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Sanità:Il Consiglio regionale approva il piano di rientro

 

Il Consiglio regionale approva il piano di risanamento della sanità. No di De gaetano. Opposizione esce dall’aula

30 apr 09 Il consiglio regionale ha approvato a maggioranza la proposta di legge della Giunta regionale per il risanamento del deficit della sanità. Al momento del voto, oltre ai consiglieri dell'Udc, Pasquale Tripodi e Francesco Talarico, con una dichiarazione di voto ha espresso il proprio orientamento contrario al piano della maggioranza anche il capogruppo del Partito della Rifondazione comunista, Antonino De Gaetano. De Gaetano, che è anche segretario regionale di Rifondazione, ha criticato la maggioranza di centrosinistra che aveva respinto un suo emendamento con il quale si stabiliva che il ticket sanitario sui farmaci dovesse essere applicato solo a coloro i quali percepiscono oltre 24 mila euro di reddito l'anno.

Le priorità. Il piano di rientro dal debito della sanità approvato stasera dal Consiglio regionale, fissa alcune linee prioritarie di intervento, con l'indicazione di sei obiettivi. Il primo riguarda il riordino dei sistemi informativi e dell'area di controllo, con la creazione di una task force regionale, predisposta dai dipartimenti Sanità e Bilancio, per l'uniformità dei sistemi e principi contabili ed il controllo di gestione, con appendici presso gli uffici di ragioneria delle Aziende. Inoltre, è prevista anche la creazione di un coordinamento regionale sulle attività degli uffici legali delle Aziende sanitarie. Il secondo obiettivo indicato dalla Giunta regionale riguarda la razionalizzazione della spesa farmaceutica, il sistema di erogazione dei farmaci, la centralizzazione delle gare d'appalto, la verifica dell'appropriatezza delle prescrizioni, l'aumento dell'utilizzo dei farmaci generici, la standardizzazione del prontuario farmaceutico ospedaliero e l'introduzione di ticket con effetto di calmiere sui consumi. Il terzo obiettivo persegue la razionalizzazione delle procedure di acquisto di beni e servizi. In particolare: la realizzazione di un osservatorio dei prezzi, l'effettuazione degli acquisti in forma aggregata, il tetto di spesa agli accreditamenti al valore del 2008 e la verifica dei contratti prorogati o scaduti. Il quarto obiettivo è dedicato al contenimento della spesa per il personale, con l'imposizione di tetti di spesa, di controlli sul fenomeno dell'esternalizazzione dei servizi. Al quinto obiettivo è stata incardinato il riordino della rete ospedaliera. Sono previsti potenziamenti tecnologici e strutturali degli ospedali pubblici che assicurano il rispetto delle regole di qualità e sicurezza; la dismissione o riconversione degli ospedali pubblici e privati che non assicurano il rispetto delle regole di qualità e sicurezza; la creazione di rete con il sistema dell'ospedalità privata, previa determinazione delle prestazioni da acquistare, in regime di complementarietà e previsione di rigidi tetti di spesa; la riorganizzazione della rete delle strutture eroganti prestazioni specialistiche e di diagnostica di laboratorio; il miglioramento del sistema di autorizzazione/accreditamento del privato; la riduzione della mobilità passiva extraregionale. Infine, al sesto obiettivo, c'é il riordino della rete territoriale, riorganizzando le cure primarie, definendo i criteri di appropriatezza delle prestazioni, potenziando la rete di diagnostica e di assistenza primaria e di assistenza domiciliare, contenendo la spesa specialistica ambulatoriale, riorganizzando l'assistenza riabilitativa, lo sviluppo dell'assistenza domiciliare integrata e la dismissione dei beni immobili non strumentali.

