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Economia
Consumi fermi da un anno

 

Istat: Consumi fermi da un anno. Le famiglie spendono in media 2400 euro mensili


03/08-(G.C.)- Nel 2004, secondo i dati dell’indagine sui consumi condotta dall’Istat, la spesa media mensile per famiglia è pari, in valori correnti, a 2.381 euro, circa settanta euro in più rispetto all’anno precedente (+3,2%). Nella statistica si confrontano i dati relativi alla spesa per consumi nel triennio 2002-2004. Nei primi due anni le stime risultano leggermente diverse da quelle diffuse in precedenti occasioni, le differenze sono dovute all’aggiornamento della popolazione in seguito al censimento e alla conseguente ricostruzione della popolazione e delle famiglie residenti per gli anni successivi al 2001. A seguito dell’ aggiornamento la spesa media mensile delle famiglie residenti è risultata pari a 2.198 euro al mese nel 2002 e a 2.308 euro al mese nel 2003. Le stime sono di tipo campionario, occorre dunque tener conto dell’errore che si commette osservando soltanto una parte della popolazione. Nel 2004, la spesa per generi alimentari e bevande si attesta sullo stesso livello dell’anno precedente (453 euro contro 449). Le uscite familiari per generi non alimentari registrano invece, tra il 2003 e il 2004, un incremento del 3,8%.
Nel Nord la spesa per i generi alimentari è stabile fra il 2003 e il 2004 (passa da 441 a 450 euro mensili) mentre quella per beni e servizi non alimentari aumenta da 2.095 a 2.239 euro mensili. La spesa per l’abitazione è quella che mostra l’incremento più rilevante, seguita dalle spese per le comunicazioni. , le regioni che nei primi due anni avevano segnato un aumento della spesa superiore alla media ripartizionale registrano, tra il 2003 e il 2004, incrementi inferiori alla media. Nel Centro si registra una modesta riduzione, non statisticamente significativa, sia per la spesa destinata ai generi alimentari (da 463 a 450 euro mensili) sia per quella per beni e servizi non alimentari (da 1.974 a 1.937 euro). Soltanto le spese per comunicazioni mostrano un aumento considerevole. Il discorso cambia , nel mezzogiorno, rispetto al 2003, sia la spesa per generi alimentari sia quella per beni e servizi non alimentari (rispettivamente si passa da 454 a 456 e da 1.438 a 1.458 euro mensili). I livelli di spesa alimentare sono molto prossimi a quelli osservati nelle altre ripartizioni nonostante il numero medio di componenti sia più elevato; notevolmente più basso è invece il livello di spesa non alimentare.

 

Spesa media mensile delle famiglie per ripartizione geografica.

  Anni 2002-2004 (valori in euro)

 

Spesa media mensile delle famiglie per alimentari e non alimentari e regione. 

 Anni 2002-2004  (valori in euro)

 

Scelte di consumo delle famiglie

03/08-(G.C.)- La spesa per generi alimentari e bevande, nel 2004, rappresenta in media il 19% della spesa mensile totale. La spesa destinata alla carne è la più alta tra le spese alimentari (rappresenta il 4,3%). Nel 2004 gli “altri beni e servizi” assorbono il 10,9% della spesa totale (261 euro mensili).
La spesa per tempo libero, cultura e giochi, che si attesta sui 115 euro al mese rappresenta il 4,8% della spesa totale, una quota esattamente uguale a quella dell’anno precedente. Il 6,6% della spesa mensile familiare va all’acquisto di abbigliamento e calzature, mentre gli unici capitoli che presentano un aumento del loro peso, rispetto al 2003, sono i trasporti (338 euro mensili nel 2004 rispetto ai 322 dell’anno precedente) e l’abitazione. A crescere sono soprattutto le spese per i mezzi di trasporto privati (acquisto, carburanti e riparazioni). L’abitazione rappresenta il 25,5% della spesa totale (circa 606 euro al mese), valore che comprende, oltre all’affitto imputato, quello realmente pagato, il condominio, la manutenzione ordinaria e straordinaria. Infine, la spesa per arredamenti, elettrodomestici e servizi per la casa incide per un ulteriore 6,3% (pari a 150 euro mensili), quota del tutto identica a quella osservata nel 2003. Le famiglie che occupano un’abitazione in affitto sono il 18,6% e sostengono una spesa media di 308 euro (288 euro nel 2003). Il valore massimo viene dichiarato dalle famiglie residenti nelle regioni del Centro (circa 348 euro), il minimo dalle famiglie meridionali (circa 240 euro).
Tra le famiglie che vivono in abitazione di proprietà (73,0% del totale) il 13,1% paga un mutuo. Nonostante questa voce di bilancio non rientri tra le spese per consumi (configurandosi piuttosto come un investimento) rappresenta comunque un’uscita consistente, in media 420 euro, per circa 2.181 mila famiglie. Resta invariata la quota di spesa per comunicazioni (2,1% della spesa totale). Una famiglia spende, in media, circa 90 euro mensili per la cura della propria salute (al netto dei contributi del Servizio Sanitario Nazionale), il 3,8% della spesa totale. La spesa per istruzione costituisce l’1,2% della spesa totale (stessa quota dell’anno precedente), pari a circa 29 euro.

