Occhiuto (Udc) "Dimezzerò gli assessorati.Punto al ballottaggio"
03 apr 09 "So di non avere il favore delle statistiche, ma nella mia vita politica ho spesso sovvertito i pronostici. Ogni volta che mi sono candidato, dal Consiglio comunale alla Regione, avrei dovuto non farcela ed invece ho sempre raccolto tantissimi voti. Quindi, ho rispetto di tutti i miei avversari, ma non temo nessuno". Così il candidato dell'Udc alla Presidenza della Provincia di Cosenza, l'on.Roberto Occhiuto, si presenta ad inizio di campagna elettorale. Questo il testo dell'intervista
D.Non le sembrà,però, un po' temerario sfidare due 'colossi' come Oliverio e Gentile?
R.Guardi, alle elezioni politiche di qualche mese fa abbiamo ottenuto circa il 10%. Si trattava delle elezioni più difficili per noi e molti presagivano la nostra scomparsa. Oggi le condizioni mi sembrano radicalmente diverse, il mio partito è in forte crescita e le mie liste stanno accogliendo molti bravi candidati scontenti del PD e del PDL. Partiamo quindi dal 10% per tentare di rappresentare, con le nostre idee, una terza via, alternativa ad un centrosinistra e ad un centrodestra che propongono candidati alla Presidenza e modi di intendere la politica che sono le due facce della stessa medaglia. Se ci riusciremo, allora saremo la sorpresa delle elezioni provinciali.
D. E se non ci riuscite?
R. Se non dovessimo riuscirci sceglieremo di apparentarci al ballottaggio con chi recepirà il contenuto delle nostre proposte. La Provincia che ho in mente sarà un ente leggero, di coordinamento tra i Comuni, si limiterà a stabilizzare i propri lavoratori, ma non assumerà altri precari. Potenzierà la propria missione nelle competenze assegnatele, sull'ambiente, sulla formazione professionale e sui centri per l'impiego. Stiamo pensando ad una riforma della formazione professionale, per concentrarla più nelle aziende che nelle aule. Stiamo studiando la possibilità di gestire i centri per l'impiego insieme a società private specializzate nell'attività di far incontrare domanda e offerta di lavoro, evitando l'approccio meramente burocratico che fino ad ora c'è stato. La mia Provincia ridurrà da 12 a 6 il numero degli assessori, perchè per alcune funzioni amministrative non è necessaria alcuna direzione politica. La mia Provincia sarà un ente attrattore di investimenti, più che di gestione. Farò la mia campagna elettorale cercando il confronto pubblico con gli altri candidati sulle idee e sulle cose concrete da proporre, ma temo che eviteranno il confronto perché per ora mi pare che la battaglia sia più sui muscoli che sulle idee, più sul numero di liste che sulle cose concrete che si vorrebbero realizzare.
D. Ecco, cosa ne pensa di questa moltiplicazione delel liste che è in atto, sia a destra che a sinistra?
R.Proprio l'ossessione a comporre quante più liste possibile, dimostra in modo evidente la fragilità dei due cartelli elettorali sui contenuti: non si sentono sicuri o non hanno il coraggio di chiedere il consenso solo su di loro. davvero singolare che PDL e PD si uniscano a livello nazionale per ridurre il numero dei partiti e, poi, alle elezioni provinciali di Cosenza per raccogliere il voto di qualche nucleo familiare in più si moltiplichino in 30 liste, che rappresentano un modo artificioso di nascondere i limiti della loro storia in Calabria. Io ho già composto le mie tre liste, con candidati coraggiosi e bravi, ma sono disponibile a presentarmi solo sotto le insegne del mio partito se i miei avversari avranno il coraggio di fare altrettanto.
D. On.Occhiuto, le alleanze però l'Udc ad un certo punto le dovrà pur fare. Che idea si è fatto lei?
R.Chiaramente anche a Cosenza, come accade ovunque, ci hanno chiesto alleanze parlandoci solo di nomi e formule. Mai di quello che avrebbero voluto fare per la Provincia. Ed allora, come avrei potuto star tranquillo scegliendo di allearmi con gli uni o con gli altri. Se a Roma mi batto, sotto la guida del Presidente Casini, contro un falso bi-leaderismo incapace di affrontare i nodi irrisolti e le riforme necessarie del Paese, in Calabria ed a Cosenza non potevo far finta di essere in un'isola felice. Se avessi fatto l'accordo con il centro sinistra di Oliverio o con la destra di Gentile avrei abiurato a tutto quello nel quale ho creduto e credo: la possibilità che anche in Calabria ci possa essere una politica diversa e fattiva che recuperi l'orgoglio ed il coraggio dell'impegno anche fuori dagli schemi tradizionali. Se avessi scelto un accordo al primo turno, senza provarci prima, sarei stato anche io complice dell'incapacità di creare nuovi e diversi gruppi dirigenti. Vorrei, anche questa volta, lasciare il segno concreto della mia attività attraverso il governo dei problemi. Come ho fatto alla Regione negli anni passati attraverso le mie leggi e come sto tentando di fare al Parlamento.