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Patti sociali per la crisi, d'accordo Governo e Regioni

 

Ammortizzatori sociali per affrontare la crisi con fondi FSE e Fas, la rivincita delle Regioni

14 feb 09 Investe tre temi, ammortizzatori sociali in deroga, attivazione del Fondo per le aree sottoutilizzate (Fas) ed esclusione dal Patto di stabilità degli investimenti connessi ai fondi comunitari, l'accordo siglato la notte scorsa tra l'esecutivo e le Regioni che è articolato in 14 punti più due. "Il Governo e le Regioni concordano che il sistema degli ammortizzatori in deroga non rappresenta una riforma degli ammortizzatori sociali né una devoluzione della funzione, ma costituisce uno sforzo congiunto tra Stato e Regioni collegato all'eccezionalità dell'attuale situazione economica": inizia con questa precisazione il documento, nel quale l'esecutivo assicura che "qualora, nel corso della vigenza del presente accordo, le esigenze superino le risorse effettivamente accertate..il Governo si impegna ad affrontare il tema del finanziamento degli ammortizzatori in deroga con modalità da esso definite con risorse proprie senza oneri per i bilanci regionali, inclusi i fondi comunitari". Entrando nel dettaglio, il primo punto riguarda il sostegno al reddito mediante l'impiego del Fondo sociale europeo (Fse): per il biennio 2009-2010 il Governo e le Regioni impegnano 8 miliardi di euro per la erogazione degli ammortizzatori in deroga, ovvero per tutti quei lavoratori dipendenti e altre figure attualmente non coperte dalla cassa integrazione. Lo Stato mette a disposizione 5.350 milioni di euro (di cui circa 1.400 milioni derivanti dalla legge Finanziaria e dal Dl 185 del 2008 relativo al sostegno all'occupazione e 3.950 dal Fondo per le aree sottoutilizzate-quota nazionale), mentre il contributo regionale è pari a 2.650 milioni di euro a valere sui programmi regionali del Fse. Il documento precisa che il contributo nazionale "sarà impiegato per il pagamento dei contributi figurativi e per la parte maggioritaria del sostegno al reddito; il contributo regionale sarà impiegato per azioni combinate di politica attiva e di completamento del sostegno al reddito". Le Regioni hanno poi ottenuto una serie di garanzie alla loro richiesta di una cassa adeguata ai nuovi impegni assunti. L'operatività dell'intero accordo sarà subordinata alla condivisione formale da parte della Commissione europea. Il secondo punto riguarda il Fondo per le aree sottoutilizzate (Fas): il Governo si impegna a approvare al Cipe, entro 15 giorni dalla sottoscrizione dell'accordo, la ripartizione di oltre 27 miliardi di euro di Fas a favore delle Regioni. Inoltre verranno varati i programmi regionali dei Fas già presentati dalle Regioni. Verranno poi individuate, a partire dal 2011, le risorse necessarie a ristorare il taglio del Fas operato in questi mesi sulla quota regionale, pari a 1.3 miliardi di euro. Infine, le Regioni verranno reintegrate delle risorse Fas disimpegnate a causa del mancato impegno delle somme. Il terzo ed ultimo punto dell'accordo riguarda l'esclusione dal Patto di stabilità delle spese per gli investimenti finanziati dalla Ue: l'accordo sancisce infatti l'impegno assunto dal presidente del Consiglio sull'esclusione dal Patto di stabilità delle spese connesse ad investimenti realizzati dalle Regioni con fondi comunitari per il 2008. Infine, il Governo si è impegnato ad escludere dal Patto anche le spese del Fse relative all'attuazione dell'accordo a partire dal 2009

