Dir.resp. Pippo Gatto

 

L’associazione dei bancari calabresi traccia il bilancio del 2007; finanziamenti aumentati del 11%

17 mar 08 A settembre 2007 i finanziamenti bancari destinati all'economia calabrese hanno raggiunto i 14.8 miliardi di euro con un incremento che, se riferito allo stesso periodo del 2006, porta la crescita all'11%. Infatti, nel 2007 sono totalmente usciti dal perimetro di valutazione circa 490 milioni relativi ad "altri intermediari finanziari" non più caricati tra gli impieghi all'economia nel 2007. I dati che emergono dal "Regional Outlook" del Centro studi e ricerche Abi sono stati presentati oggi a Gizzeria Lido da Abi Calabria, presieduta da Marcello Calbiani, alla stampa nel corso di un incontro sui contenuti principali dell'attività della Commissione e sulla situazione creditizia del territorio. Calbiani sottolinea che "la crisi dei mercati non ha rallentato la dinamica dei finanziamenti a famiglie e imprese e ciò a vantaggio delle grandi potenzialità della Calabria che pure non attraversa un momento facile. fondamentale incentivare il dialogo tra mondo del credito e i settori produttivi per individuare soluzioni adeguate e innovative per affrontare al meglio le sfide dello sviluppo, della crescita e della competitività. La strada è rafforzare il livello di collaborazione tra tutte le forze economiche e sociali attive sul territorio". La struttura del sistema bancario regionale, rappresentata dall'Abi Calabria, vede attive sul territorio, a settembre 2007, 19 banche per un totale di 533 sportelli che servono 193 comuni. Il numero di Atm (sportelli bancomat) è salito a 691 unità per una crescita del 5%; i Pos (apparecchiature necessarie per pagare con il Bancomat direttamente nei negozi) sono 21.562 su tutto il territorio (in aumento del 6%). Nella regione i lavoratori bancari sono l'1,5% del totale nazionale di settore che ha superato le 340.000 unità. I finanziamenti delle banche alle imprese locali sono stati di circa 6.2 miliardi di euro a settembre 2007, con un aumento del 18,4% rispetto al 2006; alle famiglie produttrici sono stati destinati oltre 2 miliardi (+4%); alle famiglie consumatrici sono andati 6 miliardi con una crescita del 12,9%. Nel dettaglio i settori produttivi maggiormente interessati: - il comparto agroalimentare con 709 milioni di euro e un aumento del 7,1%; - l'artigianato che ha registrato un incremento del 5% con circa 575 milioni di affidamenti; - al settore commerciale ed alberghiero sono andati 2.4 miliardi (+7,2%); - l'edilizia ha visto crescere i suoi finanziamenti del 17,8% per un ammontare di 1.4 miliardi; - infine l'industria con 1.9 miliardi di impieghi bancari per una crescita del 10%. Buono anche l'andamento dei depositi da parte della clientela: complessivamente 9.8 miliardi di euro pari ad un incremento di circa lo 0,5%. In questo senso, le imprese hanno depositato 2.1 miliardi e le famiglie consumatrici hanno depositato 6.6 miliardi. Tra le province della regione, Cosenza e Vibo Valentia hanno registrato le migliori performance per quanto riguarda la crescita percentuale di finanziamenti bancari ai settori d'impresa: Cosenza con 2.4 miliardi di euro e un incremento del 30%, Vibo Valentia 390 milioni e un aumento del 14,6%. A seguire: - Reggio Calabria 1.4 miliardi per un aumento del 14,1%; - Catanzaro 1.2 miliardi e un +10,5%; - Crotone 619 milioni per una crescita del 7,5%.

Problema serietà della domanda. "Il problema è la serietà della domanda": conclude così un incontro con la stampa - il primo nella sua storia in Calabria - l'Abi regionale, con il suo presidente Marcello Calbiani, dopo un fitto scambio di battute con i giornalisti sulle tradizionali accuse rivolte al mondo delle banche dall'imprenditoria calabrese sul presunto ruolo frenante del credito nel mancato sviluppo economico. L' Abi non ci sta a farsi mettere sotto scacco e ribalta le accuse, sciorinando una serie di dati, cifre, tabelle che ributtano la palla sul versante opposto e cioé quello dell'imprenditoria. Calbiani illustra per primi i dati sul mondo dell'impresa: le aziende con un capitale al di sotto dei 75 mila euro (i vecchi 150 milioni di lire) sono in Calabria il 33% rispetto al 13% del dato nazionale. E ciò - dice l'Abi - ha come conseguenza "l'opacità e la sottocapitalizzazione dell'impresa". Altro dato è quello delle imprese manifatturiere: in Calabria il 9% rispetto al 24% del totale italiano. Il dato numerico di tutte le aziende manifatturiere calabresi è uguale a quello creato da una sola azienda del Nordest a Timisoara, in Romania. Le esportazioni calabresi sono attorno alla cifra di 320 milioni di euro, dato bassissimo, con le sofferenze bancarie che sono il doppio di quelle del dato nazionale. Ancora: le procedure concorsuali durano in media 10 anni. A fronte di tutto ciò - aggiunge ancora l'Abi - i tassi a breve sono in Calabria al 10,60%, meno di tre punti sopra la media nazionale ma a parita di rating il tasso in Calabria è migliore di quello offerto agli imprenditori del nord. La percentuale impieghi-depositi-raccolta è dell'88% ed il tasso dei mutui - il 5,51% - è eguale a quello praticato in Italia.