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Operazione Missing

 

Operazione Missing: Le indagini fanno luce sulle guerre di mafia tra i clan di Cosenza. La ferocia delle cosche anche sui bambini. Fatta luce su trent’anni di storia criminale. 18 i pentiti, 58 gli indagati. Vedi il video

18/10 Quarantadue tra omicidi e tentati omicidi accaduti a Cosenza tra il 1978 ed il 1994: sono quelli sui cui responsabili ha consentito di fare luce l'operazione Missing fatta la scorsa notte dai carabinieri del Ros e del Comando provinciale di Cosenza sotto le direttive della Procura antimafia di Catanzaro, con quasi 40 tra arresti e notifiche di provvedimenti in carcere. Tutti gli omicidi e gli altri fatti di sangue su cui si sono incentrate le indagini rientrano nello scontro tra le cosche cosentine che ha avuto inizio il 14 dicembre del 1977 con l'uccisione di Luigi Palermo, detto 'u Zorru, all'epoca capo indiscusso della 'ndrangheta cosentina, ad opera di Franco Pino, che successivamente divento' un boss e che dopo l'arresto comincio' a collaborare la giustizia. L'uccisione di Palermo provoco' la scissione della sua cosca in due gruppi, quello dei Perna-Pranno-Vitelli e quello dei Pino-Sena, con la creazione successiva di nuove alleanze e nuovi intrecci tra i diversi gruppi. Ne derivo' una forte contrapposizione tra le due cosche, con una serie di omicidi che si protrasse fino alle fine degli anni '80. Successivamente ci fu un pacificazione tra i due schieramenti che si interruppe bruscamente a causa di una spaccatura all'interno della cosca Prenna per il distacco del gruppo Bartolomeo-Notargiacomo. E' in questa fase che il 12 marzo del 1985 avviene l'assassinio di Sergio Cosmai, direttore del carcere di Cosenza L'inchiesta della Procura antimafia di Catanzaro che ha portato la scorsa notte all'operazione Missing, con l'emissione di 36 ordinanze di custodia cautelare, ha consentito di ricostruire in particolare le due guerre di mafia registratasi a Cosenza dal 1977 al 1989, con l'identificazione dei responsabili di 42 omicidi. La prima guerra di mafia ha visto contrapposti i gruppi Pino-Sena da una parte e Perna-Pranno dall'altra. La seconda, successiva all'omicidio del direttore del carcere di Cosenza, Sergio Cosmai, si verifico' all'interno della stessa cosca Perna per il tentativo di alcuni affiliati di costituire un gruppo autonomo. Nell'ambito dello scontro interno al gruppo Perna accaddero una serie di omicidi eseguiti con modalita' estremamente efferate, a dimostrazione, rilevano gli inquirenti, della pericolosita' delle cosche cosentine. Tra questi assume un particolare rilievo l'assassinio dei fratelli Stefano e Giuseppe Bartolomeo, di 24 e 26 anni, sequestrati il 6 gennaio del 1991 e successivamente uccisi. I cadaveri dei due fratelli, secondo quanto hanno riferito gli investigatori, vennero sciolti nell'acido. Stefano Bartolomeo, tra l'altro, era stato arrestato nel 1985 per l' uccisione di Cosmai e fu condannato in primo grado all' ergastolo, insieme ai fratelli Dario e Nicola Notargiacomo, ma successivamente venne assolto in appello. L'ordinanza di custodia cautelare e' stata emessa dal gip Macri su richiesta dal procuratore della Repubblica aggiunto della Dda di Catanzaro, Mario Spagnuolo, e del sostituto Raffaella Sforza. Il provvedimento si compone di 1.600 pagine, mentre la richiesta e' di oltre diecimila pagine. Il valore dell' operazione odierna e' stato rimarcato dal procuratore nazionale antimafia Piero Grasso, che ha partecipato ad una conferenza stampa degli inquirenti a Cosenza, da numerosi esponenti politici di tutti gli schieramenti e dal viceministro all' Interno Marco Minniti.