 

Tabella 2 -  Spesa media mensile delle famiglie per capitolo e ripartizione geografica.

  Anni 2002-2004, valori in euro e composizione percentuale rispetto al totale della spesa.

 

Famiglie che effettuano interventi di manutenzione nei tre mesi precedenti l’intervista e spesa media   

effettiva per intervento.  

Anni 2002-2004, valori in euro e composizioni percentuali rispetto al totale delle famiglie.

 

 

 Rata media mensile pagata per i mutui dalle famiglie che vivono in abitazioni di proprietà, per ripartizione geografica.

Anni 2002-2004, valori in euro.

 

Caratteristiche delle famiglie e comportamenti di spesa

03/08-(G.C.)- I livelli e la composizione della spesa dipendono in misura rilevante dalla dimensione familiare: un diverso numero di componenti determina una differenza nel budget disponibile. Per effetto delle economie di scala, il livello di spesa media aumenta in misura meno proporzionale rispetto al numero di componenti: la spesa media mensile di una famiglia composta da una sola persona è circa due terzi di quella delle famiglie di due componenti.
Nel 2004 la spesa media mensile totale varia da un minimo di 1.504 euro per le famiglie composte da un solo individuo a un massimo di 3.071 euro per quelle di 5 e più componenti. La quota di spesa totale riservata all’acquisto di generi alimentari è massima per le famiglie di cinque o più componenti; si tratta di una spesa 2,4 volte superiore a quella delle famiglie di un solo componente, mentre è poco meno del doppio nel caso di beni e servizi non alimentari. Per le famiglie di un solo individuo è l’abitazione a incidere di più sulla spesa mensile totale: 33,8% contro il 19,2% per le famiglie di cinque componenti e più. Le spese per i trasporti raggiungono il livello più alto tra le famiglie di quattro componenti (483 euro al mese), per poi ridursi tra quelle di cinque componenti e più (469 euro). Questo apparente paradosso è spiegato dal fatto che le famiglie numerose risiedono prevalentemente nel Mezzogiorno, dove la quota di spesa destinata ai trasporti è di circa un punto percentuale inferiore a quella osservata per le famiglie settentrionali.
Il numero di componenti incide anche sulla quota di spesa per l’istruzione che è infatti massima tra le famiglie di cinque e più persone ed è pari al 2,6%. E’ soprattutto la presenza di bambini/ragazzi in età scolare a determinare una maggiore propensione verso questo tipo di spesa: tra le famiglie di uno o più componenti, per la maggior parte costituite da anziani, la quota è infatti pari allo 0,3%. La spesa media mensile di una famiglia con persona di riferimento donna risulta più bassa rispetto a quella di una famiglia in cui la persona di riferimento è uomo: 1.847 euro contro 2.594. Tale distanza trova giustificazione nella diversa struttura familiare: le famiglie con a capo un uomo sono costituite soprattutto da coppie con o senza figli, quelle con persona di riferimento donna sono prevalentemente composte da persone anziane sole e da famiglie monogenitore. Le famiglie con a capo una donna mostrano l’incremento di spesa più sostenuto, legato anche alla crescente presenza di donne single giovani. Le famiglie di giovani, hanno livelli di spesa sensibilmente più elevati di quelli delle famiglie con persona di riferimento anziana. Gli anziani soli o in coppia spendono, mensilmente, poco più dei due terzi dei single e delle coppie di giovani-adulti. Per le famiglie di anziani la quota di spesa più elevata è quella relativa all’abitazione e alle utenze domestiche. Raggiunge il 45,3% quando l’anziano è solo e il 36,8% quando è in coppia. Oltre i due terzi della spesa mensile di un anziano solo vengono riservati ai generi alimentari e all’abitazione. Un ulteriore 5,4% è infine destinato alle spese per la salute e i servizi sanitari. Le coppie giovani senza figli si caratterizzano, per una maggiore propensione agli spostamenti e alle comunicazioni: la quota è del 20,8%, oltre due punti percentuali superiore a quella osservata tra le coppie con uno o due figli (18,2%) e tre volte più elevata di quella degli anziani soli (6,4%). I giovani, single e in coppia, destinano insieme ai single adulti la quota più elevata di spesa ad “altri beni e servizi “ (che include, tra le altre, la spesa per pasti e consumazioni fuori casa, per vacanze e per servizi vari), quella minima ad alimentari e bevande.
Al crescere del numero dei figli aumenta, ovviamente, il livello di spesa della famiglia: 2.926 euro mensili per le coppie con un figlio e 3.066 euro quando la coppia ha tre o più figli.
Le famiglie con tre o più figli destinano le quote di spesa più elevate all’acquisto di abbigliamento e calzature e a tempo libero e istruzione (rispettivamente 8,3% e 8%).

