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70 espulsioni nel campo Rom di Cosenza

 

70 espulsioni nel campo Rom di Cosenza, le associazioni denunciano “Operazione di pulizia etnica”

17 ott 09 “Quello che è successo nei giorni scorsi nel campo rom di Cosenza è a nostro avviso di una gravità inaudita. Siamo di fronte ad una vera e propria operazione di pulizia etnica. Circa 70 i decreti di espulsione che hanno raggiunto molti abitanti del campo rom di vaglio lise, nel quale queste persone vivono da diversi anni. E’ quanto denunciano in una nota le associazioni Baobab, La Kasbah, Mo.C.I., Promidea, FAI, GAO ONG, OSC. “Sono persone –scrivono nel documento- che conosciamo bene, con le quali da anni abbiamo allacciato relazioni e insieme stiamo provando a sperimentare nuovi modelli di convivenza, basati prima di tutto sull’ascolto e sul rispetto reciproco. Si tratta di persone ignorate da istituzioni e amministrazioni locali che sempre più spesso parlano di legalità, ma poi voltano la testa dall’altra parte quando si tratta di garantire servizi e diritti minimi alle fasce più deboli della società. Ci domandiamo cosa renda meno sicure le nostre vite? I bambini rom che giocano sul letto del fiume o i rifiuti tossici affondati nei nostri mari? Cosa blocca il nostro sviluppo? I cittadini stranieri presenti sui nostri territori e che mandano avanti la nostra economia o le centinaia di migliaia di euro di risorse pubbliche finite nelle tasche dei privati (imprenditori e politici) grazie alla mega truffa della 488? Più volte nei mesi scorsi abbiamo avuto modo di segnalare nei vari tavoli di lavoro previsti dal regolamento dell’Osservatorio Comunale sull’Immigrazione, le gravi condizioni igienico-sanitarie in cui versa il campo rom, chiedendo all’Assessore Francesca Bozzo di intervenire tempestivamente sulla questione. Dietro l’alibi della mancata competenza specifica in materia, nessuna delle richieste avanzate dalle associazioni, veniva presa in seria considerazione. Denunciamo altresì che la mattina del primo ottobre, giorno dell’operazione ordinata dalla Procura di Cosenza, non un solo rappresentante dell’Amministrazione Comunale era presente nel campo, quanto meno per garantire che l’operazione di polizia avvenisse nel rispetto dei diritti minimi delle persone e in particolare dei minori. Ci chiediamo quali siano i motivi che hanno indotto la Procura a effettuare tale operazione e da chi è stata sollecitata. Non capiamo infatti come mai, non essendoci motivi penali a carico di nessuna delle persone identificate, sia intervenuta la procura. Infine ci chiediamo come sia possibile che un’amministrazione comunale, il cui sindaco in campagna elettorale in un incontro pubblico alla presenza degli altri candidati a primo cittadino aveva rassicurato le associazioni che avrebbe tenuto per se la delega all’immigrazione perché reputava essere uno dei temi più sensibili che la sua giunta avrebbe affrontato, lasci vivere nel degrado gli abitanti del campo rom di Cosenza, senza fornire loro acqua, luce e servizi igienici. Queste persone sono state raggiunte da un provvedimento di espulsione proprio perché vivono in condizioni igienico-sanitarie inaccettabili e perché non possono dimostrare come mantengono se stessi e le proprie famiglie. Ma anche qui ci chiediamo che colpa hanno queste persone se nella nostra regione il tasso di disoccupazione è altissimo e il lavoro nero dilaga. Chiediamo pertanto che l’amministrazione comunale si faccia carico, seriamente, di questa situazione e avvii un tavolo istituzionale con provincia e prefettura per una soluzione condivisa e che rispetti innanzitutto la dignità delle persone così come ci ricorda anche la nostra costituzione. Fintanto che la questione non si avvierà verso una risoluzione che garantisca la permanenza dignitosa e tutelata della comunità rom nella città di Cosenza, le scriventi associazioni non intendono più partecipare ai tavoli dell’osservatorio comunale sull’immigrazione.

 

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