La ferocia delle cosche anche sui bambini

18/10 Tra i 42 omicidi e tentati omicidi accaduti a Cosenza tra il 1978 ed il 1994 nella violenta e feroce guerra di mafia ci furono anche quelli di due ragazzi: Pasqualino Perri, di 12 anni, ucciso a Rende il 27 ottobre del 1978 in occasione di un agguato compiuto contro il padre, Gildo, e Francesco Bruni, di 16 anni, assassinato per una vendetta contro il padre, Francesco senior, che alcuni giorni prima aveva ucciso Francesco Carelli, vicino al gruppo Pranno-Vitelli. Le cosche cosentine in quella fase degli anni '70 e '80 non tolleravano ostacoli al loro dominio, al punto che il 12 marzo del 1985 avviene l'assassinio di Sergio Cosmai, direttore del carcere di Cosenza, fatto uccidere dal boss Franco Perna per consolidare anche all'interno della casa circondariale la sua influenza mafiosa. Tentativo contro il quale Cosmai stava opponendo una strenua resistenza. Cosmai fu assassinato perche' si era opposto al tentativo delle cosche cosentine della 'ndrangheta di assumere il controllo della casa circondariale e sarebbe stato il boss della 'ndrangheta Franco Perna, capo dell'omonima cosca della 'ndrangheta, ad ordinare l'omicidio del direttore del carcere di Cosenza. Ad eseguire l'omicidio di Cosmai i fratelli Dario e Nicola Notargiacomo, entrambi affiliati alla cosca Perna, collaboratori di giustizia dal 1994. I due fratelli, pur essendosi assunti, nell'ambito della loro collaborazione con gli inquirenti, la responsabilita' dell'assassinio di Cosmai, non sono piu' giudicabili per l'omicidio. Entrambi, infatti, prima che cominciassero a collaborare con la giustizia, sono stati assolti in via definitiva dopo che in primo grado erano stati condannati all'ergastolo. L'operazione odierna di Cosenza proprio nel ricordo di Cosmai e' stata giudicata dal magistrato inquirente, Mario Spagnuolo, procuratore aggiunto della Dda di Catanzaro e titolare dell'inchiesta insieme al sostituto Raffella Sforza. ''Il buon esito dell'operazione - ha detto Spagnuolo - e' dovuto all'eccezionale professionalita' dei Ros, che hanno eseguito l'indagine, ed al lavoro di gruppo della Dda di Catanzaro. Il nostro lavoro e' dedicato alle memoria di Sergio Cosmai, direttore del carcere di Cosenza e servitore dello Stato, ucciso dalla 'ndrangheta nell'adempimento del suo dovere, sul cui omicidio oggi, finalmente, viene fatta piena luce''.

