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Sanità, dibattito infinito

 

Sanità, Loiero difende le sue scelte “Il polo oncologico o diventa Irrcs o si cambia”. Trematerra "Da Report verità spiacevoli"

28 apr 09 "Vorrei che fossero chiare alcune cose su questa storia del Polo Oncologico di Germaneto di Catanzaro che, a quanto vedo, scatena molte passioni. Intanto che è un luogo di cura importante di cui la Calabria aveva necessità, che ha consentito di abbattere i costi dell'emigrazione sanitaria e ha mitigato il calvario di molti pazienti. Già basterebbe questo per mettere tanti a tacere". A sostenerlo è il presidente della Regione Agazio Loiero. "Poi - ha proseguito - che il mandato affidato al management, mandato che si trova già nelle linee guida del Piano sanitario approvate dalla Giunta, è quello dell'integrazione con l'ospedale Pugliese per creare una rete oncologica regionale. Ancora: che tutti gli organi che guidano la Fondazione Campanella, dal consiglio di amministrazione, al direttore generale, dal direttore scientifico a quello amministrativo, svolgono il proprio incarico a tutolo gratuito. E infine che, lo avevo detto anche a 'Report' ma nell'economia della trasmissione non è andato in onda, o diventa IRRCS o si cambia registro". "Potrei aggiungere ancora - ha sostenuto Loiero - che questa Giunta e questa maggioranza non è responsabile dell'accordo tra Stato e Regione: è stato firmato da Girolamo Sirchia, ministro del governo Berlusconi, dal presidente della Regione Giuseppe Chiaravalloti, da quello della Provincia Michele Traversa e dal sindaco di Catanzaro dell'epoca Sergio Abramo, tutti di centrodestra, assieme al compianto rettore Salvatore Venuta, il quale è stato il primo direttore scientifico della Fondazione Campanella nata per realizzare il 'Polo oncologico di eccellenza'. E perché tutto sia chiaro fino in fondo, aggiungo che quell'accordo siamo stati obbligati a rispettarlo, tanto che l'Università, che ritiene le siano dovuti 25 milioni di euro, cioé quanto prevedeva come erogazione iniziale lo Stato, a fine dicembre 2006 ha promosso un'azione per pignorare alla Regione quei soldi. Il contenzioso è ancora in atto in quanto, tramite l'avvocatura dello Stato, ci siamo opposti". "Così - ha proseguito il Presidente della Regione - stanno le cose sotto il profilo amministrativo. Sul resto, al di là dell'aspetto assistenziale che tutti giudicano all'avanguardia, sarà il rettore dell'Ateneo catanzarese, Francesco Saverio Costanzo, direttore scientifico della Fondazione, a dare eventuali risposte sullo stato della ricerca che è stata portata avanti, sui risultati, sulle prospettive. Ma non vorrei, é questa la mia preoccupazione, che si approfittasse della drammatica contingenza del settore sanitario nella regione di cui siamo stati noi a volere chiarezza sui conti e sulle disfunzioni, per buttare l'acqua sporca assieme al bambino. Non vorrei che, sotto sotto, ci sia una manovra per privare la Calabria di un luogo di cura finora da tutti apprezzato, che si voglia ancora far commercio del dolore dirottando i pazienti in altri centri, magari fuori regione, aggravando così i costi sociali e i bilanci pubblici". "Voglio ricostruire, per tappe principali - ha sostenuto Loiero - la vicenda del 'Polo Oncologico' di Catanzaro perché é giusto che i calabresi sappiano. Esso nasce a seguito di un'intesa del 5 giugno 2002 (governo Berlusconi a Roma, governo Chiaravalloti a Catanzaro). Tale intesa, firmata come ho detto da Sirchia, Chiaravalloti, Traversa, Abramo e Venuta, recepisce l'accordo di programma stralcio per l'istituzione di un 'Polo Oncologico di eccellenza' nella città di Catanzaro. Il protocollo prevede l'erogazione di quasi 26 milioni di euro per l'acquisto di nuove tecnologie di cui solo un milione e 300 mila a carico della Regione. Nel novembre 2004 la Giunta (presidente Chiaravalloti, assessore Luzzo, unico astenuto Zavettieri) approva il protocollo d'intesa che vincola la Regione nei confronti dell'Università, e riconosce 25 milioni di euro per macchinari già acquistati, oltre a un contributo fisso all'anno di 50 milioni di euro". "Questa - ha proseguito Loiero - è la situazione che la mia Giunta ha ereditato e l'onorevole Nicola Adamo ricorderà, perché ancora ne faceva parte, quanto sia stato difficile contrattare modifiche a quel protocollo, il conflitto che oppose la Regione all'Università, e la 'rivolta' del mondo accademico. I primi nodi già allora sono venuti a galla. I soldi del Governo non possono finanziare spese per macchinari fatte prima. Servono le gare. E' il primo debito a cui la Regione avrebbe dovuto far fronte ma il contenzioso è ancora in atto. Anche sul finanziamento annuale c'é un'interpretazione diversa. La Regione sta pagando solo per spese documentate e sono cifre lontane dai 50 milioni di euro previsti, come lamentano gli stessi amministratori della Fondazione". "L'accordo - ha concluso Loiero - prevede, infine, tre anni di tempo per chiedere il riconoscimento del 'Polo' come IRRCS. Rispetto al 2007 la scadenza è slittata perché il centro è stato, di fatto, avviato in ritardo. Ma l'obiettivo resta. O si diventa IRRCS o la Regione farà altre scelte. Come avevo detto anche a 'Report'"

