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Viale parco: con la sentenza fine alle polemiche

 

Viale Parco, con la sentenza la fine di una montatura politica. Paolini “La fine di un polverone”

20 feb 09 Con la sentenza letta in aula dal presidente del tribunale Maria Antonietta Onorati, pene lievi che non superano l’anno e mezzo per tre e meno di un anno per sette (tutte pene condonate dall’indulto perché inferiori ai tre anni applicato per reati commessi al 2 maggio 2006) e nove assoluzioni, in pratica è stata smontata quella montatura politica che voleva buttare discredito sull’operato del vecchio Mancini che in 10 anni ha fatto quanto non è stato realizzato in 30 anni di pubblica amministrazione. I fatti hanno messo in luce che chi doveva controllare non l’ha fatto e una buca causata dal cedimento di una vecchia conduttura non catalogata e una discarica di rifiuti, come tante purtroppo disseminate in tutto il territorio cittadino (perché non scavate sotto tutta la città’), sotto un altro pezzetto del viale parco si sono trasformati in elementi di accusa politica. Un fare decisamente esagerato di chi invece di lavare panni sporchi in famiglia, almeno con una indagine interna, ha preferito calcare la mano per avvalorare tesi politiche. Il risultato è che chi ci ha rimesso è l’intera città. Nove anni con l’arteria più importante di Cosenza chiusa ed il traffico impazzito con buona pace dei tanti cittadini. Addirittura il tribunale ha respinto la costituzione di parte civile dell’Amministrazione che aveva chiesto danni per oltre tre milioni di euro. Questa la sentenza: 1 anno e sei mesi a Mariano Vulnera; 1 anno e quattro mesi per Riccardo Wallach e Vito Avino;1 anno per Rodolfo Pallone, Renato Fazzari, Gianpietro Ammirato, Luigi Belcastro, Francesco Collorafi; 8 mesi e 1000 euro di ammenda per Fabio Olivieri e Giuseppe Ammirato. Assolti Giorgio Guadagnolo, Vittorio Albino Vulnera, Ugo Vulnera, Enrico Chiappetta, Giselda Iacoe, Tiziana Perri, Simona Ricca, Giovanni Bitonte, Carmine Chiappetta. Per i condannati, tranne Giuseppe Ammirato, Rodolfo Pallone, Fabio Olivieri e Renato Fazzari, è stata concessa la sospensione condizionale della pena e la non menzione.

Paolini “Fine di un polverone”. “La sentenza dei giudici del Tribunale di Cosenza, emessa a conclusione del processo che ha visto sfilare imprenditori, banchieri, tecnici e dirigenti comunali, chiamati a rispondere di presunti illeciti commessi nel corso dei lavori realizzazione di Viale Mancini, mette fine al polverone sollevato a fini politici e che nelle intenzioni di chi ha fomentato lo scandalo doveva abbattere il mito del decennio manciniano, cioè l’arco di tempo in cui,sindaco Giacomo Mancini, la città di Telesio ha riacquistato prestigio e dignità”. Lo afferma in una dichiarazione Enzo Paolini. “Sul piano giudiziario –prosegue Paolini- la vicenda si conclude, in primo grado, per illeciti di scarso rilievo, con condanne ad un anno azzerate dal beneficio dell’indulto.
Il banchiere che avrebbe dovuto gestire l’intreccio fra false fatturazioni e pagamento degli stati di avanzamento dei lavori,che avrebbe dovuto portare al livello politico del presunto scandalo,esce completamente scagionato “perché il fatto non sussiste”. Le montagne di spazzatura che sarebbero state usate non sono mai state trovate perché non sono mai esistite,salvo qualche lattina di birra e qualche recipiente di plastica.
I giudici non hanno riconosciuto nemmeno un euro al Comune di Cosenza che ne aveva chiesto, come risarcimento,2 milioni e 700 mila,cioè circa 5 miliardi di vecchie lire .Una lezione che brucia, che toglie prestigio ma che può tornare utile per il futuro perché le istituzioni è bene lasciarle fuori dalla lotta politica.
Resta la vergogna di uno scandalo costruito a tavolino, per diffamare la memoria di Giacomo Mancini la cui figura esce dalla vicenda ancora più alta e fortemente distanziata dai personaggi di modesta statura che lo hanno attaccato da morto, nel tentativo di rifarsi delle brucianti sconfitte politiche che hanno sempre dovuto subire. Ora il giudizio passa ai cosentini e mi auguro che sia severo.

 

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