda per le Provinciali a Cosenza è di colore giallo
VOTO PER ELEZIONI IN COMUNI OLTRE 15 MILA ABITANTI - L'elettore può votare o per una delle liste tracciando un segno sul relativo contrassegno, attribuendo così il voto anche al candidato sindaco collegato; o per un candidato a sindaco tracciando un segno sul relativo rettangolo, non scegliendo alcuna lista collegata; o per un candidato a sindaco, tracciando un segno sul relativo rettangolo, e per una delle liste collegate tracciando un segno sul relativo contrassegno.
VOTO PER ELEZIONI IN COMUNI FINO A 15 MILA ABITANTI - E' possibile esprimere il proprio voto tracciando un solo segno di voto sul nominativo di un candidato alla carica di sindaco, o un segno di voto sul contrassegno di una delle liste di candidati alla carica di consigliere, o ancora tracciando un segno di voto sia sul contrassegno prescelto che sul nominativo del candidato alla carica di sindaco collegato alla lista votata.
TESSERA ELETTORALE - Per votare gli elettori dovranno esibire, oltre ad un documento di riconoscimento valido, la tessera elettorale personale a carattere permanente, che ha sostituito il certificato elettorale.

Elezioni Europee

Berlusconi (Pdl) “Presto il ponte sullo Stretto”. "Questa settimana ho avuto un incontro con Pietro Ciucci (amministratore delegato di Ponte sullo Stretto Spa, ndr) sul programma, per cui posso dirti che presto inizieranno i lavori per il Ponte sullo Stretto che porterà lavoro nelle regioni della Calabria e della Sicilia". Lo ha detto il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, candidato alle europee, durante la registrazione di Matrix. "Prometto - ha aggiunto - che verrà fatto, ci tengo perché sarà un'opera epocale". "Credo - ha concluso - di poter connotare il mio governo del Paese anche con un'opera che duri nel futuro, quindi, sono direttamente interessato".

De Magistris (Idv) “on i voli di stato deriva illiberale”: Scende in campo per invertire il trend che vede i politici intervenire sulla magistratura il candidato dell'Idv alle Europee Luigi De Magristris, e replica a Clemente Mastella, che gli ha dato dell'analfabeta della politica, sostenendo al contrario di conoscere i fatti. "Mastella ha detto che sono un ignorante della politica? - ha detto a Benevento - Ignorante significa non conoscere i fatti, io penso al contrario di avere molta competenza". "Sinceramente il problema non è Mastella, il problema sono gli elettori del Pdl, che io rispetto, ma che dovrebbero scegliere tra Mastella e persone che hanno dimostrato con i fatti da che parte stare, di voler essere una garanzia per tutti i cittadini". "Mastella ha interferito sull'indipendenza e sull'autonomia della magistratura più volte: io voglio esattamente ribaltare questo trend - ha concluso - perché la politica deve stare dalla parte dei magistrati in prima linea nella lotta al crimine". Poi ai microfoni di Radio Città Futura De Magistris afferma "Trovo molto grave che dobbiamo assistere a questa immagine indecorosa e indecente del presidente del consiglio che organizza voli di stato per portare ballerine e cantanti alla sua corte" . "Il quotidiano spagnolo El Pais sottolinea che nel nostro paese è in atto una deriva autoritaria. Io lo dico da tempo: in Italia c'é un disegno piduista, eversivo dell'ordine costituzionale". "Gli italiani hanno una occasione per svegliarsi il 6 e 7 giugno - prosegue l'ex magistrato di Catanzaro - e dimostrare che vogliono un'alternativa a questa deriva neo-illiberale che sta inquinando la democrazia nel nostro paese"

