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Rettori polemici per la legge sulla ricerca

 

Legge sulla ricerca i Rettori calabresi protestano “Nessuna concertazione”. Principe “Mai pervenuta alcuna richiesta”

08 ago 09 “Non è vero che siamo contrari alle regole per poter conservare i privilegi che provengono da una contrattazione diretta con l’assessore di turno. È un modo, questo, comodo di “catalogare”, soprattutto agli occhi dell’opinione pubblica, la richiesta, legittima e irrinunciabile, di non essere spettatori passivi di un processo legislativo che investe a pieno a titolo le Università”. È quanto affermano, in una polemica nota congiunta, i rettori calabresi dopo l’approvazione della legge regionale sulla ricerca. Nella nota i rettori Giovanni Latorre (Unical); Francesco Saverio Costanzo (Magna Grecia) e Massimo Giovanni (Mediterranea) aggiungono che “vorremmo, con questo intervento, chiarire in maniera definitiva quanto pensavamo di aver già sufficientemente evidenziato in questi giorni, circa il progetto di legge sulla ricerca, che venerdì scorso il Consiglio regionale ha approvato. E, conclusivamente, alla luce della lettera pubblicata dall’on. Sandro Principe, ribadire alcuni elementi di fondamentale importanza per comprendere con chiarezza la nostra posizione”. “Al contrario di quanto si sostiene - prosegue la nota dei rettori - apprezziamo che l’on. Principe ed il Consiglio regionale abbiano voluto regolare con legge la materia della ricerca scientifica, anche se il ritardo non è, come è stato affermato, di 39 anni, ma solo di 8, perché prima della riforma del titolo V della Costituzione la materia era di esclusiva competenza dello Stato. Abbiamo parlato di “vulnus istituzionale” per il fatto che, al di là dell’istruzione informale del testo, che ha portato alla proposta di legge (di cui è responsabile il proponente), è mancato un confronto istituzionale tra le Università ed il Consiglio regionale nella sua sede naturale, la Commissione consiliare competente, attraverso lo strumento previsto dai regolamenti vigenti, cioè l’audizione delle parti interessate”. A giudizio dei tre rettori calabresi “questa falla, nell’iter della legge, non ha consentito di mettere in luce la forte esigenza di prevedere esplicitamente il finanziamento della ricerca curiosity driven, cioè di base o libera, né di rappresentare le forti difficoltà di mettere in piedi un sistema di valutazione della ricerca a livello regionale, soprattutto alla luce dell’approvazione del regolamento di funzionamento dell’Anvur (Agenzia nazionale per la valutazione dell’università e della ricerca), con la quale va necessariamente trovato un raccordo”. “Continuiamo ad auspicare - conclude la nota congiunta - che l’interlocuzione con il Consiglio regionale possa ancora realizzarsi a breve e che, in quella sede, la legge in questione possa essere rivisitata in modo da rispondere più adeguatamente alle esigenze ed alle aspettative del mondo dell’Università, della Ricerca e del mondo produttivo calabrese”.

Principe “Mai pervenuta alcuna richiesta”. “E’ fuor di dubbio che l’Ente Regione deve privilegiare la ricerca applicata in quanto l’obiettivo primario per l’Istituzione Regionale è di favorire la domanda di innovazione delle aziende per pervenire ad innovazione di processo e di prodotto, al fine di sostenere lo sviluppo economico della nostra regione anche attraverso l’utilizzo dell’ingente e qualificato capitale umano presente in Calabria, cercando di diminuire così il dannoso fenomeno dell’emigrazione dei nostri cervelli”. E’ quanto sostiene l’on. Sandro Principe in risposta alla nota dei Rettori calabresi.  “In ogni caso – aggiunge l’On. Principe – il sostegno alla ricerca  di base è previsto dalla normativa appena approvata dal Consiglio Regionale, per cui ben applicando la legge, la predetta ricerca di base potrà essere significativamente incentivata”. Per il resto l’On. Principe si richiama totalmente al documento a sua firma pubblicato dai giornali locali di oggi, sabato 8 agosto, che conferma in ogni sua parte; sente, però, il dovere di dichiarare anche a nome dell’On. Giamborino, Presidente della Commissione  consiliare che ha istruito la Proposta di legge, che da parte dell’Università della Calabria non è mai pervenuta alcuna richiesta di audizione.

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