Cersosimo “Alla Calabria ruolo di primo piano”. Nella trattativa notturna tra Governo e Regioni per decidere come finanziare gli ammortizzatori sociali, la Calabria ha ottenuto che si possano riutilizzare le risorse del FAS 'congelate' con la manovra economica estiva. E' quanto scritto in una nota dell'Ufficio Stampa della Giunta regionale. "Sono circa 300 milioni di Euro del Fondo Aree Sottoutilizzate - prosegue la nota - che potranno essere riprogrammati per le emergenze del territori e che rischiavano di essere spostati dal Governo per altri impieghi. Per oltre un mese le Regioni ed il Governo si sono confrontati per trovare 8 miliardi di euro necessari a finanziare la cassa integrazione in deroga, la cui richiesta è cresciuta là dove la crisi colpisce con maggiore pesantezza". La delegazione della Calabria, guidata dal vicepresidente Domenico Cersosimo, anche in rappresentanza delle altre Regioni del Mezzogiorno, prosegue la nota, "ha saputo difendere i propri interessi in un'ottica di aiuto concreto ai lavoratori italiani che vedono chiudere fabbriche ed uffici". In piena notte, prosegue la nota, si è chiuso il 'tavolo' con il ministro Raffaele Fitto con la sottoscrizione di un accordo che permette la solidarietà interregionale "ma anche di evitare lo scippo dei fondi regionali destinati alla formazione (Fse) ed al Fas, ottenendo sia la riassegnazione alle Regioni delle risorse bloccate per colpa della legge 133/2008 con vincolo di territorialità sia la nettizzazione dei fondi comunitari per il 2008 (cioé evitando le sanzioni per il mancato rispetto del patto di stabilità interno)". "L'accordo - ha affermato Cersosimo - consentirà finalmente di utilizzare 8 miliardi di euro, di cui 2,65 direttamente di parte regionale, per fare fronte alla cassa integrazione in deroga. Le Regioni, in realtà, si impegnano molto di più per gli aiuti ai lavoratori, in quanto anche la quota nazionale aveva come destinazione interventi territoriali. Ma siamo molto soddisfatti in quanto abbiamo rimesso sul binario corretto la proposta iniziale del Governo che non teneva conto degli obblighi europei, del mix tra politiche attive e passive del lavoro, della provenienza territoriale delle risorse, dei precedenti interventi normativi del tutto illegittimi sui Fondi per le Aree Sottoutilizzate verso cui la Regione Calabria aveva ricorso alla Consulta". "Ci siamo battuti - ha aggiunto - per introdurre nell'accordo un meccanismo che consenta alla Calabria di riavere le risorse bloccate al 31 maggio 2008, che il Cipe ci aveva assegnato per la programmazione 2000/2006 del Fondo aree sottoutilizzate, circa 300 milioni di euro di investimenti per la Calabria. Visto che con una nuova delibera Cipe il Governo intendeva riprogrammare 1.200 milioni non impegnati finora dalle Amministrazioni centrali abbiamo chiesto parità di trattamento. Richiesta che è stata accettata ed inserita nel testo dell' accordo". Infatti, è scritto nella nota, "l'articolo 6-quater della legge 13312008 aveva bloccato al 31 maggio le risorse regionali per il Fas della programmazione 2000-2006, mentre la legge è entrata in vigore il 2l agosto. Al di là dell'illegittimità giuridica della norma, contestata dalla Calabria con un ricorso alla Corte Costituzionale, anche dal punto di vista tecnico la 'vacatio' ha creato enorme confusione. Infatti, nel corso dei mese di giugno, luglio e agosto la Giunta regionale della Calabria aveva approvato 14 proposte di Accordo di programma quadro per un valore complessivo di circa 332 milioni di euro a valere, principalmente, sulle risorse delle delibere Cipe n. 35/2005 e n. 3/2006, da stipulare con il ministero dello Sviluppo Economico ed altre amministrazioni centrali competenti per settore. Quattro di queste hanno anche finito l'iter dell' Apq prima del 21 agosto 2008". "Devo dire - ha sostenuto Cersosimo - che l'assidua partecipazione della Calabria a tutti i tavoli tecnici e politici di questo confronto ha contribuito attivamente ad arrivare alla proposta unitaria delle Regioni, rafforzandone la posizione durante la trattativa con il Governo, senza divisioni tra Sud e Nord. Nonostante le diversità dei bisogni imposti dalla crisi economica ai sistemi produttivi locali abbiamo contrastato in maniera unitaria ed equilibrata, secondo una giusta strategia di solidarietà, l'assalto del Governo alle risorse destinate agli investimenti ed allo sviluppo del territorio. E' così che abbiamo potuto rimettere in discussione anche lo 'scippo' di una parte delle risorse regionali del Fas e la corretta ripartizione dell' 85% e del 15% al Centro-Nord". Un altro positivo risultato ottenuto nella notte dal 'tavolo' di confronto con il Ministro, è scritto nella nota, è stato l'impegno del Fondo Sociale Europeo per azioni combinate di politica attiva e di completamento del sostegno al reddito per le persone beneficiarie dei trattamenti in deroga, attraverso programmi formativi gestiti dalle Regioni. "Il ruolo della Regione Calabria, in difesa delle prerogative istituzionali del FSE - ha sostenuto Cersosimo - è stato importantissimo. Infatti, l'obiettivo comunitario della formazione è senza dubbio ancora più necessario da raggiungere proprio nei momenti di crisi economica quando la manodopera deve quali-ficarsi e riconvertirsi per essere pronta all'impiego nel momento della ripresa, che dovrebbe ripartire a fine 2010". Infine, anche la quota di spesa corrente del FSE nel 2009 sarà esclusa dal patto di stabilità interno che le Regioni sono obbligate ad osservare.