Loiero “Un debito accumulato da altri”. "Il buco della sanità è tutta opera nostra? Non sta né in cielo, né in terra". Lo ha sostenuto il presidente della Giunta regionale, Agazio Loiero, concludendo il dibattito in Consiglio sul Piano di risanamento finanziario del comparto sanitario. "L'80% del debito - ha proseguito - è addebitabile agli anni pregressi, quando altri governavano, come testimonia il lavoro dell'advisor che io ho voluto e che il Governo ha scelto e nominato. Ma il centrosinistra, noi, ha deciso di farsi carico, di confrontarsi con il governo nazionale". Loiero ha poi detto che "Report è andata malissimo, ma la Regione Calabria non può essere demonizzata quando è pronta a riprendere un cammino virtuoso". Inoltre, parlando della Fondazione Campanella, il Presidente della Regione ha sottolineato di essersi trovato dinanzi ad un protocollo d'intesa frutto di anni precedenti, "ma questo non mi impedisce di dire, e ringrazio Antonio Acri per il suo intervento, che in quel centro si offrono prestazioni terapeutiche di assoluta qualità. Ma cosa ha indotto oggi la minoranza ad abbandonare l'Aula? Forse la recente riunione con Scopelliti? Ma qualcuno pensa che il bubbone della sanità dovrei accollarmelo da solo?". Loiero, nel prosieguo del suo intervento, ha voluto "ringraziare i colleghi Talarico, Trematerra e Pasquale Tripodi per il senso delle istituzioni dimostrato, rimanendo in Aula, in un momento in cui il Governo nazionale ci ha massacrati togliendoci ingenti risorse che invece Prodi ci aveva affidato, come il finanziamento per i forestali, nonostante il parere contrario di Padoa Schioppa. E allora dico alla minoranza, che ho incontrato tante volte anche in assenza di esponenti della maggioranza: tornate al tavolo della discussione. In mano abbiamo risorse europee da investire per la sanità, con un sereno confronto per costruire qualcosa di utile per i calabresi". Il Consiglio regionale, subito dopo l'intervento di Loiero ha avviato l'esame del provvedimento di rientro della spesa sanitaria. .

Centrodestra abbandona l’aula per protesta. I consiglieri regionali di centrodestra hanno abbandonato l'aula in segno di protesta. Il dibattito sulla sanità sta proseguendo con i consiglieri di maggioranza e quelli dell'Udc. La protesta del centrodestra, che ha annunciato una conferenza stampa per martedì prossimo, è motivata con la decisione della maggioranza di respingere la proposta del consigliere Francesco Galati, a nome dei gruppi dell'opposizione, di assegnare la proposta di legge sul Piano di rientro licenziata dalla Giunta regionale alla Commissione competente. "I gruppi consiliari dell'opposizione del Popolo delle Libertà hanno stigmatizzato il metodo, illegittimo ed antidemocratico, adottato dalla maggioranza di centrosinistra rispetto alla proposta di legge di iniziativa della Giunta regionale che contiene il Piano di risanamento della sanità calabrese". E' quanto scrivono gli stessi consiglieri in un documento. "L'abbandono dall'Aula da parte dell'opposizione - prosegue il documento - è dovuto alla pervicace azione della maggioranza che ha negato l'opportunità di affrontare in maniera più approfondita e compiuta in Commissione i contenuti del progetto di legge afferente il risanamento del deficit sanitario". "E' stata quindi negata - affermano i consiglieri del Pdl - la possibilità di dare un contributo efficace per superare la gravissima crisi che vive la nostra sanità regionale. Dinanzi a tale atteggiamento, che mortifica il libero confronto istituzionale, chiariremo ai calabresi sin dai prossimi giorni il nostro pensiero fortemente critico rispetto alle indicazioni della Giunta regionale, e ci assumeremo le responsabilità di indicare le vere cifre di questo marasma che rende insicuri cittadini ed operatori sanitari". "Oggi - prosegue il documento - da parte del centrosinistra calabrese, si è scritta una pagina che resterà indelebile per la stessa democrazia partecipativa e per il rispetto che i cittadini di questa regione devono avere dalla loro massima istituzione. Sono passati quattro anni senza che uno solo degli obiettivi fissati dalla Giunta regionale fossero raggiunti, a fronte di un responsabile atteggiamento di disponibilità da parte dei gruppi di opposizione". "I tempi, adesso - conclude il documento dei gruppo del Pdl - sono veramente ristretti e confliggono con le inadempienze finora accumulate. Faremo una opposizione severa e senza sconti per tutelare gli interessi della Calabria e, soprattutto, garantiremo il nostro impegno per una sanità efficiente e vicina ai cittadini"