Borrello e Pacenza “Accorpare Polo Oncologico e Mater Domini”. "E' assolutamente da condividere e promuovere, già in sede di approvazione della legge sul ripiano del disavanzo sanitario, la proposta di Adamo volta a trasferire tutte le funzioni del Polo Oncologico (Fondazione Tommaso Campanella) all'Azienda Universitaria Mater Domini". Lo affermano in una nota congiunta il vicepresidente del Consiglio regionale Antonio Borrello e il consigliere regionale (Pd) Franco Pacenza. "Solo così - aggiungono - è possibile rendere, ancor più qualificata ed efficiente, l'attività di assistenza e ricerca che in ambito sanitario viene assicurata con buoni risultati presso la struttura. E' stato davvero demenziale pensare, da parte della Giunta Chiaravalloti, che uno strumento così importante potesse essere governato e gestito da una Fondazione di natura privatistica, alimentata esclusivamente con ingenti risorse pubbliche e svincolata, di fatto, da ogni controllo di merito. Il servizio di 'Report' ha potuto sorprendere solo i distratti, e non quanti hanno più volte, ieri ed oggi, già in sede di dibattito sul piano sanitario 2004, tentato di far riflettere su una situazione che, sul piano prettamente gestionale-amministrativo, ha da subito suscitato perplessità e inquietudine, successivamente confermate dalla relazione Riccio-Serra". "La politica calabrese - concludono Borrello e Pacenza - non può più sottrarsi al dovere di esaltare le peculiarità sanitarie di elevatissimo spessore assistenziale che il Polo Oncologico è in grado di esprimere a beneficio dei tantissimi pazienti affetti da patologie neoplastiche. Questa funzione può meglio essere realizzata se si decide di farla rientrare nel più congeniale ambito universitario, dove è sicuramente più agevole intensificare e potenziare l'insostituibile aspetto della ricerca scientifica"