Le Regioni determinanti. I governatori delle Regioni italiane sono soddisfatti: la sigla dell'accordo sul finanziamento degli ammortizzatori sociali in deroga, arrivata ieri notte, al quale hanno lavorato per giorni insieme al Governo, dimostra la loro serietà e al tempo stesso la disponibilità nel contribuire a risolvere i problemi dei lavoratori in questo momento difficile. E' un accordo "molto alto" quello ottenuto la notte scorsa perché "dimostra come sia maturato in questi anni il rapporto fra Stato e Regioni", commenta Roberto Formigoni, presidente della Lombardia. "In qualche modo - sostiene Formigoni - è passato il modello lombardo, sostenuto anche da altre Regioni, di integrazione tra ammortizzatori sociali e fondi per la formazione: cercheremo di trarre il bene dal male affinché, passata la buriana, i lavoratori possano essere reinseriti nel ciclo produttivo con una specializzazione più alta". Il presidente della Conferenza delle Regioni, Vasco Errani, pur prendendo atto "del ringraziamento che il Governo ha rivolto alle Regioni" nel corso di una conferenza stampa che si é svolta stamane a Palazzo Chigi per illustrare l'accordo, non nasconde che avrebbe preferito che "l'accordo fosse presentato in una conferenza stampa congiunta. Ma ciò che importa è la sostanza - prosegue Errani - e la sostanza è che questo accordo mette finalmente un punto fermo nelle politiche pubbliche anti-crisi. Le Regioni responsabilmente e con determinazione hanno contribuito a questo esito presentando una proposta unitaria, avanzando una disponibilità finanziaria concreta, e dicendo mesi fa che una seria strategia anti-crisi aveva bisogno di una forte mobilizzazione di risorse nazionali". "La Provincia autonoma di Bolzano ha già avviato un programma anticrisi che prevede corsi di formazione per operai e dipendenti in cassa integrazione", fa sapere il governatore altoatesino Luis Durnwalder. Punta al senso di responsabilità il presidente della Provincia autonoma di Trento, Lorenzo Dellai: "mi pare un buon accordo anche perché evidenzia l'alto senso di responsabilità delle Regioni. In questo senso le Regioni stanno fornendo il proprio contributo solidale". Per Augusto Rollandin, presidente della Valle d'Aosta, l'accordo è importante "dato che anche in Valle d'Aosta stiamo registrando un alto e crescente ricorso alla cassa integrazione". "L'accordo sugli ammortizzatori sociali in deroga con il governo sembra accettabile. E' un bene che si chiuda perché è urgentissimo", sottolinea Mercedes Bresso, che guida la Regione Piemonte. Il presidente della Regione Liguria Claudio Burlando esprime "forte soddisfazione" per il raggiungimento dell'accordo. Per Claudio Martini, presidente della Toscana, quella raggiunta "é un'intesa fortemente voluta dalle Regioni che ripetutamente hanno chiesto al Governo di non procedere in maniera unilaterale, ma di fare squadra sulle politiche anticrisi e sugli ammortizzatori sociali. Le Regioni non si sono sottratte". L' accordo "é frutto del grande senso di responsabilità dimostrato dalle Regioni italiane", evidenzia il presidente dell'Umbria, Maria Rita Lorenzetti, - presente alla "notte dell'accordo" - secondo la quale le Regioni hanno adottato uno 'stile' diverso da quello ministeriale. "Abbiamo saputo dimostrare con i fatti che le Regioni sono tutt'altro che quei centri di spreco e sperpero del denaro pubblico, come in alcune circostanze ha voluto insinuare il ministro Sacconi, mettendo, con le sue affermazioni, a repentaglio il raggiungimento dell'intesa". "L'intesa dimostra che una collaborazione istituzionale responsabile garantisce risposte alla crisi veloci, concrete e integrate, per la difesa di lavoratori e imprese", sottolinea il presidente delle Marche Gian Mario Spacca, Per Gianni Chiodi, governatore dell'Abruzzo, è un accordo "innovativo, che premia il senso di responsabilità delle Regioni e le scelte del governo Berlusconi di far fronte con misure oggettive alla grave crisi economica mondiale". "Le Regioni, in sinergia col Governo, possono ora svolgere un ruolo più incisivo nel sostenere i lavoratori e le imprese colpite dalla recessione e investire nuove risorse per gli ammortizzatori sociali", osserva Antonio Bassolino, presidente della Regione Campania. Il governatore del Molise, Michele Iorio e quello della Calabria, Agazio Loiero, mettono in risalto il ruolo assunto dal sud. "Le Regioni del Mezzogiorno dimostrano una grande solidarietà nazionale, mettendo a disposizione molte risorse loro e altre che avrebbero avuto un significativo impatto sul territorio", evidenzia Loiero. E per Iorio "le Regioni hanno svolto un ruolo importante ed il Meridione avrà una posizione e un ruolo anche esso rilevante".

 

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