Morelli “Approssimazione ed inadeguatezza”. "Il progetto di legge che oggi è stato sottoposto alla approvazione del Consiglio regionale e che ha determinato l'abbandono dell'Aula da parte di noi Consiglieri del Pdl, è segno eloquente della ulteriore approssimazione ed inadeguatezza dell'azione politica dell'esecutivo regionale". E' quanto ha dichiarato, in un comunicato, il consigliere del Pdl Franco Morelli. "E' fin troppo noto in tutta Italia - prosegue Morelli - lo stato in cui versa la Sanità in Calabria e l'ultima trasmissione di Report di domenica scorsa ha evidenziato a dir poco una situazione paradossale. Infatti, il disavanzo di gestione per il 2008 è certamente superiore a 159 mln. Lo stesso presidente Loiero ha dichiarato che le cifre sono ancora 'presumibili' ed è la stessa Giunta che nel corpo della Delibera di progetto di Legge considera 'inaffidabile il dato contabile delle Aziende'. Il testo stesso nella sua interezza risulta essere solo ed esclusivamente una delibera di intenti e di enunciazioni che certificano comunque la insussistenza di atti concreti che avrebbero dovuto e potuto concretarsi in questi 4 anni di passata legislatura". "La proposta di provvedimento legislativo, al di là della politica politicante - sostiene ancora Morelli - rappresenta solo la richiesta, in cogenza e sfruttando solo la drammatica situazione, di una vera e propria delega in bianco alla giunta all'aggravio delle imposizioni fiscali certe (Irpef e Irap) e risulta veramente preoccupante quando si afferma che il ripiano può avvenire 'mediante ogni altra risorsa'. In un clima di tale approssimazione , infatti, ci preoccupa molto pensare che le misure che si intendono apportare siano l'aumento dell' addizionale regionale all'imposta sul reddito delle persone fisiche, essendo già tra i più alti d'Italia e la reintroduzione del ticket sulla distribuzione dei farmaci e sulla erogazione di determinate prestazioni sanitarie che la Giunta sarà chiamata a reintrodurre o rimodulare". "Per quattro anni, sempre nel rispetto dei ruoli di maggioranza e opposizione, nel solo esclusivo interesse della Calabria e dei calabresi - sottolinea ancora Morelli - abbiamo ricercato a fatica le positività proposte ma, ora, obiettivamente non si può contribuire a determinare lo sfascio già in atto, ovvero, siamo perfettamente consapevoli di non poter credere in alcuna azione di rientro sia per la inadeguatezza già ampiamente mostrata dall'esecutivo regionale e sia per il brevissimo tempo a disposizione. Giova ricordare infatti di essere già in tempi di clima preelettorale per cui difficilmente questo Esecutivo regionale sarà in grado di controllare, tagliare, razionalizzare alcunché, per cui si arriverà, facile previsione, al maggio del 2010 con il deficit sicuramente aggravato". "D'altra parte - sostiene ancora il consigliere regionale del Pdl - il Governo regionale è in netta contraddizione: da un lato predica il rigore della spesa, l'accertamento dei costi, il monitoraggio e controllo; dall'altra ad esempio, avalla la proposta della direzione della Azienda Sanitaria di Cosenza affrontando l'annoso problema della Cardiochirurgia con l'assunzione di 5 cardiochirurghi,ovviamente, il tutto, trascurando una soluzione a costo zero prevista da una proposta di Convenzione con la struttura accreditata del S. Anna di Catanzaro. Se questa è una delle soluzioni individuate per garantire il benessere e la qualità dei servizi ai cittadini,non ci si sente di condividere alcuna scelta incomprensibile, totalmente lontana dalla applicazione dei parametri di redditività, efficacia ed efficienza della sanità. E' facile prevedere, in un simile scenario, come molto presumibile infatti sia il rischio, che sui calabresi ricada una doppia iattura a causa delle inadempienze, omissioni, e assenza di fattive scelte inderogabili: oggi, il pessimo servizio sanitario regionale, domani, l'ulteriore aggravio di tasse e balzelli" .

