Processo a Padre Fedele

Processo a Padre Fedele, l’ex frate ai giudici “Sono vittima di un complotto”

15 lug 09 "Il complotto nei miei confronti é scaturito perché volevo aiutare l'istituto Papa Giovanni". E' questa, secondo padre Fedele Bisceglia, una delle motivazioni principali del "complotto" di cui sarebbe stato vittima. L'ex frate ha reso alcune dichiarazioni spontanee oggi, nel corso del processo che lo vede imputato di violenza sessuale su una suora assieme al suo segretario Antonio Gaudio. "Volevo aiutare l'istituto Papa Giovanni, - ha detto il religioso ai giudici, secondo quanto si è appreso - volevo tirarlo fuori da una tragica storia. Oggi tutti purtroppo ne conoscono i fatti. Ho difeso i bambini rom. In un anno e mezzo ho realizzato l'Oasi francescana questa struttura unica nel suo genere. Perché la suora si è prestata a questo infamante complotto? Perché la suora ha atteso dieci mesi prima di parlare? Perché oltre al confessore non si è rivolta al vescovo del luogo? Quel delitto di stupro singolo e di gruppo non solo non l'ho commesso, ne mai pensato. Sono state dette una montagna di bugie, falsità e calunnie. Sono sicuro che questa Corte mi proclamerà innocente". Nel corso dell'udienza, che si svolge a porte chiuse, sono stati ascoltati anche il consulente tecnico d'ufficio nominato dal tribunale, Vittoria Di Napoli, e quello della difesa Nicola Zingaro. Tra i due esperti sono emerse discrasie su parti di trascrizione di intercettazioni telefoniche e ambientali. I giudici del Tribunale hanno quindi deciso di ascoltare in aula le registrazioni rinviando il dibattimento al 30 settembre. In quella occasione padre Fedele proseguirà nelle sue dichiarazioni spontanee.

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