Fatta luce su trent’anni di storia criminale. 18 i pentiti, 58 gli indagati

18/10 L'operazione '' Missing'' e' una delle piu' complesse indagini contro la 'ndrangheta calabrese, portata a temine dai Carabinieri del Ros e del comando provinciale di Cosenza, che con il contribuito di 18 collaboratori di giustizia sono riusciti a far luce su trent'anni di storia criminale. Quarantatre' ordini di custodia cautelare eseguiti, anche se risulta ancora latitante Pasquale Condello, 56 anni di Reggio Calabria, e irreperibile Edgardo Greco 47 anni di Cosenza, di cui diciassette sono stati notificati in carcere mentre sono 58 gli indagati. Si tratta Giancarlo Anselmo, 48 anni di Cosenza, Mario Baratta, 55 anni di Cosenza, Pier Luigi Berardi, 41 anni di Rende, detto ''Ciciarieddru'', Lorenzo Brescia, 49 anni di Cosenza, Michele Bruni, 33 di Cosenza , Carmine e Romano Chirillo rispettivamente 45 e 35 di Paterno, Giovanni Fontana, 61 anni di Archi Reggio Calabria. Il provvedimento cautelare ha, inoltre, raggiunto Ettore Lanzino, 51 anni di Cosenza, Giulio Castiglia 56 anni, Delfino Antonio Lucieri, 47 anni di Cetraro in provincia di Cosenza, Antonio Musacco, 50 anni di Cosenza. L'ordine d'arresto ha inoltre raggiunto Franco Perna, 65 anni boss della 'ndrangheta cosentina. Provvedimento cautelare notificato in carcere anche a Romeo Calvano, 50 anni di San Lucido, Mario e Pasquale Pranno rispettivamente di 50 e 54 anni e Gianfranco Rua', 46 anni di Rende. Erano liberi, invece, gli altri indagati che sono stati raggiunti dall'ordine d'arresto cautelare la scorsa notte. Si tratta di Gianfranco Bruni detto ''u tupinaru'' 43 anni, di Cosenza, Pasquale Bruni, 39 di Castrolibero, Osvaldo Bonanata 55 anni, detto ''u macellaio'' e residente a Paola, Enzo Castiglia, 51 anni di Cosenza, Silvio Chiodo, 46 anni di Cosenza, Domenico Cicero, 49 anni di Cosenza detto ''micuzzu'', Giuseppe Cosentino, 46 anni di Castrolibero, Salvatore D'Andrea, 49 anni di Cosenza, Claudio Gabriele 45 anni di Cosenza detto ''sergio'', Giuseppe Irillo ''a vecchiarella'' 48 anni di Rende, Rinaldo Mannarino, 42 anni, di Paola, Mario Mucci, 53 anni di Cosenza, Francesco Muto, 66 anni di Cetraro, Francesco Patitucci, 45 anni di Rende, Giuseppe Ruffolo, 52 anni di Cosenza, Giuliano Serpa 47 anni di Paola e Nicola Voltasio 52 anni di Cosenza.

Procuratore Grasso: “Il responso ora passa ai giudici”

18/10 ''Ci abbiamo provato, adesso il responso passa ai giudici''. Lo ha detto il procuratore nazionale antimafia, Piero Grasso, nel corso della conferenza stampa di questa mattina a Cosenza, rispondendo alle domande dei giornalisti che gli hanno chiesto se e' stata fatta definitivamente piena luce sul delitto di Sergio Cosmai, il direttore del carcere di Cosenza , che, alla luce delle operazione Missing, sarebbe stato ucciso per ordine del boss della 'ndrangheta Franco Perna. ''Comunque - ha continuato Grasso - e' importante che in un ambiente dove c'e' l'omerta' ci siano dei collaboratori di giustizia che possano chiarire i ruoli e le strutture le organizzazioni. Senza una voce dall'interno e' difficile poter dipanare e capire gli scontri e gli omicidi delle varie cosche''. ''L'importanza di questa operazione - ha aggiunto il procuratore Grasso - e' che non ci sono omicidi o delitti archiviati su cui non si lavora piu'. Non appena ci sono spunti investigativi si riprendono le indagini e si continua. C'e' un elemento importante - ha poi rilevato il procuratore nazionale antimafia - emerge che i killer, anche se si tratta di omicidi che sono lontani nel tempo e riguardano la prima o la seconda guerra di mafia, col passare del tempo, a seguito delle reciproche eliminazioni degli scontri tra cosche, sono diventati capi e reggenti delle cosche attuali, quindi un'operazione anche se si riferisce a fatti lontani nel tempo, riceve attualita' nella fase dell'esecuzione''.

I video servizi di TEN Teleuropa Network

 

 

 

 

 

Tre servizi di Ten in streaming (Per gentile concessione di teleuropa Network)

Precedenti

Operazione Missing: 34 in carcere. Ricostruita la guerra di mafia degli anni 80 a Cosenza che portò all’omicidio di Sergio Cosmai e altre 42 persone. Legami con il boss Condello, sfuggito agli arresti. Piero Grasso "Una ferocia incontenibile". Gli arrestati

Operazione Missing: Maxi blitz dei Carabinieri a Cosenza, in Calabria, Toscana ed Emilia Romagna. Nel mirino la guerra di mafia in città

 

 

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