Franceschini (PD) A Reggio “Fermiamo Berlusconi”. Arriva dal profondo Sud l'ultimo appello di Dario Franceschini per convincere al voto e per tentare la risalita del Pd: "Ai delusi dico: 'Non e' il momento della fugà. Solo il Pd è l'argine al padrone assoluto e chi non vota aiuta Berlusconi". E' l'accorata chiamata alle urne del segretario democratico, convinto che "non se ne può più di 15 anni di balle" del presidente del Consiglio. A Reggio Calabria, città di frontiera, il leader democratico arriva a piazza Indipendenza con una candidata simbolo: Maria Rosaria Capacchione, giornalista sotto scorta per le inchieste sulla camorra nel Napoletano. Scelte emblematiche per un Partito democratico che, spiega Franceschini, "é destinato a perdere se il confronto è solo sulla tutela degli interessi legittimi ma può vincere se difende i valori" dell'uguaglianza e della legalità, della serietà in politica come del merito nella società. Perché dall'altra parte, attacca il leader Pd, "c'é un premier che racconta balle da 15 anni e, come un disco rotto, ripete le stesse accuse, demonizza gli avversari, e parla di complotti". Accuse "ridicole, ridicole", ripete Franceschini, "sintomi dell'insofferenza" di Berlusconi verso "chiunque ostacoli la sua luminosa azione di governo": la magistratura come la stampa. "Oggi - incalza il segretario del Pd - ha attaccato frontalmente anche il governatore Mario Draghi perché sulla crisi ha detto solo la verità. Eppure aveva definito la sua relazione berlusconiana... è la prova che il premier è sempre più nervoso e inaffidabile". I reggini applaudono, sventolano striscioni "dal Sud ma non da sudditi". E Franceschini spera che la contrapposizione tra due modelli culturali e politici, tra due Italie, quella "vera" e quella "finta e di plastica", mostrata in Tv, basti al Pd per scacciare il fantasma più temuto della campagna elettorale: l'astensionismo. C'é una parte d'Italia - ammette il leader democratico - tentata dal non voto, delusa dalla nostra litigiosità, che ora abbiamo superato perché discutiamo nelle stanze ma poi si esce con una voce sola. Noi li capiamo ma non è questo il momento della fuga. Chi non va a votare vota per la destra e per Berlusconi. A loro chiediamo una mano perché solo se il Pd ha più forza, si può andare avanti per cambiare il Paese". Franceschini augura quindi agli italiani "di non svegliarsi con un padrone assoluto" lunedì. Ma, oltre alla "qualità della democrazia", il leader del Pd spera di raggiungere un risultato di tenuta, intorno al 27%, che permetta al Partito di andare ad un congresso che non si risolva in una resa dei conti, facendo chiudere il partito in un dibattito su se stesso che tolga spazio al ruolo di opposizione in Parlamento e nel Paese".

Grazia (Lega Nord) “Fiduciosi del risultato in Calabria”. "In Calabria siamo fiduciosi di ottenere un buon risultato elettorale". Lo afferma il candidato della Lega Nord alle elezioni europee Carlo Garzia. "I meridionali - afferma Garzia in una nota - hanno capito che le battaglie che portiamo avanti sono a vantaggio di tutto il Paese. La Lega Nord, e in particolare il ministro Maroni, sta conducendo con impegno e tenacia straordinari una durissima azione di contrasto alla criminalità organizzata e all'immigrazione clandestina". "I risultati - prosegue il candidato del Carroccio - si vedono e sono apprezzati, a maggior ragione, proprio qui al sud, dove sono certo che i cittadini voteranno la Lega proprio per premiare quanto di buono e di concreto sta realizzando questa compagine al Governo". "La classe politica meridionale - conclude Garzia - è sempre la stessa da troppo tempo. Sono sempre gli stessi personaggi che una volta si presentano con il centrosinistra e un'altra col centrodestra. La gente è stanca del vecchio linguaggio politichese e chiede serietà, concretezza ed efficienza. I meridionali vogliono una nuova classe dirigente, che abbia nuove idee e nuovi progetti e per questo ci voteranno".