Adamo “Un piano di qualità”. "Quella di oggi è un'autentica prova di maturità e responsabilità istituzionali: la legge per il rientro dal disavanzo della sanità può definirsi come il provvedimento più avanzato e di qualità che abbia mai prodotto una regione italiana". A sostenerlo è stato il capogruppo del Pd Nicola Adamo nel suo intervento in aula nel corso del dibattito sul piano di rientro del deficit della sanità. "Il disegno proposto dalla Giunta regionale integrato dalle proposte emendative del Gruppo del Pd - ha aggiunto - configura norme efficaci dal forte carattere riformista. E' prevalsa nel Consiglio regionale una linea che assume il piano di rientro come una opportunità per razionalizzare e qualificare il servizio sanitario ed avvicinarlo sempre più alle domande di cura del cittadino. Non 'lacrime e sangue', ma rigore per elevare la qualità e l'efficienza. La stessa attivazione di misure fiscali aggiuntive avviene in maniera socialmente equa, tutelando le fasce sociali più deboli. Ma ancora più importante, non si chiedono sacrifici alle tasche dei calabresi per coprire debiti pregressi senza dare in cambio un miglioramento del servizio". "Alla luce di questa legge - ha sostenuto Adamo - si potrà pervenire, subito dopo il Piano di rientro, ad un nuovo Piano sanitario che cancella le sacche di malasanità e potenzia i servizi ospedalieri e territoriali. La legge è rigorosa anche per l'attivazione di efficienti controlli sull'appropriatezza delle prestazioni e sulle gestioni aziendali. Insomma, con questa legge la Calabria può alzare la voce anche a Roma. Infatti, sarebbe ora che il Governo nazionale invece di minacciare commissariamenti dal sapore elettoralistico, si assumesse le proprie responsabilità riconoscendo alla Calabria quanto le è dovuto per garantire i livelli essenziali di assistenza". "Oggi - ha concluso Adamo - alla Calabria viene corrisposta la quota pro-capite più bassa d'Italia. Mentre per altre Regioni lo Stato si è fatto carico quasi per intero di ripianare i disavanzi con spesa aggiuntiva e straordinaria, ad oggi il Governo nazionale per la Calabria non ha assunto alcun impegno finanziario certo"

