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Cronaca
Sgrena libera/Ucciso Calipari

 

Intitolato a Calipari l’auditorium del Consiglio regionale

17/01 L’Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale della Calabria, presieduto da Luigi Fedele, ha approvato all’unanimità di intitolare a Nicola Calipari - il dirigente del SISMI originario di Reggio Calabria caduto a Baghdad durante l’operazione per la liberazione della giornalista Giuliana Sgrena - il nuovo auditorium realizzato a Palazzo “Campanella”.
La cerimonia ufficiale si terrà nei prossimi giorni alla presenza del Presidente, dei componenti l’Ufficio di Presidenza, dei consiglieri regionali e delle autorità civili, militari e religiose.

Il settimanale Diario rilancia l’ipotesi del quarto uomo

Sull'auto che portava Giuliana Sgrena all'aeroporto ''c'era una quarta persona e forse anche una quinta: un italiano, uomo del Sismi, e un iracheno collaboratore del servizio''. E' quanto si legge in una ricostruzione della liberazione della giornalista del Manifesto fatta dal settimanale Diario, nel numero in edicola. ''A inseguire fino in fondo le voci che non sono confermate e che non potranno mai esserlo - sottolinea Diario, che ripercorre tutto quanto e' stato detto su questo aspetto del sequestro - gli scenari cambiano. Il quarto (o quinto) uomo potrebbe essere un iracheno, collaboratore del servizio italiano, da tenere fuori da ogni visibilita' per salvaguardare la sua vita in Iraq e per non bruciare un avamposto dell'agenzia su quel terreno. Oppure e qui si apre un'altra storia potrebbe essere un iracheno, un esponente politico sunnita, da 'esfiltrare' (cioe' da far uscire dall'Iraq) su richiesta dei rapitori, come parte 'politica' del riscatto chiesto agli italiani''. ''Se e' cosi' - si legge sul settimanale - si apre una domanda inquietante: gli americani possono aver avuto come obiettivo del loro attacco sulla strada dell'aeroporto di Baghdad quello di bloccare, catturare, eliminare questo quarto uomo?''. Su Diario si parla anche di un altro episodio di cui si e' parlato in passato, ''un sequestro di italiani, avvenuto nell'aprile 2004, risolto positivamente (con il pagamento di un riscatto), ma rimasto segreto. I rapiti - afferma Diario, che cita tra l'altro 'una fonte istituzionale che e' stata coinvolta in trattative sui sequestri in Iraq' - erano due uomini del Sismi di Nicola Calipari''. ''Gli americani - si legge ancora sul settimanale - sono intervenuti pesantemente in ogni sequestro di italiani, intromettendosi durante le fasi finali della liberazione: con un blitz per Umberto Cupertino, Salvatore Stefio e Maurizio Agliana, sottratti al commissario della Cri Maurizio Scelli, con un bombardamento aereo nell'area del rilascio delle due Simone''. Per quanto riguarda il caso Sgrena, il settimanale scrive che e' ''difficile credere'' che gli americani non sapessero nulla di quello che stava accadendo, ''anche a leggere con attenzione la relazione del generale Marioli. A lui Calipari aveva raccontato tutto. E Marioli aveva comunicato ai comandi Usa, gia' a meta' febbraio, il prossimo arrivo a Baghdad di un nucleo di agenti italiani 'in relazione alle attivita' in corso per il sequestro Sgrena'''. ''Ci vuole molto per capire?'', si chiede Diario. ''A ogni buon conto, alle 20.30 del 4 marzo Marioli diventa del tutto esplicito e comunica agli americani che 'eravamo li' perché era stato liberato l'ostaggio italiano che doveva proseguire per l'Italia'. E' pensabile che - conclude il settimanale - con tutta la tecnologia americana, non siano stati controllati tutti gli spostamenti e tutte le comunicazioni di Calipari e dei suoi, fino a quella maledetta pattuglia a 700 metri dalla salvezza?''.

Uccisione di Calipari simile a quella di Ilaria Alpi

Il 20 marzo 1994 in Somalia, Ilaria Alpi è stata uccisa, con un colpo in testa che arriva da una raffica esplosa da un kalashnikov". E' la conclusione cui è giunta la commissione parlamentare d'inchiesta, presieduta da Carlo Taormina, dopo l'accertamento peritale fatto sul corpo riesumato della giornalista del Tg3. "C'è una straordinaria somiglianza al caso di Nicola Calipari", sottolinea Taormina, precisando che il colpo che ha ucciso Ilaria Alpi è stato esploso "da un'arma non corta e da non molto lontano". Al momento la commissione si sta attivando per l'acquisizione dell'auto sulla quale si trovavano Ilaria Alpi ed il cameraman Miran Hrovatin al momento di quello che la commissione parlamentare d'inchiesta non esita a definire "un agguato". L'organo parlamentare di San Macuto ha attivo il ministero della Difesa affinché metta a disposizione un Hercules C-130 che "vada a Nairobi o a Dubai per caricare l'auto". Entro la prima quindicina di maggio la commissione parlamentare presenterà la sua relazione "intermedia" al Parlamento e "si appresta a chiedere un ulteriore proroga della propria attività", sottolinea Taormina.

