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Notizie dall'area urbana di Cosenza

 

Centenario del Rendano: iniziative

21 nov 09 Luciano Pavarotti, Mino Reitano e Nino Rota: sono i tre volti scelti per i francobolli apposti sulla cartolina del centenario del Teatro Rendano, con annullo filatelico di Poste Italiane. Comincia così la seconda giornata dedicata ai 100 anni del Teatro di Tradizione del capoluogo bruzio che, oltre a questa iniziativa - che raccoglie nel foyer appassionati e collezionisti - ospita una piacevole conversazione animata da Carlo Fanelli, docente di Storia del Teatro all’Università della Calabria. L’assenza dei previsti ospiti pugliesi – i rappresentanti del teatro Petruzzelli ed il giornalista Egidio Pani – priva il dibattito del confronto con un’altra importante realtà teatrale del Mezzogiorno, ma non impedisce di intavolare una interessante discussione che, prendendo spunto dall’occasione celebrativa, apre nuove prospettive. Così il Sindaco Salvatore Perugini – complice la gradita presenza del Primo Cittadino di Montalto Uffugo, Ugo Gravina – si sofferma su come “il cammino della cultura unisca le istituzioni” individuando nel “fare rete la soluzione agli sforzi economici che gli enti locali, soprattutto, sono chiamati a sobbarcarsi per far fronte ad un’offerta culturale dignitosa, penalizzata da un ormai costante taglio al Fondo Nazionale dello Spettacolo”. Raccoglie la palla un attento Sindaco Gravina che guardando al teatro Rendano come polo culturale di riferimento della provincia, parla della cultura come “ponte ideale per una più proficua e approfondita collaborazione tra istituzioni”. Già presente nella serata di ieri – che ha visto anche la messa in scena di “Pagliacci” di Ruggero Leoncavallo, che a Montalto trascorse un periodo della sua vita ambientandovi l’opera – Ugo Gravina evidenzia i sacrifici con i quali nel tempo l’Amministrazione montaltese ha portato al successo il Festival Leoncavallo, annunciando i progetti di allestimento di un museo dedicato, e di una Filarmonica Leoncavallo “quale occasione - dice - per convogliarvi l’energia e il talento di tanti giovani”. In un Rendano concepito come “luogo di incontro e confronto, e non solo di rappresentazione scenica – tiene a precisare il Sindaco Perugini, è il direttore artistico Antonello Antonante ad entrare nel merito dei progetti, evitando di farsi scalfire nell’entusiasmo dalle ormai assodate difficoltà economiche. Tre le parole guida che dettano il suo ragionamento: sinergie, giovani, produzioni, che agiscono senza soluzione di continuità. Il Rendano guarda alla produzione e lo fa investendo su nuove generazioni di professionisti dell’Opera. La serata inaugurale ne ha dato un assaggio con l’esecuzione in forma concertistica di alcuni brani da “Maria Olivares”, figura femminile calabrese di metà Ottocento sulla quale una giovane cosentina d’adozione, Monica San Filippo - attingendo alla tradizione popolare dei cantastorie che narrava di questa figura di capo brigante in gonnella tramandata nell’immaginario popolare – ha scritto il libretto per la musica di un altro giovane calabrese, Domenico Giannetta. Nelle parole di entrambi, sentitamente grati per aver ascoltato parte della loro opera – l’augurio che il Rendano nella prossima stagione possa produrne la rappresentazione scenica. Il concetto – che è anche un auspicio – di sinergia, ritorna nel discorso del direttore artistico che non intende rinunciare all’idea di una politica culturale che coinvolga l’intera area urbana. Mentre parlare di produzione significa guardare anche oltre il palcoscenico, annunciando l’uscita di un dvd della “Bella Dormente” di Respighi, per i marchi della Bongiovanni di Bologna. Casa musicale che sceglie e persegue progetti culturali – questo è in collaborazione con la Fondazione Cini di Venezia, che accoglie il Fondo Respighi – e che a Cosenza la vide comparire nel 1997 per la realizzazione e pubblicazione di un cofanetto del dittico schubertiano, vincitore del Premio Abbiati. Produzione significa anche un libro sulla storia del Rendano e un numero monografico di Sipario di imminente uscita. Due significative iniziative editoriali sulle quali interviene il professore Fanelli che, svestendo gli inconsueti panni di moderatore – con passione racconta del lavoro di uno staff da lui stesso coordinato, fatto di suoi allievi, laureandi e laureati dell’Università della Calabria, per entrambe le iniziative. “Intanto questo lavoro è il segno di una fattiva comunione di intenti tra Università della Calabria e Comune di Cosenza” – dice con una certa soddisfazione. Sottolineatura non superflua, considerata l’altalenanza che nel tempo ha segnato i rapporti tra le due istituzioni. Carlo Fanelli traccia poi brevemente il percorso seguito nella elaborazione del volume sul Rendano – e del quale l’uscita del monografico di “Sipario” costituisce in qualche modo una sintetica anteprima - sottolineando che “spesso i volumi celebrativi mancano di anima e di scientificità”. Due requisiti assolutamente conciliabili tant’è che – prosegue nel racconto “il libro accompagna il lettore nella storia del Rendano e del teatro a Cosenza che, comincia ben prima del 1909, con un metodo assolutamente scientifico che tutto ha voluto indagare di quella storia”.

 

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