Ultimatum del Governo. Il Governo ha spedito alla Regione Calabria una notifica che fissa la data odierna come ultimativa per l'approvazione della legge di risanamento della sanità, pena il commissariamento formale. Il dato è stato reso noto nel corso del dibattito sulla sanità in corso al Consiglio regionale che sta discutendo il piano di rientro dal debito di settore. "Ritengo - ha detto il presidente dell'assemblea Giuseppe Bova - che il Consiglio regionale abbia la capacità di esprimersi assieme alla dignità ed alla forza democratica di non farsi commissariare da nessuno". Bova ha anche chiarito che non vi è stata alcuna violazione regolamentare ricordando che la trattazione dell'argomento era stata oggetto di discussione nella Conferenza dei capigruppo, sede in cui era stata affermata la necessità di affrontare comunque entro il 30 aprile la legge proposta dalla Giunta regionale.
Naccari “Richiesta del Governo assurda”. "Alla Regione è pervenuta la diffida a provvedere al rientro per una cifra di circa 300 milioni di euro. Una richiesta assurda, frutto di una procedura irrituale ed illegittima, che arriva con un preavviso di appena 12 ore per gestioni riferite agli anni passati". Lo afferma l'assessore regionale Demetrio Naccari Carlizzi sulla diffida del governo ad approvare la legge per il risanamento della sanità entro oggi. "Questo - aggiunge - da parte di un Governo che ha depredato il Mezzogiorno di molte sue risorse; che ha approvato il Federalismo fiscale con le conseguenze negative che questo avrà nel lungo periodo; utilizzato i Fondi Fas per il pagamento delle multe sulle quote latte; creato enormi buchi nei bilanci dei Comuni, con l'abolizione dell'Ici sulla prima casa; stornato i fondi Fintecna per circa 350 milioni di euro per strade provinciali. Unico intervento del Governo per il Mezzogiorno, i finanziamenti alla città di Catania, per coprire le conseguenze di una inaffidabile gestione". "E' un comportamento inaccettabile - prosegue Naccari Carlizzi - che spiega forse la scelta del centrodestra di abbandonare l'Aula, dove invece sarebbe stata chiamata a dar conto e magari chiedere al Governo l'applicazione delle leggi così come avviene per le altre regioni italiane. E poi, perché i gruppi di opposizione del PdL non dicono chiaramente cosa c'é che non va del piano di risanamento: Il riordino dei sistemi informativi e dell'area di controllo? Il governo della spesa farmaceutica? La razionalizzazione delle procedure di acquisto di beni e servizi? Il contenimento del costo del personale?". "Il riordino - conclude - della spesa ospedaliera? Il riordino della rete territoriale? Cosa sarebbe successo se avessimo intimato alla città di Reggio di rientrare rispetto al deficit nei trasporti. La verità è che noi, al contrario di altri, abbiamo rispetto per le istituzioni e per le scelte amministrative"