 

COMPONENTI

 

1

2

3

4

5 e piu'

 

 

 

 

 

 

SPESA MEDIA MENSILE

1.504

2.254

2.872

3.013

3.071

Alimentari e bevande

279

427

526

578

679

Pane e cereali

3,1

3,1

3,1

3,4

3,9

Carne

3,8

4,3

4,2

4,4

5,3

Pesce

1,4

1,6

1,6

1,7

1,9

Latte, formaggi, uova

2,6

2,6

2,5

2,7

3,2

Oli e grassi

0,8

0,8

0,7

0,6

0,7

Patate frutta e ortaggi

3,6

3,5

3,2

3,2

3,7

Zucchero, caffè e altri

1,4

1,3

1,3

1,3

1,5

Bevande

1,8

1,8

1,8

1,8

1,9

Non alimentari

1.225

1.827

2.346

2.434

2.392

Tabacchi

0,7

0,8

0,9

0,9

1,0

Abbigliamento e calzature

5,1

5,9

6,9

7,6

8,1

Abitazione

33,8

28,1

23,3

21,1

19,2

Combustibili ed energia

5,6

4,9

4,3

4,3

4,6

Arredamenti, elettrdom. e servizi per la casa

6,2

6,4

6,6

6,2

5,8

Servizi sanitari e spese per la salute

3,7

4,4

3,6

3,5

3,4

Trasporti

9,3

13,4

16,1

16,0

15,3

Comunicazioni

2,2

2,0

2,0

2,2

2,3

Istruzione

0,3

0,4

1,3

2,2

2,6

Tempo libero e cultura

4,4

4,6

5,0

5,1

5,1

Altri beni e servizi

10,1

10,2

11,6

11,7

10,5

 Spesa media mensile delle famiglie per capitolo e numero di componenti.

                   Anno 2004,  valori in euro e composizioni percentuali rispetto al totale della spesa

 

 

  Spesa media mensile delle famiglie per genere della persona di riferimento.

    Anni 2002-2004, valori in euro

Spesa media mensile delle famiglie per tipologia familiare e capitolo di spesa.