Provinciali Cosenza

Gentile (Pdl) “Chi vota me vota Berlusconi”. "Più che una sfida tra me ed Oliverio è una sfida fra Berlusconi e Loiero". Ad affermarlo, in una nota, Pino Gentile, candidato alla presidenza della Provincia di Cosenza. "Chi ha fiducia nel Governo - prosegue - che ha dato prova, a Napoli e all'Aquila, di efficienza e di coraggio voterà per me, chi vuole dare fiducia a Loiero voterà per Oliverio. Chi vuole dare fiducia a Loiero ed alla politica del ticket voterà per Oliverio mentre chi vorrà restituire centralità alla provincia di Cosenza, emarginata e ghettizzata in questi ultimi anni, sceglierà noi". "Oliverio - aggiunge - è un gigante dai piedi di argilla: continua a diffondere sondaggi falsi perché ha una grande paura di perdere. Proprio ieri mattina ha riferito ad alcuni precari dell'amministrazione provinciale che se si andrà al secondo turno perderà certamente. "La gente - conclude - punirà questa arroganza e premierà la nostra concretezza e l'amore che abbiamo per Cosenza e il suo territorio"

Occhiuto (Udc) “A destra e sinistra solo litigi”. "Destra e sinistra hanno litigato per tutta la campagna elettorale dimostrando, ancora una volta, che in Calabria sanno solo distruggere. Noi abbiamo condotto, invece, una campagna elettorale andando di contrada in contrada, parlando in piazza agli elettori e spiegando loro quale provincia immaginiamo". Ad affermarlo, in una nota, è il candidato alla presidenza della Provincia di Cosenza per la Costituente di centro, Roberto Occhiuto. "Pensiamo certamente - aggiunge Occhiuto - a un ente diverso da quello sino a oggi guidato dalla sinistra e propagandato dal candidato della destra. Questi ultimi, pur amministrando e utilizzando le leve della gestione da più di trent'anni, non hanno dimostrato di aver legato il proprio nome a un progetto concreto di governo del territorio". "Nel corso di queste settimane - conclude il candidato della Costituente di centro - ho tentato, con passione e caparbietà, di far comprendere la bontà della nostra proposta e la volontà che ho di voler contribuire, così come ho fatto in Consiglio regionale e come sto facendo in Parlamento da legislatore, al governo dei problemi della mia provincia".

Oliverio (PD) “Con noi assicurato il buon governo”. "I cittadini della provincia di Cosenza conoscono bene il sottoscritto e i fratelli Gentile. Sanno che quella di Oliverio è una storia limpida, cristallina, vissuta costantemente al servizio dei cittadini, soprattutto di quelli più bisognosi ed emarginati". E' quanto afferma il candidato presidente del centrosinistra alla Provincia di Cosenza, Mario Oliverio, nell'appello finale agli elettori. "Mai una clientela - prosegue Oliverio - uno spreco, un uso scorretto o irrispettoso delle istituzioni e delle risorse. Più volte nel corso di queste settimane, di fronte alle bugie e alle calunnie, siamo stati costretti a rispondere con fermezza, carte alla mano, sfidando i nostri avversari politici a trovare uno, uno solo dei nostri parenti, fino al settimo grado, assunto o beneficiato dalla Provincia di Cosenza. Mai un'ombra ha sfiorato la nostra onorabilità politica ed umana. I fatti ed i comportamenti parlano chiaro". "Alla Provincia di Cosenza - sostiene ancora Oliverio - abbiamo assicurato cinque anni di buon governo, improntati a massima trasparenza, pulizia e rigore morale. Abbiamo realizzato molto nei campi della viabilità, della scuola, dell' impiantistica sportiva, delle politiche sociali, culturali e giovanili. I prossimi cinque anni saranno ancor più esaltanti: completeremo i cantieri aperti, realizzeremo grandi opere viarie ed infrastrutturali, ci batteremo perché venga premiato il merito e garantite a tutti, soprattutto ai ragazzi e alle ragazze di questa terra, pari opportunità di partenza". "Al lavoro - prosegue il candidato presidente del centrosinistra - dedicheremo il nostro impegno più grande. La Provincia continuerà ad essere la casa di tutti, il punto di riferimento di sindaci, amministratori locali e semplici cittadini. Ci batteremo con tutte le nostre forze contro un Governo nazionale che continua a considerare la Calabria una regione-canaglia ed il Mezzogiorno una palla di piombo ai piedi del Paese. Non abbiamo bisogno di nascondere il nostro volto dietro le maschere irridenti del Capo del Governo, dei Ministri o dei sottosegretari, nemiche del Sud e della nostra regione. Noi ci presentiamo ai cittadini con il nostro volto, mostriamo fieri le nostre mani che sono mani linde e pulite e rifiutiamo ad alta voce i voti della mafia e della delinquenza organizzata. Altri, che portano responsabilità pesanti, antiche e recenti, per aver inferto ferite gravissime a questa terra, dovrebbero avere almeno la decenza di tacere". "Forti del consenso popolare - sottolinea ancora Oliverio - della stima e dell'amicizia sincera che ci hanno testimoniato i cittadini dell'intera provincia ovunque ci siamo recati in questi giorni ci avviamo sereni a disputare il secondo tempo di un'azione di governo che risulterà sicuramente ancor più entusiasmante della prima e foriera di nuovi fatti, atti e realizzazioni che faranno della provincia di Cosenza la locomotiva dell'intera Calabria".

