Omicidio passionale

Ettore Cavalcante

Fermato l’assassino di Tenuta, è il suo ex amante. Una coltellata gli ha reciso il cuore. In fuga è stato bloccato da due vigili urbani

16 giu 09 Due coltellate al torace, una gli ha reciso il cuore la seconda ha spaccato il coltello da cucina in due perché fsferrato con tanta violenza si è fermato sull’osso dello sterno. Così è morto a Cosenza Francesco Tenuta, di 26 anni, commesso in un negozio di abbigliamento, ucciso, al culmine di una lite per motivi passionali, dal suo presunto ex compagno, Ettore Cavalcante, di 37 anni. Alla base dell'omicidio i contrasti tra i due per la fine del loro rapporto omosessuale. Sono le 16.30 quando in via Cattaneo, nel centro di Cosenza, di fianco la questura proprio di fronte l’ufficio immigrati, Cavalcante incontra il suo ex compagno per chiarire il perché della fine della loro relazione. Probabilmente tenta di riallacciare quel rapporto il cui ricordo in lui è ancora vivo. Ne nasce una discussione, l'ennesima, come confermano le numerose testimonianze raccolte dagli inquirenti. Qualche spintone, alcuni calci e pugni e, poi, la degenerazione: Cavalcante tira fuori un coltello da cucina con una lama di oltre 20 cm e colpisce Tenuta, che muore dopo pochi minuti. Quindi, la fuga. Cavalcante si dilegua, lascia il suo ex compagno agonizzante riverso sulla strada con il coltello ancora conficcato nel petto. Cerca di allontanarsi in fuga il più possibile da quella scena, percorrendo di corsa via Alimena. Le braccia sporche di sangue non sfuggono a due vigili urbani in servizio che lo inseguono e lo raggiungono a Piazza Fera dove lo bloccano. L’uomo è in stato confusionale. Ai vigili si aggiungono gli agenti mobilitati per il fatto accaduto proprio sotto le finestre della Questura. La cattura avviene nel cuore della città, davanti a decine di persone. Molti i testimoni del fatto e dell’inseguimento, successivamente sentiti dal magistrato di turno intervenuto, la d.ssa Donatella Donato. La descrizione che ne fanno corrisponde a quella dell'accoltellatore di via Cattaneo dove, nel frattempo, Tenuta è deceduto tra le mani dei medici del 118 che nulla hanno potuto fare. In ospedale dunque viene accompagnato l’accoltellatore e non la vittima come trapelato nei primi concitati minuti della tragedia. Sul posto, insieme al capo della squadra mobile, Fabio Ciccimarra, C’è il pm di turno, Donatella Donato, ed il medico legale nel tentativo di trovare indizi che possano far risalire all'identità dell'assassino. Oltre ala lama conficcata nel petto e tutta piena di sangue viene trovato il manico, una busta che era tra le mani di Tenuta, un pacchetto di sigaretta. Tutti elementi che doviziosamente raccolgono gli uomini della scientifica. Cavalcante, viste le sue condizioni, viene accompagnato in ospedale per farlo riprendere dallo stato confusionale in cui si trova prima di interrogarlo in Questura, mentre altri loro colleghi tentano di ricostruire la vicenda, ascoltando anche amici e conoscenti e visionando le immagini riprese dalle telecamere della Questura. In mattinata, tra l'altro, tra Tenuta e Cavalcante c'era stata un'altra accesa discussione. Su questa pista si fa strada l'ipotesi dell'omicidio maturato per motivi passionali tra i due. La fine di una storia d'amore decisa unilateralmente da Tenuta e non accettata da Cavalcante, che si era recato all'incontro con l'ex compagno munito di coltello. Intorno alle 19.30 le volati riportano in questura Ettore Cavalcante e lo trattengono in stato di fermo, eseguito dopo l'interrogatorio cui Cavalcante è stato sottoposto dalla Squadra mobile di Cosenza, diretta dal vicequestore Fabio Ciccimarra. Gli investigatori stanno verificando le impronte digitali sul coltello con il quale è stato ucciso Tenuta. Per lui è pronta l’accusa di omicidio volontario intenzionale. L’arresto dovrebbe scattare a breve.

Arcigay "No a giudizi irrispettosi". "La tragedia accaduta oggi a Cosenza, dove un ragazzo è morto accoltellato dal suo presunto ex compagno, ha colpito tutta la città calabrese. Davanti ad un omicidio con queste caratteristiche, è necessario che il rispettoso silenzio lasci il posto agli inutili e anche un po' irrispettosi commenti che abbiamo letto su diversi mass media calabresi". Lo afferma, in una nota, il presidente nazionale dell'Arcigay, Aurelio Mancuso. "Parlare di ambienti gay in cui sarebbe maturato l'omicidio - aggiunge Mancuso - sollecita sempre la fantasia torbida di chi pensa che gli omosessuali siano rinchiusi in ambiti segreti, oscuri per la società normale eterosessuale. Noi siamo persone uguali alle altre e abbiamo il diritto di non essere confinati, né additati come appartenenti a chissà quali consorterie". "Ai parenti e agli amici del ragazzo ucciso - conclude Mancuso - vanno le nostre più sentite condoglianze".

Il luogo dell'omicidio

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