Anno 2004, valori in euro e composizioni percentuali rispetto al totale della spesa

 

Confesercenti: consumi mostrano Italia spaccata

03/08-(G.C.)- La Confesercenti dichiara che “L'analisi dei consumi, presentata dall'Istat, mostra un'Italia spaccata, tra centro-nord e mezzogiorno, un piccolo passo indietro dei consumi alimentari e un passo avanti dei non alimentari". "Questo - sostiene la Confesercenti -- evidenzia la vera causa della cosiddetta crisi della quarta settimana. Sono cambiati i consumi degli italiani, stretti dai continui aumenti della benzina, pari a 192 euro annui a famiglia, oltre che dalla spesa per abitazione, aumentata di 360 euro all'anno.Questo ha imposto una frenata di altri settori ed in particolare degli alimentari che sono rimasti sostanzialmente fermi. La Confesercenti conclude: "L'aumento della quantità degli acquisti di prodotti e servizi per la comunicazione compensano significativamente l'inflazione del settore. E' evidente che il cambiamento della qualità della spesa familiare comporta delle difficoltà ad ogni fine mese, con un chiaro effetto sugli acquisti quotidiani ed in particolari su quelli alimentari."

Spesa media mensile delle famiglie per capitolo e regione

  Anno 2004 valori in euro e composizioni percentuali rispetto al totale della spesa.

 

 

Consumatori: famiglie italiane massacrate dal carovita

03/08-(G.C.)- "Le famiglie massacrate dal carovita tirano la cinghia." Lo dichiarano in una nota di commento ai dati Istat sui consumi delle famiglie italiane nel 2004 le associazioni dei consumatori Adoc, Adusbef, Codacons e Federconsumatori. "I consumi fermi nel 2004 registrati dall'Istat dimostrano che le famiglie italiane stringono sempre più la cinghia e, a fronte del costante aumento di prezzi e tariffe, non spendono più." Secondo le associazioni di consumatori, il dato Istat che fissa nel 2004 la spesa media mensile delle famiglie italiane a 2.381 euro è "fin troppo ottimistico considerato che la maggior parte della spesa delle famiglie viene assorbita da bollette, mutui, rate e debiti vari." E concludono: "Se non si troveranno rimedi urgenti al carovita il 2005 si chiuderà con una forte riduzione dei consumi, con enormi danni per l'economia nazionale".

Ferrero (Prc): “paese al collasso, aggiornare le buste paga”. Villari (Marg.), “Il sud paga incapacita' governo”

03/08-(G.C.)- Non sono tardati anche i commenti del mondo politico ai dati presentati dall’ Istat. Secondo Ferrero (PRC) "Il dato fornito oggi dall'Istat parla chiaro: il Paese e' al collasso. I consumi sono fermi e le famiglie hanno difficolta' ad arrivare alla terza settimana del mese. Questa e' l'ulteriore prova che il governo Berlusconi ha fallito
completamente sul piano economico e su quello politico". “Per uscire dalla crisi- continua l'esponente di Rifondazione- l'unica strada percorribile e' quella che prevede una redistribuzione del reddito dalle rendite a salari, stipendi e pensioni". "Per riattivare i consumi- conclude Ferrero- e' sempre piu' necessario adeguare le buste paga dei lavoratori al costo reale della vita e rinnovare i contratti vacanti, a cominciare da
quello dei metalmeccanici".
In una nota, il responsabile Mezzogiorno della Margherita, Riccardo Villari punta il dito sulle scelte del governo Berlusconi. “ I consumi sono fermi perche' l'economia del meridione e' ferma- si legge nella nota- e di conseguenza le famiglie spendono quello che hanno per sopravvivere”. “Il governo anche a causa dei diktat della Lega ha ignorato i problemi e le potenzialita' del Sud - continua la nota -tradendo le aspettative di milioni di italiani. Anziche' puntare su progetti concreti a favore dell'imprenditoria
meridionale il governo ha cercato di nascondere la propria incapacita' dietro progetti irrealizzabili, come quello del Ponte sullo stretto o correndo dietro la prospettiva erronea di
un incremento del consumo generato dal taglio delle tasse. Scelte folli di cui oggi le famiglie meridionali pagano il conto piu' salato. L'esecutivo ha saputo fare solo 'tanta
ammuina' istituendo un ministero come quello con a capo il ministro Micciche', ancora una volta silente, di cui ancora non si e' capito ruolo, funzioni e soprattutto utilita'. Almeno
questa volta batta una colpo, se gli e' permesso".

(Tutte le tabelle e i dati presenti nel dossier sono forniti da: Istat Istat)

 

 

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