Le principali sfide. Domani e domenica primo turno di amministrative: 33 milioni e 473 mila cittadini voteranno per il rinnovo di 4.281 comuni e 62 province. Ecco le sfide principali fra i candidati sia per le comunali sia per le provinciali:
COMUNALI
BOLOGNA - Sarà di fatto sfida a tre tra Flavio Delbono (Pd) Giorgio Guazzaloca (Udc) e Alfredo Cazzola (Pdl). Guazzaloca, fu sindaco di Bologna nel '99 con una coalizione di centrodestra, e fu battuto dall'attuale sindaco Sergio Cofferati.
FIRENZE - Il Pdl punta su un ex calciatore, Giovanni Galli, per tentare di conquistare la roccaforte 'rossa', ora in mano a Leonardo Domenici (Pd). Galli se la vedrà con Matteo Renzi (Pd), presidente in carica della Provincia.
PERUGIA - Per prendere il posto di Renato Locchi (Pd), il centrodestra, col Pdl allargato all'Udc, candida Pino Sbrenna, ex Dc; il centrosinistra schiera Wladimiro Boccali, attuale assessore all'Urbanistica.
ANCONA - A febbraio il sindaco Fabio Sturani (Pd) si è dimesso ed è arrivato il commissario. Tra i candidati l'ex sindaco espulso dal Pd Renato Galeazzi (lista Vola Ancona) e Fiorello Gramillano, preside di liceo, su cui puntano Pd e parte del centro sinistra. Pdl e Lega sono con Giacomo Bugaro, consigliere regionale. L'Udc corre da sola con Andrea Speciale.
CAMPOBASSO - Il sindaco uscente Giuseppe Di Fabio, ha dato le dimissioni due volte e poi le ha ritirate per problemi nella maggioranza di centrosinistra. Ora il Pd candida Augusto Massa. Il Pdl schiera Gino Di Bartolomeo,già presidente della Regione.
BARI - Si fronteggiano Michele Emiliano, sindaco uscente del centrosinistra, e l'ex sindaco Simeone di Cagno Abbrescia (Pdl), appoggiato anche da una lista con Antonio Matarrese, già numero uno della Lega Calcio.Terzo incomodo Mario Russo Frattasi (Udc).
POTENZA - Il sindaco uscente Vito Santarsiero (Pd), candidato di centrosinistra, se la vedrà con Giuseppe Molinari, ex Margherita, sostenuto dal Pdl. Outsider Emilio Libutti con l'Udc

