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Cronaca
Sgrena libera/Ucciso Calipari

 

Gen. Marioli: L’operazione Sgrena era coperta da segreto.

19/04 Nicola Calipari non era nelle condizioni, per il tipo di operazione che si stava portando a termine, di informare sin da subito gli americani. Il generale Mario Marioli, vice comandante del 'Multilateral Corps' in Iraq ha confermato agli inquirenti della procura di Roma, diretti dai pm Franco Ionta e Pietro Saviotti, il contenuto del suo primo rapporto già inviato all'attenzione di chi indaga sulla morte di Nicola Calipari. In poco più di due ore di interrogatorio l'alto ufficiale ha poi ribadito di aver informato il responsabile dell'aeroporto di Baghdad, dove erano attesi Calipari, il suo aiutante e la giornalista Giuliana Sgrena, circa 20 minuti prima del passaggio dell'auto nel luogo dove poi è avvenuto l'incidente. Le circostanze che sono emerse confermano quindi che sulla liberazione della Sgrena le autorità italiane sul posto cercavano di mantenere il più stretto riserbo. Bisognava agire in fretta e con la massima riservatezza - ha spiegato Marioli - il passaggio obbligato dell'aeroporto avrebbe comunque potuto essere assicurato dal capitano Green dell'esercito Usa con il quale si era rimasti d'accordo di far passare la Sgrena senza il badge che viene rilasciato a tutti gli occidentali in Iraq. Anche Marioli ha poi ripetuto ai pm che non vi era a bordo dell'auto alcun quarto uomo.

L’autista rivela: “Non viaggiavamo più di 45 km orari”

Nel momento in cui gli americani hanno sparato "la mia velocità non poteva superare i 40-45 chilometri l'ora". E' quanto racconta l'autista e collaboratore del dirigente del Sismi Nicola Calipari ucciso sotto il "fuoco amico" il 4 marzo scorso, durante la liberazione a Baghdad della giornalista Giuliana Sgrena. In un racconto alla "Stampa" l'uomo spiega anche quello che ha scritto nel suo rapporto, che "il direttore Calipari aveva necessità di fare alcune telefonate e per tale motivo ho acceso le luci interne dell'auto, procedura fra l'altro che aumenta la sicurezza nei movimenti favorendo eventuali controlli quando si è in prossimità di check point". La velocità dell'auto era "ridotta" insiste il collaboratore di Calipari anche a causa della pioggia che aveva allagato un sottopasso attraverso il quale l'auto è passata. "Subito dopo il sottopasso - aggiunge l'autista di Calipari - sono giunto a un bivio dove dovevo svoltare a 90 gradi per dirigermi verso l'aeroporto. Mentre effettuavo questa curva ho ancora ridotto la velocità mantenendomi sulla corsia di sinistra in quanto quella di destra oltre che allagata era pressoché bloccata dalla presenza di due blocchi di cemento. In quel momento la mia velocità non poteva superare i 40/45 chilometri l'ora".

La “Gerbera gialla” del 2005 sarà dedicata a Nicola Calipari

Sara' dedicata a Nicola Calipari, il funzionario del Sismi ucciso a Baghdad, l'edizione 2005 della Gerbera gialla, la manifestazione nata a Reggio Calabria il 2 maggio 1993, con il nome di ''Un fiore per non dimenticare'' e divenuta, col tempo la giornata antimafia della Calabria. Itinerante sul territorio della regione, ogni anno la manifestazione viene dedicata a un territorio particolarmente a rischio, dalla locride alla sibaritide, dal crotonese al vibonese alla Piana di Gioia Tauro. Le giornate della Gerbera gialla si apriranno il 2 maggio a Reggio Calabria. A organizzarle sono il coordinamento nazionale antimafia Riferimenti, la Prefettura, la Questura, l'Amministrazione provinciale, il Csa, e la Commissione regionale Antimafia. ''La simbologia del fiore - e' scritto in una nota di Riferimenti - racchiude il significato dell'iniziativa che vuole trasmettere un messaggio di memoria e di denunzia, ma anche di reazione e di rinascita; la gerbera, fiore per non dimenticare, semplice come una margherita ma, nello stesso tempo robusto e forte come la gente di Calabria, nonostante i lutti, la violenza e le macerie, ritorna a fiorire a maggio, mese che ci ricorda la rinascita della vita, ma anche tante stragi di mafia, da Impastato a Basile, da Musella a Schifani, da Bonsignore a Falcone. La giornata della Gerbera in Calabria e quella del 23 in Sicilia, rappresentano i pilastri di un ponte ideale tra le due regioni, fatto di lutti sconosciuti e famosi, ma anche di una collettiva volonta' di rinascita. Abbiamo il dovere di trasmettere ai giovani quelle nozioni elementari di memoria che il nostro Paese, a volte, sembra avere perso perche' rappresentano un patrimonio essenziale per costruire una storia diversa''. Il programma prevede iniziative dal 2 al 7 maggio che interesseranno le province di Reggio Calabria e Cosenza. Aprira' Reggio Calabria con un ricordo di Nicola Calidari agli studenti; nel corso dell'iniziativa, verranno premiate le questure di Cosenza e Reggio Calabria. Si terra' a Cosenza, invece l'annuale manifestazione regionale antimafia il 7 maggio. La scelta di Cosenza e' stata presa in seguito all'attentato intimidatorio subito dall'assessore comunale Giovanni Serra. Alla manifestazione parteciperanno, tra gli altri, il procuratore della Repubblica di Palermo, Piero Grasso, sindaci, parlamentari, familiari di vittime di mafia, la vedova del giudice Antonino Caponnetto, fondatore del coordinamento antimafia Riferimenti. All'iniziativa si accompagna il premio ''Gerbera Gialla'' Antonino Caponnetto che verra' conferito a personalita' particolarmente distintesi nell'impegno antimafia. Uno speciale riconoscimento verra' consegnato alla memoria di Nicola Calipari.

La Farnesina precisa: “Con gli americani divergiamo solo sulle testimonianze”

19/04 Sull'incidente costato la vita a Nicola Calipari tra Italia e Stati Uniti "non ci sono disaccordi, ma testimonianze discordanti". Risponde cosi' Pasquale Tarracciano, capo del servizio stampa della Farnesina, alle domande dei giornalisti sulle versioni contrastanti che, secondo indiscrezioni, sarebbero emerse durante l'inchiesta congiunta. Voci che Terracciano ha definito "speculazioni". "E' ragionevole prevedere", ha sottolineato il diplomatico nel corso del briefing settimanale alla Farnesina, "che i tempi per la conclusione dell'indagine non saranno lunghissimi". Il ministero degli Esteri ha confermato che nessun inquirente italiano ha ancora avuto la possibilita' di esaminare la vettura in cui mori' il funzionario del Sismi. "La macchina", ha concluso Terracciano, "formalmente non e' stata visionata dagli inquirenti perche' e' a disposizione della Commissione di inchiesta". Del gruppo che sta accertando i fatti del 4 marzo fanno parte anche un diplomatico e un generale italiano.

 

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