Trematerra “Da report verità spiacevoli”. "Report, con la sua inchiesta sulla sanità, ha avuto il merito di mettere a nudo verità spiacevoli che fanno a pezzi l'immagine della Calabria, ma che tutti noi dobbiamo avere il coraggio di affrontare". Lo afferma in una nota il capogruppo dell'Udc, Michele Trematerra. "La proposta di Nicola Adamo - prosegue - di chiudere la Fondazione Tommaso Campanella, dopo la denuncia di Report, è poco convincente. Non perché si voglia, lungi da noi, tenere in vita un contenitore privo di ogni contenuto, come purtroppo milioni di italiani hanno potuto verificare l'altra sera. Ma perché se si coglie a piene mani l'inefficienza dei livelli apicali, politici ed amministrativi, non per questo l'idea di creare un grande polo di eccellenza nell'oncologia deve essere buttata con l'acqua sporca. Il sottoscritto, in temi non sospetti, esattamente il 14 dicembre del 2006, assieme ad altri consiglieri dell'opposizione, ha siglato, proprio sulle problematiche della Fondazione Tommaso Campanella, una mozione cui la Giunta regionale non ha mai dato risposte. Si asseriva nella mozione che 'i servizi richiesti ogni giorno dal paziente oncologico, i presidi fondamentali per la cura dei tumori, la disponibilita' di tecnologie d'avanguardia presenti solo nel Centro oncologico e l'impiego di un numero adeguato di medici e professionisti sanitari, sono quotidianamente pregiudicati dalla cattiva amministrazione della Fondazione Campanellà. Ed anche che 'i vertici della Fondazione Campanella non si sono dimostrati in grado di garantire l'efficiente funzionamento della macchina gestionale. Ma da parte della Giunta regionale e dei suoi assessori alla Sanità mai una risposta. Trovo, personalmente, inutile, giunti a questo punto, proporre, sic-et simpliciter, l'accorpamento della Fondazione Campanella nella Mater Domini, tra l'altro amministrata dallo stesso dottor Belcastro, che dopo anni di posizione verticistica alla Fondazione ha saputo solo balbettare dinanzi al giornalista di Report'". "Se si vuol essere seri, al contrario, occorre porsi domande - aggiunge Trematerra - più corpose. Cosi, prima di decidere il da farsi, occorre chiedersi: quali risultati ha fruttato l'ingente spesa pubblica riversata finora nella Fondazione Campanella? Come, nel dettaglio, è stata amministrata la Fondazione? Come sono stati utilizzati i soldi dei calabresi? Come, dove e perché si sono aperte falle e incongruenze? E inoltre: perché si è atteso quasi un'intera legislatura, che ha visto più assessori alla sanità, per prendere in considerazione le domande che erano formulate nella nostra mozione? Dinanzi al disastro andato in onda l'altra sera, perché la politica ha atteso che la situazione degenerasse cosi violentemente?". " Buttare via tutto adesso - conclude - senza aprire un dibattito che ci aiuti a capire se il progetto è ancora valido, mi pare sbagliato" .

Esistono anche buoni esempi. Un esempio di buona sanità in Calabria. A segnalarlo è un abitante di Vaccarizzo Albanese, Antonio Durante. "Quella che sembrava per mia moglie, Giuseppina Amato, una normale gravidanza di nove mesi - ha sostenuto Durante - nella notte del 2 aprile scorso, giorno di San Francesco di Paola, ha rischiato di trasformarsi in tragedia a causa di una improvvisa ed imprevista emorragia interna. Soltanto la perizia, l'abilità e la dedizione della ginecologa Giulia Cerenzia dell'Ospedale Beato Angelo di Acri hanno permesso alla mia famiglia di continuare a sorridere e gioire per la nascita di Matteo e a mia figlia di poter conoscere il fratellino tanto atteso". "In quella occasione, avendo assistito personalmente al parto - ha aggiunto Durante - ho potuto apprezzare l'intera equipe ed il reparto di ginecologia diretto dal primario Pietro Verra. Ho appreso che nel reparto di ginecologia di Acri è notevolmente cresciuta la natalità anche grazie all'apprezzamento diffuso nell'intero territorio, da Corigliano ai paesi arbereshe, nei confronti della dottoressa Cerenzia". "Vorremmo - ha concluso - che questo esempio fosse da stimolo per tanti altri professionisti e per noi calabresi anche motivo di fiducia verso la nostra sanità regionale"

 

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