PROVINCIALI
MILANO - finora governata da una coalizione di centrosinistra guidata da Filippo Penati (Pd) che ha deciso di ripresentarsi; il suo sfidante principale si chiama Guido Podestà sostenuto dal Pdl, Lega, Democrazia cristiana e Nuovo Psi.
TORINO - attualmente guidata da una giunta di centro sinistra, la sfida è tra il presidente uscente Antonio Saitta (Pd) e Claudia Porchietto, sostenuta da 10 liste di centro destra, tra le quali il Pdl, la Lega, l'Mpa e la Destra. Terzo candidato dell'Udc, l'ex sottosegretario Michele Vietti.
VENEZIA - guidata sempre dal centro sinistra si ripresenta il presidente uscente Davide Zoggia (Pd), sua sfidante una donna, Francesca Zaccariotto sostenuta da Pdl e Lega.
BOLOGNA - gli sfidanti sono la presidente uscente, Beatrice Draghetti (Pd) di area cattolica e Enzo Raisi, deputato prima di An ora del Pdl, storico dirigente bolognese dell'Msi quindi di Alleanza Nazionale ha fatto parte della commissione Mitrokin.
FIRENZE - sono sette i candidati alla presidenza, ma il favorito è Andrea Barducci, Pd, vicepresidente uscente dell'ente, che ha vinto le primarie. La sua candidatura è sostenuta anche da Sinistra per la Provincia, Idv, Comunisti fiorentini. Il Pdl schiera Samuele Baldini, appoggiato anche dalla Lega nord, per la sinistra radicale c'é Andrea Calò, e per l'Udc Federico Tondi.
PERUGIA - finora del centrosinistra, in tutto sono sei i candidati, ma quelli principali sono: Franco Asciutti, sostenuto da Pdl e Lega, e Marco Vinicio Guasticchi, Pd, Idv, Rif.Com. Sinistra e libertà; anche qui l'Udc presenta un suo candidato, Maurizio Ronconi.
NAPOLI - candidati a succedere alla giunta di centro sinistra sono 16, ma la sfida è fra l'ex ministro Luigi Nicolais del Pd, e il candidato del Pdl Luigi Cesaro. Tommaso Sodano è il candidato del Prc-Pdci.
BARI - si scontrato il presidente uscente, Vincenzo di Vella (Pd) e Francesco Schittulli (Pdl) oncologo e presidente nazionale della Lega italiana per la lotta contro i tumori.
COSENZA - Sei i candidati in lizza con oltre 1300 aspiranti consiglieri. In una provincia da sempre appannaggio del PD si sfidano il presidente uscente, Mario Oliverio (PD), eletto alle scorse elezioni con oltre il 60% delle preferenze, il consigliere regionale Pino Gentile (Pdl), il sindaco di Castrolibero, Orlandino Greco (Mpa), il deputato Roberto Occhiuto (Udc) , Mario Albino Gagliardi a capo della lista civica Progetto Rinascita e Francesco de Simone a capo della lista dei Comunisti Lavoratori. La sfida vede PD e PDL ai ferri corti con Udc a fare da terzo incomodo e probabile ago della bilancia.