Sgrena: “Prigionia terribile, è stata una tortura”

Dalle ferite fisiche guarira' presto: ''penso che tra una quarantina di giorni avro' risolto i problemi''. Ma non e' cosi' per quello che si porta dentro. ''Penso che ci vorra' molto tempo a guarire. Le ferite piu' profonde, quelle psicologiche, penso ci vorra' molto''. A 24 ore dal ritorno a casa, Giuliana Sgrena ricostruisce in un'intervista al Tg di La7 le fasi del suo sequestro e della sua liberazione con il tragico incidente che e' costato la vita a Nicola Calipari. L'inviata del Manifesto si sofferma sui dettagli della sua prigionia. Quelli che hanno reso quel mese ''terribile, una tortura''. ''Sono stati giorni terribili - dice a La7 - momenti di speranza alternati a momenti di paura di essere uccisa; momenti in cui pensavo che non ce l'avrei fatta ed altri in cui pensavo che dovevo resistere''. ''Vivevo - prosegue l'inviata del Manifesto - in una stanza buia, sotto chiave, non c'era quasi mai elettricita', perche' a Baghdad c'e' poche ore al giorno. Non potevo controllare lo spegnimento della luce e cosi' capitava che mi svegliavo di notte mentre cercavo di appisolarmi''. Era veramente ''una tortura'' ammette la Sgrena: ''non avevo niente, non avevo un orologio, un libro, una penna e per me questo potete immaginare quanto fosse duro, cercavo solo di distinguere il giorno dalla notte perche' quando andavo in bagno vedevo se c'era o meno luce e poi cercavo di tenere il conto delle ore attraverso le preghiere della giornata''. Dai sequestratori e' arrivata poi un colpo che forse l'ha sorpresa, quando le hanno detto di essere piu' pericolosa dei giornalisti che rimanevano in albergo. ''Con loro - spiega Giuliana - ho cercato di istaurare una forma di comunicazione. Mi hanno detto che io che andavo a sentire la gente ero ancora piu' pericolosa di quelli che stavano in albergo, perche' io potevo raccontare cose che la gente mi raccontava. E la gente aveva voglia di raccontare. La Sgrena ripercorre poi il tragico viaggio verso l'aeroporto. ''Eravamo molto euforici, mancavano poche centinaia di metri e tra noi dicevamo 'ce l'abbiamo quasi fatta'. Poi all'improvviso la pioggia di fuoco. Nicola si e' buttato su di me per proteggermi e poi non ha detto piu' una parola''. Giuliana non ricorda altro, se non che Nicola Calipari si era rivolto a lei ''con parole che mi hanno dato immediatamente fiducia''. ''Non riuscivo - dice - neanche a capire cosa succedesse, ho visto vetri rotti, bossoli. Non riuscivo neanche a capire se ero morta e pensavo di essere viva o viva e pensavo di essere morta. una sensazione tremenda, terribile, inspiegabile''. Domani tornera' a casa. ''L'ho sognato tanto - conclude - ritrovare le piccole cose, i libri, i vestiti, sono quelle piccole cose che ti aiutano a guarire''.

Alcune notizie sulla liberazione della Sgrena coperte da segreto

17/01 ''Alcune notizie sono coperte dal segreto''. Lo afferma l'ex responsabile dell'Unita' di guerra psicologica di Gladio, Francesco Gironda, in un'intervista al 'Quotidiano Nazionale', riguardo all'altalena di informazioni ricevute intorno alla liberazione di Giuliana Sgrena. ''A questo si aggiunge - continua Gironda - l'esigenza di proiettare un'immagine politicamente redditizia e di contrastare i terroristi anche sul terreno dei media. Naturalmente si cerca di discostarsi il meno possibile dalla verita', se si puo', per non correre il rischio di cadere in contraddizone''. ''La figura di Calipari ha consentito di esaltare la polizia - afferma Gironda - dalla quale proveniva, e quindi il ministro degli interni Pisanu. Ma soprattutto e' stata sottolineata come positiva una scelta terribile che probabilmente non potremo piu' fare e cioe' pagare per la liberazione dell'ostaggio''. ''Comunque il servizio segreto italiano ha sviluppato un'eccezionale capacita' di intervento in quel teatro - conclude Gironda - dopo operazioni molto brillanti, e' purtroppo possibile che in una si paghi il prezzo del rischio''.

Alemanno: “Su Calipari vogliamo la verità”

''L' esempio di Nicola Calipari e' l' esatto contrario dei cortei pacifisti e delle stupidaggini di Giuliana Sgrena''. E' un passaggio dell' intervento svolto oggi ad Ancona dal ministro dell' agricoltura Gianni Alemanno, intervenuto a una manifestazione elettorale di An. ''Su Calipari vogliamo sapere la verita', e vogliamo la punizione dei responsabili, perche' altri hanno sbagliato'', ha aggiunto il ministro, ricordando, al riguardo, il vecchio slogan del Fronte della gioventu' ''Alleati si', servi mai''.

Scolari: “Probabile Giuliana verrà dimessa oggi”

17/03 Con "molta probabilità" Giuliana Sgrena sarà dimessa venerdì dall'ospedale militare del Celio dove è ricoverata dal suo rientro a Roma il 5 marzo scorso. Lo conferma il suo compagno Pier Scolari, pur lasciando spazio ad un ultimo dubbio che sarà sciolto solo dall'esito degli esami radiologici che sono stati effettuati questa mattina e di cui ancora non si conosce il risultato. Questi esami riguardano il polmone dell'inviata del Manifesto a cui è stato tolto il drenaggio due giorni fa. Se la giornalista uscirà domani, "probabilmente sarà verso mezzogiorno" ha aggiunto Scolari. Giuliana Sgrena dovrà comunque nei prossimi giorni rimanere a Roma per eseguire ulteriori accertamenti sempre all'ospedale del Celio.

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