Il dibattito. In apertura del dibattito sulla sanità in Consiglio regionale è intervenuto Antonio Acri (Pd), che ha difeso l'attività del Centro oncologico di Germaneto, "di cui bisogna valutare attentamente - ha detto - i dati e l'assistenza finora fornita a centinaia di calabresi affetti da gravi patologie che lì si fanno curare efficacemente". Acri ha sottolineato il "pericolo di farsi prendere dalla smania di distruggere ogni cosa senza una verifica puntuale di questa vera struttura di eccellenza della sanità calabrese". Subito dopo è intervenuto, a nome dei gruppi dell' opposizione, il consigliere Francesco Galati che ha chiesto che la proposta di legge sul Piano di rientro licenziata dalla Giunta regionale fosse assegnata alla Commissione competente. La proposta di Galati è stata però respinta dalla maggioranza.
Franco Talarico, dell'Udc, ha sostenuto che "il Piano di risanamento della Sanità proposto dalla Giunta regionale non può essere condiviso". "Dopo quattro anni di inutili tentativi e richieste esplicite di approvazione del Piano sanitario regionale - ha proseguito - adesso, sotto la spada di Damocle del commissariamento, si cerca di porre rimedio ad una situazione di straordinaria difficoltà che è sotto gli occhi di tutti i calabresi". "Abbiamo preannunciato voto contrario - ha sostenuto Talarico - alla proposta di legge, pur rimanendo in aula per attestare la nostra volontà di contribuire a migliorare la sanità calabrese, poiché il risanamento finanziario non può pesare sul fronte delle entrate, sulle tasche sempre più leggere di famiglie ed imprese calabresi. Occorreva invece razionalizzare la spesa, non per obiettivi generali, ma incidendo i veri nodi dei disservizi e degli sprechi nella sanità. Il quadro impietoso dei servizi sanitari reso noto dai mass media nazionali, imporrebbe, invece, più coraggio e determinazione per tagliare i rami secchi e pericolosi. In questi anni, purtroppo, si è passati da un rinvio all'altro, approvando, di converso, due provvedimenti che hanno ulteriormente aggravato la sanità calabrese, quali l'abolizione indifferenziata del ticket e l'accorpamento delle Asl, impoverendo così i servizi sul territorio. Il consigliere regionale Egidio Chiarella ha sostenuto di avere voluto sottolineare nel suo intervento "il mancato progetto di accompagnamento delle riforme che hanno accorpato le Aziende sanitarie delle Calabria, producendo nella Provincia di Catanzaro un disavanzo finanziario superiore agli anni precedenti, annettendo di fatto la sanità lametina e quella catanzarese, con vantaggi limitati per i cittadini nel miglioramento e nell'erogazione dei servizi ospedalieri e territoriali". "La nuova Azienda provinciale - ha proseguito - ha accumulato nel 2007 perdite per 55 milioni di Euro, mentre nel 2006 il debito delle due AS separate non ha oltrepassato il limite di 35 milioni. Una maggiorazione di 20 milioni che è stata registrata solo nel territorio del capoluogo e che sarà ancora più elevata per il 2008. Non c'é stato quindi alcun risparmio con l'accorpamento e a Lamezia i servizi non sono stati potenziati e sia l'Ospedale che la medicina sul territorio, stanno vivendo un momento tragico di abbandono, nonostante gli sforzi e le professionalità operanti sul nostro territorio. In questi giorni, a causa dello scempio che la politica di destra e di sinistra ha prodotto in trent'anni nella sanità, la Calabria ha rischiato il commissariamento ed ora dovrà sopportare altre tasse, che mi auguro, non colpiscano le famiglie più deboli e le imprese in difficoltà". "Alla luce delle mie osservazioni in Consiglio - ha sostenuto Chiarella - ho chiesto durante il dibattito al presidente della Giunta regionale Loiero, di considerare l'opportunità di collocare a Lamezia la sede dell'ASP, con un referente nella zona di Soverato-Chiaravalle, troppe volte abbandonata, come il territorio lametino. Ho sollecitato, altresì, che il presidente Bova portasse in discussione, nelle prossime sedute del Consiglio regionale la legge di iniziativa popolare, con la quale si chiede, da oltre diecimila lametini, il ripristino dell'AS di Lamezia Terme. Ho chiesto, infine, un segnale concreto sul polo traumatologico regionale, che deve essere ubicato nella città della Piana e non può essere smembrato in tre Province diverse, come si paventa dopo l'approvazione della delibera regionale sull'emergenza in Calabria. Su questi punti, mi auguro che il PD di Lamezia mi segua con determinazione e senza ripensamenti, perché la città di Lamezia è tutta l'area vasta del catanzarese possano avviarsi verso una nuova fase proficua della gestione sanitaria".
"Sentiamo dire a tutti, nei vari conventi, che i partiti e i vari governi sono tutti uguali. Non è affatto così. Storicamente, i governi di sinistra hanno operato per il risanamento e la cultura di sinistra porta anche ad un'assunzione di responsabilità che in questa sede, questa maggioranza ha fatto propria". Lo ha detto il consigliere regionale del Pd, Pietro Giamborino, nel corso dei lavori dell'assemblea sulla sanità. "Devo riconoscere - ha aggiunto - ai colleghi Trematerra, Talarico e Pasquale Tripodi per l'impegno puntuale e fattivo svolto in Commissione, nel segno del dialogo, e per la loro presenza oggi in Aula. Il piano di rientro è l'occasione per mettere fine agli scempi, non per mettere nuove tasse nei confronti dei calabresi". Da Serra è venuto l'auspicio che il provvedimento di rientro non vada ad incidere negativamente sulle finanze delle classi meno abbienti, mentre Luciano Racco, preannunciando un voto favorevole della sua parte politica ha stigmatizzato il comportamento incomprensibile della minoranza. .

 

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