Dove votano i leader. Al voto tra sabato e domenica mattina. Chiusa stasera la campagna elettorale, con l'inizio alla mezzanotte di oggi della due giorni di silenzio, il fine settimana sarà scandito per i leader di partito solo dal personale appuntamento con le urne. Poi, dalle 22 di domenica, la lunga attesa dei risultati.
ALTE CARICHE AL VOTO - Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano e la signora Clio voteranno, come sempre, all'istituto Margherita di Savoia, in via Panisperna, nel centro di Roma. Nella capitale, ma in via Novara, non lontano da Piazza Fiume, voterà il presidente della Camera Gianfranco Fini. Mentre il presidente del Senato Renato Schifani andrà alle urne nella sua Palermo, presso la scuola elementare Lambruschini in via Don Minzoni. Il premier Silvio Berlusconi voterà a Milano, presso la scuola media Dante Alighieri di via Scrosati, nella zona in cui ha la residenza e dove abitava la madre, signora Rosa.
I SEGGI DEI LEADER - Oliviero Diliberto (Pdci) sarà probabilmente il primo a ritirare la scheda elettorale: domani alle 15, all'apertura dei seggi, voterà in piazza Risorgimento, a Roma. Il segretario del Prc, Paolo Ferrero, trascorrerà il pomeriggio del sabato in montagna con i figli e andrà alle urne domenica mattina nella sua Pinerolo (Torino). Voteranno entrambi alle 17 di domani i leader di Udc e Idv, ma a diversi chilometri di distanza. Pier Ferdinando Casini si recherà infatti alla scuola Principessa Mafalda, in via Lovanio 13, a Roma. Mentre Antonio Di Pietro andrà con famiglia al suo seggio nella città di Curno, in provincia di Bergamo. Ma la più nutrita, resta sempre la pattuglia dei leader di partito votanti nella capitale. Voterà a Roma e non nella sua Ferrara, il segretario del Partito democratico Dario Franceschini. Ma nella capitale andranno alle urne anche i radicali Marco Pannella ed Emma Bonino e Massimo D'Alema (nel seggio in via Col di Lana, a Prati). Marco Pannella voterà domani, sabato, alle 15.30 presso il carcere di Regina Coeli, in via della Lungara. Umberto Bossi domani pomeriggio si recherà al seggio elettorale di Gemonio presso la scuola elementare in via Curti, 7. Domenica alle 10.30 andrà alle urne a Terlizzi (Bari) Nichi Vendola (Sl). Domani alle 17.30, nella sua Catania voterà Raffaele Lombardo (Mpa), presso il circolo didattico Biscari, in via Enrico Pantano. Sempre domani, ma a Torino, voterà Piero Fassino, al seggio 61 di via Piazzi.
LA LUNGA ATTESA - Dopo la due giorni di silenzio elettorale, domenica alle 22, a urne chiuse, inizierà l'attesa dei risultati. Lo spoglio partirà dalle europee, che consegneranno i primi verdetti già nella notte. Bisognerà attendere invece lunedì per le amministrative. Come da tradizione, i partiti hanno stabilito il quartier generale per l'attesa dei dati nelle rispettive sedi. Con una sola eccezione: l'Italia dei valori, che seguirà lo spoglio dall'Hotel Majestic, in via Veneto a Roma. Per il resto, quasi tutti faranno base nelle sedi della capitale: in via dell'Umiltà il Pdl, a via Sant'Andrea delle Fratte il Pd, a via Due Macelli l'Udc, a via di Torre Argentina i Radicali. A Roma anche Sinistra e libertà. Mentre sarà attesa separata, almeno in partenza, per Pdci (piazza Augusto Imperatore) e Prc (via del Policlinico 131), che si ritroveranno a Montecitorio per festeggiare un eventuale risultato positivo. Lontani da Roma i due partiti territoriali. La Lega sarà in via Bellerio, a Milano; l'Mpa sarà nella sua sede di Catania.

20.000 detenuti al voto. Sono circa 20mila i detenuti che tra sabato e domenica prossimi possono votare, su un totale di oltre 63 mila reclusi nelle sovraffollate carceri italiane. Hanno diritto a mettere la propria scheda nelle urne coloro che sono in attesa di giudizio (circa il 55-60 per cento della popolazione carceraria) e quelli che, pur condannati, hanno conservato i diritti civili. L'Amministrazione penitenziaria si é attrezzata per istituire appositi seggi elettorali speciali nelle carceri. A disciplinare la materia sono gli articoli 8 e 9 della legge 23 aprile 1976, secondo la quale i detenuti possono esercitare il diritto di voto nel luogo di reclusione. Un esercizio subordinato però ad alcuni adempimenti: il detenuto deve presentare, entro il terzo giorno precedente la votazione, al sindaco del Comune nelle cui liste elettorali è iscritto una dichiarazione della propria volontà di esprimere il voto nel luogo in cui si trova, con in calce l'attestazione del direttore del carcere comprovante la sua detenzione; solo così può ottenere l'iscrizione in un apposito elenco speciale e può ricevere la tessera elettorale. Adempimenti che non tutti sanno di dover compiere, come hanno più volte denunciato i radicali. Tant'é che nei giorni scorsi Franco Corleone, garante dei detenuti del Comune di Firenze ed ex sottosegretario alla Giustizia, in una lettera al presidente della Rai, Paolo Garimberti, ha posto il problema della scarsa informazione sulle procedure che i detenuti devono seguire per essere messi in condizione di esercitare il diritto di voto.

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